Cambogia fantastica

Partendo per il Sud Est Asiatico pensavo che la Cambogia sarebbe stata la parte meno bella del viaggio (fra la splendida natura del Laos e il mare della Tailandia). Certo i templi di Angkor Wat avrebbero soddisfatto la mia sete culturale e riempito gli occhi, ma per il resto….e invece SORPRESA! La Cambogia è proprio un bel paese, con un...
cambogia fantastica
Partenza il: 01/12/2005
Ritorno il: 12/12/2005
Viaggiatori: da solo
Spesa: 1000 €
Partendo per il Sud Est Asiatico pensavo che la Cambogia sarebbe stata la parte meno bella del viaggio (fra la splendida natura del Laos e il mare della Tailandia).

Certo i templi di Angkor Wat avrebbero soddisfatto la mia sete culturale e riempito gli occhi, ma per il resto…E invece SORPRESA! La Cambogia è proprio un bel paese, con un paesaggio sorprendente (verdissimo, con bei fiumi e laghi con villaggi galleggianti , ma anche colline e montagne), un mare (le tante spiagge di Sihanoukville solo di poco inferiori alle celebri e decantate spiagge tailandesi) e soprattutto la bistrattata capitale Pnom Phen che invece è una bella città sul Mekong con un lungo fiume serale che è tutto da godere, con templi e palazzo realeall’altezza di quelli di Bangkok.

Fa male invece incontrare tanti questuanti, poveri madri con i figli in braccio che chiedono la carità anche sulle spiagge e tante persone, inclusi bambini senza gambe o con arti artificiali a seguito di incidenti fatali sulle famigerate mine antiuomo, a volte SIC italiane! Ho,confesso, saltato gli orrori di Pol Pot, i Killing Fields, le grotte e le fosse comuni, le camere di tortura dentro le quali il 50% della popolazione ha sofferto e perso la vita solo per non essere all’altezza del disegno folle del dittatore laureato alla Sorbona di Parigi che nell’arco di meno di 5 anni aveva costretto all’abbondono di tutte le città, la vita nelle campagne, spesso in campi di concentramento e faceva addirittura ammazzare i genitori dai propri figli.

Ho ancora nella testa gli orrori della mia gente istriana e giuliana, che seppure in misura minore aveva subito durante la seconda guerra mondiale gli orrori delle foibe e dei campi profughi nei quali pure io ho vissuto un paio di anni in fuga dalla prima pulizia etnica della Jugoslavia di Tito che prima di diventare il personaggio che ospitava i divi di Holywood nelle isole istriane di Brioni, aveva usato il pugno di ferro nei nostri confronti obbligandoci dopo interminabili persecuzioni all’espatrio e all’abbandono delle nostre terre. La Cambogia è stata una tragedia molto più grande e ancora oggi non è finita per colpa delle mine che continuano a mietere le loro vittime e la povertà di gran parte della popolazione che sconta l’aumento troppo alto della natalità a fronte di un governo alquanto corrotto che fa poco per risolvere i problemi del paese.

Ciononostante i cambogiani sono sorridenti e cordiali anche più dei laotiani che vivono in condizioni economiche e soprattutto culturali migliori (almeno nella parte centrale da me visitata di cui potete leggere il resoconto andando nell’apposita sezione, come quella della Tailandia che vado a postare in seguito).

E ci sono anche qui i telefonini, gli Internet caffè e tanti gipponi e auto di grossa cilindrata.

Ma veniamo al viaggio vero e proprio.

Arrivo all’aereoporto di Siem Reap mi viene un colpo appena scendo dall’aereo: un caldo infernale a differenza del fresco di montagna del Laos.

In comodo taxi raggiungo il centro della città di Siem Reap, piena di guest house ma anche grossi e lussuosi alberghi, con un traffico abbastanza caotico e …Bruttina tutto sommato.

Invece i templi di Angkor Wat sono in assoluto il sito archeologico più bello al mondo e lo dice uno che ha visitato quasi tuttie le località di interesse storico/archeologico nei vari continenti.

Voglio dire quattro cose a proposito di Angkor Wat.

Angkor fu capitale fra l’800 ed il 1400 dell’impero khmer che nel periodo di maggior splendore (intorno al 1300) occupava tutto il Sud Est Asiatico e contava ,la città,oltre 1 milione di abitanti praticamente come Roma al tempo della massima potenza. Nell’arco di sei secoli i re delle varie dinastie avevano costruito questi enormi e splendidi templi in una superficie di oltre 60 kmq., con mura estese, bassorilievi di grande valore artistico, facciate e statue di gran pregio mentre le case di legno sono andate distrutte dal tempo.

Questi splendori messi alla luce per opera di un grande archeologo francese che le scoprì intorno al 1860 sono stati restaurati in parte ed in parte lasciati coperti da enormi radici di alberi maestosi che affascinano con la loro potenza quanto le pietre sottostanti.

Detto questo e rimando a fonti più autorevoli per il resto, ho comprato la sera stessa del mio arrivo il ticket di 3 giorni per USD 40, soldi ben spesi perché sono stati 3 giorni di grande gioia culturale e non solo.

I templi sono immersi in un grande parco verde, con canali e colline e la temperatura e la visita sono piacevoli soprattutto se si fa in compagnia d’ un simpatico conduttore di tuk tuk che a bordo del suo mezzo a motore, con te seduto dietro su un comodo trono morbido, ti ferma davanti ad ogni Tempio, dicendoti il nome, combinando il giro giusto, facendoti osservare le cose migliori e aspettando pazientemente il tuo ritorno alla fine di ogni giro.

E’ questo il miglior modo per visitare Angkor Wat, meglio dell’assurdo e costoso auto taxi o della motoretta più veloce ma scomoda.

Per raggiungere i templi più lontani ho noleggiato un pulmino in compagnia di altri due turisti che avevo conosciuto strada facendo, ma si potevano fare benissimo in tuk tuk perché le distanze sono meno ampie di quanto si può pensare.

Siem Reap ha dei buoni ristoranti come il Dead Fish, praticamente la casa di Tarzan su vari livelli, tutta in legno con varie piante e un ottimo trio che canta dal vivo successi internazionali mentre mangi il pesce, le zuppe di pesce, i risotti o i noodles (spaghetti) con pesce, carne varia e verdure.

Ci sono anche qui i massaggi e gli internet caffè e servono parecchio per rilassarsi dopo ore di templi e per raccontare tutti gli splendori visti in giornata.

Dopo Angkor Wat che ripeto è il sito archeologico più bello al mondo (meglio delle piramidi di Egitto, dei templi greci, delle piramidi atzeche ,maya e inca).

Solo la valle di Pagan in Birmania, da me visitata l’anno scorso, può competere con Angkor Wat, ma è unabella lotta e propenderei per Angkor Wat nonostante Pagan sia stato un sogno quasi impareggiabile.

Lasciati i templi prendo la barca veloce e percorro in parte l’enorme lago di Tonle Sap con case galleggianti e canali simili a quelli incontrati nel sud della Florida, nel parco Everglades.

In continuazione proseguiamo lungo un bel fiume, con villaggi bucolici e raggiungiamo l’interessante città di Battambang.

Città media, con traffico intenso, lungofiume, belle piazze e tanti mercati e negozi.

Avevo letto della bella campagna circostante e decido di fare una escursione in moto.

Mi accompagna un giovane studente che si guadagna gli studi facendo la guida turistica a bordo del suo motorino biposto. I motorini qui trasportano anche 4 persone, una famiglia intera come le berline da noi.

Percorriamo la bella campagna cambogiana con lasua diga,i campi di riso, visitiamo una fattoria di contadini che coltivano arance ed ananas e mi fanno assaggiare una insalata di frutta ed il fantastico vino di riso alla frutta che stanno producendo nel medesimo istante della mia visita.

Il vino di riso non è eccezionale, ma lo diventa a mio parere con la frutta e si trova solo presso i contadini che la coltivano. Non nascondo che ho preso una mezza balla, perchèun bicchierino tirava un altro e …Tanto non guidavo io. Mi pento di non aver comprato una bottiglia, perché successivamente l’ho cercata ed ho trovato solo il riso di vino senza la frutta che non mi piace.

Abbiamo visitato il tempio delle banane in cima ad una collina che si raggiunge salendo lungo una irta scalinata e mi vien da ridere pensando al racconto che avevo letto su Internet di un indiano britannico che aveva salito il medesimo posto in compagnia della sua pigra e sbuffante amante tailandese in tacchi a spillo.

Il tempio è molto antico e suggestivo e la vista eccezionale sulla valle sottostante.

Vengo avvicinato da un vispo e simpatico bambinetto che si offre di accompagnarmi ad una grotta sottostante con statua di Budda. Parla un buon inglese a differenza degli adulti locali che macinano solo qualche parola.

La grotta non è niente di speciale, di più il giro attorno alla collina ed il tempio più moderno sottostante che ammiro, facendo conoscenza con i bonzi, giovani ragazzi simpatici che mi invitano a visitare anche il loro monastero.

Vorrei fare una disquisizione sul buddismo e sui bonzi. Delusione!!! Quasi tutti i bonzi hanno il telefonino e sono più interessati al tuo orologio ed ai tuoi occhiali che a discorsi sulla religione e sull’anima. In teoria dovrebbero fare una vita sacrificata, piena di obblighi e limitata, ma mi pare che i tempi son cambiati e anche loro sono attirati dal consumismo e materialismo occidentale.

Il posto più bello dell’escursione è comunque il panorama mozzafiato dalla collina sopra il lago Tonle Sap e la visita del paesino sottostane con povere capanne di bambù e tetti di paglia lungo l’istmo che porta all’imbarcadero.

L’ escursione mi piace così tanto che decido di accettare la proposta del giovane studente che si offre di accompagnarmi anche il giorno successivo per un altro itinerario interessante.

Così partiamo e …Dato che durante la notte aveva piovuto, dopo una decina di chilometri ci troviamo impatanati nel fango in quanto la locale strada per un pezzo consistente non era stata pavimentata con pietre come le altre. I fuoristrada procedono e noi a stento e dobbiamo fermarci ogni tanto per liberare le ruote dal fango.

Finalmente la strada diventa percorribile e raggiungiamo Pailin, la capitale di Pol Pot in una bella vallata verde con montagne circostanti che dividono la Cambogia dalla Tailandia.

Visito un tempio in collina con vista panoramica e conosco il pittore che sta affrescando le mura del tempio. E’ un simpatico trentenne con il quale riesco a capirmi in tedesco da me studiato a scuola e da lui conosciuta durante il suo breve e rimpianto soggiorno tedesco.

Pailin è famosa per le gemme preziose, rubini e zaffiri oltre a pietre minori.

I prezzo sono alti, ma sono invogliato a comprare una bella pietra zaffiro a circa 100 dollari.

Purtroppo ho portato poco contante e non riesco ad incassare l’importo presso la vicina filiale della banca canadese con la mia carta di credito. Peccato, era sicuramente un affare.

Raggiungiamo una bella località famosa per le sue cascate d’acqua ed il paesaggio mozzafiato con alberi d’alto fusto e bungalow di bambù. Purtroppo la pioggia della notte precedente ha reso difficile l’accesso. Lo raggiungiamo comunque attraversando anche un torrente in piena e ammiriamo la bella cascata. Non c’è praticamente nessuno e per raggiungere la cascata maggiore bisogna aprirsi il varco attraverso il sentiero chiuso dalla vegetazione.

Il mio accompagnatore mi fa desistere a malincuore asserendo addirittura la pericolosità per brutti incontri con serpenti e tigri. Peccato, comunque anche le cascate inferiori erano degne di visita.

Il ritorno è fantastico:saliamo sopra un fazzoletto di 2 metri quadri, moto inclusa, in compagnia di altri 4 ragazzi sul trenino di bambù, attraversando uno splendido tratto di campi di riso, in piedi con il vento in faccia, prima del tramonto.

Lasciata Battambang nonsenza rimpianti, raggiungo Sihanoukville dopo 5 ore di comoda corriera Con soste per il pranzo,la merenda,la pipì a bordo della strada per non arrischiare di saltare sopra una mina antiuomo.

Arrivo giusto in tempo per ammirare il più bel tramonto di tutto il viaggio sulla spiaggia di Serendipity.

La spiaggia di sabbia giallina è lunga, piacevole con acqua pulita e calda e tanti bar e ristorantini dove si mangia il pesce, ascoltando buona musica e sorseggiando birra o cocktail esotici al lume di candela in totale relax , rotto solo dai tanti questuanti che ricordano il tormento dei vucumprà sulle nostre spiagge.

Non fraintedetemi, ho dato il mio e ho compatito tutta quella povera gente ma dopo un giorno non ne potevo più.

Così sono sconfinato nella esclusiva Sokha beach con tanto di albergo a cinque stelle e poliziotti agli estremi della spiaggia.

Mi son fatto passare per cliente dell’hotel ed ho passato la giornata in totale relax, senza il tormento dei questuanti, addirittura in costume adamitico perché in tutta la spiaggia c’erano meno di 5 persone e dopo 20 anni di naturismo in Istria, ma anche nella mia Sistiana (Trieste) ho avuto voglia di nuotare e prendere il sole come mamma mi ha fatto.

C’era una barca di pescatori che stavano pulendo le reti a pochi metri da me. Li ho raggiunti a nuoto ed ho mangiato le ostriche che mi hanno offerto come antipasto e concluso con una grigliata favolosa di pesce appena pescato nel vicino villaggio di pescatori, con frittelle di banane e riso per dessert e birra di contorno, il tutto per 1 dollaro! Il giorno dopo ho voluto visitare anche la spiaggia Victory con isola antistante e tramonto da mozzafiato. La spiaggia è molto stretta, ma i bar fanno sentire ottima musica sulettini soffici da sballo.

Dopo qualche ora di totale relax decido di fare una passeggiata fino al molo e strada facendo incontro dei ragazzi locali impegnati in una partita di beach volley. Mi invitano a partecipare e mi diverto un sacco, ricevendo i complimenti per l’ottimo servizio che fa conquistare buoni punti e la loro compassionevole discrezione per il resto.

La sorpresa del mattino successivo è l’incontro con la coppia di amici spagnoli, Ruth ed Ignazio di Bilbao che avevo conosciuto in Laos la settimana precedente e che mi invitano a partecipare alla loro escursione in barca sulle isole circostanti.

Accetto di buon grado e passo una splendida giornata in barca, presso spiagge incantevoli, nuotando in un mare ricco di pesci colorati e coralli.

Il giorno dopo parto per Pnom Phnem, rassegnato ad una parte meno piacevole e invece dopo un primo impatto di caos e traffico, scopro una bella città con templi e palazzo reale che non hanno niente da invidiare a Bangkok.

Visito il famoso bar ristorante sul lungofiume dove si ritrovavano i corrispondenti della stampa estera durante il regime di Pol Pot ed il Museo Nazionale che da solo vale la visita della città.

Tale museo raccoglie pezzi preziosi (statue e bassorilievi ) presi dai templi di Angkor Wat ma anche da altre località di interesse storico artistico del paese.

La pagoda d’argento è bella ma deludente in quanto il famoso pavimento d’argento è quasi interamente coperto da tappeti. Comunque i palazzi vari, i cortili e soprattutto i giardini sono incantevoli.

Infine scopro in bicicletta il lungofiume frequentato dai giovani che vengono a prendere il fresco e amoreggiare in una zona ricca di bar, ristorantini e addirittura un gigantesco luna-park.

La partenza è triste perché questo paese mi ha preso, ma adesso è la volta dello splendido mare tailandese con l’isola di Phuket, Phi Phi Island, Krabi e zona circostante e la baia di Phangang.

Chi fosse interessato può seguirmi nella sezione tailandese.

Ciao a tutti Gianni



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