California e Parchi di Ilaria e Ivan
7000 km on the road!!!!
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Ciao, volevo raccontarvi il mio viaggio negli USA fatto dal 10 al 26 Agosto 2010 con il mio fidanzato. Stati interessati: California, Arizona, Utah, Wyoming e Nevada. Km totali: 7000 circa Premessa: volendo fare un bel giro, abbiamo prenotato tutto nei mesi di febbraio/marzo, soprattutto x le sistemazioni nei parchi, x trovare alloggi carini ad un prezzo ragionevole; e soprattutto x non perdere tempo la sera a cercare e x non dover dormire lontano dai parchi. A Gran Canyon, Grand Teton e Yellowstone molte delle sistemazioni a buon prezzo erano già esaurite in quel periodo! X la maggior parte dei parchi, le prenotazioni vengono gestite da Xanterra, quindi bisogna andare direttamente sul sito della compagnia x prenotare, è l’unico modo. Per poter fare così tanti km, la mattina ci alzavamo abbastanza presto, e alla sera non facevamo di certo vita notturna! Volo: LINATE >>> MADRID >>> MIAMI >>> LOS ANGELES – LOS ANGELES >>> WASHINGTON >>> MADRID >>> MALPENSA. Forse 2 scali sono un po’ tantini, ma x la modica cifra di 510 € a testa ce li siamo fatti andare bene. Abbiamo volato con Iberia e American Airlines (quest’ultima non me la sento proprio di consigliarla, in quanto l’aereo sembrava un carro bestiame, vecchio, spazi ristrettissimi, ci hanno dato da bere 2 volte in 5 ore…) L’auto l’abbiamo noleggiata con la Dollar, abbiamo speso circa 960 € x 14 giorni (il grosso della spesa era l’assicurazione, abbiamo preferito fare quella che copriva tutto, anche noi, perché avevamo letto che, soprattutto nei parchi, spesso gli animali causano incidenti.) Guida usata: Routard Consiglio di fare l’Interagency Annual Pass: si pagano 80 USD a macchina/4 persone e si può entrare in tutti i parchi nazionali (deve comparire la parola National nel nome). Noi l’abbiamo usato x entrare praticamente ovunque. Sono esenti la Monument Valley e Antelope Canyon perché sono in territorio indiano; e Antelope Island e Point Lobos perché sono parchi statali. Altro consiglio è quello di comprare una ghiacciaia in polistirolo (le vendono nei supermercati), e di fare la spesa e il pieno alla macchina sempre nelle cittadine più grandi, dove costa meno, e soprattutto fuori dai parchi, dove tutto è più caro. 1° giorno Siamo atterrati a LA verso le 21, abbiamo preso la navetta e siamo andati alla Dollar a ritirare la macchina. Abbiamo dormito in zona aeroporto al Ramada Limited Lax Airport East (ovviamente si sentiva qualche aereo passare…) 2° giorno La mattinata l’abbiamo passata a Hollywood, a cercare le stelle sulla Walk of Fame e a fare shopping nei vari negozietti. Abbiamo pranzato all’Hard Rock Cafè, abbiamo mangiato bene, anche se non è proprio economico. Dopo pranzo siamo partiti x affrontare i 700 km che ci separavano da Williams, a un’ora dal Gran Canyon. Lungo la strada abbiamo attraversato il deserto del Mojave, e ogni tanto incrociavamo quei treni lunghissimi che si vedono nei film. Abbiamo dormito al Grand Canyon Hotel: piccolo hotel particolare, ogni stanza ha un tema (x la nostra era la nautica), ma le stanze erano davvero piccole, non ci si muoveva se c’erano le valigie aperte. Oltretutto a Williams c’è il capolinea di quei mega treni da 50 o più rimorchi, che passano giorno e notte, facendo un casino infernale e…SUONANDO! Un incubo praticamente… 3° giorno Abbiamo allungato la strada e siamo scesi a sud verso la cittadina di Sedona, tutta accerchiata da rocce rosse. Abbiamo proseguito fino al Castello di Montezuma (antica residenza indiana scavata nella roccia), davvero molto suggestivo. La strada è davvero bella, si passa in una gola tra le rocce rosse, tutte ricoperte da pini. Bellissimo. Poi siamo tornati indietro e siamo andati al Gran Canyon, dove siamo arrivati nel pomeriggio. E’ semplicemente immenso, bello bello bello. Abbiamo fatto il giro di tutti i belvedere del South Rim, e da dove abbiamo visto anche il tramonto. Al Gran Canyon abbiamo visto i primi animali: scoiattoli e cervi. Abbiamo dormito al Bright Angel Lodge, in una “cabin”, davvero molto carina, pace assoluta. Consiglio di mangiare al ristorante adiacente all’hotel (non quello interno), noi abbiamo mangiato un’ottima steak e il dolce buonissimo, porzioni molto abbondanti. 4° giorno Ovviamente sveglia prestissimo x vedere l’alba, era tutto rosa, ma che freddo! Poi ci siamo diretti verso Page, e ci siamo fermati a un belvedere prima della città che dava sulla diga del lago Powell. Abbiamo proseguito in direzione Kayenta, abbiamo lasciato la macchina al posteggio del parco e degli indiani con delle jeep ci hanno portato all’Antelope Canyons (precisamente noi abbiamo fatto l’Upper Canyon). E’ stupendo, si rimane senza parole a vedere le bellezza di questo canyon scavato nella sabbia. Mille giochi di luci e ombre, davvero impressionante. L’ideale è andarci verso mezzogiorno, perché la luce penetra dentro perpendicolarmente dalle fessure superiori. Consiglio di recarsi alla biglietteria il prima possibile, perché le jeep non sono tantissime, e viene portato al canyon un tot. Di turisti all’ora, quindi se non ci si sta sul turno successivo, bisogna aspettare quello dopo ancora e si deve restare nel posteggio sotto al sole cocente (ne vale comunque la pena!). Poi ci siamo diretti alla Monument Valley, dove sembrava davvero di stare in un film western. Si procede su un percorso sterrato (quanta polvere!) di quasi 30 km che ti porta a vedere tutte le varie rocce, alcune hanno davvero delle forme particolari! E’ molto strano, queste rocce svettano qua è là su una pianura piattissima. La sera abbiamo dormito a Blanding, al Super8, davvero molto bello. 5° giorno Al mattino abbiamo visitato il parco di Arches, dove ci sono tra gli archi di roccia più belli al mondo. Lo si gira in macchina, e all’interno ci sono dei sentieri più o meno lunghi x poter ammirare più da vicino i vari archi. Attenzione perché il parco si trova in pieno deserto, quindi, anche x i brevi percorsi a piedi, portatevi l’acqua. Il pomeriggio lo abbiamo passato guidando, in quanto abbiamo iniziato a salire verso nord, verso Grand Teton e Yellowstone. Abbiamo dormito a Vernal, al Sage Motel, niente di particolare, oltretutto è su una strada rumorosissima. 6° giorno Abbiamo passato la maggior parte della giornata in macchina, x raggiungere Colter Bay, nel parco del Grand Teton. Guidando comunque abbiamo attraversato paesaggi stupendi, questo vale x l’intera vacanza, nell’arco di una giornata si passa dal deserto alla montagna, dal caldo torrido alle temperature autunnali di notte nei parchi in montagna. Entrando al Grand Teton il paesaggio è stupendo, le montagne svettano da un lato, bellissimo. Prima dell’ingresso nel parco, consiglio di fermarsi a Jackson Hole, l’ultima città che si incontra, x fare spesa e benzina, perché nei parchi costa tutto molto di più. Town Square, la piazza della città, è particolare in quanto ha 4 ingressi sono degli archi monumentali di corna di daini e wapiti (attenzione, non sono animali uccisi, ma semplicemente ogni anno i cervi cambiano il proprio palco di corna e i boyscout raccolgono quelli che trovano, x “costruire” questi archi). La strada è molto panoramica, costeggiamo fiumi e laghetti, dove riusciamo a vedere dei pellicani. Raggiunta Colter Bay, abbiamo visitato il museo indiano che si trova all’interno del Visitor Center e poi abbiamo fatto la passeggiata “Lakeshore Trail”, di circa un’ora, si parte dalla marina e si passeggia lungo il lago, ci sono degli scorci bellissimi. Noi, come consigliato, ci siamo andati poco prima del tramonto, sperando di vedere qualche animale, ma nulla. Abbiamo dormito in una “cabin” al Colter Bay Village, davvero stupendo. Queste specie di baite in legno erano immerse nel verde, davvero molto rilassante. Sono un po’ care come sistemazioni, ma nel parco non ci sono molte possibilità di scelta, le strutture sono davvero pochissime. 7° giorno La temperatura al risveglio non è proprio estiva, ci saranno 5/6 gradi nonostante sia agosto. Finiamo di attraversare il Grand Teton, passiamo dal Flaming Gorge Park dove c’è un bel lago artificiale, e finalmente arriviamo all’entrata sud di Yellowstone!!!Il paesaggio è incantevole, vallate piene di ruscelli e laghetti, molte cascate e tanti tanti animali! Il percorso interno a Yellowstone compone una specie di otto, e noi abbiamo deciso, da pazzi, di farlo tutto in un giorno e mezzo (sono circa 150 km). Bisogna calcolare che la strada è tutta curve, che ci si ferma un sacco di volte x foto, animali, passeggiate, geyser e quant’altro. Lungo il percorso ci sono molti punti in cui fermarsi, noi abbiamo deciso di saltare la parte di Old Faithful perché avevamo mancato di poco l’eruzione del geyser, e avremmo dovuto aspettare 2 ore x vedere quella dopo, e quindi abbiamo deciso di lasciarla x l’indomani mattina. Appena entrati nel parco ci siamo fermati West Thumb, dove c’è una bella passerella in legno che passa vicino ad alcuni bacini dalle acque turchesi, sorgenti calde e geyser vista lago (Yellowstone Lake). A me ha ricordato molto la zona geotermale che ho visto a Rotorua, in Nuova Zelanda. Da Old Faithful siamo saliti verso nord, fino a raggiungere Mammoth Hot Spring, dove abbiamo fatto il percorso tra le terrazze di minerali bianchi, che dominano il paese. Attraversando quest’ultimo, nello spazio verde al centro della cittadina, c’era un branco di wapiti che pascola tranquillamente ignorando le macchine che gli giravano intorno. Proseguendo verso Tower-Roosvelt, abbiamo avuto la fortuna di vedere un orso che mangiava bacche praticamente sul ciglio della strada: stava lì, ignorandoci, e noi che gli facevamo il servizio fotografico. Poi abbiamo deciso di prendere la strada che attraversa la Lamar Valley, che porta all’entrata nord-est, ed è stata una scelta azzeccata: bisonti al pascolo ovunque, erano dappertutto, spesso sulla carreggiata e bloccavano il traffico. Sono davvero grossi e minacciosi, e tra gli animali più pericolosi insieme agli orsi. Siamo ritornati indietro e abbiamo ripreso la strada a otto, scendendo verso sud, x raggiungere Lake Village, dove avremmo dormito. Altra tappa spettacolare sono state le Yellowstone Falls: la Upper la si può vedere sia da sopra che da di fronte, la Lower è qualcosa di spettacolare, sembra finta tanto è bella. Dopo aver fatto un giro a Fishing Bridge, abbiamo raggiunto il Lake Lodge, dove abbiamo dormito in una piccolissima “cabin” vicino al bosco. Purtroppo, facendo il giro del parco, ci siamo potuti rendere conto che le zone devastate dagli incendi sono davvero tante, e x aree molto estese.. 8° giorno Sveglia prima dell’alba, e al freddo (circa 3°C) siamo usciti x percorrere la strada che porta all’entrata est: speravamo di vedere qualche altro animale, ma abbiamo visto solo qualche bisonte solitario. Poi da Lake Village ci siamo diretti a Old Faithful, dove abbiamo visto l’eruzione dell’omonimo geyser, davvero spettacolare. Questo geyser è molto “puntuale”, e gli esperti riescono a prevedere le eruzioni con uno scarto di 10 minuti al massimo. Intorno all’Old Faithful, si sviluppa una piccola area piena di geyser, dove si può camminare su delle passerelle. Dopo pranzo abbiamo lasciato Yellowstone in direzione di Salt Lake City, dove siamo arrivati che ormai era sera, ma prima abbiamo fatto tappa ad Antilope Island. Quest’isola è collegata alla terraferma da una specie di ponte di terra, dove si può transitare con le macchine. L’isola è molto bella, ci sono bisonti che pascolano liberi, e c’è anche una spiaggetta dove poter fare il bagno nel lago salato. Noi ci siamo limitati a girarla in macchina, era quasi il tramonto, c’erano dei paesaggi molto suggestivi. L’isola è anche rifugio x migliaia di uccelli, che riposavano tutti nella laguna, tempestando l’acqua come tanti piccoli brillantini. Abbiamo dormito al Pavillion Inn a Salt Lake City, davvero bellissimo, ma anche questo, purtroppo, su una strada rumorosissima.. 9° giorno Mattinata in macchina, e nel pomeriggio arriviamo al Bryce Canyon. E’ stata l’unica giornata di tempo bruttino, prima di arrivare al canyon abbiamo preso un acquazzone fortissimo, ma x fortuna nel parco piovigginava soltanto, e pian piano è andato schiarendosi. Purtroppo le nuvole non ci hanno permesso di apprezzare a pieno i colori rosati di Bryce, ma guglie e pinnacoli sono davvero spettacolari. Si percorre una strada che arriva fino in fondo al canyon, e ci sono tutti i vari belvedere dove fermarsi. Questo canyon si ammira tutto dall’alto, intere vallate di strane formazioni rocciose che si stendono ai piedi dei vari view point. Abbiamo dormito a Tropic, appena fuori dal parco, al Bryce Canyon Inn, camera carina, e consiglio la pizzeria proprio di fianco, pizza davvero buona e fetta di cheesecake enorme! 10° giorno Al mattino abbiamo raggiunto Zion, che sinceramente ci ha un po’ delusi. Abbiamo percorso la strada sul fondo del canyon (questo parco si ammira dal basso); forse perché c’erano molti semafori provvisori, era franata mezza strada, e quindi spesso eravamo fermi in colonna, non so di preciso, a noi il parco non è piaciuto molto. L’unica cosa di particolare è che all’ingresso, su una parete di roccia, abbiamo visto un gruppo di bighorn. Al pomeriggio abbiamo raggiunto Las Vegas. L’impatto è stato abbastanza traumatico! E’ una città veramente folle, un enorme parco giochi in mezzo al deserto. La temperatura era sopra i 40 gradi, di notte forse scendeva a 35, e invece negli alberghi/casinò l’aria condizionata era fortissima, e questo invogliava molto a stare all’interno a giocare. Noi eravamo al Luxor, semplicemente spettacolare (avevamo una suite con idromassaggio, con parete in vetro e vista sulla città). L’ideale è andare a L.V. Durante la settimana, perché nel weekend i prezzi triplicano e la città si riempie di americani che vengono a giocare al casinò. Nel tardo pomeriggio siamo usciti e abbiamo fatto un giro nel nostro albergo e nei casinò più vicini: Mandalay Bay, Excalibur, New York New York, MGM e Paris. Ogni albergo oltre ad avere dei casinò immensi, ha qualche particolarità: c’è quello che sembra un castello delle favole, quello con l’acquario, quello con una specie di zoo e delfinario, la ricostruzione della Tour Eiffel, i grattacieli di New York, Venezia o uno scorcio del Lago di Como… Di notte poi è un tutto un brillare di luci, spettacoli, artisti di strada e… volantini di ragazze nude! Noi abbiamo cenato al Rainforest Cafè all’interno dell’MGM, è semplicemente fantastico!!! E’ stato ricreato l’ambiente di una foresta tropicale, con piante, acquari e animali da tutte le parti. Al centro del ristorante c’è un enorme fungo sotto il quale c’è il bancone, i tavolini sono tutto intorno. Periodicamente viene simulato un temporale, luci abbassate e tuoni, e dall’esterno della cappella del fungo scende una leggera pioggerellina! E’ davvero molto particolare, e oltretutto abbiamo mangiato un ottimo fish & chips. Consiglio anche di assaggiare i cocktail frozen nei bicchieroni grandi, quelli che si possono portare via come souvenir. Abbiamo giocato un pochino alle slot e siamo andati a dormire. 11° giorno Dopo aver fatto le montagne russe del New York New York, abbiamo visitato la parte dello Strip (la via principale di L.V.) che ci mancava. Il Bellagio con lo spettacolo delle fontane (più belle di notte); il Ceasar Palace, davvero enorme, ma la copia del Colosseo x me è davvero kitsch; il Venice, una piccola Venezia in miniatura, con tanto di canali, gondole e gondolieri che cantano in italiano (davvero tremendi); il Treasure Island con l’eruzione del suo vulcano ogni sera… Ci siamo letteralmente “strippati” con la slot del Signore Degli Anelli: bellissima!!! Abbiamo cenato in una piccola trattoria italiana in una galleria del Venetian, mangiato benissimo e speso poco, e abbiamo dormito con 50€ all’Hilton, che rimane un po’ fuori dallo Strip. 12° giorno X fortuna lasciamo L.V., iniziava a starmi un po’ stretta… X un amante della natura come me, tutto quel cemento, grattacieli, gente e casino mi aveva stufata. Attraversiamo la Death Valley nell’orario più sconsigliato dalla guida: alle 14 siamo dentro a questo inferno di calore. Da Dante’s View la vista è spaventosa, non c’è nulla x km, solo montagne.. E sassi.. E nient’altro… e un caldo pazzesco. Si sente il sole che ti spacca la testa, e l’aria è calda, anzi caldissima. A Zabriskie Point facciamo fatica a fare le foto, c’è un vento forte e bollente che ci soffia addosso, scotta quasi. Al Devil’s Golf Corse ci aspettano ben 53 gradi.. E nulla intorno. Speriamo che la nostra macchina non ci giochi brutti scherzi. Guidiamo in questo inferno x un po’, passiamo dall’unico luogo abitato della valle, e poi iniziamo a fare su e giù x montagne e montagnette (impressionante come cambi rapidamente l’ambiente che ci circonda), fino ad arrivare a Mammoth Lakes, dove dormiamo al Motel6. Sono rimasta colpita dal fatto che anche al motel, le spazzature esterne erano “anti-orso” (finora le avevamo viste solo nei parchi). 13° giorno Da Mammoth Lakes ci rechiamo a Yosemite, entrando dal Tioga Pass. Il paesaggio di questa vallata è molto simile a Yellowstone: è una valle glaciale, con fiumiciattoli, laghetti e cime coperte dalla neve. E’ davvero molto bello, l’unica pecca è che c’era davvero tanta gente (forse perché era domenica). Avevamo sentito dire che Yosemite era pieno di orsi, e noi abbiamo avuto la fortuna di vederne 2 da vicino, è un’emozione fortissima! Inoltre abbiamo visto cervi, wapiti e, nella radura dove ci eravamo fermati a mangiare, è passato un coyote. Nel parco abbiamo anche visto le Bridalveil Falls, molto scenografiche e, solamente da lontano perché ci eravamo resi conto che la portata d’acqua era davvero minima, le Yosemite Falls (che in piena devono essere stupende!). Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere Mariposa Grove x vedere le sequoia, il tempo è tiranno! Ci siamo rimessi in macchina in direzione San Francisco, dove siamo arrivati in serata e abbiamo alloggiato al La Luna Inn, motel semplice ma tanto x cambiare su una strada trafficata. 14° giorno Sveglia presto e prima che si muovano tutti i turisti ci facciamo portare da un taxi (posteggiare a S.F. È molto difficile, quindi abbiamo preferito lasciare la macchina al motel, dove il check out era alle 12, e prendere un taxi) al Pier 39, a Fisherman’s Wharf. E’ il porto turistico della città, da dove partono i traghetti x visitare la prigione di Alcatraz, che è proprio nella baia di fronte. Il Pier è carino, soprattutto x noi che l’abbiamo visitato mentre era praticamente deserto, ci sono molti negozietti e ristorantini x i turisti. Davanti al molo, nel porto, si è stabilita una colonia di leoni marini, che se ne stanno belli sparapanzati al sole a farsi fotografare. Dopo aver fatto un giro abbiamo preso un altro taxi e ci siamo fatti riportare al motel dove, recuperata la nostra Mercury, siamo ripartiti verso il Golden Gate Bridge. La fortuna era dalla nostra parte e la famosa nebbia che lo avvolge di solito non si vedeva e il ponte era lì, di un rosso sgargiante che contrastava con il cielo azzurro. Lo abbiamo percorso tutto in macchina, x poi fermarci dall’altra parte a fare le foto di rito: la vista sulla baia è spettacolare, con Alcatraz in mezzo e i grattacieli di S.F. Che si vedono in lontananza. Riprendiamo la macchina e partiamo in direzione di Monterey, dove arriviamo a metà pomeriggio, e subito entriamo all’acquario (dovrebbe essere il secondo acquario più grande degli USA). Facciamo un giro tra le varie vasche, ma la cosa più bella secondo me era fuori dall’acquario: dalle terrazze all’aperto si aveva un’ottima vista sulla baia dove, più o meno vicine a riva (ci sono anche delle postazioni con dei binocoli da poter utilizzare) abbiamo visto foche e lontre marine (queste sono davvero stupende: si mettono pancia all’aria nell’acqua, si appoggiano un sasso sopra lo stomaco, e con le zampine ci spaccano sopra i gusci delle conchiglie che mangiano; e oltretutto hanno un musetto simpaticissimo). Abbiamo anche visto un delfino passare in lontananza. La pensiola e la baia di Monterey sono riserva marina protetta, un vero e proprio santuario marino, abitato da molte specie di animali.La sera siamo andati a mangiare in un pub consigliato dalla Routard, Crown and Anchor, fish & chips buono e hanno almeno 15 spine della birra! Abbiamo dormito al Monterey Surf Inn, posto carino e tranquillo (finalmente!!!). 15° giorno Partiamo in direzione di Carmel, qualche km più a sud di Monterey, dove visitiamo il piccolo parco di Point Lobos. Questa riserva è sulla costa: promontori a picco sull’Oceano Pacifico dai cui si vedono calette, scogli e lagune piene di kelp (delle alghe lunghe e marroni che sono tipiche di quel tratto di costa) abitate da leoni marini, foche e lontre marine (siamo riusciti a vederli tutti). Questa zona è inoltre un paradiso x gli uccelli, e camminando nei vari sentieri abbiamo incontrato scoiattoli e un coniglietto; oltre a delle strane lucertole grigio/nere con delle striscette blu. Abbiamo ripreso la strada verso Los Angeles percorrendo un pezzo della statale del Big Sur, una strada tortuosa su delle scogliere a picco sul mare. Dopo l’Hearst Castle, abbiamo visto una colonia di elefanti marini che si riposavano sulla spiaggia: sono davvero animali strani, alcuni erano davvero enormi e quello strano naso è proprio buffo (Piedras Blancas Colony). Prima che calasse il sole siamo riusciti ad arrivare a L.A. E siamo subito tornati ad Hollywood, perché volevamo fare la foto alla scritta sulla collina. Abbiamo dormito al Super8 vicino all’aeroporto, abbiamo riportato la macchina alla Dollar con i nostri bellissimi 7000 km in più e siamo tornati a piedi all’hotel, visto che era davvero vicinissimo all’autonoleggio. 16° giorno Sveglia presto presto e la con la navetta gratuita dell’hotel siamo andati all’aeroporto. Tanti mesi di “lavoro” x organizzare il viaggio, e 15 giorni sono passati velocissimamente. I km fatti sono tanti, ma sicuramente ne è valsa la pena, e non ci importa di tornare a casa stanchi e non belli riposati come i nostri colleghi. Abbiamo visto posti meravigliosi, e siamo stati a pieno contatto con la natura e, x chi è come noi, la soddisfazione di vedere gli animali in piena libertà ripaga di ogni fatica. Abbiamo visto tanto ma ci sarebbe tanto altro da vedere, chi lo sa, magari un giorno ci torneremo! L’ultimo consiglio: dare da mangiare agli animali è stupido (oltre che essere vietato ovunque), fa’ del male soprattutto a loro, e a volte anche a noi. Abituare gli animali a prendere cibo dagli umani è rovinare un bellissimo ecosistema, oltre che a creare la possibilità che questi diventino feroci e debbano essere abbattuti (vedi il caso degli orsi).