Buon compleanno a Edimburgo
Arriviamo ad Edimburgo (volo easyJet 318,22 euro) il 10 aprile con la paura di trovare chissà quale tempaccio attrezzati per il peggior inverno. Fortunatamente a parte una leggera pioggerellina il tempo è come a Milano. Ci fermiamo in aeroporto per mangiare qualcosina visto che per noi sono oramai le 2.30 passate e non abbiamo ancora pranzato. Lì fortunatamente recuperiamo un’ora. Dopo il panino con ham&cheddar ed il primo di una lunga serie di espressi, prendiamo l’autobus che dall’aeroporto ci porta in città. Facciamo un biglietto di andata e ritorno (7,50 £). Il paesaggio mi stupisce come la guida dal lato opposto della carreggiata scatto una miriade di foto che a fine giornata saranno circa 150. Ovviamente ci accomodiamo al secondo piano dei famosissimi bus. In una mezz’oretta il bus ci porta in città a pochi passi dal nostro hotel, davvero comodo.
The Lairg hotel (prenotato su booking.com 285£ 5 notti e colazione) è un hotel a 3 stelle a gestione familiare. Posizionato in Coates Gardens, una stradina che su entrambi i lati ha costruzioni tipiche inglesi, sembra di stare in un giallo di Agatha Christie, che era proprio l’effetto sperato. Anche la colazione è compresa nel prezzo, davvero abbondante come avremo modo di scoprire nelle mattinate seguenti.
La padrona ci chiede un pagamento immediato dicendo da subito che sono pieni. Per lo stesso motivo ci accompagna fuori dalla costruzione. Devo ammettere che ho avuto un po’ di timore quando ho visto che apriva una porta che portava evidentemente ad uno scantinato. Ma i miei timori sono rientrati esattamente nell’istante in cui si è aperta la porta della camera. Ampia, pulita, con il parquet e con un bellissimo arredamento stile vittoriano. Mentre stavamo sistemandoci per uscire sentiamo bussare forte alla porta. Apriamo un po’ intimoriti ed il proprietario (un uomo davvero gigante) ci dice che siccome fa freddo è venuto ad accenderci i riscaldamenti. Molto gentile anche se per poco non ci ha provocato un infarto. Detto questo ci incamminiamo alla scoperta della città. Decidiamo di dirigerci verso il castello. Salta subito all’occhio che la città è in fase di restiling. Infatti a Grossmarket stanno ripavimentando e la strada è chiusa al traffico. Nel frattempo è uscito il sole ed anche la temperatura non è troppo fredda. Lasciandoci guidare un po’ dal senso delle strade e dalla segnaletica arriviamo sotto il castello. Saliamo su per una ripida rampa di scale e ci troviamo all’inizio del Royal Mile che percorreremo ancora ed ancora ed ancora nel corso del nostro soggiorno. Decidiamo di lasciare la visita all’interno del castello alla mattina seguente essendo già pomeriggio inoltrato. Percorriamo il Royal Mile dopo aver fatto un milione di foto al castello ed al panorama della città. Notiamo subito che la città pullula di caffè e pub e lungo la via è pieno di negozietti di souvenir ed ovunque campeggiano kilt. Arriviamo fino alla Holyrood House, la residenza scozzese dei reali britannici, ma anche questa la lasciamo per l’indomani mattina anche perché oramai sono le cinque passate per cui tutte le attrazioni, come anche i negozi, stanno chiudendo. Decidiamo di cominciare la nostra solita ricerca di un posto carino per mangiare. La mia missione per questa trasferta è mangiare in più pub possibili. Prendiamo l’autobus fuori dal parlamento scozzese e alle pendici di Arthur’s seat (vulcano spento, dove i locali si recano per gite appena esce un po’ di sole). Lì scopriamo che per poter acquistare i biglietti dell’autobus ci vuole l’esatta somma che va inserita in un apparecchio per cui l’autista non ha modo di cambiare moneta.
Jo rientra al negozio del museo e facendo gli occhioni dolci impietosisce la cassiera e riesce a farsi cambiare la moneta; riuscendo così a prendere il nostro bus che nel frattempo era fermo al capolinea dove anch’io ero rimasta mentre l’autista si dava una rinfrescata e beveva da un termos una liquido grigiastro che avrebbe anche potuto essere caffè (o forse tè).
La cosa davvero carina, quando si scende dall’autobus, è quella di ringraziare l’autista cosa che in Italia è poco usuale.
Facciamo un giretto tra vie fino a quel momento sconosciute ed approdiamo in Rose street famosa per essere piena di ristoranti.
Dopo aver passeggiato su e giù mentre la pioggia torna a farci compagnia, troviamo un pub che ci ispira, l’Aul Hundred e ceniamo con un gustoso hamburger ed una fantastica double chocolate fudge. Sluurp!
L’indomani il cielo è bruttino e non promette nulla di buono ma come abbiamo capito da subito è l’esatto contrario del detto “una rondine non fa primavera”… “ terribili nuvoloni grigi all’orizzonte non vuol dire necessariamente che per tutto il giorno pioverà”.
Abbiamo dormito benissimo e per la prima volta dopo anni di viaggi ho trovato un albergo in cui non ho avuto nessun problema ad addormentarmi né mi sono svegliata durante la notte. Sarà stata la stanchezza , sarà stato il dolce calduccio, il lettone enorme o il silenzio, ma ho passato una notte quasi come a casa.
Ci dirigiamo affamati verso la sala della colazione che si trova nell’edificio accanto. La stanza per le colazioni è un bellissimo salottino con una bellissima vetrata che da sulla strada. Purtroppo i tavoli alla finestra sono già occupati. Facciamo una certa fatica a convincere il cameriere che non vogliamo ordinare nulla dalla cucina. Si perché oltre ad un buffet di latte, caffè, scones, muffin, cereali etc…si ha anche la possibilità di ordinare dalla cucina la tipica colazione scozzese: salciccia, uova, fagioli etc…
Finita la colazione ci dirigiamo ad Holyrood house, nuovamente il problema delle monete sull’autobus.
Giunti lì assieme al biglietto d’ingresso ci consegnano anche l’audio guida che in alcuni punti è davvero interessante. Scopriamo difatti che nel giardino all’ingresso del palazzo la regina d’Inghilterra riceve le chiavi della città come segno di sudditanza, detto fra noi non credo che sia cosa ben vista in città. Chissà che esito avrà il referendum che si terrà a luglio per l’indipendenza.
La visita dura un paio di ore comprensive anche del giardino e dei resti dell’abbazia omonima.
Nella sala dove si svolgono le incoronazioni scopriamo che anche lo sboccatissimo chef Gordon Ramsey è stato insignito del titolo… da non credere!
Piccolo break per un espresso e poi via alla ricerca di cibo!
Ci dirigiamo verso il pub Elephant house, diventato famoso perché luogo di nascita di Harry Potter e mangiamo una fantastica baked potato ripiena di tonno (una enorme patata lessa ripiena con ciò che vuoi:tonno, chili, prosciutto ecc..) gnam!
Dopo pranzo andiamo all’assalto del castello. Altra marea di foto.
Superato lo shock del prezzo d’ingresso (quasi 30£ in due – senza audioguida) cominciamo l’esplorazione in lungo e largo del castello. Quasi premiati per la perseveranza di attendere il momento giusto esce un sole meraviglioso e caldo. La veduta sulla città è spettacolare.
Visitiamo i piccoli musei all’interno del castello e le varie sale. Una lunga ma rapida coda ci segnala che nella torre centrale sono conservati i gioielli della corona scozzese.
La piccola cappella è occupata da un matrimonio. Ci fermiamo ad ascoltare l’uomo con la cornamusa ed attendiamo l’arrivo della sposa.
Finita la visita al castello entriamo a visitare la St. Giles Cathedral. Questo bell’edificio gotico è famoso per le superbe vetrate e possiede un magnifico organo. La piccola Thistle Chapel è sede dell’Ordine del Cardo, supremo ordine cavalleresco scozzese.
Stanchi e con la pioggia che riprende a scendere sulle nostre teste decidiamo di prendere un autobus a caso, che alla fine scopriamo fa capolinea a Leith il porto di Edimburgo.
Ripartiamo per il centro per festeggiare il compleanno di Jo in un pub ed assaggiare finalmente i famosi fish & chips. Ci portiamo al Conan Doyle pub.
L’indomani la mattinata è grigia, dopo colazione ci dirigiamo al Museum of Scotland, completamente gratuito ma visto l’immenso lavoro effettuato gli lasciamo qualche spicciolo di mancia.
Il museo è enorme un pout pourrie di sezioni ed argomenti; senza sapere come arriviamo all’ora di pranzo. Usciamo per mangiare come al solito un hamburger in un pub li vicino. Dopo pranzo ritorniamo al museo per vedere l’ala dedicata alla storia scozzese. Nel frattempo è uscito anche il sole per cui saliamo sulla terrazza per fare qualche foto. Appena fuori dal museo c’è il popolarissimo cimitero blackfriars dove è sepolto il cane più famoso di tutta Edimburgo: blackfriars bobby.
Venerdì mattina compare un bellissimo sole e ci dirigiamo ai Royal botanic gardens. Un giardino enorme, direi un piccolo parco, all’interno del quale ci sono 11 serre nelle quali sono ricostruiti diverse tipologie di ambienti da quello tropicale a quello desertico. Rimaniamo all’interno del parco più di due ore non riuscendo a vedere tutto in ogni caso, sarà una scusa per tornarci ancora. Particolari anche alcuni ambienti esterni come la chinese hill oppure i queen’s mother memorial garden. Facciamo appena in tempo ad acquistare qualche semino da portare a casa ed a saltare sul primo autobus direzione il centro che inizia nuovamente un serrato diluvio. Ci dirigiamo verso qualche pub. Il bus ci porta in zona elephant house e riusciamo a trovare un posto nella sala più interna che da sul castello e con la scusa di andare al bagno porto la macchina fotografica per documentare i graffiti in onore di Harry Potter (il più bello sicuramente è stato: “Dobby clean this bathroom!). Fortunatamente la pioggia ha smesso di venir giù per cui possiamo girare nuovamente. Andiamo a vedere il Museum of Edinburgh e partecipiamo a un finto referendum per i turisti: Free Scotland!
Stanchi e un po’ sconsolati perché è l’ultima sera e perché ha ripreso a piovere a dirotto ci lanciamo nel primo autobus e aspettiamo di arrivare ad un capolinea… dopo più di mezz’ora siamo nella sperduta campagna scozzese (non abbiamo visto neanche una pecora con mio grande disappunto!) comincio a preoccuparmi chiediamo se prima o dopo torna indietro; ci risponde di sì.
Per dare addio alla Scozia torniamo al Conan Doyle e poi a nanna.
La mattina dopo l’ultima colazione e poi via verso l’aeroporto.
Una decisione è presa… prima o poi torneremo per un gran tour!