Calabria saudita
La nostra prima tappa è stata Roma, dove fortunatamente abbiamo trovato una comoda sistemazione in una stanza tutta nostra ad un prezzo da ostello, e soprattutto un parcheggio proprio lì vicino (zona Termini). Mentre al nord imperversava ancora la pioggia finalmente abbiamo trovato uno spiraglio di sole non cocente in una Roma vivacemente popolata di notte tra i locali di Trastevere e quelli di Campo dei fiori, ma della solita ressa di turisti e di traffico impazzito neanche l’ombra.
Il 13 con molta calma abbiamo ripreso la rotta verso la tanto amata Calabbbriaaa…Dopo un po’ di fila nella infernale autostrada Salerno-Reggio Calabria finalmente, grazie al supporto di un amico calabro-torinese giungiamo a Fuscaldo, sulla costa tirrenica, paesino situato in una zona dove la montagna scende a ridosso del mare e dove il paesaggio offre strade tortuose che alternano ai fichi d’india man mano che si sale folte stuoli di felci. Ci attende una cena calabrese, funghi porcini cotti e spalmati su bruschette e pizze farcitissime di prodotti calabri doc…E vino. Di notte il cielo è limpidissimo e si vedono ancora alcune stelle cadenti..Così scopriamo il fascino di questa terra che finalmente possiamo calpestare! Dopo un lungo riposo, qualche foto panoramica, un abbeveraggio alla fonte che sgorga su in cima, salutiamo i nostri accoglienti fornitori di ospitalità e proseguiamo!! Ci dirigiamo verso Catanzaro, il paesaggio è ricco di oliveti e poi fichi d’india ovunque!! Addentrandoci nel cuore della Calabria possiamo ben respirare l’atmosfera circostante, non so che cosa ci sia di straordinario, ma sembra tutto perfetto, nonostante l’istericismo cominci a contagiare un po’ entrambe. Non importa, la nostra meta comunque è Capo Rizzuto e finalmente giungiamo in un paesino, chiediamo informazioni agli anziani seduti all’ombra a chiacchierare e ci beviamo un caffè e un latte di mandorla ad un bar sconosciuto, troviamo un campeggio appena giunte verso il mare…E poi finalmente una lunga immersione tra le acque mosse dello Ionio!!! Scoperte da abusive al campeggio confessiamo la nostra innocenza e patteggiamo con il proprietario, un signore un po’ particolare, diciamo che marlon brando in il Padrino gli assomigliava molto. La sera, un po’ tristi, un po’ inconsapevoli che quella notte si festeggia ferragosto, prendiamo l’auto e ci fermiamo proprio in punta di Capo Rizzuto, ascoltando musica e bevendo del buon cabernet guardiamo la luna che si specchia tra le nere acque che ogni tanto spumeggiano tra gli scogli. Ma la serata non è finita e ce ne andiamo in spiaggia e un po’ per caso un po’ per desiderio troviamo un gran bel falò e nuovi amici… Così il giorno dopo dopo mille peripezie notturne, come ad esempio rimanere chiuse fuori dal campeggio M. Che scopriamo essere simpaticamente soprannominato Mancuno (fa talmente schifo che non ci va nessuno tranne due boccalone come noi…), ecco che partiamo finalmente alla volta di Locri.
Nel tragitto a causa dell’estremo caldo ci fermiamo un po’ ovunque a fare un tuffo, ma soprattutto facciamo visita alle antiche rovine del tempio di Apollo della greca Kaulon in località Monasterace. È tardi che arriviamo a Locri, ci concediamo una cenetta a base di pesce alla griglia e poi cerchiamo un luogo nascosto dove dormire tranquillamente in auto sotto l’attenta osservazione degli abitanti che se ne stanno riuniti in una piccola via, qua e là, vecchi e piccini, a parlare parlare parlare…Ma quanto parlano questi calabresi?! Il giorno dopo, ci svegliamo prestissimo a causa credo dell’insolita sistemazione e corriamo a farci una bella nuotata per svegliarci ma anche per lavarci un po’! Un po’ ricoglionite rimaniamo sulla spiaggia a guardarci attorno: Vale scatta qualche foto ad un bambino che parla con un accento calabrese fortissimo che lo rende molto pittoresco…Ma io sono impaziente, voglio vedere i resti di Locri Epizefiri!!! Al museo un simpatico uomo ci scorta in auto a vedere il teatro greco, rimaneggiato in età romana, io mi perdo tra i resti della zona dell’antica stoà e tra ciò che rimane delle fornaci della zona artigianale mentre Vale raccoglie qualche fico da un albero.
È ora di andare, dobbiamo ancora visitare Pentedattilo prima di giungere a Reggio Calabria! È il 16 ormai, siamo a metà viaggio. Quindi, dopo un’altra breve sosta tuffo ci addentriamo tra le stradine verso la montagna alla ricerca di questo paesino fantasma, Pentadattilo, che come molti altri agglomerati montani, si è pian piano spopolato a partire dagli anni ’50 fino alla completa disabitazione nei primi anni ’70. Oggi alcuni ricchi alla ricerca di una casa di vacanza chic stanno ritentando la ristrutturazione di alcune casupole…Ma il fascino è rimasto, le case diroccate pure e la vista è ineguagliabile, da su si scorge anche la Sicilia. Tra una foto e qualche acquisto di prodotti tipici partiamo per Reggio Calabria.
Dai parenti di Vale ovviamente troviamo un’accoglienza molto calabrese, “mangia!”,”non ti vergognare!”…Frasi che accompagnano la nostra sazia cena, ma ci resta ancora l’energia per una passeggiata sul lungo mare di Reggio. La mattina sveglia presto e corsa al museo archeologico nazionale, incluso passaggio in auto dalla gentile ma troppo euforica cugina di Vale, le gambe dolgono ma davanti ai resti antichi, ceramiche, bronzi e marmi non sento alcun dolore. Assolutamente da vedere, soprattutto se siete appassionati di antichità.
Proseguiamo sulla costa ammirando da lontano la Sicilia, oltrepassiamo Scilla e ci dirigiamo a Tropea, ma è pomeriggio inoltrato e ci perdiamo totalmente in mezzo al paese nel traffico congestionato, spaventate dalle mandrie di turisti e di arrampicatori sociali, ma anche in preda all’esaurimento nervoso mandiamo letteralmente a fanculo Tropea e proseguiamo finchè non troviamo un campeggio sul mare, è tardissimo ormai e dobbiamo ancora montare la tenda, unico modo per riprendersi è scolarsi una bottiglia di vino rosso per smorzare la tensione…Ultima sera in Calabria, una sana sbronza consapevole (o quasi…) e per finire una contemplazione del cielo notturno sulla spiaggia! Addio Calabria!! Così è il 18 e dobbiamo ripartire per un lungo viaggio, guidiamo allo sfinimento, sei ore a testa, ma finalmente arriviamo a perugia, e dopo aver strisciato l’auto per le viuzze pendenti e strettissime, lasciate alcune cose in un albergo due stelle di fortuna, ma almeno in centro, andiamo a fumarci una sigaretta nella Piazza del Duomo, poi di corsa a dormire perché sembriamo ormai due detenuti russi.
È mattina, facciamo una lauta e meritata colazione, visitiamo lo spettacolare pozzo etrusco e riprendiamo il viaggio, questa volta verso casa. La sosta vicino a Ravenna ci regala una buonissima piadina romagnola, l’auto risuona ormai delle nostre voci che conoscono a memoria ogni canzone di ogni cd…La nostalgia ci assale, ma è stata una bellissima anzi strafiga esperienza, non so perché ma ci sembra d’essere in viaggio da mesi… Uscita Redipuglia, nel frattempo fatti i conti scopriamo di non aver speso davvero quasi nulla..Meno di 200 euro a testa! Siamo delle grandi, così in preda all’autocompiacimento salutiamo la familiare pianura isontina, finalmente una doccia e per completare il tutto una festa tra amici dove possiamo finalmente raccontare le nostre peripezie!