Canarie 2020 in tempo di Covid
Il viaggio 2020 tanto studiato, programmato e organizzato per marzo è saltato.
Nepal e Bhutan ci attendono nel 2021 (speriamo!).
Tra uno scarto e l’altro il dito sul mappamondo punta sulle Canarie; non siamo persone da quindici giorni di mare; ciò che ci affascina è l’alternanza tra spiagge, montagne, vulcani e paesi tradizionali e le isole spagnole si prestano benissimo.
La vacanza si divide quindi tra Tenerife e Lanzarote.
TENERIFE
VILAFLOR 2 notti Hotel Rural. La scelta è dettata dalla salita al Teide prenotata online con tre settimane di anticipo per la domenica appena arrivati. Peccato che da nessuna parte stava scritto che il teleferico per salire dai 2.200 metri della base ai 3.200 della partenza per la camminata prenotata era chiuso fino al 28 luglio. La giustificazione è stata che l’escursione è confermata, dato che il sentiero sul Teide è aperto. Vero! Magari era meglio saperlo per tempo in modo da arrivare la mattina presto e organizzare una camminata che, da indicazioni, poteva durare intorno alle quattro ore ed era dichiarata “impegnativa”. Appresa la triste realtà non ci rimane che percorrere la bellissima strada panoramica con sosta per qualche passeggiata. Una sicuramente meritevole è quella di “Roques de Garcia” , un anello in saliscendi fattibile in ca. 1h 30m. Il rammarico per la mancata salita alla caldera è mitigato dal fatto che proprio in questi giorni sono arrivati il vento caldo e la sabbia del Sahara e la vista, come anche il cielo, sarebbe stata molto offuscata quindi non avremmo comunque potuto ammirare l’affascinante vista del Parco e delle isole circostanti. Pazienza … vorrà dire che torneremo.
La serata a LOS CRISTIANOS conferma che questo tipo di costa non fa per noi, con spiagge giganti ed ecomostri sulla riva.
PUERTO DE SANTIAGO 2 notti APARTHOTEL DRAGOS DEL SUR. Ecco le tappe:
– Playa Abama, vista dall’alto, è splendida. Sabbia dorata, acque verdi e blu, roccia nera intorno, serre di banani a volontà. Bella perché ancora poco frequentata da rari turisti. In condizioni “normali”, con il resort alle spalle pieno di ospiti probabilmente si trasforma in un carnaio, come ci dice un locale.
– Playa Arena la adoro perché è nera! Le rocce laviche chiudono l’insenatura protetta dai frangiflutti … basta non girarsi alle spalle perché gli ecomostri incombono.
– Al porto ci affidiamo a Maritima Acantilados. Escursione di 2h (20€ pax) per vedere i delfini (di balene neanche l’ombra). Ne incontriamo un gruppo, non stanziali: sono i delfini maculati che provengono dall’Atlantico. Sono un gruppo numeroso con alcuni piccoli; noi abbiamo la fortuna di trovarci in pole position sulla prua quando compaiono ed è entusiasmante seguirli sia nelle lente evoluzioni, che alla massima velocità quando la barca riparte.
– Punta Teno e Lighthouse passando per Masca. Una delle strade più belle percorse nel nostro peregrinare in giro per il mondo. Si sale da Santiago del Teide; la valle è verdissima, costellata di palme, agavi fiorite di giallo e fichi d’india. Un vero spettacolo per gli amanti della fotografia paesaggistica. Di fronte si delinea il profilo dell’isola La Gomera. A Masca ci si ferma per un view point strepitoso. Il borgo è composto di poche case e in pochi vi fanno sosta da quando, un paio d’anni fa, è stato chiuso il Barranco de Masca, la camminata di oltre 3h in discesa nella gola che conduceva alla spiaggia dei pirati, un fazzoletto di sabbia nera che ora si ammira solo dalla barca. Un gruppo di temerari turisti (e ignoranti nel senso di non conoscenza delle comuni regole della montagna) dopo giorni d’intense piogge e nonostante i divieti, ha pensato di “fregarsene” e fare ugualmente il trekking. Ci è scappato il morto, le autorità hanno preso paura, chiuso il sentiero e il resto del mondo è stato privato della bellezza del luogo. Questo, in base a quanto spiegato dalla guida in barca. Pare che in autunno possa riaprire con un numero contingentato di turisti al giorno.
Dopo Masca si comincia a risalire meno ripidamente di quanto si è scesi perché i pendii sono meno insinuosi e si arriva a Buenavista del Norte. Abbandonata l’auto, prendiamo il bus 369 per i 10 km che conducono al faro. Altra bellissima strada! Chi soffre di vertigini si sieda dalla parte “a monte” perché le scogliere a picco sono maestose. Il promontorio è brullo, rocce nere ovunque e mare impetuoso che solleva onde di schiuma bianca. Da vedere!
PUERTO DE LA CRUZ 1 notte APARTMENT BAMBY
Da Los Gigantes ripercorriamo la strada sino a Santiago ma anziché girare a sinistra per Masca proseguiamo per GARACHICO diretti alle piscine naturali. Dopo il Teide, il Covid colpisce anche qui. Le entrate sono contingentate, si prenota tramite una app ed il posto c’è solo per il giorno dopo. Colpa nostra che non ci siamo documentati sulle restrizioni.
A ICOD DE LOS VINOS va un po’ meglio. Troviamo chiuso solo il museo delle bambole e la casa del platano. Per fortuna il “Grande Drago”, l’albero millenario non è stato colpito e possiamo vederlo nello splendore delle sue vaste chiome. 10 metri di tronco e 20 metri di altezza. Pranzo e cena degni di nota in ristoranti che meritano una recensione favorevole: a Icod Ristorante El Morteno, a Puerto La Pescheria. A questi, aggiungiamo anche il Museo della Malvasia, che altro non è se non una “bodega” con annesso giardino dove sorseggiare beatamente un calice di eccellente Malvasia dolce, serviti da un ragazzo molto gentile che ci accoglie e ci spiega la storia della Cantina.
SANTA CRUZ 3 notti CANARY LOFTS, appartamento in un quartiere residenziale, fuori dalla zona turistica (per cui serve l’auto per sportarsi), nuovo, moderno con una bella terrazza all’ultimo piano dove fare colazione con vista nei dintorni ma anche sul mare. Cena alla Taverna Ramon con polpo fritto strepitoso.
Nota divertente. La nostra vacanza “zoppa”, causa molte chiusure per Covid, si conclude con la disavventura della riconsegna dell’auto alla Topcar; è mattina presto, la Topcar non ha uno proprio stand al car rental, è tardi e quindi molliamo letteralmente l’auto di fronte all’aeroporto, con le chiavi sopra, davanti al capannone Topcar, facciamo le foto, le mandiamo via mail spiegando l’accaduto, scusandoci per il disagio e confidando nella ns. buona sorte che trovino subito la macchina ( e nessuno la rubi nel frattempo) e che non ci addebitino i 500 euro di cauzione per il disturbo arrecato. … Eh si, nelle vacanze fai da te succede anche questo JJJ
LANZAROTE
L’isola ci accoglie con le nuvole, una costante di tutta la settimana, almeno fino alle 11/12 del mattino.
COSTA TEGUISE 6 notti RESIDENCIAL TEGUISOL appartamento grande e pulito ma all’interno di una struttura in totale decadenza.
DOMENICA L’auto noleggiata merita una nota. Una splendida Seat Ibiza bianca tutta serigrafata Cesar Manrique. E con l’auto impariamo a conoscere questo meraviglioso artista, architetto, scultore, pittore che ha “modellato” a sua immagine l’intera isola. Le sue opere sono presenti ovunque, espresse nelle diversi arti. A noi sono piaciute moltissimo, per es, le sculture al centro delle rotatorie. Nulla possiamo dire della sua casa, né della Fondazione, né di Lagomar perché … chiuse causa Covid.
Dopo aver invano tentato di parlare con la Topcar per accertarci che avessero trovato l’auto e quindi continuando a confidare nella buona sorte, iniziamo la giornata con il mercato a Teguise, chiuso per Covid. Il paesino è comunque carino, con le case interamente dipinte di bianco e molte botteghe artigiane.
La spiaggia del pomeriggio è El Jablillo, protetta dai venti, con mare calmo e bei colori. Non avendo potuto visitare Lagomar ci accontentiamo di prenotare per cena. Si tratta di una villa molto sontuosa, immersa in un giardino dalla struttura fantasiosa, scavata nella roccia e, ovviamente, progettata da Manrique.
LUNEDI’ dedicato a girovagare. ARRIETA e la prima rotonda con la scultura in acciaio dipinto di rosso, chiamata Veleta, da noi chiamata “bilanciere”, per un gioco di bracci che si muovono in funzione del vento. Splendida! Il paesino è semplice con una spiaggia piena di bimbi a scuola di surf. HARIA è il paese delle mille palme, con la carinissima Plaza de la Constitution con buganvillee fucsia che spiccano sulle pareti bianche degli edifici con i tipici balconi di legno scuro intagliato. MIRADOR DEL RIO, tanto per cambiare nel segno di Manrique. Il belvedere si raggiunge passando attraverso un edificio di cui non ci si accorge che esiste. Geniale l’ensemble creato artificiosamente. Terminiamo a PLAYA BLANCA, un lungomare molto vivace.
MARTEDI’ si parte con un’immancabile scultura a una rotonda e il MUSEO AL CAMPESINO, un piccolo centro artigianale che ricalca un villaggio di pescatori con edifici bianchi ed infissi verdi bandiera. Sparsi qua e là gli attrezzi tipici delle attività. La mattina è però dedicata alla Geria, la famosa strada del vino di Lanzarote ma soprattutto delle sue vigne “mignon” piantate nelle buche e protette da muretti di pietra lavica che impediscono al vento di spazzarle via. I contrasti cromatici sono pazzeschi. Il paragone corre veloce alle nostre vigne della Valpolicella e alle infinite distese di filari di piante. Quanta diversità di storia e di cultura, dettata dalle condizioni atmosferiche. Alla BODEGA LA GERIA facciamo la sosta degustazione a base di un meraviglioso Malvasia Afrutado. Proseguiamo in direzione El Golfo per scendere al Charco de los Clicos, una laguna verde smeraldo incorniciata da rocce grigio antracite, giallo ocra e rosso ruggine, le cui acque immobili sono circondate da sabbia nera. Il colore sembra finto, il laghetto dipinto, nulla si muove perché lì vivono solo le alghe che conferiscono questo incredibile colore.
MERCOLEDI’ giornata dedicata al Parco Nazionale TIMANFAYA, scelta azzeccata per giorno e ora (11.30) perché ci accoglie il sole ed il cielo è blu. Il giro con il bus rievoca i sei anni di eruzioni che hanno coperto un quarto dell’isola, i coni vulcanici sono ovunque, con roccia nera, rossa, arancio. Dopo il tour guidato merita una passeggiata il Volcan El Cuervo, dove tutto ebbe inizio, quel primo di settembre del 1730 quando da quel monte uscì la prima colata di lava.
Concludiamo la giornata in relax a PLAYA PAPAGAYO, bella vista dall’alto, sabbia dorata, acqua cristallina. I turisti nell’isola sono pochi ma sono chiaramente tutti qui! Cena con classico passeggio sul lungomare di PLAYA BLANCA, la zona più animata in questo periodo, con ristoranti tutti aperti e negozi di souvenir da tipica località vacanziera di mare. Ceniamo alla BRISA MARINA con un ottimo polpo alla plancha.
GIOVEDI’ Scelta della sequenza delle attrazioni da visitare azzeccata perché non facciamo code, poiché tutti iniziano dalla visita reputata “più interessante”, JAMEOS DE L’AGUA, che noi mettiamo invece come seconda tappa.
Partiamo da LA CUEVA DE LOS VERTES, il cui nome nulla ha a che fare con il colore delle rocce, delle piante o dei minerali ma con il nome di un campesino che probabilmente viveva in quel luogo. Si tratta di un tunnel vulcanico, lungo complessivamente 7 km (ma se ne percorre uno soltanto) lungo il quale si alternano spazi stretti con passaggi bassi ad altri molto aperti. L’acustica è eccezionale tanto da ricavarne un auditorium naturale. Il consiglio è di organizzare la visita prenotando un concerto che ci auguriamo possano riprendere a fare, in epoca post Covid. A seguire vamos a Jameos de l’Agua , tutto in perfetto stile Manrique, integrato, naturale, mai invasivo, gradevole alla vista. Si tratta di un’altra grotta o grande tunnel di roccia con all’interno un laghetto di acqua dolce dove vivono, padroni assoluti, piccoli granchietti bianchi, autoctoni e pertanto super protetti. Si attraversa la grotta, si passano i tavoli del ristorante e la pedana dove, in epoca normale, si esibiscono cantanti lirici per brevi concerti. La risalita dall’altra parte, all’esterno, lascia estasiati per l’ambientazione caraibica di una piscina, le palme, le piante di ibisco fioriti, il bianco a calce presente ovunque che contrasta con il nero della pietra vulcanica; io peraltro resto anche un po’ perplessa non avendo colto in pieno la volontà dell’architetto nel creare questa seconda parte del luogo che nulla ha a che fare con l’isola.
La terza tappa è l’habitat naturale di Luca, che vedo all’entrata e ritrovo dopo un’ora di girovagare. Nel JARDIN DE CACTUS Manrique ha dato il meglio di sé. Le diverse varietà cactacee provenienti da differenti Paesi sono le protagoniste indiscusse ma sono la composizione e la disposizione a lasciarci a bocca aperta, con il verde a dominare nelle sue mille sfumature accostato al nero dei terrazzamenti costruiti con le pietre laviche. Il gioco del vedo/non vedo è presente anche qui: nell’opuscolo si parla di laghetti con ninfee che si scoprono solo passeggiando. Le “poltrone della suocera” sono gigantesche, tanto sferiche che sembrano fatte con il compasso.
La quarta tappa è Arrecife dove rimaniamo poco; a pelle non ci piace, sa di città decadente, un po’ sporca, lungomare vecchio e così ce ne andiamo subito a cena a Puerto del Carmen, alla Carmencita del Puerto, ristorante numero uno della vacanza. Due simpatiche ragazze servono ai tavoli e propongono comida condivisa per provare piatti diversi e a noi la cosa piace, così come il vino della cantina Vulcano, Malvasia semi dolce, buonissimo.
VENERDI’. Ma che vacanza di mare è se non facciamo un po’ di trekking? E quindi 10:30 – 15:30 passeggiata alla Caldera Blanca con salita in cresta con qualche brivido per il ciottolato che frana sotto i miei piedi, finchè non trovo la via per salire sui pietroni vulcanici. Quando arriviamo lassù si apre un pallido sole, ci immergiamo in quel primo di settembre del 1930 e sentiamo il boato forte e cupo della terra che trema, i lapilli incandescenti che escono, si depositano sulla terra e friggono. E’ proprio quello il rumore, lo abbiamo sentito e vissuto in diretta sul cratere del vulcano Yasur, nell’isola di Tanna, alle Vanuatu. E lì ci siamo innamorati dei vulcani. Poi inizia il fiume di lava, scorre veloce, rosso fuoco, si ferma, si solidifica in superficie, continua a scorrere in profondità, crea i tunnel e lastroni che si crepano. Tutto questo dura sei anni, poi il vulcano si assesta e si addormenta. E così sulla cresta a destra abbiamo il cratere striato e a sinistra il mare di lava , la distesa nera detta “malpeis”. Quando ci si avvicina prende colore, sfumature di blu oceano e viola melanzana. Si capisce quanto questo ambiente ci abbia conquistato.
Finiamo la giornata alla spiaggia del primo giorno, El Jabilio, con una forma cambiata a seguito della bassa marea. Rocce nere che spuntano dalla sabbia dorata, nessuna onda, calma piatta.
SABATO. Il riposo. Playa Los Chacos per un paio di ore di sole. In spiaggia non c’è nessuno. E’ sabato primo agosto…. Chissà! Ultimo pranzo vacanziero nel paese di Arrieta, pueblo marinero vecchio stile. Ristorante El Amancero con terrazza sul mare, parillada de pescado mixta enorme e via, a pancia piena, verso il ritorno in Italia.
Torneremo certamente a Lanzarote, più a nostra misura, meno costruita, con ancora molte cose da vedere che mister Covid ci ha impedito!