Cape Town in “rotelle”
Arrivando a Cape Town mi pare di essere in un altro mondo, non vi è più la savana. I colori sono di tinte forti, si vede immediatamente la meravigliosa Table Mountain di cui gli abitanti sono orgogliosi, l’oceano è a pochi passi. I colori sono a tinte forti. La Table Mountain colpisce immediatamente, spicca in qualunque parte della città ti trovi, ce l’hai sempre li: presente e imponente, con le nuvole che molte volte l’avvolgano e pare che formino delle cascate, in alcuni momenti sembra la pentola magica di un mago che emana fumi dalle forme più strane. Arrivato all’aeroporto, sono andato subito a ritirare l’auto che avevo prenotato e come immaginavo mi ha hanno dato un macchinone lungo lungo…. Ufff…. Non mi piace andare in giro con un auto immensa, soprattutto in un luogo che non conosco. Devo abituarmi a troppe cose tutte insieme. Ma le auto modificate per i rotellati sono sempre nelle categorie medio alte, quindi me la faccio piacere. Per di più la guida in Sud Africa è a sinistra e per finire le modifiche sono (come accade anche negli USA) messe in modo differente da quelle europee, ovvero l’acceleratore non è all’interno del volante come sono abituato, ma nella leva a destra che mossa in maniera diversa frena o accelera. Così teso come una corda di violino e grondante di sudore, stando attento a non andare a destra, di non frenare invece di accelerare e cercando di capire dove sono e dove devo andare, parto alla ricerca della guest house che ho prenotato. Devo dire che la guida a sinistra non la trovo così difficoltosa. Avevo già visto con google maps dove si trovava la guest house, trovata fortunatamente sull’elenco delle strutture consigliate dalla Lonely Planet. Appena arrivato mi spavento un po’, l’edificio non è un granché, per entrare bisogna avere 3 chiavi…. Insomma mi dico “Oh Signur dove sono andato a finire”. Vedo poi che vi è una grande targa di ringraziamento al Presidente della Regione Lombardia Formigoni che ha contribuito con donazioni (non sue credo) per la costruzione di questo centro, infatti la guest house in cui starò, fa parte dello Scalabrini Centre (http://www.scalabrini.org.za/) ovvero un centro che si occupa di servizi sociali. Prendo l’ascensore e vado al terzo piano e mi ritrovo in una bellissima struttura, nuova, pulita. Vi sono una decine di camere. La mia è molto, molto grande con un ampia finestra, un bagno talmente spazioso che pare un’altra stanza e tutto accessibile. Inoltre vi è una grande cucina che si può utilizzare quando si vuole. Resto positivamente colpito. Pagherò 26 euro al giorno per una singola, che vi assicuro è ben poco. Inoltre non è per nulla facile trovare una struttura con prezzi cosi bassi e totalmente accessibile. Unico neo è l’apertura e la chiusura delle porte d’ingresso, che da soli, bisogna dare qualche acrobazia. Raramente mi sento di consigliare una struttura, ma devo dire che la guest house dello Scalabrini Centre mi ha veramente stregato, inoltre si ha la possibilità di “vedere” come lavorano degli operatori sociali in una città piena di contraddizioni. Felice e contento di aver trovato un bel luogo in cui stare durante questa settimana e beato dalla vista di Cape Town, me ne vado a dormire…
Passeggiare per Cape Town per un rotellato non è proprio facilissimo, raramente si trovano scivoli per scendere dai marciapiedi, quindi l’unica soluzione è quella di srotellare in mezzo alla strada, per fortuna non è una città molto caotica e le vie più movimentate, ovvero quelle del centro, sono pedonali. Tutta la città ha una forte presenza inglese, la zona centrale è in stile vittoriano, i giardini sono anglosassoni… Fatico un po’ a trovare l’Africa, la si avverte più dalle bancarelle che vendono artigianato africano che dalle streets… Mi stupisco in maniera molto positiva di entrare nelle chiese e di vedere che sono AIDS friendly e che vi sono, all’interno, volantini che consigliano l’utilizzo dei preservativi. Il Sud Africa è uno dei paesi al mondo con il più alto tasso di sieropositivi, il contagio è diventato un emergenza sociale, maggiore della povertà e della criminalità. Per fortuna chi è veramente vicino alle persone che soffrono non si fanno influenzare da regole puritane ed antiche che mettono solo in pericolo la vita delle persone. Nel centro, a Church Sq si vede la targa in cui vi era l’albero degli schiavi, sotto il quale venivano venduti, sino alla fine dell’800. Se penso che i veri abitanti di questo terra, sino a 100 anni fa erano schiavi, a casa loro, da pochi bianchi, arrivati dalla tanto civilizzata Europa, mi fa vergognare di essere bianco. E se poi penso che molti degli attuali abitanti di questa nazione, sino al 1986 erano ghettizzati ed emarginati sempre a casa loro, nel nome che la razza bianca è superiore a quella nera, mi fa sentire in imbarazzo persino ad andare in giro per le loro strade. E posso comprendere che l’uomo bianco venga visto come l’uomo nero. Salendo per le strade ripidissime di Cape Town, pare di essere a San Francisco, si arriva a Bo Kaap, zona araba, fiancheggiata da moschee e da case colorate. E’ un piacere per gli occhi gironzolare per queste vie colorate, mettendoti di ottimo umore. Chi ci abita è per lo più di religione musulmana. Arrivati come schiavi, quando gli olandesi andarono a prenderli, visto che erano in carenza di manodopera, in Malesia, India ed Indonesia. L’incrocio tra tutte queste razze (bianchi, orientali e neri) ha dato origine ai “coloured” che oggi sono la maggior parte degli abitanti di Cape Town.
Il grande orgoglio degli abitanti di Cape Town è la loro “Table Mountain”, basta prendere una funivia per salire sino in cima ed ammirare tutta la città, con le sue baie…. Ahhhh….che bellezza!!! Meno entusiasmanti, dal mio punto di vista, sono le zone di Waterfront e Waterkant, in cui vi è il porto e tutto è stato costruito a misura di turista. Girando con l’auto per la città si notano ancora le tracce dei mondiali di calcio ed emerge tutto l’orgoglio dei sudafricani per questo evento che li ha portati al centro del mondo. Prendere l’auto e andarsene in giro lungo la costa atlantica, alzare il volume dell’autoradio e gustarsi paesaggi spettacolari, ecco cosa mi rende felice…. C’è una canzone che mi accompagna in questa vacanza è “Just the way you are” di Bruno Mars. Guardare tutto questo ed essere felice di avere la possibilità di poterlo fare, di avere questa opportunità. Dal centro di Cape Town, si va verso Waterfront per poi proseguire lungo la costa, vi sono molte spiagge sabbiose, continuando verso sud si raggiunge LLandudno beach, spiaggia frequentata da surfisti. Sogno di poter venire a vivere in una di queste case, che si affacciano con enormi vetrate di vetro sull’oceano. Immagino come dev’essere alzarsi al mattino, tirare le tende ed avere il mare di fronte, cenare alla sera con la luce del tramonto, lavorare al pc mentre l’oceano è in tempesta. Ok devo ritornare in me… proseguo lungo la costa….sino ad arrivare a Simon’s Town, altra cittadina di mare tipicamente vittoriana, all’interno di una baia. Anche in questo caso, vorrei fermarmi, prendere una casa e viverci per sempre, fare amicizia con i vicini, andare a fare la spesa nei negozietti e non nei mega centri commerciali… A sud di Simon’s Town vi è Boulders Beach, dove c’è una colonia di 3000 pinguini. Una caratteristica molto importante di questa aerea è che interamente accessibile alle carrozzine, infatti vi è una bellissima passarella in legno. Dalla passarella si osservano i pinguini, che sono veramente molto carini e buffi, ma non sono proprio profumatissimi…e dopo un po’ hai voglia di andartene ;))
Il percorso prosegue e volendo si arriva alle spiagge… Proseguendo verso sud, si entra nel Cape of Good Hope Nature Reserve in cui si viene investiti da altri meravigliosi paesaggi. Percorrendo la strada, oltre ad ammirare fiori e piante strane, a parte che per me tutte le piante e i fiori sono strani…s’incontrano struzzi che passeggiano tranquillamente lungo le strade. Mai come in questo viaggio, ho potuto avvertire una così straordinaria vicinanza con gli animali. Facendomi riflettere come la convivenza tra questi due mondi, con regole ed esigenze diverse, se rispettate (da parte dell’uomo), non provocano alcun pericolo…anzi…