Calda Andalusia 2
Inizia tutto all’alba di sabato 18 Giugno con un aereo che da Bergamo ci porta sino a Siviglia. Presso l’aeroporto ritiriamo subito la Skoda Fabia che avevamo prenotato tramite il sito della Ryan Air e che ci condurrà lungo le Autovias e le Carretteras della Spagna del Sud.
Partenza immediata per Granada. Dopo circa un’ora e mezza di viaggio arriviamo a Granada. Inizialmente lo spettacolo che ci accoglie non è fantastico. Infatti capitiamo subito nella zona universitaria piena di lavori e traffico ma, una volta trovato il nostro albergo (Hotel las Almenas – 164 euro per due giorni con garage ma senza colazione), sistemata la macchina nel parcheggio e fatto un bel riposino rigeneratore, si comincia a vedere quella che a mio avviso è la più bella delle città dell’Andalusia. Iniziamo subito il nostro giro visitando il centro di Granada, dove troviamo la Cattedrale, la Capilla Real e l’Alcaiceria, l’ex mercato arabo oggi rifatto e pieno di tanti negozietti molto caratteristici. Il centro di Granada è pieno però di belle vie e piazzette molto fiorite e colorate. Tutto è molto gradevole. Andiamo quindi a cenare. Scegliamo la zona di calle Elvira in cui troviamo un’immensità di teterie. Queste sono i classici locali arabi, allestiti in stile con divanetti, luci soffuse e musica ad hoc. Nell’andare al ristorante notiamo però in giro un certo fermento. Tutti i locali sono strapieni di gente che guarda una partita indossando una maglia biancorossa. Sono un po’ meravigliato. D’accordo che la passione per il calcio in Spagna è simile a quella italiana, però mi sembra esagerata tale partecipazione per una partita della squadra locale. Ad un certo punto, l’atmosfera soft della teteria viene interrotta da un boato proveniente dall’esterno….ho subito capito che la squadra di casa aveva segnato… Sopraffatto dalla curiosità, al momento di pagare, chiedo al cameriere quale partita si stesse giocando e lui mi spiega che il Granada stava giocando la finale per accedere alla Liga, da dove mancava da 35 anni. E proprio in quel momento la partita era finita con la promozione della squadra rojoblanca. Usciamo dal locale e le scene che ci accolgono ricordano quelle di tutti i festeggiamenti del genere. Clacson impazziti, cori dei tifosi, bandiere sventolanti, trombette a tutto gas, poi agli spagnoli.. si sa…piace festeggiare per tutta la notte e quindi tutti confluiscono nella piazza principale che è quella….del nostro hotel….sigh….e per fortuna che non c’erano le vuvuzelas…ma dico, cari cittadini di Granada, avete aspettato 35 anni per tornare in serie A, perché non aspettare 2 giorni in più??? Dopo la prima fantastica nottata a Granada il giorno dopo partiamo risalendo il piccolo ruscello del Darro. Cosi facendo giungiamo nello stupendo quartiere moresco dell’Albayzin. Questo costituisce un delizioso insieme di vicoletti, piazze e palazzine tutte in stile arabo. Qui infatti si insediarono gli arabi in fuga dagli stermini cristiani e qui hanno quindi portato un evidente segno della loro presenza. Potrete trovare frequenti bagni arabi dove immergervi in acque calde o fredde e dove farvi massaggiare e troverete, dall’Iglesia de San Nicolas, anche una stupenda veduta della dirimpettaia Alhambra. Proprio questa rappresenta la prossima meta della nostra gita. E’ il monumento più famoso della Spagna e per questo abbiamo provveduto ad acquistare il biglietto tramite internet già dall’Italia. Bisogna fare molta attenzione a presentarsi all’ingresso della struttura non più tardi di 40/45 minuti prima dell’orario riportato nel biglietto. Tale orario è quello di ingresso nel Palacio de Nazaries ed è tassativo. Se quindi non siete all’ingresso del Palazzo per quell’ora non entrate più. Molto stress quindi ma una volta dentro tutto viene ricompensato. Il palazzo con i suoi patii, le sue sale in stile arabo dove soggiornavano i signori dell’epoca è davvero stupendo e non da meno sono, all’uscita dal palazzo, la fortificazione dell’Alcazaba con le sue torri e i giardini pieni di fontane del Generalife. Abbiamo girato per quasi 4 ore…davvero una meraviglia della Spagna. Tornando in centro, ci imbattiamo in un’altra festa per la promozione del Granada, alla quale (giusto per non farci mancar nulla) si aggiunge la sfilata degli Indignados…..che fortuna che abbiamo….. Il mattino dopo si parte quindi con destinazione Malaga. Arriviamo dopo poco piu di un’ora di strada. Doveva essere il nostro primo giorno di mare ma il tempo non ci aiuta molto. Il cielo infatti è un po’ nuvolo. Ad ogni modo preso possesso dell’albergo (Eurostars Astoria – 73 euro compreso garage) e depositata l’auto in parcheggio, ci dirigiamo verso la vicina spiaggia di Malagueta. Niente di che. Stiamo un paio di ore e quindi rientriamo in albergo per riposarci. Usciamo verso le 19 e ci dirigiamo in centro. Malaga non è una gran città. Il centro è molto più moderno delle altre città della zona. La cosa bella è che è tutto pedonale e questo ti dà una bella sensazione di ordine, pulizia. E’ pieno di negozi e si trova anche qualche bella piazzetta dove prendere le solite tapas con sangria. Di particolare l’Alcazar (ce n’è una per ogni città…), il teatro romano, la casa natale di Picasso, i giardini del Paseo del Parque ma soprattutto la Manquita. Questa è una cattedrale cattolica nata dalle ceneri di una moschea dopo la conquista dei cattolici; deve il suo nome al fatto che è rimasta “monca” di uno dei due campanili e leggenda vuole che questa rappresenti la vendetta dei mussulmani sui cattolici per la distruzione della precedente moschea. Il mattino dopo partiamo per quello che deve essere il nostro secondo giorno di mare: la meta prescelta è quella di Tarifa, sull’Oceano Atlantico. Durante il tragitto il cielo è bruttino, un po’ nuvolo. Giunti vicino Gibilterra decidiamo quindi di andare a visitare questo piccolo Stato di dominio britannico. Dopo aver fatto una fila di circa mezz’ora con l’auto per attraversare la Dogana (molto più veloce transitare a piedi e muoversi là con i mezzi) ci troviamo subito bloccati nel traffico. Incredibile quante macchine ci possano essere in uno spazio cosi piccolo. Svincolati dal caos riusciamo finalmente a dirigerci verso la Punta d’Europa, da dove di norma si gode di uno stupendo panorama dello Stretto e del vicino Marocco. Ahimè la giornata nuvola rende invisibile l’Africa e quindi modifichiamo il nostro programma e proviamo ad andare a visitare le Upper Rock, le montagne dove risiedono le famose scimmiette di Gibilterra. Nel salire ne becchiamo alcune ferme ad osservarci; foto e ripresa della salita finchè non troviamo uno sbarramento. Scopriamo che per salire bisogna pagare 13 euro a persona!!! Ci sembra troppo per delle scimmiette (che oltretutto avevamo già incontrato gratis) e quindi decidiamo di pranzare e ritornare in Spagna…. Cosi facciamo e una volta passata la frontiera, proseguiamo il viaggio verso Tarifa. Dista solo 15 Km, quindi in poco arriviamo. Troviamo subito il nostro albergo. Un po’ scettico al momento della prenotazione, mi trovo costretto a ricredermi. Giungiamo infatti in un albergo davvero stupendo con un giardino molto curato in stile zen, stanze essenziali ma molto pulite ed infine dei magnifici lettini davanti alle stanze dove leggere, navigare o prendere il sole. Anche la colazione il mattino dopo si rivela ottima e soprattutto con un’atmosfera fantastica. Ah vero..mi sono lasciato andare…l’albergo si chiama Tres Mares ed è costato solo 72 euro. Una volta terminato di godere le bellezze dell’albergo, decidiamo di dirigerci in spiaggia. Tarifa è la mecca dei surfisti, è una località dove batte il vento per 300 giorni l’anno ed in effetti anche con noi non si è smentita. Arrivati sulla spiaggia. Lo spettacolo che abbiamo di fronte è quello di centinaia di kite surf e wind surf che solcano il mare. Ammiriamo il tutto, ci beviamo una birra e rientriamo in albergo che, tra l’altro, è dotato di piscina. A Tarifa è anche presente una bellissima spiaggia con dune chiamata Bolonias. Il paesino ricorda le isole greche con stradine piccole e casette bianche. Molto carino. Infine per cena siamo stati in un locale di proprietà di un ragazzo di Iseo, indicatomi prima di partire dal mio consulente di viaggio Nicola. Il posto, molto carino, si chiama Pachamama e merita sicuramente una visita anche perché si mangia una buonissima carne alla griglia. La mattina successiva lasciamo questo paradiso terrestre e ci dirigiamo verso Nord. Transitiamo da Siviglia ma la superiamo per raggiungere la città di Cordoba. Arrivati verso l’ora di pranzo, ci accoglie una città estremamente calda. Leggo che Cordoba sia una delle città più anarchiche ma anche una delle più calde con temperature che spesso vanno sopra i 45°. Dopo pranzo visitiamo la principale attrazione di Cordoba e cioè la Mezquita. Non è una moschea come tante altre. All’interno infatti negli spazi immensi e semibui si trovano un’infinità di colonne. Sembra quasi una foresta di colonne, tutte di varie dimensioni e decorazioni. Lo spettacolo che fornisce è davvero notevole ma, come se non bastasse, la rende ancora più particolare l’edificazione al suo interno di una vera e propria cattedrale con tanto di altare, coro , pulpito e tutto il resto. Un connubio tra musulmanesimo e cattolicesimo che rende questo edificio davvero speciale e meritevole di una visita. Usciti dall’oscurità della Mezquita, il caldo è davvero insopportabile. Pensiamo quindi di raggiungere al più presto la nostra auto con il suo impianto di condizionamento. Transitiamo dal ‘solito’ Alcazar, che però trascuriamo, e una volta in auto ci dirigiamo verso Siviglia. La strada, come all’andata, ci da una sensazione di estrema calura. Arrivati in aeroporto diamo l’addio alla nostra auto. Ha fatto a pieno il suo dovere, 1.200 km con un consumo di 120 euro oltre le 200 euro di noleggio. Prendiamo quindi il bus verso il centro che ci ferma proprio davanti l’albergo, l’hotel Alcazar (anche questo…). Questo albergo è quello dove risiediamo più notti (ben 3) ma è quello meno azzeccato. Si tratta infatti di un hotel che probabilmente ha avuto i sui fasti ma che adesso fornisce una certa sensazione di vecchio. Comunque il prezzo complessivo è di 227 euro colazione compresa. Verso le 19 usciamo per andare a conoscere anche quest’ultima città del nostro tour. Appena usciti dall’hotel ci rendiamo conto di come il caldo sia davvero notevole. E’una sensazione che quasi toglie il respiro. Davanti al nostro albergo si trova il quartiere di Santa Cruz con le sue stradine tortuose e strette. Una sorta di piccolo labirinto pieno di negozietti e ristorantini. Molto bello anche se la ristrettezza di questi luoghi contribuisce ad aumentare il nostro malessere per il caldo. Arriviamo quasi subito alla Cattedrale. Questa è grandissima e bellissima. Si tratta della terza chiesa più grande del mondo. Il suo interno è davvero bello e ci si può trovare anche un monumento funerario a Cristoforo Colombo. Accanto alla Cattedrale sorge il simbolo della città e cioè la Giralda, un ex minareto altissimo che funge da campanile (davvero impressionante il suono delle sue campane) e che deve il suo nome alla piccola statua bronzea che si trova alla sua sommità e che “gira” a seconda del vento. Il caldo continua ad essere notevole, quindi ceniamo in uno dei mille ristoranti vicino la Cattedrale (con l’aria condizionata) e quindi rientriamo in albergo. La colonnina della farmacia accanto l’hotel segnava 42 gradi… alle 23!!! Il giorno seguente mi sveglio con tanta preoccupazione ma, una volta usciti dall’albergo, ci rendiamo conto che inaspettatamente la temperatura è gradevole. Infatti si attesta sui 25 gradi. Ne approfittiamo ed iniziamo il nostro tour. La prima tappa è la visita al Real Alcazar. Notevole costruzione con stanze decorate molto belle, patii spettacolari con vasche d’acqua e piante nonché dei giardini belli e grandi in cui fare una piacevole passeggiata. Terminata la visita decidiamo di dirigerci verso il quartiere della Macarena. Prendiamo un bus e scendiamo proprio in direzione della porta di accesso al quartiere. Ci accoglie subito la piccola ma graziosa Basilica della Macarena al cui interno si trova una Madonna in oro e argento davvero splendida. Abbiamo quindi modo di girare per le stradine del quartiere e di incrociare anche la processione del Corpus Domini (le becchiamo tutte…). Giungiamo quindi alla Iglesia de San Pedro al cui esterno si trova un quadro dove è nascosto un piccolo uccellino che il pittore ha posto quale sua firma. Leggenda vuole che chi individua questo uccellino si sposa entro l’anno. L’ho trovato…mi sa che mi tocca…. Si sono fatte le tre del pomeriggio, la temperatura è calda ma non afosa come il giorno precedente. Rientriamo in albergo, ci sono 35 gradi. Alle cinque, dopo il riposino, ci affacciamo e ahi noi la temperatura è arrivata a 45 gradi!!! Decidiamo sapientemente di continuare a riposarci in albergo…. Riusciamo ad uscire verso le nove e mezza di sera anche se il sole non è ancora tramontato. Abbiamo fame ma non abbiamo più voglia dei soliti cibi spagnoli. Troviamo quindi vicinissimo alla Giralda un ristorante italiano che si rivelerà buonissimo. Il suo nome è l’Oca Giuliva. Dopo cena abbiamo voglia di vedere la danza tipica di Siviglia: il flamenco. Decidiamo di andare in un locale consigliato da altri turisti per caso: la Carboneria. E’ un posto abbastanza fatiscente, dove però si può assistere ogni sera gratuitamente ad esibizioni di flamenco sorseggiando qualche fresca bevanda. Lo spettacolo, per quanto molto casereccio, è comunque bello. Vestiti, canzoni lamentose ma soprattutto le brave e grintose ballerine ci hanno reso perfettamente l’atmosfera tipica di questa danza. Il mattino dopo è l’ultimo del nostro viaggio. Iniziamo con Plaza d’Espana. Questa fantastica piazza rappresenta la perla di una zona ristrutturata in occasione dell’Expo del 1992. Si tratta di uno spazio molto grande a forma semicircolare con un piccolo laghetto attraversabile con le barchette, una serie di piccoli ponti e soprattutto la fiancata adornata di ceramiche rappresentanti tutte le province della Spagna. Anche la zona circostante, con i bei giardini di Maria Luisa, sono un prodotto dell’Expo. Si trova infatti il Museo Archeologico, il Padiglione Reale e il Museo di arte Contemporanea. Continuando il nostro giro, ci dirigiamo verso la Torre dell’Oro sulle rive del Rio de Guadalquivir. Al suo interno una sorta di museo della Marina ma nulla di che. Continuando a percorrere la rive del Rio entriamo nel quartiere dell’Arenal, dove spicca l’Arena, una delle più antiche di Spagna, ma anche l’Opera, il Reales Atarazanas e infine la Reale Fabbrica di Tabacco, dove Bizet ambientò parte della sua opera principale. Qui infatti lavorava la gitana Carmen. Oggi questo immenso edificio è diventato sede dell’Università. Si sta facendo ora di pranzo. Decidiamo di tornare nella zona nuova e più commerciale. Prima una breve tappa all’Archivio delle Indie per poi andare nella zona dello shopping in calle Sierpes. Ce lo meritiamo in fondo. Abbiamo girato tanto, in lungo e in largo, per questa meravigliosa terra. A posteriori eviterei di andare a Malaga e soprattutto Gibilterra e magari proverei Cadice e Ronda. La prossima volta comunque…anche perché all’albergo di Tarifa torneremo di certo….. Il mattino dopo all’alba il nostro aereo ci riporta a Bergamo e tutto ricomincia come sempre…pensando al nostro prossimo viaggio….ciao turisti per caso!