Burano: “Un arcobaleno di isola”
Sentiamo spesso parlare infatti della mitica Murano, dove si lavora il vetro da generazioni e dove opere perfette, precise nei dettagli quanto la realtà, vengono forgiate in fornaci, da lavoratori a contatto con il calore, mattino e sera, inverno ed estate.
Meraviglioso da osservare, ancor più interessante sapere, è che spesso il vetro utilizzato è riciclato. Tanti minuziosi pezzetti che vengono fusi insieme e da cui operai esperti, da definire artisti, estraggono pagliacci, aquile, statue,caramelle, tutto maestosamente decorato. Lavori che possono durare mesi e che al termine dell’opera arrivano a valere cifre che manco ci immaginiamo. Venezia, sbalorditiva città d’arte, vive e continua a respirare, grazie al turismo di piazza San Marco, ai mille scorci che offrono ponti maestosi e stretti vicoli, gondole in continue traversate e mostre di tutte rispetto, principalmente a Palazzo Grassi.
Ma la città lagunare è anche e soprattutto, artigianato locale, tramandato di padre in figlio, che trova spesso storia d’inizio proprio nelle piccole isolette che la circondano, e che a volte si guardano da lontano, quasi con circospezione.
Burano, ne è un esempio.
Partiti da Ferrara sabato 23 Maggio 2009 alle ore 08.30( prezzo del biglietto andata e ritorno, in seconda classe, 12.30 euro), ci perdemmo da subito in chiacchere, in un treno il cui aspetto lasciava un po’ a desiderare, ma in cui l’eccellente sistema di congelamento, scusate, di condizionamento, ci obbligava a tremare e ad abbassare, assieme ad altri viaggiatori, i finestrini, per far entrare un po’ di calore dall’esterno, recuperandone una temperatura adeguata. Calcolate le giornate del mese di Maggio, per un’escursione nella città romantica per eccellenza, si consiglia un abbigliamento comodo, pantaloncini, ciabatte, t-shirt e magari anche un berretto, una felpa antigelo da treno,ed infine, da non dimenticare, almeno un paio di litri d’acqua fresca ciascuno.
E’ ovvio che la prima cosa che metterete a tracolla sarà la vostra macchina fotografica! Ecco, se vi siete dimenticati del fattore “rullino”, voi che come me, siete ancora affezionati all’epoca analogica, sappiate che arrivati in stazione a Venezia, un rullino da 200, 24 pose, vi costerà nel negozio all’interno della stazione stessa, 6 euro, mentre se deciderete di comperarlo in tabaccheria, 10 metri più avanti, vi costerà 7 euro. Ora non domandatemi il perché.
Appena scesi dal treno( ci vuole circa un’oretta e mezza da Ferrara), valutate sempre cosa volete comperare e scegliete l’opzione di valutare attentamente più negozi, le campane suoneranno sempre in modo diverso.
Per un rullino da 400, 36 pose ad esempio, la spesa è intorno ai 9 euro.
Benvenuti nel lusso sfarzoso di una città indimenticabile, non solo per bellezza.
Ci dirigemmo verso la bancarella dei biglietti.
Per il traghetto, un ticket, della durata di un’ora, costa 6.50 euro e se non vorrete tornare a nuoto, pagherete 13 euro andata/ritorno. La timbratura quindi, attendete a farla, in quanto per arrivare a Burano, calcolata anche la fila di turisti e viandanti in attesa del medesimo traghetto, ci impiegherete circa una quarantina di minuti. All’andata, se non sbaglio, oltre ad un caffè ed una pasta ristoratrice(2 euro totali), prenderete la linea 42 che vi porterà a scendere a Fondamenta Nove, per poi attendere l’altro traghetto per Burano.
Traghettati tra onde e stretti ad un qualunque appiglio vi capiti sottomano, il primo approccio all’isola non vi darà grosse emozioni.
Il tempo di abbeverarsi ad una fontanella (forse magica) ed intraprendere circa 100 metri, che ve ne accorgerete… Il villaggio dei puffi o del Paese di Alice, vi risulterà meno colorato.
Tutte le case, ad eccezione di qualcheduna di recente costruzione (non sono tante), vi lasceranno da subito innamorati di colori.
Si passerà da tonalità di verde, al rosso, al viola, al giallo, al celeste, al blu, in tutte le sfumature.
Vi attireranno mille finestrelle, a cui non mancherà mai un vaso di fiori colorati a creare quadri per i vostri scatti di semplici fotografi, noterete vasi di diverse piante appesi al di sopra o al di fuori le porte delle case, fuori dal tempo e dal contesto delle vostre, appena lasciate, grigie metropoli. Tricicli e biciclette di bambini vi appariranno in un primo momento come il vostro soggetto per una foto, il vostro riscontro della realtà, ma poi, in un secondo momento, rifletterete sul fatto che in un’isola circondata da acqua e da ponteggi…Dove si gira in bicicletta? Questa è Burano, ogni casa una tela, ogni giardino una finzione, opere in vetro su muretti di case vi guarderanno dall’alto, sedie minuscole vi appariranno negli scorci di vie immerse nel fantastico, vecchiette gentili si lasceranno fotografare come soggetti e appariranno a tratti, finte pure loro.
Entrando in gelateria per un ristoro di pranzo fugace, persino i gusti vi appariranno meno colorati del solito, solo il prezzo vi riporterà nuovamente i piedi per terra, terra ferma intendo. Un cono con tre gusti si aggira intorno ai 2.50 euro quindi, se avete qualche bambino a bordo, ehm a fianco, meglio aver preparato qualche panino al sacco prima di partire.
Il giro è abbastanza semplice e qualunque stradina voi prenderete, tornerete all’inizio senza neanche accorgevene. Se siete appassionati di foto, credo che vi serviranno almeno quattro ore per riprendere i tratti più belli e tipici. E’ ovvio che questo sarà associato sempre a qualche chiacchera con la gente del posto.
Non escludete dal dialogo neppure gli operai che stanno ristrutturando i tratti lungo i canali. Ognuno vi insegnerà qualcosa e vi farà da guida gratuita per capire tante sfaccettature di Venezia. Vi spiegheranno e racconteranno dei problemi dell’acqua alta e se incontrerete qualcuno di gentile e libero nel far due passi, come è capitato a me, egli si farà seguire per alcune stradine, facendovi notare i segni al di sotto delle piastrelle ove state tranquillamente camminando e vi spiegherà i danni della salsedine, indicandovi i vari livelli di piena di anni passati e facendovi ben capire quanto l’acqua arrivi in casa presto, dalle prime finestre che state ora guardando con noncuranza.
Terminato il primo giro sarete appagati, ma riesplorando una seconda volta, nel pieno pomeriggio, intorno alle 16.00, ancora qualche viuzza già percorsa d’inizio, noterete aggirarsi gatti di ogni genere, a gruppi di cinque o sei, quasi conoscano oramai perfettamente l’orario dei battelli di rientro dei turisti. Facili d’avvicinare, ma altrettanto veloci nello scavalcare qualunque cancello, vi renderanno omaggio di scene buffe quanto colorate (se avrete fortuna di coglierli anche sui camini), da ritrarre, se non con il vostro obiettivo, con i vostri ricordi. Perché, per voi amanti del digitale, ricordate non c’è maggior memoria che la nostra.
Arricchiti di una nuova esperienza, ci avviammo a prendere il traghetto per il rientro. Il treno per tornare a Ferrara, sarebbe passato per le 17.57 quindi ci mettemmo in fila, assieme a tedeschi, inglesi e cinesi, ad attendere. Fermati nuovamente a Fondamenta Nove per il cambio di linea, ci siam seduti a recuperare energie ad un bar vicino la fermata. Il passaggio dei battelli è circa ogni venti minuti e le tabelle son ben visibili, con tanto di fasce orarie.
Appunto, perso il primo, mentre ci arricchivamo di sostegno con qualche tramezzino, paste e gelato, attendemmo il secondo.
I prezzi sono circa “normali”: 1.40 euro per un tramezzino, 1 euro per una pasta alla mela, per la pizza al trancio…Diciamo che se dovessimo fare il conto per una famiglia di 4 persone che voglia far merenda, sarebbe un attimo dispendioso.
La linea per rientrare in stazione, da Fondamenta Nove è, indistintamente, la 41 o la 51.
Negli orari i veneti son puntuali, quindi cercate di esserlo anche voi se non volete tardare i rientri.
Il treno che ci accolse al binario era il cugino moderno di quello preso all’andata. Due piani e la seconda classe, mi fece riguardare più volte il 2 fuori dalla carrozza. Bello, comodo, apparentemente pulito e finalmente climatizzato in modo moderato.
Il rientro è stato privo di ritardi. Per le 19.30 eravamo già nuovamente nella città “afona” di colori.
Conclusioni e morale? Se vi interessano le pennellate di colore, la fotografia e volete immortalare i vostri bambini in attimi indimenticabili, portateli qui, si divertiranno anche loro. Se poi avete la possibilità anche di rimanere su una notte, credo il tramonto sia ancor più pieno di sfaccettature sulle pareti delle case.
La spesa per una gita di mezza giornata, se siete quelli a cui va via l’appetito quando vedete le cose belle e vorreste sempre andar avanti, è di circa una cinquantina di euro a testa. Purtroppo Venezia rimane una città galleggiante, cara, ma ricordate che in tutto il mondo, è unica.
Il paragone con Comacchio, detta la piccola Venezia, lo lascio per gli appassionati di storielle.
La gente del posto vuole salvaguardare questa meravigliosa città, perché si rende conto appieno dell’importanza, ma a volte i cantieri vengono affidati a ditte straniere e se un cittadino isolano vuol ripararsi casa dopo gli effetti della piena, è fermato da prassi burocratiche e da rimborsi tardivi.
Speriamo solo ci si renda conto in fretta che Venezia è Venezia, e non la si può perdere per qualche cavillo tipico italiano.
Ah dimenticavo, la via che quelli del posto vi consigliano, è Via Giudeca, verso la pescheria.
Si hanno almeno tre ottimi punti di vista.