Cambogia, il paese del sorriso

Guardando la mappa dell’Asia abbiamo scelto la Cambogia come meta del nostro viaggio estivo sperando in una vacanza all’insegna del relax, della scoperta, della cultura. Speranze completamente soddisfatte perché la Cambogia è un paese estremamente tranquillo, la gente non aspetta ancora i turisti per approfittarne ma li cerca solo per...
Scritto da: Fef
cambogia, il paese del sorriso
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Guardando la mappa dell’Asia abbiamo scelto la Cambogia come meta del nostro viaggio estivo sperando in una vacanza all’insegna del relax, della scoperta, della cultura. Speranze completamente soddisfatte perché la Cambogia è un paese estremamente tranquillo, la gente non aspetta ancora i turisti per approfittarne ma li cerca solo per conoscere, per capire la curiosità verso il loro paese. Viaggiare in Cambogia è rilassante perché il verde delle risaie e del panorama ti accompagnano da nord a sud, il traffico è scarso anche se un po’ lento perché tutti sembrano rispettare i limiti di velocità La cucina è ottima e la pulizia di alberghi e ristoranti è sempre stata soddisfacente. Siamo partire ad agosto, periodo sconsigliato per il clima ma a parte qualche acquazzone, abbiamo sempre trovato uno splendido sole e tanto, tanto caldo. A differenza della maggior parte dei viaggiatori che arrivano in Cambogia dalla Tailandia per visitare solo la zona di Siem Reap e i magici templi di Angkor Wat, noi siamo arrivate in aereo direttamente a Siem Reap passando per la Malesia e abbiamo deciso di passare 3 settimane nel paese per scoprire le zone anche meno frequentate, per lo meno poco frequentate dagli italiani. Queste sono state le tappe del nostro viaggio: – SIEM REAP. – BATTAMBANG – PHNOM PENH – KAMPOT – SIHANOUKVILLE SIEM REAP E’ stata la tappa più lunga del nostro viaggio. Siem Reap è la base per la visita ai templi quindi è la località cambogiana più turistica in assoluto. E’ ricca di hotel più o meno vicini ai templi e il suo piccolo centro è pieno di locali dove fermarsi la sera per cena o per bere qualcosa. Noi abbiamo scelto un hotel sul lungo fiume e molto centrale in modo da poterci muovere solo a piedi. L’area dei templi è talmente vasta che c’è l’imbarazzo della scelta su cosa visitare e quanto rimanere. Sicuramente tre giorni sono sufficienti per vedere le zone più belle e interessanti. Da non perdere oltre al magico Angkor Wat: il Bayon, il Ta Prohm, il Banteay Srei, il Prasat Prei e il Beng Mealea. Questi sono tutti templi facilmente raggiungibili in tuk tuk. Conviene scegliersene uno per la giornata, contrattare una sola volta e avere il mezzo a disposizione fino a sera. Non vale invece la pena di fare il viaggio e perdere una giornata per vedere i templi più lontani di Koh Ker e tanto meno una gita al Fiume dei Mille Linga a meno che non si voglia fare una passeggiata tranquilla nella giungla, passeggiata che non offre grandi panorami. BATTAMBANG La cittadina di Battambang non offre molto, è più interessante il viaggio in barca per arrivarci partendo da Siem Reap. In estate infatti, quando il livello del lago si alza a causa delle piogge, è possibile spostarsi tra le due città in barca. Il viaggio è sicuramente lungo perché ci vogliono circa 8 ore (rispetto alle 2 in macchina) ma vale la pena farlo per vedere la vita sul lago, i villaggi galleggianti, tutto quello che accade sulle rive del fiume e del lago nonché alcuni tratti dove le imbarcazioni sono costrette a farsi largo tra una fitta vegetazione cercando di evitare gli scontri. Per chi volesse fare l’esperienza, consiglio vivamente di arrivare presto all’imbarcadero (non c’è un porto) per accaparrarsi un posto in barca. Gli ultimi che arrivano infatti sono costretti a sistemarsi sul tetto delle imbarcazioni e passare 8 ore sotto il sole cocente, non è proprio rilassante. A Battambang si possono visitare dei templi ma sono piccoli e non reggono il confronto se si sono visitati prima quelli di Siem Reap. Originali invece sono i treni di bambù, dei mezzi di trasporto creati dai locali per sfruttare i binari della vecchia ferrovia. Pensavamo fosse una cosa inventata a fini turistici e invece non è così. Questi mezzi sono destinati a sparire perché sembra che il Governo voglia ripristinare il servizio ferroviario con la Tailandia e quindi si potranno vedere ancora per poco. Abbiamo alloggiato alla guesthouse Bus Stop in centro. La sistemazione è economica e abbastanza pulita ma piuttosto triste. Sicuramente se dovessimo tornare, sceglieremmo la Villa, un bel hotel piccolo e curato dove potersi concedere anche un momento di relax in piscina. PHNOM PENH La capitale ovviamente è più grande e trafficata ma ancora non la si può definire una vera grande città a mio parere. La nostra visita qui si è focalizzata sulla storia recente del paese, su Pol Pot e i Khmer Rossi con la visita alla prigione di Tuol Sleng e poi al Palazzo Reale con la sua famosa Pagoda d’Argento. Abbiamo soggiornato all’hotel Pavillion, veramente molto carino. Offre delle camere accoglienti, una anche con giardino e vasca idromassaggio privati, ed è molto silenzioso. C’è un giardino con piscina dove la mattina si può fare una buona colazione. KAMPOT Questo paesone del Sud rappresenta una buona base dove fermarsi per visitare l’area circostante. La vita turistica si concentra lungo il fiume dove si trovano alcuni ristorantini, agenzie e centri massaggi. E’ una tappa obbligatoria per cena e per godersi la vista del tramonto sul fiume. Da Kampot in giornata si può raggiungere Kep con il suo Crab Market. Vale veramente la pena di arrivarci per l’ora di pranzo e sostare in uno dei ristoranti (baracche) sulla spiaggia per un abbondante mangiata di granchi, gamberi e pesce fresco. La spesa è limitata e la soddisfazione massima per chi ama il pesce fresco senza troppi fronzoli. Sulla via del ritorno si può visitare il temple cave, un piccolo tempio costruito in una grotta. Non vale invece la pena di visitare le piantagioni di pepe anche se le agenzie cercano di offrire questo tipo di visita. Altra possibilità è la visita alla stazione di Bokor, una località turistica dove, all’epoca della dominazione francese, gli espatriati andavano a prendere una boccata di fresco con vista mare. Al momento è in costruzione una strada che porta in cima alla montagna perché vorrebbero ricreare una stazione climatica nello stesso posto. Quando ci siamo state non era possibile salire lungo la strada in costruzione se non nell’ultima parte e comunque l’unico mezzo a disposizione era un camioncino e ci si doveva sistemare sul cassone. Per arrivare al camioncino comunque, è necessario camminare per qualche ora nella foresta accompagnati da guida e guardia. La camminata non è lunga ma la salita è veramente pesante soprattutto se si considerano la temperatura e tutti i chili da trasportare nello zaino (per l’acqua). A Kampot abbiamo alloggiato al Rikitikitavi, un piccolo albergo con pochissime camere, nuovo, molto carino, con un ristorantino vista fiume nel sottotetto. Sicuramente la migliore soluzione a Kampot. Accanto all’albergo, c’è un locale gestito da un australiano con moglie cambogiana che offre un ottimo piatto di maiale alla brace. La coppia è molto carina, è piacevole fermarsi lì la sera per fare 2 chiacchiere , conoscere gente e cenare.

SIHANOUKVILLE Ultima tappa del nostro viaggio, tutti ce l’avevano sconsigliata dipingendola come una località turistica di pedofili, ladri e gentaccia. Noi abbiamo deciso di andarci comunque perché volevamo passare qualche giorno al mare senza dover prendere altri voli per raggiungere le coste tailandesi. Non abbiamo trovato niente di quello che ci era stato detto, forse perché ci siamo andate in bassa stagione. La località non è molto grande ma è possibile scegliere tra diverse spiagge, da quella più popolare e affollata di Serendipity dove i lettini e le poltrone dei ristoranti arrivano fino all’acqua a quella più esclusiva del Sohka Beach Resort dove possono entrare anche gli esterni pagando 4$ al giorno. Vale sicuramente la pena pagare la cifra per avere un comodo lettino con ombrellone, telo mare, accesso alla piscina e una spiaggia bianca e perfetta di 1 km a completa disposizione. Abbiamo alloggiato all’Orchidee Guesthouse perché l’hotel che avevamo prenotato ha avuto dei problemi e ha chiuso il giorno prima del nostro arrivo. La guesthouse è pulita ma lo staff decisamente antipatico, il peggiore trovato nel corso di tutto il viaggio. Dopo alcuni giorni di riposo al mare, siamo tornate a Phnom Penh e da lì abbiamo ripreso il volo per Kuala Lumpur e infine per l’Italia. Alcune info pratiche: TRASPORTI: ci si può spostare con taxi privati o collettivi. Sono molto comodi per raggiungere i posti meno frequentati in piena libertà ma bisogna cercare un po’ per trovare quello più conveniente perché, soprattutto a Siem Reap dove sono più abituati ai turisti, tendono ad alzare le tariffe. In alternativa ci si può spostare tranquillamente con i bus locali, i servizi sono più o meno efficienti ma in ogni caso buoni ed economici. Per i brevi trasporti in città/paese ovviamente ci sono gli immancabili ed economicissimi tuk tuk. RISTORANTI: si può mangiare con cifre che vanno dai 5 ai 10$ e c’è sempre l’imbarazzo della scelta tra carne (soprattutto maiale) e pesce, verdure, frutta e l’immancabile riso ALLOGGI: gli alberghi sono buoni e puliti, non esistono hotel a 4 stelle eccetto un resort di Sihanoukville. Con tariffe dai 40 ai 70$ a camera si possono trovare ottime sistemazioni ovunque. VALUTA: esiste la valuta locale ma tutto si paga in dollari, anche agli sportelli del bancomat si prelevano dollari SICUREZZA: eravamo 2 donne sole in viaggio e non abbiamo mai avuto problemi né paure, nessun incidente spiacevole



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