C’era una volta il Sol Levante

Durante i miei tanti viaggi in Giappone, mi sono sempre ripromessa di scrivere un diario, nel quale appuntare ogni minimo dettaglio, qualsiasi cosa vedessi o mi colpisse, probabilmente nella convinzione o volontà di fermare con l’inchiostro sensazioni ed immagini di questo incredibile paese. Ahimè, o perché se avevo la penna non avevo la...
Scritto da: Alessandra Gram
c'era una volta il sol levante
Partenza il: 23/04/2008
Ritorno il: 04/05/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 1000 €
Durante i miei tanti viaggi in Giappone, mi sono sempre ripromessa di scrivere un diario, nel quale appuntare ogni minimo dettaglio, qualsiasi cosa vedessi o mi colpisse, probabilmente nella convinzione o volontà di fermare con l’inchiostro sensazioni ed immagini di questo incredibile paese. Ahimè, o perché se avevo la penna non avevo la carta e viceversa, o per pura pigrizia, il diario non è stato mai scritto, ma nonostante ciò, a distanza anche di anni, tutto è rimasto perfettamente integro, ripercorribile nella sfera dei miei ricordi. Ricordi che mi piacerebbe condividere con chi, anche per sbaglio, si dovesse imbattere in questo articolo. Il Giappone, che mondo ragazzi! Nell’immaginario comune, il più delle volte è associato a tecnologia, frenesia e progresso. Sarà per questo motivo che molto spesso capita di “arrendersi” all’idea di visitarlo, per “timore” di trovare soltanto grattacieli o architetture futuristiche. Eppure non è così, anzi! Esiste anche un Giappone, intriso di storia e pieno di tradizioni. Un paese dalle mille sfaccettature che può far dire tutto e niente, che ha fatto innamorare di sé persone che mai avrebbero pensato di trascorrerci un’intera vacanza e che però una volta lì, già pensavano a quando poterci ritornare. E’ quello che è successo a Mauro, Gianluca e Francesca i miei tre compagni di viaggio che a fatica, dopo lunghi tentativi di convincimento, alla fine si sono decisi a venire con me nel lontano paese del Sol Levante! Partenza da Bologna, con arrivo a Tokyo, dopo ben 14 ore di volo! Prima esperienza, la metropolitana! Un via vai indescrivibile di gente, che si affrettava, come tante saette, a salire in uno dei tanti treni, pur mantenendo, non si sa come un ordine perfetto. Noi naturalmente eravamo gli unici fuori fila e fuori tutto! In Giappone non esiste la parola ritardo! E’ incredibile, i treni spaccano il secondo e ne parte uno ogni due minuti! Con un ritardo di un minuto sono previste scuse pubbliche, un po’ come qui in Italia quando si fa festa se arrivano puntuali! Ma saltiamo la tappa fatta a Tokyo ed il suo “caos ordinato” per parlare di Giappone “lento”. Vi piacerebbe avere la sensazione di fare un tuffo nel passato? Ebbene, se la vostra risposta è affermativa, fate come noi una capatina a Shirakawago. Si tratta di un piccolo villaggio situato sull’isola di Honshu, nella regione di Hida. Dista circa due ore da Tokyo ed è raggiungibile in treno o più comodamente in autobus. Noi ci siamo andati in macchina, ma con i mezzi pubblici ci si arriva senza problemi. Il paesaggio pieno di colori, tra alberi di pesco e prugni in fiore inebria e rapisce. La natura è da capogiro, con le sue montagne ricoperte da fitte foreste e la sua aria “depurata” dallo smog delle grandi metropoli. Dal 1995 il villaggio di Shirakawago è stato inserito nella lista dei beni culturali che fanno parte del patrimonio dell’UNESCO. Ma sapete cos’è che rende questa cittadina così speciale e particolare? Sono le sue case, tipicamente in stile tradizionale giapponese, fatte di legno massiccio e con i tetti spioventi in paglia. Appena entrati eravamo tutti e quattro senza parole, con la sensazione di essere stati catapultati in una fiaba. Non un occidentale, non un cartello in lingua inglese, Giappone al 100%. Le case sono enormi, mediamente costruite su tre o quattro piani, perché progettate originariamente per ospitare famiglie numerose. Da qualche anno molte di queste abitazioni vengono usate anche come “Ryokan”, locande tradizionali giapponesi dove abbiamo deciso di pernottare anche noi. Le stanze sono ampie e senza letti! Si dorme sul tatami (pavimentazione fatta di paglia di riso intrecciata e pressata), proprio come nei cartoni animati, vi ricordate no? A Shirakawago non ci sono McDonald’s, pub o bar, per cui chi volesse fare colazione con la classica brioche, dovrà recarsi altrove. La sera, dopo aver cenato a base di pietanze rigorosamente tipiche del posto, siamo andati a fare una passeggiata, indossando zoccoli giapponesi, che vengono di solito dati in prestito dal ryokan stesso. Ci ha fatto da cornice un’atmosfera suggestiva ed il tempo sembrava essersi fermato. Le stradine erano quasi tutte illuminate da candele ed in alcuni tratti soltanto dal naturale chiarore delle stelle e della luna! Che spettacolo! Persino i non romantici lo diventano, credetemi! La mattina, sveglia alle nove per fare colazione e poi via, alla ricerca di un centro termale (onsen). Ce ne sono parecchi e si può scegliere tra quelli al coperto, detti “notenburo” e quelli più caratteristici, all’aperto o “rotenburo”. I giapponesi adorano le terme perché considerate un luogo dove rilassarsi, chiacchierare e dimenticare per qualche ora lo stress quotidiano. Uomini e donne sono separati e si entra soltanto nudi! Il costume non è assolutamente permesso! Non vi dico le risate che ci siamo fatte io e Francesca all’inizio, imbarazzate per non essersi mai viste nude. Pian piano si prende confidenza ed una volta immersi nell’acqua, circondati da una natura meravigliosa ed incantevole si fa presto a dimenticare qualsiasi tipo di imbarazzo. I periodi migliori per andare a Shirakawago ed in generale in Giappone, sono aprile, maggio e settembre. Da evitare giugno, mese delle piogge e agosto per il caldo infernale. Per gli amanti della neve gennaio e febbraio sono i mesi ideali. I tetti spioventi ricoperti di bianco sono un incanto. Come arrivare a Shirakawago: Da Tokyo: in treno o in autobus.

Da Kyoto si deve cambiare a Nagoya e da qui prendere l’autobus (terzo piano della stazione, “Bus center”, nome: “Gifu” Bus. Orario di partenza: h: 09:00, periodo dal 1 Aprile al 30 novembre. Nessuna corsa d’inverno). Dove dormire: Ci sono vari Ryokan, molti dei quali hanno nel loro interno un centro termale.

Di solito nel prezzo sono compresi prima colazione e mezza pensione.

Le tariffe variano a seconda delle stagioni. (da un minimo di 8000 yen a persona) Ryokan Kidoya 501-5627 Gifu-Ken Ono Gun Shirakawa Mura Ogi Machi TEL/FAX TEL:05769-6-1077 / FAX:05769-6-1705 (Tariffe: Adulti: 8000 yen a persona, bambini: 6800 yen) Ryokan “Hida FurukawaYatsusan-kan”: Indirizzo Mukai Machi 1-8-27, Furukawa Cho, Hida City, Gifu, 509-4241 TEL: (0081)-(0)577-73-2121 FAX: 81-577-73-3910 info@823kan.Com http://www.823kan.Com/ Ryokan “Busuitei” Tel. (0081) (0)577 – 732531 Fax. (0081) (0)577 – 730018 http://www.Busuitei.Co.Jp/ Il sito è in lingua giapponese, ma potete farvi un’idea guardando le foto. Shirakawago Onsen (terme): http://www.Shirakawagou-onsen.Jp/ Indirizzo: 501-5627 Gifu-ken Onogun Shirakawa Mura Ogi Machi 337 Banchi Tel: (0081) (0) 5769-6-0026 Fax: 05769‐6‐3033 E-mail:info@shirakawagou-onsen.Jp A caccia dell’albero più bello.

Ogni anno tra la fine di marzo e gli inizi di aprile inizia, in Giappone, la stagione dei ciliegi in fiore (Sakura). E noi eravamo lì! E’ l’evento più atteso dai giapponesi perché rappresenta il vero inizio della primavera. Vengono organizzate feste, allestite bancarelle ed illuminazioni di ogni tipo. Il profumo dei fiori si mescola all’odore dei cibi che si preparano lungo le strade e che attirano fiumi di persone. Il primo impatto con i sakura, però, devo ammettere che è stato un po’ particolare. Io, Francesca, Mauro e Gianluca ci trovavamo a Kyoto, quando ad un tratto, verso le 18, abbiamo incominciato a vedere un movimento bizzarro di gente, che correva a piedi, in bicicletta con l’affanno tipico di coloro che devono arrivare per primi da qualche parte. Persino i bambini si facevano largo a forza di spinte! All’inizio pensavamo all’entrata di un concerto, ad un evento mediatico o alla presenza di un personaggio famoso. Francesca sperava in un incontro con George Clooney ed era già pronta per una bella foto con lui. Foto rimasta, però, solo nella sua immaginazione! Incuriositi da tutto quel via vai abbiamo incominciato a seguire la folla e finalmente abbiamo capito. Ci siamo ritrovati in un viale pieno zeppo di alberi in fiore e chiedendo ad un passante ci ha spiegato che erano tutti alla ricerca dell’albero più bello sotto il quale sedersi con amici, colleghi, fidanzati e famiglie. Trovarne di liberi non è per niente semplice. C’è addirittura gente che si alza prestissimo la mattina per andare con il proprio telone ad occupare un posto per la sera. Noi da veri italiani siamo riusciti ad intrufolarci, all’ultimo secondo, sotto quello di un gruppo di giovani che ci hanno accolto con simpatia e tanta gentilezza. Sotto l’albero si vive. Si mangia, si scherza, ma soprattutto si beve e anche tanto! I sakura monopolizzano l’attenzione di tutti, tanto che televisioni, radio e giornali non fanno altro che parlarne. E’ un vero e proprio “tormentone”. I metereologi ne seguono passo passo la fioritura e riescono a prevedere ritardi o anticipi, neanche fossero dei maghi. E nel caso di errore riecco le scuse pubbliche a tutti (è proprio un vizio giapponese eh?) .Ormai per quest’anno è tardi, visto che il periodo di fioritura si è concluso alla fine di marzo, ma per chi la primavera prossima volesse fare un viaggio ed immergersi nella natura, si ricordi dei sakura in fiore. Tra natura e meditazione nel parco di Okuyama ed il tempio Ryo Tanji.

Prima di ritornare a Tokyo, da dove riprendere l’aereo per l’Italia, ci siamo voluti concedere un’ultima “boccata d’aria” nella cittadina di Inasa. Vi chiederete dove si trova ed effettivamente non è semplicissimo da spiegare. Andiamo per gradi. L’isola è quella di Honshu, Shizuoka è la prefettura e Hamamatsu è la città più vicina, da cui partire. Adesso vi è tutto più chiaro no? Siamo arrivati con un autobus, che parte proprio dalla stazione di Hamamatsu. La maggiore attrazione è il parco “Okuyama Kougen”, conosciuto per i suoi tantissimi alberi fioriti e cascatine d’acqua. Si tratta di uno dei più antichi giardini del mondo. I punti di ristoro della zona sono molto caratteristici, il cibo è buono e ci si può rilassare facendo lunghe passeggiate, circondati da una flora variopinta e particolare. Vicino si trova il tempio Ryo Tanji e noi non ci siamo fatti scappare neanche questo. Si tratta di un tempio buddista fondato nel 733 per volere del monaco Gyoki. Una delle sue caratteristiche principali è quella di avere una veranda che si affaccia su un giardino ordinatissimo ed immenso, fatto di rocce multiforme e pieno di piante i cui colori cambiano a seconda delle stagioni. Essendo un giardino zen è stato pensato proprio per invitare alla meditazione e possiamo garantirvi che l’intento è riuscito perfettamente. Ci siamo seduti e senza neanche accorgercene, siamo stati rapiti da un senso di pace e dal fluttuare dei nostri pensieri. A dire il vero siamo riusciti a meditare bene anche su quello che volevamo mangiare e prima della nostra partenza in uno dei ristorantini lì vicino abbiamo assaggiato per la prima volta il “Tororo imo” una pietanza tipica delle zone di montagna, a base di spaghetti di soia (udon) e patate. Provatelo anche voi è davvero buona! Come arrivare: in autobus con partenza dalla stazione di Hamamatsu, dove chiedere qualsiasi informazione.

Parco di Okuyama Kougen Indirizzo: Inasa, Shizuoka Giappone TEL:(0081)(0)53-543-0234 (Fax) 053-543-0235 Sito Web: http://www.Okuhamanako.Com/okuyamakougen Ryo Tanji 1989 Iinoya, Inasacho-gun, Shizuoka Tel. (0081) (0)535 420480



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