Capo nord e dintorni
Ultima tappa del giorno è Imatra un’altra piccola cittadina famosa per le sue cascate, tra le più grandi d’Europa, che vengono sfruttate sin dal lontano 1928 per la produzione di energia elettrica. In estate, in determinati periodi, le acque vengono incanalate nel loro letto naturale formando, appunto, le cascate. Il giorno seguente ci dirigiamo verso Parikkala per poi puntare in direzione dell’istmo di Punkaharju da sempre zona d’ispirazione poetica e che non smette mai di stupire i suoi visitatori. Le strisce di terre che affiorano, sono circondate da un bellissimo paesaggio lacustre considerato, a giusta ragione, la personificazione del patrimonio paesaggistico finlandese. Dopo si arriva a Savonlinna dove visitiamo la fortezza di Olavinlinna. Questa, risalente al 1475, è la fortezza medioevale meglio conservata di tutti i paesi nordici. All’interno del cortile vi è costruito il teatro dell’opera, luogo di celebrazione di diversi appuntamenti sia come feste popolari che private: un vero colpo nell’occhio per gli amanti dell’arte.Infine in giornata arriviamo nella località di Kerimaki dove visitiamo la chiesa in legno più grande del mondo. Costruita nel 1847, all’epoca gli operai sbagliarono nell’interpretazione delle misure: il progettista, infatti, le aveva indicate intendendole in “piedi”, mentre gli operai le interpretarono in “metri” I posti a sedere sono 3000 e la sua cupola arriva ad un’altezza di 37m.
Il giorno seguente, dopo una breve visita alla cima di Ukka Koli, con relativo sguardo sul bellissimo lago Saimaa e passeggiata lungo i sentieri che la circondano, si parte, attraversando la Finlandia centrale monotona a livello paesaggistico e, quindi, senza punti d’interesse particolare,con destinazione Rovaniemi dove incontriamo la prima pioggia la temperatura si abbassa improvvisamente ( si passa dai circa 30° della regione dei laghi ai circa 16° di Rovaniemi). Rovaniemi, posta sulla linea del circolo polare artico, è nel cuore della Lapponia finlandese, qui i fiumi si fondono e, all’orizzonte, le grandiose colline azzurre sembrano sorvegliare il paesaggio. La natura regna incontrastata, indisturbata dal frastuono della vita moderna. Il giorno dopo, sempre sotto la pioggia, si visita, è d’uopo, il Santa Claus village con il suo ufficio postale da dove si possono spedire cartoline addirittura per il Natale successivo e dove si può vedere Babbo Natale all’interno della sua casa. Il “circolo polare artico”, costituisce per noi il raggiungimento di un primo importante traguardo, l’emozione è tanta e la voglia di andare avanti anche. I chilometri che ci separano da Capo Nord non sono poi tanti, circa 600, ma la tanto agognata meta sembra ancora così lontana e irraggiungibile, l’ansia cresce con il passare dei giorni e non vediamo l’ora di arrivarci. Dopo si parte con destinazione Inari, la città più importante per i Sami (quelli che noi chiamiamo lapponi…) finlandesi, dopo aver attraversato i centri abitati di Sodankila e Ivalo,il tempo migliora e possiamo vedere finalmente il tanto atteso “sole a mezzanotte”.
Il giorno dopo, si punta finalmente su quella che, ripeto, per tutti noi è considerata la tappa principale del viaggio: Capo Nord. Così, attraversato il confine, percorrendo strade con incredibili quanto divertenti saliscendi, con un paesaggio differente da quello finlandese, arriviamo nella Norvegia del nord. In questa regione il sole di mezzanotte splende sugli incredibili profili delle isole, sui fiordi profondi, sui campi rigogliosi e sugli altipiani: siamo continuamente sorpresi da questa incontaminata bellezza ( eppure non è la prima volta che viaggiamo…). In questa regione si fondono natura e tradizioni popolari, si trovano laghi e fiumi pescosi e ricchi pascoli per le renne che girano indisturbate lungo le strade mettendo, spesso, a repentaglio gli automobilisti che, improvvisamente, si trovano la strada da loro ostacolata. Per fortuna che i limiti di velocità sono rigorosi… Ci colpiscono i piccoli ed attivi villaggi di pescatori, le comunità lapponi con il loro artigianato, la loro cultura.Arriviamo finalmente a Skarsvag, l’avamposto abitato più vicino a Capo Nord, dopo aver attraversato il nuovo tunnel che dà l’accesso all’isola di Capo Nord (prima ci si arrivava con il traghetto). L’emozione e l’adrenalina sono alle stelle: non vediamo l’ora di arrivare a destinazione per poterci gustare il sole a mezzanotte sulla cima d’Europa. Arriviamo all’ingresso della piattaforma di Capo Nord verso le 23.45 ma rimaniamo delusi perchè, come spesso accade, vi è una nebbia incredibile che, oltre ad abbassare notevolmente la temperatura (circa 10°) impedisce di vedere ad una distanza superiore a dieci metri. Restiamo nei dintorni in attesa di un eventuale miglioramento che purtroppo non si verifica. Decidiamo di tornare a Skarsvag e di riprovarci il giorno dopo. Il mattino seguente il tempo non promette niente di buono, ma, come spesso avviene a queste latitudini e come già ci era capitato nei giorni precedenti, dopo aver visitato Skarsvag prima e Honningsvag (ufficialmente l’ultima città prima di Capo Nord) poi, il tempo migliora e puntiamo con entusiasmo verso la vetta. La distanza che ci separa non è poi tanta ma, in quel momento, l’ansia la fa sembrare veramente tanta. Arrivati a destinazione, corriamo letteralmente verso il globo che segna il punto più a nord d’Europa e ci scateniamo nel fare foto e riprese video da tutte le angolazioni. Dopo “quest’orgia” di entusiasmo facciamo un giro nei dintorni osservando lo spettacolare paesaggio: ripide ed inaccessibili scogliere dove regnano incontrastati miriadi di uccelli,lo sguardo si perde a vista d’occhio e l’orizzonte sembra farsi un tutt’uno con il cielo. L’infinito ci circonda e l’immaginazione galoppa; chiudi gli occhi e ascolti le voci della natura in un crescendo di relax e di intense emozioni. Ma non vi è molto tempo per gustarsi tutto ciò: la nebbia ritorna a minacciarci e allora cogliamo l’occasione per ripartire verso altre bellissime ed entusiasmanti mete consci del fatto che, in quel momento, niente sarebbe stato paragonabile a ciò che stavamo lasciando. Puntiamo decisamente verso le isole Lofoten, di cui abbiamo sentito un gran bene, facendo tappa ad Alta cogliendo l’occasione per visitare un museo all’aperto di graffiti di origine sami (o lapponi che dir si voglia…). Arriviamo, dopo nove giorni di viaggio, alle isole Vesteralen e attraversiamo il ponte che le collega alla terra ferma. Ma non ci fermiamo qui, puntiamo, come già detto, alle isole Lofoten. Il poeta Bjornson le definì “miraggi di montagne galleggianti capovolte davanti e dietro di te, mentre le balene giocano e gli uccelli stridono”. Le casette dei pescatori (i “rorbu”), usate un tempo durante la stagione della pesca, oggi adattate al confort della vita moderna, sono molto rinomate tra i turisti. E’ difficile trovare da dormire e, dopo diversi tentativi andati a vuoto, troviamo alloggio in un campeggio ad How una località che si affaccia sul mar del nord in posizione ideale, quindi per vedere ancora una volta il sole a mezzanotte. Ma il tempo purtroppo non è clemente spesso, anche nei giorni seguenti, il sereno si alterna a masse di nubi spesso minacciose. Dedichiamo tre giorni alla visita di queste bellissime ed affascinanti isole sino ad arrivare ad ” A ” il più meridionale dei paesini. Si visitano Stamsund, Ballstad, Nusfjord (forse il più attraente), Reine, Morkenes, Henningsvaer, Kabelvag, Fiskebol. Non è la stagione della pesca e quindi notiamo poco stoccafisso in giro, i depositi sono quasi vuoti, ma l’aria è comunque intrisa dell’odore del merluzzo . Il mare è limpidissimo ovunque, anche all’interno dei porticcioli, i gabbiani stridono in maniera assordante rompendo il silenzio che circonda questi paesaggi, la gente è cordialissima: anche qui è un susseguirsi di sensazioni particolari. Ma come sempre il bello dura poco: dopo aver rinunciato, con molto rammarico, ad andare a vedere le balene, ripartiamo e, dopo una breve visita a Sortland, torniamo indietro percorrendo nuovamente le isole Vesteralen puntando decisamente verso Kiruna nella lapponia svedese, dove arriviamo il giorno dopo. Dopo una breve visita al centro decidiamo di visitare la miniera considerata, da tempo, come la più grande miniera sotterranea di minerale di ferro del mondo, con circa 500 km di tunnels. Sottoterra vi sono uffici, caffetterie, negozi, stazioni di frantumazione, camere di controllo, attrezzature per il personale ed altro ancora. La produzione di minerale, effettuata dalla LKAB, ammonta a circa un miliardo di tonnellate annue. Ma la visita delude un po’ le nostre attese: si visitano delle gallerie ormai dimesse dove vi è allestito una specie di museo con dimostrazioni riguardanti le varie fasi di scavo e prelievo del minerale e l’osservazione di alcuni macchinari. Il giorno dopo si riparte per tornare in Finlandia facciamo una piccola tappa in territorio svedese visitando delle rapide e, dopo aver attraversato i centri abitati di Pello, Tornio e Haapajarvi, puntiamo verso Tampere. Ci lasciamo alle spalle il bel tempo (anche se alterno) dei giorni precedenti e incontriamo una pioggia intensa che non ci lascerà più accompagnando mestamente gli ultimi giorni di questo intenso e meraviglioso viaggio. Tampere è solo una tappa di passaggio, il cattivo tempo non ci permette di effettuare nessuna visita ed allora procediamo verso Rauma. Questa città è uno dei cinque siti finlandesi compresi nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco; comprende la più grande zona di case in legno di tutta la Scandinavia con edifici che risalgono al 18° e 19° secolo e che formano un’entità di piccole botteghe e servizi, una piazza del mercato e tanti giardini pieni di fiori. Improvvisamente un forte temporale ci costringe a ripartire. Il giorno dopo di punta alla visita di Turku, la più vecchia città finlandese risalente al 13° secolo. Questa città, considerata tradizionalmente la porta della Finlandia ad occidente, oltre che importante per la navigazione ed il commercio, è gradevole centro di un’intensa attività culturale e didattica. Lungo le sponde del fiume Aurajoki che l’attraversa, sono sorte numerose istituzioni culturali, come il museo dedicato al grande compositore finlandese Sibelius, il centro culturale, la biblioteca e il teatro comunali. Qui venne fondata nel 1640 la prima università di lingua finlandese. Dopo Turku breve tappa a Naantali: un paesino fuori dal tempo con le sue vecchie stradine e le case in legno. La residenza estiva e i giardini del presidente finlandese, fanno di Naantali una delle più popolari città turistiche della Finlandia. Questi ultimi giorni di viaggio, al di là del cattivo tempo, trascorrono senza troppo entusiasmo: ciò che avevamo lasciato alle spalle era stato così emotivamente intenso che tutto ciò che in quel momento si osservava ci sembrava alquanto effimero anche se gradevole.
Ultima tappa Helsinki. Mestamente ci arriviamo consci del fatto che ciò segna la fine del nostro viaggio. Helsinki è chiamata la figlia del Baltico, una città moderna e cosmopolita.La ricchezza di storia e di cultura, fanno di questa città un’ insuperabile meta per le vacanze in città, caratterizzata dalla presenza del mare e dal contatto immediato con la natura. La città si presenta disseminata di parchi per un quarto della sua estensione. I colori del porto, il sussurrare delle onde, l’odore salmastro del mare contrassegnano l’atmosfera di questa città.§ Chiudiamo qui questo nostro viaggio sicuri di un’avventura emozionante con picchi di esaltazione totale nel momento dell’arrivo a Capo Nord, un viaggio che consiglio a tutti coloro che amano la natura nel suo essere più profondo e che vogliono evadere dai ritmi frenetici della nostra vita quotidiana, un luogo ideale per rilassare la mente prima che il corpo; e poi non è vero che faccia freddo.
Buon viaggio!