Canarie, non solo mare
Quest’anno, però, decidiamo di visitare anche Lanzarote: la terra dei vulcani e di Cesar Manrique. Come base per le nostre escursioni scegliamo di alloggiare a Puerto del Carmen, precisamente all’Appartamento Tisalaya, con 13 euro al giorno per persona ci hanno dato un mini appartamento con piscina. Che volere di più? Sbarcati con la Naviera Armas a Playa Blanca, abbiamo preso il bus che ci ha portato a Puerto del Carmen. Pomeriggio di relax, giretto lungo l’Avenida principale che costeggia la Playa Grande, ovvero un lungomare pieno di pub, negozi, ristoranti ecc. Diciamo che il paese è molto turistico, frequentato soprattutto da inglesi e tedeschi! Un po di shopping al cento commerciale Biosfera, e poi prendiamo il bus e andiamo ad Arrecife che di spagnolo ha poco niente! Finalmente è arrivato il momento di noleggiare un auto e di iniziare la nostra avventura on the road per Lanzarote. Abbiamo affitato un auto per 60 euro – 3 giorni, fatta benzina 1,14 euro al litro partiamo, andiamo verso nord facendo diverse tappe.
1 tappa: Tahiche – dove visitiamo la Fondazione Cesar Manrique, (5 euro) un tempo la casa di Manrique, un giretto tra le sue opere, la sua vita, e ripartiamo.
2 tappa: Guatiza – visita al giardino dei Cactus (5 euro). Piu di 1.500 varietà di cactus, ovviamente opera di Manrique: artista protagonista di Lanzarote.
3 tappa: Orzola – prima abbiamo pranzato al porto, poi ci siamo fermati in una caletta, Playas Caletones: uno spezzato di sabbia bianca nelle rocce con acqua calda e cristallina. Una favola!
4 tappa: Mirador del Rio – dato il tempo un po’ nuvoloso non siamo entrati, comunque sia lassù c’è un panorama da paura, una vista sulle isole minori, consiglio di andare!
5 tappa: Caleta Famara – arriviamo dopo aver fatto delle strade strettisse passando per i paesini di Yè, Haria, e infine Teguise. La spiaggia è immensa, selvaggia con onde altissime, e un gran vento, infatti il posto è frequentato solo da surfisti!
Secondo giorno
Oggi niente mare, ma il costume lo mettiamo ugualmente. Direzione, Parque Nacional de Timanfaya. Avevo letto mille recensioni al riguardo: “molto bello, paesaggio fantistico ecc” e tra me pensavo si vabbè solite cose. Invece è più che bello, più che fantastico, paesaggi unici lunari mai visti! L’eruzione risale al 1730 e sconvolse l’isola, rendendola così: piena di lava! Al parco si entra in auto (8 euro) fino a raggiungere il parcheggio. Dal parcheggio ogni ora parte un pulmino marroncino che ti da la possibilità, tramite il biglietto, di esplorare le montagne del fuoco proprio dall’interno del parco, percorrendo la Ruta de los Volcanes. Il percorso è di 40 minuti accompagnato da un commento registrato in 3 lingue, ovviamente l’italiano non è tra queste!Una volta ritornati al punto panoramico chiamato l’Islote de Hilario (progettato da Manrique) c’è un signore del posto che ci fa assistere a una serie di esperimenti. Per esempio scavano una buca in profondità e ci infilano legnetti che in pochi secondi prendono fuoco, oppure versano in una buca l’acqua che viene sparata in alto, facendo la reazione di un geyser! All’interno del punto panoramico si trova un ristorante dove fanno il barbecue direttamente con il calore del vulcano! Strano no? Ma ahimè non abbiamo mangiato qui, troppo affollato!
Prossima tappa pranzo El Golfo dove ci fermiamo a mangiare alla Lapa delle tapas canarie veramente buone!25 euro in due!a pochi metri dal ristorante c’è un sentiero che costeggia il mare fino ad arrivare al Lago Verde ovvero al Charco de los Clicos, uno stagno di colore verde!
Riprendiamo l’auto e partiamo alla volta delle grotte di Los Hervideros, qui il contrasto tra lava cielo e mare è fantastico, lascia senza fiato! proseguiamo e arriviamo alle Saline de Janubio, da qui si ricava il sale marino.
Poi prendiamo la strada di casa, passando per Yaza fino ad arrivare alla Geria, una delle regioni vinicole dall’aspetto un po’ insolito. Infatti i vigneti non sono come i nostri, sono posti nella terra scura e riparati da muretti in pietra vulcanica. Ci fermiano ad una Bodegas, la cantina Rubicon, per assaggiare a 0.50 cent il vino tipico del posto la Malvasia!
Ultimo giorno dedicato totalmente al mare! Direzione sud: Punta del Papagayo! Pensavamo che era una spiaggia sola invece no! Per entrare al parco, riserva naturale costa 3 euro ad auto, e un sentiero ti porta a diverse spiaggette, tra queste Playa del Papagayo! Decidiamo di fermarci lì almeno fino a pranzo. La spiaggia è piccolissima ma spettacolare. Dopo pranzo abbiamo esplorato altre spiaggette come Playa Mujeres ecc tutte facilmente raggiungibile a piedi! Dopo una giornata di mare andiamo a Playa Planca a pochi km da lì. Un paesino molto carino, molto più tranquillo di Puerto del Carmen, ci fermiamo a fare un bagnetto nelle acque calme difronte al centro commerciale Papagayo, non potevamo non fermarci l’acqua è trasparente!
Il giorno dopo ripartiamo per Bologna. Lasciamo questa isola, queste isole… fantastiche! Ritorneremo sicuramente, le persone sono gentili ti aiutano senza chiedere niente in cambio, il clima è primaverile e io adoro la primavera, paesaggi fantastici unici! Si mangia bene e si spende poco, ti puoi permettere di andare a cena fuori ogni sera. I lati negativi ovviamente ci sono (io non ne ho trovati)… abbiamo avuto problemi solo per trovare un capuccino e un cornetto a un prezzo decente; un giorno abbiamo speso 6 euro a testa per fare colazione, praticamente era meglio se pranzavamo!
Altra info: l’acqua nei ristoranti costa tanto, conviene di più bere una cerveza! 🙂
Consigli per mangiare: El Golfo – La Lapa; Puerto del Carmen – Cantina Rafael cibo messicano; Bar Carribean cibo jamaicano
Avendo visitato Tenerife – Fuerteventura e Lanzarote la domanda sorge spontanea: qual è l’isola più bella? Io dico Fuerteventura!