California, here we come

Tre settimane a spasso tra parchi, spiagge e film
Scritto da: Laura Ascheri
california, here we come
Partenza il: 03/08/2011
Ritorno il: 25/08/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 3000 €

ANTEFATTO

Da tempo i nostri amici residenti a Los Angeles ci invitavano ad andare a trovarli. Così, durante la primavera del 2011 abbiamo cominciato ad organizzare un viaggio di 3 settimane che includesse tutto il possibile in California. Parecchio prima di partire, ci siamo innanzitutto informati sui documenti necessari, e abbiamo scoperto che ci vuole un passaporto ciascuno, compresi i minori. Quindi il primo passo è stato richiedere alla Questura un passaporto separato per nostra figlia che all’epoca aveva 15 anni.

Ottenuto il passaporto, i cittadini italiani devono collegarsi al sito ESTA per avere un visto temporaneo a pagamento. Costa 14 dollari a persona (pagabili solo con carta di credito) ed è valido per due anni. Bisogna compilare un questionario in cui viene chiesto se apparteniamo ad organizzazioni terroristiche, se andiamo negli USA con lo scopo di scatenare epidemie, ecc.

Abbiamo quindi chiesto alla USL se le nostre assicurazioni del Servizio Sanitario Nazionale coprono le spese mediche negli USA: ovviamente no, per cui siamo partiti confidando nella nostra assicurazione privata che, in caso, rimborsa le spese sostenute.

Armati di computer, cartine e guide (Lonely Planet su tutte) abbiamo poi definito un itinerario di massima che includesse quello che ci interessava vedere. Dapprima si era pensato di spingerci fino al Grand Canyon, ma la deviazione è risultata improponibile in termini di tempi. La prossima volta!

Abbiamo poi trovato sul sito Skyscanner una combinazione di voli che ci permettesse di raggiungere Los Angeles con spesa e tempi accettabili. Abbiamo trovato con KLM/Delta un volo Malpensa/Amsterdam (scalo) + Amsterdam/Detroit (scalo) + Detroit/Los Angeles al costo di 1000 € A/R a testa circa.

Abbiamo prenotato un parcheggio nei pressi di Malpensa. 90 € circa per 3 settimane con navetta gratuita da e per l’aeroporto.

Dopo l’arrivo a L.A., avevamo deciso di fermarci lì solo due notti giusto per riprenderci. Poi ci saremmo trasferiti direttamente con volo interno American Airlines a San Francisco. Prenotato anche il volo interno (150 € circa a testa), abbiamo cercato un’auto a noleggio da usare per spostarci in tutto il resto del viaggio.

Su Dollar abbiamo trovato l’auto che faceva per noi, con ritiro a San Francisco e restituzione a Los Angeles senza sovrapprezzo. Abbiamo prenotato l’auto con formula base (la meno costosa), aggiungendo solo il pieno di benzina al ritiro.

Per guidare un’auto negli USA con patente italiana PARE (e dico pare perché a tutt’oggi non abbiamo chiarito) che sia necessaria una “patente internazionale”, che mio marito ha ottenuto dalla sua agenzia al costo di un’ottantina di euro e che è valida solo un anno negli USA. Alla fine l’auto l’ho guidata anch’io senza patente internazionale e nessuno ci ha detto niente…

Poi abbiamo prenotato un hotel nei pressi dell’aeroporto di Los Angeles (con navetta gratuita A/R) per due notti. Ce ne sono moltissimi e sono meno cari che in centro.

Infine dopo lunghe ricerche e considerazioni abbiamo prenotato anche tre notti in hotel a San Francisco, dopo aver deciso il quartiere logisticamente più adatto.

Compriamo un adattatore per prese elettriche USA e ci portiamo ciabatta, computer (utilissimo per prenotare i motel di volta in volta), macchine fotografiche e telecamera. In definitiva, è stata molto più impegnativa la preparazione di questo viaggio che il suo svolgimento!

Giorno 1: il viaggio – 3 agosto

Lasciamo Ventimiglia all’alba. A Malpensa portiamo l’auto nel capannone prenotato. Tutti i voli sono in orario. Viaggiando vero ovest, per noi la già lunga giornata estiva sembra non finire mai. Il buio ci sorprende solo alla partenza da Detroit, ed arriviamo stravolti verso mezzanotte locale a Los Angeles, quando per il nostro corpo sono ormai le 9 del mattino seguente! Nonostante la stanchezza, non dimenticherò mai l’ultima mezz’ora di volo prima dell’atterraggio a LAX: si passa su di un’interminabile pianura costellata da luci in ogni direzione. Sembra l’inizio di Blade Runner.

Giorno 2: Los angeles – 4 agosto

Dopo una sana dormita, favorita dalla spossatezza ma anche da un buon sonnifero, approfitto dell’abbondante colazione dell’hotel, che comprende anche pancakes appena fatte e deliziose tortine alla cannella. Facciamo poi un lungo giro a piedi per cercare di adattarci al più presto al nuovo fuso orario (-9 ore rispetto all’Italia) ed arriviamo fino all’oceano, a circa 4 Km dall’hotel. Sul mare grava una cappa di nebbia che rende l’aria freddissima; fenomeno a quanto pare comunissimo in estate e che ci accompagnerà quasi per tutto il viaggio. Ci sediamo in spiaggia guardandoci bene dal levarci le felpe ed ammiriamo le onde enormi e le inquietanti alghe che sembrano enormi serpenti. Decisamente poco invitante, rispetto al nostro Mediterraneo! Cena veloce in una baracchetta sul mare, ritorno all’hotel in taxi.

Giorno 3: LA/San Francisco – 5 agosto

La navetta dell’hotel ci porta all’aeroporto e in 50 minuti circa siamo a San Francisco. L’atterraggio è spettacolare, con l’acqua della baia a pochi metri sulla nostra destra. Prima di lasciare l’aeroporto compriamo 3 abbonamenti per la rete urbana MUNI che qui costano meno. Prendiamo il treno suburbano BART che in breve ci porta in centro a San Francisco. Qui riusciamo a chiamare un taxi grazie all’aiuto di un solerte cittadino (e di un dollaro) che ne ferma uno al volo. Ci spostiamo al nostro hotel, al confine tra North Beach (il quartiere italiano) e Chinatown. Giretto in zona, una immonda pizza nei paraggi ed il giuramento di non mangiare altro che cibo “americano”. Ma d’altra parte, ormai anche la pizza lo è…

Giorno 4: San Francisco – 6 agosto

Con l’abbonamento a tutti i trasporti urbani MUNI scorrazziamo su e giù per la città. Prendiamo anche la gloriosa vecchia cremagliera che si arrampica su per le ripide colline. Visitiamo il bel Museo di Arte Contemporanea progettato dal ticinese Mario Botta. LA serata non può concludersi che con un bel ristorante cinese, dove le porzioni sono talmente abbondanti che i camerieri preoccupati pensano che il cibo non ci sia piaciuto!

Giorno 5: San Francisco – 7 agosto

Al Pier 39 ci godiamo i leoni marini stravaccati a prendersi lo scarso sole. Fa sempre un freddo bestiale, e coperti come dei profughi ci imbarchiamo su un traghetto che fa il giro turistico della baia. Vediamo finalmente il Golden Gate Bridge emergere dall’onnipresente nebbia, la sinistra isoletta di Alcatraz e ammiriamo la città dall’acqua, che con tutti i suoi saliscendi è un vero spettacolo. Scesi dalla barca ci dirigiamo da bravi turisti verso l’immancabile cioccolateria Ghirardelli, dove tutto è buonissimo ma i prezzi sono mostruosi e le code anche. Avvistiamo altre foche di taglia più piccola che sguazzano non lontano da nuotatori con spesse mute. In generale, la temperatura è come in Liguria in marzo, vento compreso.

Giorno 6: San Francisco/Napa – 8 agosto

Ritiriamo l’auto a noleggio. Dopo i primi istanti di panico per via del cambio automatico, mio marito si fa coraggio e ci lanciamo – con me come navigatore come al solito – nelle vie di San Francisco diretti verso il Golden Gate. Se lo si traversa come noi, da sud a nord, per uscire dalla città, non c’è pedaggio da pagare. Ci fermiamo su una piazzola subito prima del ponte a scattare foto, rischiando ad ogni istante di essere travolti dalle centinaia di ciclisti entusiasti che percorrono il marciapiede in comune coi pedoni. La nebbia ci accompagna per poco, per poi diradarsi già all’altezza di Sausalito. A Napa c’è un bellissimo sole e le colline sembrano quelle del Monferrato. Ci aggiriamo per i vigneti e troviamo un motel per la notte nei pressi di Santa Rosa.

Giorno 7: Santa Rosa/Bodega Bay/Mendocino – 9 agosto

Continuiamo a dirigerci verso nord. Visitiamo la cittadina di Bodega Bay, dove Hitchcock ha girato “Gli Uccelli”. La mattina fa davvero freddo, ma man mano la nebbia si dirada. Presso la foce del Russian River vediamo dall’alto un’enorme colonia di foche e leoni marini. Sembra impossibile che animali così grandi siano allo stato brado! Presso Mendocino, dove ci fermiamo in omaggio a Frank Zappa, troviamo un cadente ma suggestivo motel con spiaggia privata. Ci facciamo un salto sia al tramonto che all’alba. E’ spettacolare questa caletta tra rocce e pini, con alghe enormi spiaggiate e spruzzi giganteschi. E’ il posto più suggestivo finora.

Giorno 8: Mendocino/Redwood National Park/Sacramento River/Auburn – 10 agosto

Dopo Mendocino lasciamo la costa e ci addentriamo nella zona dove crescono gli alberi più alti, le sequoie del tipo Redwood. Non è il caso di cadere nelle solite “trappole per turisti” come l’albero tagliato per farci passare sotto le auto! Anche senza pagare un dollaro, abbiamo visto alberi talmente incredibili che bisognava fotografarli con un’auto o un camion vicino per rendersi conto delle vere dimensioni. Il parco è pulitissimo, come tutti i parchi, ed è attrezzato con toilettes migliori di quelle di casa nostra. Lasciamo la zona boscosa e ci spostiamo sempre più ad est. Ora siamo in pianura, la temperatura sta decisamente aumentando e verso il tramonto attraversiamo il fiume Sacramento. Dormiano in un motel a Auburn ai piedi delle montagne.

Giorno 9: Auburn/Lake Tahoe/Sonora -11 agosto

Da Auburn una comoda autostrada (gratuita come tutte) ci porta in quota senza sforzo eccessivo, anche se per noi abituati alle auto col cambio sembra un delitto non poter scalare le marce in salita… Il Lago Tahoe, incastonato tra i monti della Sierra Nevada e diviso tra lo Stato della California e quello del Nevada, è un vero spettacolo. Scintilla al sole e in lontananza ci sono cime ancora innevate. L’unica nota stonata sono gli innumerevoli casinò che costellano la sponda del Nevada, mentre in California sono permessi solo nelle riserve indiane. Dopo un ricco panino in riva al lago scendiamo verso Sonora, dove passeremo due notti e che sarà la base per la nostra escursione allo Yosemite National Park.

Giorno 10: Sonora/Yosemite/Sonora -12 agosto

Lasciamo al mattino il motel di Sonora (equipaggiato come quasi tutti con microonde, ferro da stiro e connessione WiFi) ed entriamo nel Parco Nazionale di Yosemite. Si paga una tariffa fissa che permette l’accesso al parco in auto per 3 giorni consecutivi. C’è un incendio boschivo controllato in corso – ci avvisano dei cartelli – ed il parco è avvolto dal fumo. Altri cartelli avvisano di stare attenti a non investire gli orsi. Ci spostiamo verso l’alto; si arriva comodamente in auto ad un belvedere da cui è possibile ammirare -nel fumo che si dirada- il maestoso Half Dome e la parete di El Capitan. E’ tutto facilmente raggiungibile e ci sono sentieri attrezzati per handicappati. Moltissimi gli anziani e gli obesi. Passiamo la giornata a girare per il parco e verso sera rientriamo a Sonora. Sonora era il centro della zona aurifera chiamata Motherlode. Ancor oggi nella vicina cittadina di Jamestown sono state mantenute le architetture dell’ottocento, con qualche concessione all’ovvietà turistica: l’impiccato che penzola dalla facciata dell’ufficio dello sceriffo è francamente un po’ eccessivo…

Giorno 11: Sonora/Salinas -13 agosto

Giorno di trasferimento dalla zona interna collinare alla costa. Abbiamo prenotato un motel a Salinas, città di Steinbeck, su cui scendiamo percorrendo il cosiddetto “Camino Real” tracciato dagli spagnoli. Nel tardo pomeriggio facciamo un salto al circuito auto/moto di Laguna Seca dove sono in corso delle interessanti gare di auto d’epoca ad entrata libera. Da lontano rivediamo la nebbia sull’oceano.

Giorno 12: Salinas/Monterey/Carmel/Big Sur/San Luis Obispo -14 agosto

La mattina facciamo un giretto in centro a Monterey e vediamo altre foche sugli scogli di fronte al famoso Cannery Row. La cittadina è davvero carina, ben tenuta ed accogliente. Ci spostiamo poi verso lo spettacolare 17 Mile Drive (a pagamento) che attraversa Pebble Beach coi suoi lussuosissimi campi da golf, e Carmel, la città di Clint Eastwood. Subito a sud di Carmel, dopo il Malpaso Canyon, inizia il tratto di costa più celebre e selvaggio di tutta la California: Big Sur, il Grande Sud. Per circa 70 miglia non c’è un distributore di benzina (ce ne sono pochi ovunque) e c’è un solo villaggio con annesso ufficio postale. La costa è rocciosa e sulla nostra destra (percorretelo da nord a sud, naturalmente) si spalancano precipizi costellati da fiori sconosciuti. Sulle rocce delle calette solitarie si crogiolano leoni marini. Sulle nostre teste volteggiano rapaci mai visti in Europa. Poco prima di Morro Bay ci fermiamo a vedere una colonia di giganteschi elefanti marini. Non pensavo che avrei mai visto animali del genere in libertà. E’ tutto meraviglioso…

Giorno 13: San Luis Obispo/Santa Barbara/Carpinteria -15 agosto

La mattina facciamo un giretto a San Luis Obispo, che è una deliziosa cittadina universitaria. In agosto è poco popolata, ma c’è un gran numero di baretti alla moda, negozi di surf e cinema. Ci spostiamo verso Santa Barbara passando per le zone vinicole dove è stato girato il film “Sideways”. A Santa Barbara, famosa per la sua università, ci godiamo un po’ di sole in spiaggia… sempre con la maglietta indosso però! A Carpinteria, subito fuori la costosa Santa Barbara, dormiamo in un Motel 6 appena rimodernato. Per cena ci siamo concessi un ristorante, dove per un centinaio di dollari ci danno una buona aragosta, un ottimo polpettone (“meatloaf”) e due bicchieri di vino, uno rosso ottimo e un bianco talmente fruttato da sembrare succo di banana.

Giorno 14: Carpinteria/St. Gabriel Mountain/Palm Springs -16 agosto

Aggiriamo Los Angeles da nord passando per la stazione sciistica di St. Gabriel Mountain, a pochi chilometri dal mare in linea d’aria e nei pressi della Faglia di San Andreas, che separa la zolla continentale da quella pacifica. Tutto tranquillo. Abbiamo prenotato in un hotel lussuosissimo di Palm Springs, località in mezzo al deserto creata negli anni ’30 per permettere ai ricconi di giocare a golf anche in pieno inverno. In effetti l’estate è bassa stagione, con temperature di oltre 40° C, per cui i prezzi degli hotel crollano. Ne approfittiamo per passare due notti in un bel monolocale con uso di cucina. Ci compriamo pasta e sugo al supermercato e ci godiamo una cenetta italiana.

Giorno 15: Palm Springs/Joshua Tree Desert/Palm Springs -17 agosto

Sfidiamo il caldo afoso e scendiamo in una delle due piscine dell’hotel. Ci siamo solo noi e qualche colibrì che ci sfiora a volo radente. Grazie all’auto con l’indispensabile aria condizionata, affrontiamo un giro nel deserto del Joshua Tree, albero spinoso che cresce solo da queste parti. Il termometro segna + 114 Fahrenheit… Ci fermiamo per un veloce spuntino a Desert Center, centro con benzinaio, ufficio postale e trattoria che sembra uscito da un film. Fotografiamo un’iguana. Proseguiamo verso il Salton Sea, lago salato formatosi in seguito ad un’inondazione del Colorado River: fa un caldo umido che non ci permette di passare più di pochi istanti fuori dall’auto. Torniamo a Palm Springs passando per la Coachella Valley.

Giorno 16: Palm Springs/San Diego -18 agosto

Passando agevolmente da una Highway all’altra (indispensabile una buona cartina ed un bravo navigatore umano), arriviamo a San Diego, dove abbiamo prenotato un motel nei pressi del Sea World. Facciamo un giro su Ocean Beach Boulevard. La temperatura è appena tiepida, c’è la solita nebbia sull’oceano e anche qui il bagno sembra improponibile. Sono invece a loro agio i surfisti con le loro spesse mute.

Giorno 17: San Diego -19 agosto

Andiamo a vedere il vecchio quartiere francese di San Diego, recentemente restaurato e bonificato, ed il nuovissimo Convention Center. Poi, sul ponte sopraelevato, attraversiamo tutta la baia ed abbiamo una fugace vista del Coronado Hotel, quello di “A qualcuno piace caldo”. Troviamo una spiaggia con accesso gratuito (quelle denominate State Beach sono gestite da specie di Rangers e sono tutte a pagamento) e ci godiamo la vista dei surfisti e dei pochi coraggiosi bagnanti che sfidano le onde sorvegliati attentamente dagli agenti delle Beach Patrols, sempre pronti ad intervenire con megafoni, tavole da surf e galleggianti di salvataggio. Gli elicotteri sorvegliano costantemente il vicino confine col Messico. Verso sera, dopo uno squisito taco di pesce, ci spostiamo a Del Mar, qualche decina di chilometri a nord della città, dove nell’ippodromo (racetrack) sta per iniziare un concerto dei DEVO, gruppo che seguiamo dalla fine degli anni 70. Infatti abbiamo per caso letto del concerto la mattina stessa su un giornaletto locale. Si accede al parcheggio e all’ippodromo in modo totalmente gratuito, e riusciamo a seguire il concerto di uno dei nostri gruppi preferiti senza spendere un dollaro! Torniamo in hotel in stato di grazia.

Giorno 18: San Diego/Los Angeles -20 agosto

Ripartiamo verso nord con soste al Museo del Surf di Oceanside e sulla spiaggia di San Clemente. Ci immettiamo nell’area urbana di Los Angeles/Orange County, che è nel complesso grande come il Piemonte o la Lombardia. Navigando attentamente con la cartina, riusciamo a giungere senza nessun problema a casa dei nostri amici, a Canoga Park vicino al quartiere di Burbank, North Los Angeles.

Giorno 19: Los Angeles -21 agosto

I nostri amici ci portano in giro per la città, o meglio per le città che compongono questa megalopoli infinita. Vediamo Downtown con il Chinese Theater e la Walk of Fame. Andiamo al Griffith Park in collina sopra la città, dove è stato girato “Gioventù Bruciata”. Dovunque sembra di stare dentro un film. Nel pomeriggio relax in piscina a casa.

Giorno 20: Los Angeles/Malibu/Santa Monica – 22 agosto

Torniamo dapprima a Downtown (il centro con gli unici grattacieli) per visitare il meraviglioso Bradbury Building dove sono state girate molte scene di Blade Runner. Mi inginocchio in contemplazione. In collina visitiamo dall’esterno la Ennis House, di Frank Llloyd Wright, anch’essa location di alcuni interni di Blade Runner. Un abitante, incuriosito dalla mia aria di reverente ammirazione e colpito dalla mia provenienza italiana, mi fa entrare a vedere anche il privatissimo cortile interno! Ci spostiamo a visitare il centro di Beverly Hills con Rodeo Drive e i suoi negozi. Sembra di stare in Via Montenapoleone a Milano. Forse la quantità di silicone in giro è ancora maggiore… Vediamo anche il Fox Center e poi ci spostiamo a Santa Monica. Parcheggiamo nel multipiano di un centro commerciale (gratuito, a differenza del parcheggio per turisti in spiaggia) e ce la spassiamo sul Santa Monica Pier, con la sua fauna -umana e non- varia e coloratissima. Picnic e relax in spiaggia prima di Malibu, poi Topanga Canyon dove sopravvivono alcune comunità hippy e a casa dai nostri amici. Cena in un bel ristorante giapponese dove ci strafoghiamo spendendo non più di 20 dollari a testa.

Giorno 21: Los Angeles -23 agosto

Coi nostri amici visitiamo il Getty Center, spettacolare museo sulla collina. Vi si accede mediante una monorotaia. Tutto è organizzatissimo! Al tramonto andiamo all’Hollywood Bowl, fantastico teatro all’aperto, ad assistere ad un concerto dell’Orchestra Filarmonica che suona brani tratti dal film Fantasia di Disney. L’atmosfera è rilassata, tutti indossano abiti casual (e belli caldi) e persino il direttore d’orchestra è molto informale: fa battute e scherza col pubblico. Anche qui, grosse differenze con le abitudini europee.

Giorno 22: partenza -24 agosto

Salutati i nostri amici, torniamo verso l’aeroporto dove riconsegniamo l’auto a noleggio, una Chevrolet Cobalt nera con targa Colorado alla quale ormai ci eravamo affezionati. Iniziamo il lungo ritorno verso l’Italia, con una prima tratta che ci porterà a fare scalo a Minneapolis, ed una seconda tratta intercontinentale fino ad Amsterdam.

Giorno 23: arrivo -25 agosto

Quando giungiamo stravolti ad Amsterdam, dopo aver dormito per brevi tratti, è già l’indomani. Con un ultimo breve volo, sempre KLM/Delta, arriviamo a Malpensa e ricuperiamo la nostra auto. Ci aspettano ancora circa 300 Km di autostrada per arrivare a casa. Stanchi ma felici!



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