Calorifero e Frigorifero: info e racconto 2
IL NOSTRO VIAGGIO Arrivati a Keflavik il 08/08 sera subito ci siamo diretti a Reykjavik nell’appartamento prenotato per tre notti; la posizione è centralissima! Difficile entrare nella capitale nel senso che i cartelli vanno per settori cittadini per lo più con abbreviazioni o distinti con lettere dell’alfabeto. Per chi è diretto nella nostra stessa zona state sulla Ring Road e giunti alla periferia della capitale seguite i cartelli per l’aeroporto di Reykjavik (quello dei voli domestici da non confondere con quello di Keflavik) ed una volta in zona prendere la via Njalsgata; da lì con qualche svolta siete in centro! I parcheggi pubblici a Reykjavik sono con tassametro nei giorni lavorativi dalla mattina fino al pomeriggio; in serata e nel w.e. Sono gratuiti. Essendo “sbarcati” nella capitale di sabato sera e per giunta giorno del Gay Pride il famigerato Run Tour notturno è stato veramente chiassoso, avremmo voluto farne parte per curiosità ma la stanchezza del viaggio ha prevalso. Il primo giorno l’abbiamo dedicato al Circolo d’oro (Golden circle) visitando quindi il parco Thingvellir sede del primo parlamento islandese e luogo ove si può camminare nella spaccatura tra la zolla del continente americano e quello europeo (curiosità: l’islanda è l’unico posto di questa spaccatura che stia sopra il livello del mare) e la zona di Geyser con il “turisticissimo” Strokkur che erutta con una frequenza di circa 6 minuti ed un getto di una decina di mt. Lì abbiamo anche il primo incontro con fanghi ed acque che ribollivano “fumosamente” dal terreno: finchè non vedi non puoi immaginare fino in fondo, per non parlare dell’odore sulfureo che si sente e che ti accompagnerà per gran parte del viaggio (l’Islanda è costellata di punti come questo!). Infine abbiamo fatto tappa alla prima grande cascata del ns viaggio, Gullfoss che cade in una fenditura nella roccia creando letteralmente un muro di spruzzi e vapori d’acqua. Peccato averla vista in un momento nuvoloso, chissà quali giochi d’arcobaleno avrebbe creato col sole! Il resto della giornata è dedicato ad una breve visita della meravigliosa Reykjavik, lasciandoci trasportare dalla sua essenza ammaliante! Il secondo giorno in teoria doveva essere una “faticata” di A/R per la zona dello Snaefellsjokull famoso per essere il luogo da cui parte l’avventura di “Viaggio al centro della terra” di Verne ma abbiamo desistito (per timore di eccessiva distanza) ed abbiamo trovato un’alternativa molto carina suggerita dalla L.P. Abbiamo infatti raggiunto la cittadina di Hveragerdi facendo tappa prima all’ufficio turistico per i dettagli e poi oltrepassando l’abitato, dirigendoci verso la montagna. Infatti con una camminata di circa un’ora (in andata) nella valle Olfusdalur abbiamo percorso bei paesaggi costellati da solfatare e bocche fumanti, totalmente al di fuori del “turismo di massa”; abbiamo raggiunto il fiume della valle Reykjadalur che ci ha offerto un bagno nelle sue acque calde con panorami sulle verdi montagne circostanti (fortunatamente con l’unica mezz’ora di sole della mattinata!). E’ stata un’avventura incredibile ed emozionante! Nel pomeriggio ci siamo diretti a sudovest lungo la strada 42 + 427 (bellissimi panorami sulle montagne, i campi lavici, gli ovini al pascolo, la flora, la vista del mare) diretti alla LAGUNA BLU (sulla cartellonistica la troverete scritta Blàa Lonid o Blue Lagoon). L’abbiamo trovata “turistica” (forse perché ore prima eravamo “a mollo” nel fiume caldo con meno di 15 persone in totale!) ma bisogna assolutamente farci tappa. Ricordarsi che la doccia preventiva negli spogliatoi è da farsi senza il costume per questioni di igiene (l’acqua della laguna è naturale, non ci sono prodotti chimici antibatterici e disinfettanti) e che la struttura è dotata di armadietti tecnologici con braccialetto elettronico che funge da chiave e da pagamento per le consumazioni al pool bar (con pagamento delle stesse a consuntivo, all’uscita). Il giorno successivo lasciamo Reykiavik diretti a nord, ad Akureyri, la cosiddetta capitale del Nord. Niente Ring Road per questo trasferimento: abbiamo deciso di fare la pista interna n° 35 detta Kjolur (si imbocca nei pressi della cascata Gullfoss). Non ci sono fiumi senza ponte da guadare quindi ok per la ns 4×4. E’ molto lunga, circa 200km, e per certi versi stancante ma ne vale la pena visto che trova posto fra due ghiacciai. Panorami bellissimi! Giunti ad Akureyri abbiamo visitato il centro, molto piccolo come tante altre cittadine. Non rimane in cima alla ns lista di preferenze ma sarebbe falso dire che non ci sia piaciuta. Graziosa la chiesa e qualche caseggiato del centro. La mattina seguente visitiamo Godafoss, la cascata degli dei chiamata così perché l’oratore delle leggi fu chiamato a decidere quale religione dovesse essere praticata dall’intera nazione, una volta deciso, vi gettò tutti simulacri delle divinità. Può essere visitata da entrambi i lati: a ns avviso la sponda dx ha una migliore visuale. Poi ci dirigiamo verso un’altra pietra miliare islandese: il lago Myvatn! My=moscerini, Vatn=lago quindi avrete già capito cosa ci aspettava: moscerini moscerini moscerini! Abbiamo seguito il consiglio di una TPC confezionando a casa dei sacchetti di retina realizzati con un pezzo di zanzariera comunque tenete presente che lì intorno vendono il medesimo articolo. Perché serve una protezione per il capo? Perché questi moscerini sono attratti dall’anidride carbonica quindi rischiate di riempirvi naso e bocca ad ogni respiro. Torniamo al fascino del Myvatn: è un grande lago, ricchissimo di avifauna ma la grande particolarità è che è costellato di pseudocrateri. Tanto per fare una descrizione banale, immaginate un lago ricco di isolette a forma di vulcani tutti ricoperti d’erba. E’ un fenomeno naturale, la lava eruttata, scendendo verso il lago molti anni fa è caduta nelle acqua di questo lago. Gli ammassi di lava, cadendo in acqua a blocchi hanno creato delle bolle di gas al loro interno (per reazione con l’acqua) e riemergendo hanno preso questa forma. E’ una cosa spaziale !!!!!! Noi l’abbiamo visitato nei pressi di Reykjalhid e ci sono percorsi accanto agli pseudocrateri che vi faranno trascorrere volentieri un’oretta o più. Abbiamo poi proseguito sulla strada 863 diretti a Kafla e Leirnjukur costeggiando Hverir denominata “la cucina dell’inferno” perché è uno sterrato dai colori bizzarri (sfumature di rosso, marrone, bianco e l’azzurro lattiginoso dell’acqua) costellato di buche fumanti, sempre per ricordarti che anche sotto i tuoi piedi la terra VIVE e RESPIRA !!!! Kafla e Leirnjukur sono punti interessanti per imparare ed ammirare campi immensi di lava ancora fumante, solfatare e centrali geotermiche. Consigliamo di andarci! Nel tardo pomeriggio ci siamo diretti a Husavik il paese famoso per il Whale Watching. Husavik un paese veramente grazioso e con un paio di musei: quello della balena ed un bizzarro museo fallologico (non abbiamo avuto il “coraggio” di entrarci ma ci sono esemplari di molte specie conservati secondo varie tecniche). Ad Husavik sono due le società che organizzano whale watching (con più uscite al giorno): Gentle Giants e North Sailing. Forse nei mesi più turistici, tipo Agosto, meglio prenotare prima. 13 agosto mattina: Abbiamo fatto circa una decina di avvistamenti quindi siamo stati soddisfatti dell’esperienza ma abbiamo preferito quando l’avevamo fatto in Canada nel 2007. Questo perché là eravamo più vicini ai cetacei per via della diversa imbarcazione (zodiac contro barca tipo pescatori) e per il luogo (era una baia ricca di ciò di cui si cibano quindi avvistamenti più numerosi). Nel pomeriggio abbiamo visitato la cascata Dettifoss, la più IMPONENTE d’Europa: senza parole! Possiamo solo dire che è maestosa e che crea un canyon molto affascinante. Ritorniamo poi nella zona del Myvatn per prenotare la gita di domani (vedi sotto), fare una camminata nella zona di Grjotagia (grotta sotterranea e campi lavici con vegetazione tipica e salita ad un vulcano spento – ndr – salita ripidissima ma che almeno dona una bella veduta panoramica sul Myvatn. C’è ancora (ovviamente) tanta luce, sono le 18.00 passate ed un certo languorino inizia a presentarsi; che fare? Una simpatica merenda in un posto davvero curioso! Infatti nella località Vogar c’è la fattoria “Vogafjos“ simpaticamente segnalata con un cartello a forma di mucca che vi invita ad entrare per ristorarvi. La fattoria ha un bar ristorante ben tenuto e con un buon menù e la particolarità è che la parete che divide la parte “agricola” dalla parte ristorazione è un vetro quindi mentre si sorseggia un bicchiere di latte, si mangia una fetta di torta o altro si assiste alla mungitura delle mucche e a tutte le altre attività della stalla. Divertente! Per il giorno successivo abbiamo deciso di affidarci ad un tour organizzato (Myvatn Tours) che parte dal parcheggio dell’ufficio turistico di di Reykjalhid, sul lago Myvatn. Biglietti disponibili all’ufficio turistico appena citato. Il motivo di fare l’escursione con loro è la lunga percorrenza da fare (che ci avrebbe stancato non poco)e perché c’è un fiume da guadare in auto e non volevamo trovarci in panne o nei guai con l’autonoleggio. La gita dura circa 11-12 h e prevede : – passeggiata lungo alcuni fiumi – percorso nei campi lavici che creano un deserto (nel senso che non c’è vita animale e vegetale); sapevate che gli astronauti Armstrong e Aldrin si allenarono qui un paio di giorni per prepararsi al viaggio sulla luna? Al loro rientro sulla terra dichiararono che era il posto sulla terra più somigliante alla luna – visita ad Akia (immenso lago in un cratere spento) scenario di una tragica e misteriosa scomparsa di due ricercatori nel secolo scorso e bagno nel tiepido lago azzurrognolo dell’adiacente cratere: il Viti : ahhhhhhhhh che spasso!!!! PS(da non confondere con l’altro cratere Viti in Islanda, quello è di acqua fredda!) – visita alla gola del drago: drakkegil L’indomani dobbiamo scendere a sud, diretti a Hofn ma sapendo che i km sono molti dobbiamo cercare di stare sulla Ring Road il più possibile rinunciando alle bellezze dei fiordi orientali quindi per l’ennesima volta ascoltiamo il consiglio della L.P. Ovvero per chi è a corto di tempo può fare una deviazione di un’oretta soltanto visitando solo Seydisfjordur che ben rende l’idea di cosa sono i fiordi orientali. La strada che porta a Seydisfjordur è la 93 e la si prende all’altezza di Egilstadir. Seydisfjordur è una perla incastonata tra acque scure, scogliere e verdi montagne che “lacrimano” cascatelle. Consigliato! Giunti a Hofn (un po’ stanchi) facciamo un’altra pazzia chilometrica: ci spostiamo verso ovest ancora per circa 100 km per vedere Jokursalon ancora con la luce. E’ una baia a ridosso del mare (circa 11km2) con iceberg galleggianti; sono bocchi di neve ghiacciata che si staccano dal ghiacciaio e finiscono qui. Poi pian piano (alcuni impiegano anche più di un anno), entrano nel mare. Alcuni iceberg erano anneriti ma poi per il resto è un “duello” tra il bianco e l’azzurro; i due colori giocano, si mescolano, a volte domina l’uno a volte l’altro. E’ impressionante. Qualche piccolo iceberg prende il via verso il mare mentre quelli più grossi si fanno modellare dall’acqua e dall’aria creando sagome che solo la natura può fare. Tra rotolii e rumori sordi tanti gabbiani e qualche foca completano il quadro. Volendo si potrebbe fare un’escursione di mezz’ora con un mezzo anfibio ma noi preferiamo rinunciarvi risparmiando qualche soldo perché anche da riva si rimane a bocca aperta. Decidiamo di ritornare a Hofn per cena e riposino “da terza età” perché oggi è Ferragosto e udite udite, c’è uno spettacolo pirotecnico alla baia degli Iceberg! Quindi verso le h.23 ripartiamo per Jokursalon (servono circa 45min per raggiungerla da Hofn) e ammiriamo i fuochi d’artificio in questo contesto insolito e unico. I fuochi vengono sparati proprio dagli iceberg quindi i riflessi dei vari colori sul ghiaccio e sull’acqua sono incredibili. Che fortuna essere in questa zona proprio oggi ! Per il giorno dopo avevamo prenotato un’emozionante escursione in motoslitta con la società Glacierjeep. Ti attendono al piccolo parcheggio che incrocia la n°1 con la n° F985 all’orario stabilito, poi con una superjeep ti portano in quota (circa 15km); lì ti forniscono tute termiche + casco (ed eventualmente anche stivali se non indossi scarponcini) e poi via…… in motoslitta sul ghiacciaio più grande d’Europa, il Vatnajokull (settore Skalafellsjokull) !!! Bisogna seguire la pista percorsa da una guida, tutti in fila indiana, e poi si fa una sosta sulle nevi perenni per godere il panorama, scattare foto ed ascoltare qualche spiegazione su dove ci si trova etc. L’escursione costa un po’ ma a noi è piaciuto moltissimo. Per chi non ama questo tipo di brivido in alternativa c’è un giro in superjeep sulle nevi. Anche altri ghiacciai islandesi ospitano avventure come questa se può interessarvi. Il pomeriggio l’abbiamo dedicato a piacevolissime passeggiate nel parco naturale Skaftafell perché oltre al panorama in sé che è veramente bello, esso ospita la cascata probabilmente più affascinante di tutta l’Islanda: Svartifoss (Svarti=nera Foss=Cascata). Sembra un organo le cui canne sono delle colonne basaltiche a sezione esagonale (o forse più). Alcune “canne” si sono spezzate naturalmente col passare degli anni quindi ai piedi della cascata o guardando all’insù i pezzi ancora “attaccati” è possibile comprendere la forma della sezione. Questa roccia che fa da parete è appunto nera per la sua quasi totalità. Un vero gioiello della natura. Passeggiando nei sentieri del parco abbiamo ci siamo fermati anche a Sel che è un esempio di fattoria con tetto di torba. Troverete la porta aperta, visita gratuita e fai da te (i cartelli sulla porta vi invitano ad entrare). Il prossimo paese che ci ospita è Vik (Vik i Myrdal il nome completo), anch’esso ci è piaciuto molto. Ha una bella spiaggia scura con bei faraglioni e a 10km di distanza c’è Dyrholaey e il santuario degli uccelli marini. Nel mare ci sono formazioni rocciose bizzarre, colonne e archi. Le alte pareti della scogliera ospitano moltissimi uccelli, principalmente le buffe pulcinelle di mare (puffins in inglese) e gabbiani. Attenzione perché nella prima metà dell’estate la zona è off limit perché periodo di cova. In sostanza il nostro viaggio termina qui perché la mattina è stata impiegata per tornare alla penisola di Reykjanes (dove si trovano la capitale e Keflavik); unico cenno da fare è che lungo il tragitto abbiamo visitato la cascata Skogafoss a prova di spruzzi ad altezza d’uomo perché la si ammira da sotto e da molto vicino! Pomeriggio di saluto con rammarico a Reykjavik e partenza per il ritorno a casa la mattina seguente. Davvero un viaggio a tutto tondo, un po’ costoso ma che ripaga con gli interessi! N&M