Capo Verde: riscoprire il Tempo

Sal, l'ilha do Barlavento Dopo un volo di cinque ore e mezza, (da Malpensa sono 4354 km) lontano dai ritmi quotidiani della città, arrivare in quest'isola atlantica, a 500 km dalle coste senegalesi, Dakkar, è come vivere un sogno irreale: i colori, la musica e le voci chiassose dei capoverdiani, l'aria da un profumo speziato, particolarissimo,...
Scritto da: web2you
capo verde: riscoprire il tempo
Partenza il: 22/03/2006
Ritorno il: 29/03/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Sal, l’ilha do Barlavento Dopo un volo di cinque ore e mezza, (da Malpensa sono 4354 km) lontano dai ritmi quotidiani della città, arrivare in quest’isola atlantica, a 500 km dalle coste senegalesi, Dakkar, è come vivere un sogno irreale: i colori, la musica e le voci chiassose dei capoverdiani, l’aria da un profumo speziato, particolarissimo, ti immergono in una vacanza da sogno, fuori dalle classiche rotte turistiche.

E’ facile rimanere affascinati dal deserto che subito, solitario, si presenta dall’aereo in fase d’atterraggio, distese di quel che da chi visita l’Isola per la prima volta (e chissà, forse l’ultima) viene definito stizzosamente e con sana preoccupazione il nulla..Il paesaggio è selvaggio con il color marroncino-arancio della terra ed incredibili sfumature del mare illuminato da un sole accecante. Vi assicuro che ad una simile concentrazione di colori, è difficile rimanere indifferenti! Sal, l’isola del sale, fu scoperta nel ‘700 dai portoghesi, che la sfruttarono per un cratere spento (Pedra do Lume) con al fondo una gigantesca salina naturale. Le acque dell’oceano percorrevano canali sotterranei, fino ad arrivare al fondo del cratere per lasciare un sale grezzo e bianchissimo. Lo sfruttamento delle saline terminò nel 1980 e oggi visitare Pedra do Lume, il suo paesaggio lunare, attraverso il deserto e la natura, lascia ricordi bellissimi, non solo per il classico bagno alle saline.

La città più turistica è Santa Maria , sempre baciata da un vento da nord, meta dei surfisti più intraprendenti, desiderosi di mettersi in gioco cavalcando le onde e la schiuma di un mare prepotente e davvero spettacolare.

Si può capire quest’isola solo camminando tra i creoli, guardare fuori dalla finestra di casa per carpire le loro abitudini, risvegliarsi con loro, vivere seguendo i loro ritmi, le loro strade, i loro negozi e riscoprire l’importanza e la genuinità nel ricevere senza parsimonia il saluto sorridente dei caboverdiani, il “jamboo” che vuol dire “tutto bene, amico mio, grazie della tua amicizia” con una serie di scambi di mano e sorrisi. Per vivere la magia di Cabo Verde vi consiglio infatti di soggiornare in appartamento, lontano dai residence, dalle serate a tema, dai balli latino-americani sempre uguali anche in capo al Mondo…

Per le strade la colonna sonora frequente è quella del kizomba (il funanà), una musica di tambores unita a dolci melodie, fusa al rumore delle onde che s’infrangono sul pontao, il molo d’attracco delle barche, il vero centro di S. Maria: qui i pescatori raccontano le avventure del mare, le loro giornate in attesa di salpare per la pesca dei tonni a pinna gialla, insieme a improvvisati banchi di vendita del “pescado”; è facile trovare aragoste, ma non nel periodo di riproduzione: i pescatori rifiutano facili guadagni di spregiudicati turisti che qui pensano di poter comprare il rispetto dei pescatori verso il loro Mar! La bellissima città di Santa Maria è la base ideale per le escursioni nell’isola: passeggiate lungo interminabili spiagge di sabbia bianca con meravigliose dune disegnate dal vento, in direzione di Ponta Preta, una baia affascinante, attualmente bagnata da onde altissime che ritirandosi staccano nettamente il blu-verde del mare dal cielo azzurro! Per attraversare l’isola di Sal si noleggia un fuoristrada, ma dimenticate i rent-a-car efficentissimi, la cultura africana non conosce il tempo! In qualsiasi parte dove andrete (aeroporto compreso) non bisogna avere fretta, i ritmi sono scanditi dal sole, il tempo è dedicato soprattutto per vivere sereni…

Questi svantaggi (sentiti dai turisti superorganizzati “tutto compreso, idromassaggio in camera”)sono ripagati dalla bellezza dei paesaggi, nascosti in un piatto deserto, Buracona, per esempio, d’estate si ammirano delle calme e limpide piscine naturali fra la roccia, ora il mare entra prepotente, con forza, in vasche di roccia vulcanica regalando dei bellissimi e spaventosi soffioni. Schiuma bianca contro la roccia nera con contorno di terra marrone-arancio del deserto davanti al Monte Lesle, i colori, nuovamente netti, che sanno mozzare il fiato.

Attenti al bagno: sentirsi sognanti in un paesaggio così, vi fa dimenticare che si può essere risucchiati dalle onde per ritrovarsi in un improvvisato tuffo in un’acqua più fresca del normale(ehm…Ne so qualcosa).

Mi sono resa conto che sono ancora tantissime le persone, soprattutto gli italiani, che scelgono di soggiornare nei villaggi, sicuri di poter contare sul supporto animazione e di un fazzoletto di casa all’estero. Consapevole che questo tipo di scelta sia dettata principalmente da ciò che ognuno si aspetta dalla propria vacanza, vi rassicuro sui Capoverdiani, una popolazione squisita, ospitale e sempre sorridente che ama parlare con chi sa ascoltare e chi è desideroso di dimenticare le scalette obbligate delle giornate frenetiche.

Cabo Verde è per noi (ci ritorniamo ogni anno!) uno splendido mosaico fatto di colori, di suoni, di profumi. Non so quanto questo sogno potrà durare, prima che il turismo di massa invada la pacifica e tranquilla isola, ma trascorrere anche un breve periodo in questo “Terzo Mondo” ci arricchisce per lunghi periodi.

Ciò che rimane è il Vento, icona costante capace di farti udire la voce della Natura e la Pace trovata nella scansione lenta del Tempo.

Essere capaci di farsi modellare, seppur per poco, dai ritmi semplici della Terra, iniziando guardando fuori da una finestra e proseguendo andando lontano…

In tempi come questi la fuga è l’unico mezzo per continuare a vivere e sognare (Henry Laborit, da Mediterraneo, Gabriele Salvatores)



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