Canada dell’est, un caleidoscopio di colori ed emozioni

Tour fra città moderne e paesaggi grandiosi, con spazi sconfinati, cascate spettacolari, la natura selvaggia dei parchi con una grande varietà faunistica, incontro con le balene e gli orsi bruni
Scritto da: Uzbe
canada dell’est, un caleidoscopio di colori ed emozioni
Partenza il: 08/08/2016
Ritorno il: 19/08/2016
Viaggiatori: 24
Spesa: 4000 €
Ascolta i podcast
 
Decollo da Venezia con volo Air Canada comodo ma alquanto spartano, senza video, ma con possibilità di scaricare l’app per i film su smartphone o tablet, altrimenti noleggiabili sull’aereo. All’arrivo a Toronto i controlli sono veloci. Abbiamo a disposizione un bus enorme con un ottimo autista che ci scarrozzerà per oltre 2500 km in 10 giorni. In un paio d’ore, il traffico a Toronto è intenso, arriviamo alle cascate del Niagara (130 km) all’imbrunire, che si presentano con l’arcobaleno dalla finestra della camera al 12° piano dell’hotel Marriott. Cena sulla torre girevole Skylon, alta 236 metri, dalla quale si ha una bella vista sulle cascate e sulla città. Ritorniamo in hotel a piedi passando lungo il percorso che fiancheggia le cascate illuminate in modo un po’ kitsch ed entriamo al volo al casinò solo per cambiare euro in dollari canadesi.

L’alba sulle cascate dalla comoda finestra della camera è molto suggestiva. Per la scala di servizio saliamo al 33° piano e ci godiamo il panorama ‘aereo’ della cascate. In direzione dell’imbarcadero, i viali sono abbelliti da miriadi di fiori colorati, con numerosi punti panoramici sulla maestosità della cascate sia dal lato canadese, che da quello americano. Il battello ci porta sin sotto le cascate e, nonostante il poncho, facciamo il bagno bene accetto per rinfrescarci un po’ dalla calura estiva. Uno spettacolo emozionante in un clima di euforia collettiva. Pranzo self service allo Sheraton on the Falls con bella vista su entrambe le cascate e birra a 17 dollari! Visitiamo poi il Vigneto Inniskillin, con degustazione del famoso (e costoso) Ice Wine. Proseguiamo per la cittadina tutta in fiore di Niagara on the Lake, prima capitale dell’Ontario, dall’aspetto vittoriano. Caldo torrido. Imbottigliati nel traffico arriviamo a Toronto con le nuvole e, dopo un giro panoramico della città, acquistiamo il biglietto (35 dollari) per la Cn Tower, alta 553 metri, la quarta torre più alta al mondo, dalla cui terrazza panoramica si può ammirare Toronto a 360° e provare l’emozione di calpestare il pavimento di vetro. Peccato per il cielo grigio. Non ancora esausti, appena arrivati in hotel (Sheraton Centre), usciamo subito per vedere il nuovo e vecchio municipio illuminati, spingendoci sino alla via più frequentata di Toronto, Yonge Street, con tanti negozi, musica live improvvisata e grandi assembramenti di giovani.

Partiamo in direzione di Ottawa (380 km) e prima di mezzogiorno ci fermiamo nel paesetto di Kinston dove, dopo il pranzo (polpa di granchio, polpette e patate), ci imbarchiamo su un battello per il piacevole ‘tour delle 1000 isole’ (1 ora), sul lago Ontario, circa 1800 isolotti alcuni abitati, altri no, su uno dei quali, in territorio Usa, sorge il Bold Castle. Arrivati ad Ottawa facciamo un giro panoramico con sosta al parco dove sorge l’abitazione del primo ministro, al museo etnografico con diversi totem dei nativi e stupenda vista sullo skyline della città dalla sponda del fiume omonimo. Visitiamo la storica cattedrale di Notre Dame (1844-1846) con splendide vetrate su cui sono raffigurati episodi biblici. Nel piazzale la scultura di un gigantesco ragno come quello di Bilbao davanti al museo Guggenheim. Arrivati in hotel (Residence Inn by Marriott), camera con salotto, cucinino e 2 maxi tv, ci offrono uno spuntino e, considerata la bella luce del tardo pomeriggio, ci fiondiamo sulla collina del Parlamento per scattare una valanga di foto. Rientro in hotel, doccia e nuovo blitz nel prato del Parlamento per assistere ai fuochi artificiali e all’emozionante spettacolo suoni e luci proiettato sulla facciata del palazzo, al quale assistono migliaia di persone estasiate, tutte in piedi per l’inno nazionale finale.

Al mattino, ci portiamo al Parlament Hill per assistere al cambio della guardia delle giubbe rosse sotto un sole a picco. La cerimonia, con tanto di fanfara in kilt, cornamuse, ingente spiegamento di giubbe rosse in divisa da parata con copricapo di pelo nero, si svolge molto scenograficamente, con tono marziale, nel prato davanti ai palazzi. Breve giro nella strada del mercato, una pizza al volo e una puntatina al chiosco della “Coda di castoro”, dolce famoso anche perché assaggiato nella sua ultima visita nientemeno che da Obama. Partiamo poi in direzione Montreal e ci fermiamo al Park Omega, a Montebello. Con un bus verde aperto, guidato da una nativa, facciamo due bei giri, intervallati da una sosta per attraversare un ponte tibetano e visitare una casa tutta scolpita nel legno, incontrando molti animali in libertà lungo i percorsi o ai margini dei boschi: alci, caribù, renne, wapiti, stambecchi, lupi neri e artici, coioti, volpi artiche, orsi bruni, buffali. Cena e pernottamento a Montreal all’hotel Le Cantlie.

Piove. Iniziamo la visita dalla Cattedrale di Cristo, anglicana, di Montreal (1857-1859) prima di scendere nell’underground city, la città sotterranea, piena di gallerie e negozi. Risaliamo per vedere il Museo delle arti dove è ospitata una mostra su Pompei, poi lo stadio olimpico, il belvedere dalla collina, entriamo nel parco dal quale si può ammirare lo skyline di Montreal dal fiume San Lorenzo. Raggiungiamo il circuito di Formula 1 dedicato al compianto ferrarista Gilles Villeneuve. Poi bighelloniamo nella parte vecchia di Montreal, visitando la bella basilica di Notre Dame (1824-1829), di architettura neogotica e con uno splendido interno colorato, dove si è sposata anche Celine Dion.

Pioviggina. La temperatura è scesa a 16° la mattina. Partiamo verso nord attraversando la regione collinare degli Upper Appalachian. Lungo il tragitto in bus la guida spiega, anche con un filmato, il lavoro dei boscaioli e la fluitazione del legname lungo i fiumi con le zattere. Ho colto l’occasione per raccontare qualche pagina della storia della Valbrenta, dove abito, terra un tempo di fiorente attività dei taglialegna sui boschi dell’Altopiano di Asiago, del trascinamento del legname a valle lungo la famosa Calà del Sasso costruita da Gian Galeazzo Visconti nel XIV° secolo, 4444 gradini ed uno scivolo appunto per i tronchi, che poi venivano trasportati con le zattere ai porti della pianura sino alla Serenissima Repubblica. Ci fermiamo per il pranzo, accompagnato da musica folk, in una tipica ‘Cabana’ dove producono lo sciroppo d’acero. Proseguiamo per il “Manoir Lac Delage” un bel lodge immerso nella natura e ci avventuriamo nel giro del lago ammirando numerose villette con giardini molto curati e fioriti, prima della cena con trota salmonata.

Ci aspetta il Parco Okwari, trekking sotto la pioggia lungo il fiume, percorsi pedonali, passerelle, cascate; incontro con una nativa indiana Wiki, simpatica ed estroversa, che ha spiegato usi, costumi e tradizioni del suo popolo. Pranzo con specialità tipiche nella taverna a bordo lago e poi giro in canoa “rabaska” sul lago Come circondato dalla foresta e concludiamo l’avventura con l’avvistamento di 9 orsi neri da una postazione sopraelevata. Arriviamo in serata a Saguenay al Delta Hotel Marriott.

Partenza verso il fiume San Lorenzo. Spariscono i nuvoloni di fumi inquinanti e arrivando a Tadoussac esce il sole. Ci imbarchiamo accompagnati in lontananza dalle belughe, che poi non vedremo più. Al largo avvistiamo i primi sbuffi delle balene. La nave si sposta in continuazione sino all’incontro tra le gelide acque del San Lorenzo e quelle dolci del fiume Saguentay dove le balene volteggiano sempre più vicine, anche 6 in una sola volta. Pranzo nello storico e scenografico Hotel Tadoussac immerso nei fiori. Poi rapido giro per il piccolo e delizioso villaggio, prima di percorrere il ‘sentiero delle belughe’ che si snoda attorno al promontorio, passando per il bosco, con belle vedute sul fiume. Quindi traghetto e raggiungiamo La Malbaie per alloggiare nella dependance dell’hotel, che pare un castello, Le Manoir du Casino.

Partiamo per Quebec City. Sosta a Charlevoix cittadina degli artisti con un grande murales all’ingresso, quindi raggiungiamo il Canyon Sainte Anne con un percorso panoramico tra pareti a picco, acque tumultuose, cascate, fra cui quella di St. Anna (74 metri) e ponti sospesi sulla cascata che danno un tocco adrenalinico al trekking. Una trentina di km prima di Quebec, ci fermiamo alla basilica di Sainte Anne de Beaupré con un interno grandioso e molto bello. S.Anna, patrona del Quebec, è accreditata di numerosi miracoli e la basilica è meta di un milione e mezzo di fedeli ogni anno. Spuntino al McDonald e ripartenza per la cascata di Montmorency, alta 84 metri, 30 più di quelle del Niagara, anche se con un fronte meno esteso. Con un ponte si attraversa la cascata nel punto più elevato, e sembra di camminare sull’acqua, per poi scendere un’interminabile scala di legno che porta alla parte più bassa, punteggiata da gazebo e belvederi dai quali osservare la cascata. Ultima tappa alla Cidrerie Verger Bilodeau per degustare il sidro, marmellata e sciroppo di mela. Alloggio all’hotel Pur a Quebec City.

Quebec, fondata nel 1608, è la più antica città del Nordamerica. Tour panoramico della città alta e quella bassa piena di fiori, il Castello-Hotel Chateau Frontenac, la Terrazza Dufferin con belle viste sul sottostante San Lorenzo, il Battlefield Park. Il motto ufficiale del Québec è Je me souviens (Io ricordo), visibile anche nello stemma ufficiale e nelle targhe automobilistiche della provincia, in riferimento alla francofonia e ai forti legami con la Francia rispetto al resto del Canada. Giriamo a piedi per la città bella e accogliente, visitando palazzi e chiese, fra le quali la prima anglicana, la cattedrale della SS. Trinità e la basilica di Notre Dame de Quebec e percorrendo un tratto delle antiche mura tra una porta e l’altra. Doccia e poi cena in un pub caratteristico vicino al centro e di corsa raggiungiamo la Terrazza Dufferin per assistere con migliaia di persone allo spettacolo pirotecnico sul fiume e nuova scarpinata notturna per il rientro in hotel un po’ fuori mano.

Sveglia in anticipo ed escursione al Parc des Chutes de la Chaudière, con sentiero natura, ponte sospeso sul fiume e l’ennesima cascatona. Raggiungiamo poi la Fattorie La Bisonnière dove una simpatica famiglia alleva i bisonti che possiamo vedere a bordo di un trattore e poi gustare la loro carne a basso contenuto di colesterolo a pranzo nella fattoria. Ultima sosta nell’accogliente cittadina di Tres Rivières, prima di raggiungere l’aeroporto di Montrèal per il rientro, dove sperimentiamo il check-in fai da te con gli scongiuri per la valigia che arriva puntualmente in patria.



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche