California, Nevada, Utah, Arizona: che meraviglia
Come graditissimo regalo di Pasqua… Ecco il sole! Passando per il Civic Center, ci dirigiamo verso Alamo Square, famosissima per le sue caratteristiche case vittoriane con sullo sfondo i grattacieli! Veramente splendido! Andiamo poi fino al quartiere Castro e salendo sul Mission Dolores Park abbiamo dominato con lo sguardo la città! Ritornati su Market Street (sul mio tram milanese!), mangiato un boccone al Burger King, seguiamo le rotaie dei cable car, su e giù per le vie di San Francisco, fotografando qualsiasi cosa ! Alla sera cenetta a base di pesce al Fisherman’s Warf, foto notturna al Bay Bridge illuminato! Tornati in albergo ultimo graditissimo regalo!! le mie valigie sono arrivate!! 17/4 SAN FRANCISCO – MARIPOSA Chilometri tappa: 336 Km Svegliati con una magnifica giornata di sole e cielo blu! Sarà il primo di una lunga serie! Per nostra fortuna! Colazione in Fisherman Wharf con cappuccino e brioche.. Niente male! Dopo vari acquisti in Fisherman Wharf siamo andati al Pier 39 per vedere i leoni marini che si rosolavano beatamente e pigramente al sole. E finalmente siamo riusciti ad intravedere da lontano il Golden Gate! Puntatina alla Lombard Street perchè alla mattina il sole è perfetto per fotografarla. Dopo pranzo in macchina torniamo prima un salto in Alamo square per fotografare le case vittoriane, questa volta col cielo blu, e poi raggiungiamo Il Golden Gate! Un impatto veramente notevole! Attraversare quel ponte protagonista di molti film! Bellissimo veramente! Il ponte ha su ambo i lati una ciclabile ben divisa dalla strada. Abbiamo parcheggiato al viewpoint e siamo tornati indietro a piedi fino a metà ponte per poter ammirare la baia di San Francisco. Poi in macchina abbiamo preso una strada che saliva su delle colline verdissime per fotografare in tutta la sua bellezza il ponte con sullo sfondo San Francisco. Che colori! Ma l’albergo di Mariposa ci stava già aspettando… E quindi dato un ultimo bacio alla città abbiamo iniziato il nostro vero viaggio America on the road! Per uscire dalla città abbiamo fatto un bel po’ di coda.. L’unica della vacanza! l’autostrada fuori san Francisco a 5 corsie passa attraverso un paesaggio verdissimo, con dolci colline con qualche mucca al pascolo. Sembrava una Toscana senza case e tutta a pascoli! Rilassante! Abbiamo fatto la spesa in un supermercato di Patterson, preso un bella scorta di acqua e qualche cibaria per i periodi di “carestia”! E che gentili i “commessi” del supermercato… Per chi vuole, portano anche la spesa alla macchina! Siamo arrivati a Mariposa alle 9.00 di sera.. Sfiniti.. Tanto per cambiare! Albergo classico americano con le camere che danno su di un ballatoio e la macchina parcheggiata davanti alla stanza.. O quasi. Camera pulita e anche qui il lavandino non è in bagno ma nella camera… Vista l’ora e la “grandezza” del paese (non riusciamo a scorgere nessuna luce) siamo andati a mangiare una steak in un locale di fronte al Best Western… Accompagnata dal solito bicchiere 95% ghiaccio 5% coca-cola… (beh forse esagero… Con la percentuale di coca cola… Lezione n.1: prima cosa da dire al cameriere: NO ICE PLEASE!) poi alle 22.00 “gentilmente” ci hanno detto che il locale chiudeva!!! I ristoranti e fast food americani servono la cena dal tardo pomeriggio (molti già dalle 16.00) sino alle 22.00.. Sappiatevi regolare! Albergo: Best Western Yosemite Way Station 4999 State Highway 140, Mariposa, California, 95338-9700, US Prezzo camera: 75$ 18/4 YOSEMITE Chilometri tappa: 163 Km Ed eccoci qui alla scoperta del primo dei tanti parchi da visitare, lo Yosemite N.P. Sveglia alle 7.30 da Mariposa, almeno un’ora di auto per arrivare al parco. Non c’è nemmeno una nuvola!! Strada praticamente deserta, tanto da faticare molto per stare nei limiti. La cosa un po’ strana è che passiamo in valli senza nemmeno una casetta, un paesino… Tutto perfettamente deserto. Arrivati al parco, chiediamo il National Park Pass. Che gentile il ranger! davvero una persona squisita! Ci spiega per bene a cosa serve il Pass, per quanto tempo dura, tutto con un sorriso davvero simpatico! E siamo riusciti così a spendere i 50 $ gentilmente “regalati” dalla British! Come in ogni parco ci danno una cartina e un depliant che assomiglia molto ad un giornale, con tutte le informazioni. Orari del Visitor Center, trail, distanze da un punto di interesse e l’altro. Proprio molto ben organizzati! Entrati nel parco, ci dirigiamo subito verso Tunnel View, sulla strada verso Wavona, girando a destra poco dopo l’ingresso. Da qui si ha una vista veramente fantastica sulla Yosemite Valley, con l’aggiunta del tocco di bellezza delle Bridaveil Falls sulla destra. Visto com’era orientato il sole decidiamo di visitare queste cascate nel pomeriggio per poterle fotografare in sole. Proseguiamo quindi nel parco parcheggiando la macchina in uno dei parcheggi ad uso giornaliero. Ci muoveremo un po’ a piedi e un po’ in autobus (servizio che collega i vari punti del parco, ma onestamente le distanze, eccetto per la fermata delle Vernall falls, sono davvero minime e il bus risulta una perdita di tempo). Un’ottima idea sarebbe girare il parco in bici. La strada è tutta in falsopiano.
La visita del parco in questa stagione è limitata, in quanto non si può accedere alla strada del Glacier Point. E inoltre tutta la zona verso il Tioga pass, la parte del parco che dicono più selvaggia, ci è preclusa. La cosa invece positiva di questa stagione è che si possono ammirare le cascate con una portata d’acqua considerevole. Per prima cosa ci dirigiamo verso le Yosemite Falls. La cascata si getta un una conca piena ancora di neve. Molto bella! Si potrebbe anche salire verso le Yosemite Falls Upper, ma visto il tempo che abbiamo a disposizione preferiamo fare il trail che porta alle Vernall Falls. Non siamo stati molto fortunati perchè non si poteva salire nella parte alta delle Vernall Falls perchè il sentiero era sbarrato con un cartello che avvisava pericolo caduta massi. E quindi possiamo solo vederle dal basso.
Scesi da quel trail andiamo a piedi fino al Mirror Lake, un laghetto in cui dovrebbe specchiarsi l’Half Dome. Però lo troviamo grande poco più di uno stagno. Peccato.
Nel ritorno verso Mariposa ci fermiamo a fotografare la Bridaveil Fall e, già che ci siamo rifacciamo una capatina al Tunnel View per salutare degnamente la valle! Nel complesso la valle ci è piaciuta, anche se sono paesaggi che si trovano tranquillamente nelle nostre Alpi. La vista dello Yosemite da Tunnel View ricorda invece il Canada con le sue distese di conifere! Molto ma molto bello! Rientrati a Mariposa ci fermiamo a mangiare al Red Fox, un ristorantino che si trova sulla sinistra. Lo consiglio! Ottima l’insalata che ho mangiato che tanto di fragola! Comunque anche il resto era proprio buono! La cosa che più abbiamo apprezzato è stata la cameriera, cordiale come tutti gli americani finora incontrati, che ci ha conquistato anche con l’originale sistema di servire ai tavoli: portava un enorme vassoio appoggiato alla spalla con le nostre pietanze e con l’altro braccio portava uno sgabello pieghevole sul quale appoggiava poi il vassoio per servire! Abbiamo poi scoperto che è una tecnica molto usata nei ristoranti americani.
Dopo la gustosa cena, torniamo al nostro albergo per una meritata doccia! 19/4 MARIPOSA – SEQUOIA – RIDGECREST Chilometri tappa: 637 Km Francesca, svegliati con calma che tanto oggi è una tappetta di trasferimento… Così Adri esordisce il 19 Aprile… Molto ingenuamente come potete vedere dai km effettivi di tappa! Non arriveremo mai così tardi al motel come questo giorno…
Quindi partiamo con calma da Mariposa, e dopo aver fatto dell’ottima benzina a meno di 3$ al gallone (3,78 litri mi pare… Proprio come in Italia!), eccoci fra colline verdeggianti e venditori di frutta, in direzione Kings Canyon. L’ultimo tratto di strada è davvero in salita… Tanto da trovarci in un paesaggio totalmente invernale, con almeno mezzo metro di neve!!! Fantastico!!! Il cielo è limpidissimo, la giornata mite, la neve bianca che rende ancora più luminoso il tutto, e il bellissimo colore delle Sequoie… Che bello il primo impatto con questi giganti! Breve passeggiata al trail del General Grand Tree nei pressi del visitor Center, fino al famoso General Grand Tree. “Ottimo” pranzo a base di pane americano, salame e formaggio (beh almeno così c’era scritto sulla confezione…), e via per un tentativo di esplorare il Kings Canyon. Il tempo ahimè è tiranno, e la strada nel Canyon è chiusa, pertanto torniamo immediatamente sui nostri passi per dirigerci verso il Sequoia Park. Questa strada, che al mattino non era praticabile, viene fortunatamente aperta e possiamo raggiungere rapidamente il Sequoia Park attraversando una suggestiva foresta. Parcheggiamo l’auto nei pressi dell’albero più grande del mondo, il General Sherman… Notevole!!! Sembriamo proprio piccolini in confronto! Correndo qua e là su oltre mezzo metro di neve facciamo la breve passeggiata fra le varie Sequoie… Piedi inzuppati, ma ne valeva la pena! Il colore e la grandezza di queste piante sono davvero entusiasmanti! La neve è tanta, e la visita al Moro Rock e al Tunnel log ci sono precluse… Peccato davvero, ci tenevamo proprio a passare con la macchina sotto alla Sequoia per la classica foto vista più volte in internet. Peccato!!! Ma dall’altra parte, vedere il tutto così luminoso grazie alla neve ci ha dato delle soddisfazioni, vediamo un po’ i lati positivi!!! Lasciamo quindi il Sequoia N.P. E scendiamo verso Three rivers, per una strada di montagna piena di curve… Superata una diga che forma un grande lago, imbocchiamo una strada tutta dritta… Francesca mi fa sbagliare a imboccare la strada 155, e così ci ritroviamo più a sud del previsto. La tentazione sarebbe di scendere ormai fino a Bakersfield, ma dopo aver tirato a sorte, torniamo sui nostri passi e imbocchiamo la strada consigliata da Street & Trips come la più veloce… Chi lo sa se poi sia effettivamente così… C’è un bel tramonto ma la strada (peraltro circondata da tante belle colline) che dovrebbe condurci a Lake Isabella non finisce più, anzi si sale e si sale fino a 2000 metri… Vediamo pure un cartello del Sequoia Park e iniziamo a preoccuparci (ancora al Sequoia park dopo tutto questo tempo???), perchè la benzina diventa sempre meno e in fondo sono passati tanti km nei quali non abbiamo visto che due casette… E nessuna macchina! Arriveremo o no a Ridgecrest la sera? Nessun cartello ci dà conforto per diversi km, troviamo solamente indicazioni sull’altitudine… Dove siamo finiti? A un certo punto una luce, finalmente! Notiamo di essere arrivati in una stazione sciistica… E finalmente anche un cartello Lake Isabella ci dà conforto. Pochi km di discesa ripida e finalmente ecco un po’ di vita… Niente di che, siamo a Wofford Heights, ma almeno è qualcosa. Di corsa a fare benzina e poi per la cena non ci resta che mangiare in macchina un’ottima cena by McDonald… Era rimasto aperto solo il drive thru… Che fatica farsi capire! Alla fine non riuscendo a pronunciare nemmeno il nome di un panino senza ridere, passiamo dal microfono direttamente alla cassa, e finalmente possiamo addentare qualcosa… Imboccato da Francesca coi mitici “pollini” (pollini da pollo, non con l’accento sulla ò) del Mc, prendiamo di corsa la strada per Ridgecrest, i km saranno ancora un centinaio. Con il cruise control sempre al limite di velocità, eccoci per un’altra strada fortunatamente dritta e scorrevole… Peccato che sia buio e una miriade di topi e lepri ci attraversano la strada incuranti del pericolo… Discesona finale ed ecco le molte luci di Ridgecrest… Raggiungiamo velocemente il motel 6, il più economico di tutta la vacanza… Ma non ci si può di certo lamentare! Camera pulita e ci sarebbero anche piscina e lavanderia… Ma fra 6 ore massimo 6 e mezza si deve ripartire… è decisamente meglio andare a nanna, sognando la Death Valley…
Albergo: Motel 6 178/S China Lake Blvd US 395 AT SR Ridgcrets, CA, USA, 93555 Prezzo camera: 35$ 20/4 RIDGECREST -DEATH VALLEY- LAS VEGAS Chilometri tappa: 518 Km Ore 5:45… Driiiiiiiiiiiiinnnnnn… Anzi no… Bip bip, bip bip, bip bip… Di già?!?!? Vabbè dai stasera andremo a nanna prima… Finalmente! (…Certo come no…) Partenza a razzo per le vie deserte della deserta e desertica Ridgecrest, imbocchiamo la bella strada dritta dritta e a volte con qualche dosso che ci condurrà alla meravigliosa Death Valley. La giornata è piuttosto calda, ma è meglio così, non sarebbe nemmeno bello visitare la Valle della Morte con il fresco. Passati per Trona, una cittadina con delle cave di zolfo e una puzza di uovo marcio che metà basta… (in pratica un lago mezzo prosciugato, un po’ di fabbriche e quattro squallide casette… Eh già, i paesi americani… Un agglomerato di case attorno alla strada principale) scappiamo in fretta e ci avviciniamo alla Death Valley da Panamint Springs, dove incontriamo anche un abile ciclista che con un mega zaino sulle spalle affronta la salita all’uscita della valle. Superato Panamint Springs, lasciamo la macchina a fianco della strada e ci incamminiamo verso Sand Dunes. Che bella passeggiata fra queste belle dune di sabbia dorata con dietro le montagne scure! Seconda fermata con deviazione al Salt Creek interpretative trail… Un piccolo corso d’acqua con pesciolini piccolissimi in mezzo alla valle, e dei simpatici uccellini che si muovono a gruppi numerosi. Speriamo di trovare la zona fiorita (beh almeno un pochino…), ma ahimè era solo un’illusione… Sosta pranzo a Furnace Creek dove sotto le palme ci riprendiamo un attimo. Visita al campo da golf più basso del mondo (ah questi americani…), e poi partenza verso Badwater, con sosta al Golden Canyon e la Red Cathedral, non male! Raggiungiamo quindi Badwater e facciamo due passi sul sale. Sembra di stare quasi in montagna… Se non che notiamo un bel cartello del “sea level” sulle rocce 87 metri sopra a dove siamo noi. E’ il 19 aprile e la temperatura si aggira sui 34°C. Nel ritorno prendiamo la deviazione per il Devils Golf Course (il campo da golf del diavolo… Che si può vedere nella terza foto a fianco). Dopodichè percorriamo l’Artist Drive, una bella strada panoramica circondati da rocce dai colori più svariati… Dal giallo al marrone al rosso al verde all’azzurro al rosa. Meraviglioso l’Artist Palette, dove tutte queste rocce le troviamo ravvicinatissime! E’ il tardo pomeriggio, il cielo ahimè è pallido e con molta foschia, ci dirigiamo quindi all’uscita della Valle. Prima però sosta al famosissimo Zabriskie Point. La vista più famosa è un po’ accecante a quest’ora (sarebbe proprio bello venirci all’alba.. Sarà per la prossima volta…) ma anche le varie rocce attorno a questo punto meritano decisamente. Sarà uno degli scorci più belli della vacanza! Non contenti e assolutamente contrari a lasciare questo posto spettacolare, ultima puntatina a Dante’s View, dove si può dominare tutta la valle dall’alto! E’ giunta l’ora di riprendere il nostro “cammino”. Un bellissimo tramonto ci accompagna mentre attraversiamo Pahrump, cittadina vicino a Las Vegas. E’ ormai buio quando arriviamo nella capitale mondiale del gioco d’azzardo… Le luci arrivano fino a molti km di distanza… Che effetto, dal deserto alla mega città in un attimo!!! Prendiamo la strada a molte corsie a fianco della Strip e scorgiamo subito il nostro bellissimo albergo, davvero simpatico… Ma che fatica fare l’ultimo tratto in mezzo a taxi che sembrano formiche impazzite… Raggiungiamo l’hotel e dopo un veloce check-in passiamo con le valigie in mezzo alle slot machine per raggiungere la camera. Sono già le 21:30 e corriamo a cercare un buffet per la cena. Con un passaggio molto breve tutto all’interno raggiungiamo il Luxor… Buffet veramente ben fornito e di qualità! Peccato essere arrivati tardi… Ci hanno costretto ad abbuffarci in 35 minuti (beh sono stati anche sufficienti dai…). Perdiamo qualche dollaro alle slot finchè esausti decidiamo che è meglio andare a dormire… Domani è una lunga giornata e ci sono un sacco di alberghi da visitare! Albergo: Excalibur hotel & casinò 3850 Las Vegas Blvd South Las Vegas, Nevada (USA) Prezzo camera: circa 75 dollari il giovedì, 145 il venerdì (il venerdì e sabato sera purtroppo a Las Vegas i prezzi degli alberghi raddoppiano ovunque. Meglio comunque prenotare molto tempo prima per avere prezzi più bassi) 21/4 LAS VEGAS Dopo aver svegliato la dormigliona, eccoci pronti alla scoperta della Strip e dei suoi famosissimi alberghi e casinò! Partiamo dal Luxor, il più suggestivo con la sua struttura a Piramide. All’interno c’è una grandissima Hall in stile egizio. Ci guardiamo attorno e lo sguardo verso l’alto fa davvero impressione. Le stanze sono tutte sui “lati” della piramide… (in pratica le stanze più in alto sembrano quasi sospese ad almeno 30 metri sopra di noi in verticale)… Notevole!!! Proseguiamo poi per il New York New York, col suo ottovolante e le stanza nei grattacieli (ovviamente non manca la statua della libertà!), e successivamente ci incamminiamo verso il Bellagio, dove assistiamo al primo spettacolo delle fontane… Che viene eseguito ogni mezzora di giorno e ogni quarto d’ora la sera. C’è molta gente per la Strip, tantissimi turisti… E tantissimi rompiscatole a cercare di distribuire volantini di dubbio gusto… Ma d’altronde siamo nella città del peccato! Giretto al Paris con la sua Torre Eiffel e l’arco di trionfo, poi il Cesar Palace che ricorda Roma e il Flamingo coi suoi animali esotici. Sosta per un pranzo al buffet del Flamingo… Niente di che! Pomeriggio dedicato all’Aladdin (bellissimo l’Interno col suo soffitto e i suoi negozietti), il Mirage (dove poi torneremo a cena… Ottima varietà ma inferiore a quella del Luxor), al Treasure Island ma soprattutto al Venetian… Dove vediamo qualcosa di incredibile… L’esterno con il ponte di Rialto e le gondolette tipiche, il campanile di S.Marco, e all’interno una bella Hall, il casinò, ma soprattutto il secondo piano, con i canaletti riprodotti con grande attenzione. Pazzesco!!! Dopo cena aspettiamo lo spettacolo dell’eruzione vulcanica al Mirage (che caldo quando “erutta”!), ed in seguito assistiamo a 4/5 spettacoli delle fontane del Bellagio, diverse a seconda della musica di sottofondo… Senza fiato lo spettacolo con “God bless the USA” di Lee Greenwod.
Esausti, dopo una breve tappa alle slot del Bellagio (in fondo 10 dollari se li meritano per le fontane … Beh cerchiamo di consolarci così!), e una veloce occhiata al MGM e all’interno del NY NY, a notte fonda (senza nemmeno renderci conto dell’ora), torniamo nella nostra stanza… Domani si tornerà nella natura! 22/4 LAS VEGAS – ZION N.P. (SPRINGDALE) Chilometri tappa: 404 Km Sveglia molto calma e successivamente partenza per Zion. Usciti da L.V., il nulla… Una strada da 75 miglia orarie… Fortuna che c’è il Cruise Control.
Sosta pranzo a S.George per un pranzo da Denny’s e una rapida occhiata all’outlet sulla strada in fondo alla cittadina, si parte subito per Sprindgale…
Spostiamo l’orologio avanti di un’ora e ci accorgiamo che di tempo per Zion ne abbiamo veramente poco!!! Gitarella velocissima col bus (non si può fare altrimenti), ma pensiamo che è meglio tornare rapidamente alla nostra macchina… Abbiamo in testa una gita al tramonto ad un parco ad un’ora abbondante di strada da Springdale, il Coral Pink Sand dunes.
La strada sopra Springdale è piena di curve e molto in salita, con tanto di galleria stretta e buia… Appena usciti ci troviamo in un paesaggio molto particolare, con delle rocce striate veramente belle! Ma non c’è molto tempo… Il sole scappa… Infatti arriviamo al Coral Pink Sand dunes quando ormai gli ultimi raggi di sole baciano questa bellissima sabbia rossa… Dalla quale spuntano anche delle conifere. Molto suggestivo… Spettacolare per gli amanti del fuoristrada.
Tornando verso Zion in questa calda giornata, ci fermiamo per una “romanticissima” cena del sabato sera a Mount Carmel Junction. Ritorno a Springdale e nanna al nostro Quality Inn. Albergo: Quality Inn At Zion Park UT 079479 Zion Park Blvd, Springdale, UT,US, 84767 Prezzo camera: 90$ 23/4 ZION N.P. – BRYCE CANYON Chilometri tappa: 225 Km Partenza alle 8 da Springdale… Ahimè il cielo è nuvoloso… Ci fermiamo per qualche foto alle rocce particolari di Zion. Uscendo dal parco, non possiamo che notare i ranger… Molto puntigliosi… Non li avevamo mai visti così preoccupati nel chiedere il pass e nel misurare la lunghezza dei camper. Imbocchiamo la 89 e poi la UT12, direzione paradiso terrestre… Bryce Canyon arriviamoooooooooo!!! Sosta brevissima al Red Rock Park (più che altro un paio di foto-stop dalla strada)… Ma la mente è già a Inspiration point! Scendiamo dalla macchina e di corsa sul precipizio per ammirare lo scenario più spettacolare dei nostri 15 giorni americani… 5 minuti senza fiato e senza nemmeno scattare una foto… Il panorama è tutto da gustare… Di posti belli ne abbiamo visti, ma più bello di questo è difficilissimo trovarne… Ripresi dalla forte emozione, dopo un veloce pranzo, è l’ora della passeggiata nel canyon. Percorriamo i famosi Navajo Loop e Queens Garden Trail (scendendo da Sunset point e risalendo poi a Sunrise point), assolutamente da non perdere. Una discesa all’interno di questo bellissimo anfiteatro è meravigliosa… Anche se nel cuore resterà per sempre la vista panoramica! E’ pomeriggio, e mentre il giorno precedente a Zion c’erano anche 25°C a 1500 mt, il tempo peggiora e cade pure qualche fiocco di neve (beh a oltre 2500 mt c’è da aspettarselo… 20 giorni prima aveva pure nevicato molto, ma ormai le tracce sono quasi del tutto sparite). Con l’auto scendiamo verso sud e visitiamo un po’ tutti i viewpoint. In ogni caso, nulla a che vedere con il famoso anfiteatro.
Breve sosta in albergo… Sperando esca il sole per ammirare il tramonto da Sunset point. Beh… Quando si apre un attimo il cielo è ormai troppo tardi, ma non importa, siamo già molto felici così! E’ stata comunque una giornata indimenticabile. Cena al Ruby’s Inn (buffet a base principalmente di carne) e nanna… Che freddo!!! Albergo: Ruby’s Inn, Bryce 1000 South Hwy 63, Bryce, Utah 84764 Prezzo camera: 80$ 24/4 BRYCE CANYON – MOAB Chilometri tappa: 521 Km 24 Aprile… Tanti auguri Adri!!! Peccato sia una giornata da dimenticare… Forse la mamma di Adri 27 anni fa stava pure meglio… Usciamo dalla stanza alle 6 per assistere all’alba da Sunrise Point… Temperatura -8°C, fortuna che siamo ben coperti… Mentre il sole illumina l’anfiteatro con tutti i fotografi appostati coi loro cavalletti… Adri crolla… Congestione tremenda… Sarà forse colpa del cibo? O forse più probabilmente si è dimenticato di dire NO ICE la sera prima e ha trangugiato un bicchierone d’acqua ghiacciata in un secondo? Di certo la giornata sarà da dimenticare anche per me, che mi sono dovuta sorbire oltre 500 km di macchina con un mezzo cadavere sul sedile a fianco… Con varie soste… Ma andiamo con ordine: lasciato il paradiso (beh si poteva lasciarlo meglio…), prendiamo la UT-12 della quale ne abbiamo sentito parlare molto bene. A dire il vero ci aspettavamo molto di più, molto più bella la prosecuzione della strada lungo la UT-24, nella zona di Capitol Reef. La strada è anche piuttosto trafficata… Quel giorno a quanto pare c’era una tappa di un percorso d’auto d’epoca del museo di Phoenix, che sembrano poco attente ai limiti di velocità… Lasciata la bella UT-24, circondata da rocce molto particolari… Ci dirigiamo per una breve visita alla Goblin Valley (una deviazione della UT24 a nord di Hanksville… Forse il tratto di strada “più rettilineo” della vacanza), dove troviamo delle formazioni rocciose molto particolari che riempiono un’intera vallata.
Visto lo stato di Adri non abbiamo molto da raccontare… E sicuramente non ci siamo gustati appieno il percorso… Ma è meglio andare a Moab, tentare di mangiare qualcosa di commestibile (ci buttiamo su un piatto di pasta al pomodoro… Beh certo che come pomodoro fa davvero pietà…) ma almeno Adri, che avrà perso un kg e mezzo in 24 ore (come se ne avesse bisogno…), riesce a mettere qualcosa sotto ai denti…
Andiamo al nostro motel (nella norma, con una buona colazione compresa… Dico buona perchè scopro i waffle… Non so se si scrive così.. Sono delle cialde che gli americani riempiono con sciroppo d’acero… Noi con marmellata… Ma mi piacciono molto!), e mentre Adri cerca di guardare il suo canale preferito, The Weather Channel, ci addormentiamo beatamente… Non ce la facevamo proprio più…
Albergo: Moab Valley Inn 711 S Main Street Moab UT US 84532 Prezzo camera: 80$ 25/4 MOAB – ARCHES – MOAB Chilometri tappa: 110 Km Giornata da dedicare al parco nazionale di Arches, dove ci sono un’infinità di archi naturali. La giornata è davvero stupenda e fortunatamente Adri si è ripreso.
Iniziamo l’esplorazione del parco da Park Avenue (completamente contro sole), quindi fuggiamo rapidamente per il Double Arch, vicino al Turret Arch e alle “Windows”. Molto suggestivo il Double Arch (veramente grande, come potete vedere nella prima foto… Francesca c’è in basso a destra ma non si vede!).
Consigliatissima la visita al Sand dunes Arch, un arco che non stupisce tanto per la sua conformazione, quanto per la sua collocazione in una piccola spaccatura fra le rocce su un terreno di sabbia giallo/rossa. Un po’ d’ombra per rinfrescarsi un attimo. Pranziamo con i soliti panini prosciutto e formaggio (portatevi del cibo, dato che la strada all’interno del parco è lunga e posti in cui danno del cibo non ne abbiamo trovati). Breve gita ai Devil’s Garden nella zona più a nord, dove ci sono dei trail per vedere alcuni archi, su tutti il lunghissimo Landscape Arch, del quale per i fotografi consigliamo la visita al mattino! (per noi infatti è tutto controsole).
Ma siamo al piatto forte della giornata. Il famosissimo Delicate Arch… Che abbiamo già visto al mattino da un punto panoramico molto più in basso che non dà la minima idea di quello che troveremo poi lassù… L’arco è raggiungibile invece con una camminata di 2,5 km. Per quanto uno possa vedere foto e foto anche con luce stupenda di questo arco, per quanto si vedano mille cartoline in tutti i negozietti nelle zone vicine… Questo arco vi stupirà, sia per la maestosità, sia per la collocazione in un particolarissimo “anfiteatro” scavato dall’acqua… Foto di rito anche sotto all’arco, e poi ci mettiamo con molti fotografi in attesa del tramonto (beh un momento prima del tramonto…), quando la luce si fa più rossa e rende ancor più spettacolare il tutto! Questa vista sarà l’emozione più forte di tutta la vacanza dopo il Bryce Canyon! La giornata è stata molto bella e soprattutto rilassante… Dopo i km e km ci stava decisamente una tappa tranquilla, con brevi passeggiate, soste ai vari archi e passeggiata serale in questo magnifico luogo… Quindi torniamo a Moab (una discreta cittadina… Certo la solita strada principale con attorno quattro case… Ma almeno c’è un po’ di movimento!) 26/4 MOAB – MONUMENT VALLEY – KAYENTA Chilometri tappa: 406 Km I lavori in corso in America sono minimo 7 miglia alla volta… Un omino blocca il traffico in un senso, e una macchinina guida le macchine prima da una parte e poi dall’altra per tutte le 7 miglia… La striscia in mezzo alla strada è arancione, mentre ai lati è bianca… Lasciando perdere queste piccole informazioni, torniamo al nostro viaggio! Usciti da Moab incontriamo una strada molto scorrevole (a parte quelle miglia di lavori in corso) da 65 mph, e non incontriamo grossi paesi eccetto Monticello e Boulder, dove prendiamo la deviazione per il Natural Bridge National Monument. Breve giro con piccole soste ai vari View Point, ma dopo aver visto Arches questo parco non ci attira particolarmente e riprendiamo la strada verso Mexican Hat… In giro ci siamo praticamente solo noi, e un bel serpente giallo che le nostre ruote svegliano dal sonno in cui era caduto! Prima di Mexican Hat, deviazione per Muley Point… Qualche km di strada sterrata che comunque affrontiamo con calma e senza problemi con la nostra Chevrolet. Arrivati lassù, ci sono altri due turisti, che ci abbandonano subito e ci lasciano soli in questo punto panoramicissimo. Vista a oltre 180°. Al di sotto la Valley of Gods, il Gooseneck State Park e in lontananza l’altopiano della Monument Valley. Sublime!!! Spettacolari i segni lasciati nell’altopiano dal passaggio del San Juan River, che vedremo poi più vicino al Gooseneck State Park.
Prima affrontiamo una ripidissima discesa per una strada senza guardrail, e tentiamo di intraprendere la strada per la Valley of Gods, ma è già pomeriggio e vogliamo arrivare alla Monument Valley con calma per il tramonto. Sosta breve ma comunque ricca di emozioni al già accennato Gooseneck State Park, e via verso la Monument Valley. C’era una volta il West a tutto volume ed eccoci a percorrere la famosissima strada con curva finale che ti porta dentro la Monument e i suoi famosi Butte (guglie di roccia). Pagati i 5$ a testa ai Navajo, entriamo e percorriamo una brutta strada sterrata… Ci sentiamo un po’ limitati, non possiamo fare altro che seguire la strada e scendere solo nei punti che vogliono loro… Non possiamo avvicinarci ai Butte… Peccato… Ma i Navajo hanno stabilito così e rispettiamo la loro scelta. Lo scenario è sicuramente affascinante… Ma in verità ci aspettavamo di più… Sosta per il tramonto dal visitor center, e poi prendiamo la strada per Kayenta… Piccola cittadina con 3 motel… Noi andremo all’Hampton Inn, un bel motel. Gustosa cena (finalmente un dolce decente, una specie di strudel… Porzione decisamente abbondante!) e poi nanna.
Albergo: Hampton Inn Kayenta Highway 160 Kayenta, Arizona 86033 Prezzo camera: 95$ 27/4 KAYENTA – PAGE – GRAND CANYON Chilometri tappa: 433 Km Partenza dall’Hampton inn, con calma tanto a Page bisogna tirare indietro le lancette di un’ora. Il Weather Channel ci dà poche speranze ma il sole domina… Temiamo molto di arrivare a Page per la visita a mezzogiorno all’Antelope Canyon con cielo nuvoloso, o addirittura con un temporale che potrebbe impedirci di entrare.
Fortunatamente la nostra gita prenotata con anticipo dall’Italia da Caroline Ekis, parte puntuale alle 11,30, con un numeroso gruppo. Su un mezzo 4×4 raggiungiamo l’ingresso di questo “slot canyon”, mentre le nubi avanzano minacciose… Ma eccoci nel canyon in compagnia di molti turisti e fotografi… Che fatica passare… Non osiamo immaginare ad Agosto cosa si possa trovare! Gli amanti della fotografia non possono che impazzire di fronte a queste rocce striate, strette, e con i raggi di sole che entrano a picco! La passeggiata dentro al canyon è da brividi… Peccato che a metà le nuvole coprono ormai tutto il cielo… Ma lo spettacolo non è di certo mancato… Ogni giorno vediamo qualcosa di diverso ed incredibile… Cosa chiedere di più? Finito il tour, breve pausa pranzo da Taco Bell con assaggio di coca cola alla ciliegia… Mamma mia direi proprio che non è accompagnabile con un pasto! Gita breve alla diga del Lake Powell e al Glen Canyon Recreation Area, un parco nazionale attorno al lago. Non sembra affatto male, e sarebbe anche interessante la navigazione… Ma il tempo è tiranno. Non sarebbe stato male avere un giorno in più a disposizione.
Prendiamo quindi la strada verso il Grand Canyon. Appena fuori Page però ci imbattiamo in un’altra bellezza assoluta, segnalata con un cartello sulla destra e una passeggiata di 1,2 km. Fino al precipizio camminiamo senza vedere nulla… Siamo nel deserto… All’improvviso il vuoto.. Sotto di noi una meravigliosa ansa del Colorado River, con dei bellissimi colori nonostante non ci sia più il sole! Foto di rito e torniamo in macchina… Finalmente anche la nostra macchinina si prende la meritata doccia… Anche se non servirà a nulla nello stato in cui è ridotta dopo la scampagnata alla Monument Valley! Prendiamo la strada per il Grand Canyon. Arriviamo in tempo per un bel tramonto coi raggi di sole fra le nubi dal primo punto all’interno del parco, Desert View, dopodichè è ora di dirigerci al nostro albergo, lo Yavapai Lodge proprio nel Grand Canyon Village. Ottima la posizione, un po’ meno la camera… Ma va bene anche così! Cena al Bright Angel, occhiatina ai souvenirs e poi nanna! Albergo: Yavapai Lodge 1 Main Street Grand Canyon Village AZ USA 86023 Prezzo camera: 95$ 28/4 GRAND CANYON Oggi ci aspetta il gran finale… Il tanto atteso (soprattutto da parte di Francesca) Grand Canyon. Partenza presto, c’è da fare la passeggiata fino al Colorado River!!! Queste erano le intenzioni, in realtà la prendiamo comoda… Forse non ci sentiamo troppo attratti dal posto, forse siamo un po’ delusi perchè in fondo in 13 giorni di vacanza abbiamo visto tantissime cose belle… Che il Grand Canyon sembra dispersivo…Troppo vasto per dare quelle emozioni dei giorni precedenti.
Comunque prendiamo il Bright Angel Trail e scendiamo per questo sentiero molto ripido all’inizio, verso gli Indians Garden (7,2 km). A quel punto una scelta. Andiamo al Plateau Point (9,6 km dalla partenza, 2,4 dagli Indians Garden), che è considerato uno dei punti più panoramici del G.C., oppure scendiamo giù fino al Colorado e facciamo altri 5 km?) Scegliamo il Plateu Point, anche scoraggiati da molti cartelli che richiamano all’attenzione il fatto che scendere è fattibile, ma poi bisogna risalire.
Incontriamo alcuni cavalli, e all’ora di pranzo siamo al Plateau Point. La vista non è male, siamo vicini al Colorado e immersi nel Canyon. Comunque a nostro avviso, se volete scendere nel Canyon, arrivare agli Indians Garden ha poco senso. Almeno bisogna arrivare al Plateau Point, per avere una buona vista. Affascinante, ma onestamente ci aspettavamo di più. In poco più di 3 ore saremo di nuovo in cima… E rivaluteremo anche il Grand Canyon un pochino… Infatti i colori ora sono decisamente cambiati… E il tanto verde del mattino ha lasciato spazio a un po’ di rosso…
Gita col bus (non si può fare altrimenti in quanto la maggior parte delle strade sono percorribili soltanto con i mezzi pubblici) per altri view point, per raggiungere al tramonto Yaki Point. Bel tramonto, ma anche questo non ci colpisce così tanto… Abbiamo comunque camminato per 20 km senza allenamento, e la stanchezza si fa sentire… Cena e poi nanna.
29/4 GRAND CANYON – FLAGSTAFF Chilometri tappa: 314 Km Eccoci pronti a lasciare il Grand Canyon… Spedite le numerose cartoline, prendiamo la macchina e percorriamo la strada verso Cameron, con sosta ai vari View Point. Beh come colori non è affatto male questa zona del Grand Canyon. I migliori Viewpoint di questo tratto Moran Point e Lipan Point… Ove riusciamo un po’ a rivalutare il Grand Canyon, o almeno ci proviamo! Prendiamo la strada verso Flagstaff. C’è la deviazione per il Wupatki N.M. Ma decidiamo che qualche rovina non fa per noi… O meglio per Adri (scherzo!). Andiamo quindi fino a Flagstaff. Pranzo dal tanto amato Mc, e gita pomeridiana al Walnut Canyon dove si possono vedere le rocce scavate nel Canyon con le antiche dimore dei Sinagua.
Ma il piatto forte di giornata è sicuramente il Sunset Crater. Visitor Center ormai chiuso, ci affidiamo al nostro istinto, o meglio facciamo due passi dove c’è posto per mettere la macchina. Prima tentando di affrontare un trail perfettamente verticale in mezzo ad un bosco di conifere nato sui lapilli neri, poi dando uno sguardo al trail che consiste in una camminate sopra la lava (eruzione del XII secolo). Sembra un po’ l’Etna! Molto belle anche le colline nere con delle conifere che tentano timidamente di “diventare grandi”… Al Crater invece non si può arrivare… Motivo? boh… Il visitor center era chiuso… A parte gli scherzi, probabilmente è troppo pericoloso! Giretto a Flagstaff, famosa per il passaggio della Route 66, e dove finalmente troviamo una specie di centro con delle panchine in una piazza. Cena discreta al Mountain Oasis (ottimi dolci e ottima pasta!), e poi nanna al nostro confortevole Day’s Inn sulla Route 66.
Albergo: Days Inn Highway 66 1000 West route 66 Flagstaff, Arizona 86001 US Prezzo camera: 60$ 30/4 FLAGSTAFF – PHOENIX Chilometri tappa: 293 Km Ebbene si, siamo arrivati all’ultimo giorno… Sigh sigh… Ormai la testa è già all’aeroporto… Partenza da Flagtaff direzione Oak Creek… Per chi è abituato a vedere pinete e valli scavate da torrenti, non c’è niente di particolare…
Sosta rapida a Slide Rock S.P… 8$ per vedere un fiume che levigando le rocce su cui scorreva ha creato pozze d’acqua per potersi rinfrescare durante l’estate. Belle le rocce… Noi ci accontentiamo di una vista dalla strada… E via verso Sedona.
Molto bella questa cittadina, dove le case si mischiano nel deserto, con un impatto ambientale veramente minimo. Tutte case basse e con i tetti dello stesso colore della terra rossa. Anche i vari McDonald e Denny’s hanno le insegne mimetizzate… Quasi si fatica a riconoscerli. Città turistica ma decisamente carina, niente da dire! Poco al di fuori incontriamo il Red Rock Park con le sue rocce rosse. Ci sembra quasi una mini Monument Valley, ma circondata da tanto verde. Un contrasto di colori perfetto. Pagando 8$ si potrebbe anche lasciare la macchina lungo la strada e inerpicarsi su queste rocce, ma un aereo ci aspetta…
Mentre ormai stiamo per salutare questo magnifico paese con le lacrime agli occhi… Con la targa dell’Arizona come souvenir per Francesca (targa con la scritta, nazione del Grand Canyon e un bel cactus), ci poniamo giusto la questione? Ma dove sono questi cactus??? Pensiamo che forse sono molto più a sud… E invece finalmente poco prima di Black Canyon City a circa 50 miglia da Phoenix eccoli!!! Prendiamo per un attimo forza e uscendo dalla interstate ci mettiamo con la nostra macchinina per una foto accanto a questi particolarissimi cactus… Beh particolarissimi nel senso che per noi non sono così comuni… Ah che bello… Sarà l’ultima emozione di questo bellissimo ed indimenticabile viaggio… A fatica (anche per il fatto che ci sono davvero pochi cartelli stradali a Phoenix per l’aeroporto) lasciamo la nostra macchinina che ormai è più rossa che blu, e dal nostro bel Boeing 747/400 salutiamo l’America… ARRIVEDERCI!!!! Totale chilometri viaggio: 4375 Km Bellissimo viaggio nell’Ovest degli USA: http://www.Meteobarzio.It/USA/diario%20di%20viaggio/copertina.Htm