California e Oregon

Bene, alle 10.00 di dom 5 agosto siamo decollati con grande puntualità da Malpensa. Yes, siamo veramente partiti per l’America!!! Primo stop a Philadelphia, fra ca. 8 ore. Scriverò dopo, perché ora mi ronzano le orecchie e il tavolino di plastica oscilla troppo! Dopo pochi minuti siamo sulle Alpi e c’è un panorama bellissimo. Passeremo...
Scritto da: FrancaAcce
california e oregon
Partenza il: 05/08/2007
Ritorno il: 28/08/2007
Viaggiatori: fino a 6
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Bene, alle 10.00 di dom 5 agosto siamo decollati con grande puntualità da Malpensa. Yes, siamo veramente partiti per l’America!!! Primo stop a Philadelphia, fra ca. 8 ore. Scriverò dopo, perché ora mi ronzano le orecchie e il tavolino di plastica oscilla troppo! Dopo pochi minuti siamo sulle Alpi e c’è un panorama bellissimo. Passeremo sulla Francia e poi a sud dell’Irlanda, così ci hanno detto i piloti. See you.

H 17.05 – sotto di noi, dopo 7 ore di volo, si stende finalmente la terra, il continente americano. Per ora si vede molta campagna e un enorme lago o diga o stretto non meglio identificato (saremo più o meno all’altezza di Terranova). Meno male che non abbiamo scelto il volo diretto…Non se ne può più di stare seduti qui allo stretto e con aria condizionata fredda…Per fortuna ci forniscono le coperte e un piccolo cuscinetto. Ma abbiamo fatto solo un pisolo di un’oretta e comincio ad avere gli occhi stanchi. Atterreremo all’una (ora locale) perciò credo fra poco più di un’oretta. Non so di preciso…Però voglio scendere!!! H 18.40 (12.40 locali): landed!! Era ora. Ciao Philadelphia!! H 20 italiane (h 14 locali): tra poco meno di un’ora imbarcano per San Fr…E via! La stordita del check-in a Malpensa non ci ha dato il boarding pass per qs volo, così abbiamo avuto attimi di panico per capire cosa succedeva e poi abbiamo rifatto il check-in qui e tutto si è risolto. Passato anche la dogana con controlli ripetuti e un po’ buffi, ci hanno anche chiesto se siamo andati in qualche fattoria in Gran Bretagna, per paura di qualche epidemia (afta, credo). Ci hanno fotografato l’iride e preso le impronte digitali e schedati per benino. Mandato e ricevuto sms a Simona per confermare ns arrivo e a Patrizia S. Anche lei è qui a Philly, col marito hanno affittato una macchina enorme e andranno in giro così per gli stati del sud.

Primo assaggio di panino caldo terrificante, con ogni sorta di roba sopra e dentro… la cucina promette poco bene!! Chissà se su qs volo ci daranno di nuovo da mangiare? Non abbiamo fatto altro da Milano a qui! Pietoso cibo da aereo, ma devo dire che in 9 ore di volo c’è tempo di annoiarsi e qualche pausa per il cibo aiuta. Per ora ho fatto una discreta fatica a capire gli americani con i quali ho parlato, anche perché molti hanno accenti fortissimi delle loro comunità di origine. Ad es, la signora di colore al controllo boarding pass qui a Philly era assolutamente incomprensibile, mentre gli ufficiali della dogana li ho capiti bene. Invece la tipa che ha dato ora un avviso che ha causato lo svuotamento della sala di aspetto non l’ho capita per nulla! Help! Che succede? No, nulla, solo un volo per Chicago che parte da un altro gate.

Prelevato dollari: sono dei bigliettoni giganti, non stanno nei portafogli europei. Pure i soldi sono fuori misura, qui!! …Ora per la mia mente annebbiata dal sonno e i miei occhi pesti sono le 5 del mattino di lunedì 6 agosto (in It) …Ma in qs strano dilatarsi del tempo dato dai fusi orari siamo a mezz’ora da san Fr e qui sono le 20 ca del 5 agosto. Mi sembra di avere gli occhi sbriciolati e credo di patire tutti i sintomi del jet-lag…A parte che io, se ho sonno, soffro di jet-lag anche fra Giaveno e Pianezza…

Nell’ultima mezz’ora abbiamo sorvolato un paesaggio vuoto di pianure rosse e montagne dalla lunga ombra: Nevada o Colorado, chissà… Insomma, siamo quasi dall’altra parte del mondo, siamo DAVVERO, VERAMENTE, SUL SERIO quasi in California!!!!!!!! Continuo a pensare a quelli che arrivavano fino a qui prima in nave e poi a cavallo, sui carri, a piedi…La spinta potente verso una vita migliore, verso una possibilità, verso un fantomatico filone d’oro e la ricchezza, verso terre fertili che il governo regalava a chi andava a ovest (manco fossero sue…), verso l’avventura e soprattutto verso qualcosa di assolutamente ignoto. Non avevano visto i documentari o le foto del National Geographic prima di partire… Penso a chi abitava qs terre in origine, alle tribù rese famose da libri e film ma anche a quelle che vivevano sulle coste o nei deserti…Non è del tutto vero che qs è un paese senza storia, è senza storia registrata in modo ufficiale.

Vai che si atterra!!!!

6 agosto, lun H 22.20 locali – Purtroppo il tempo oggi non è stato un granchè. Nuvoloso e grigio nella prima e ultima parte della giornata, ma soleggiato e luminoso nella parte centrale. Siamo partiti alle 8 da Oakdale, da casa di Simona & Chris , dopo esserci arrivati la sera alle 11 (1 ora e mezza dall’aeroporto) e aver fatto uno spuntino e nanna (dopo ca 30 ore da svegli…). Abbiamo puntato a Nord attraverso Stockton, Sacramento, Santa Rosa, Cloverdale, Hopland (bel nome), Ukiah, Willits e poi sulla costa verso Eureka 8altro bel nome), Crescent City e Brookings dove siamo ora in motel. Da Oakdale verso nord si attraversano miglia e miglia di frutteti (noci e piante da frutto diverse), poi le colline di Sonora coperte di vigne e molto pittoresche e contrastate, con grandi winery e aziende dove si degusta (quelle di “Sideways”). Poi ci siamo spostati sulla Coastal Range, alte montagne praticamente disabitate ma piene di camping e luoghi di sosta per RV (recreational vehicles = camper giganti). La natura, l’estensione delle foreste e delle valli, le lagune lungo la costa sono esagerate. E’ tutto fuori misura per noi europei! La cosa più fuori misura della giornata però sono stati i boschi di redwood trees, tipo di sequoia della costa, altissimi e dritti come colonne, con basi enormi. Vivono in parchi nazionali superprotetti come lo Humboldt e altri, e sono assolutamente impressionanti perché queste foreste sembrano cattedrali, ma fatte di enormi esseri viventi, non di colonne di pietra. A Eureka abbiamo visto una sfilza di case vittoriane fantastiche, tutte in legno color pastello e anche una biblioteca antiquaria con un sacco di libri interessanti sul West, la Frontiera, gli indiani e la fauna americana. Ho fatto una foto al negozio, è su due livelli con una bellissima balconata interna di legno e lucernari in alto…Un sogno!! Vecchie foto e giornali d’epoca…Sarei stata lì per ore. Ma in mare c’erano le foche e il Pacifico ci attendeva più a nord. Abbiamo faticato per trovare un motel, ma ora siamo a posto. Cena di verdure per fortuna. Qui i menù sono a dir poco ipercalorici e le porzioni sono da orco!! A domani sempre verso nord! H 2.00 del mattino locali: continuo a svegliarmi all’ora di pranzo in Europa…(9 ore avanti)!! Mi fa impazzire Nick che passa il tempo in macchina osservando i trucks e le jeep e i SUV e i pick-up…Qui le macchine non le mollano MAI. Vanno dappertutto in macchina e il più vicino possibile all’ingresso. Non esiste una cosa come il problema del parcheggio e non esistono le macchine piccole. La nostra ha 7 o 8 posti! Gli enormi RV sono ulteriormente estensibili quando si fermano, per avere più spazio nelle camere, perciò diventano degli appartamenti!! Simona ha detto che alcuni hanno dentro le poltrone di pelle e il camino!!! E poi da noi i camper hanno dietro le bici…Qui trainano un pick-up o una macchina!! Altro che piste ciclabili e ecologia!!!! Ieri viaggiando nei boschi abbiamo visto i Roosvelt Elk, specie di grandi cervi, e poi tantissimi uccelli marini nelle lagune. Abbiamo visto parecchie spiagge sull’oceano: ventose e fredde, coperte di legname portato a riva dalle onde e campeggiatori audaci e solitari negli angolini meno remoti. L’aspetto e il clima sono simili a quelli dell’Irlanda, ma in grande. Oggi temperatura media di 16 – 20 gradi e felpa sempre addosso. Mi piace molto vedere la natura senza tocchi umani e la vastità delle aree che attraversiamo.

Qui la gente è molto cordiale e poco “formal”, ti danno in modo efficiente quello che cerchi e via. In Oregon pare che le persone siano molto più easy che non in città in California. Vedremo. Torno a letto. Bye.

7 agosto, mar H 6.40 – ancora nuvoloso. Quel bast… Di un cellulare nuovo ovviamente non funziona, non telefona manco morto. Solo sms e a pochi eletti, che palle…

Pazzesco!! Strawberry pancakes e sciroppo d’acero a colazione: buono!! Partenza alle 8 per la statale verso nord, attraverso fantastica foresta e camion di legname a non finire. Pranzo a Coos Bay, sul molo, con delizioso panino di granchio. Al porto sul fiume ci sono enormi montagne di segatura scartata dal taglio dei tronchi, ma usata per bruciare o per costruire tavole di compensato o simili. Laghi e grande fiume navigabile con fitta foresta intorno..

Pomeriggio sulle dune in riva all’Oceano Pacifico, sui Dune-buggy: troppo divertente!!! Salti e sobbalzi e discese folli giù per km di dune fino in riva al mare, su una spiaggia probabilmente uguale quella che vedevano gli indiani locali e primi esploratori che arrivarono qui. Natura intatta e potente, anche perché qui a piedi o in auto non è facile arrivare. Onde lunghe e nebbiolina. Uno spettacolo fantastico.

Poi più tardi scendiamo nella caverna dei leoni marini…Gulp!! Sono enormi, grassi e goffi, rumorosi. Ammucchiati su una roccia al centro della caverna, con una gran puzza!!! Il panorama sulla costa dell’Oregon è notevole: è drammatica e selvaggia, sabbia grigia e foresta contorta dal vento che arriva fin sul mare. Ci sono enormi scogli di fronte alla spiaggia e colonie di cormorani.

Concludiamo la giornata con la spesa a Lincoln City e con un’ottima pizza! Cheese-pizza = pizza margherita.

Ora sono ca le 22 e siamo a casa di Chris a Pacific City, sulla collina. E’ una casa di legno, azzurra con grandi finestre sull’oceano e la stufa di ghisa (piano terra, dove siamo noi) e il caminetto (di sopra). Sono stremata, non credo di essere mai stata così stanca in vita mia. Da Oakdale a qui sono ca. 1.000 km e più e la strada che abbiamo fatto è una meraviglia.

Per quanto non faccia per niente caldo, anzi!, qui hanno l’ossessione per il ghiaccio: bicchieri pieni di cubetti fino all’orlo, acqua che sembra un iceberg e sacchi dai cubetti da 3 o 4 kg in vendita al supermercato!!! Bho, ma che se ne fanno?? Oggi abbiamo fatto una sosta in un parco per vedere la foresta pluviale. C’erano anche delle riproduzioni di dinosauri in dimensioni reali (di cui si poteva tranquillamente fare a meno!). Ma la foresta è incantevole, le piante sono altissime e intricate, coperte da lunghi filamenti di muschio ed è bellissima la luce che filtra fra i rami. Avrei tanto da dire ma sono stravolta e mi addormento tra un parola e l’altra… 8 agosto, mer H 7.15 – Il primo che mi venga a dire che qui fa caldo si prende un ceffone!! Qui in Oregon si dorme col piumino e con le finestre ben chiuse! E al mattino uscire dal letto non è per niente piacevole, anche perché ci alziamo sempre all’alba!! Mamma mia, quanta strada si fa in giro per qs paese per vedere qualsiasi cosa…È tutto lontanissimo e le cittadine sono isolate da km di boschi e fiumi. E’ un tipo di vita che non immaginiamo perché il nostro paese è minuscolo e affollato. Ieri, su una piccola baia, c’è stato un tratto di strada con un panorama stupendo…E una puzza tremenda, e Simona ha detto: “ Ci deve essere una puzzola in giro”. Si, perché pare che puzzino da farti svenire e che questa puzza persista per giorni. Si sente davvero a qualche km di distanza, perché in effetti c’era poi una puzzola (= skunk) investita sul margine della strada. Che fetore!! Oggi è di nuovo un po’ nuvoloso, ma pare che sia la regola per l’Oregon, almeno sulla costa. Ieri pomeriggio, però sulle dune c’era un bel sole e infatti Cailin e Chris sono diventati tutti rossi in faccia! Io, vicino a loro, sembro una messicana! Nick sta facendo una meritata doccia, anche perché qui ovviamente non c’è il bidet, perciò ti devi lavare sempre tutto! In bagno hanno delle luci speciali, tipo quelle della sala operatoria, che fanno anche da riscaldamento. Che cosa curiosa, immagino che consumino da bestia, ma qui se ne fregano. Non c’è il minimo pensiero per evitare sprechi e consumi. I rifiuti vanno tutti insieme (con grande costernazione di noi tre), tutti ormai hanno SUV e pick-up, non ci sono più macchine normali in giro. E poi tutti mangiano e bevono in continuazione in innumerevoli piatti e bicchieri di carta e plastica. Infatti ci sono persone enormi, al di là di ogni immaginazione!! Ieri al supermarket c’erano delle confezioni giganti di biscotti a forma di anguria, neri, rossi e verdi!! E dei SACCHI di cereali gialli rossi e blu che sono fatti praticamente solo di zucchero. E poi bevande zuccherose e coloratissime dappertutto. Ma la cosa più folle sono le porzioni: non è possibile finire quello che hai nel piatto, è scontato che ne butti via una parte, a meno di non chiedere una “doggy-bag”. Ma che spreco… A dopo.

H 21.30 – Tornati ora da cena al micro ristorante messicano di Pacific City. E’ un bel posticino, ben organizzato, con un piccolo vocabolario molto utile alla fine del menù con frasi tipo : “Otra margarita, por favor!!”. Oggi giornata relativamente calma: mattina con sveglia alle 7 e colazione con vista oceano dalla veranda vetrata (enorme) della cucina. Davanti c’è una terrazza di legno (anche la casa è tutta in legno) che gira tutto intorno alle stanze del piano di sopra.

La vista sul fiume Nestucca e su Nestucca Bay è davvero notevole, dato che la casa è a mezza costa sulla collina. Di fronte abbiamo The Haystack, una roccia enorme in mezzo alla baia, a forma di covone, coperta di gabbiani e cormorani. A destra invece c’è Cape Kiwanda, un promontorio molto pittoresco. Davanti, l’Oceano Pacifico. Qs mattina presto faceva brutto, ma il tempo si è subito risollevato e abbiamo fatto tutti i nostri giri senza pioggia. Per prima cosa, siamo stati al luogo dove Lewis & Clark conclusero la loro esplorazione del North-West per conto del presidente Jefferson. Dopo il Louisiana Purchase (territori della zona centrale degli States acquistati dai francesi ai primi dell’800) gli americani non sapevano cosa ci fosse al di là delle grandi pianure, così Jefferson volle qs spedizione per esplorare il territorio, valutare la presenza di nativi, capire come utilizzare le nuove terre e essere informato sul tipo di risorse (es. Animali pregiati da pelliccia che i francesi del Canada stavano già sfruttando) che si sarebbero potute sfruttare. L&C partirono da St Louis sul Missouri e procedettero in canoa e poi a piedi e a cavallo su per le Montagne Rocciose e poi giù verso la costa seguendo il corso del Columbia River, attraversando non so come la foresta fluviale. Ancora oggi è fittissima, intricata e muschiosa, con alberi dalle dimensioni impressionanti…Allora era così, ma mai attraversata da nessuno che non fosse un indiano. Proprio gli indiani, in particolare una donna, Sacagawea, aiutarono molto la spedizione di L&C, soprattutto i cacciatori delle montagne e le tribù di pescatori qui in Oregon. Per viaggiare, il loro abbigliamento da europei non era adatto, così barattarono tutto con abiti indiani. E’ una spedizione interessante, anche perché è una delle poche non militari e non armate (per la guerra, solo per la caccia), a scopo di esplorazione e anche naturalistico. Abbiamo visitato anche il fortino di tronchi costruito dai membri della spedizione per svernare in qs zona, arredato con semplici letti a castello di legno grezzo, coperti di pelli di animali (orso, lince, coyote, procione…) e con rozze tavole e sgabelli. Interessante, molto. Nick ha indossato un berretto di pelliccia di procione…Ossia, un procione spellato e conciato con tanto di coda! Dopo pranzo (a base di pancakes e sciroppo d’acero…) ad Astoria, bella città piccolina sul Columbia River, fatta di piccole/medie villette di legno sulla collina, tutte colorate in modo vivace. C’era anche una casa vittoriana con fantastici fregi e portico in legno. Siamo andati in cima alla collina, sulla torre che (come la colonna traiana!) celebra l’impresa di Lewis & Clark. Da lì sopra c’era una panorama indescrivibile: montagne sullo sfondo, colline boscose, foresta fitta e scura, il Columbia e sull’altra sponda le rive rocciose dello stato di Washington e alla foce del fiume, l’oceano. Nuvole alte e cielo screziato di blu, uccelli marini e grandezze incommensurabili… Abbiamo attraversato il lunghissimo ponte avanti e indietro sul fiume, che è davvero gigantesco.

Il viaggio di ritorno è stato accompagnato dal sole e i colori del mare e della terra avevano una brillantezza che al mattino mancava. Panorami a perdita d’occhio…Rocce, scogli, piccole città (una si chiama Garibaldi!!) e promontori selvaggi. Al pomeriggio abbiamo anche fatto un giro in un forte della Guerra Civile usato poi anche nella II Guerra mondiale per timore di attacchi giapponesi con i sottomarini su per il Columbia River. Niente di speciale in confronto a Fenestrelle o Exilles, ma pieno di scoiattoli e cervi.

Tornando dal ristorante dopo cena ci siamo imbattuti in un cerbiatto che passeggiava sulla strada e oggi sulla statale abbiamo anche visto un porcospino investito. Qui la natura è sempre all’ennesima potenza, il paesaggio è grandioso, maestoso. Rimane nelle persone del West una durezza di fondo, una voglia di sfida verso il mondo selvaggio. Sia Chris che tutta la famiglia vanno spesso a sparare nel weekend, ed è ancora motivo di orgoglio saper usare bene il fucile (pare che Cailin sia bravissima col calibro 22!!). Chris è un taciturno, ma gentile e ironico, sempre in controllo della situazione. E’ forte, adora vivere isolato, leggere e tacere. E’ cresciuto nel ranch dove coltivavano le noci (veramente sua mamma e il fratello vivono ancora di quello) e maneggia trattori e fucili da quando era piccolo. Ma non ha nulla del barotto leghista italico: è una persona pratica e onesta, uno che (ovviamente…) combatterebbe volentieri per il suo paese e ne conosce e ne ama la storia. Sa un sacco di cose sulla guerra civile e sulla Gold Rush e sulla storia della California.

Ora vado a letto perché anche se oggi la giornata è stata “leggera” io sono ancora cotta dal viaggio. Domani giro per le balene… Non vedo l’ora, speriamo che ce ne siano. ‘Notte! P.S. Dal giardino si vede la Via Lattea… ma fa troppo freddo per stare fuori a lungo.

9 agosto, giovedì H 22 ca. – Mamma mia, che bella giornata di sole oggi!! Siamo partiti più tardi del solito perché andavamo solo da Pacific City a Depoe Bay e poi a Newport (un’oretta di macchina, praticamente dietro l’angolo). Abbiamo preso i biglietti per la gita in barca x le balene e poi siamo andati a vedere il faro di Yaquina Head, dove c’è anche una serie di scogli e falesie enormi, considerate “bird sanctuary” per cormorani, puffin e altre specie. A parte l’odore di guano (tipo gabinetto gigante!) è un gran bel posto, panoramico e aperto sulla costa, con spiagge e calette sull’oceano. Il faro è piccolo e grazioso, non certo imponente come quelli bretoni, ma bello bianco e tirato a lucido. E da lì abbiamo visto la prima balena grigia della giornata, fra gli scogli vicinissimo alla riva. Poi siamo andati all’imbarco per il nostro giro di whale watching e, allo stesso pontile, arrivavano anche le barche di quelli che escono per pescare in mare aperto: avevano SECCHI pieni di salmone, halibut e altri grandi pesci del deep-sea. Uno spettacolo! A riva, tre pescatori filettavano e pulivano il pesce appena pescato, te lo infilavano in un sacchetto e…Buon appetito!! Pulivano anche granchi rossi e grandi, con enormi chele. Gli scarti li gettavano in mare…E lì arrivavano le foche a fare colazione, due, molto simpatiche! Battevano le pinne sull’acqua per farsi notare dai pescatori! E poi via, verso l’oceano. Finalmente siamo partiti all’avventura, su una barchetta che rollava e beccheggiava come quelle dei cartoni, tanto da non poter stare in piedi se non a gambe larghe e semipiegate, per bilanciare il moto delle onde! Ho ancora male alle chiappe!! Comunque, le balene erano molto vicine alla riva: la prima è arrivata sbuffando a sinistra della barca e ad un certo punto abbiamo sentito bene il suo respiro mentre soffiava via l’acqua. Dopo qualche capriola con la schiena fuori dall’acqua, si è vista bene la coda per due volte! Ma non era molto vicina, purtroppo. Per sicurezza le barche stanno entro certi limiti.

Ci sarebbe servito un tele più potente per le foto, ma le avrei toppate tutte per il peso della lente combinato con il rollio e il beccheggio!! Già così, con la mia macchina foto era un bel problema! Dopo un’oretta in barca ho cominciato a desiderare ardentemente qualcosa di FERMO. La balena non è stata troppo collaborativa, ma poi ne è arrivata un’altra, che stava fra le rocce della riva e soffiava più della prima. E’ stato comunque bello ed emozionante, ed era una giornata splendente di sole. Le case sulla scogliera, viste dal mare, sono una meraviglia: grandi vetrate sull’oceano e un bel prato davanti… Pomeriggio al faro di Yaquina Bay, che è posto alle spalle di una spiaggia sabbiosa stupenda, circondato da pini e vegetazione varia, contorta dal vento. Il faro è montato su una casetta di legno verniciata di bianco e rosso, con lo steccato di paletti bianchi. E’ una casa di otto stanze, dove vivevano (a metà ‘800) il guardiano del faro, la moglie e sette figli! Gulp! Ha anche la sua brava storia di fantasmi niente male! Carino, davvero.

Per pranzo Cailin ha scelto di andare da Flashback…Che è praticamente il bar di “Happy Days”!! Sofà e divanetti con il tavolino in mezzo, sgabelli alti cromati, foto di vecchi film anni ’50 e ’60 alle pareti, ma soprattutto…Il juke-box! E anche la colonna sonora adatta: Grease, Hair, Beach Boys…Bello da matti! E poi il cibo era ottimo: io ho preso un hamburger con bacon e verdure e salsa guacamole, assolutamente delizioso. Giò ha preso l’hamburger di salmone. Inoltre, ti servivano della limonata con le fragole intere al fondo (e la solita montagna di ghiaccio) in un barattolo della marmellata da 1kg!! Qui sono matti, si divertono con tutto, col cibo, con le targhe delle macchine (che sono belle e colorate, con un disegno diverso per ogni stato); tutte le cose utili diventano anche un gioco. E poi, le persone ti attaccano bottone con gran facilità, con un “Hey, how are you doing?”, le cameriere nei locali sono pronte alle battute e, in genere, sempre gentili. Ma la cosa che mi fa impazzire è che se tu parli o chiacchieri, tutti trovino assolutamente naturale il fatto che tu conosca la loro lingua!! Molti ci dicono di avere visto l’Italia “classica” e di adorare la Toscana. Una signora giù al faro viveva a Camp Darby, vicino a Pisa e ha avuto lì l’ultima figlia, il marito era militare…E così via. Nel tardo pomeriggio, visita all’acquario di Newport con le galleria di plexiglass sotto la vasca degli squali, le lontre marine (buffissime) e delle guide anzianotte e volontarie, gentili e loquaci. Quando parliamo tra noi si svolge sempre la stessa scena: qualcuno si avvicina e chiede che lingua parliamo e poi comincia a esclamare “Ooohh!! Italy!! How nice!! Beautiful place!! I love Italy. My grand-dad was from…In Italy!!” o simile. Ma quanti figli e nipoti di Italiani ci sono in USA???!!! Sera: cena a casa con tramonto sull’oceano visto dalle vetrate della sala, partita a “Uno”, biscotti con marshmallows e il cioccolato fuso sopra !!Argh!! ‘Notte…Adoro i tramonti dell’Oregon.

10 agosto, venerdì Appena finita colazione con toast e peanut butter e un mug di caffè, con bellissimo panorama sulla baia e su Nestucca River. Fa fresco come se fossimo al Moncenisio: 17°C al mattino e ca 25°C di giorno. Il nostro stupido telefono funziona a volte sì e altre no e riceviamo pochissimi sms dall’Italia, che benedizione!! Oggi, probabilmente, ci riposiamo un po’ restando nei paraggi e girando per il paese o facendo spese. Qui va detto che le cittadine non hanno molto carattere, sono tutte molto simili e concentrate nell’area dei commerci. Le case sono tutte in legno, qui a Pacific City sono sparse qua e là apparentemente senza un criterio. Tutto pare molto provvisorio, come in un vecchio insediamento di pionieri. Diciamo che lo spirito è quello, solo le vie di comunicazione sono migliorate. L’unico posto con un po’ di “carattere” finora è stata Astoria. No, anche Coos Bay.

H 14 ca. Siamo venuti a fare shopping al mall di Lincoln City. E’ un centro commerciale carino, fatto di porticati e casette, tutto aperto, con prati verdi e tavolini. E’ un esperienza molto americana, con pranzo in una vineria che serve deliziosi panini di carne pastrami (=tipo un roast-beef, ma con le spezie). Nick mangia come un disgraziato e apprezza l’assenza di verdure (ci sono, ma sempre solo insalate o patate). Ora sono seduta al sole perché dentro con la malefica aria condizionata si gela. In questi posti tutti mangiano e, soprattutto, bevono cose dolci in continuazione. La bambina si è bevuta una cioccolata con panna prima di pranzo, con un pacchetto di patatine (ugh!) Poi bagel col formaggio fuso, a pranzo e una Pepsi e mezza per buttare giù il tutto. Non c’è ordine nel cibo, non c’è consequenzialità…Basta buttar giù. Oltre al panino con il pastrami ho preso anche un brownie: buono, ma molto pesante e cioccolatoso. Comunque qui si esagera in tutto, nessuna tenta di dissuaderti dall’inghiottire porcherie a raffica. C’è davvero una cultura dello spreco e dell’eccesso e nessuno che remi controcorrente. In coda con noi alla cassa della vineria c’erano due signore che ci hanno individuati come italiani, hanno dei parenti lì in It, sono state in Toscana e a Venezia…Quando siamo andati via ci hanno fatto mille complimenti e sorrisi! E’ buffo: continuiamo a trovare gente che è stata in Toscana!! H 16 – Chinook: è il nome della tribù indiana che possiede e gestisce il casinò di Lincoln City. Pare che sia la loro principale risorsa qui e in altre parti del paese, anche se altrove il gioco d’azzardo è vietato. Sono i discendenti della tribù che ha incontrato Lewis&Clark.

H 19.30 – bene, siamo qui a casa, lavati e profumati dopo un sorprendente pomeriggio in spiaggia a Pacific City. Intanto, diciamo che qui si va in spiaggia in macchina, fin dentro l’acqua. E’ pieno di jeep, suv, pick-up ecc fin sulla riva del mare!! Tanto, è tale la vastità dei luoghi che dopo ½ di cammino la macchina sembra solo più un puntino sperduto nel nulla sulla sabbia. La distesa di sabbia pare senza fine, con la foresta sul limite interno e le onde lunghe dell’oceano verso l’esterno. Pare che qui persino i cani si stanchino di passeggiare dopo ore e ore di marcia sulla riva del mare e inseguimento di uccelli marini!! Noi siamo arrivati agli scogli di Cape Kiwanda, dietro una enorme duna, dove c’è un arco di roccia ne quale si infrangono le onde. Ad un certo punto, da dietro le rocce è arrivato uno stormo di pellicani! In compagnia di centinaia di gabbiani hanno cominciato a tuffarsi su un banco di pesci vicini alla riva. Uno spettacolo pazzesco!! La luce era bellissima, col mare che luccicava e lo spray delle onde che si alzava sulla superficie. La sabbia è dura e compatta, lucida per le onde che arrivano lente sul bagnasciuga e, se non sei attento, ti inzuppano le scarpe. Bhe, tanto io non le avevo, ma cavoli che acqua gelida!! Poi ci siamo spostati nella spiaggia sull’altro lato della duna e Cailin e Nick con Giò sono saliti fino a metà, anche se è davvero ripidissima. Nella discesa (fatta di corsa) Nick è caduto faccia in giù nella sabbia!!! Io e Chris ci siamo fatti un giro nelle tide-pools per vedere gli anemoni e le stelle marine. C’erano anche dei folli che giravano in fuoristrada nell’acqua, altri che si lanciavano col parapendio dalle dune, altri con bambini e cani. Poi siamo tornati per la strada lungo le dune di Pacific City, dove ci sono i cartelli di “attraversamento leoni marini”!! Proprio sulle dune alla base della collina dove c’è casa di Chris ci sono delle vecchie case di legno con grandi finestre e terrazze di assi. Una di queste è stata sepolta sotto la sabbia durante un inverno, poi l’hanno scavata fuori! Qui c’è anche un aeroporto, cioè una lunga pista di asfalto di ca. 1km, fra le case! Al tramonto gli aeroplanini vanno tutti via, perché non ha nemmeno le luci, perciò di sera non si può usare!! Troppo forte! Questo posto è un vero villaggio del West: la posta te la vai a prendere al post office, c’è un drugstore e un distributore e non c’è il servizio di raccolta rifiuti. Tutti i locali (2!) chiudono alle 9, c’è una piccola chiesa presbiteriana, strade strette e sabbiose…Bellobellobello.

11 agosto, sabato Bella giornata di sole, oggi. Al mattino siamo scesi in Pacific City per andare al post office (che poi era chiuso, essendo sabato…), così ne abbiamo approfittato per girellare qua e là in paese. Ci sono dei negozietti di cose artistiche, sculture a vento e ceramiche e una bella libreria. E poi l’emporio, con una cassiera loquace che ha apostrofato me e Nick chiedendo: “Ma che lingua parlate?” e poi ci ha detto di avere un cognome italiano e nonni siciliani. Abbiamo fatto una bella passeggiate tra le casette lungo il fiume e poi siamo saliti sulla duna bassa dietro le sponde del fiume Nestucca e… giù sulla spiaggia, dove avevano già allestito tutto per un matrimonio!! Sedie bianche, arco con i fiori e i fiocchi bianchi (già volati via due volte…) e addirittura una specie di corsia di sabbia liscia decorata da paletti infiocchettati per far passare gli sposi! E poi tavoli con bottiglie e il rinfresco. Peccato per il vento così forte, perché la cornice naturale era davvero bella.

Al pomeriggio, seguendo la strada panoramica sulla costa, abbiamo raggiunto Tillamook per visitare l’hangar del museo degli aeroplani. E’ un edificio GIGANTESCO, con la struttura in legno tipo la carena di una nave capovolta, ma è veramente enorme: ci mettevano dentro i dirigibili durante la II Guerra Mondiale!! Ora ci sono aerei vecchi e nuovi da vedere. Interessante. Anche lì la cassiera si è profusa in complimenti e smancerie quando ha visto che eravamo italiani. Mi sa che questi hanno un’idea un po’ troppo elevata del nostro paese, come se fosse una sola unica bellezza artistica o simile…

Da lì abbiamo poi continuato per andare alla Tillamook County Fair, la fiera della contea.

Ci scommetto qualsiasi cosa che NESSUNA delle persone che conosco e che sono venute in USA ha mai visto una County Fair! E’ proprio come nei film, c’è la parte dedicata a trattori e macchinari, quella con il bestiame, quella dove premiano i fiori più belli o le marmellate, le torte o il pane più buono. C’è lo stand dei Democratici e quello dei Repubblicani. C’è di tutto da mangiare e da bere: funnel cake, mele candite, popcorn al caramello, burgers, costolette, barbecue, cibo messicano e porcherie di ogni genere e colore, tipo lo shaved ice, una granita con sciroppi dai colori molto preoccupanti. E poi ci sono le giostre e le attrazioni tipo il rodeo, la Pig-andFord’s Race e il Demolition Derby. Noi abbiamo visto questi ultimi due…Da morire!!! La corsa delle Ford modello T taroccate e senza carrozzeria è qualcosa da vedere!! Il guidatore deve correre, prendere un maiale sotto il braccio, saltare in auto dopo averla messa in moto con la manovella, fare il giro della pista (dell’ippodromo). Quando arriva di nuovo al via, frena, molla il porcello e ne prende un altro e riparte!! Così per tre giri e vince il più veloce. Pare che sia una cosa che hanno inventato negli anni ’30, quando vivere qui significava stare in un posto isolato, in una comunità ristretta, senza un granchè con cui passare il tempo… Molto molto buffa come corsa!! Il Demolition Derby invece è più moderno: sono tutte macchine semisfasciate con autisti in costumi folli (un ciccione enorme era vestito con un tutù rosso!) che corrono e si schiantano e si buttano fuori pista senza regole! Nick si è divertito da morire! Prima di cominciare le corse, viene annunciato il National Anthem e allora la folla di campagnoli sbevazzoni smette di colpo di urlare, bere e masticare e cala un gran silenzio. TUTTI si alzano in piedi, mano destra sul cuore, a cantare. Da non credere. Per riuscire a prendere un posto in tribuna siamo andati con un’ora di anticipo, le gare sono cominciate con ½ ora di ritardo, quindi siamo stati lì piantati per un’ora e ½ a morire di freddo. Yes, di freddo. C’era un vento gelido e molti spettatori arrivavano con le coperte (!!), altri erano in costume da bagno, canotta e shorts (??)…Con gli arti viola e la pelle d’oca alta 3 cm!! Ma i personaggi che si vedono in giro sono indescrivibili, specialmente a una fiera di barotti come questa: cowboys e cowgirls, ciccioni pazzeschi, baffoni, tettone e famigliole, vecchietti con gli stivali texani e nonne col cappello da cowboy o con la bandiera americana in testa…Abbiamo concluso la giornata con un panino di salsiccia e cipolle (io), uno di carne alla griglia (Gio) e un hot-dog con patatine (Nick). Dappertutto c’era un odore tremendo di BBQ, mi puzzano ancora capelli e vestiti!! Però sono proprio contenta di aver visto qualcosa non da turisti, ma da Americani di campagna. Ora sono le 23 e ho proprio voglia di spegnere la luce…Bye.

Ora invece è mattina, sono le 7.15. Mamma che ronfate sotto il piumone!! Ma che freddo ieri…Nick aveva due felpe una sopra l’altra e la giacca imbottita blu senza maniche. Giò aveva addosso canottiera, camicia e due maglie. Io avevo maglietta, camicia, felpa e k-way. Sembrava di essere in alta montagna alla sera! Abbiamo anche visitato gli stand dove premiano i fiori e le piante, i biscotti e le marmellate, i sottaceti e il pane più buoni. Mi vedo tutte le casalinghe della contea che tengono segrete le loro ricette per portare i migliori crauti o prugne sotto spirito alla fiera e vincere la coccarda con il numero 1!!

Ieri mattina mentre eravamo sul fiume, guardavo Pacific City…Se togli cose moderne tipo antenne tv e fili della luce sembra tranquillamente un villaggio del west, con le case di legno e le canoe sul fiume…Che forte. E la gente…”Hey, folks… how are you doing?” o se non capiscono quello che dici “Said what?” o al ristorante “Are you done?”. Sono certamente dei sempliciotti rispetto agli inglesi, si divertono con tutto, anche vedendo delle macchine che si schiantano una contro l’altra o un tizio a cavallo di un vitello scalciante!! A dopo. Credo che oggi andremo a Salem. Vado a farmi la doccia. 12 agosto, domenica H 21 ca. Bene, ne ho appena fatta un’altra! Che bella giornata, oggi siamo stati appunto a Salem, a vedere lo State Capitol dove in teoria avremmo potuto vedere la Camera e il Senato dello Stato (dato che Salem è la capitale dell’Oregon), ma essendo domenica e agosto era chiuso. Comunque abbiamo fatto un bel giro nel parco dello State Capitol nel Walk of Flags dove ci sono le bandiere di tutti e 50 gli stati e la copia della Liberty Bell che venne suonata per celebrare la vittoria sugli inglesi dopo la Rivoluzione nel 1776. Pare che l’avessero suonata così forte da creparla! . Davanti al Capitol c’è il monumento dedicato ai “coraggiosi pionieri che spostarono la frontiera là dove il sole tramonta” (testuale) e un altro dedicato a Lewis & Clark e a Sacagawea. Marmo bianco di Carrara a bizzeffe e retorica mortale! Però ne bellissimo parco era pieno di scoiattoli birboni tipo Cip&Ciop!! Ma che carini! Altro da vedere a Salem non c’è dato che è una città amministrativa e basta…Così dopo un buon pranzo da Applebee (un locale pieno di foto di attori e locandine di vecchi film) a base di pollo con sour cream (buona!) e salsa guacamole e insalata siamo andati attraverso la Willamette County al Parco Nazionale di Silver Falls. Willamette è una contea agricola, con vasti campi di grano, cavalli al pascolo, mucche, lama (!!) e enormi distese di coltivazioni di alberi di Natale!! Vero, giuro! Campi e campi di piccoli e medi abeti di alcuni generi diversi. Forte! Il paesaggio collinare è davvero molto bello, specialmente per i colori: grano giallo, abeti scuri, erba verde e alcune zone nere dove bruciano le stoppie. E un bel cielo blu con le nuvolette bianche.

Il parco di Silver Falls è una meraviglia, ci sono 10 sentieri di tante lunghezze e difficoltà per arrivare a vedere altrettante cascate, tutte diverse e bellissime. Due sono molto alte e si gettano in due piccoli laghetti verde scuro che si trovano in una conca sotto la cascata stessa. Più che una conca è una enorme scodella muschiosa e si può camminare a ½ altezza su un sentiero fin DIETRO la cascata e sedersi lì su una panchina! Il bosco che si attraversa per andare da una cascata all’altra è proprio una meraviglia, alberi altissimi e fitti e un ruscello di acqua scura. Ci sono orsi neri e linci lì, e ti vengono date anche le istruzioni su cosa fare se li incontri. Pare che sia fondamentale evitare di comportarsi da preda e correre via. Il Park Lodge è un edificio stupendo: TUTTO DI TRONCHI e pietra, con un caminetto fantastico e enorme. L’arredo (una cosa come 80 sedie, 20 tavoli e non so quante panche) è stato ricavato da soli 2 tronchi di myrtle tree, che è un’altra pianta con delle dimensioni da documentario! Intorno, ci sono spazi per picnic e BBQ ma non ci sono bidoni della pattumiera perché attirerebbero gli orsi. E’ proprio un gran bel posto, davvero speciale, peccato non poter dormire qui. Di questo viaggio mi colpisce anche il fatto che per un buon pranzo in 6 non abbiamo mai speso per ora più di $64. E’ proprio poco, ma forse a San Francisco sarà più caro.

Anche oggi nel Park Lodge…Grande entusiasmo per il fatto che siamo italiani! Ci hanno fatto mettere uno spillo colorato su un planisfero per segnalare la provenienza e il fatto che eravamo stati lì da loro. Robe da matti!!

13 agosto, lunedì H 22.30 – Siamo stati finalmente a Portland, che qui è considerata una città grande e un po’ problematica, ma ha solo 500.000 abitanti! Si trova sul Willamette River, che è un posto stupendo. A due minuti di barca dal centro città ti trovi fra case d’epoca con attracco privato, boschi fitti con i nidi delle aquile (la bald eagle, il simbolo degli USA), gli aironi e i castori. E poi ci sono fantastiche case galleggianti dalle forme più strane, come l’onda o la piramide di legno, oppure casette classiche in legno colorato. Tutte hanno davanti un ponte-terrazzo e enormi vetrate sull’acqua. Peccato che non avrò neanche una foto di questo fiume stupendo e imponente, perché per vederlo abbiamo preso le stupide jet-boats, dei motoscafi molto veloci (decisamente troppo) che vengono fatti correre sul fiume facendo poi brusche frenate e giravolte che coprono tutti di spruzzi e spesso ti inzuppano dalla testa ai piedi. Perciò ho chiuso la macchina foto nella custodia e io e Nick ci siamo stesi sotto il k-way per salvarci. Per fortuna c’era un gran bel sole, perciò un pochino ci si asciugava. Il tutto è durato due ore buone, con un panorama di ville e vecchie case in stile quasi coloniale davvero meraviglioso. Ma qui non si può fare solo un bella gita sul fiume, con qualcuno che ti illustra cosa vedi…No! Qui bisogna divertirsi! Bisogna provare delle emozioni a tutti i costi, have fun!! Enjoy!! Che stress…E la guida non fa solo la guida, no! Racconta barzellette, interagisce con la clientela, fa il simpatico…In altre parole ti VENDE un’esperienza. …Bha…

Abbiamo poi fatto pranzo in una bellissima birreria, dove producono proprio la loro birra. Ci hanno servito la solita tonnellata di cibo…A me un intero petto di pollo e mezzo kg di patate…Ma mi sto abituando. Passeggiando per il centro abbiamo incrociato un venditore di Cadillac sulla piazza principale e Nick è subito salito su una macchinona pazzesca per vederla! Poi ci siamo fatti un giro nel quartiere cinese per vedere il Chinese Garden. Molto carino: laghetti, pagode, case di legno e ninfee e una casa da the. Tranquillo, pieno di atmosfera e di bonsai. Davvero piacevole.

Domani scendiamo in due tappe verso la California, passando per Crater Lake. Vedremo. E’ tutto così lontano per noi italici che abbiamo tutto a portata di mano…Qui la macchina è un’estensione della casa, in genere è molto grande, ci mangi e ci bevi dentro, vai al drive-in, esistono persino i bancomat e le cassette per la posta da usare dalla macchina!! Eppure nelle città sarebbe così semplice usare la bici, la puoi persino caricare sui tram e sugli autobus, all’esterno ci sono le rastrelliere!! E oggi abbiamo fatto stancare tutta la famiglia andando dal centro a Chinatown a piedi (10 traverse!). Qui magnano e bevono in continuazione, non muovono un passo e poi fanno jogging e palestra…Bha!! Buonanotte.

14 agosto, martedì Ohooo, sono le 21.45 e ci troviamo piacevolmente parcheggiati in un albergo Comfort Inn a Medford, una città nel sud dell’Oregon, quasi in California. Un buco di posto senza nessuna attrattiva particolare, se non quella di essere vicina (76 miglia qui è considerato “vicino”, ca. 110 km) a Crater Lake. Ragazzi, che posto quel lago…

Ci siamo arrivati da nord, entrando nel parco nazionale dal lato del Pumice Desert, il deserto di pietra pomice rossastra che si è depositata lì quando il vulcano è esploso e ha fatto collassare la cima del monte (Mazama mi pare si chiamasse) che ora contiene il lago. Il deserto è un deserto vero, vuoto, assolutamente vuoto per miglia e completamente SILENZIOSO. Indescrivibile, un silenzio profondissimo. Per arrivare lì abbiamo fatto ca. 30 miglia di foresta su una strada rettilinea tra i pini. E per andar via dal lato sud del cratere ne abbiamo fatte altre 50 sempre nella foresta. Impressionante. Ma il cratere col lago blublublu e la piccola isoletta dentro sono un panorama mozzafiato. Grandioso. Stupendo. Cielo blu, ma di un blu diverso dall’acqua, foresta scura e rocce tutto intorno all’infinito. E poi tantissimi chipmunks (scoiattolini), con quel modo di fare un po’ schizzato e buffo, velocissimi!! Ormai hanno assimilato l’equazione: turisti = cibo gratis, fanno morir dal ridere! Comunque il posto è indescrivibile: è un vulcano circondato da altri vulcani lungo quella che si chiama “linea di fuoco” che comprende anche tutto la zona della Faglia di S.Andreas. Il cratere sarà largo una ventina di km e l’acqua nella caldera è così blu perché è solo acqua piovana o acqua di scioglimento della neve (siamo a ca. 2000 m di altitudine) e pare profondissima e gelida. Si vedono delle barchette fare il giro del lago e dal bordo del cratere sembrano solo puntini sull’acqua. Invece guardando dal cratere verso l’esterno e la valle vedi solo alberi e foresta a perdita d’occhio!! Davvero un posto memorabile. Su un lato del cratere c’è anche un lodge. Chissà che belle stelle si vedono di là qs sera che è così limpido.

Abbiamo fatto cena da Outback, che è una catena di ristoranti australiani, pieni di sculture aborigene, boomerang e cartelli gialli “Attenti ai canguri” o “Attenti ai coccodrilli” ecc.. Cibo ottimo e, ovviamente troppo abbondante, e litri di strawberry lemonade!! I bicchieri sono quasi da un litro e ti fanno quasi sempre un refill… Bella musica di sottofondo anni ’60 – ’80. Davvero ok come posto. Ora siamo qui, in una camera con tv, air conditioning, macchina per caffè, micro-onde, ferro e asse da stiro, cassaforte, phon, una quantità inverosimile di sapone e shampoo e asciugamani e balsamo e creme…Per ca. 90 euro in 3!!! ($110). La cena è costata ca. 15 euro a capoccia. Ma la cosa meno cara qui sono le macchine e la benzina: entrambe costano ca. La metà rispetto a casa. Effettivamente però qui avere la macchina è una necessità come avere le scarpe. Come ti muovi se no? E’ tutto lontanissimo, non si può pensare di non averla, anche se poi arrivano all’assurdità di usarla anche quando e dove non serve (es per giocare su una spiaggia selvaggia piena di uccelli marini, dove si può arrivare a piedi senza sforzo). Tutto ciò che agita l’europeo medio (la raccolta rifiuti, il traffico, i parcheggi, la mancanza di spazio, l’ecologia, la corretta alimentazione e lo slowfood) qui semplicemente NON ESISTE. E’ davvero un’altra dimensione, un modo di vivere alieno e per noi un po’ superficiale. La mancanza di storia è evidente, la vita moderna non poggia su niente e non deve confrontarsi con niente. Non esiste il problema di far passare le auto intorno al Colosseo o in un centro storico medievale o di scavare una metropolitana sotto un villaggio longobardo…!! Se serve spazio, qui ce n’è. Che problema c’è? Ora vado a nanna. Good bye! 15 agosto, mercoledì Dopo la visita spettacolare a Crater Lake e la sosta a Medford ripartiamo per la California. Qui fa decisamente CALDO ma estremamente secco. Scendiamo nell’interno dell’Oregon, passando vicino al bellissimo Mount Shasta (altro vulcano, ritenuto dai nativi dimora delle divinità) e a Lake Shasta. C’è ancora la neve in alto sulla cima, e sotto c’è un deserto/prateria arido e giallo. Le ultime tre ore di strada, già in California, sono ETERNE. Tutto piatto e noioso fino a Sacramento, che mi pare una bella città e poi attraversiamo i frutteti di mele, noci ecc fino a Oakdale. In Oregon ci siamo fermati anche al Vortex, un posto stranissimo con forti anomalie dovute a strane variazioni del magnetismo terrestre localizzate solo lì. Ad es gli oggetti rotolano in su invece che in giù, ci sono distorsioni nella visione degli oggetti a seconda che si avvicinino al nord o al sud magnetico. Molto curioso. Il luogo fu scoperto nel 1854 dai cercatori d’oro (c’è un torrente aurifero e la collina si chiama Gold Hill), ma già i nativi indiani lo conoscevano perché i cavalli lì si comportavano in modo strano e non volevano avvicinarsi.

Siamo arrivati a Oakdale alle 18.30 ca dopo ore di viaggio al caldo, perché si è rotta l’aria condizionata…Cena e poi presto a nanna. Qs casa è strana, arredata in modo pomposo e barocco per il gusto europeo, tutti mobili scuri e tendoni, quadri solenni e poca allegria. La casa in sé è grande, spaziosa: due sale, grande cucina, studio, lavanderia, bagno al piano terra. Quattro camere da letto e due bagni di sopra. Garage per tre macchine e giardino con cane. Ma l’arredamento è da persone anziane, i muri sono verde scuro o marrone. In compenso ci sono un sacco di libri sulla Guerra Civile, visto che tutta la famiglia partecipa alle rievocazioni storiche. Vogliono farci misurare i costumi, che forte!! Oggi ci siamo anche fermati un po’ a Jacksonville, una bellissima cittadina piena di edifici ancora risalenti all’epoca del primo insediamento a metà ‘800. Tutte costruzioni in legno, restaurate, dipinte abitate e in pieno funzionamento. La Main Street ha un saloon e l’hotel, la bottega del barbiere e qualche negozietto e un drugstore. Fantastico. Ci sono vecchie pubblicità dei Levi’s e del tabacco della Virginia dipinte sui muri di mattoni e alberi enormi ovunque… c’era anche una casa bianca con la veranda proprio uguale a quella di Atticus Finch /Gregory Peck nel “Buio oltre la siepe”!!! Ieri sera abbiamo visto le foto B/N che fa Simona durante le rievocazioni: molto belle, molto adatte all’epoca. Forse nel weekend andiamo a vedere una cosa sulla Civil War, speriamo!! Ora facciamo ancora un salto da Cost-co per la spesa all’ingrosso (tipo Metro).

16 agosto, giovedì Oggi giornata di assoluto relax e lavori di casa: lavatrice con relativo giro in asciugatrice, spesa di cibo all’ingrosso (anche se la dispensa di casa è piena di scatole e scatolette di ogni genere!! Potrebbe scoppiare una guerra mondiale e non dovrebbero preoccuparsi delle scorte). Finalmente abbiamo riavuto le nostre valigie disperse e sembra che i regali siano stati apprezzati. A Chris sono piaciuti portachiavi e portafoglio, meno male. Pranzo a casa e ora, dopo che Simona avrà finito di mettere a posto conti e bollette, andremo su in collina a vedere un paio di paesini, una ghost town e un altro posto. Da Cost-co c’erano delle confezioni ENORMI di liquori, dei pintoni giganti!! E torte di compleanno gigantesche e fluorescenti…Argh!! Ah, e delle altre torte alte ca. 20 cm, giuro! Un po’ nauseanti a vedersi…Ma i vassoi di muffin e di cookies sono deliziosi, anche se un muffin va bene per due persone!! H 21.30 ca. Bel pomeriggio a Columbia State Historic Park, la ghost town sulle colline alla base della Sierra Navata, le Sierra Foothills. E’ una vera città mineraria abbandonata per l’esaurimento della vena d’argento: uno spettacolo! C’è tutto quello che uno si aspetta dal west, tutto! Saloon, albergo equivoco, fabbro e maniscalco, banca, diligenza (abbiamo fatto un giro sulla diligenza, e dietro a un albero sulla collina c’era anche un bandito che ci ha “rapinati”!! Voleva strapparci i denti d’oro!!). E poi l’emporio con le padelle per setacciare l’oro e le selle, i finimenti e la biada per i cavalli.

Adesso siamo a casa a guardare l’equipaggiamento per la Guerra Civile di Chris, acciarino, coltelli, tabacco e Bibbia, libretto con le canzoni tradizionali (quasi tutte irlandesi o giù di lì). Chris ci canta anche alcune delle canzoni e qualcuna io la conosco tramite la musica irlandese, che buffo!! Ha proprio una passione per la storia, che bella cosa! Ha una raccolta fantastica di libri sulla Guerra Civile e sul modo in cui si viveva allora. Fortissimo. 17 agosto, venerdì Mattina presto, in viaggio: dalle aride Sierra Foothills siamo saliti sulla Sierra Nevada, tra laghi, foreste e stazioni di sci. Molto pittoresco!! Siamo a 6.000 feet, quasi 3.000 m.!! Ci sono laghi bellissimi, sembrano incastonati nella foresta, blu profondo nel verde scuro…Wow!! Tempo magnifico. Questo è il regno dei cervi, ci sono grandi foreste e praterie. Il lato est delle montagne è più secco perché non arrivano le piogge del Pacifico. E’ come un paesaggio alpino …Al massimo! Veramente fantastico e VUOTO di costruzioni e presenza umana. Dopo ca. Un’oretta scendiamo dalle montagne e viaggiamo per un po’ nelle praterie del Nevada, piene di mandrie al pascolo e bellissime fattorie giganti. Non sono farms, mi dicono: sono ranch…Ooopss! H 24 e oltre. Di Carson City, Virginia City e Lake Tahoe dirò poi domani perché siamo appena tornati a casa ora…Belli stravolti. Eccomi, dormita e docciata e con un caffè e due toast con peanut butter nella pancia. Ieri è stata una giornata veramente pazzesca: dalle montagne siamo scesi nei pascoli e poi abbiamo raggiunto Carson City che è la capitale del Nevada, una città piccola e insignificante, fatta di casa prefabbricate in mezzo a colline aride e pietrose SENZA UN ALBERO, gialle di sterpaglie e polvere. Ci sono tantissimi casinò, grandi e piccoli…E poco altro. C’è il solito State Capitol, sede del governo e poi quartieri residenziali sotto il sole e nel vento caldo del deserto. Eppure, dal 1850 o giù di lì anche fra qs colline tremende sono arrivati quelli che cercavano fortuna e soprattutto cercavano l’argento che li avrebbe arricchiti. Il luogo è PAZZESCO, terra arida, secca, polvere, buchi delle miniere nei fianchi delle colline e mucchi di terra di scarto. Vento caldo e cielo blu. Poca acqua, sole forte e ombre nere molto nette.

Su una delle colline vicino a Carson City si è ammucchiata (dire “sorta” è una parola grossa…) negli anni Virginia City. Anche qs è un vero insediamento minerario che in pochissimi anni è passato da 300 a 30.000 abitanti, radunando brutti ceffi, beoni, minatori, prostitute e ladri nelle sue baracche sulla cima della collina o sparse nella valle, nelle case da gioco, nei saloon e negli empori sulla Main Street. Ci sono personaggi in costume che girano per la città, piuttosto realistici, direi! C’era Stinky, l’ubriacone senza denti con un barbone incolto e i capelli giallastri sotto il cappello da cow-boy. C’era lo sceriffo, con pistola, stella e gilet di pelle nera. E c’era il bandito cattivo con gli occhi di ghiaccio che rapinava la banca!! Grandi sparatorie e numeri da circo. Una buffonata divertente, molto americana!! Lungo la Main Street si cammina su marciapiedi di legno, sotto i portici dei negozi e delle case da gioco con annesso saloon e pianista! Vendono un sacco di paccottiglia, ma alcuni negozi di gioielli indiani e pietre dure e argento non sono male. Abbiamo mangiato in un vecchio locale con cameriere in costume d’epoca, carino. Proprio una cosa curiosa. Accanto alla sala del ristorante c’era il casinò con la Suicide Table, dove pare parecchie persone si siano uccise per debiti di gioco…!! Poi siamo risaliti sulla Sierra a Lake Tahoe, che è meraviglioso! E’ un gioiello blu fra la foresta, con una piccola isoletta in una baia. Nick ha visto quell’acqua trasparente e stupenda e, dato che avevamo appena perso il battello a pale che fa il giro del lago (ma tanto era molto caro), si è fatto un bagno in mutande nel lago!! Le rive sono sabbiose, dorate e ci sono praticelli all’inglese e alberi altissimi e un bel camping. La riva del Nevada è più selvaggia e bella, ma al confine con la California, a Stateline (Confine di Stato, che cavolo di nome è per un paese?!!!) ci sono i casinò, palazzoni enormi e orrendi, straripanti, brulicanti di gente che gioca d’azzardo in mille modi. Abbiamo fatto cena nel casinò: un posto FOLLE, io non ne avevo mai visto uno e mi è sembrato interessante nel senso che puoi osservare una fauna umana davvero particolare!!! Tanti pensionati alle slot-machines, mucchi di gente ai tavoli del poker, del blackjack e della roulette, musichette e rumori di soldi ad alto volume, luci al neon e nessuna finestra, in modo da perdere la nozione del tempo e farti spendere il più possibile. Curioso. Puoi passare un’intera vacanza nell’albergo con casinò, ristoranti, piscina, sauna, palestra, bar, centro commerciale e vista panoramica senza mai mettere il naso fuori…!!! I nostri vicini di tavolo, a cena, erano italo-americani figli di emigrati napoletani…Tanto per cambiare ci hanno attaccato discorso con il solito: “Ma voi parlate italiano??!! Che bello sentirvi…!!!”… E non ci mollavano più!!! Questa cosa mi colpisce ogni volta.

Alle 21 siamo ripartiti e siamo scesi a valle dopo una giornata trascorsa sempre a ca. 2000 m. Ci siamo sparati 3 ore e mezza di macchina fino a casa e qs mattina ci siamo comunque alzati alle 9… Alla faccia della vacanza!!! Ciao.

18 agosto, sabato Oggi gita a Fremont, verso la costa, per vedere la rievocazione della Guerra Civile. Molto bello, altro che la mezz’oretta di spettacolo che fanno i Brandeburghesi o Pietro Micca… Qui il tutto dura un weekend, con campo di tende e cucina da campo, famiglie intere in costume con ruoli diversi e tantissimi figuranti. Loro dicevano che, rispetto al solito, era un po’ misero come weekend, ma a me sembravano in molti. Abbiamo girato liberamente nei campi dell’Unione (Nordisti) e dei Confederati (Sudisti) anche perché tante persone conoscevano Simona e Chris. Tutti sono eccezionalmente cordiali e loquaci. Tra ieri e oggi almeno due o tre persone ci hanno fatti sentire esotici e interessanti, in quanto veniamo dall’Italia!! Ieri la coppia al casinò, oggi un tizio delle Brigata è rimasto allibito perché ho detto di aver studiato storia e letteratura americana!

Comunque, abbiamo visto la battaglia con artiglieria e fucilieri, si è svolta in un frutteto con gran dispendio di esplosioni e morti; alla fine ha vinto il Nord, ma con gravi perdite!! Anche la fattoria dove si è svolta la manifestazione è un bellissimo posto, con edifici storici in legno e antichi attrezzi ben conservati e anche una minuscola stazione del treno per trasportare via i prodotti. Mi è piaciuto parecchio, soprattutto i due campi dei civili, tutto molto verosimile. Alcune persone di qs club erano nel cast di Balla Coi Lupi, uno in particolare, capelli lunghi e aria da sciupafemmine. E’ bello che una parte della rievocazione storica sia dedicata ai civili, così si vede la vita di allora.

Ora stiamo per fare cena, Nick e Cailin giocano a baseball nel cortile, con il cane che cerca di prendere la palla. E’ un grosso lupo bianco che si chiama Jack. Vado a dare una mano per cena. Bye, che giornata tranquilla dopo tutto qs giorni di corse e viaggi qui e là!

19 agosto, domenica Oggi sveglia alle 6 e partenza alle 7.30 (sigh…Sempre in ritardo) per San Francisco!! Alle 9 ca. Eravamo in città. Siamo arrivati dal Bay Bridge nel Financial District, cioè subito fra i grattacieli!! La posizione della città è incredibilmente bella, su e giù per le colline affacciate sulla baia. Abbiamo trovato un parcheggio e abbiamo cominciato a scarpinare da Union Square, che è il centro della città, una bella piazza ma piuttosto piccola per le nostre abitudini di abitanti di città ricche di spazi monumentali. Da lì partono e arrivano anche i cable-cars, che sono TROPPO divertenti!! Salti sul predellino e via, con bigliettaio e manovratore che recitano la loro scenetta, gridano dietro alle auto, avvertono quando i passeggeri appesi sul lato sinistro del tram devono fiondarsi dentro per non sbattere nel tram che arriva in senso opposto (“Mind the left!!!”). Ad un certo punto il nostro cable-car ha perso il cavo (come succede ai tram a To, tranne che qui è interrato) ed è arrivata la macchina della polizia con una placca metallica davanti e ci ha letteralmente SPINTI VIA! In discesa giù per le colline ‘sti cosi vanno velocissimi! Che forte!

Abbiamo poi attraversato Chinatown che è proprio uno spettacolo! E’ molto cinese e poco americana: c’è anche una bottega dove ti scegli il tuo pollo o anatra vivo e te lo uccidono, lo spennano e te lo infilano nel sacchetto sul momento!! Anche i negozi di cibo sono strani e hanno odori poco promettenti…L’unica cosa globalizzata è il commercio: cappellini e magliette e baracche di ogni sorta. Usciti da lì attraverso il quartiere italiano North Beach (dove c’è Corso Cristoforo Colombo…) abbiamo raggiunto la Coit Tower, arroccata in cima a una collina ripidissima, su per una strada con pendenza di quasi 45°, con le macchine parcheggiate ad una inclinazione preoccupante. La vista da lì è fantastica: dalla cima della torre si vede bene la Baia e dalla leggendaria nebbia che ne chiude l’accesso spuntavano le cime dei piloni del Golden Gate…Che emusiùn!!! Dalla torre si vede bene anche il downtown e le altre colline. Bellissimo!! Dopo pranzo (per me fish&chips, perché non posso più vedere un hamburger neanche in fotografia…Che disgusto…Basta!!) ci siamo fatti un altro giro sul cable-car per tornare a Union Square a recuperare la macchina e andare a Fort Point, la vecchia guarnigione militare ora letteralmente SOTTO Il Golden Gate. Una volta lì stavano i soldati a guardia dell’ingresso della Baia: ci fa un freddo, ma un freddo…Tira un vento gelido!! Comunque è bellissimo, si sentono le onde dell’Oceano che si schiantano sotto le rocce al di sotto del forte e il ronzio delle auto di passaggio sul ponte. Sull’altro lato si vede lo skyline della città. All’interno c’era una mostra di foto storiche sulla costruzione del ponte.

Da lì ci siamo spostati al Fisherman Wharf (molto turistico e pieno di scoppiati, artisti e pazzi in generale, con moto e macchine folli) a vedere i granchi giganti cotti lì per lì sui moli e il sottomarino e la navi da guerra della II WW ormeggiate lì e visitabili (ma era tardi). Si moriva di freddo… dopo le 6 comincia a tirare un vento tremendo e si poteva vedere la nebbia rotolare e correre sull’acqua all’imbocco della baia, verso la città. Il ponte è stato di nuovo inghiottito dalla nebbia, che poi si è fermata e ha creato una barriera grigia nello stretto. Bello ma bello…Davvero una città meravigliosa.

Nel pomeriggio abbiamo anche preso la barca e fatto un giro nella Baia e sotto il Golden Gate, con una comitiva di messicani schiamazzanti e piuttosto scimuniti, con un codazzo di bambini belli luridi e pure un cane (“El perrito!!”). Faceva un freddo su quella barchetta, c’erano spruzzi altissimi e vento gelato, avevo gli occhiali coperti di salsedine…Nick si è avvolto nella coperta di pile fornita dal marinaio!! Però la vista sulla città e sul ponte così da vicino sono impagabili. Abbiamo anche girato intorno all’isola di Alcatraz, ora abbandonata e credo restituita agli indiani, ma le strutture del carcere si possono ancora visitare. E’ piena di cormorani e gabbiani. E di cacca di entrambi.

Abbiamo lasciato la città attraversando di nuovo il Bay Bridge, mentre il sole tramontava dietro la nebbia, per fermarci a mangiare per la strada verso casa. E’ un giorno che ci ricorderemo per tanto tempo, spero che Nick non se lo dimentichi.

20 agosto, lunedì H 20 appena ritornati da Calaveras Big Trees State Park. Non ho parole. Abbiamo camminato due ore e passa fra le sequoie, ti incutono una specie di riverenza, un senso di stupore per la loro grandezza e soprattutto per la loro veneranda età: queste hanno da 800 a 3.000 anni!!! E’ molto più emozionante che entrare in una cattedrale gotica, per quanto unica e antica essa sia…Ma se uno ci pensa sembra davvero incredibile che una creatura vivente sia sopravvissuta a 3.000 anni di vento, temporali, incendi e terremoti e, più recentemente, di azioni umane. La stupidità della gente che ha abbattuto alcuni esemplari per lisciare il ceppo e usarlo come pista da ballo ha dell’incredibile. Il ceppo è largo 9 metri. Ad un altro hanno segato via la corteccia per esibirla a New York e far pagare la gente per vederla, così l’albero non aveva più protezione dal fuoco, vento, caldo e agenti esterni ed è morto. Un altro albero è caduto per cause naturali ca. 1.000 anni fa e giace lì a terra da secoli, ormai è cavo come un tunnel e ci si può stare in piedi dentro. Sotto l’ultima sequoia del percorso hanno aperto un varco in cui passa un’auto!! Il sentiero fra gli alberi è bellissimo e ben curato, la foresta è solenne e silenziosa…Un posto proprio magico…

Per andarci siamo saliti di nuovo sulla Sierra Foothills: sono davvero bellissime. Prateria gialla con grandi querce verde scuro sparse qua e là, che al tramonto proiettano le loro ombre lunghe sull’erba alta, qualche mucca…Vento e cielo blu… ho dimenticato di dire che giovedì al tramonto siamo stati anche a Knightsferry, un bellissimo posto fuori dal mondo, lungo lo Stanislaus River. E’ un bel fiume blu scuro, fra rocce rossastre e la prateria giallo oro, scorre fra le colline e quasi quasi ti aspetti di vedere il profilo di un indiano a cavallo sotto la quercia in cima alla collina più vicina…Invece è apparso un cervo! Sul fiume c’è un ponte di legno, coperto, come quelli del film Madison County. E poi grandi alberi e tavolini di legno lungo il fiume, per il picnic o il BBQ…Un posto incantevole, silenzioso e lontano da tutto. Ho sviluppato una passione per queste colline, sono meravigliose, sono il west dei vecchi film. Bye.

21 agosto, martedì Wow! Giornata rovente, da vero clima della Central Valley. Andati a Sacramento sotto un sole implacabile che ti scaldava il cranio in modo pazzesco!! Ci siamo fermati a vedere lo State Capitol, un edificio imponente di stile classico palladiano, tutto bianco con una grande cupola. Si può entrare e visitare con calma, ovviamente dopo una serie di controlli per la sicurezza, ci sono uffici arredati come ai primi del secolo e vari altri arredamenti d’epoca e si gironzola qua e là. Insomma, qualcosa che in Italia non si usa proprio. Poi ci siamo spostati a Sutter Fort che è stato il primo insediamento commerciale sul delta del Sacramento River, fondato verso il 1847 da un svizzero (Sutter, appunto) e a quanto pare molto prosperoso. Lì vivevano anche molti indiani che lavoravano anche nei campi di proprietà del forte, all’interno c’erano botteghe artigiane tipo fabbro, sellaio, panettiere, candle maker, tessitore ecc e anche un grande emporio dove si vendeva e scambiava di tutto, dalle pellicce ai finimenti, dalle coperte al cibo ecc. Nel forte davano anche ospitalità agli emigranti di passaggio sui “trails”, tra i quali anche qualche sopravvissuto del Donner Party (storia affascinante, vedi LonelyPlanet). Ora nel forte c’è un negozio-libreria molto fornito soprattutto di storie e diari di persone emigrate all’Ovest. Ho comprato un diario con storie di bambini del west e taaadaaa!! C’è una foto di Laura Ingalls, quella della Casa nella Prateria! E la cosa pazzesca è che somiglia tantissimo alla ragazzina che la interpretava nel film! Non vedo l’ora di leggerlo.

Al pomeriggio, dopo un pranzo veloce in un locale di matti con le carrozze appese al soffitto, siamo stati al museo della ferrovia. Che è BELLISSIMO. Ci sono 21 locomotive, dalle più antiche fino agli anni ’50, una più bella dell’altra. Alcune carrozze sono arredate come case d’epoca, in una c’era persino il caminetto (!), la libreria, le poltrone di pelle e i tappeti. Sul vagone letto ti danno la sensazione e il rumore del treno in viaggio, forte! E poi c’è la sezione storica dove ti raccontano della Union Pacific Railroad, con foto d’epoca e vecchie pubblicità di viaggi e ritagli di giornale del 1889 con articoli sulla conclusione della strada ferrata, che ora attraversava tutto il continente. Tutte cose sorprendentemente moderne se si pensa a cosa c’era in Italia all’epoca… Usciti da lì nel caldo mortale del pomeriggio abbiamo passeggiato per Old Sacramento, sui marciapiedi di legno davanti ai vecchi saloon, alle banche e agli empori di vario genere. Molto bello, perché è proprio la città di 150 anni fa, con le attività di oggi bene inserite nelle sue strutture. Io e Cailin abbiamo preso un milkshake così denso che ti sfinivi a ciucciarlo con la cannuccia, benché qs ultima fosse di dimensioni americane! Non ce l’ho fatta a ciucciarne più di metà perché mi facevano malissimo i muscoli delle guance e avevo la bocca gelata!! Good night per ora…Domani partenza all’alba. Ciao.

22 agosto, mercoledì Partenza all’alba per Carmel e Monterey…Non ce la faccio a svegliarmi e patisco il sonno, con la testa che ciondola come i cani di moda nelle macchine negli anni ’70, fino alle 12…Per prima cosa ci siamo fermati a Carmel a gironzolare in qs cittadina artistica, piena di gente creativa, negozietti, sculture e quadri, gioielli etnici, abbigliamento strano e tante case particolari e belle, forse più simili a quelle messicane che allo stile americano. Qui pare che il sindaco sia Clint Eastwood, gulp! Carine, ma alla fine un po’ tutto uguale. Dopo pranzo (al pub “Jack London”) con panino di gamberetti e salsa: quando lo mordi esce roba da tutte le parti! Poi ci siamo spostati alla Missione di Carmel, fondata (come tutte le altre 20) nel 1750 dal frate Junipero Serra, un fraticello piuttosto battagliero, che lavorava per la Corona di Spagna. Il posto è bello, molto essenziale, legno e adobe e alcune decorazioni di ceramiche e maioliche davvero carine. Le chiese e i “gadget” cattolici qui sono molto scuri e barocchi, spagnoli nella versione più bigotta. Ci hanno regalato certe immaginette con crocifissi sanguinanti e frati in devota estasi… Però l’edificio è molto semplice, sui muri bianchi le colonne e i marmi sono dipinti e finti, e così anche la balaustre di legno dipinto tipo marmo. E molte decorazioni sono fatte con lo stencil, il pavimento è di mattonelle di fango seccato al sole, su alcune sono rimaste le impronte di gatti e cani che le hanno calpestate quando erano fresche! Nella porta della chiesa c’è una porticina per il gatto, che doveva entrare per prendere i topi che erano davvero una sciagura per i depositi e i magazzini.

La missione più bella però è quella di San Juan Bautista, isolata, lontana dal paese, appoggiata su un bel praticello verde, con porticato basso in legno e adobe, sia all’esterno che all’interno dell’edificio, con le porte verde acqua e un giardino strepitoso di ulivi enormi e grandi cactus e fiori e panchine ricoperte di belle ceramiche. Un luogo tranquillo e silenzioso. Vicino, c’è un museo delle carrozze davvero molto ricco e una casa antica con un bel patio, arredata in stile antico. Le missioni sono state il primissimo insediamento nella zona, prima ancora che arrivassero i coloni erano arrivati i frati francescani dal Messico. Erano costruite ad un giorno di cavallo l’una dall’altra e dovevano “conquistare” terreni, anime e percorsi commerciali per la gloria del re di Spagna. Poi cessarono di avere importanza con il periodo della corsa all’oro, che credo sia stato veramente il punto-chiave della storia locale, l’avvenimento che ha dato una svolta a tutto, la molla che ha portato alla definitiva occupazione del west.

Fine pomeriggio al Fisherman’s Wharf di Monterey, con leoni marini schiamazzanti e litigiosi sul molo o sdraiati su qualsiasi cosa che galleggi nel porto! Che bestioni che sono! Fanno un casino da morire. E poi le lontre marine sdraiate sulla schiena, a farsi cullare dalle onde. Molto buffe!! E i gabbiani posati sulle ringhiere delle terrazze dei ristoranti, a guardare le persone che mangiano cena! Noi siamo andati a cena da Bubba Gump Gamberi, sì, giuro!! Quello del film! Il locale è tutto in tema col film: se vuoi chiamare la cameriera esponi il cartello “Stop Forrest stop!!”. Se invece è tutto ok metti su il cartello “Run Forrest run!!”. Mentre attendi il tuo pasto ti fanno il quiz sul film e vinci delle caramelle! Il menù è attaccato ad una racchetta da ping-pong, è pieno di foto del film e di scritte “Stupid is who as a stupid does”. Fuori c’è la panchina con le Nike rosse e bianche (di pietra) in cui mettere i piedi per le foto, e la valigia con la scatola di cioccolatini. Troppo troppo forte!!! Mi è piaciuto un sacco. Nei ristoranti ci sono sempre delle cose da colorare, dei fogli, dei pastelli, dei giornalini con giochi enigmistici per i bimbi così i bambini non si stufano aspettando il loro pasto. E’ tutto molto rilassato e allegro e c’è sempre buona musica (ovviamente anni 60-70!!).

Nel pomeriggio abbiamo anche percorso il 17 Miles Drive, che è una strada panoramica lungo un bellissimo promontorio, tra immensi campi da golf e ville holliwoodiane. Ci sono punti panoramici dove fermarsi e vedere l’oceano agitato e i pini contorti dal vento che crescono proprio sul mare o sulle rocce vicino alla spiaggia. E’ davvero molto “scenic”, come dicono qui, ma un po’ troppo fighetto per i miei gusti. Purtroppo era nuvoloso e faceva un gran freddo, perciò siamo ripartiti velocemente. Ci siamo fermati un po’ in un parcheggio verso la fine del Drive, era tra le dune e le erbe basse, gli uccelli volavano basso sull’acqua in formazione a V, chiamandosi sulle onde grigie. C’erano onde molto forti che sollevavano enormi spruzzi e una nebbiolina bassa verso il promontorio alla ns destra. E il vento freddo della costa, quello non cambia mai!! Non avrei mai pensato di trascorrere praticamente tutta la vacanza (tranne qualche giorno) col la felpa pesante addosso! A parte ieri a Sacramento… Ok, good night!

23 agosto, giovedì Oggi giornata di relativo relax a casa con lavatrice e asse da stiro…Poi spese varie e giro per Oakdale e Modesto. Siamo andati a vedere un negozio di abbigliamento da cowboy e un negozio indiano per par condicio. Al pomeriggio, giro al mall dove ho fatto scorta di biancheria troppo carina a ½ prezzo rispetto a casa. L’abbigliamento qui è estremamente economico. Poi abbiamo accompagnato la famiglia alla scuola di Cailin per il Back to School Day: miiii, che scuola!!! Enorme e circondata dai campi da gioco e da un parco, poi parcheggio ecc… è una scuola “cristiana” in generale ma “non denominational” cioè non per una religione in particolare. Hanno delle strutture che da noi sono inimmaginabili, ma qui le chiese di ogni tipo fanno girare miliardi. In un enorme teatro con platea e galleria sono stati presentati gli insegnanti nuovi, con gran numero di applausi e luci da avanspettacolo (!!), poi ognuno va nella sua “home-class” per vedere l’orario e i propri insegnanti di qs anno. Qui ogni insegnante ha la sua aula e i ragazzi si spostano nelle varie ore. Tutti hanno un’ora di Bibbia al giorno, ma bisogna sentire cosa insegnano!!! Bigotti vecchio stile o insegnanti che hanno visto la luce, alleluia!! Ci sono gruppi di discussione su “come ho conosciuto Dio”, “la mano di Dio nella storia della nostra nazione”, “come partecipare al lavoro di Dio nel mio paese”, “la fede dei Padri Fondatori” e via delirando…In Europa ci sono sicuramente dei gruppi di fanatici che adorerebbero qs tipo di impostazione religiosa, ma per fortuna ci sono molte più persone normali!! L’altra sera Simona ci raccontava di quanto gli insegnanti siano bigotti e semplicioni su certe cose tipo libri o film. La religione qui è un club, ma soprattutto un gran business.

Mamma mia, abbiamo fatto e visto tante di quelle cose in qs settimane che di sicuro ho dimenticato qualcosa, ma aggiungerò poi quando potrò pensare con calma… ad es. Ho dimenticato di dire che tornando da Monterey l’altra sera Chris ci ha insegnato una vecchia canzone della Guerra Civile, che loro cantano nelle rievocazioni. Bella. Noi abbiamo ricambiato con delle canzoni in piemontese! Poco dopo abbiamo trovato un’altra puzzola investita: un odore da fare schifo! Sembrava sudore concentrato, vecchio e acido. Bleah… Un’altra cosa che non ho detto è che Chris ha portato il pick-up dal meccanico per aggiustare l’aria condizionata…E hanno scoperto che nel ventilatore che aspira l’aria per inviarla al condizionatore c’erano entrati… due uccelli!! Ma che horror, ci credo che non funzionava!!! Meno male che non erano due serpenti a sonagli, dato che qui abbondano…

24 agosto, venerdì Gran bella giornata di sole, per fortuna, dato che siamo tornati sulla costa e lì sicuramente non fa caldo…! Al mattino incombeva un po’ di nebbia, che però è sparita verso le 10.30. Sosta a Roaring Camp (bel nome!), parco con insediamenti della metà dell’800 e una minuscola stazione tutta in legno, dove abbiamo preso il treno a vapore per una gita nel bosco di redwood trees (sequoie) di ca un’ora e mezza. Con un bello sconto sul biglietto perché Chris conosceva la signora della biglietteria per via delle solite rievocazioni storiche. Il giro è davvero entusiasmante, il macchinista faceva sbuffare fumaiolo e fischio a gran forza tra gli alberi altissimi e il fumo restava come impigliato tra i rami, con lame di luce che lo colpivano di lato…La salita era molto ripida e la locomotiva ansimava e rallentava, a volte doveva andare in retromarcia per arrivare agli scambi. Proprio una cosa divertente! Nel parco c’era anche una scuola minuscola, con la campanella appesa fuori dalla porta.

Dopo pranzo (di panini: sembra facile, ma per ordinare devi dire la lunghezza della pagnotta in pollici, la salsa che vuoi, il tipo di pane, quali verdure e quale carne, se vuoi il formaggio o no…Tre settimane di pratica per imparare!!) ci siamo spostati a Santa Cruz, gran località di vacanza marittima, bella spiaggia larga e sabbiosa e acqua gelata e vento freddo. Ma Nick ha fatto lo stesso il bagno nel Pacifico, giusto per dire di essersi tuffato nel suo secondo oceano…! Brrrr… poi ovviamente è arrivata the fog, così con le felpe addosso siamo andati al luna-park. Nick, Gio e Cailin si son fatti un giro sull’ottovolante da infarto e poi Nick ha avuto anche due biglietti per l’autoscontro, mentre i papà si facevano una birretta! Bel pomeriggio, allegro e tranquillo e cena a casa. Domani trasferimento a San Francisco. ‘Notte.

25 agosto, sabato Sono qua al 12° piano dell’Holiday Inn Civic Centre a SF, con la luna piena e una vista bellissima sulle luci della città, tutta ondulata su e giù per le sue colline. E’ bella qs città, è proprio speciale. Oggi Chris ci ha fatti passare lungo una via con tante case vittoriane di legno, tutte restaurate, ognuna diversa dalle altre, di tutte le tinte. In genere sono color pastello verde, rosa, azzurro o crema ma ce ne sono molte con colori brillanti e bow-windows, con fantastiche vetrate. Quelle che danno sull’Oceano hanno di fronte le dune e la spiaggia, vasta, enorme e vuota, le onde lunghe, i gabbiani, il vento.

Penso proprio che qui potrei vivere bene, in fondo qs città ha un gran carattere e per certi versi è molto europea. Pare che sia anche il ritrovo mondiale dei gay, vedi coppie e coppiette dappertutto, ma non fanno proprio notizia.

Siamo arrivati con la nebbia ma nel pomeriggio si è rasserenato e alla sera dopo le sei di nuovo faceva freddo e si è alzato il vento. All’ora di cena c’erano 18°C. Oggi abbiamo fatto un bel giro nel Golden Gate Park, che è enorme, abbiamo visto il Japanese Tea Garden che è solo una piccola area del parco, ma deliziosa, con laghetto, tempietto e bonsai, tutto molto armonioso e tranquillo. Poi ci siamo fermati sulla spiaggia per vedere gli aquiloni, molto grandi e con code lunghissime che disegnano motivi strani in cielo. Nel parcheggio c’era un pulmino Volkswagen tutto dipinto psichedelico–flower power!! Fantastico! Più freak che mai! Peace and love, brothers! Poi siamo tornati in centro per fare un po’ di foto nel Financial district, grattacieli e prospettive geometriche. Alcune sembrano carine, poi vedrò sul computer.

Per fortuna Simona è una a cui piace la fotografia, ha due macchine con obiettivi diversi e una telecamera, così per la prima volta ho potuto fare quello che volevo e prendere tempo senza beccarmi le solite maledizioni! Sono proprio contenta di qs viaggio, è stato eccezionale per i luoghi e gli ambienti visitati che io ho trovato fantastici e interessanti da morire. E’ stato anche bello per la compagnia perché The Mondos sono incredibilmente simpatici e piacevoli, sono persone accomodanti e carine, energici e pronti a partire (anche sovente alle 6 del mattino…Poveri…). Chris è proprio forte, è un buono taciturno e sempre gentile. Simona è certamente ben integrata e hanno molti amici, soprattutto grazie al club della Guerra Civile. E’ preoccupata per Cailin che invece pare un po’ isolata. Qui non esiste l’oratorio, non esiste la piazza, la gente si sposta qua e là facilmente da uno stato all’altro ed è davvero difficile trovare un luogo per i ragazzi dove socializzare e fare amicizie. L’unica è fare sport o andare in una chiesa (per carità…!) se no è complicato entrare in un qualsiasi “giro” prima di andar via da casa per l’università. Qs sera siamo poi tornati a Chinatown per vederla di notte e per mangiare cena, dato che a pranzo siamo finiti in un Kentucky Fried Chicken schifoso, nel quartiere vietnamita o qualcosa di simile. Qui in città c’è una quantità esagerata di orientali. Già nel 1870 ce n’erano molti, arrivati qui dopo aver lavorato al completamento o alla costruzione della ferrovia Union Pacific. Pare che li assumessero più volentieri dei bianchi perché si portavano il loro cibo, erano più puliti, bollivano l’acqua per il tè e per cucinare e di conseguenza erano meno soggetti a malattie, che comunque curavano efficacemente con la loro medicina tradizionale. Al museo delle Ferrovia a Sacramento c’erano un sacco di notizie interessanti: nel 1880, ad es., ci volevano “6 days and 20 hours” per andare in treno da SF a NY! Come al solito mi dispiace tanto andare a casa, perché mi sono trovata benissimo. Dopo i primi giorni ho cominciato a capire la gente quando parla, ho imparato a rispondere a tutte le domande per ordinare qualcosa da mangiare, non mi stupisco più che TUTTI i WC pubblici abbiano le porte con 2 cm. Di fessura fra il montante e la porta stessa su entrambi i lati, non dico più biscuits invece di cookies o petrol invece di gas, so (quasi) riconoscere i soldi e persino le monetine (che sono tutte identiche!!) e ho cominciato a dire: “How’re ya doin’ today?”. Gli USA sono un altro mondo, non si può avere molto in comune con l’Europa, ma è un paese bellissimo e vario. L’unica cosa che non mi piace proprio (a parte il cibo, che è una follia) è il fatto che le città siano solo mucchi di case con un downtown (centro) che fornisce servizi. Non sanno di nulla, tutto è lontanissimo e mancano i punti di riferimento. Non sono “vissute” e sono più o meno tutte uguali, senza personalità. Ma la natura, gli spazi e le dimensioni delle bellezze naturali sono davvero da vedere, almeno una volta. Ora un’ultima occhiata alle luci della città e poi…RONF! Perché sono quasi le 11. 26 agosto, domenica Sono le h 21 ca e siamo appena tornati in albergo. A parte i locali dove mangiare, bere, ecc non ci sono molti posti dove girare la sera a piedi, non è sicuro. Qs oggi è stato il primo giorno in 3 settimane nel quale ci siamo comportati da veri europei, scarpinando in lungo e in largo per SF e usando finalmente i mezzi pubblici!! Che sono frequenti e comodi e che ci hanno permesso di mescolarci ai turisti sui cable-cars e agli americani di ogni sorta e colore sui bus e sui tram.

C’è veramente di tutto in giro per qs città. Il tram F che ci ha portati a casa (tram riciclato da Milano con le scritte in Italiano) prosegue poi verso Castro, il quartiere gay…E ci sono dei personaggi pazzeschi, certe coppiette mano nella mano o, qs sera, un povero trans triste con la faccia spigolosa e le mani da uomo con lo smalto arancione, tutto tatuato e con le tette. Qs mattina su Market Street, che abbiamo percorso a piedi fino al capolinea dei cable-cars in Powell c’erano molti homeless che dormivano nei portoni delle banche (oggi è domenica), barboni e gente già fatta o bevuta alle 9.30 del mattino, quasi tutti neri, sporchi e puzzolenti. Che tristezza…Mi veniva in mente quel film “La ricerca della felicità”… Durante il giorno siamo saltati su e giù da tram e bus, vedendo al mattino una parte del Fisherman’s wharf che non avevamo visto la settimana scorsa, il Pier 39. E’ il vecchio molo di legno dal quale fino agli anni’40 partivano e arrivavano i grandi cargo che attraversavano il Pacifico. E’ molto grande e ora è una specie di centro commerciale all’aperto, si cammina sulle tavole di legno e tutti i negozietti sono un po’ particolari. Ce n’era uno, Madkaps, che vendeva un sacco di cappelli buffissimi, con teste di animali, corone, cappelli pelosissim, con l’elica, con il granchio, il pallone da rugby ecc. Passato una mezz’ora divertente provandone un bel po’!! Davanti al Bubba Gump Shrimps sul molo c’era il sosia di Forrest che si faceva fotografare con chi voleva e poi ti offriva un cioccolatino dalla sua scatola! Alla fine, dato che lo stomaco brontolava, ci siamo fermati lì a pranzo e abbiamo preso un sourdough bread bowl pieno di clam chowder, una specialità si SF: una pagnottona a forma di scodella gigante con coperchio di pane, piena di zuppa di vongole o di granchi (crab chowder). Il pane è impastato con la panna acida, perciò ha un gusto diverso dal solito, proprio buono!! Io ho preso anche un cinnamon pretzel caldo: una delizia! Non voglio più vedere della carne per almeno un mese: qui te la rifilano OVUNQUE e in quantità DISUMANE! No, non si può nutrirsi così, io sono davvero stanca di inghiottire proteine a gogò. Basta, ti viene il disgusto. Credo che se uno vivesse qui sarebbe diverso, si può trovare di tutto al supermercato e mangiare in modo normale, ma se mangi in giro è un delirio…E la roba da bere??!! Paghi un bicchiere regular (1/2 litro) e poi ti danno anche 3 o 4 refill, perciò sei incoraggiato a ingozzarti di bibite zuccherose e gasate. Davvero stancante. Oggi siamo stati a Ferry’s Building, il vecchio terminal dei traghetti in fondo a Market St, costruito nel 1896 e ora trasformato in un piccolo centro commerciale con una galleria di negozi di specialità gastronomiche. E anche di vini, molti negozi infatti sono italiani o francesi, con bottigliette e vasetti dall’aria europea e invitante. La clientela è magra, in forma e bio-chich, con l’aria brillante e internazionale. Fuori, invece c’è un’area della piazza usata dai pattinatori e skateboarders e lì sono tutti (o quasi) neri, tamarri e grassi. Ne abbiamo incrociato uno che ci ha fatti rimanere a bocca aperta: era grosso come 4 persone messe a 2 a 2 l’una di fronte all’altra. Indescrivibile! Arrancava e ansimava, coperto da una maglia da basket gigantesca…Faceva paura, ma come si fa a non fermarsi prima???? Bho… Nel pomeriggio siamo stati a vedere le “sei sorelle”, le case vittoriane sopravvissute al terremoto e incendi vari nel 1906, e poi la zona dove ci sono altre case vittoriane intorno ad Alamo Square.

Siamo poi tornati a Chinatown per shopping da regali. Lì ci sono anche un mucchio di ristoranti e, se indugi un attimo a leggere un menù, salta fuori un cinese che ti acchiappa al volo e ti trascina dentro. In un attimo ti ritrovi seduta a fare l’ordinazione!! L’altra sera è stato così, ma la cosa buffa è che all’uscita dal ristorante ci siamo fermati un attimo sul marciapiedi per metterci la felpa…E lo stesso cinese è saltato di nuovo fuori per trascinarci nel ristorante!! In qs quartiere ci sono delle vie meno turistiche, con vecchie case di tipo cinese, a due o tre piani, con le lanterne rosse e il tempio in alto, costruite negli anni ’20 o ’30 credo. Chinatown confina con il Financial District, con il quale fa un gran contrasto. Siamo passati ai piedi della Transamerica Pyramid, con i lavavetri al lavoro, lassù appesi… la piramide è circondata da altri grattacieli, a loro modo persino belli…Per quanto io preferisca 10.000 volte un bosco di redwood trees o una bella cascata o una spiaggia solitaria. Mi è anche piaciuta molto la zona della case vittoriane, tutte colorate e decorate in modo molto personale con fregi e intagli di legno bellissimi. Dopo lo shopping, cena in un “diner” tipo Happy Days e poi a casa. Oggi abbiamo anche assistito alla scena del “giro” dei cable-cars sulla piattaforma girevole al capolinea. Li spingono a mano!! Fa parte dello spettacolo. Non so perché, ma quasi tutti i conductors sono di colore. Comunque è proprio divertente stare in piedi sul predellino a guardare le salite e le discese a 45 gradi. Fa persino un po’ paura, a volte. Quando incroci un altro tram le persone sui predellini di entrambi si sfiorano! E poi è bello sentire il rumore dei cavi che girano sotto la strada nelle loro fessure. I tram si agganciano o si sganciano dal cavo per andare o per fermarsi. Se no non potrebbero percorrere strade così ripide! E poi ogni anno c’è la gara per la migliore scampanellata, con tanto di foto del vincitore sul sito dei cable-cars!! Ora nanna, le prossime 36 ore saranno pesanti e insonni…

27 agosto, lunedì H 17.45 – Siamo stravaccati sui divani nella hall dell’albergo, aspettando lo shuttle (!) che ci porterà all’aeroporto. Ultimo giorno a SF cominciato con colazione a base di pancake e waffels e croissant, sempre con lo sciroppo d’acero (che, ho scoperto, fa correre in bagno!). Poi bel giro in parte in cable-car e in parte a piedi alla ricerca delle case vittoriane più famose segnate sulla Lonely Planet e sulla guida del National Geogr, tra cui quella dove hanno girato Mrs Doubtfire. Veramente non siamo riusciti a identificarla in modo certo perché non c’erano segnali di sorta (è un quartiere residenziale). Però a me sembrava di ricordare alcune scene…Ma chissà cosa ho fotografato??! Anche il primo Maggiolino Matto era ambientato qui.

Oggi siamo anche tornati al Pier 39 per rivedere la colonia di leoni marini. Mamma mia quanti sono!! A decine, passano il tempo al sole o a picchiarsi e a urlare AU!AU!AU! I più grossi ribaltano in acqua i più piccoli e poi non li fanno più salire sulle piattaforme. Urlano e ruttano e fanno versi assurdi tutto il tempo in un gran caos puzzolente!! Ci siamo mangiati calamari e patatine da Hook&Cook sul molo e concluso la giornata con la visita al Cable –car Museum, con i grandi motori e le ruote enormi che fanno girare i cavi per la città. Poi via, in aeroporto.

Oltre alla montagna di ricordi e foto, mi porto a casa da qs viaggio anche un anello bellissimo di argento e pietre dure fatto dagli indiani Zuni, con pietre di tanti colori, molto semplice, tipo fedina grassottella. Mi piace un sacco. C’è molta differenza fra l’artigianato di diverse tribù, ma a me piaceva in particolare la rappresentazione dell’orso stilizzato e quella dell’uomo-medicina (che ho sul ciondolo preso a Crater Lake). Parto felice di non vedere più le montagne di cibo che mi hanno fatto venire un senso di oppressione in qs giorni. La prossima settimana voglio vedere poca roba nel frigo e poca roba nel piatto!! E basta gente con il bicchiere in mano per strada, gente che inghiotte, gente con le dita unte, gente con la bocca piena, gente che trangugia in continuazione!! All’inizio ti lasci attirare dall’abbondanza, come gli immigrati poveri che infatti sono dei cicciobombi pazzeschi, ma poi basta. Oh, si decolla… Sono ca. Le 22.30. Le luci scintillanti di SF sono sotto di noi, è una sera di luna piena e si vede bene la baia e le città sulle sue rive e le navi illuminate che la attraversano. Ciao California, chissà se tornerò a vedere quello che mi manca? Never say never…



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