Cabo verde adventure raid: 10 dobloni d’ oro
Dieci isole, suddivise in Sopravento e Sottovento, sorte 600 km al largo del Senegal su un Hot Spot ( punto di risalita magmatica) ancora attivo. ‘…Queste rocce, vedi – Francesco raccoglie da terra una pietra scura – magnesio, ferro; provengono dalla crosta oceanica.Basalto.Il vulcanismo qui non e’ esplosivo , acido,( ma fa eccezione Fogo, l’Isola Vulcano alta 3000 metri ),bensi e’ fluido , rotondo, smussa; io collego questa qualita’ “aromatica “, priva di asperita’, alla dolcezza dei sapori, dei frutti, del cibo, alla mitezza, alla gentilezza della gente’. Sara’, mi dico, mentre alzo gli occhi alle cime delle verdi cordigliere che a 2000 metri di altezza tagliano come coltelli questo cielo atlantico.
Misteri dela geologia. Se chiudessi gli occhi e qualcuno mi dicesse che sono in Peru’ potrei credergli.
Invece mi tovo nell’ Isola di S.Antao, la piu’ a Nord dell’ arcipelago di Capo Verde, con la mia reflex.
Sono partito con un po’ di scetticismo. ”…Capo Verde, cosa ci vai a fare? E’ piatto,c’e’ vento, non c’e’ niente…” … Francesco annuisce, ‘… si, certo, quando qualcuno dice cosi’, capisco che si e’ fermato alla sola ’Isola d Sal…”. Non e’ vero che Sal e’ priva di interesse, oltre ad essere uno dei migliori Spot al mondo per il Surf da onda ed il Kyte Surf ha la lunga spiaggia di Santa Maria, 6 Km., baie e baiette poco o per niente consciute, un paio di simpatici villaggi, Espargos e Palmeira, oltre a quello di Santa Maria, ed una rarita’ pressoche’ unica, il vulcano di Pedra de Lume che ospita al proprio interno saline portoghesi dismesse dove si puo fare il bagno in acque rosa-azzurre ed la cui interno si penetra cone Indiana Jones attraverso un Tunnel scavato nle fianco de vulcano “… Noi non ci fermiamo mai qui se non lo stretto tempo necessario per attendere il volo interno per le Isole di Sopravento, San Nicolau, S.Vicente, S.Antao..’. Francesco, che ci guida in questo viaggio, ideatore del “ Cabo Verde Adventure Raid”, viaggio avventura alla scoperta delle Isole di Sopravento, ha 39 anni e’ di Siena, si occupa da 16 anni del’ organizzazione di eventi multidisciplinari e programmi Avventura per Manager, ma una volta scoperto l’ arcipelago si e’ fermato a Capo Verde, “… pochi sanno che a 45 minuti di volo da Sal si apre un mondo sorprendente…” sono piene di entusiasmo le parole di Francesco quando parla delle “ sue “ Sopravento “…Per chi ama giocare col pianeta questa e’ una palestra di gioco fantastica; ho visto cose che voi umani…( gioca col cinema, l’’ altra sua passione ), pareti impressionanti ancora tutte da scalare, canyions, deserti d’ alta quota; spiagge deserte dove le uniche presenze sono i vulcani ed il passaggio lento dell’ aquila di mare… E’ il regno del trekking, del parapendio, del bird watching; ospita uno dei migliori Spot al mondo per la pratica del Kyte Surf e del Surf da onda; qui si puo praticare. Il canyoning, oltre ad attivita’ di mare quali il Whale Whatching, uscite per la pesca d’ altura con catture Record per il blue Marlin, immersioni sui relitti, di cui l’ arcipelago e’ lettermente disseminato ..” ‘..Sarai sorpreso da queste montagne…’, mi aveva detto Francesco prima di partire, figuriamoci, dopo l’ Hindukush, il Turkmenistan…Le Dolomiti…Eppure so che anche lui ne ha viste di montagne e qualcuna ne ha arrampicata. Invece mentre il fuoristrada arranca e sale rapidamente lungo l’ Estrada da Corda su per l’ arido versante Sud dell’ Isola di S.Antao riscopro ed assecondo cio’ che Proust definiva l’aspettativa del meraviglioso.. ‘…Ancora non e’ niente…’ dice il mio compagno di viaggio. Rapidmente, mentre continuiamo a salire, il paesaggio cambia, la vegetazione tropicale man mano che saliamo progressivamente si mischia alle conifere, un boschetto di abeti( !!! ) appare sui versanti alla mia destra, il “ Pico da Cruz”, 1650 metri,…L’ aria diventa frizzante, improvvisamente ci troviamo tra le nebbie. Quando si aprono scopro di trovarmi su di un passo, la strada scorre su una lama, valli profrondissime, canyions in lontananza alla mia sinistra, la Ribeira ( valle ) da Torre alla mia destra, e l’imponente nera parete del Rabo Curto, un vulcano spaccato.Un paesaggio da plastico, perfetto, un mondo in miniatura; in reralta’ un mondo reale profondo e lontano proprio sotto di noi, ma l’ aria e’ cosi’ tersa che tutto sembra a portata di mano. Poi ci sono loro, la gente di Capo Verde, dall’ ospitalita’spontanea, dai ritmi lenti, semplice, genuina e ingegnosa. Lugo una strada di montagna un signore anziano ci fa un cenno e ci invita ad entrare in casa sua, e’ una casa tirata su a “tufoni”, e’ buia, non c’e’ niente, niente acqua corrente, niente eletricita’, una candela, un’ icona sacra ritagliata da un giornale ed i materassi per terra per dormire, divide quel niente con noi, una bottiglia di Grogue( Rhum ) al cocco. Tre bambine bellissime, capelli ricci, biondi, occhi verdi e pelle del colore dell’ ambra, mostrano una foto, ridendo; tiriamo fuori qualche moneta, ma no, non la vendono. Vogliono solo mostrarcela e continuano a ridere, forse e’ la prima foto che hanno visto, magari glie l’ ha scattata poco fa un francese di passaggio con una polaroid ( esistono ancora ? ). A Ribeira Grande ci sentiamo rincorrere :“ …Monsieur, Monsieur…”, e’ un ragazzo con un telefonino in mano, qualcuno di noi l’ aveva dimenticato in una specie di baretto, prova a lasciarlo in un bar a Milano, dice Sara. A Tarrafal de Monte Trigo, raggiungibile in circa 3 ore e mezzo di traversata tra piste sconnesse attraverso gli altopiani lavici della parte Ovest dell’ Isola, al termine di un vero trasfrimento in stile “ Overland “ ci attende in un angolo appartato di fronte all’ oceano, il “ mar Tranquillidade” ( www.Martranquillidade.Com ), la piccola Guest- House di Frank & Susie, in un angolo di mondo lontano da tutto, situato in un tratto di costa che vede un susseguirsi di baie e spiagge totalmente selvagge. Qui, in un mare che e’ solito vedere il passaggio al largo delle megattere che vengono in queste acque ricche di nutrimento ad allevare i piccoli appena nati, oltre al passaggio di delfini, orche e tartarughe di mare, i partecipanti al Cabo Verde Adventure Raid trascorrono due giorni di totale relax presso un lodge in perfetto stile ecologico ed armonizzato con la natura ed il tranquillo paesino adiacenti Abbandoniamo a malincuore S.Antao e le sue valli verdi avvolte nel profumo di melassa, odorose di resina ed altri odori sconosciuti e indefinibili, come quelli della distilleria di Lindo, una delle ultime Hacende dove il Grogue viene ancora prodotto secondo le tecniche dei secoli addietro tramite il tradizionale Trapiche, il meccanismo a mole e timone di 9 metri che spreme la canna da zucchero e viene azionato da coppie di tori aggiogati. L ‘ Isola dove attraversando incredibili paesini di montagna lungo l’ Estrada da Corda abbiamo incontrato le donne dalle quali abbiamo acquistato e subito gustato, tagliandolo col coltello e dividendocelo seduti sul cassone del pick up, attraversando le montagne, il fresco formaggio di capra. Ci eravamo giunti in traghetto, stretti tra i sacchi di patate ed altri ortaggi, un maiale, 2 cavalli ed i capoverdiani che vomitavano a riprese, dall’ Isola di S.Vicente, raggiunta invece in volo dall’ Isola di Sal.
In volo Francesco ci indica S.Luzia, l’ Isola di Robinson Crousue’, un’ isola abbandonata che i partecipanti delle edizioni speciali del Cabo Verde Adventure Raid ( www.Viaggieavventura.It ) raggiungono a bordo di gommoni. L’ isola solitaria e’ solo saltuariamente raggiunta dai pescatori di Sao Vicente, e’ stata abitata in tempi remoti e poi abbandonata per la scarsita’ della disponibilita’ delle risorse idriche. Dispone di un interno montuoso e di una lunghissima spiaggiadi sabbia chiara. Qui i partecipanti delle edizioni speciali del Cabo Verde Adventure Raid percorrono un giorno ed una notte in totale isolamento ed immersione nella natura;si mangia attorno al fuoco del bivacco di fronte all’ oceano sotto un tetto di stelle, e dopo le ultime chiacchere attorno al fuoco sorseggiando il forte caffe’ capoverdiano si scivola dolcemente nel sonno, cullati dal solo rumore della risacca, in un campo di tende, montato in prima persona dai partecipanti. Atterriamo al piccolo aeroporto dell’ Isola di S.Vicente, capitale delle Sopravento, ai piedi della scaletta ci accoglie come quasi ovunque il sorriso della rampista. Sembra un aeroporto di campagna a gestione familiare.
Mindelo, capitale dell’ Isola di S.Vicente e’ la tappa piu’ meridionale per l’ inizio della traversta dell’ oceano, frequentata soprattutto dagli equipaggi in procinto di compiere la traversata da Ottobre a Marzo inoltrato, o che sostano qui con i propri sloop; Ci ha accolto la vivace vita della cittadina, capitale della Musica e delle Isole di Sopravento; lontani dall’ anonimato delle realta’ turistiche di altre destinazioni, qui ci si puo’ far contagiare dalle atmosfere di una localita’ vocata ad accogliere ed amalgamare viaggiatori in transito od in partenza per la traversata atlantica a colonie stanziali di stranieri ed alla popolazione locale, in un riuscito melting pop che ha dato vita nei secoli ad un’ architettura sociale esemplare quanto a tolleranza ed ospitalita’. Abbiamo visitato il mercato della frutta con tutti i cromatismi dell’ africa, quelli della frutta e quellidegli abiti delle donne, situato lungo l’ affascinante Rua Lisboa con i piccoli caffe’portoghesi A Mindelo e’ bello oziare girellando nelle stradine tra Rua Lisboa e Praçna da Igreia, parlando con la gente: in francese, in inglese ma soprattutto in un guazzabuglio di termini presi a prestito da tutte le lingue, il loro creolo in effetti e’ cosi’; in “ Salvadoregno” dice Francesco, il linguaggio di Salvatore nel Nome della Rosa; ci fa invidia la disinvoltura con cui sirivolge agli isolani nel loro dialetto.
Una notte siamo andati a cacciare lo squalo, il Tiburon, da riva, un tonnetto addentato e subito abbandonato e’ tutto cio’ che e’ rimasto della nostra caccia, insieme allo sciamare dei bambini del piccolo villaggio nella notte e lungo la spiaggia eccitati dalla nostra inusuale presenza.
Poi c’e Boa Vista, magica, sospesa, contornata da 55 km, di spiagge bianche, tra cui la famosissima Curalinho, 18 chilometri di sabbia bianca finissima, chiamata dal turismo internazionale “ Santa Monica “ per la somiglianza con la famosa spiaggia californiana, dalla quale si differenzia per la caratteristica selvaggia e la sporadicità o quasi assenza della frequentazione umana. E’ frequentata invece da una miriade di incredibili granchietti che sembrano usciti da un cartone animato. Fluttuano avanti e indietro col moto delle onde sulla battigia, incontrastati signori del loro temporaneo dominio. L’ Isola ospiata al suo interno un vero deserto di dune; qui Pier Giorgio Scaramelli organizza tutti gli anni una gara ormai famosa, la Desert Supermarathon, 150 km, di corsa nel deserto interno da percorrere in 3 giorni. A Boa tutto e’ magico, il Morro Negro, remota localita’ sulla costa Nord Est con faro omonimo dove un’ anomalia del campo magnetico dirotta da secoli le imbarcazioni sugli scogli e sul fondo del mare, il misterioso cimitero delle balene di cui si parla ma che nessuno sa dire dove si trovi, versione atlantica della leggenda metropolitana, e molto altro. Mentre sorseggiamo l’ Onda Araba sulla spiaggia di Chaves, al tramonto, il rito di addio dei partecipanti al Raid Avventura, una specie di melone spaccato a meta’ tagliato a cubetti e riempito di Grogue, Francesco racconta della selvaggia e poco conosciuta S.Nicolau, dove in Febbraio si celebra il Carnevale con danze antichissime di derivazione africana e inglese, dai naufraghi di un bastimento che nel ‘700 qui approdarono e rimasero fondando una piccola comunita’. Qui i partecipanti della prossima edizione speciale del Raid raggiungeranno la Rocha Iscribida, misteriosa iscrizione incisa su una rupe in caratteri sconosciuti e non ancora decifrata, che per alcuni si rifarebbe al mito di Atlantide…” …Una avvincente sfida, uno degli ultimi misteri dell’archeologia della nostra epoca, che attende chi riuscira’ a decodificarla, e che sta sparendo a vista d’ occhio sotto gli agenti di erosione …”.
Un’onda trascina a riva un oggetto luccicante, ‘…Guarda, un doblone…’ dice Sara, invece e’ un sasso piatto che la risacca dell’onda ha abbandonato sulla spiaggia, e che il sole gentile del tramonto ha indorato…Pero’ qui, nei territori del sogno, qui dove tutto e’ possibile, se una cosa puo’ essere sognata allora puo’ accadere…Non sogniamo noi tutto cio’ nei nostri bui inverni metropolitani?