California e Sud Ovest degli Stati Uniti on the road

Un viaggione nei grandi parchi degli States
Scritto da: LiquidSnake86
california e sud ovest degli stati uniti on the road
Partenza il: 01/08/2015
Ritorno il: 20/08/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 4000 €
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Terzo diario di viaggio per me! Questa volta si vola verso il Sud-Ovest degli Stati Uniti!

Un dovuto ringraziamento a tutti i diari di viaggio precedenti, che mi hanno aiutato nell’organizzazione del mio viaggio! Un viaggio che è una vita che aspetto di fare, emozionante e molto molto variegato!

INTRODUZIONE

Per il tour che avevo in mente, è stato necessario attendere le ferie estive di agosto (saranno infatti 20 giorni via); per risparmiare, inoltre, mi sono mosso presto ed ho cominciato ad organizzare a fine anno scorso, per i voli e gli hotel.

Ho inoltre deciso (per il risparmio con gli aerei) di arrivare e ripartire da San Francisco, per un tour “circolare”. Il volo più conveniente in termini di costo è stato con Turkish Airlines, per circa 750€ a testa (con scalo a Istanbul: si lo so, è ben più a est di Milano, ed allunga il tutto; ma la qualità di Turkish nel volare non si discute, ed il prezzo era imbattibile!).

Volo MXP-SFO, partenza il 1 agosto (ore 6.45, scalo a Istanbul), arrivo a SFO ore 16.25.

Ritorno il 19 agosto (ore 18.10 da SFO), arrivo a MXP alle 22.45 del giorno dopo (+1, 20 agosto).

Auto a noleggio prenotata con Alamo, senza navigatore, dal 4 agosto al 19, presa in città e riconsegnata in aeroporto.

DOCUMENTI/ALTRE COSE UTILI

Piccolo specchietto dei documenti necessari per il viaggio USA:

– Modulo ESTA: 14$, necessario per l’ingresso negli USA

– Assicurazione viaggio: ho preso la Columbus, circa 130€, consigliata a chiunque, per coprire eventuali spese mediche (che negli USA sono molto care), e pure lo smarrimento del bagaglio.

– Passaporti

– Patente: va bene quella italiana, in corso di validità, me l’hanno accettata in sede di noleggio auto, e non mi è mai stata chiesta alcuna patente internazionale

MI SONO PROCURATO PRIMA DEL VIAGGIO

– una app-navigatore offline per il telefono (Here maps, consigliatissima), con le mappe di tutti i vari stati USA che avremmo passato (California, Arizona, Utah, New Mexico, Colorado, Nevada) installate da casa, utilissimo per risparmiare il noleggio con l’auto

– caricabatterie da auto per il telefono-navigatore (le prese nelle auto sono standard)

– adattatore usb per la presa di corrente USA (due poli piatti) per caricare i telefoni

– cavi usb in più: tutti gli hotel hanno tv a schermo piatto con presa usb, e ci si può caricare il telefono!

– il pass per i parchi nazionali (me l’ha dato un amico che ci era stato prima durante l’anno): il pass costa 80$, vale un anno intero, e per due “pass holders”; conviene già facendo 3 parchi nazionali, che costano in media 30$ ad auto.

IL GIRO

Il giro che abbiamo fatto è stato:

-San Francisco (3 notti)

-Macchina, discesa della costa fino a Santa Barbara (1 notte)

-Los Angeles (2 notti)

-San Diego (2 notti)

-Attraversamento del deserto (passando per il Joshua Tree NP) fino a Phoenix (1 notte)

-Montezuma Castle, Sedona e Oak Creek, Petrified Forest, arrivo al Grand Canyon (1 notte)

-Visita del Grand Canyon, Horseshoe Bend, poi a Page per la notte (1 notte)

-Antelope Canyon, Canyon de Chelly, poi in Monument Valley per la notte (1 notte)

-Giro della Monument Valley la mattina, Four Corners, Mesa Verde, Dead Horse Point e a Moab per la notte (1 notte)

-Arches la mattina, Canyonlands, poi a Bryce per la notte (1 notte)

-Bryce Canyon, Zion, arrivo a Las Vegas (2 notti)

-Death Valley, poi su a nord a Mammoth Lakes (1 notte)

-Yosemite (via Tioga Pass) e visita del parco, poi a Oakhurst per la notte (1 notte)

-Ritorno da San Francisco

Un totale di più di 6500km tra 6 stati, 2 fusi orari e un sacco di posti bellissimi!

SUI PARCHI

Qualche precisazione sui parchi:

1- gli State Parks (SP) sono sempre da pagare, al di là del pass annuale, che vale solo per il National Parks.

2- i parchi delle riserve indiane sono sempre e comunque a pagamento.

3- a volte vi capiterà di dover pagare i parchi anche se non vi è presente nessuno a riscuotere il pagamento all’ingresso: a me è capitato due volte, la prima al Julia Pfeiffer Burns SP (dovrete inserire i soldi in una busta fatta apposta, che troverete vicino alle casupole dei rangers, da compilare [dati vostri e dell’auto che avete parcheggiato]: una parte va staccata e fungerà da ricevuta, da esporre sull’auto), e ad Arches, in cui sono arrivato prestissimo la mattina (i parchi sono aperti spesso 24/7), per cui sono entrato ed ho poi mostrato il pass al visitor centre successivamente durante la mattinata.

Fermatevi sempre ai visitor centres, che di norma offrono: rangers competenti a cui chiedere informazioni, mappe e brochures dei parchi, acqua, bagni e ristoro.

All’interno dei parchi tutti i punti più famosi sono ben segnalati con dei cartelli lungo la strada.

E procuratevi un cooler, una scatolona di polistirolo da riempire di ghiaccio e bevande/cibo da tenere freschi.

La troverete ai benzinai/negozietti praticamente ovunque. Il ghiaccio invece lo potrete reperire negli stessi negozi (venduto a pacchi), oppure in qualunque hotel (hanno sempre le macchine del ghiaccio, in tutti i piani).

SULLA BENZINA

Vi capiterà di dover fare benzina (mooooolte volte!), per cui un paio di consigli!

1- occhio che la pompa verde, è il gasolio, mentre quella nera è la benzina senza piombo! L’esatto contrario che da noi! Fortuna che il gasolio non c’è ovunque, per cui non vi confonderete. E ovviamente l’auto sarà a benzina.

2- per pagare, alla pompa potete fare con la carta, ma vi richiederà il pin. Se invece entrate dai commessi, potete prepagare la benzina, uscire e farla. Una cosa comoda è prepagare con la carta dal commesso, e poi fare benzina: se prepagate di più di quello che effettivamente mettete poi, vi verrà addebitato solo quanto mettete in benzina.

IL VIAGGIO

Partenza il 1 agosto alle 6.45 da Malpensa, atterriamo a Istanbul alle 10.40 circa (un’ora di fuso in avanti), due orette di scalo, e ripartiamo per SFO verso le 13; atterriamo a San Francisco alle 16.20, puntualissimi: il viaggio è decisamente lungo, ma scorre abbastanza, complice l’eccitazione per il tour che comincia!

Formalità all’ingresso, recuperiamo i bagagli e via verso la California!

1-2-3 AGOSTO: SAN FRANCISCO (3 notti)

Per arrivare all’hotel ho prenotato online il servizio Super Shuttle: per 17$ a testa, ci hanno portati davanti al nostro hotel (Sheraton at Fisherman’s Wharf) su un pulman da 7 persone. Ve lo consiglio, costa poco ed è comodo. Per prenderlo, basta uscire dall’aeroporto seguendo le indicazioni per i “shared van”, lì c’è un ragazzo che di fatto vi fa un “check-in” per il van, che arriva di lì a poco per portarvi in hotel.

In mezzora siamo in hotel, check-in, lasciamo le valigie in camera ed usciamo, nonostante la stanchezza, per un primo giretto al Fisherman’s Wharf: fa freddo! La città è molto ventosa, e la temperatura intorno ai 20°C! Torniamo dopo un paio d’ore in hotel, distrutti, per la prima nottata a SF.

Nota sull’hotel: ottima la posizione, MA!, la colazione (che non avevamo compresa) costava 25$ a testa (decisamente folle), e pure il wifi era a pagamento a 12$ al giorno per 3 dispositivi (tranne nella hall, nella quale è gratuito), e la cosa, lo ripeto ancora e ancora, è ridicola nel 2015. Per il resto è confortevole e ben posizionato, oltre che moderno e bello.

Insisto sulla posizione dell’hotel: vi consiglio di selezionarla per bene, visto che ne discende la comodità della visita della città stessa; SF non è grandissima, ma girarla a piedi non è possibile (se non limitatamente), non ha una metropolitana capillare ed i bus sono comunque lenti (anche se decisamente ottimi come servizio). Il Fisherman’s Wharf è un buon punto di partenza per me, da cui la scelta dell’hotel.

2 agosto

Svegli molto presto, complice il fuso orario, giriamo per prima cosa tra i pier, fino al Pier 33, per tentare di andare a visitare Alcatraz: un errore da principianti. Va prenotato per tempo. Io m n’ero scordato (biglietti terminati per i giorni in cui stavo a SF), ed ho provato ad ottenere un “last minute” comperato in loco: impossibile per le prossime 4 settimane, mi ha spiegato il ragazzo al chiosco. Purtroppo lo immaginavo, ma ci abbiamo provato lo stesso. Ricordate di prenotare in largo anticipo se vi interessa la visita, almeno 4-6 settimane prima!

Ci dirigiamo quindi alla Coit Tower (torre con una bella vista sulla città, 8$ a testa), poi a piedi siamo saliti lungo Lombard St (fino alla zona della “crookedest road”, il famoso tratto tutto curve); ci siamo spostati quindi in bus fino al Golden Gate Park, dove abbiamo visitato la California Academy of Science (35$ a testa), un museo di scienze naturali in un ambiente progettato da Renzo Piano, molto bello, e successivamente il Japanese Tea Garden (8$ a testa), un giardino in stile giapponese in cui rilassarsi e prendere un tè.

Sui bus: costano 2.25$ a testa, si inseriscono i soldi nella macchinetta a lato del driver e non danno resto: per cui abbiate i soldi giusti! Se non li avete, il guidatore vi spedirà semplicemente a farvi cambiare i soldi dalle altre persone sul bus, prima di darvi il biglietto. I biglietti hanno una validità di alcune ore, e la potete leggere sul biglietto stesso (che viene strappato in modo da segnare fino a che ora è valido ancora).

Siamo tornati alla zona del Pier 39 in bus, ed abbiamo cenato con la famosa “Clam Chowder” più i “Crab Cakes” al “Fog Harbor fish house”, all’inizio del Pier 39 (70$ in due per la cena), buon ristorante (ma si può spendere meno); prima però visita ai leoni marini spiaggiati sulle chiatte al lato sinistro del Pier 39 stesso.

3 agosto

Colazione all’”Hollywood cafè”, che ho trovato super votato su tripadvisor; 40$ in due, ma merita una visita, per una colazione coi fiocchi! Poi abbiamo noleggiato una bici a testa, nella zona del Wharf, con cui fare il giro sul Golden Gate Bridge fino a Sausalito. Vi consiglio di farlo. È un bel modo di passare una mezza giornata: costa circa 50$ a testa, vi danno una bici, una mappa, ed un biglietto del traghetto con cui tornare nella zona dei pier. Si va in bici lungo tutto il lungomare verso ovest, si arriva nella zona del Presidio e del ponte, lo si passa in bici e di lì si scende a Sausalito (carinissimo centro a nord di SF), da cui si rientra in nave. Bello!

Una volta riconsegnate le bici, siamo andati a piedi all’Exploratorium (29$ a testa), al Pier 15: è un museo interattivo, molto divertente, sulla fisica, chimica, meccanica, ottica ed altro, che permette di toccare con mano una serie numerosa di esperimenti: chiude presto (alle 17.00); se siete interessati, è un museo molto divertente.

Da qui siamo tornati al Pier 39, all’Aquarium of the Bay (23$ a testa), ma l’ho trovato deludente dopo aver visto l’acquario del Principato di Monaco, di cui fu direttore Jacques Cousteau. Il resto della serata l’abbiamo speso facendo compere al Pier 39, tra souvenir e stupidaggini.

SF mi è piaciuta: è una città pacifica, vivibile, non caotica ed abbastanza ben servita, piena di attività.

4 AGOSTO: DA SAN FRANCISCO A SANTA BARBARA (1 notte)

Comincia l’on the road! Per le 9.00 andiamo all’Alamo di Bush Street in taxi, per prendere la Chrysler 200 che ci accompagnerà per 6500km nel sud-ovest!

Ci mettiamo quasi un’ora per avere l’auto (sono piuttosto lenti, e molte persone sono lì a chiedere auto prenotate per ore diverse, non ottenendole, e facendo perdere tempo a tutti), e partiamo.

La prima parte di strada (la SF Bay, passando per San Jose) non è nulla di che. Diventa spettacolare dopo Salinas, quando si punta verso Monterey.

Il tratto, in totale, è di più di 350 miglia, da SF a Santa Barbara (che ho usato come punto per spezzare la discesa fino a LA), e ci prenderà l’intera giornata: non occorre specificare che è OBBLIGATORIO fare la strada costiera lungo il Big Sur, la famosissima Pacific Coast Highway (la CA-1)!

Lungo la strada abbiamo visitato:

– 17 mile drive: è una strada privata (che parte a Pacific Grove, in zona Monterey), e che si snoda tra campi di golf e bellissimi scorsi di spiaggia e rumorosi leoni marini: costa 10$ ad auto, e ve la consiglio.

– Point Lobos State Reserve: 10$ ad auto, è il primo parco statale che incontrate sulla destra dopo Carmel (dove finisce la 17 mile drive), ed è una zona di splendide scogliere.

– Julia Pfeiffer Burns SP: 10$ ad auto, è una passeggiata sopra una spiaggia bellissima con una cascata.

Lungo la costa abbiamo fatto altre soste (ad esempio a Point Sur e a Bixby Bridge), per delle foto; vi sono anche molti altri parchi statali lungo la strada: vi consiglio di dare un occhio a quelli che ci sono, e di sceglierne un paio, per spezzare il viaggio verso sud.

By the way, vi consiglio il viaggio da nord verso sud, da SF a LA, per godere a pieno della strada lungo la costa!

Ultima sosta necessaria: i puzzosissimi elefanti marini che hanno colonizzato una spiaggia lungo la strada e che sono là stesi a buttarsi sabbia addosso, sbuffare e litigare tra loro quando si vanno addosso l’uno con l’altro…!

Troppo divertenti!

Arriviamo a Santa Barbara a sera, e sveniamo in stanza, al Ramada che abbiamo prenotato.

Se avete poche notti a disposizione, potreste pensare di tirare dritto fino a LA.

5-6 AGOSTO: DA SANTA BARBARA A LOS ANGELES (2 notti)

Il tratto è breve, meno di 100 miglia, passando per Malibù: ma c’è un grande MA!, cioè il traffico assurdo di LA, che mi porta via un bel po’ di tempo.

Arrivo all’hotel per mezzogiorno e mezzo.

Sulla città: a differenza di SF, la posizione dell’hotel a LA è del tutto indifferente; infatti, a meno che non vogliate stare solo in un posto, per fare qualunque cosa a LA sarete costretti a prendere l’auto e fare decine di miglia al colpo (e nel traffico). La città è estesissima, non ha mezzi pubblici che la coprano in modo completo e non ha un centro.

Come hotel siamo stati ad un Holiday Inn nella zona dell’aeroporto LAX.

Il pomeriggio del 5 agosto ci siamo accodati ad un tour generale di LA di circa 5 ore, con altre 5 persone (circa 55$ a testa): abbiamo visitato prima Venice Beach, poi siamo passati per Beverly Hills, Rodeo dr, Hollywood blvd e per finire al Farmer’s market. Un buon modo per avere una panoramica della città, senza lo stress di dover guidare! Siamo tornati all’hotel a sera, cena con hamburger al pub, e a nanna.

La mattina del 6 agosto siamo andati a Santa Monica: nella zona dell’aeroporto passa il Big Blue Bus, un ottimo servizio bus che va fino a Santa Monica (ha varie linee), alla modicissima cifra di 1$ a testa. Consigliato. Abbiamo passato là la mattina a passeggiare coi piedi nel Pacifico, primo assaggio di sabbia e acqua: troppo freddo per il bagno!

Dopo la mattinata siamo tornati all’hotel in bus, presa la macchina e saliti al Getty centre: è un museo/giardino/opera architettonica splendida sulla collina a nord-ovest di LA, gratuito (ma costa 15$ il parcheggio), e ve lo consiglio, per la tranquillità che vi si respira, la bellezza del paesaggio intorno e l’atmosfera.

Da lì ci siamo mossi quindi al Griffith Observatory, verso tardo pomeriggio: si hanno bellissime viste sulla città, ed un museo sulla scienza spaziale molto interessante (oltre a degli spettacoli ben fatti, all’intero della cupola principale dell’osservatorio, per 7$ a testa). A sera, vengono messi a disposizione dei telescopi da degli addetti. Siamo quindi tornati all’hotel dopo il tramonto.

Adesso, per rendervi conto dell’estensione della città, provate su google maps a fare il giro che vi ho appena descritto (LAX-getty-griffith-LAX): sono ben 60 miglia, quasi 100km, solo per girare una parte della città!

7-8 AGOSTO: DA LOS ANGELES A SAN DIEGO (2 notti)

Il tratto da LA a San Diego passa lungo la costa, ed è lungo circa 130 miglia, che scorrono meglio una volta usciti da LA. A San Diego abbiamo alloggiato al Best Western Cabrillo, in centro, appena fuori dal Gaslamp district.

Abbiamo visitato lo zoo il pomeriggio del 7 agosto (48$ a testa, è un bello zoo, ma andateci se vi piacciono, altrimenti è trascurabile), poi ci siamo spostati al Cabrillo National Monument (5$, con delle belle viste sulla città e sulla costa, Coronado, fino al Messico e Tijuana), e per finire su Ocean Beach, per un’ora di sole a tardo pomeriggio, guardando i surfisti, di cui San Diego è la patria.

La sera siamo stati al Gaslamp district, una zona di locali e ristoranti, giovane e vivace: abbiamo mangiato al ristorante messicano “La Puerta”, buonissimo ed abbondante.

L’8 agosto l’abbiamo speso in spiaggia: la mattina a La Jolla (forse la migliore della zona), il pomeriggio a Pacific Beach (dopo aver provato ad andare a Coronado, impossibile parcheggiare!).

Vi consiglio di arrivare presto la mattina, per trovare parcheggio: l’8 agosto era sabato, e le spiagge sono prese d’assalto dalle persone. A La Jolla siamo riusciti a parcheggiare per una botta di fortuna, dopo che un gruppo di sub (la zona ha delle cave naturali sottomarine) se ne stava andando.

Le spiagge di SD sono belle, e molto gettonate dai surfisti: ho passato la giornata guardandoli surfare sulle onde, ma non ho fatto il bagno. Una cosa che non mi aspettavo è il freddo che ho trovato in generale in California. La costa è sempre ventilatissima, e l’acqua è in generale fredda: non aspettatevi il mare chiuso a cui siamo abituati, è oceano!

Ah, le spiagge sono libere: non dovrete pagare nulla per utlizzarle.

La sera siamo stati ad Old Town San Diego, ma l’ho trovata un po’ una baracconata!

9 AGOSTO: DA SAN DIEGO A PHOENIX (1 notte)

Si va nell’entroterra! Sveglia prestissimo, abbandoniamo la costa per cominciare a visitare i parchi! Ho deciso, scendendo fino a San Diego, di andare poi fino a Phoenix, per passare il deserto nel mezzo ed il Joshua Tree NP, più la zona di Sedona e Montezuma Castle (nella salita al Grand Canyon). Questa però è la mia scelta, ed ho tagliato la parte del deserto del Mojave e di Route 66 (Kingman, Seligman), per cui non passavamo: fate le vostre scelte!

Detto questo, il tragitto del giorno è il più lungo del tour, quasi 500 miglia: da San Diego a nord verso Riverside, poi a est verso Palm Springs, per poi salire al Joshua Tree NP. Mi ha preso quasi l’intera giornata nel complesso.

Vi consiglio di avere bene in mente la visita ai parchi e come la volete organizzare: i parchi sono immensi, e non aver ben in mente cosa fare vi farà perdere tempo e percorrere decine di miglia in più.

In ogni caso, siamo entrati al Joshua Tree dal visitor centre a nord-ovest, siamo scesi fino al viewpoint di Keys View (che vede tutta la valle del Coachella) facendo anche altre soste lungo il percorso, e poi riusciti a nord-est a Twentynine Palms. Il Joshua Tree può essere anche attraversato in direzione nord-sud, ma diventava troppo. Da lì, una lunghissima strada nel deserto fino a Phoenix.

Un consiglio: non fate come me la benzina appena usciti dalla zona del deserto, fatela quando passate il confine ed entrate nell’Arizona, lo stato dove la benzina costa meno di quelli che ho visitato: 2.6$ al gallone, contro i 4$ che ho pagato appena uscito dal deserto.

Il clima qui cambia sensibilmente: a Phoenix abbiamo trovato 40 gradi, un vento caldo e secco ci sferzava, ed abbiamo ringraziato di avere la piscina nel resort!

Abbiamo alloggiato al Pointe Hilton Squaw Peak, fuori Phoenix: ha piscine e un parco acquatico interno, e le stanze sono divise in tanti piccoli condomini sparsi per l’area del resort.

10 AGOSTO: DA PHOENIX AL GRAND CANYON (1 notte)

Seconda (e ultima) botta di 500 miglia in un giorno solo! (le tratte successive saranno tutte più brevi)

Il mio piano era di visitare Montezuma Castle, la zona di Sedona, l’Oak Creek Canyon e salire fino a Flagstaff, per poi andare al Grand Canyon (da visitare il giorno dopo). Ho però pensato di estendere il tutto, andando verso est alla Petrified Forest NP: sono soddisfatto della mia scelta, e vi spiego perché.

Montezuma Castle NM (National Monument) è interessante, ma si visita in brevissimo tempo (un trail di 200 metri!).

Sedona ci si passa solo, la zona è bella (red rocks), e l’Oak Creek Canyon è una bellissima strada panoramica nel bosco (con viewpoint finale sul canyon, da circa 2000m di altezza), ma il tutto (a meno che non vogliate fermarvi a fare il bagno nello Slide Rock State Park (il fiume ha “piallato” le rocce del letto, facendole diventare degli scivoli naturali, tra le quali fare il bagno)), prende poco tempo. Per cui ho inserito una deviazione a est.

Arrivati a Flagstaff, si prende la 40 verso est (è la Route 66!): prima di Winslow (“standing on a corner in Winslow, Arizona…” cantavano gli Eagles…), a destra, potete visitare il Meteor Crater: costa (mi par di ricordare…) 18$ a testa, ma è spettacolare! Val bene una deviazione.

Per visitare la Petrified Forest, arrivate a Holbrook e scegliete una direzione: nord sulla 40 ancora (farete il parco da nord a sud) o sud sulla 180 (parco da sud a nord). È indifferente! Passerete comunque sulla stessa strada all’interno del parco!

Il parco ha 2 zone in cui si passa: quella nord è quella del deserto dipinto (e della blu mesa), dune colorate dagli strati sedimentari diversi, e quella della foresta pietrificata in sé, tronchi di alberi che, col passare delle ere geologiche e delle inondazioni, si sono trasformate in roccia del tutto. Vale la pena!

Si torna poi sulla 40 verso ovest, si passa Flagstaff, e si segue verso nord per il Grand Canyon, dove si entra una volta passati per Tusayan: io ho alloggiato all’interno del parco, allo Yavapai Lodge.

Il mio consiglio è, quando potete, di dormire nei parchi: alzarsi all’alba all’interno dei parchi è strepitoso. Lo Yavapai ha delle stanze a circa 1km da Mather Point, sul rim: una comodità assoluta.

Appena arrivati, check-in e via verso il south rim, a piedi (i parcheggi lì, nei dintorni del visitor centre, sono pienissimi dopo le prime ore del giorno). Vi consiglio di dare un’occhiata alla zona del market, più a sud, dove c’è un parcheggio grande, ed è servito dai bus gratuiti del parco.

Siamo stati al rim 2 ore, fino a che il sole non è tramontato: non ci si stufa mai di guardare questo spettacolo naturale.

È pieno di pazzi che si inoltrano sulle rocce a strapiombo, per avere viste migliori: io non l’ho fatto, e mai lo farò…!

11 AGOSTO: DAL GRAND CANYON A PAGE (1 notte)

Sveglia alle 4.30, per l’alba al Grand Canyon.

È coperto, ma non del tutto: vediamo l’alba, ma non bene come avrei sperato, peccato. Il giorno è il peggiore da quando siamo negli USA: comincia a piovigginare, e stenta ad aprirsi.

In ogni caso, visitiamo quello che possiamo, usando i bus del parco: ci sono 4 linee di bus (blu, arancio, rossa, viola). Quella blu serve la zona del visitor centre, la gialla va verso est (desert view), la rossa a ovest (fino all’hermit’s rest), la viola non mi ricordo (forse scende a Tusayan?! Boh).

Sfortuna vuole che la zona rossa sia chiusa perché sono caduti 2 fulmini in zona, e quindi ne visitiamo solo poca parte, prima di rientrare verso il visitor centre, dove vediamo un film di 30 minuti sul Grand Canyon (interessante).

Dato il tempo, non riusciamo a fare nessuna passeggiata che scende, ma solo tra i viewpoints sul rim.

Dovessi tornare, spenderei almeno 2 notti al GC: una passeggiata a scendere verso il Colorado dev’essere un’esperienza stupenda.

Verso primo pomeriggio, prendiamo la macchina e proseguiamo verso est (fermandoci alla torre di desert view come ultimo viewpoint), in direzione Page. Il tempo non migliora, e rimane coperto, e sono preoccupato per il tour all’Antelope Canyon del giorno dopo (che viene chiuso in caso di pioggia e flash floods). Nei dintorni di Cameron, ci fermiamo ad un parco Navajo, un paio di viewpoints sul Little Colorado river.

Arrivati nei dintorni di Page il meteo sembra tenere, per cui andiamo all’Horseshoe Bend: troverete un parcheggio sulla US-89, pieno di auto, non lo potete mancare, pochi km a sud di Page.

Una breve passeggiata (il cielo coperto aiuta, non fa caldo) vi porta alla più famosa ansa del Colorado: uno spettacolo assoluto.

Non soffro di vertigini, ma la zona che aggetta sul fiume mi ha fatto tremare le gambe: non ci sono ringhiere o parapetti, solo voi sul ciglio del baratro. Emozionante. Anche qua ci sono dei coraggiosi che si sporgono da rocce a picco sul precipizio. Mah…

Passiamo una mezzoretta a guardare, e ci muoviamo poi verso la Glen Dam, la diga che ha creato il lake Powell. Non entriamo a visitare, ma ci limitiamo a qualche foto dalla zona sopra la diga.

Alloggiamo al Best Western Plus at Lake Powell.

Per cena andiamo al Big John’s BBQ, dove prendiamo un piattone misto di carne cotta in quei famosi barbeque giganti che si vedono nelle trasmissioni sul cibo made in USA: provatelo! Il tutto accompagnato da musica live, in un ambiente gioviale e festoso (si mangia tutti insieme su panche all’aperto). Il tempo nel mentre è migliorato.

12 AGOSTO: DA PAGE ALLA MONUMENT VALLEY (1 notte)

Alle 9.00 ho prenotato un tour guidato (unico modo per accedervi) all’Antelope Canyon, forse il più famoso tra gli slot canyon.

Vanno spese due parole sulla disorganizzazione dei Navajo nel gestire le visite a questa meraviglia della natura. Ci sono tantissime compagnie che organizzano questi tour, alcune sono a Page (e da lì vi porteranno al Canyon), altre sono di base al Navajo Tribal Park Parking Lot (lo trovate così su google maps), come quella che ho usato io (antelope canyon navajo tours llc).

Arriviamo al parcheggio un’ora prima, come specificato nella mail di conferma del tour. Una colonna di circa 30-40 auto mi impedisce di entrare. Si prosegue lentissimi, e dopo 10 minuti mando mia moglie a piedi a chiedere. La scortesia del tizio all’ingresso del parcheggio è totale (rispetto poi alla gentilezza comune che si riscontra in giro di norma tra la gente), che le intima di fermarsi, visto che entrare lì da parte sua era un “federal crime”; riesce a spiegarsi, dicendo che abbiamo una prenotazione, ma che di questo passo non saremmo arrivati in tempo (erano passate credo 3 auto in 10 minuti).

Le urla in pratica che, se ho la prenotazione, posso passare oltre la fila di auto (di tutta gente senza prenotazione), e pagare l’ingresso al tribal park (8$ a persona, solo cash, soldi giusti contati perché non hanno resto) al parcheggio. Va beh. Supero tutti (sguardi di odio), e parcheggiamo. Non è per niente segnalata questa cosa delle prenotazioni con le quali si può passare.

Mi metto in fila quindi al banchetto dei tizi dei tour. Anche qui, è tutta gente senza prenotazione che cerca un posto per la giornata. Metà dei tour sono sold-out, e quindi si possono prenotare posti per quelli successivi disponibili. Io nel mentre passo avanti (un ragazzo navajo passa tra la fila [saremo almeno 50 persone], urlando e chiedendo chi avesse la prenotazione: solo io), e pago (accettano la carta qui, 40$ a testa).

Mi chiedo come sia possibile essere così disorganizzati. Credo siano decisamente meglio organizzate le gite che partono da Page.

Vi consiglio assolutamente di prenotare prima tramite internet, ci sono svariate compagnie che offrono le visite guidate, e così eviterete di perdere tempo (chi vorrebbe arrivare lì alle 9.00 e prenotare magari per le 16.00?). Attendiamo le 9.00 per l’inizio del tour. Ci portano su una strada sterrata fino al canyon, e la visita dura circa 90 minuti totali. Una meraviglia! Le foto parlano da sé. Finita la visita, ci mettiamo in auto e ci dirigiamo verso la prossima meta, la Monument Valley! È ancora presto (non sono nemmeno le 11.00), e la strada per la MV è di meno di 2 ore: arriveremmo presto per il check-in, e la visita guidata alla valle l’ho organizzata per la mattina successiva. Perciò, ci dirigiamo prima verso Chinle, al Canyon de Chelly (pronunciato canyon “de scey”). È un parco nazionale, e di fatto formato da 2 parti distinte, cioè una south e una north rim drive. La south rim drive segue il canyon de Chelly appunto (con 7 viewpoints), quella north segue il canyon del Muerto (3 viewpoints): io ho fatto quella sud, e la parte più bella è lo Spider Rock overview, una spettacolare vista sulla Spider Rock , un doppio spuntone che sporge dal fondo del canyon.

NOTA!

Troverete spesso, una volta entrati nella Navajo Nation, cartelli che vi avvertiranno del fatto che i navigatori GPS non sono attendibili in quelle zone. A me è capitato che il navigatore mi mandasse, per andare a Chinle, su per un monte (la Black Mesa), fino a farmi arrivare in una miniera da cui partiva una sterrata… nonostante le sue proteste, sono tornato indietro e ho ripreso la principale… in pratica era convinto che mi avrebbe fatto risparmiare quasi mezzora per quella strada. Peccato solo che non esistesse… va beh… seguite le principali! Torniamo a pomeriggio verso ovest, verso la MV. Passiamo da Arizona a Utah, per cui orologio avanti di 1 ora. Entriamo nella MV: costo 20$ ad auto. Alloggiamo al The View hotel, strepitoso: dà sui Mittens (east e west) e sul Merrick Butte, in una delle più famose foto della MV. Tutte le stanze hanno questa vista. Passo la serata fuori a guardare il tramonto colorare di rosso le formazioni rocciose. E lo stesso farò la mattina successiva. La notte ci sono delle stellate da paura. Vi consiglio anche qua di soggiornare dentro al parco. Tra l’altro, se non sbaglio, la MV richiede che paghiate ad ogni transito. Per cui, se decidete di stare in hotel a Kayenta o Mexican Hat (i 2 paesi più vicini, il primo a nord, il secondo a sud), se entrate più di una volta ripagherete l’ingresso.

Per il The View è bene muoversi per tempo, perché si riempie presto.

13 AGOSTO: DALLA MONUMENT VALLEY A MOAB (1 notte)

Ho prenotato da casa un tour di un’ora e mezza (con sandstone tour, 55$ a testa) per la mattina. Qui non serve prenotare, partono molti tour e ci sono molte compagnie che li offrono. Io e mia moglie siamo da soli, e ci facciamo un ottimo tour (di fatto) privato per la strada panoramica della MV.

Vediamo i punti più famosi (John Ford’s point, Artist’s point, North Window, Three Sisters, …), uno spettacolo.

Potreste anche decidere di andare da soli lungo la strada: però è piuttosto dissestata (alcuni punti sono proprio messi male), e sappiate che le compagnie di noleggio auto potrebbero farvi storie, in caso di foratura, rottura dell’auto o altro. Vedete voi! Il punto di arrivo della giornata è Moab: è ancora presto, per cui decidiamo di allungare il giro e vedere altre cose. Le possibilità sono 2 a mio avviso. O salire verso nord passando per Blanding, visitando nell’ordine la Valley of the Gods e il Natural Bridges NM, oppure passare più a est (e facendo una capatina in New Mexico per un brevissimo tratto e in Colorado), visitando il Four Corners Monument e il Mesa Verde NP a Cortez. Scegliamo la seconda opzione.

In totale staremo in auto per 5 ore: ripassiamo per Kayenta, e andiamo al Four Corners (10$ a macchina, parco navajo). È una gran stupidata, ma a me piace! Stiamo su 4 stati (Utah, Colorado, Arizona, New Mexico) e 2 fusi orari in contemporanea!

Andiamo poi a Cortez, per visitare il Mesa Verde NP. Il parco è molto esteso, e formato da 2 mesas: Wetherill Mesa e Chapin Mesa.

La seconda mi è parsa molto più interessante, e ci siamo fermati al Cliff Palace (che però non abbiamo visitato, perché è necessario un tour guidato che non aveva più posti disponibili) e alla Spruce Tree House, che si può visitare con un breve trail tra gli alberi che scende alla costruzione.

Ci siamo poi diretti a Moab, che tra tutte le cittadine viste finora (diciamo le cittadine nate intorno ai parchi!) è la meno peggio; o forse è solo perché il paesaggio intorno è molto bello, incassata così com’è tra i monti.

Visto che ancora non è tardi, andiamo al Dead Horse Point SP (10$ a macchina), a nord di Moab, un viewpoint 2000ft sopra il Colorado. Bellissimo. Per arrivarci dovete superare Moab verso nord sulla 191, e prendere la 313, che porta sia a Dead Horse SP che a Canyonlands NP.

Torniamo quindi a Moab, dove alloggiamo al Moab Valley Inn.

14 AGOSTO: DA MOAB A BRYCE (1 notte)

La giornata comincia prestissimo: il nostro obiettivo è il Delicate Arch trail ad Arches NP, circa 5km tra andata e ritorno all’arco più famoso del parco. L’ingresso ad Arches è maestoso, si sale una strada a lato della parete montuosa, e si entra al parco. Si deve arrivare molto presto la mattina (il parco è aperto 24/7), e parcheggiare al Wolfe Ranch, da dove parte il trail; il parcheggio è limitato, e già dalla mattina si riempie. Inoltre, se lo fate presto, il trail è ancora in ombra: se considerate che la temperatura arriva tranquillamente sopra i 40°C già in mattinata, capirete che è un bel vantaggio. Arrivando presto, la casupole dei rangers all’ingresso saranno chiuse (con dei cartelli appesi “proceed inside the park”): io ho mostrato il pass dei parchi successivamente al visitor centre. Si segue il sentiero: la prima parte è battuta, la seconda sale su una collina di “slickrock”, la terza continua seguendo il monticello sopra il quale c’è l’arco. Quest’ultima parte, se soffrite di vertigini, può dare fastidio, perché l’ultimo tratto è uno stretto sentiero esposto (non è alto dal lato su cui dà a valle, ma può dare fastidio). Per avere un’idea del tragitto, vedetevi qualche video su youtube (ad esempio: www.youtube.com/watch?v=hxPFrQ5Yywg), nel quale potete vedere le parti del trail a cui mi riferisco.

La vista in cima però è fenomenale. Portatevi acqua da bere! Scesi dalla zona del Delicate, siamo andati a fare il breve trail tra il Turrett Arch e la North e South Windows, poi al Double Arch ed infine alla Balanced Rock. Arches è il parco che mi è piaciuto di più tra tutti. Usciti da Arches, siamo andati a Canyonlands NP. Questo parco è parco ha 3 zone distinte (per davvero…!) ed inaccessibili l’una dall’altra: the Maze (a ovest), the Needles (a est) e Island in the Sky (a nord). Questo perché è definito dai 3 triangoli creati dal Green River e dal Colorado, e dalla loro confluenza.

Dove i fiume scorrono distinti, a nord, quella è Island in the Sky, dove sono stato io: sono da segnalare il Grand View Point overlook, ed il Green River Overlook, sui canyon sottostanti, formati da questi 2 fiumi: bellissimi! Si ha una vista che spazia per 100 miglia, mi diceva un ranger alla grand view point. Forse esagerava, ma la vista rimane incredibile. A ovest del green river (e poi sempre a ovest, dopo che i fiumi si sono uniti) quella è the Maze. A est del colorado (e poi sempre a est, dopo che i fiumi si sono uniti) quella è the Needles: da questa parte vi è il Confluence Overlook. Mi sarebbe piaciuto visitare questa zona pure, ma è decisamente più scomoda: ci si arriva infatti da Monticello (ben a sud di Moab), e il tragitto per il visitor centre di the Needles è lungo e mi avrebbe preso troppo tempo. Lo stesso trail per il Confluence overlook dovrebbe essere all’incirca di 15km (andata e ritorno), per cui prende un’intera giornata, tra arrivare lì, fare la hike, e tornare. Finito di visitare Canyonlands, ci siamo messi in auto per Bryce, dove abbiamo alloggiato al Ruby’s Inn, che vi consiglio, visto che è pure una fermata del bus gratuito che entra a Bryce Canyon.

Lasciati i bagagli al Ruby’s Inn, nonostante la lunghissima giornata, abbiamo preso il bus e siamo andati a Bryce Canyon; siamo scesi a Bryce Point, l’ultimo dei punti battuti dal bus (per andare a quello più a sud, Rainbow Point, o prendete un bus speciale, che fa servizio 2 volte al giorno, oppure con la vostra auto).

Il Bryce Canyon è bellissimo: piccolo, coloratissimo, una di quelle cose che non ci si dimentica: vedrete un’infinità di hoodos, i pinnacoli creati dall’erosione, nei loro colori vividi e che cambiano lungo la loro altezza.

Poi siamo andati al Sunset Point (in bus), e abbiamo fatto il Navajo Loop trail, che scende nell’anfiteatro.

Finito il trail, siamo andati a riprendere il bus a Sunrise Point seguendo il rim, per tornare all’hotel, sfiniti ma felici.

A sera abbiamo cenato al ristorante dell’hotel, un’ottima T-bone steak per circa 60$ in due. Non arrivate tardi al ristorante, perché viene preso d’assalto intorno alle 20.00.

Ho contato almeno 40 persone in attesa di cenare, mentre uscivo dal ristorante.

(INCISO: se avete qualche giorno in più, provate a pensare di aggiungete anche il parco di Yellowstone NP, salendo lungo le Rocky Mountains, e passando per il Grand Teton NP, aggiungendo Idaho e Wyoming al vostro viaggio. Moab è il punto di partenza adatto per salire ancora verso questi altri 2 parchi stupendi. Da Moab sono altre 550 miglia almeno, quindi contate di aggiungere altre 2-3 notti. Io ho saltato, non avevo abbastanza giorni!)

15-16 AGOSTO: DA BRYCE A LAS VEGAS (2 notti)

La mattina andiamo fino a Raibow Point in auto, per poi tornare sulla strada principale, andando verso la nostra prossima meta: Las Vegas! Prima però setto il navigatore su Zion NP, il primo parco nazionale dello Utah. Ci si arriva lungo una bellissima strada di montagna, entrando nel parco da est, scendendo nel canyon vero e proprio, formato dal Virgin river. Riusciamo a parcheggiare vicino al visitor centre (altrimenti dovreste usare i parcheggi della vicina cittadina di Springdale, e usare il bus gratuito che entra nel canyon). In ogni caso, anche parcheggiando dentro il parco, dovrete usare i bus, in quanto la strada nel canyon è chiusa al traffico privato. Noi siamo andati fino all’ultima fermata, il Temple of Sinawava, e da lì abbiamo fatto la Riverside Walk, che segue il fiume, è piana ed accessibile alla carrozzine e passeggini. Ad un certo punto, la passeggiata arriva ai Narrows, dove il canyon si restringe, e prosegue nell’acqua del Virgin river. Qui ci siamo fermati, perché non attrezzati a camminare nell’acqua.

Usciti da Zion, siamo andati a Las Vegas, dove ci siamo fermati 2 notti.

Entrati in Nevada, tirate gli orologi indietro di 1 ora.

Abbiamo soggiornato al Vdara, di fianco al Bellagio: è un albergo meno “las-vegasiano”, in quanto non a tema, ma mi ci sono trovato bene. Ha il servizio di valet parking, e non ci si può parcheggiare l’auto per conto proprio: contate quindi che vi servirà un po’ di tempo per riavere l’auto, visto che ve la devono andare a prendere.

Il pomeriggio del 15 siamo quindi andati in piscina: inutile dire che è stato un futilissimo tentativo di rinfrescarci!!

Il termometro segnava 110°F (circa 43°C), e tra la piscina che era un brodo e l’aria calda del deserto, è stato piuttosto inutile.

Per la sera ho prenotato uno spettacolo (i concierge degli hotel sono ben felici di aiutarvi a prenotare di tutto e di più!), e siamo andati a vedere Criss Angel al Luxor.

Bello spettacolo, ben costruito e divertente.

Muovetevi in taxi per la città, è impensabile usare la propria auto.

Siamo tornati per la Strip, fino al nostro hotel, immersi nel caldo assassino (38°C alle 23.30), tra gli ubriachi, tizi e tizie in maschera, addii al celibato/nubilato, di tutto e di più: una fauna variegata!

Siamo passati all’interno dei vari hotel, l’Excalibur, il Bellagio, i casinò, etc etc. Las Vegas è un parco giochi per adulti: se avete voglia di spendere, è il posto giusto.

Un paio di birre e via all’hotel.

16 agosto

Ci siamo svegliati con calma, e siamo andati a fare shopping al Las Vegas Premium Outlet North.

Unica pecca: è all’aperto! Tipo Vicolungo, se avete presente.

Diciamo che alcune cose convengono (Micheal Kors, Tommy Hilfiger), altre meno; resisto un po’, poi il caldo si fa mortale, e ce ne torniamo all’hotel.

Andiamo a pranzo per le 14.00 in uno dei più famosi buffet di Las Vegas, consigliato da Lonely Planet: il Wicked Spoon del Cosmopolitan.

Ho speso circa 75$ in due, si mangia quanto si vuole, e le bibite sono a refill continuo (ma non gli alcolici, da pagare a parte). È un’esperienza da provare, c’è veramente di tutto, e buono.

C’è un po’ da attendere (circa 40 minuti), ma ne vale la pena.

Ricordate che fino alle 15.00, il buffet è per il brunch (e costa un po’ meno), dopo le 15.00 è per la dinner (e costa di più). Pagherete all’ingresso a seconda dell’ora cui arriverete.

La sera siamo riusciti sulla Strip, senza un vero obiettivo, ma semplicemente girando tra gli hotel (Ceasar’s Palace, Venetian, Paris, …): ripeto, un parco giochi per adulti.

17 AGOSTO: DA LAS VEGAS A MAMMOTH LAKES (1 notte)

Sveglia molto presto la mattina: si viaggia verso la Death Valley NP!

Ci vogliono circa 2 ore da Las Vegas. Prima tappa, Dantes View (il primo punto che si trova, venendo da est), il punto rialzato da cui si vede l’intera valle. Poi Zabriskie point (famoso il film di Antonioni), e da lì a poco abbiamo girato verso sud, per visitare prima Badwater Basin, il punto più basso degli USA (-85.5m), e poi, tornando verso nord, la Artist Drive e Artist Palette. Di lì ci siamo diretti al visitor centre di Furnace Creek, per una pausa acqua fresca! Per uscire dal parco, continuate per Stovepipe Wells (dove ci sono le dune) e Panamint Springs. Qui troverete la benzina più cara della storia, 5.5$ al gallone. Che è comunque meno di quanto costa in Italia…!!! Fate il pieno a Las Vegas, prima di andare nella valle della morte! A volte troverete dei cartelli (prima delle salite) che vi consigliano di spegnere i condizionatori per 10, 15 o 20 miglia, per evitare di surriscaldare il motore: un’esperienza quasi catartica…!!! Usciti, il nostro tragitto ci ha portato nella zona dei laghi a nord, costeggiando ad est la Sierra Nevada. Facendo così, abbiamo saltato il Sequoia NP: fate le vostre scelte! Abbiamo alloggiato al Mammoth Mountain Inn di Mammoth Lakes, un cottage di legno molto caratteristico. Il pomeriggio siamo saliti sulla Mammoth Mountain, circa 3300m, con la cabinovia: da là, si gode di una vista magnifica di tutta la zona della Sierra Nevada. Alla sera siamo andati in centro al paesino di Mammoth Lakes, per una cena al ristorante “53”: il paese è raccolto, tutto di legno, molto montano.

18 AGOSTO: DA MAMMOTH LAKES A OAKHURST (1 notte)

Ci alziamo abbastanza presto per andare a Yosemite NP, ultimo parco del nostro viaggio.

Disdetta, la receptionist dell’hotel ci avvisa che il giorno prima il Tioga Pass era chiuso per un wildfire! La California è in un periodo di siccità critica, e sono fenomeni che capitano spesso. Controlliamo su internet, e vediamo che la strada è stata riaperta, per fortuna. Altrimenti sarei dovuto passare ancora più a nord. Per andare a Yosemite, passiamo prima per le Tufa Reserve del Mono Lake, poco prima del paese di Lee Vining. Poi prendiamo la 120, che entra nel parco vero e proprio: una strada molto bella, panoramica, che sale al parco (Tioga pass), e poi scende nella Yosemite Valley. Durante la strada, fermatevi assolutamente ai laghi sul lato sinistro (Ellery, Tioga, Tenaya), e ad Olmstead Point, per delle foto stupende: il paesaggio è tipicamente alpino, boschi e laghetti! Ci siamo quindi diretti al visitor centre della Yosemite Valley, passando sotto El Capitan, dove abbiamo visto un film di mezzora sulla storia di Yosemite e di come sia stato il primo “proto-parco nazionale” degli USA. Primo “proto-parco” perché per la prima volta nella storia degli USA fu stabilito che una parte di Yosemite fosse territorio protetto, ma il primo parco nazionale istituito propriamente detto fu in realtà Yellowstone.

Da lì siamo scesi verso sud (seguendo per Wavona), e siamo saliti al Glacier Point, il punto più bello del parco, con una magnifica vista sulla Yosemite Valley, e sull’Half Dome.

Per andare al Glacier Point basta seguire le indicazioni. Potreste essere costretti a parcheggiare a Badger Pass, e salire là con il bus gratuito che fa servizio in quella zona. Io sono arrivato là per le 15.00 circa, e sono potuto passare con la mia auto.

Finito il nostro giro, abbiamo continuato verso sud per Oakhurst, dove abbiamo alloggiato al Best Western Plus Yosemite Gateway Inn: il peggior hotel degli ultimi 20 giorni!

Orribile (altro che Best Western Plus…), abbiamo alloggiato in un sottoscala, con arredamenti vecchi e un phon che è saltato mentre mia moglie lo usava! Va beh…

19-20 AGOSTO: DA OAKHURST a SFO

Abbiamo il volo alle 18.10 a SFO, e abbiamo tutto il tempo per alzarci con comodo ed arrivare all’aeroporto. Con un po’ di voglia, per occupare la mattinata, vicino a Oakhurst c’è Mariposa Grove, la zona più vicina per vedere le Giant Sequoias. Putroppo quest’anno (da luglio), ci stanno facendo dei lavori di restoring, ed è chiuso per almeno 6 mesi. Per cui optiamo per andare con calma verso l’aeroporto: sono circa 200 miglia, un po’ più di 3 ore. SFO è ottimamente organizzato per le auto a noleggio da riconsegnare: l’autostrada che costeggia l’aeroporto vi segnala bene di non uscire alla prima uscita dell’aeroporto (quella dei terminals), ma di proseguire ed usare l’uscita su San Bruno Avenue. Da lì, in 5 minuti sarete alla riconsegna; si prende poi il tipico AirTrain, che vi gira tra i noleggio auto e i vari terminals, nazionali ed internazionali (divisi per compagnia aerea: Turkish vola dal G). Check-in, un po’ di attesa (non c’è praticamente nulla nel terminal!), aereo praticamente vuoto (il che mi permette di prendere possesso di una tripla di posti tutta per me! E buonanotte), fine dei giochi!

EPILOGO

Il viaggio è andato ottimamente. Non ci sono stati imprevisti, forature, problemi. È stato anche lungo e variegato, il viaggio di una vita.

Mi sento di ripetere soprattutto di organizzare per bene quello che volete fare, gli spostamenti e valutare cosa e come visitare.

Questo perché, lo ripeto, le distanze sono importanti.

Io ho percorso 6500km in 19 giorni. Sono tanti. E li ho guidati tutti io. Non mi sarei potuto sobbarcare eventuali deviazioni o strade sbagliate o, peggio!, di arrivare e trovare un posto chiuso o non visitabile!

(esempio: sentivo degli italiani al Grand Canyon che parlottavano tra loro e “avrebbero provato a visitare The Wave”, così, a sentimento; ma non va organizzato così! Per dire, The Wave ha un sistema di permessi ad estrazione, che vanno provati a vincere 4 mesi prima, in quanto lasciano entrare solo qualche persona al giorno! E se considerate che questa si trova a più di un’ora e mezza da Page, capite che buttare 3 ore tra andata e ritorno, per tornare poi con le pive nel sacco, 3 ore di guida buttate e il nervoso di aver sprecato il tempo, non ne vale la pena!)

Per cui, pianificate bene quello che volete fare, datevi delle tempistiche, e delle idee “modulari” su cosa visitare in caso di tempo libero in più.

Valutate bene gli spostamenti, e quante ore vi ci vogliono.

Controllate gli avvisi sui parchi sul sito del nps.com.

E andate!



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