Canada, mon amour!

Il nostro viaggio in Canada Partenza da Zurigo, ore 12.50 del 10 agosto 2009 Arrivo a Montréal, ore 15 circa del 10 agosto 2009 lunedì 10 agosto 2009 Arrivo a Montréal Arrivati all'aeroporto Jean Trudeau di Montréal e sbrigate le formalità doganali, usciamo alla ricerca di un mezzo che ci porti in città. All'esterno ci rendiamo conto che la...
Scritto da: Milvic
canada, mon amour!
Partenza il: 10/08/2009
Ritorno il: 22/08/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 3500 €
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Il nostro viaggio in Canada Partenza da Zurigo, ore 12.50 del 10 agosto 2009 Arrivo a Montréal, ore 15 circa del 10 agosto 2009 lunedì 10 agosto 2009 Arrivo a Montréal Arrivati all’aeroporto Jean Trudeau di Montréal e sbrigate le formalità doganali, usciamo alla ricerca di un mezzo che ci porti in città. All’esterno ci rendiamo conto che la temperatura non è affatto da Paese del nord e sembra abbastanza calda e umida.

Dopo aver constatato che l’autobus navetta costa la bellezza di 16 dollari a testa (ci sembrano troppi), optiamo per il taxi (che ci costerà circa 50 dollari ma ci risparmia un po’ di fatica supplementare). Ci preleva un vecchio di colore e di poche parole. Dopo un viaggio di 30 minuti, con i finestrini abbassati, causa mancanza di un impianto di aria condizionata, arriviamo stanchi e accaldati nella nostra via, il Boulevard Pie IX. Il taxi ci deposita dalla parte opposta del largo viale e quindi la prima sfida che ci si presenta è quella di attraversare ben 4 corsie senza farci schiacciare. Arriviamo davanti alla nostra prima “casa” canadese. Si tratta di un affittacamere, o come dicono qui un “gîte”, per la precisione il Gîte Olympique: una casa in legno, con insegna esterna, gestita da un signore affabile sulla cinquantina.

La camera che scegliamo si presenta in ordine, pulita e anche il bagno è molto grazioso.

Notiamo un discreto numero di orsacchiotti posizionati in vari punti della camera. Il bagno è dotato di asciugamani, shampoo, saponi, phon e anche cotton-fioc. Un servizio degno di un albergo di media categoria. Dopo una rinfrescatina e una rapida consultazione della mappa, decidiamo di partire subito alla scoperta della città. Trovandoci in una zona un po’ periferica, optiamo per il metrò, a due passi dal nostro alloggio. Acquistati i biglietti, ci addentriamo nei sotterranei della metropolitana. Stazione di arrivo Champ-de-Mars. Facciamo capolino nel Vieux Montréal, la città vecchia. Qui per prima cosa ammiriamo dall’esterno la cattedrale Nôtre-Dame, chiusa a quell’ora, ma ci ripromettiamo di visitarla all’interno il giorno dopo. Dopo di che, ci avviamo per le vie del centro storico e finiamo nella celebre piazza Jacques Cartier, ossia il punto nevralgico della città vecchia. Qui troviamo artisti di strada, caricaturisti, fioristi, chioschi con vendita di gelati e altre leccornie. Lungo i lati della piazza si susseguono bar e ristoranti spenna turisti e noi da bravi turisti svizzeri ci sediamo ai tavoli di uno di questi per farci portare una birra che il menu riporta come “speciale”, e la cui specialità, scopriamo dopo, consiste nel fatto che è doppia. Ci portano due birre invece di una.

Dopo la prima spennata e appagati dalla vista dello struscio serale, scendiamo lungo la piazza e arriviamo al vecchio porto. Qui facciamo una breve passeggiata e scattiamo alcune foto. Infine, stanchi e anche affamati, decidiamo che è ora di cenare e partiamo alla ricerca di un buon ristorantino. In rue McGill ci si para di fronte il Boris Bistro, un ristorantino segnalato da una guida e di cui mi ricordavo. Entriamo e prendiamo possesso di un tavolo all’esterno. Il menu ci sembra subito allettante. Prendiamo un involtino di pasta sfoglia ripieno di foie gras e due tartare di salmone presentate in due versioni diverse (ottime!). Rinunciamo al dessert e verso le 21.30 torniamo alla nostra casetta. Ovviamente, nonostante la stanchezza, il jet lag ci presenta il conto e ci svegliamo alle 3 di notte convinti che sia già mattino. martedì 11 agosto 2009 Natura in città Dopo aver ammirato il soffitto per 3 ore, alle 6 decidiamo di alzarci e di fare i nostri rituali mattutini. Poi, usciamo dalla camera per capire se il signor Boulianne è mattiniero come noi ed è già ai fornelli a prepararci la colazione. Purtroppo non è così. Il caro signor Boulianne si palesa solo intorno alle 7,30 e ci fa accomodare sulla terrazza esterna. Qui ci porta tè, caffè, pani di vario tipo e un porta-marmellatine in peltro che per età potrebbe essere definito coloniale. Non facciamo gli schizzinosi, e assaggiamo tutto (con un po’ di timore). Mentre gustiamo la colazione, riusciamo a vedere anche uno scoiattolino saltellare sulla nostra terrazza. Il tempo non sembra clemente e vediamo dei grossi nuvoloni all’orizzonte. Ciononostante ci prepariamo per la nostra seconda uscita. Poco prima di uscire ci rendiamo conto che sta venendo giù l’acquazzone del secolo e dopo aver rimproverato il mio Davidino per non aver portato neppure un ombrello, decidiamo di uscire comunque. Corriamo all’entrata del metro per ripararci, ma siamo praticamente metà inzuppati. Dal metrò, percorriamo una serie di corridoi sotterranei che ci portano direttamente al Parco Olimpico, nostra prima tappa. Qui vogliamo visitare il Biodôme. Una sorta di zoo al coperto dove sono stati ricostruiti 4 ecosistemi dell’ambiente canadese. Usciti dal Biodôme scopriamo un cielo terso e un bel sole. Nel pomeriggio decidiamo di esplorare la collina di Montréal, ossia Mont-Royal. Da qui ci dirigiamo in bus verso il parco sovrastante la città, disegnato dalla stessa persona che ha progettato Central Park. Il belvedere dallo chalet di legno in cima alla collina offre vedute della città eccezionali. Dopo le consuete foto ridiscendiamo dalla collinetta e facciamo ritorno al Plateau Mont-Royal. Cena in città e rientro al nostro gîte.

mercoledì 12 agosto 2009 Vita da camper È il gran giorno. Oggi prendiamo possesso del veicolo che sarà la nostra nuova casa per i prossimi dieci giorni.

Al mattino facciamo una rapida puntatina nel quartiere più a nord della città, nel cuore della Petite Italie (Little Itlay), obiettivo: mercato di Jean Talon.

Il mercato ortofrutticolo si rivela una delizia per gli occhi e anche per il palato. Una marea di cestini di frutti di bosco fa capolino da ogni banco. Con lo sguardo puntato all’orologio, alle 10 rientriamo e preleviamo i bagagli dal nostro affittacamere. Prendiamo il metro e scendiamo alla fermata più vicina all’aeroporto. Da qui prendiamo un taxi per il Montréal Hotel, luogo di ritrovo designato dalla società di noleggio camper. Alle 12 in punto si palesa il furgoncino che ci porta alla sede della società. Dopo le varie pratiche e il saldo dei pagamenti una cinquantenne bionda svampitella ci mostra gli annessi e i connessi del camper. Dopo un’ora circa, possiamo metterci in marcia, con alcune perplessità da parte della sottoscritta. Il primo impatto con le autostrade canadesi non è dei più esaltanti. Non ci si capisce nulla. Numeri e punti cardinali contraddistinguono le strade del paese. Meglio prendere la 40 est od ovest? Insomma, urge un aiuto concreto. Al primo distributore di benzina compriamo una cartina stradale del Québec che sarà la nostra bibbia per i giorni successivi. Dopo aver compiuto al prima missione, possibile, la seconda è fare la spesa. Per quella no problem. Dopo aver sistemato la spesa ripartiamo in direzione Parc de la Mauricie. Arriviamo all’imbrunire al campeggio la Douce Evasion (dolce evasione???), alle porte del parco. Archiviata la prima giornata, ci tuffiamo nel lettone (lettone?!?) del camper per cadere nelle braccia di Morfeo. giovedì 13 agosto 2009 Giornata al parco Oggi partiamo per la nostra vera prima escursione in terra canadese.

Arriviamo al parco prima delle 10 e dopo le necessarie informazioni al centre d’accueil e la mappa del sito, entriamo con il veicolo nel parco e decidiamo di prendere il sentiero Mekinac, un percorso che si snoda per 11 km in mezzo al bosco per poi giungere su un’altura da cui si ammira uno splendido paesaggio. Lungo il tragitto ci imbattiamo in ranocchiette, scoiattoli, tantissimi funghi strani, bruchi e insetti vari e ammiriamo il paesaggio che si staglia davanti ai nostri occhi.

Ripreso il camper, ci dirigiamo verso il lago Wapizagonke, un’oasi di pace, acqua e cielo all’interno di un’enorme macchia verde. Verso le ore 16 lasciamo il parco per la nostra tappa successiva: la città di Québec, alle cui porte arriviamo intorno alle 20.

Tralascio il racconto dell’attraversamento della città per 2 volte, dell’autostrada 40 che si trasforma misteriosamente nella 440, delle numerose persone interpellate per chiedere informazioni sulla strada (tra cui 2 agenti di polizia, donne!). Alle 21.40, dopo circa un’ora e mezza di ricerca, arriviamo al fottutissimo campeggio municipale di Beauport, a nord della città. Siamo esausti. venerdì 14 agosto 2009 Québec, mon amour! Sveglia ore 6 circa. Decidiamo di approfittare del bus navetta gratuito che dal campeggio porta alla città di Québec. Prima, però, facciamo un giro di perlustrazione nel campeggio e una sosta al casse-croûte (il nostro snack bar) del posto, dove Davide si concede una mega porzione di poutine, una delle specialità del Québec. Trattasi di una schifezza fatta di patatine fritte, cosparse di scarti di formaggio, il tutto annaffiato da una salsina marrone di carne. Una delizia per gli occhi e per il palato. Ovviamente, Davide se la pappa tutta, ci mancherebbe altro! Alle 12.45 ci attende il bus Benjo, un mezzo stile scuolabus, dipinto di rosso, messo gentilmente a disposizione da un negozio di giocattoli del centro. Dopo 25 minuti di scarrozzata arriviamo nella città di Québec. Ben presto arriviamo di fronte al maestoso Château Frontenac, simbolo indiscusso della città. Accaldati e stanchi, decidiamo di fare una pausa ristoro in un bar del castello, al pub Saint-Laurent. Ristorati, ci dirigiamo verso la cittadella, ossia le mura fortificate della città. Mangiamo in fretta in un bistrot francese e rientriamo al campeggio.

sabato 15 agosto 2009 L’isola delle fragole Destinazione: île d’Orléans, una bellissima isola verde e lussureggiante a pochi km da Québec e collegata alla terra ferma da un ponte in ferro stile ponte di Brooklyn. Dopo aver acquistato la mappa dell’isola indicante anche i vari punti di ristoro e panoramici, ci avviamo per l’unica strada che percorre l’isola e poco dopo ci fermiamo ad un negozio di cioccolato, dove assaggiamo alcune specialità. Proseguiamo verso la punta est dell’isola e ammiriamo numerosi campi di fragole e di grano e decidiamo di fermarci ad acquistare due cestini di fragole e lamponi, dolcissimi e succosi a soli 6 dollari. Pranziamo con insalata, baguette freschissima, formaggio di capra e come dessert fragole, lamponi e tortina di fragole. E ci concediamo pure il bis con la torta. Dopo alcune foto della costa e della chiesa del villaggio proseguiamo il viaggio alla ricerca di una cabane à sucre. Vogliamo finalmente capire come viene prodotto il tanto famoso sciroppo d’acero. Ci fermiamo a una di queste dove la titolare ci descrive nei minimi dettagli il processo di produzione di questo dolce nettare.

E alla fine lo compriamo pure. L’isola avrebbe forse meritato una sosta più lunga, ma ahimè, il tempo stringe. Dobbiamo arrivare prima di sera a Baie Saint-Paul. domenica 16 agosto 2009 Villaggi In mattinata, dopo colazione, riprendiamo il veicolo e andiamo a visitare il villaggio, definito città culturale e artistica per il grande numero di gallerie d’arte e per il fatto che è proprio qui che è nato il Cirque du Soleil. La cittadina ci appare subito graziosa, con un lungo viale di casette di legno che altro non sono che negozi e gallerie d’arte. Con la guida in mano rintracciamo alcune dimore storiche risalenti al 1800 e le immortaliamo. Pranziamo alla birreria Le Saint Pub dove Davide ordina una deliziosa tarte au sucre (che invidia!). Nel primo pomeriggio ci rimettiamo in marcia in direzione Tadoussac. Per arrivare a destinazione, prendiamo un ferry boat, gratuito, che in meno di 10 minuti ci traghetta sulla parte opposta. Tadoussac è famosa per il whale-watching; da qui, infatti, parte la maggior parte delle imbarcazioni per l’avvistamento delle balene sul fiume San Lorenzo. Il villaggio di per sé è insignificante e l’unica nota caratteristica è un imponente albergo con le cupole rosse. Lungo la via principale si snodano vari chioschi delle società che offrono escursioni per l’avvistamento delle balene. Prima di risalire sul camper prendiamo una serie di opuscoli per capire tariffe e dettagli delle escursioni di whale-watching.

Arriviamo al campeggio Bon Désir, il più bel campeggio del nostro viaggio. Qui prenotiamo un posto per due notti. Cena in camper e a nanna presto.

lunedì 17 agosto Si parte per il whale-watching Oggi è il grande giorno. Prenotiamo l’escursione-evento direttamente in campeggio e la scelta ricade sulla compagnia Essipit, non solo per motivi logistici (vicinanza al campeggio) ma anche perché l’opuscolo, senza tanti fronzoli, non promette cose mirabolanti, rispetto a tutti gli altri prelevati presso l’ufficio del turismo di Tadoussac. Essendo abbastanza avventurosi e non soffrendo il mal di mare, optiamo per lo zodiac, un motoscafo veloce che consente di avvicinarsi più delle altre imbarcazioni al nostro obiettivo. L’appuntamento è per le 16.30 al molo di Les Bergeronnes, ma la giornata è lunga e prima ci concediamo una visita alle famose dune di Tadoussac. Verso le 15 partiamo per la nostra meta, il molo di Les Bergeronnes, visto che la compagnia richiede la presenza in loco almeno 45 minuti prima. Ma prima ci fermiamo per la merenda presso una panetteria ambulante, ricavata in un tendone e con forno adiacente, dove acquistiamo due ottime fette di torta. Slurp! Arrivati al molto e una volta agghindati e vestiti come se stessimo per andare sulla luna (tuta, giacca cerata, guanti e berretto), ci fanno salire su dei piccoli motoscafi e ci posizioniamo 6 su ogni panca. Totale 12 esseri umani. Si parte. Dopo circa 30 minuti di navigazione veloce (con tanto di schizzi per gli occupanti della pole position), avvistiamo il nostro primo cetaceo, di cui intravvediamo la schiena e la pinna dorsale. Tutto qui? E invece no. Dopo uno spostamento ci troviamo di fronte al vero e unico show della giornata. Una balena mink whale in vena di esibizioni. Per un’ora restiamo ammaliati dalle sue evoluzioni, e la seguiamo come dei cagnolini. Assieme altre 6 imbarcazioni fanno lo stesso e questo guasta un po’ l’atmosfera. Certo, non pretendevamo di essere da soli, ma neppure tutto questo pubblico… Dopo un’ora circa di salti e ricadute in acqua, il nostro conducente-guida decide che è tempo di cercare altro. Lo spostamento non è senza conseguenze. Alla fine siamo bagnati fradici e non vediamo nulla. Nulla di nulla. Quindi la nostra guida decide che è ormai tempo di rientrare sulla terraferma. Alle 18.30 in punto mettiamo i piedi a terra e solo in quel momento ci accorgiamo di quanto siamo bagnati. Tolti gli abiti gocciolanti, fortunatamente scopriamo che sotto siamo all’asciutto. Solo capelli e mani sono bagnati. Ci diamo un’asciugatina veloce nel camper e torniamo alla base. Cena al camper a base di bisteccone e salmone alla griglia. Andiamo a letto sazi e soddisfatti.

martedì 18 agosto Attraversando il fiume San Lorenzo È il nostro ultimo giorno prima di fare rotta verso Montréal, ossia al punto di partenza. Al mattino facciamo l’ultima escursione fino a Cap du Bon Désir, dove però non entriamo. Riprendiamo il veicolo e ci dirigiamo verso Les Escoumins, un villaggio poco più a nord dal quale dovremmo prendere il ferry boat per l’attraversamento del San Lorenzo. Dovremmo…Perché giunti a destinazione scopriamo amaramente che senza prenotazione non si sale. Decidiamo quindi di scendere più a sud e di prendere il battello che da Saint Siméon ci porta a Rivière du Loup, sulla sponda sud del fiume. Fortunatamente qui ci accettano e ci mettiamo in fila in attesa del battello.

La traversata dura circa 50 minuti e il battello è provvisto di bar, ristorantino e sala giochi. Noi ci intratteniamo con l’ennesima partitona a scala quaranta. Sbarcati a Rivière du Loup, troviamo quasi subito il nostro campeggio e dopo aver prenotato una piazzola torniamo in città per fare la spesa. Il campeggio è abbastanza spartano e meno bello degli altri. Attrae la nostra attenzione un castello delle fiabe, stile Disneyland, dalla parte opposta della strada. Cena in camper e a nanna.

mercoledì 19 agosto Isola bagnata, isola fortunata In mattinata decidiamo di visitare il villaggio di Rivière du Loup. L’unica nota particolare è una casa imponente, stile Via col vento, accanto alla chiesa e che reca la scritta presbytère. Dopo il solito pranzo in camper, nel pomeriggio decidiamo di fare una piccola deviazione rispetto al programma e ci dirigiamo verso l’Île verte, decantata come un’isola molto selvaggia e che conta solo 39 abitanti.

Prendiamo i biglietti per il ferry boat e fortunatamente non ci facciamo attrarre dalla proposta di noleggiare delle bici per visitare l’isola. Infatti, comincia a piovere già a metà della traversata e una volta sbarcati la pioggia si fa sempre più intensa, tanto che ci costringe a ripararci nel chiosco del piccolo molo. Dopo circa un’ora compare qualche raggio di sole e quindi usciamo per avventurarci lungo l’unico sentiero dell’isola. Purtroppo non possiamo fare molta strada, ma quello che vediamo è affascinante: vegetazione rigogliosa, fiori e ancora fiori, casupole di legno graziose, stagni, ninfee. Il paesaggio è stupendo. Peccato che dobbiamo far ritorno al molo per prendere il ferry boat. Ci ripromettiamo di tornarci un’altra volta, magari al prossimo viaggio in Québec.

Tornati sulla terraferma, puntiamo senza tanti preamboli verso sud. Destinazione Montmagny. Cena in camper, partitona a scala quaranta e poi nanna. Questa è la vita da campeggio.

giovedì 20 agosto Québec vista da Lévis Decidiamo di non visitare il paese. Abbiamo poco tempo e dobbiamo trovarci nei dintorni di Montréal entro la sera. Ci dirigiamo verso sud-ovest, direzione Lévis. Qui scattiamo delle foto stupende del castello Frontenac. Sole a favore e cielo terso fanno il resto. Da qui prendiamo il battello che in meno di 10 minuti ci traghetta sulla sponda opposta. Torniamo nella città più vecchia del Canada e anche la più bella vista finora.

Dopo una passeggiata nel quartiere Petit Champlain e alcuni acquisti facciamo ritorno al camper. Nel primo pomeriggio ci rimettiamo in strada, consapevoli che la strada è ancora lunga e mancano circa 3 ore a Montréal. Per questo motivo prendiamo l’autostrada (20 ovest), meno panoramica e decisamente più noiosa della statale.

Dopo 4 ore e mezza, ossia in notevole ritardo sulla tabella di marcia, arriviamo al nostro ultimo campeggio, il Parc Mont-Laval. È un 5 stelle, ma non presenta alcuna attrattiva o alcuna caratteristica particolare che lo metta al di sopra degli altri campeggi visitati. Dopo una succulenta cenetta a base di salmone al cartoccio, ci cimentiamo nell’ultima sfida a scala quaranta. Dopo di che, pianifichiamo le attività del giorno dopo. Dobbiamo svegliarci presto perché la consegna del camper è tra le 8 e le 10 e non sappiamo esattamente quanto dista la sede della società. Ci mettiamo a nanna, con un po’ di malinconia. Sarà la nostra ultima notte in camper.

venerdì 21 agosto Riconsegna camper Sveglia alle 7.30. Colazione e doccia accelerati questa mattina. Ci attendono vari compiti: pulizia e svuotamento del camper dagli oggetti personali e pieno di benzina prima della riconsegna. Siamo un po’ trafelati, soprattutto io, che mi devo occupare della pulizia interna del camper. Partiamo alle 9.15. Ora si tratta di trovare una pompa di benzina. Finalmente la troviamo e facciamo quasi un pieno. Ci rimettiamo in strada e cartina alla mano imbocchiamo senza difficoltà la strada giusta, quella in cui si trova la Canadream. Dopo un po’, alle 10.07 entriamo nel parcheggio della società e riconsegniamo il veicolo sano e salvo. Dopo un rapido check dell’interno e dell’esterno del camper e sbrigate alcune formalità, tra cui la restituzione della caparra, attendiamo la navetta che ci porti all’aeroporto da cui ripartiamo con il bus per il centro città e per la suite 803 dell’albergo Les Bons Matins. Suite all’altezza delle aspettative: ampia stanza, arredata con camino, divano, tavolino e sedie e dulcis in fundo, vasca idromassaggio. Stanchi, ci riposiamo un paio di orette e poi usciamo nuovamente a scoprire nuovamente la città, soprattutto il quartiere degli affari, dove ci troviamo. Ci rechiamo all’Eaton Center, un enorme centro commerciale su vari livelli, collegato a sua volta con la città sotterranea. Dall’Eaton Center ci spostiamo con il metro verso la città vecchia, con lo scopo di trovare qualche negozietto tipico dove fare gli ultimi acquisti. Anche qui non troviamo niente. A questo punto è quasi ora di cena e questa volta consultiamo la guida e la nostra scelta ricade su Schwartz, definito il regno della smoked meat. Arrivati davanti al nostro locale, restiamo subito impressionati dalla lunga fila di persone in attesa di entrare. Non ci lasciamo scoraggiare e ci mettiamo in fila pure noi. Nel frattempo, io vado alla ricerca di un’alternativa lunga il boulevard Saint Laurent. Fortunamente, la fila sembra procedere velocemente e dopo 20 minuti circa riusciamo a mettere piede nel famoso locale. Tralascio i dettagli sull’interno, mi soffermo invece sul menu che propone solo ed esclusivamente carne (no pork, please!) e i piatti di accompagnamento (sides). Questo è il regno della smoked meat, servita nel panino e anche come piatto unico. Noi scegliamo il panino con contorno di patate fritte e insalata di cavolo. Servizio veloce e di poche parole. Nota: siamo tutti appiccicati come sardine e ovviamente non si possono grandi discorsi. L’estrema vicinanza con dei perfetti sconosciuti fa sì anche che ci si sbrighi per terminare il pasto e uscire. Dopo appena mezz’ora siamo fuori. Conto modesto, come modesto è risultato il cibo. Sarà pur il posto dove si mangia la migliore carne affumicata di Montréal, ma onestamente mi aspettavo qualcosa di meglio. Comunque, anche questa è fatta. Stanchi e anche un po’ appesantiti, ci dirigiamo spediti verso l’albergo. Non vediamo l’ora di provare la vasca idromassaggio.

sabato 22 agosto Ultimo giorno a Montréal È il nostro ultimo giorno a Montréal. Dobbiamo rifare le valigie, questa volta definitivamente. Ma le belle sorprese non sono ancora finite. Ci aspetta la colazione. Memorabile! Credo che non dimenticherò facilmente il pain perdu e i gaufre con mousse di limone e sciroppo d’acero, le brioche fragranti, i bagels ancora cakdi, l’omelette vegetariana, le quiche, il pane di segale, le marmellate fatte in casa, il müesli e la frutta secca. E non abbiamo neppure assaggiato tutto! Dopo esserci rimpinzati e aver saldato il conto, ripartiamo per l’ultima visita della città. Obiettivo: mercato Atwater. Qui, in un edificio di stampo mussoliniano, si può trovare ogni tipo di genere alimentare: frutta, verdura, carne, pesce e pane. Rimaniamo colpiti dall’abbondanza e dai colori dei banchi dei venditori. Purtroppo, disgrazia vuole che all’interno del mercato al coperto ci sia anche una panetteria-pasticceria recensita anche dalle nostre guide (La Moisson). Non possiamo non fermarci e verificare di persona quanto riportato dalla guida. Trattandosi del mio ultimo giorno a Montréal, non posso farmi sfuggire la tarte au sucre, in versione mini. Nonostante una lunga ricerca, la tourtière (torta con ripieno di carne) rimane introvabile. A dire il vero, la troviamo, ma nel banco frigo dei negozi e nessun locale sembra proporla tra i piatti caldi. Il tempo scorre velocemente ed è ora di far ritorno all’albergo per prelevare i bagagli. Da qui prendiamo il nostro ultimo taxi per l’aeroporto dove arriviamo verso le 14.30. Check-in, ultimi acquisti, telefonata rapida a casa e spuntino veloce. Alle 17 circa inizia l’imbarco e dopo mezz’ora si parte. Volo tranquillo, senza scossoni. Alle 6.15 circa atterriamo a Zurigo. Ma gli imprevisti non sono ancora finiti. Ci dovevamo perdere pure qui…Dentro l’aeroporto.

Recuperate le valige, abbiamo fatto ritorno a casa.



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