Camminando… per il Rototom

Indice dei contenuti
Per chi non mi conosce ancora mi presento mi chiamo Filippo, alias BackpackerR, abito a Pisa, sono un avventuriero-viaggiatore e sto dedicando la mia vita allo studio di tutte quelle materie e discipline mirate a rendere i miei futuri viaggi più sicuri e la mia persona meglio informata, all’incremento e alla formazione di vecchie e nuove esperienze di vita, alla mia interconnessione con il mondo, a una crescita interpersonale che possa rivelarsi utile non solo a me stesso ma anche alle persone che incontro durante i miei viaggi, ai viaggiatori e agli spettatori del mio sito. Questo rappresenta parte del mio obiettivo e mi piacerebbe rendervene partecipi. BackpackerR è l’essere umano liberato dalle paure. E’ colui che guarda preferibilmente al bello della vita, alla qualità del suo tempo, alle emozioni positive. E’ un essere che ama il Creato poiché se ne sente parte, consapevole dei meravigliosi legami (materiali, mentali, emotivi, spirituali) che uniscono tutte le cose. E’ un mutante che lascia spazio al suo Io Bambino e contemporaneamente, in modo Adulto, è conscio della realtà dei tempi e si assume la responsabilità e la libertà di pensare. Sto’ scrivendo video-blog di viaggi e avventura da due anni. Sono diplomato come tecnico in elettronica e telecomunicazioni, sono iscritto alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Pisa per il corso di laurea in Scienze Infermieristiche, sono in lista di attesa per un corso per Vigile del Fuoco. Sono uno sportivo pratico soprattutto sport estremi come: Alpinismo, Arrampicata su Roccia, Escursionismo, Subacquea, Vela, Volo, Rafting, Canyoing, Speleologia, e chi più ne ha più ne metta, nutro un odio sincero e profondo per la palla. NoPainNoGlory.TK è un progetto ambizioso nato nel settembre 2010, costruito con l’obiettivo di far capire cosa significhi “essere liberi”, ho voglia di crescere viaggiando, ho sete di conoscenza, voglia di odori, rumori, suoni perché la cultura si costruisce viaggiando, le persone, l’ospitalità, grandi mangiate, si possono scoprire solo uscendo dal nostro piccolo mondo quotidiano. Sto registrando questo video per raccontarvi la storia del mio viaggio a piedi, camminando, da Pisa, in Italia a Benicassim, in Spagna. Un viaggio voluto per protesta, una protesta contro il Governo Italiano che con le sue pressioni ha costretto il Rototom Sunsplash, il più grande Festival Reggae del Mondo, ad andarsene dall’Italia dopo 16 anni e a emigrare in Spagna. Non è possibile che la politica possa proibire la musica, se poi la musica in questione è il reggae, la musica della pace e dell’amore, la musica di Bob Marley, una musica storica da difendere a spada tratta. Penso che la storia vada scritta. Penso che ogni viaggio abbia una storia diversa, quindi, vi racconto la mia storia, sperando che la mia storia, possa aiutare a cambiare anche altre storie.
E se Alborosie canta un FREE ROTOTOM dai palchi di tutto il mondo, io silenziosamente con fatica e dolore, parto da Pisa arrivando in gloria a Benicassim. Dopo 1700 chilometri percorsi un po’ a piedi e un po’ in autostop, dopo 17 giorni di viaggio in solitario, ma poi alla fine mai solo, posso autodefinirmi un Viaggiatore, un viaggiatore animato dalla voglia di protestare, di manifestare il mio dissenso verso un governo proibizionista, di dichiarare apertamente la mia volontà: che il Rototom Sunsplash si svolga nella sua terra originaria, l’Italia. Vi racconterò il mio viaggio giorno per giorno, come se fosse un diario di bordo, per rendere il tutto più semplice, perché possiate seguire una linea temporale, potendo cosi raccogliere il maggior numero di informazioni possibili. Non posso garantirvi alcun tipo di risultato, forse potrà risultare una lettura noiosa o potrebbe uscirne un capolavoro. Sono solo agli inizi… Buona lettura o Buon video dipende…
GIORNO 1 ITALIA Castellina Marittima – Pisa 65Km – La partenza anomala
Sapevo già che raggiungere a piedi la strada principale partendo dal mio paese, Castellina M.ma, sarebbe stato impossibile. Il caso vuole che dietro il curvone sia apparso il Pollino con il pandino amaranto che mi ha portato 10 Km più avanti, dando così inizio alla mia avventura. Da lì ho imboccato a piedi quella che è la Strada Statale 206. Oggi alla fine del viaggio posso affermare con certezza che è la strada più sporca che abbia percorso in 1700Km di viaggio. Potendo così confermare i miei sospetti. Il caldo del primo di agosto non lascia scampo, lo zaino sembra infinitamente peso, del resto lo è. A Collesalvetti si ferma la prima macchina con l’autostop, un ragazzo tunisino che abita dietro casa mia a Pisa mi offre un passaggio fino alla città universitaria, è stata la mia prima esperienza da autostoppista, vedere fermarsi la prima macchina è stata un’istigazione a proseguire il mio viaggio, tutti gli inizi sono difficili: si è fuori forma, bisogna abituarsi dopo tanti mesi tra le mura di casa e lavoro a vivere la natura, l’aria aperta e non farsi scappare il contatto con la gente. Quella è stata una delle mie ultime notti da universitario pisano, partecipe attivo della movida che caratterizza la città durante quelle ore, quando gli studenti sono ancora liberi di esternare le proprie stravaganze. Un mio amico si è gentilmente offerto di ospitarmi per la notte, in quanto non avevo, volontariamente, le chiavi di casa.
GIORNO 2 ITALIA Pisa – La Spezia 85Km – La città inaspettata
Alzarsi la mattina è sempre difficile, specialmente quando si ha in testa di partire a piedi e fare 1700Km. L’abitudine e l’attitudine arriveranno da soli con il tempo, e questo tempo sò già che arriverà all’uscita dall’Italia, una volta passato il confine. Parto a piedi, zaino in spalla, attraverso tutta la città di Pisa fino ad arrivare sulla Strada Statale Aurelia dove dopo una mezz’ora di inutile e vano autostop si è fermata una ragazza di Viareggio, studentessa Universitaria, che insieme ad un suo collega mi ha portato sino all’ingresso dell’Autostrada di Viareggio. A Viareggio sembra quasi stia per iniziare un calvario di attese che mi accompagnerà per tutto il viaggio, ma alla fine dopo un’ora di attesa un ragazzo marrocchino si ferma e mi porta fino a Sarzana. Una volta giunto a destinazione a Sarzana, al casello dell’Autostrada, ecco che il calvario ha inizio, fa caldo. Sono 3 ore che richiedo l’autostop, ma sembra che tutti quelli che passano vadano nella direzione contraria… Ad un certo punto arriva la Polizia informandomi del fatto che sto richiamando in modo esagerato l’attenzione degli automobilisti, che la mia posizione infrange le norme del codice stradale e che il loro telefono è impazzito e mi invitano ad allontanarmi subito e a spostarmi ad rotatoria prima del casello, almeno a un km. Decido allora di spostarmi sulla Strada Statale che da Sarzana va in direzione La Spezia. Anche qui pratico una mezz’ora di vano autostop, fino a quando un ragazzo albanese che passava di lì mi suggerisce di prendere il pulman per La Spezia, poco costoso e che sarebbe arrivato a breve. Il viaggio con il pulman è stato piacevole. Bellissimi panorami quali Lerici e il Golfo della Spezia, rivelatori di un mare cristallino e di spiagge quasi inverosimili, hanno attirato la mia attenzione e alimentato la mia voglia di avventura. La Spezia mi ha lasciato affascinato. I bei parchi, la bella musica di sottofondo e la gente amichevole e di piacevole compagnia, hanno fatto si che mi ricredessi, che rivalutassi l’idea che mi ero fatto su una città prima di allora mai vista. Una volta giunto alla Spezia mi sono dovuto attrezzare per la notte. Sono salito su un pulman diretto a Porto Venere, un paesino sulla costa con un mare e dei passaggi mozza fiato. Lì ho incontrato due ragazzi del Wwf e insieme abbiamo preso un taxi boat diretti all’Isola Palmaria. Raggiunta la meta ci siamo separati. Io mi sono diretto, come da loro consigliato, verso l’altra sponda dell’isola. Due ore di trekking impegnativo sono state ampiamente ripagate da una spiaggetta meravigliosa dove sono stato ore a guardare il cielo e il mare, pensando alla mia prima notte di libertà e al mio viaggio. Indimenticabile.
GIORNO 3 ITALIA La Spezia – Savona 150Km – Il progresso del regresso
Mi sono svegliato stra-bene, l’Isola Palmaria non può che farti alzare con il sorriso. Ti svegli con un panorama davanti, veramente mozzafiato, spero di svegliarmi con queste sensazioni ancora per tante mattine della mia vita! Ma il resto della giornata non è andata molto diritta, e per essere soltanto il terzo giorno di viaggio, ritengo che sarà dura! La mattina presto raggiungo La Spezia con un traghetto. Da La Spezia mi sposto in autostop in direzione Setri Levante, non con poche difficoltà, la camminata per arrivare all’autostrada è stata dura, il caldo e il peso dello zaino tornano nuovamente a farsi sentire, ma con la famosa “botta di fortuna” riesco a prendere un passaggio da un lavoratore. Da Sestri Levante, dopo un’ora di autostop, un’altro lavoratore si degna di portarmi al casello di Genova. Ecco, il casello di Genova è stato l’episodio più triste del mio viaggio molto probabilmente… Dopo 6 ore sotto il sole, e una mole enorme di mezzi che passano in tutte le direzioni, Ventimiglia, Torino, Milano, La Spezia, nessuno si degna di darmi un passaggio. Quando ormai il sole sta per andarsene… decido di abbandonare Genova, lasciarla alla sua storia, di andarmene in treno alla faccia di tutti quegli automobilisti che si sono rifiutati di aiutarmi! Raggiungere la stazione non è stato facile. I 23 chili di zaino, moltiplicati ai 10 kilometri percorsi sotto 6 lunghe ed estenuanti ore di sole, si sono fatti sentire ed io, a questo punto, credevo che Genova fosse il capolinea del mio viaggio. Questa città mi aveva abbassato l’umore ma, partendo dal presupposto che tutti gli inizi sono difficili, mi sono rimboccato le maniche e ho lottato, ho lottato con l’intento di raggiungere il prossimo obiettivo nel più breve tempo possibile: il confine. Prendo un treno per Savona, lì mi avrebbe ospitato un amico, ma un problema tecnico nelle comunicazioni ha impedito d’incontrarci. Grazie ad una gentilissima e paranoica signora del posto, ho raggiunto un kebabbaro. Sì, ho richiesto un passaggio a Savona, alle 10 di sera, ad una sconosciuta, non per un campeggio o un ostello, ma per saziare l’importante fame quotidiana che mi ricordava insistentemente di essere al digiuno dalla mattina! Da qui con indicazioni più o meno precise m’incammino, per 3 o 4 o forse 5 chilometri a nord di Savona, in direzione dei campeggi, sperando di trovare un anfratto sicuro dove poter passare la notte. Purtroppo non sono riuscito a trovare un posto che m’ispirasse fiducia, le spiagge sono proprio sulla passeggiata, il bosco troppo lontano e non posso entrare in proprietà private. Decido quindi di spendere 18 euro, per dormire con la mia fedele tenda in un campeggio tipicamente italiano, lurido e squallido, povero e indecente, sottomettendomi cosi alla triste realtà.
GIORNO 4 ITALIA – FRANCIA Savona – Cannes 180Km
Mattinataccia, il mio primo campeggio, dopo soli 3 giorni, massima delusione per uno che pensa che si possa vivere senza soldi in tasca. Il campeggio non è per me, dovrò trovare altre soluzioni! Da Savona raggiungo il casello autostradale, fortunatamente non troppo distante. Sono le 8 di mattina, anche qui come a Genova, ho a che fare con un bel calvario di automobilisti ciechi! Dopo 3, 4 o forse 5 ore che ero lì, io che volevo sfruttare al massimo la mattina per arrivare in Francia per la sera, nessuno mi carica. Poi arriva la luce! La gente passava e passava più volte, e un signore, che stava andando ad Albenga per lavoro, mi dà finalmente un passaggio, Ad Albenga, mi sono venduto per un piatto di tortelli offerto dalla festa del PD locale, mi sono fermato a parlare un po’ con loro di situazioni politiche e libertà in Italia, venendo a capo che la prossima volta che dovrò aprire bocca per la politica sarà solo e solamente in una occasione, Plaza Catalunya, Barcellona, Movimento 15M, a fianco gli Indignados spagnoli. Dopo caffè e il riposino post tortelli, tento un altro approccio con l’autostop e… sono subito fortunato! Due ragazzi si fermano e mi portano fino a Ventimiglia! Da Ventimiglia decido di prendere subito il treno per Nizza, per arrivare ad un’ora piuttosto buona per cercare un ostello e fermarmi per un paio di giorni. All’arrivo a Nizza mi sembra di essere in un’altro mondo! Un sacco di mendicanti! Un sacco di razze e culture! Non so perché, forse soffocato dalla gente, forse per gli alti costi degli ostelli. Prendo la decisione di scappare subito da questa città! Prendo, parto a piedi, lungo mare, ed arrivo piano piano, con un ultimo tratto di autobus a Cannes! Vado spavaldo all’ufficio della polizia municipale, che vedendomi arrivare puzzolente sporco e un po’ trasandato risponde con una gran risata alla mia richiesta di dove possa trovare un ostello. Cannes, la città del cinema e la città dei vip, non ha un ostello per me! Vagabondo sul lungomare, con la certezza di raggiungere un campeggio che non vedo mai, cammino e cammino, è buio, e ad un certo punto, vedo delle biciclette e 4 ragazzi che stanno bivaccando e cucinando sulla spiaggia! E’ il momento di fare amicizie e di affrontare una notte all’aperto con altri viaggiatori. Questi ragazzi condividano la mia idea di protesta, stanno facendo un viaggio da Nizza a Narbonne in bicicletta per la pace e l’amore! Il risveglio è stato umido, la notte insonne, il materasso scomodo. Dormire su una spiaggia sicuramente non è paragonabile al letto di casa mia
Vibrazioni positive
La sveglia di Cannes però anima gli umori! E’ il primo giorno di Francia! L’Italia è finita, l’esperienza autostop non è stata il massimo, ma decido che la Francia sarà attraversata per la maggior parte a piedi, perchè ho tempo, ce la posso fare, e da qui il mio viaggio di protesta inizia a prendere una vera forma e essenza, passo dopo passo! Parto a piedi, metro dopo metro, chilometro dopo chilometro, ammirando lentamente e assaporando dolcemente i più bei panorami della Costa Azzurra. Mentre cammino canto e ballo, canto canzoni reggae, espongo a tutte le auto che passano una V con le dita in simbolo di pace e la maggior parte delle volte vengo ricambiato. Decido di prendere questo ritmo, del reggae, del messaggio di pace, della protesta del Rototom, proprio oggi, in questo giorno e combatterò fino in fondo, fino ad arrivare a Benicassim, esponendo le mie teorie su una politica europea dittatoriale, corrotta e sbagliata, un mondo illiberale e anche un po’ triste pieno di rancore, razzismo, odio. Tutte le persone che trovato condividono le mie teorie, e pensano che ci vorrebbe più amore e pace tra i popoli oltre alla libertà nel nostro pensiero di amarci e volersi tutti bene per ottenere la pace! La strada è lunga, vedo Sant Tropez da lontano, ma dovrei fare una lunga deviazione per raggiungerlo, quindi decido di proseguire per Cavalaire sur Mer. A Cavalaire sur Mer ho trovato non poche difficoltà per accamparmi senza dover pagare i 30 euro richiesti per montare la tenda in una piccola piazzola in un piccolo campeggio, unica possibilità per dormire sembrava. Poteva sembrare l’unica possibilità per molti ma non per me, che avendo percorso con la tenda sulle spalle chilometri e chilometri mi trovava assurdo dover pagare 30 euro per nessun servizio, solo un pezzo di terreno di 2 metri quadrati. Quindi ho preso la decisione più semplice, andare a dormire in spiaggia, dove la mattina ci si sveglia umidi e imbarcati, però è gratis! La serata turistica di Cavalaire sur Mer consiste nell’esibizione di un concerto reggae! Un concerto reggae? Sì, non scherzo, c’era un gruppo reggae francese molto teatrale sul palco, che intratteneva queste famiglie e i nonni mentre si godevano la loro vacanza rilassante e i pochi ragazzi presenti. Durante il concerto mi sono imbattuto in una di quelle scene da brividi. Mentre le casse continuavano imperterrite a sputare musica Raggae, un bambino piccolo, di appena un anno, che aveva assistito al concerto sulle spalle del papà, appena posizionato sul passeggino, mentre nessuno lo vedeva, mi ha guardato, sorriso ed ha alzato il pollice facendo Ok! Il reggae è positivo ed è positivo anche nell’inconscio. Dalla musica possiamo imparare tanto, dalla musica di Bob Marley possiamo imparare tutto! Ho dormito su una spiaggia, senza trovare compagnia perche’ erano tutti troppo ubriachi!
GIORNO 6 FRANCIA Cavalaire sur Mer – Saint Maries de la Mer 250Km – Gitani di altri tempi
Da Cavalaire sur Mer, con le vesciche ai piedi già in stato avanzato dal giorno prima, decido di rovinarmi! Parto a piedi, molto positivo e spedito, e arrivo in tarda mattinata a Hyeres, dove prendo un bus che mi porterà a Toulon e da qui un treno per Marsiglia. Arrivo a Marsiglia nel primo pomeriggio. Appena esco dalla metro del centro, quella dove c’è il porto per intendersi, rimango un pò stupefatto, come a Nizza, per la grande quantità di persone che mendicano in mezzo a tutti quei turisti con la reflex al collo! Decido comunque di fermarmi un po’ a Marsiglia. Chiedo per trovare un posto economico per dormire al centro informazioni, e mi viene indicato un castello trasformato in ostello, fuori città, all’incirca 7-10 km, sul cucuzzolo di una montagna, al costo di 13 euro a notte! Sembra un sogno e io i sogni sono abituato a rincorrerli, infatti correndo mi dirigo là! Appena arrivo non trovo nient’altro che una grandissima delusione! Un vero castello francesce, una struttura bellissima, dove si ha il panorama su tutta Marsiglia, chiusa il 6 agosto per ristrutturazione. Decido di ridiscendere velocemente verso il porto, tutto questo con i miei 23 chili di bagaglio, zaino molto leggero e comodo devo dire, che però non mi ha fatto mancare niente, di questo ne sono certo! Che faccio? Rimango? Faccio rispondere questa domanda l’ufficio turistico. Mi scusi quanto costa andare a vedere lo Chateau d’If? 45 €. Mi scusi, dove si trova il raccordo autostradale più vicino? … bla, bla, bla… E così feci di nuovo l’autostop. Con fortuna raggiungo a breve Arles lasciando Marsiglia alla sua storia, non facendola incrociare per più di tanto con la mia, perchè io e Marsiglia la vediamo da due ottiche diverse e finchè non ci sei dentro non te ne puoi rendere conto! Arles Piccola cittadina, molto carina, ma a questo punto perchè non andare in un posto un pò come l’Africa, dove tutto è iniziato e tutt’ora tutto ha inizio, Saint Maries de la Mer. Provo ci provo, ma dopo tutti questi chilometri sembra impossibile raggiungere Saint Maries de la Mer a piedi, perché sulla strada di 20Km che la separa da Arles c’è un Parco Naturale dove vi si trova il delta del Rodano, dove le strade sono piene solo di faciendas con cavalli, dove è possibile, dove è possibile dormire, mangiare e fare safari fotografici. Quasi impossibile non cedere alla tentazione di fermarsi. Ma io voglio arrivare a Saint Maries de la Mer, voglio ascoltare musica zingaresca e divertirmi con altre culture e mondi! Saint Maries de la Mer è gemellata con Grosseto, città toscana.
A Saint Maries de la Mer a maggio si tiene uno fra i più importanti raduni di popolazioni nomadi provenienti da ogni parte d’Europa per festeggiare “La Madonna Nera” e queste si riuniscono attorno all’arena del paese, nella quale si tengono ancor oggi corride non cruente. Come previsto, non ce la faccio ad arrivare a piedi. Riesco però ad agganciare un passaggio in autostop e arrivo in piazza a Saint Maries de la Mer con gli ultimi raggi di sole che illuminano 10 girovaghi che cantano e suonano appassionatamente davanti ad una carrozza, una camper antico, che segna la storia del nomadismo del mondo! Adesso ho un problema, non so come trovare un alloggio. E’ la prima settimana di agosto, sono stanco, stanchissimo ed è tutto pieno! La spiaggia un po’ più sicura è lontana, ma attenzione… “botta di fortuna” Due ragazzi torinesi che avevano appena preso un appartamento all’ultimo minuto, riescono a convincere il padrone a farmi montare la tenda sotto la terrazza. Il cielo preannunciava l’arrivo di una tempesta e io devo a queste persone il mio dolce e asciutto riposo di quella notte. Grazie di cuore! Due birre, dopo una giornata così, hanno tolto ogni dubbio, barcollante a letto!
GIORNO 7 FRANCIA Saint Maries de la Mer – Cap d’Agde 130Km – Il bordello di tutti i sensi
Stamani dormo tanto! Almeno finche’ chi mi ha concesso la notte mi concede di dormire! Mezzogiorno, parto! Doccia in spiaggia e via, prossimo destino, da raggiungere a piedi, Cap d’Adge, molto noto in Italia per i video delle Iene sul bordello a cielo aperto più grande di Europa, in realtà si rileva una cittadina sul mare piena di emozioni, Cap d’Adge mi ha lasciato dei grandi e belli e dei piccoli e brutti ricordi! Forse è stata una delle cose più pazze che ho fatto in vita mia, andare verso Aigues Mortes senza acqua, per 20Km a piedi in mezzo ad una Riserva Naturale! Sono arrivato ho fatto acqua e sono ripartito per finire i miei 50Km a piedi arrivando a Montpellier. Montpellier è una città, carina e piena di energia. Sono stato un bel po’ a confronto con un ragazzo incontrato per strada che suonava la chitarra, un ragazzo tedesco arrivato fino a lì in un modo di vivere e viaggiare molto simile al mio. Da Montpellier sono partito nel primo pomeriggio, in autostop ho raggiunto Sete vicino ad Adge, e da lì a piedi, passo dopo passo ho raggiunto, anche per oggi, con dolore ma alla fine con gloria, il tanto atteso Capo di Adge! Cap d’Adge è un miscuglio di razze e colori in una scena antica di vie e porti, parchi e bocciodromi, la libertà e la positività che si sente nella gente di questo posto è alle stelle. Per questo prendo la decisione che Cap d’Adge e la mia storia si riuniranno in futuro, un giorno! Dopo aver mangiato uno dei migliori kebab turchi della mia vita mi cerco un posto per riposarmi, imbattendomi solamente in campeggi costosi, ma i parchi sono economici, anzi gratuiti, opto quindi per l’amaca e il parco. Mi addormento dolcemente ad un’ora fattibile, e alle tre di notte mi sveglio di sobbalzo. Sono tutto bagnato, e continuo a bagnarmi, convinto di uno scherzo o non so di cosa, scendo dalla amaca pronto ad uno scontro fisico, ma mi rendo conto che me la sto’ prendendo con un computer che dice di irrigare il prato ad alto getto con più spruzzatori, guarda il caso tutti diretti verso di me. E così è fatto, non ci posso fare niente! Smonto tutto, sono bagnato fradicio, con tutto lo zaino e i miei averi zuppi d’acqua, e non so’ neanche bene che tipo d’acqua. Mi ritrovo alle 3 di notte insonne a badare ad una distesa di panni e materiali infiniti che devono assolutamente asciugare prima della mattina. Il reggae mi ha accompagnato in queste lunghe ore di attesa, ed è stato un ottimo amico positivo!
GIORNO 8 FRANCIA Cap d’Agde – Cerbere 180Km – Visione oltre il confine
Da Cap d’Adge parto di prima mattina, a provare sono stato sveglio quasi tutta la notte! Direzione Narbonne a piedi! Porto il mio messaggio di pace e amore a tutti quegli automobilisti che passano in entrambe le direzioni, avendo sempre un riscontro positivo! Da Cap d’Adge a Narbonne sono 70 chilometri è impossibile farcela. Non so dopo quanto si ferma una macchina, accetto il passaggio per Narbonne! Arrivo a Narbonne, magnifica città di origine romana! Non mi fermo per tanto, perché vorrei arrivare al confine con la Spagna in serata! Richiesta di autostop per Perpignan raccolta da dei ragazzi francesi, bella compagnia e bella musica! Arrivo a Perpignan, giro veloce e partenza in bus per Banyuls sur Mer dove arrivo nel tardo pomeriggio. Da qui mi faccio un pezzo a piedi del Cammino di Santiago de Compostella, intraprendo un percorso che arrampica un po’ sulle colline, che nel giro di un paio d’ore e 10 km mi porta a Cerbere dove un campeggio comunale senza guardiano mi ospita a gratis! Nel campeggio di Cerbere, ormai è notte e io con la lampadina frontale, ballo e canto reggae, facendo per ore e per la prima volta in vita mia il bucato! Sento il rumore del mare, tira un vento fortissimo, quasi il fornello per cucinare non stà acceso, è notte fonda e decido di andare a dormire.
GIORNO 9 FRANCIA – SPAGNA Cerbere – Cadaques 40Km – Panorami d’oltre confine
Oggi è il giorno del cambio, il giorno in cui visiterò due nazioni straniere passando la linea immaginaria del confine a piedi! Sì, a piedi passo la vecchia dogana, arrivo dall’altra parte della montagna dove si ammira un panorama, alquanto surreale? Passo dopo passo, orgoglioso di essere arrivato in Spagna, dove le sigarette costano 3 euro meno che in Francia e 1 euro meno che in Italia, sono fiero di me! La vita in Francia è costosissima, mentre in Spagna è molto più economica anche a confronto con l’Italia! Arrivo a piedi a Llansa, nel tardo pomeriggio, dove mi metto a richiedere un passaggio in autostop per Cadaques. Richiesta accettata da una ostetrica spagnola. Ho partecipato per 20 minuti di macchina ad una lezione di medicina in spagnolo che segnerà la mia crescita professionale, ne sono certo! Arrivato a Cadaques, sulla spiaggia incontro un ragazzo e due ragazze scout francesi. Decidiamo insieme di andarci ad accampare su una collina poco distanti dal centro di Cadaques, il paese dove ha vissuto Salvador Dalì. A noi 4 si uniscono presto altri 4 ragazzi spagnoli di Barcellona che stavano facendo un trekking sulle montagne. E così, un italiano, 3 francesi e 4 spagnoli, passarono una fantastica nottata, a raccontarsi storie ed ad accamparsi illegalmente per la notte!
GIORNO 10 SPAGNA Cadaques – Rosas 17Km – I’am scout
E’ stata una sveglia eccezionale, vedere il golfo di Cadaques prima di notte e poi con le prime luci del sole, fa scorrere una sensazione di gioia, di benessere e non puoi che alzarti con un sorriso. Mi sveglio e sono a Cadaques! Ho passato la mia prima notte in Spagna, posso dire di essere energicamente carico! Conosco un sacco di gente. Un regista francese decide di registrare un video su di me e sul mio viaggio da caricare poi su internet. Mi ritrovo seduto su una panchina all’ombra, sulla spiaggia di Cadaques, a parlare per un’ora con un signore di 85 anni, le nostre storie vanno dalla politica, alla musica, dal lavoro, alla libertà, e nonostante quei 60 anni nel mezzo che separano le nostre generazioni io lo sento vicino a me, io sento quando una persona è viva! La mattina avevo lasciato gli scout francesi che volevano arrivare a Rosas lungo sentieri, perché io non me la sentivo, vedevo alte montagne, e con 23 chili di zaino, fare 20 chilometri in alta montagna, anche se a picco sul mare, correvo il rischio di non arrivare. Decido di tentare un autostop per Rosas, ma sulla strada trovo i ragazzi francesi che avevano fatto un pezzo di sentiero, ma vista la pendenza avevano deciso di rinunciare! Faccio l’autostop con loro. Ci dividiamo 2 e 2, le ragazze riescono ad ottenerlo quasi subito, come aspettato, io e l’altro ragazzo abbiamo un po’ più di attesa, ma poi una signora olandese, tra l’altro regista nel cinema, decide di darci un passaggio da Cadaques a Rosas. Rosas è una città sul mare, con un fiorente turismo, dove non è possibile bivaccare, si rischia oltre che alla manganellata dalla Mossos d’Esquadras anche 300 euro di multa. Gli ostelli sono cari, per una singola mi chiedono 50 euro a notte. Decido quindi di fare notte fonda in un internet café per aggiornare il mio sito internet, per poi proseguire camminando in direzione delle montagne sul mare, dopo 10Km e due ore di cammino nella notte, arrivo in un posto dove se mi cercano è impossibile trovarmi, tiro la mia tenda e mi ritiro per la notte!
GIORNO 11 SPAGNA Rosas – Barcellona 160Km – Questa è la mia strada
La notte mi accorgo che ho messo la tenda in pendenza, e ogni poco tempo mi ritrovo sul fondo della tenda tutto raggomitolato, dovendo continuamente allungare le gambe per far tornare il mio corpo alla sua posizione originaria. E’ stato così per tutta la notte, ma una sveglia naturale come questa, con il mare, il bosco, la montagna, la natura, gli animali sarà difficile da riascoltare e riammirare! Queste sveglie sono sensazionalmente uniche! Prendo a piedi e ripercorro quei 10 Km che hanno pareggiato i 50 euro del costo del letto in ostello e torno in direzione Rosas. Da Rosas mi immetto sulla strada principale con l’intento di arrivare a Barcellona in serata con piccoli tratti in autostop! In Spagna, al contrario che in Francia e in Italia, l’autostop è illegale: chi dà il passaggio rischia 300 euro di multa. Ma io, che in questo momento sto richiedendo un autostop, sono fiducioso. Confido nello smisurato senso civico degli spagnoli, in loro vedo uno spiraglio, vedo lo spiraglio di quando si infrange una legge perchè ti impedisce di aiutare il prossimo e viene quindi ritenuta ingiusta e inutile alla società. Suppongo che sia per questo che l’autostop spagnolo è stato il miglior autostop trovato nelle tre nazioni attraversate. Da Rosas a Figueres con un passagio in autostop con un ragazzo brasiliano dopo un’ora di attesa. Da Figueres a Girona con un passaggio in autostop con due ragazzi spagnoli dopo un’ora di attesa. Da Girona a Lloret de Mar con un passaggio in autostop con un ragazzo spagnolo dopo mezz’ora di attesa. Da Lloret de Mar a Barcellona con un passaggio in autostop con un ragazzo marrocchino dopo cinque minuti di attesa. Quattro passaggi in autostop, con quattro persone, quattro personaggi, in una sola parola, eccezzionali, che come conoscevo quello successivo rimanevo sempre più stupito! E’ stata una giornata strepitosa piena di energia positiva, ho conosciuto un sacco di gente oggi durante il mio percorso, a tutti loro ho trasmesso il mio messaggio di pace e amore, e tutti loro hanno ricambiato con rispetto e onestà, aiutandomi! Arrivo a Barcellona, devo raggiungere subito Plaza Catalunya. Passerò li la mia prossima notte insieme agli Indignados spagnoli. Ma arrivo in Plaza Catalunya e scopro che gli Indignados si sono ritirati! Ovvio, non essendomi più potuto informare, sono all’oscuro di tutto. Non ho idea delle news politiche: Islanda in piena rivoluzione e Gran Bretagna sotto assedio! Il mondo sta indubbiamente cambiando. I popoli, che fino ad oggi si sono sottomessi all’autorità di un individuo o di una classe sociale privilegiata, vogliono riprendere in mano le sorti dei propri Stati. L’Egitto, come molti altri paesi, è stato messo sotto assedio dai rivoluzionari, ribelli che lottano contro governi dittatoriali, capitalisti, anti democratici e anti liberali.
Vinceremo questa lotta, porteremo la pace, la libertà e la tolleranza sulla nostra Terra! Lotteremo pacificamente, senza ricorrere all’uso della violenza, cosi da disorientare e disarmare i Governi nemici. La Pace e l’Amore saranno le uniche armi vincenti, quelle che ci libereranno da tutti i mali della società! La seconda settimana di agosto a Barcellona ci sono principalmente cafoni italiani in cerca di ragazze, alcool e discoteche che hanno riempito tutti gli ostelli economici disponibili. Purtroppo però non me la sento di fermarmi in un palco o in spiaggia, c’è troppa gente in giro e sicuramente avrei qualche problema, quindi preferisco evitare, anche se non sono sicuro che potrei avere qualche problema, mi chiedo perchè qualcuno mi dovrebbe disturbare se dormo tranquillo da una parte? L’unica possibilità è che potrei essere derubato, ma derubato di cosa? Dei 50 euro che ho in tasca? Non conviene neanche! Alla fine riesco a trovare, dopo molta insistenza negli ostelli, e decine di telefonate, un posticino per una notte in un ostello in centro a 30 euro, ed essendo già buio da un po’ decido di accettare e riposarmi su un letto che non vedo da molto tempo! Era il primo ostello in cui entravo, un viaggiatore come me non è mai entrato in un ostello, è stato il primo della mia vita! Era pieno di Australiani, Canadesi, Sud Americani, Asiatici e Africani, un miscuglio di culture e di razze su cui poter dare spettacolo! Barcellona l’ho trovata una città eterogenea, c’è una rappresentanza di razze ed etnie diverse, almeno una persona delle 186 nazioni del Mondo è presente. Io penso di essere arrivato a parlare con 184 di loro, anche qui trasmettendo il mio messaggio di pace e amore, ricevendo rispetto! E pensare che questo messaggio di pace e amore che io mi sono portato dietro fino ad oggi arriva da un paese lontano ma è conosciuto in tutto il mondo grazie alla musica reggae di Bob Marley, la musica di un grande uomo che riesce ad entrare nei cuori delle persone! Decido dopo aver trovato l’ostello di andarmi a girovagare le vie di Barcellona, senza mappa, ma guidato dal mio fidato senso d’orientamento. Come penso, nulla è per è caso! A tutte le azioni c’è una risposta favorevole o contraria! Vengo invitato da dei signori mussulmani che stanno mangiando per il Ramadam, è quasi mezzanotte, e mi invitano a unirmi a loro… Io non stavo attendendo e desiderando altro! E’ stata una cena, dagli odori e dai sapori antichi, diversi e lontani dalla mia cultura, una cena dove se anche io ero una persona con idee e religione diversa dalla loro, è regnato il senso di pace e amore nei nostri cuori… E’ stata una delle esperienze più belle della mia vita, nonostante non sia stata la mia prima esperienza nel mondo arabo, ritengo che questa notte di Ramadam a Barcelona abbia cambiato qualcosa dentro di me, e sicuramente in positivo! La Rambla versione luci spente mi ha un po’ deluso, la credevo piena di vita con artisti di strada, musica e ragazzi liberi di fare e pensare… invece le strade notturne di Barcellona brulicano di poliziotti che “ammoniscono” a chi è per strada e cerca di vendere la birra a 1 euro. Bere birra per strada è un rito della cultura Spagnola. Su una parete dell’ostello, c’era una gigantografia che raffiguarava Pablo Picasso mentre azzardava la vendita di una confezione di lattine Estrella sulla Barceloneta.
GIORNO 12 SPAGNA Barcellona – Giornata interculturale
Il secondo giorno a Barcellona. Grazie ad un accordo preso con il ragazzo delle pulizie, anche lui italiano, ho potuto dormire a oltranza e non lasciare la stanza alle 11 come previsto dal regolamento. Mi sono alzato e sono andato subito a cercare un altro ostello dove poter depositare i 23 kg di zaino. Dopo aver attraversato Barcellona, in largo e in lungo, con zaino in spalla, bandiera del Rototom e messaggio di pace e amore, arrivo alla spiaggia della Barcelloneta, dove si trova il mio prossimo ostello! Oggi la prendo rilassante, girello, chiacchero, ma non faccio niente d’impegnativo come andare a visitare chissà cosa, voglio lasciare l’estetica di Barcellona per il mio ritorno. Ora voglio e ho sete di parlare con la gente, capire che pensa del mio viaggio, e questa giornata sarà dedicata interamente al contatto di quelle 184 persone diverse su 186 nazioni del mondo! Non le ho contate ma ne ho incontrate veramente di tutti i tipi e colori! E’ stato unico!
GIORNO 13 SPAGNA Barcellona – Tarragona 100Km – Roma esiste ancora
Anche questa mattina, riesco con un trucchetto ad accaparrarmi il letto fino al primo pomeriggio senza dover abbandonarlo come previsto alle 11 del mattino. Parto a piedi, direzione Tarragona, fortunatamente dopo due o tre ore di cammino, si ferma un ragazzo spagnolo che mi offre spontaneamente un passaggio per Tarragona, perché non accettare? Arrivo e rimango, esterefatto? Si forse è la parola giusta. Mai visto tanta Roma sul mare! Tarragona è una città romana, e mantiene sempre molto questo aspetto, sono state mantenute le strade, gli edifici e il magnifico teatro come erano nell’antichità duemila anni fa! Non è una grandissima città, si può paragonare alla mia Pisa come ampiezza. Arrivo sulla Rambla, che onestamente a primo impatto è molto più bella di quella di Barcellona. E’ più ampia, ha un aspetto molto interessante, non è piena di turisti e la gente che c’è, tarragonesi, si gli abitanti di Tarragona, sono magnifici! Vengo fermato, ripreso e intervistato sulla Rambla in più momenti da più persone. Decido di andare a dare un’occhiata a Plaza de l’Ajutamento, la Piazza del Comune, e chi trovo qua? Gli Indignados in assemblea! Ecco l’occasione che cercavo, per capire più da vicino la loro protesta, parlarci di persona e capire cosa vogliono! E’ stata una bella occasione per mettersi in gioco, confrontare i problemi italiani con quelli spagnoli, venedo a capo che in Italia stiamo peggio che in Spagna, anche se questi scambi di libertà di parola avvenivano sotto gli occhi indiscreti di un sacco di agenti di polizia in borghese, supportati se ce ne fosse stato bisogno di poliziotti in assetto anti-sommossa dietro l’angolo. Come è brutto scambiarsi opinioni in un clima dittatoriale! Finita l’assemblea, torno sulla Rambla, incappo in un gruppetto di sedicenni che contenti mi accompagnano al concerto reggae della serata! E’ sabato 15 agosto, nel mio paese, Castellina Marittima, sta’ salendo sul parco principale di Musica W Festival, niente pò pò di meno che Sir David Rodigan. Se stasera non ascoltassi un buon concerto reggae mi pentirei di essermi perso nei meandri spagnoli quando a casa mia nello stesso momento spazio-temporale, è uno spettacolo! Questa sera a Castellina vengo non applaudito, perché gli Eazy Skankers si dimenticano di me, comunque il mio regista preferito Mamo riesce a creare un ambiente video a me dedicato trasmettendo il mio sito internet durante il concerto! Il reggae è musica internazionale, si suona ovunque il 15 di agosto, in ogni angolo di questo pianeta, Bob Marley ha vinto! Un ottimo concerto con sound system, gruppo locale dal vivo e dancehall fino a mattina. Tanta la gente in piazza, molta energia che alza al cielo le anime protagoniste di una notte di pura follia!
La mattina vado a riposarmi con dei ragazzi che avevo conosciuto durante la festa la notte, e mi portano a casa loro, una palazzina occupata di 7 appartamenti dove avevano costituito un CSOA, un Centro Sociale Occupato Autonomo! Questi ragazzi sono stati veri amici, oltre a offrirmi il letto e da mangiare si sono comportati con me come se ci conoscessimo da una vita. Per questo decido di fermarmi ancora un giorno da loro e spero di rincontrali un giorno, in uno dei miei viaggi futuri!
GIORNO 14 SPAGNA Tarragona – Rispetto
Dopo aver dormito tutto il giorno decido che un’altra serata lì con loro non me la può togliere nessuno! Non mi ero mai fermato per più di un giorno tranne che a Barcellona, ma Tarragona, secondo un mio personale parere, la batte alla stragrande Barcellona da ogni punto di vista! Reggae, vibrazioni positive, anche per la seconda nottata tarragonese! I miei nuovi amici, si moltiplicano, triplicano e così via, e sono tutte persone eccezionali ognuno con una storia diversa da raccontare! Positive Vibration!
GIORNO 15 SPAGNA Tarragona – L’Ametlla de Mar 55Km – Manca poco…
Da Tarragona mi alzo in forma, parto nella tarda mattinata, destinazione L’Ametlla de Mar a piedi! L’Ametlla de Mar è un piccola cittadina turistica sul mare. Mi piazzo in un campeggio economico, perché devo fare il bucato per la seconda volta nel mio viaggio! Me la godo tra il bagno asciuga del mare e la piscina per il rimanente pomeriggio e la sera una bella pizza sfornata da un napoletano al forno a legna. Diciamo che per esse una giornata come tutte le altre ci posso stare…
GIORNO 16 SPAGNA L’Ametlla de Mar – Benicarlo 75Km – Ancora meno
Sveglia decente, parto a piedi destinazione Tortosa! Arrivato a Tortosa, curioso solamente per il nome, faccio un giro veloce. Entro in un bar, tutto sudato e affaticato dal cammino, mi rivolgo al bancone chiedendo una birra e dicendo che arrivo a piedi dall’Italia! Una delle tante scene favorite di questo viaggio! Entrare nei bar e nei locali spagnoli e dire che sei arrivato dall’Italia a piedi. In un secondo ti si riunisce intorno un gruppetto di persone curiose di conoscere la tua storia, parli con loro piacevolmente e onestamente, sorseggiando un po’ di birra. Questo ti fa sentire avvolto da un piacevole senso di soddisfazione che premia la fatica e gli sforzi fatti. Dopo l’oretta nel bar, e la seconda birra che generalmente viene offerta da chi è più sbalordito dal racconto, riparto da Tortosa per vedere se arrivo a Benicarlo! Per la strada per riscendere da Tortosa mi rendo conto che sono veramente stanco, le mie forze sono al limite, arriverò al Rototom distrutto. Ce la farò a saltare per 10 giorni? Spero con il cuore che il reggae mi dia l’energia necessaria per poterlo fare! Provo a fare un pò d’autostop, camminando, e eccoci, si fermano, e mi portano a Benicarlo, anche se non proprio in città, però mancano solo pochi chilometri! A Benicarlo decido di vedere se trovo una stanza singola ad un prezzo decente, ed eccola la mia stanza, il mio primo vero letto in tranquillità fuori da Centri Sociali e Ostelli caotici. Una dormita rilassante prima di 10 giorni di tenda al Rototom, e 16 giorni di viaggio dall’Italia! Costo della camera singola: 18 euro! Ci posso stare! Poso i bagagli, vado a mangiare e dopo internet point! Grandi novità stasera, che mi alzano tre metri da terra. L’Ufficio Stampa del Rototom e il quotidiano spagnolo El Pais mi contattano per avere una intervista. Vogliono che gli parli del mio viaggio, vogliono sapere come quando e perché, ricevo addirittura una mail da il Presidente del Festival, Filippo Giunta, che mi regala il biglietto d’ingresso per la missione compiuta, dall’Italia a Benicassim a piedi per il Rototom! Vado a dormire lieto e felice, sapendo che il giorno dopo sarà un grande giorno anche se purtroppo l’ultimo giorno di un grande viaggio!
GIORNO 17 SPAGNA Benicarlo – Benicassim 55Km – No Dolore No Gloria, arrivo al Rototom
Grande dormita! Vestiti lavati, cellulari e macchina fotografica carichi, energia da vendere, oggi è il grande giorno, il giorno in cui raggiungerò il Rototom Sunsplash dopo 17 giorni di viaggio! Parto, vado, corro, voglio raggiungere Benicassim presto, vado sulla strada nazionale e percorro velocemente 5, 10, 15 chilometri, passo dopo passo, ma ad un certo punto, cedo… Devo per forza prendere un mezzo di trasporto, non posso arrivare a piedi. Non perché non posso teoricamente farlo è perché non ce la posso fare fisicamente! Senza neanche chiedere il passaggio, che oramai arriva senza nemmeno chiederlo, si ferma un signore spagnolo di una cinquantina d’anni, che ha tutti i vinili di Bob Marley e verrà qualche giorno al Rototom. Mi accompagna sino a Benicassim! Sono arrivato, vedo il Rototom, avrò sempre un paio di chilometri per raggiungerlo, ma lo vedo e lo sento nell’aria, sono finalmente arrivato dopo 17 giorni di viaggio! E a questo punto mi sento… vittorioso? no, dolore? No gloria, prima il Pain, adesso è Glory.
ROTOTOM SPACE – Sensazioni di un Rototom particolare
Solo ricordare o vedere un video mi fa entrare in uno stato emozionale intenso! Questo Rototom, il Rototom Spagnolo del 2011, è stato unico! E’ l’anno del Tributo a Bob Marley per ricordarlo dopo 30 anni dalla sua morte. Ho avuto 10 giorni per incontrarmi con le più belle persone di questo mondo, per parlare e confrontarmi con loro, e tutto questo grazie ad un Rototom cresciuto in questi ultimi anni, un Rototom pieno di cultura, rispetto, pace e amore. Lo Staff del Rototom, in confronto con la prima edizione spagnola svoltasi l’anno passato, dopo 16 anni in Italia, si è dato molto da fare, raddoppiando i servizi e gli spettatori del Festival. L’Ufficio Stampa del Rototom mi ha dato la possibilità di rilasciare interviste a quotidiani spagnoli come El Pais e El Mediterraneo, inoltre mi hanno intervistato in diretta streaming per la Sunsplash Tv e per il video-documentario di questa edizione del Rototom (questi video sono disponibili nell’area Press del mio sito internet). I concerti quest’anno al Rototom sono stati spettacolari, oltre alla quantità abbiamo ascoltato anche una qualità, i più grandi artisti del reggae provenienti da tutto il mondo, per questo il Rototom Sunsplash un Festival reggae unico. Artisti del calibro di Stephen Marley, Capleton, Luciano, Shaggy, Jimmy Cliff, Ziggy Marley, Africa Unite, Rita Marley, Ky-Many Marley, Burro Bunton, Gyptian, Horace Andy e molti molti altri hanno reso questo Rototom, il Rototom per eccezione! Campeggio del Rototom. Esperienza unica? Risposta: Sì, bisogna viverlo per capirlo, è impossibile da raccontare e immaginare. Dovete capire che condividere qualsiasi momento della giornata con chi s’incontra per la strada davanti la tenda o girovagando per il campeggio, è una sensazione fantastica! Da provare per credere! Io mi sono fidato di tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino ‘campeggiante’, tutti si sono fidati di me, ed insieme abbiamo costruito dei rapporti, molti che rimarranno solidali nel tempo, spero… Descrivere 10 giorni di Rototom dopo aver parlato di 17 giorni di viaggio mi pare una cosa impossibile, non sono Super Man! Posso concludere che questo viaggio e questo Rototom sono stati una delle esperienze più significative e importanti della mia vita. Un grazie particolare per questo Rototom va’ a Eleonora e Diletta (eravamo sulla stessa barca)… senza di loro questa esperienza non sarebbe stata uguale!
“(…) al termine del tredicesimo Baktun [21-12-2012] si completerá il risveglio e la rinascita del genere umano che ci porterá al Mondo del Quinto Sole [la nuova era] nel quale inizierà la pace e la gente vivrà in armonia con la Madre Terra (…) ma, per giungervi, dovremo affrontare forze potentissime che cercheranno di bloccarci la strada (…) Il potere oscuro del decadente Quarto Mondo non potrá essere distrutto o sconfitto, sará troppo forte ed integro per esserlo, e quella è la strategia errata [la violenza]; il lato oscuro potrá soltanto essere trasformato e ció accadrà quando il popolo della luce si unisca e lo metta a confronto con la semplicità e la veritá (…)”
– Tratto dalla vera profezia Maya
RINGRAZIAMENTI
In primis i miei genitori che hanno concesso questo e contribuito economicamente. Lo staff del Rototom che mi ha dato la possibilità di parlare e regalato l’ingresso del Festival
Tutti gli automobilisti e tutte le persone che ho incontrato per la mia strada, tranne quello che mi ha rubato la macchina fotografica, ma si forse anche lui, che hanno contribuito a rendere questo viaggio unico!
Con questo viaggio ho lottato per una cosa: riportare il rototom sunsplash, il piu’ grande festival del reggae del mondo alle sue origini: “Italia” uniamoci e combattiamo pacificamente tutti insieme per non far affondare la musica reggae da una politica mediocre. Grazie a tutti quelli che sono riusciti a leggere fino alla fine! Grazie a tutti quelli che mi hanno aiutato alla realizzazione materiale del video (che potete trovare sul mio sito, all’indirizzo www.nopainnoglory.tk), in particolare Valentina, Eleonora, Diletta, Martina, Cristiano, Lorenzo, Mamo, lo staff del Rototom e tutti quelli che l’hanno fatto, ma non cito.