PROGRAMMA DI VIAGGIO: 01 agosto 2008: volo Milano Linate / Parigi CDG con Air France alle 07.00 (durata volo poco piu’ di 1 ora) volo Parigi CDG / St. Maarten con Air France alle h. 12.00 circa (durata volo circa 8 ore) volo St. Maarten / Beef Island (Tortola) con LIAT alle h. 16.00 locali (durata volo meno di 1 ora) ferry Tortola / Virgin Gorda alle 18.00 o alle 20.00 locali (durata traversata 30 min.) Presa in consegna dell’auto noleggiata tramite il sig. Gino del Mango Bay resort direttamente sul molo di Virgin Gorda Dal 01 al 15 agosto 2008: Soggiorno presso il Mango Bay Resort 15 agosto 2008: rientro con i voli invertiti rispetto all’andata e arrivo a Milano Linate alle h. 12.00 di sabato 16 agosto Per due componenti del nostro gruppo estensione al Mango Bay (beati loro !) fino al 22 agosto e rientro con le stesse modalita’ RESOCONTO DI VIAGGIO: Premessa: il soggiorno (veramente stupendo) e il viaggio di rientro sono stati perfetti, il viaggio di andata un vero inferno! Mi dilunghero’ un po’ su questo aspetto non tanto per sfogarmi o per sputare veleno su determinate situazioni da incubo, ma soprattutto per mettere in guardia chi volesse intraprendere una vacanza in queste stupende isole dalle trappole che le compagnie aeree tendono ai poveri passeggeri indifesi (non e’ un eufemismo). Pertanto mi scuso fin d’ora se dovessi travalicare le regole di un resoconto civile ed educato e prego gli amministratori del sito, ove lo ritenessero necessario, di censurare in parte o in toto questo racconto di viaggio. Da parte mia cerchero’ di essere obiettivo e di attenermi esclusivamente ai fatti, senza commentarli in alcun modo che potrebbe risultare tendenzioso. Faccio anche presente che e’ in fase di definizione con i miei avvocati una querela verso un dirigente di Alitalia per il suo comportamento all’aeroporto di Linate e una richiesta danni verso Air France per i numerosi disservizi, ma ritengo sia doveroso da parte mia, a tutela di chiunque utilizzi aerei per viaggiare, mettere a disposizione degli altri la mia esperienza relativamente a questi fatti gravissimi. Abbiamo prenotato sia i voli che il soggiorno a Virgin Gorda presso il Mango Bay Resort gia’ dal mese di maggio (soprattutto per la tratta Parigi / St. Maarten -o Saint Martin nella pronuncia francese- la disponibilita’ dei voli e’ limitata, conviene prenotare molto in anticipo) Partenza prevista il 01 agosto 2008 alle 07.00 da Milano Linate con Air France per Parigi. E qui comincia un vero e proprio incubo che si protrarra’ fino al pomeriggio del 4 agosto! 1 agosto 2008 (venerdi): Scopriamo che il volo, pur essendo Air France, e’ operato da Alitalia. Facciamo “nastrare” i bagagli e ci rechiamo all’ “area A” dei checkin cosi’ come riportato dai monitor di servizio (sono circa le 5.10 del mattino). L’area A si rivela un antro infernale di gente che si accalca verso l’unica corsia transennata ove vengono incanalati TUTTI I PASSEGGERI DI TUTTI I VOLI INTERNAZIONALI ALITALIA. Vi lascio immaginare cosa significhi: siccome la ressa si spandeva a macchia d’olio ben oltre l’inizio del percorso transennato c’era gente che litigava e si spintonava, furbetti che si infilavano, furboni che se ne infischiavano della coda passando sotto le transenne, E NESSUN OPERATORE O AGENTE DI VIGILANZA O DI POLIZIA A DISCIPLINARE L’ACCESSO ALLA CORSIA TRANSENNATA. La situazione anche sotto il profilo dell’ordine pubblico era veramente a rischio, in quanto tutti si rendevano conto che ci sarebbero volute ore per arrivare ai banchi di registrazione (otto in tutto, che registravano indifferentemente passeggeri di qualsiasi volo internazionale Alitalia di quella mattina). In tanti anni che volo non ho mai visto una simile organizzazione ai check in! Nonostante tutto riusciamo ad arrivare al banco checkin alle 06.25 ma ci rispondono che il volo era chiuso ! A nulla serve parlare con un dirigente Alitalia (verso il quale a giorni sporgero’ querela ma non entro nei particolari del caso) ne’ con la Polizia intervenuta sul posto. Tra le 06.50 e le 06.58 (quindi in anticipo sull’orario schedulato) l’aereo era gia’ ufficialmente partito (il volo non compariva piu’ sui monitor) !!!!! Vi ho descritto questa situazione solo per mettere in guardia chi parte nei giorni “caldi” di recarsi ai checkin MOLTO prima dell’orario consigliato dalle stesse compagnie aeree perche’ ho il forte sospetto, e di questo dovra’ rendermene conto Air France dal momento che io ho acquistato un volo da loro e non dal vettore Alitalia che ha operato la tratta Milano/Parigi, che tutta la situazione sia stata volontariamente creata al fine di far ricadere sul viaggiatore la responsabilita’ del mancato imbarco causa ritardata presentazione al checkin, mentre in realta’ molti voli internazionali erano gia’ al completo ben prima dell’orario di chiusura ufficiale del checkin (overbooking mascherato). Riprova ne e’ il fatto che, nel caso del mio volo, nonostante molti passeggeri con regolare prenotazione fossero rimasti a terra l’aereo e’ partito lo stesso, e pure in anticipo !!! Si, perche’ ovviamente non siamo stati gli unici a restare a terra quella mattina, stessa sorte e’ toccata a numerosi passeggeri del nostro e di altri voli. Comunque sia l’operatrice della biglietteria Air France ci “riprotegge” prenotandoci un altro volo Milano / Parigi per la mattina successiva, ma non puo’ fare di meglio che prenotarci per il giorno 3 agosto sul volo Parigi / St. Maarten. Cortesemente ci fissa anche una nuova prenotazione sul volo LIAT da St. Maarten a Tortola. Nessun’altra spesa o indennizzo ci vengono riconosciuti. 2 agosto 2008 (sabato): Arriviamo a Parigi con un volo stavolta operato da Air France al cui checkin non vi e’ alcun problema (banchi dedicati esclusivamente al nostro volo, come di consuetudine e signorina all’ingresso della corsia transennata che incanala verso i banchi di registrazione, controlla i documenti di viaggio e la corrispondenza dei nominativi su una lista di prenotazioni in suo possesso). Ma giunti a Parigi sorpresa numero due: il mio bagaglio non c’e’ !!! Dopo due ore, e ripeto due ore, di attesa nell’apposito ufficio bagagli smarriti di Air France dove ovviamente nessuno parla italiano mi dicono che il bagaglio sara’ a loro cura imbarcato sull’aereo che prenderemo l’indomani per st. Maarten, e NON COMPILANO NESSUNA DICHIARAZIONE DI SMARRIMENTO NE’ MI INVITANO A FARLO. Come ho scoperto in seguito questa operazione e’ FONDAMENTALE per qualsiasi richiesta successiva di indennizzo per lo smarrimento dei bagagli. Pertanto occhio a pretendere di far compilare tale documento in casi di questo genere. Purtroppo per quanto mi riguarda era la prima volta che mi succedeva un inconveniente al bagaglio, pertanto non conoscevo la procedura da seguire, e mi sono fidato dell’operato di chi in teoria e’ li’ apposta per tutelare e assistere il viaggiatore ! Vabbe’ , ci rechiamo all’albergo prenotato il giorno precedente via email da Milano (Hotel Mercure Roissy, non male ed economico ma se ti azzardi a mangiare nel loro ristorante ti bastonano) che non e’ lontano dall’aeroporto e ben servito da una navetta gratuita, ci laviamo, chi puo’ si cambia d’abito (non io, tutti i miei vestiti erano chissa’ dove sigh) e decidiamo di farci un giro a Parigi. Qui noleggiamo delle biciclette e devo dire che ci divertiamo parecchio. Attenzione: il servizio di noleggio biciclette e’ piuttosto complicato da utilizzare la prima volta, poiche’ e’ tutto automatizzato ed e’ inoltre richiesta una cauzione di 150 euro da addebitare su carta di credito. In compenso si puo’ lasciare la bici in uno qualsiasi dei diffusissimi parcheggi appositi. Il costo del noleggio e’ esponenziale: prima mezz’ora gratis, dalla seconda mezz’ora in poi il costo cresce progressivamente. Per circa 4 ore di utilizzo abbiamo speso 16 euro a testa !!! Ma ne valeva la pena. Rientriamo in serata in albergo dopo aver cenato in un ristorantino con menu’ tutto a base di oca (simpatico) utilizzando la linea ferroviaria che termina proprio all’aeroporto Charles De Gaulle e in una stazione intermedia dove era necessario fare un cambio di treno (un postaccio da far paura) un borseggiatore sfila dalla borsetta di una ragazza del nostro gruppo il portafoglio. Lei se ne accorge subito ma ormai… Il portafoglio era Vole’, come dicono i transalpini. Disperata questa ragazza e il marito si affrettano a compiere i necessari passi per bloccare le varie carte di credito che erano all’interno del portafoglio e nel frattempo sopraggiunge una pattuglia della Polizia Ferroviaria, con tanto di cane antidroga al seguito. Mentre gli agenti raccolgono la denuncia a non piu’ di quattro metri da loro un tizio mi si avvicina e mi chiede sottovoce se volevo acquistare droga !!!! Ma in che razza di posto ci siamo trovati? E meno male che una signora parigina ci aveva rassicurati che ferrovia e metro’ di Parigi erano posti tranquilli ! Anche di questo episodio ne riparleremo con Air France, dal momento che a mio parere la mancata assistenza da parte loro nella ricerca di un posto sicuro dove trascorrere la notte nell’imprevisto soggiorno a Parigi e’ stata quantomeno una concausa di questo increscioso fuori programma. 3 agosto (domenica): Tutto liscio fino a St. Maarten, dove pero’ naturalmente il mio bagaglio non e’ arrivato. Nuova visita di cortesia all’ufficio apposito dove dopo una rapida consultazione di computer la ragazza addetta ci assicura che ritroveremo il bagaglio al nostro arrivo a Tortola. Si, come no! P.S. A St. Maarten per la felicita’ dei fumatori come me c’e’ una saletta riservata dove ci si puo’ sfogare, non e’ molto pubblicizzata ma c’e’ . Prendiamo in perfetto orario il volo per Tortola con un fatiscente ma suggestivo aereo bielica e come previsto a Tortola manco l’ombra del bagaglio smarrito. Non solo: sorpresa numero 3, manca anche una seconda valigia! L’operatrice LIAT correttamente (lei si, non come il personale Air France a Parigi) compila il modulo apposito raccomandandoci di chiamare il giorno successivo per avere notizie al riguardo, ma ovviamente solo per il secondo smarrimento, mentre per il mio bagaglio avevo perso ogni speranza di ritrovarlo in tempi utili, e inoltre ancora non sapevo che era necessario compilare il gia’ citato modulo, pensavo che a Parigi fossero state espletate tutte le formalita’ necessarie. Ho scoperto la “falla” solo chiamando il lunedi mattina gli uffici Air France in Italia. A tal proposito (altro avviso per i naviganti) dovesse capitarvi un fatto simile, sappiate che e’ possibile fare denuncia anche presso qualsiasi altro aeroporto e presso qualsiasi compagnia aerea anche diversa da quella che si e’ utilizzata per il volo. L’importante e’ farlo al piu’ presto (spiegazione fornitami da Air France Italia). A questo punto abbiamo pero’ perso il ferry delle 18.00 per Virgin Gorda, e ci rechiamo al molo di imbarco in attesa di quello delle 20.00. Ci porta un pullmino gratuito ma si puo’ anche fare a piedi in 10 minuti di strada dove non si incontra nessuno (inquietante l’assoluto silenzio che regna, io l’ho fatta a piedi il giorno successivo). Alle 20,00 precise il ferry ci porta (noi quattro piu’ altre tre persone del luogo) a Virgin Gorda a una velocita’ insospettabile vista la fatiscenza dell’imbarcazione (purtroppo e’ ormai notte piena quindi non possiamo goderci il paesaggio circostante) e sul molo incontriamo l’addetto simpaticissimo dell’agenzia di noleggio auto che ci consegna il fuoristrada prenotato (Suzuky Gran Vitara nuovissimo), ci raccomanda la guida a sinistra e si offre di farci strada fino al Mango Bay. Sulla strada due episodi curiosi ed esilaranti: per ben due volte il nostro accompagnatore si ferma, viene verso la nostra vettura, controlla le nostre luci e inserisce gli abbaglianti. La prima volta non ci faccio caso, ripartiamo e subito rimetto gli anabbaglianti, percio’ dopo un po’ lui si ferma di nuovo, mi inserisce di nuovo gli abbaglianti e mi chiede perche’ viaggio con queste luci cosi’ poco potenti. Ovviamente a me viene da ridere, e gli spiego che in europa se ho un veicolo davanti non e’ usanza accecarlo usando gli abbaglianti. Lui si convince e ripartiamo. In effetti mi sono poi reso conto che i locali utilizzano usualmente gli abbaglianti anche se hanno un altro veicolo davanti, e solo incrociando altre macchine (e nemmeno sempre) abbassano le luci. Al momento non mi ero spiegato il perche’ di questa strana abitudine, poi me ne sono reso conto la prima volta che ho guidato di notte senza una macchina subito davanti che mi facesse da apripista. La notte li’ e’ proprio notte, buio pesto! Al di fuori del fascio di luce degli anabbaglianti non si vede assolutamente nulla. Provare per credere… Inquinamento luminoso assente, e per chi vive in citta’ come me l’esperienza e’ quantomeno insolita. Al Mango Bay ci accoglie Gino, persona squisita come abbiamo potuto verificare nei giorni seguenti, ci consegna le “chiavi” della nostra villetta (in realta’ non esistono chiavi, il mio era solo un modo di dire). Gino ci spiega che le chiavi non servono, non esiste delinquenza a Virgin Gorda e quasi nessuno usa serrature. Verissimo, ho verificato di persona che molti abitanti locali non chiudono nemmeno l’auto quando la posteggiano. La villetta ci conquista subito e ci rimette un po’ di buon umore: e’ un piano terra con un ampio patio al cui centro vi e’ un tavolone da otto persone. Da un lato del patio si accede alla cucina, che e’ quindi separata dall’appartamento, ben attrezzata, e di fronte tramite un ingresso a vetrate munito di zanzariere scorrevoli si accede al soggiorno, ampio, luminoso (due pareti sono completamente a vetri), discretamente arredato con una tv che non abbiamo mai utilizzato (come si cambiano in fretta le abitudini in certi luoghi…), pala ventilatore a soffitto ma non aria condizionata, presente solo nelle camere da letto. Poco male, basta tener chiuso l’ingresso durante il giorno e i condizionatori delle camere da letto bastano a rinfrescare l’intera casa. Un corridoio porta alle due camere da letto, una padronale piu’ grande l’altra leggermente piu’ spartana, al bagno principale spazioso, ben tenuto e funzionale, e al bagnetto di servizio che e’ fornito solo di wc e lavabo, ma che diventa fondamentale per evitare le code mattutine! In piu’ nel patio esterno c’e’ una doccia supplementare la cui acqua e’ sempre tiepida ed e’ un accessorio che si e’ rivelato geniale per rinfrescarsi e scrollarsi di dosso il sale tra un bagno e l’altro. La spiaggia e’ alla incolmabile distanza di 10 metri ! Unico neo: la presenza pressoche’ costante di zanzare. Baigon a manetta per liberarsene in modo accettabile. 4 agosto (lunedi): prima mattinata passata al telefono: io con l’Italia per contattare Air France e chiedere lumi sul mio bagaglio, e il prorpietario del secondo bagaglio smarrito a parlare con Tortola. Io vengo a sapere che avrei dovuto urgentemente recarmi nuovamente all’aeroporto di Tortola per far compilare la denuncia di smarrimento, come gia’ accennato sopra, l’altra persona non ottiene alcuna informazione, e inviperita da tale situazione decide di chiedere l’aiuto di Gino. Una sua telefonata basta a sbloccare la situazione: in una profusione di scuse gli operatori dell’aeroporto di Tortola ci comunicano che il bagaglio numero due e’ arrivato e sara’ recapitato al porto di Virgin Gorda tramite il primo ferry. Per la mia valigia non c’e’ altro da fare che tornare all’aeroporto. Scendiamo in paese (sono circa 10/15 minuti di auto in un percorso con alcuni punti panoramici mozzafiato), faccio qualche indispensabile acquisto, un costume, due magliette, un paio di ciabatte, abbigliamento intimo e altri generi di prima necessita’, visto che ho ancora indosso gli abiti con cui sono partito (!!!), facciamo colazione in un localino vicino al molo, dove il mio unico paio di scarpe si rovinano irreparabilmente dopo che un mio compagno di viaggio ci fa cadere sopra la bottiglia di salsa piccante (dopo questo episodio non mi sono nemmeno arrabbiato, ho soltanto seriamente valutato, con rassegnazione, un pellegrinaggio a Lourdes) e a mezzogiorno circa siamo sul molo, riprendiamo possesso del promesso secondo bagaglio e ci trasferiamo sull’isola di Tortola (almeno stavolta il tragitto in ferry viene effettuato di giorno e ho potuto godermi il panorama). All’arrivo a Tortola il comandante del ferry si offre gentilmente di darci un passaggio fino all’aeroporto. Ivi arrivati spieghiamo la situazione a un addetto della LIAT, questo ci lascia dire, poi ci guarda sorridendo e ci chiede se stiamo parlando di una valigia grigio chiaro tipo trolley, nel caso si trattasse di quella era appena arrivata. Nonostante fosse un maschio e pure bruttino avrei voluto baciarlo !!!! Mai avrei pensato di provare tanto affetto per una stupidissima valigia! Rincuorati ci riavviamo verso il ferry per Virgin Gorda, ove pero’ il prossimo sarebbe partito alle 18.00. Avendo circa 4 ore a disposizione, decidiamo di fare a piedi il tragitto aeroporto / molo. Incontriamo solo galline vaganti e un silenzio pressoche’ assoluto. Purtroppo, in definitiva, un’altra giornata era andata persa. A proposito: occhio ai costi delle telefonate in patria. Circa 7 dollari al minuto !!! Con cellulare la connettivita’ e’ molto precaria su tutta l’isola, anche per un quadriband. Il campo va e viene e spesso rimane assente anche per qualche giorno. 5 agosto (martedi): finalmente la vacanza ha inizio. Tempo praticamente sempre bello, ogni tanto qualche veloce nuvolone scaricava un breve acquazzone di massimo 5 minuti, poi il sole tornava ad imperare. E che sole! Protezione 30 piu’ volte al giorno per non ritrovarsi arrostiti. Unico giorno brutto, ma limitato a qualche temporale e cielo coperto, il 22 agosto per il passaggio della coda di un uragano che nei giorni seguenti colpira’ S. Domingo, Cuba e la Florida. Il comportamento della popolazione locale: mai invadenti, a prima vista non sembrano molto socievoli con i turisti, ma non e’ cosi’, se siamo noi a prendere l’iniziativa per una chiacchierata si rivelano simpatici, gioviali e franchi. Semplicemente sono persone tranquille. La maggior parte degli uomini, e per la verita’ anche parecchie donne, sono fisicamente dei veri e propri armadi, alti grossi ma mai grassi, incutono anche un po’ di timore ma e’ una impressione assolutamente smentita dal loro modo di fare, educato e sempre pronto al sorriso. Non sempre questo si riscontra in altre popolazioni caraibiche. Pochissimi bambini o adolescenti in giro, altra differenza con il resto dei caraibi. Ci hanno spiegato che i ragazzi appena possono “scappano” da quest’isola sonnacchiosa in cerca di luoghi piu’ ricchi di “vita”. Gia’, mi viene da dirgli di provare a vivere a Milano! poi ne riparliamo…
Altra caratteristica piacevole e’ che non abbiamo mai trovato nessun rompiscatole che ti assilla per venderti alcunche’, aspetto che ho particolarmente apprezzato in quanto l’anno scorso ho passato le vacanze in kenya, a Watamu, vicino Malindi, dove era impossibile scendere in spiaggia senza essere letteralmente assediati da questi personaggi. Ti seguivano anche in acqua! Alla lunga ti abitui e ti risultano anche simpatici, con qualcuno fai anche amicizia ma … Ragazzi che stress ! Segni di delinquenza, anche solo microcriminalita’, ASSOLUTAMENTE ZERO ! Di questi tempi e’ un aspetto da prendere in grande considerazione. Galline, galli e pulcini ovunque, in strada, tra la vegetazione, nei locali pubblici, sul molo! Spesso sono allo stato brado, inselvatichiti. Attenzione a non investirli con l’auto, cosi’ come e’ opportuno fare attenzione agli sparuti gruppetti di capre e qualche cagnetto randagio che vagano per l’isola. Impressionante il ritmo di vita che si assume appena arrivati: sicuramente sara’ anche a causa del fuso orario, ma non credo proprio sia l’unico motivo poiche’ tale ritmo si e’ protratto per tutto il soggiorno, alle 10 di sera eravamo tutti a nanna, e ci svegliavamo senza alcuno sforzo prima delle 7 al mattino. Considerate che a casa non vado mai a letto prima delle 2 o 2.30 di notte ! Questi ritmi sono perfetti perche’ si ha a disposizione la luce del giorno per far fruttare al massimo le varie attivita’ proponibili per quest’isola, che non ha una vita notturna molto varia e intensa. In piu’ al mattino il mare e’ spesso perfetto, una tavola, e le spiagge deserte. Per quanto mi riguarda e’ il massimo! L’acqua (intendo quella del mare) e’ a temperatura di confort, mai fredda nemmeno al mattino, e questo consente uscite di snorkeling lunghe ed estremamente rilassanti. Le spiagge sul versante del Mango Bay sono tutte ben protette dalla barriera per cui le loro acque sono generalmente calme, letteralmente ferme in caso di brezza assente. Limpidissime nonostante il fondo prevalentemente sabbioso proprio grazie alla quasi assenza del moto ondoso. Nel dubbio che sia solo un momento climatico favorevole chiedo lumi al gestore del resort, Gino (peruviano ma parla bene l’italiano), se il mare e’ sempre cosi’ calmo e lui mi conferma che questo e’ uno degli aspetti migliori di quel lato dell’isola. La spiaggia del Mango Bay (Mahoe Bay) e’ ottima per lo snorkeling (non tantissimo pesce come quantita’ ma ottima varieta’, grazie all’alternarsi di zone coralline e zone sabbiose. Gli incontri piu’ suggestivi: molte tartarughe, una sola volta una razza di oltre un metro di diametro, calamari, barracuda, pesci palla e scatola, pappagalli anche di grandi dimensioni, pesci chirurgo e farfalla, altri non identificati mai visti prima in altri luoghi, qualche bella conchiglia. Corallo non eccezionale ma nel complesso vegetazione subacquea piu’ che accettabile. Completamente diverse sono la famosa Savannah Bay e la annessa Pond Bay, raggiungibili in 5 minuti di auto dal resort o, come abbiamo fatto noi una volta, in 10/15 minuti di kayak. I fondali prospicenti sono quasi esclusivamente sabbiosi e digradanti dolcemente. Nel complesso si ha l’impressione di trovarsi su una spiaggia polinesiana (avete presente il film Laguna Blu ? Ecco…). Qua lo snorkeling e’ meno emozionante, salvo incontrare piccoli e anche meno piccoli squali e barracuda, le cui sagome sono spesso visibili anche dalla spiaggia grazie al fondo sabbioso e alla cristallinita’ dell’acqua. Attenzione: tutte le spiagge di questa parte dell’isola sono spesso “funestate” da meduse, in alcuni giorni ci e’ capitato di vederne parecchie, altri giorni nessuna. Ricordo un pomeriggio facendo snorkeling a ridosso della scogliera a nord di Mahoe Bay, ricca di tartarughe, che ho dovuto destreggiarmi con estrema attenzione tra di esse in un percorso da slalomista. Sono particolarmente insidiose durante i bagni a riva poiche’ difficilmente visibili “da fuori”, mentre per chi fa snorkeling il problema e’ relativo, in quanto guardando da sotto il pelo dell’acqua si notano abbastanza facilmente, basta non distrarsi magari seguendo una tartaruga e buttare spesso occhiate in orizzontale per non trovarsene una in faccia. Sulle altre spiagge non dico molto, valgono tutte la pena di essere viste, in particolare Spring Bay, The Baths, Devils Bay. Non ho avuto occasione di valutare altre due spiagge che sembra siano anch’esse stupende, cioe’ Long Bay e Little Dix Bay, in quanto un po’ scomode da raggiungere (Long Bay richiede una “estenuante” camminata di 5 minuti da dove si lascia la vettura, Little Dix e’ lontana dal nostro resort (ben 10/15 minuti di auto!!!). Aggiungo solo che a Devils bay abbiamo visto un bellissimo squalo di oltre 130 cm ma non so dirvi di che specie sia, e che in questa spiaggia, nelle calette formate dai massi e’ possibile nuotare tra banchi di migliaia di piccoli pescetti che ti circondano completamente con un effetto emozionante. Evitate la spiaggia situata subito prima di Copper Mine, anche se segnata come balneabile sulle cartine che vi daranno in loco, poiche’ fa schifo. Le altre valgono tutte la pena di essere visitate. Caratteristica comune a tutte le spiagge tranne the baths: al mattino sono DESERTE !!!! e nelle ore centrali non ho mai visto piu’ di 4 o 5 persone. Stupendo! Altro aspetto molto gradevole e’ la differenza tra il lato dell’isola dove il mare e’ protetto dalla barriera e il lato non protetto. Da un lato l’acqua e’ uno specchio, dall’altro onde violente e niente spiagge, solo scogliere e quindi balneabilita’ molto complicata. C’e’ un punto in particolare sull’ unica strada principale che attraversa l’isola dove si vedono entrambe le coste contemporaneamente con un effetto scenico stupefacente: all’altezza dell’istmo situato sulla strada tra Spanish Town e il Mango Bay, nei pressi della deviazione per la Savannah Bay. Contrasto fantastico. Proseguendo sulla strada principale che da Spanish Town porta verso il Nord Sound, superato il bivio per il Mango Bay la strada si inerpica verso il Gorda Peek. Nel punto piu’ alto c’e’ una terrazzina panoramica che consiglio come sosta rinfrescante se la giornata e’ troppo calda. Venticello fresco e nessuna zanzara, nemmeno di notte. Proseguendo ancora verso Nord Sound la strada ridiscende verso la costa, ove si incontrano abitazioni locali piuttosto povere e infine si giunge a Leverick Bay, ove la strada asfaltata termina in un resort con piscina e porticciolo. Caratteristico e completamente contrastante con il resto dell’isola e’ il paesaggio di questo luogo: piu’ di stile giamaicano direi. Vale comunque lo “sforzo” di arrivarci. MANGIARE A VIRGIN GORDA: sui locali disponibili posso solo descrivere quelli che abbiamo provato: “Giorgio’s Table”, ove ci siamo recati per cena una sera. Locale molto elegante, il proprietario e’ italiano e ha vissuto diversi anni a Milano prima di scappare dal “manicomio Italia”. Si mangia molto bene stile italiano (vera cucina italiana, non la arruffata versione della maggior parte dei presunti ristoranti italiani all’estero) ma necessariamente i costi sono elevati, circa 120 dollari a cranio. Per una sera si puo’ fare se avete nostalgia dei nostri sapori. Buona cantina ben assortita. Provati anche diversi altri ristoranti alla fine secondo me il migliore considerando il rapporto qualita’ / prezzo e’ il Rock Cafe’, vi si mangia con 60 dollari circa. Per un pasto veloce ed economico di mezzogiorno provate anche L&S, sulla strada tra la rotonda del Rock Cafe’ e Spring Bay, sulla destra. A dispetto dell’aspetto da trattoriaccia per camionisti si mangia benino e a poco prezzo e soprattutto, se scegliete i tavoli interni dopo una mattinata in spiaggia dove il sole vi ha massacrato, mangerete in un clima da Polo Nord !!! Aaaah, un toccasana. Un altro molto tipico e’ allo Yacht Harbour, il porto di Spanish Town, sotto un portico molto caratteristico che accoglie oltre al ristorante anche una banca, negozi di souvenir e un piccolo supermarket frequentato pero’ per lo piu’ dagli abitanti locali. Uno piu’ fornito e’ poco distante, proprio di fronte alle banchine (Buck’s Market).
Per il resto, alla fine ci siamo trovati meglio a mangiare nella nostra casetta. Il supermercato Buck’s Market situato di fronte al molo di The Valley e’ ben fornito e ha un sacco di roba italiana. Occhio pero’ alle scadenze di alcuni prodotti e al loro stato di conservazione. All’inizio ci siamo trovati un po’ in difficolta’ perche’ ovviamente vi sono anche molti prodotti americani sconosciuti a noi italiani, ma perdendoci un po’ di tempo si riesce a fare una spesa accettabile. Fermatevi al banco dei vini, ne troverete di molto particolari anche se un po’ cari. Ne abbiamo provato qualche bottiglia, alcuni erano niente male. SHOPPING: senza voto. Nulla di particolarmente entusiasmante, tranne un quadro di cui mi sono innamorato ma che a malincuore non ho acquistato perche’ sarebbe stato impossibile portare in Italia integro. ISOLA DI ANEGADA: escursione di un giorno. Si parte da Spanish Town al mattino presto con un ferry che in poco piu’ di mezz’ora ci deposita sull’isola, pare l’unica delle BVI di origine corallina. Qui decidiamo di prendere un taxi che ci faccia fare un giro panoramico dell’isola prima di “sbarcarci” alla Loblolly Bay Beach, la spiaggia piu’ famosa. Il tutto, giro panoramico di circa 1 ora, andata e ritorno tra ferry e spiaggia a dollari 15 a testa. Purtroppo il taxi e’ un pulmino 8 posti e con noi si aggregano quattro turiste americane (no, non e’ come state pensando, magari fosse stato cosi’… La piu’ giovane aveva 50 anni!) il cui massimo piacere e’ non scendere mai dal taxi per tutta la durata del tour! Risultato: il taxista si ferma solo 2 volte per pochi minuti, quando invece vi erano diversi punti da ammirare con brevi passeggiate di anche solo 5 minuti, e che invece abbiamo potuto solo intravedere dal finestrino !!! Vabbe’, comunque il giro ha un suo fascino, con grandi stagni di acqua salmastra frequentati da fenicotteri rosa visibili pero’ solo da lontano e belle spiagge completamente deserte con alcuni resort spartani praticamente disabitati. Loblolly e’ molto bella, adatta anche allo snorkeling, ben attrezzata e anche abbastanza frequentata (ci sono la bellezza di 10/15 persone, pensate un po’ che ressa) con cabine docce a pagamento (2 dollari) e un piu’ che discreto ristorantino a prezzi accettabili, molto meno caro della maggior parte dei locali di Virgin Gorda. Nel complesso vale la pena di visitare quest’isola. TORTOLA: ho visto ben poco di Tortola, solo in occasione del tragitto in taxi da Road Town all’aeroporto, situato su una isoletta (Beef Island) collegata a Tortola da un ponte di 10 mt. Di lunghezza. Comunque il tragitto si puo’ fare con la strada costiera o con quella, meno trafficata, che attraversa la parte montuosa fino all’East End, dove i due percorsi si ricongiungono prima dell’ “avveniristico” ponte suddetto. Noi abbiamo percorso il tragitto montuoso. Bei paesaggi, ma per lunghi tratti sembra l’entroterra ligure piu’ che un’isola caraibica. Abbiamo addirittura incontrato la nebbia, dovuta all’alta umidita’ e alle nuvole basse. Era il famoso giorno gia’ citato come l’unico di brutto tempo del nostro soggiorno. Mi sarebbe piaciuto visitarla meglio. RITORNO IN ITALIA: ricordatevi di pagare la tassa di uscita all’apposito banchetto in aeroporto a Tortola. E’ di 20 $ a testa e al check in non ve lo dicono, salvo che al controllo dogana vi fanno rimbalzare se non avete la ricevuta dell’avvenuto pagamento. Una nota particolare e’ doverosa, anche se off topic, per l’aeroporto Princes Juliana di St. Maarten, se deciderete di arrivare alle BVI non passando per gli USA ma proveniendo dalla Francia. Se avrete a disposizione almeno una oretta in questo scalo prima del volo finale verso Tortola, o al ritorno come nel nostro caso, uscite dall’aeroporto, girate a sinistra costeggiandone la recinzione e dopo circa un chilometro arriverete ad una rotonda. Girate a sinistra ed avrete il mare con relativa spiaggia sulla destra e la pista di atterraggio dell’aeroporto sulla sinistra. Un cartello vi indichera’ che e’ molto pericoloso stazionare su quel tratto di strada e sulla spiaggia adiacente. Ignoratelo, mettetevi in corrispondenza della pista, sedetevi tranquilli sul muretto a bordo strada e aspettate il primo aereo in arrivo e/o il primo aereo di grosse dimensioni in rollaggio per il decollo. Esperienza indimenticabile finche’ camperete. Garantito ! Unico requisito: e’ necessario avere almeno un’ora di tempo libero prima di imbarcarvi sul volo successivo (15 min di strada a piedi per andare, altrettanti per tornare, tempo necessario per attendere una partenza e/o un arrivo di qualche grosso velivolo). Gianpiero Stanzione – Milano giampiero.Stanzione@fastwebnet.It