Capo Sferracavallo Ogliastra Sardegna: che Isola!

Quando si parla di turismo in Sardegna si pensa subito alla Costa Smeralda con i suoi porticcioli, le sue ville ed i suoi vip…Si è in Sardegna ma questa stupenda Regione è una pura realtà geografica ed in Costa Smeralda la si vede a distanza: altre insenature, colline, la linea di costa che si scorge dalla barca o dall’aereo, quando si...
Scritto da: Sergio C.
capo sferracavallo ogliastra sardegna: che isola!
Partenza il: 29/07/2005
Ritorno il: 09/08/2005
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Quando si parla di turismo in Sardegna si pensa subito alla Costa Smeralda con i suoi porticcioli, le sue ville ed i suoi vip…Si è in Sardegna ma questa stupenda Regione è una pura realtà geografica ed in Costa Smeralda la si vede a distanza: altre insenature, colline, la linea di costa che si scorge dalla barca o dall’aereo, quando si arriva e quando si parte. Ma chi ritorna dalla Sardegna ed ha visto solo il tratto di costa che va grosso modo da Porto Rotondo a Baia Sardinia ha visto ben poco degli ambienti unici che contraddistinguono la Regione. La costa sarda è composta infatti da un susseguirsi di ambienti e scenari differenti per aspetto e storia: si passa da lunghe ed estese spiagge fino a percorrere chilometri e chilometri di falesia ininterrotta a picco sul mare passando per splendide calette miste di sabbia e scogli. L’Ogliastra è una parte di Sardegna che da sola racchiude in se gran parte degli scenari sardi e solo da pochi anni ha avuto uno sviluppo turistico considerevole e concentrato in alcune zone…Esistono ancora lunghi tratti di costa poco accessibili e relativamente isolati dove anche ad agosto è difficile trovare anima viva.

Quest’anno dopo più di 11 mesi di ininterrotto lavoro sempre in mezzo ad un mucchio di gente avevamo proprio bisogno di un periodo di calma da trascorrere in un luogo bello e tranquillo.

Partenza il 29 Luglio da Civitavecchia diretti ad Arbatax: il traghetto della Tirrenia era stracolmo e completamente esaurito al punto che all’imbarco qualche auto munita di traino per il gommone ha avuto diverse difficoltà ad entrare…Risultato: due ore di ritardo sui tempi previsti. Dormita notturna su materassino appollaiati lungo un corridoietto trafficatissimo durante la notte o ed arrivo ad Arbatax alle 7 di mattina. L’Ogliastra ci è apparsa all’alba con le sue alte falesie sopra Santa Maria Navarrese, con l’isolotto di fronte al porto e con le rosse scogliere di Capo Bellavista.

Subito dopo lo sbarco siamo rimasti impressionati dal colore degli Scogli Rossi di Arbatax che si trovano proprio dietro il porto; si tratta di un enorme blocco di porfido lavorato dalle onde e dal vento che scende nel mare blu…L’effetto è notevole, peccato che il contesto non sia valorizzato attraverso un parcheggio decente al posto della polverosa spianata attuale con i lavori in corso durante la stagione turistica.

Il tempo per qualche foto e poi ci siamo diretti subito verso il Campeggio Capo Sferracavallo, presso Marina di Tertenia situata ai confini meridionali dell’Ogliastra. L’Orientale Sarda, la strada statale 125 che costeggia la costa tirrenica sarda da sud a nord, passa attraverso i paesi di Bari Sardo e Cardedu fino ad imboccare la nuova ss 125 sotto il monte Ferru. Da qui inizia un nuovo tratto di strada che dopo due gallerie in pochi minuti permette di raggiungere il paese di Tertenia ed al bivio per la marina. Lungo tutta questa strada abbiamo avuto la sensazione di essere ritornati in Umbria…La zona è verde, piena di boschi e vigneti per la produzione del rinomato Cannonau di Jerzu; per strada inoltre si incontrano molti contadini che ti vendono della frutta e verdura stupenda con cocomeri e meloni in primo piano sulle bancarelle…E chi l’ha detto che d’estate la Sardegna è tutta brulla e senza un filo d’acqua? Sarà per il territorio montuoso circostante ma le vallate ogliastrine sono veramente rigogliose. La strada sale con qualche curva sull’Arcu de Sarrala de Susu, dove c’è una bella fontanella di acqua potabile, per poi ridiscendere nel giro di pochi km alla Marina di Tertenia. Il panorama colpisce per la presenza del monte Ferru e del Monte Cartocceddu che scendono rapidamente verso il mare e la costa che è divisa in due ampie baie.

Il Campeggio si trova proprio ai piedi della cresta frastagliata del monte Cartocceddu. Tutto è dominato dalla roccia rossa, dal verde della macchia mediterranea e dall’azzurro del mare. Il Campeggio dispone di un accesso diretto ad una piccola spiaggetta proprio sotto i bungalow che sia aggiunge alla bella ed ampia spiaggia di Sa Foxi Manna, che i sardi pronunciano correttamente come Fogi Manna. Il personale del campeggio è veramente gentile e disponibile ed i bungalow sono in parte monolocali molto raccolti e dotati praticamente di tutto. In prossimità del campeggio c’è anche un moletto per l’attracco di piccole imbarcazioni e gommoni. Dietro al campeggio, imboccando una sterrata indicata con un cartello “Sentiero Cartocceddu”, si arriva alla sommità di una collinetta dalla quale si ammira il Capo Sferracavallo oltre all’osservatorio militare (…In zona ci sono diversi osservatori disseminati lungo la costa…E nessuno sa bene a cosa servono…); proseguendo la sterrata si scende fino ad un mini-parcheggio dal quale attraverso un sentiero si arriva alla baia sottostante dominata dal faraglione rosso Su Brecconi. Il fondale sabbioso di questa caletta dona al mare una tonalità celeste molto intensa. La zona è popolata da grossi caproni bianchi che vengono a brucare i cespugli fino al livello del mare.

Tutta la Marina di Tertenia è in forte espansione turistica, come si può notare dalle tante casette in costruzione e da alcuni complessi residenziali tra la spiaggia di Foxi Manna e la Torre di San Giovanni, ma nel complesso questo sviluppo non ci è sembrato molto devastante come già accaduto in zone molto più turistiche. Di fatto la Marina di Tertenia offre due ampie spiagge molto belle che rimangono poco popolate anche in pieno agosto. Senza contare poi le diverse calette ghiaiose pressoché deserte presenti tra la spiaggia di Foxi Manna e la Torre di San Giovanni e sotto l’abitato di Barisoni. La spiaggia più ampia è proprio quella di Foxi Manna che presenta diversi accessi con sabbia bianca finissima ed acqua bassa fino a diversi metri dalla riva; nelle ore centrali della giornata il mare si colora di tutte le tonalità che vanno dal celeste al turchese fino all’azzurro e dal punto di vista paesaggistico tutto è reso più bello dalla mole del monte Cartocceddu che chiude la baia a nord. A breve distanza bella è anche la spiaggia di Melisenda, sempre di sabbia bianca ed acqua relativamente bassa, sormontata dalla Torre di San Giovanni. Sui colli intorno alle spiagge si ergono diversi nuraghe, alcuni anche visitabili, tra cui il più complesso è il nuraghe Nastasi che domina la spiaggia di Melisenda.

Un detto dice che l’erba del vicino è sempre la più verde e quindi, riferendoci alle spiagge visitate durante i dieci giorni di permanenza in Sardegna, dobbiamo ammettere che abbiamo un po’ sottovalutato ciò che avevamo “sotto casa” dedicandoci maggiormente al resto della costa che va da Villasimius fino al Golfo di Orosei. In sostanza ci siamo spostati tutti i giorni dedicando alla meritevole Foxi Manna solo qualche mattina o pomeriggio.

In sequenza cronologica abbiamo visitato i tratti di costa seguenti: 1. Lido di Orrì, in particolar modo il tratto più a sud denominato Il Golfetto: che dire, semplicemente una spiaggia incantevole e decisamente comoda, nulla da invidiare ad altre più famose calette sarde. Vi si arriva da diversi incroci direttamente dalla statale 125 presso Tortolì oppure passando per Marina di Bari Sardo, superando la spiaggia di Cea. Il Lido di Orrì è lunghissimo e caratterizzato dalla spiaggia di sabbia bianca e da tanti grandi scogli arrotondati di granito grigio che emergono dall’acqua cristallina, bassa per centinaia di metri. Lungo il litorale ci sono diversi parcheggi e diversi bar, la spiaggia dista pochissimo. Noi ci siamo fermati presso il Golfetto, non distante dalla spiaggia di Cea e facilmente raggiungibile deviando per una breve strada sterrata in corrispondenza di un grosso striscione sulla strada principale. Crediamo che nella zona di Tortolì sia la spiaggia in assoluto più bella. Inoltre i fondali a largo sono pieni di anfratti rocciosi interessanti e sott’acqua c’è una visibilità elevata; 2. Spiaggia di Su Sirboni, Marina di Gairo: caletta di sabbia bianca inserita tra ampie scogliere di porfido rosso in un contesto particolarissimo…Peccato che lo scenario sia stato deturpato da un complesso turistico peraltro in stato di abbandono. Si raggiunge superando Marina di Gairo verso il Camping Coccorrocci ed imboccando un sentiero segnalato circa 300 metri prima del cancello dell’Hotel abbandonato Su Sirboni. Il sentiero raggiunge rapidamente alcune calette rocciose di colore rosso cupo e dopo dieci minuti di sali e scendi lungo la scogliera si raggiunge la sabbia. Il posto è stupendo, peccato solo la presenza dell’Hotel abbandonato con le sue costruzioni bianche a poca distanza dalla spiaggia che rovinano il paesaggio. Pertanto è auspicabile un risanamento ambientale della zona. Ancora più assurdo è trovare tali orrende costruzioni in avanzato stato di abbandono: un piccolo complesso turistico ben inserito nel contesto ambientale potrebbe rappresentare una risorsa per la zona ma lasciare tutto così com’è non ha proprio senso. La baia è comunque bellissima e le calette rocciose che si aprono dietro la spiaggia superando un piccolo promontorio hanno dei colori unici, il rosso della scogliera si fonde con un mare verde smeraldo…Veramente da vedere; 3. Golfo di Orosei: è la falesia a picco sul mare più lunga del Mediterraneo, giustamente protetta dal parco nazionale, chilometri e chilometri di costa raggiungibili solo via mare ad eccezione di alcuni punti, montagne di 700 metri che scendono verticalmente sul mare azzurro. La visita in barca è obbligatoria partendo da Arbatax o da Santa Maria Navarrese o da Cala Gonone. Queste scogliere rimangono indimenticabili a chi le visita, fanno perdere il senso delle dimensioni, da qualsiasi lato le si osservi c’è solo il bianco della roccia, il verde della vegetazione e l’azzurro del mare. La scogliera si interrompe solamente in corrispondenza di sette piccole spiaggette meravigliose…Sinceramente ci è sembrato il mare più bello del mondo, per quel poco che ne conosciamo. Per visitare il Golfo di Orosei ci siamo imbarcati sul barcone Aquila D’Oro che partiva da Arbatax alle 8:30. La scelta della cooperativa per la gita nel Golfo di Orosei è stata motivata dall’itinerario; mentre la maggior parte dei barconi fa la sosta più lunga nell’affollata Cala Luna, l’imbarcazione scelta da noi dedicava maggior tempo a Cala Sisine. Dopo la partenza nel giro di mezz’ora eravamo a Santa Maria Navarrese per un altro carico di turisti per poi dirigerci sotto Sa Pedra Longa, un enorme sperone roccioso bianco di circa 130 metri che emerge dal mare blu, sormontato a sua volta dalle altissime falesie presso Baunei. In tale contesto ci si sente veramente minuscoli di fronte a tali colossali monumenti. Il barcone supera poi le scogliere di Capo Monte Santo, circondate da verdi pinete e nelle quali si aprono molte grotte. Dopo una breve visita alle profonde insenature di Cala Scirocco e Cala Tramontana, dove si viene a contatto con la roccia calcarea modellata dal moto ondoso, verso nord appare la guglia di Cala Goloritzè, in assoluto la più bella, giustamente protetta e non raggiungibile per le barche. Poco più avanti abbiamo fatto la prima sosta a Cala Mariolu. L’acqua ha dei colori incredibili, grandi massi di calcare bianco emergono a poca distanza dal bagnasciuga dividendo la spiaggetta in piccole baie di ciottoli piccolissimi e bianchi. Dopo Cala Mariolu il barcone si è diretto a Cala Luna, superando tante altre calette da visitare successivamente. Cala Luna è la più grande delle spiaggette del Golfo di Orosei racchiuse dall’alta falesia: è inserita in un contesto unico con lo stagno ed il bosco di oleandri nel retroduna. Purtroppo dopo aver visto le altre spiaggette la visione di Cala Luna che abbiamo avuto non è stata all’altezza della fama di questo luogo. Il paesaggio è stupendo trovandoci al termine di una lunga codula verde ma del bosco di oleandri originario, prima dell’ondata di fango e detriti di questo inverno è rimasta solo qualche pianta; inoltre in acqua sul fondo del mare si vedono rami e detriti trasportati dal fiume in piena. Probabilmente tra qualche anno la natura stessa farà tornare Cala Luna bella come prima, gli oleandri torneranno rigogliosi ed il mare rimuoverà i detriti trasportati dal fiume. Nel frattempo l’uomo potrebbe evitare il sovraffollamento estivo di questa cala dove troppe imbarcazioni riversano a turno varie ondate di turisti. Ripartiti da Cala Luna il barcone Aquila D’Oro ci ha portato a Cala Sisine per la sosta principale di tutta la gita. Cala Sisine ci appare semideserta con le sue dune di ghiaia bianca ed il mare trasparente che caratterizza tutto il tratto di costa. Straordinaria poi è la quantità di pesce che, per nulla spaventato dalla presenza umana, si lascia avvicinare mentre si nuota. Praticamente abbiamo passato tre ore in acqua insieme ad un branco di grosse occhiate, saraghi e mormore che nuotavano intorno…Un paradiso! Ripartiti sul tardo pomeriggio da Cala Sisine l’ultimo sbarco è stato dedicato a Cala Biriola, deliziosa caletta diversa dalle altre per l’acqua verde smeraldo e per l’archetto di roccia che chiude la cala a destra. Guardando in alto la macchia mediterranea fa da contorno, cercando di riappropriarsi del terreno chiaro lasciato scoperto dai movimenti franosi. Il ritorno ad Arbatax è stato puntuale alle 18:30 del pomeriggio…Ma un eventuale ritardo in questi luoghi da sogno sarebbe stato semplicemente gradito, dai posti belli non ci si vorrebbe allontanare mai! 4. Cala Goloritzè, Baunei: nominata Monumento Nazionale Italiano è in assoluto una delle più belle spiagge del Mediterraneo ed il più bel posto mai visto con i nostri occhi. Per proteggerla è stato vietato l’accesso alle barche dalle quali la si può ammirare solo da 300 metri da riva; l’unico modo per raggiungerla è scendere il sentiero che parte dall’altopiano del Golgo, altra località assolutamente da non perdere per chi visita l’Ogliastra. Da Baunei si sale quindi seguendo le indicazioni per l’altopiano, si superano alcuni tornanti dai quali si può ammirare il panorama di tutta la piana di Tortolì fino al Monte Ferru e si ridiscende attraverso verdi leccete. Dalla strada asfaltata ci sono diverse deviazioni per la voragine Su Sterru, per la chiesa di San Pietro, e per la Cooperativa Goloritzè. Seguendo la deviazione si arriva quindi al parcheggio custodito ed a pagamento della Cooperativa dalla quale parte il sentiero. Inizialmente si procede in salita fino ad un valico dal quale si può ammirare tutta la profonda vallata di Cala Goloritzè con la punta della guglia ed il sentiero non presenta difficoltà: occorre semplicemente fare attenzione alla stabilità dei grossi sassi di cui è costituito il fondo del sentiero…Importanti sono dei buoni scarponi da Trekking. Successivamente si inizia la discesa che all’inizio è piuttosto ripida, poi si passa sotto dei lecci secolari veramente enormi e quindi si arriva a delle cavità della roccia utilizzate come ovili. Durante la discesa si attraversano zone assolate e zone dove il bosco di lecci ed arbusti si fa più fitto, in ogni caso il luogo appare il regno incontrastato della natura mediterrenea, si procede nel silenzio interrotto solo dai campanacci delle capre, unici animali a trovarsi a proprio agio in un territorio così aspro e scosceso. Il sentiero è comunque comodo, spesso incastonato tra muretti a secco e nel tratto finale si passa sotto ad un arco di roccia mentre la guglia appare sempre più vicina. Giunti alla base di questo monolite di roccia grigia alto 140 metri l’apparizione improvvisa delle caletta sotto di noi ci ha regalato un’emozione visiva. È un posto che non sembrava vero tanto era spettacolare; siamo scesi rapidamente su delle scalette fino a saltare su un lastrone di marmo bianco che dà accesso alla ghiaia. I motivi per cui il posto è così bello sono tanti: l’acqua limpidissima assume tutte le tonalità che vanno dal celeste al turchese fino al blu, l’arenile è costituito da una miriade di sassolini bianchissimi come gli enormi massi che emergono dall’acqua sul bagnasciuga ed infine il contesto paesaggistico è unico. La roccia calcarea che chiude la baia a sud forma un grande arco naturale che tante cartoline hanno immortalato non riuscendo comunque a trasmetterne la spettacolarità; il tutto poi è sovrastato dalla maestosa guglia grigia e dalla verde macchia mediterranea. In questo luogo fuori dal mondo abbiamo passato un giorno indimenticabile, sempre a guardarci intorno incantati. In acqua i sassolini del bagnasciuga lasciano presto il posto alla sabbia ed alcuni banchi di posidonia determinavano i variegati colori del mare visto dall’alto. Da segnalare che sulla spiaggia ci sono delle piccole sorgenti d’acqua dolce che creano dei rigagnoli scavati nel marmo; l’acqua della caletta nei primi metri da riva è decisamente fredda e ciò è dovuto proprio a queste sorgenti. Ci siamo incamminati per il ritorno alle cinque del pomeriggio, quando l’ombra della montagna sovrastante copriva tutta la spiaggetta, ma l’allontanamento da un posto del genere è stato più faticoso della risalita sul ripido sentiero. Alle sei e mezzo eravamo in cima alla vallata e tutto sommato la camminata si è rivelata meno faticosa del previsto, forse perché gran parte del sentiero era in ombra…Ma ne vale troppo la pena, ogni singolo passo è ampiamente ricompensato! Al ritorno abbiamo visitato la chiesetta campestre di San Pietro in mezzo all’altopiano del Golgo, popolato da un branchetto di simpatici asinelli che hanno gradito i panini al pomodoro avanzati dall’escursione. Il paesaggio dell’altopiano è particolare, la chiesetta e gli asinelli allo stato brado sembrano usciti fuori da film western ma le verdi leccete ci ricordano che siamo in un bellissimo angolo di Sardegna; 5. Spiaggia di Cea o Is Scoglius Arrubius: situata tra Bari Sardo e Tortolì e raggiungibile da entrambe le località così come dalla statale 125, è una bella baia sabbiosa simile alle altre spiagge ogliastrine: la particolarità che la rende unica come paesaggio è la presenza di una fila di faraglioni di porfido rosso che sono facilmente raggiungibili anche a nuoto e che chiudono la spiaggia a nord. Il colore della roccia è lo stesso degli Scogli Rossi di Arbatax, o delle scogliere presso Marina di Gairo e Su Sirboni, veramente particolare. La spiaggia è relativamente lunga, mai affollata e prima di raggiungere la scogliera dalla quale ha inizio la fila di scogli rossi si attraversa un limpido canaletto pieno di pesce in risalita. Molto panoramico poi è il punto dal quale si possono notare tutti gli scogli allineati; 6. Scoglio di Peppino, Costa Rei: era molto distante dal nostro campeggio, ci faceva sconfinare nel Sarrabus ed inizialmente non ci aveva fatto una buona impressione. Le collinette intorno a Costa Rei sono disseminate da fitte casette in finto stile pseudosardo che dovrebbero godere di un ottimo panorama ma che lo rovinano a chi come noi guardava l’entroterra dalla spiaggia. Dopo una settimana nella tranquillità di Marina di Tertenia nell’isolata Ogliastra ci siamo ritrovati nel traffico di una litoranea stretta fra Residence e villette. Il mare ha un bel colore azzurro…Ma la costa appariva come una enorme distesa di sabbia che sembrava non finire mai. Reduci dalle frastagliate falesie del Golfo di Orosei ci siamo diretti verso l’unico punto di discontinuità: lo Scoglio di Peppino. Per arrivarci occorre raggiungere la spiaggia presso l’entrata del Camping Capo Ferrato e guardando verso sud lo scoglio in lontananza percorrere per un quarto d’ora il lungo arco di sabbia che intercorre…A mano a mano che ci avvicinavamo verso lo scoglio il posto iniziava a piacerci di più e giunti sull’istmo di sabbia che lo collega al resto della spiaggia ci siamo ricreduti sulla bellezza del luogo. Lo Scoglio di Peppino appariva come un enorme masso grigio chiaro molto liscio ed appiattito che divideva la lunghissima spiaggia dorata di Costa Rei dalla bella Caletta di San Giusta. Sul lato nord l’acqua è molto bassa per parecchi metri creando una bella gamma di colori mentre sul lato sud è subito abbastanza profonda, con dei bei fondali a largo. Il posto è notevolmente panoramico, lo scoglio ha una forma unica, l’acqua limpidissima, peccato la spiaggia ad agosto sia un po’ troppo affollata…Bellissimo ugualmente!; 7. Cala Pira: si trova tra Costa Rei e Villasimius nel comune di Castiadas. E’ una caletta che rimane impressa per i colori stupendi dell’acqua e per il paesaggio arricchito dalla torre bianca da un lato e soprattutto dalla vista dell’Isola di Serpentara di fronte…Tanto granito grigio fa da contorno come in tante altre spiaggette deliziose della zona; 8. Spiaggia di Porto Sa Ruxi, Villasimius. Questo Comune ha il pregio di trovarsi in una posizione magnifica con Capo Carbonara al centro, Capo Boi e Punta Is Molentis ai lati e l’Isola dei Cavoli di fronte. In mezzo a questa costa tante insenature indescrivibili per bellezza. Siamo stati a Porto Sa Ruxi, procedendo per pochi chilometri da Villasimius verso Cagliari, il panorama su Capo Carbonara era troppo bello e non abbiamo potuto fare a meno di fermarci per mezza giornata. La spiaggia era divisa da diverse punte di granito grigio, l’acqua bassa e limpidissima…Forse anche le altre spiaggette meritavano ma noi è piaciuto tantissimo quel punto.

In tanti chilometri percorsi praticamente non siamo riusciti a trovare un solo posto brutto! E’ vero che di spiagge il tratto di costa sarda che va dal Golfo di Orosei a Villasimius ne offre talmente tante che in soli dieci giorni di permanenza occorre necessariamente fare una cernita, ma siamo sicuri che tanti altri posti meritavano di essere visitati e per motivi di tempo abbiamo dovuto trascurare…Sarà bello ritornarci e riscoprirli. In sostanza ci sembra che questo tratto di Sardegna meriti molto più spazio sui cataloghi delle agenzie di viaggio: inoltre i collegamenti con il resto d’Italia non sono poi così frequenti visto che il traghetto che parte da Civitavecchia ferma ad Arbatax solo due volte alla settimana…Un po’ troppo poco visto il numero di turisti presenti in Ogliastra che per raggiungerla preferiscono sbarcare ad Olbia e farsi 200 chilometri di strada. Si tratta comunque di una zona ancora in fase di sviluppo turistico che nei prossimi anni si arricchirà sicuramente sia di proposte residenziali, sia di strade migliori, sia di animazione serale, che attualmente risulta un po’ latitante! Ma a noi in fondo c’è piaciuta talmente tanto così com’è che al rischio di vederla sconvolta da un flusso turistico devastante preferiamo di gran lunga che rimanga intatta.

Ciao Sonia e Sergio



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