Capodanno a lisbona 2

Quest’anno io e George decidiamo di passare il capodanno in una capitale europea e, fra le varie alternative, scegliamo Lisbona. Io ci sono già stato da ragazzino, non mi ricordo molto ma me la ricordo bella. Il volo è abbordabile, anche considerato che è capodanno – noi abbiamo pagato 263 euro a testa con per un volo diretto da...
Scritto da: michelerai
capodanno a lisbona 2
Partenza il: 28/12/2006
Ritorno il: 01/01/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Quest’anno io e George decidiamo di passare il capodanno in una capitale europea e, fra le varie alternative, scegliamo Lisbona. Io ci sono già stato da ragazzino, non mi ricordo molto ma me la ricordo bella. Il volo è abbordabile, anche considerato che è capodanno – noi abbiamo pagato 263 euro a testa con per un volo diretto da Milano-Malpensa prenotato a fine ottobre direttamente sul sito della EASY JET (www.Easyjet.Com), ma prenotando con ancora più largo anticipo pagherete senz’altro di meno. E, in più, il clima d’inverno è mite, con temperature medie che oscillano tra i 9 gradi di minima e i 14 gradi di massima. Volete mettere con il gelo di un capodanno a Praga o Berlino?!? – A proposito, a chi non lo conosce già segnalo il sito www.Wunderground.Com. E’ eccezionale perché, fra le altre cose, consente di vedere che tempo ha fatto in passato nella località prescelta esattamente nel periodo della tua vacanza.

Vi segnalo anche qualche sito che ho trovato utile visitare prima della partenza: www.Visitlisboa.Com (ente del turismo di Lisbona) e www.Visitportugal.Com (ente del turismo del Portogallo).

1° giorno (28/2) Arriviamo in aeroporto col Malpensa Express (www.Malpensaexpress.It) – costo del biglietto: 6 euro da Saronno (11 euro da Milano Cadorna). Causa nebbia, il volo ha un’ora di ritardo ma almeno non incontra turbolenze. In aereo leggiamo che in Portogallo i taxi sono economici e che una corsa dall’aeroporto al centro di Lisbona costa più o meno 8 euro più 1.60 per i bagagli contro i 3 euro a testo dell’Aerobus. Così decidiamo per il taxi, che in realtà ci costa 22 euro! Vatti a fidare degli inglesi… Ma almeno il taxista è simpatico! Arriviamo in hotel. Cercando su internet prima della partenza mi era saltato all’occhio il Residencial Alegria, una pensione in posizione centrale che mi sembrava molto carina e con un buon rapporto qualità/prezzo. Ma nel periodo di capodanno il prezzo di una camera doppia con colazione saliva da 43 a 58 euro! Così ho continuato a cercare e ho trovato l’IBIS LISBOA LIBERDADE, un due stelle della catena Accor-Ibis (www.Accorhotels.Com) dove per una doppia chiedevano 59 euro senza alcun supplemento per capodanno, colazione esclusa. Sul sito di Trip Advisor www.Tripadvisor.Com ho letto commenti positivi, a parte qualcuno che si lamentava di una salita che sembrava mettesse il fiatone… Allora ho fatto qualche indagine, scoprendo che una mia amica è stata a Lisbona e ha alloggiato proprio a questo Ibis! Lei mi ha rassicurato sia sulla salita che sull’hotel in generale, e così ho prenotato. E sia io che George ne restiamo soddisfatti! L’hotel si trova al n° 53 di Rua Barata Sagueiro, una traversa di Avenida da Liberdade. In effetti la via è in pendenza, ma nulla di trascendentale. Del resto, Lisbona è tutta una saliscendi. E se proprio si è stanchi, si può programmare il ritorno in hotel da Rato (capolinea della linea gialla) o dalla fermata del bus 58 di fronte all’Università. A parer mio, la posizione in cui si trova l’hotel è veramente strategica, a cinque minuti a piedi dal Bairro Alto e a dieci dal Chiado e dalla Baixa, e comodissima con i mezzi: la linea gialla (fermata Rato) e la linea blu (fermata Avenida) della metropolitanan e la fermata del bus 58 – comodissimo per raggiungere il Chiado e la stazione Cais do Sodré – sono vicinissime. La camera non è enorme (e dalla mappa del piano sembra essere una delle più grandi!) ma confortevole e pulita. La colazione non è inclusa nel prezzo della camera ma costa, se la si vuole, 5 euro a persona – noi abbiamo preferito farla nelle pastelarias di cui Lisbona è piena. Ultima nota: l’hotel è totalmente non-smoking! Ormai si sono fatte le quattro ed è da stamattina che non mangiamo! Lasciati i bagagli in camera, andiamo alla ricerca di un posto dove mettere qualcosa sotto i denti ed entriamo in quel che sembra un caffé-pasticceria in Avenida da Liberdade. Ci sediamo a un tavolo con l’idea di farci un dolce o un panino, ma scopriamo che dove ci siamo seduti è la parte ristorante. E così alla fine ci mangiamo un bell’hamburger con patatine, preceduto dai famosi antipasti (di solito formaggio e olive) che i portoghesi ti portano sempre al tavolo anche se non li ordini, e che poi ovviamente ti mettono in conto…

Proseguiamo lungo questo scenografico vialone alberato e arriviamo in Praca Dom Pedro IV, bella piazza intitolata all’imperatore del Brasile (di cui al centro si trova la statua) e più comunemente nota come Rossio a causa dell’ondulata pavimentazione a mosaico che la caratterizza. Attirati dalle belle decorazioni natalizie, saliamo per la Rua do Carmo e quindi per la Rua Garrett: siamo nel CHIADO, quartiere in gran parte bruciato nel 1988 e ora divenuto il più elegante della città. Arriviamo così al Largo do Chiado, dove c’è la fila per farsi fotografare accanto alla statua del poeta Fernando Pessoa, di fronte al famoso CAFE’ A BRASILEIRA. Il largo si collega con Praca Luís de Camoes, dove si trova il monumento al più grande poeta portoghese. Proseguiamo fino ad arrivare al Miradouro de Santa Caterina, da cui ammiriamo il sole tramontare sul Tejo e sul Ponte 25 de Abril. L’improssione che abbiamo da questo primo breve giro è molto positiva: Lisbona ci sembra davvero bella! Rientriamo in hotel attraversando il BAIRRO ALTO, quartiere popolare fatto di strette e lunghe viuzze, per il momento molto tranquille…

Per cena, su consiglio di Turisti per Caso e della Lonely Planet, decidiamo di provare la CERVEJARIA DA TRINDADE in Rua Nova da Trindade 20/C (vicino alla chiesa di Sao Roque), ma la coda ci scoraggia. E così ci addentriamo nel Bairro Alto e andiamo alla TASCA DO MANEL in Rua da Barroca 24, pensando in realtà che si tratti del ristorante “A Baiuca”, di cui avevo letto commenti positivi su Turisti per Caso e che poi scopriamo trovarsi al n° 86 della stessa via. Comunque ci troviamo bene e per un polipo e un bacalà con una bottiglia di vino verde non spendiamo molto. Una coppia di portoghesi al tavolo accanto ci consiglia un dolce alla cannella e prugne, ma davvero non ce la facciamo.

Il BAIRRO ALTO, di giorno tranquillo e deserto, la sera è animatissimo: oltre che di ristorantini tipici, è disseminato di locali per tutti i gusti. In genere, i locali sono molto piccoli, con un bancone e qualche tavolino al massimo: la gente sta in piedi fuori, anche d’inverno – tanto non fa freddo! Facciamo un giro e ci imbattiamo anche noi nei vari venditori di erba di cui avevamo sentito parlare: sembra che ce ne siano ad ogni incrocio, così da potersi avvisare a vicenda qualora arrivasse la polizia. Ma molti locali sono ancora vuoti e non ci va di aspettare che si riempiano, così andiamo a dormire.

2° giorno (29/12) Oggi il tempo è un po’ incerto. Per prima cosa andiamo a Rato, la stazione della metropolitana più vicina, e facciamo la carta “7 Colinas”, che per poco più di 10 euro ci consentirà per 3 giorni di salire e scendere liberamente da tutti i mezzi pubblici della città (informazioni su www.Carris.Pt e www.Metrolisboa.Pt). Poi facciamo colazione: un barettino che avevamo visto la sera prima in Praca do Príncipe Real non sembra offrire granché e così proseguiamo fino al Largo do Chiado e facciamo colazione al CAFE’ A BRASILEIRA. Seduto fuori non c’è ancora nessuno, così entriamo e scopriamo un bel locale dei primi del Novecento dove, a detta loro, si può gustare il miglior caffé di Lisbona. Speriamo che sia migliore del cappuccino che abbiamo preso noi… Comunque vale la pena farci una capatina, anche solo per la bellezza del locale. Usciti, ci facciamo anche noi la foto con la statua di Fernando Pessoa, approfittando del fatto che non c’è ancora quasi nessuno. Arriviamo in Largo do Carmo, bella e tranquilla piazzetta dove si trovano le rovine del Convento do Carmo, grande chiesa gotica distrutta dal terremoto del 1755. Da qui, uno stretto passaggio porta all’Elevador de Santa Justa, ascensore in ferro battuto progettato da un allievo di Gustave Eiffel (quello che ha costruito la Tour Eiffel) dalla cui piattaforma si hanno dei bei colpi d’occhio sulla città bassa e una bella vista del castello. L’ascensore ci porta nella BAIXA, la parte bassa della città, completamente ricostruita dopo il terremoto del 1755. Percorriamo la Rua Augusta, un tempo via dei mercanti e oggi strada pedonale piena di negozi e caffé. Passando sotto l’Arco da Victoria entriamo in Praca do Comércio, grande piazza su tre lati circondata da edifici porticati sedi di ministeri e su uno aperta sul Tejo, e con al centro il monumento a Dom José I. Qui hanno sistemato un enorme albero di Natale e stanno allestendo un palco per la sera di San Silvestro. Un uomo tenta di venderci degli occhiali da sole e, al nostro rifiuto, ci prova anche lui con l’erba… Una serie di stradine ci porta alla Sé Patriarcal, cattedrale con le sembianze di una fortezza. Oltre alla chiesa visitiamo il chiostro, che però ci delude un po’; tra l’altro, il centro, anziché dal solito bel praticello verde, è occupato da rovine che francamente dicono poco; la cosa più bella del chiostro sono le aperture sopra le arcate, di evidente influenza araba. Di fronte alla cattedrale si trova la chiesa di Santo António, costruita sul sito in cui si trovava la casa natale di Sant’Antonio – sì, quello che noi chiamiamo Sant’Antonio da Padova è in realtà nato a Lisbona! Ma questa curiosità è l’unico motivo che rende interessante la visita. Di fianco alla chiesa c’è la fermata del famosissimo tram 28, così decidiamo di prenderlo per salire verso il castello. Ma passa prima un piccolo bus che ha come destinazione proprio il castello di Sao Jorge, e così prendiamo questo. E facciamo bene, perché la strada per salire al castello è parecchio ripida e questo pulmino ci porta proprio davanti all’entrata. Facciamo il biglietto (5 euro a persona) e ci godiamo lo splendido panorama che si ha dalla spianata e dal cammino di ronda. Davvero bello!!! Intanto si fa ora di pranzo e, su consiglio della Lonely Planet, cerchiamo il RESTAURANTE RESTO in Rua Costa do Castelo 7, dove prendiamo un piatto di salsicce, una tortilla e un paio di birre seduti in una terrazza con una bella vista sul Tejo. Consigliato! Scendiamo verso l’ALFAMA, il quartiere più pittoresco di Lisbona, scampato al terremoto del 1755. Arriviamo al Miradouro de Santa Luzia, di cui avevamo visto una bellissima fotografia. Ma sarà il cielo coperto, sarà che stanno facendo dei lavori, noi qui di foto non ne facciamo neanche una. Ancora due passi e arriviamo al Largo das Portas do Sol, da cui invece si ha una splendida vista sull’Alfama. Proseguiamo lungo la strada e saliamo al Miradoro da Graca, nei pressi dell’omonima chiesa, da cui si gode una bella vista del castello. Da qui scendiamo verso la chiesa di Sao Vicente de Fora, in stile rinascimentale italiano. Da non perdere è la visita del convento (4.5 euro a persona) – in particolare, i due chiostri decorati da bellissimi azulejos e la meravigliosa vista che si ha da tetto della chiesa. Ritorniamo verso l’Alfama seguendo i binari del tram 28 e assistiamo a delle scene davvero divertenti: dei ragazzini si attaccano alla coda del tram e uno di loro simula la sirena di un ambulanza nel tentativo di accelerare la manovra di una macchina che ha costretto il tram a fermarsi… Finalmente saliamo anche noi sul mitico tram 28, che, passando per la Baixa, ci riporta al Largo do Chiado. Ripassiamo alla CERVEJARIA DA TRINDADE con l’idea di riservare un tavolo per la sera, ma il tipo al bancone ci dice che non accettano prenotazioni se non per gruppi numerosi… Rientriamo in hotel che è quasi buio e cerchiamo di schiacciare un pisolino, così non faremo i pensionati anche questa sera! Peccato però che dietro l’hotel ci sia un cantiere ancora in piena attività, così io non chiudo occhio…

Questa sera decidiamo di andare nella parte bassa della città e proviamo la CASA DO ALENTEJO in Rua das Portas de Santo Antao 58 (dietro Praca dos Restauratores), consigliato sia dai Turisti per Caso che dalla Lonely Planet. Il ristorante, che serve piatti tipici della regione dell’Alentejo, si trova al primo piano di un edificio tanto anonimo all’esterno quanto sorprendente all’interno: un patio di stile moresco, un salone da ballo e due sale ornate da azulejos in cui si trova il ristorante – il tutto, a dire il vero, un po’ decadente. Ne parla Antonio Tabucchi nel suo Sostiene Pereira e qui furono girate alcune scene del film con Marcello Mastroianni tratto dal romanzo. Ci dicono che c’è da aspettare una mezz’oretta, ma almeno ci sono delle poltrone dove sedersi. E comunque ne vale la pena perché anche la cucina è davvero buona: George prova la famosa “carne de porco à alentejana” (maiale e vongole) mentre io vado di pesce. Qui proviamo anche il dolce con cannella e prugne che ci era stato consigliato la sera prima. Buono anche questo! Sulla stessa via c’è EDUARDINO, un piccolissimo locale dove gustare un bicchiere di ginjinha, il tipico liquore di ciliegia, che però non ci sembra questa meraviglia. Facciamo un giro per la Baixa e ammiriamo le splendide illuminazione natalizie che la adornano. In Praca do Comércio, le luci dell’albero di Natale offrono un bellissimo spettacolo. Saliamo al Chiado e, da qui, al Bairro Alto per un altro giro: questa sera è più tardi e i locali, o meglio, le strade sono tutte affollate.

3° giorno (30/12) La meta di oggi è BELEM, sobborgo a qualche km dal centro, da cui partivano le caravelle portoghesi all’epoca delle grandi scoperte geografiche. Col bus 58 arriviamo a Cais do Sodré, dove saliamo sul tram 15 che ci porta a destinazione. Lungo il tragitto passiamo sotto al ponte 25 de Abril, che ricorda il Golden Gate di San Francisco (infatto è stato costruito dalla stessa ditta) e che prende il nome dal giorno in cui nel 1974 un colpo di stato liberò il Portogallo dalla dittatura. Scendiamo quando vediamo scendere tutti quelli che hanno una cartina o una macchina fotografica in mano e cerchiamo la UNICA FABRICA DOS PASTEIS DE BELEM, antica pasticceria in Rua de Belém 84/92 dove assaggiare i veri Pasteis de Belém – dolcetti di pasta fillo farcita di crema pasticcera da mangiare caldi con una spolverata di cannella. Una delizia! Intanto inizia a piovere, ma per fortuna smette subito e anzi il cielo si apre. Arriviamo al Mosteiro dos Jerónimos che, assieme alla vicina Torre de Belém, è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità e rappresenta un capolavoro della cosiddetta arte manuelina. La chiesa, tra l’altro, ospita la tomba di Luís de Camoes (il poeta di cui si trova il monumento nell’omonima piazza vicina al Chiado) e quella di Vasco da Gama (il navigatore portoghese che raggiunse l’India circumnavigando l’Africa e al ritorno del quale Dom Manuel I ordinò la costruzione del monastero stesso). Da non perdere è la visita al chiostro – ingresso: 4.50 euro a persona. Attraversato il giardino di fronte al monastero e attraversata la ferrovia, arriviamo al Padrao dos Descobrimentos, monumento dedicato alle scoperte geografiche, a forma di una caravella stilizzata con a bordo i patrocinatori delle scoperte e i navigatori. Volendo, si può salire sino alla sommità per godere il panorama e vedere per intero la Rosa dei venti disegnata per terra. Proseguiamo lungo il fiume e arriviamo alla Torre de Belém, forse il monumento più famoso di Lisbona e dell’intero Portogallo. Peccato che il tempo non sia un granché: c’è un bel prato verde dove sarebbe belllo sdraiarsi scaldati dal sole ad ammirare questo gioiello dell’arte manuelina. Riattraversiamo la ferrovia e torniamo verso il borgo alla ricerca di un posto dove pranzare. Su consiglio di Turisti per Caso, andiamo alla ROSA DOS MARES in rua de Belém 110 (1° piano), grazioso ristorante dove prendiamo un’insalata e un piatto del giorno (pesce fritto e risotto al pomodoro) con un paio di birre, anche qui spendendo relativamente poco.

Torniamo in centro col tram 15 e facciamo un altro giro per la Baixa e il Chiado, dove compriamo qualche oggetto di ceramica portoghese e un paio di bottiglie di Porto. Prima di rientrare in hotel ci fermiamo in quel barettino molto carino in Praca do Príncipe Real, dove, seduti all’aperto, ci concediamo una fetta di torta al cioccolato accompagnata da un bicchiere di porto e uno di ginjinha. Per fortuna oggi il cantiere è chiuso, così riusciamo a schiacciare un pisolino prima di cena. Dopodiché ritentiamo alla CERVEJARIA DA TRINDADE, dove arriviamo rassegnati all’idea di fare la fila, che però è molto veloce e comunque vale la pena. Il locale è molto caratteristico: si trova in un ex convento e ha le pareti decorate da bellissimi azulejos. Uno dei piatti più rischiesti sembrano esseri i granchi, davvero enormi, ma noi preferiamo un “arroz de tamboril com camarao” (risotto alla coda di rospo e gamberetti) e una “caldeirada de lagosta” (aragosta) – tutto veramente squisito e accompagnato da una buona birra.

Dopo cena, ci ributtiamo nei vicoletti del Bairro Alto, dove, sarà anche perché è sabato, c’è in giro un sacco di gente.

4° giorno (31/12) Oggi dedichiamo la giornata ai dintorni di Lisbona. Tra le varie escursioni possibili, scegliamo di andare a SINTRA e al CABO DA ROCA. Con la linea gialla della metropolitana arriviamo alla stazione di Entrecampos, da dove ogni 10-15 minuti parte un treno che in 40 minuti arriva a SINTRA (1.55 euro a persona) – informazioni su www.Cp.Pt. Arriviamo che sono appena passate le dieci e facciamo colazione in una pastelaria di fronte alla stazione. Tra l’altro, qui c’è il terminal della Scotturb (www.Scotturb.Com), la compagnia che gestisce il servizio di autobus da/per Sintra. Ci incamminiamo verso il centro del paese e ci si apre davanti agli occhi uno scenario fiabesco: è facile capire perché i re portoghesi abbiano scelto Sintra come meta delle loro vacanze estive. La strada che porta al centro è molto panoramica: vale davvero la pena percorrerla a piedi anziché col bus, perché è molto rilassante e perché offre una magnifica veduta del Palácio Nacional de Sintra coi suoi due enormi camini, e anche perché il centro non è molto distante. Il Palácio Nacional de Sintra è stato per secoli la residenza estiva della famiglia reale portoghese e la visita degli interni è davvero interessante – si visitano anche le cucine con i due camini! Tra l’altro risparmiamo i 4 euro del biglietto, perché in Portogallo la domenica e i festivi, fino alle 14:00, l’ingresso alla maggior parte dei monumenti e dei musei è gratuito! Usciti dal palazzo, facciamo un giro per il centro (davvero grazioso!) e facciamo una sosta alla PIRIQUITA, pasticceria dove è possibile assaggiare la queijada, dolce tipico a base di formaggio. Da provare, ma i pasteis sono tutta un’altra cosa… Intanto si fa mezzogiorno e dobbiamo decidere se salire al Castelo dos Mouros e al Parque da Pena (dove si trova lostravagante Palácio Nacional da Pena) oppure proseguire per il Cabo da Roca. Decidiamo per la seconda opzione, così torniamo al terminal della Scotturb e aspettiamo il bus 403 che in circa 40 minuti ci porta a destinazione – prezzo del biglietto: 3 euro a testa. Il CABO DA ROCA è l’estremità più occidentale del continente europeo – volendo, si può comprare un certificato che attesta di essere stati qui: 5 euro la versione base, 10 euro quella deluxe! C’è una bella scogliera e una bella passeggiata da cui ammirarla. Vale veramente la pena venire sin qui, e oggi il cielo è di un’azzurro! Intanto finiamo le queijadas e gli altri dolcetti che abbiamo preso a Sintra. Riprendiamo il bus 403 e in circa 20 minuti – e con altri 3 euro a testa – arriviamo a CASCAIS, famosa località balneare. Ci godiamo un po’ di sole seduti su una panchina in una terrazza sul mare e facciamo un giretto per il centro, ma francamente non è granché. Prendiamo il treno (ce n’è uno ogni 15-20 minuti) e torniamo a Lisbona. Arriviamo alla stazione di Cais do Sodré, dove prendiamo il bus 58 per tornare in hotel. E’ stata una splendida giornata ma siamo veramente cotti, e così non tardiamo ad appisolarci…

Recuperate un po’ di forze, andiamo al RESTAURANTE AS SALGADEIRAS in Rua das Salgadeiras 18, nel Bairro Alto, dove abbiamo prenotato la sera prima. Qui ci sveniamo – spendiamo 150 euro in due! – ma è la sera di San Silvestro e il posto è davvero carino. L’idea è quella di finire prima di mezzanotte per andare a vedere lo spettacolo dei fuochi d’artificio, ma alla fine passiamo la mezzanote al ristorante. E quando usciamo, venti minuti dopo la mezzanotte, i fuochi sono già finiti. Ci incamminiamo verso Praca do Comércio, dove qualche giorno prima avevamo visto montare un palco, ma siamo controcorrente: un fiume di gente sta salendo verso il BAIRRO ALTO. Allora capiamo che è qui che i lisbonesi trascorreranno la notte di Capodanno! E stasera è più affollato che mai!!! 5° giorno (1/1) Purtroppo la vacanza sta per finire. Facciamo la valigia e cerchiamo un posto dove fare colazione, ma è tutto chiuso! Finalmente troviamo aperta una pasticceria che non fa il cappuccino e ha dei dolci che non ci ispirano tanto, ma non ci sono alternative. Facciamo due passi e vediamo un po’ di gente che passeggia per il Miradouro de Sao Pedro de Alcantara, che noi avevamo sempre visto inaccessibile causa lavori. Che l’abbiano riaperto proprio oggi per il nuovo anno?!? No, durante la notte hanno aperto una breccia nella recinzione… Così ci facciamo anche noi due passi: la vista sulla città è ampia, peccato che ci sia molta foschia. Recuperiamo la valigia e prendiamo l’Aerobus da una fermata in Avenida da Liberdade. Anche stavolta l’aereo è un po’ in ritardo, ma il vento favorevole ci consente di recuperarlo tutto. Ormai la vacanza è davvero finita. Ma è stata bella. Grazie Lisbona!!!



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