Budapest, Vienna, Praga
12 Agosto: oggi si va alla scoperta di Budapest. La Metro e i tram ti portano dovunque, fuzionano benissimo e sono molto puntuali, e ad ogni fermata un’allegra musichetta annuncia la fermata successiva, in ungherese naturalmente. Putroppo il tempo è brutto, ogni tanto piove e il cielo è plumbeo, la temperatura però è piacevole, consente di camminare senza fare grande fatica. Scendo con il tram davanti al Bagno Gellert, uno dei tanti bagni termali della città, bellissimo edificio che è anche un prestigioso hotel. Dopo essermi “arrampicata” sulla Cittadella, attraverso un percorso di vialetti e gradini, mi godo lo spettacolare panorama della città, del Danubio e dei momumenti che da qua sono tutti visibili. Ora mi dirigo al Castello, la parte alta di Buda, dove ci sono i musei e le gallerie più importanti, la Chiesa di Mattia e il Bastione dei Pescatori, oltre a bellissimi cortili e giardini ornati da statue e fontane. All’ora di pranzo mi siedo ad uno dei tanti ristoranti della zona, con tavolini all’aperto porticato di legno, tovaglie a quadretti e fiori sulla tavola. Provo il menù turistico che propongono e rimango soddisfatta della zuppa di gulyas, che non è il gulash, ma una minestra con verdure, del pollo alla paprika con i peperoni e da una fantasia di strudel con i fiocchi, tanto da meritare una foto. Intanto Budapest comincia a conquistarmi, piano piano. Arrivo al Ponte delle Catene, in questo momento dell’anno è chiuso al traffico e aperto a bancarelle di souvenir artigianali e chioschi di cibo tipico, per quella che è la Fiera dei Mestieri, arricchita da esibizioni folkloristiche e sportive, come la performance di uno stuntman che da un aereo in volo “scende” su di un elicottero e da qui su una delle torri del ponte. Acquisto uno dei dolci che vendono nelle bancarelle, una specie di “cannone” di pasta che viene cotto su braci ardenti, buonissimo, ma con un nome impronunciabile, sarà la mia cena, sono stanca e torno in hotel. 13 Agosto: esco e alle 8.00 sono già in centro, oggi visito Pest, l’altra metà di Budapest. Vado al Parlamento a prenotarmi per la visita, gratuita per i cittadini europei, poi faccio un giro e mi fermo al McDonald della stazione Nyugati, considerato uno dei più suggestivi. In effetti merita la visita, arredato completamente in stile Art Nouveu, vetrate e tavolinetti in ferro, con lampadari enormi e luccicanti; per gustarmelo meglio ordino un espresso e faccio un po’ di foto.
Invece per approcciare la famosa pasticceria ungherese vado alla Pasticceria Gerbeaud, che dal 1858 pare faccia le migliori torte della città, in particolare modo la Dobostorte, una delizia a strati di pasta frolla e cioccolato ricoperta da caramello, una goduria, vi assicuro. Il posto poi sembra un museo, poltrone di velluto, quadri, stucchi, lampadari, tutto perfettamente il stile. Bello davvero. Alle 11.30 vado al Parlamento, meno male che ho prenotato la visita, c’è una fila lunga un chilometro per entrare. Sono fortunata, il turno coincide con quello di un gruppo con guida al seguito, e così approfitto per ascoltare anche io gli aneddoti che riguardano questo posto meraviglioso. L’esterno, ispirato al Westminster di Londra, è molto bello, appena ripulito, sembra fatto di zucchero! L’interno è una profusione di stucchi, statue, arredi, decori, dei quali spicca in modo unico l’oro, vero, che è stato utilizzato. In questo palazzo penso che si percepisca meglio che altrove, l’essere a metà tra oriente e occidente di questa città, c’è infatti tutta la ricchezza europea del barocco mitigata dalla finezza tutta orientale dei decori, mai eccessivi. Ora per il pranzo mi dirigo al Fatal, ristorante del quale ho letto ripetutamente nelle guide e nei racconti degli internauti qui su TPC: credetemi, varrebbe la pena andare a Budapest solo per ammirare il posto, arredi di legno, vetrate artistiche e lampadari di terracotta, e i piatti che servono, enormi, in ciotole di ferro o coccio o sui taglieri di legno. A me portano la trota con le mandorle, buona senz’altro, ma soprattutto presentata in modo spettacolare, in un piatto largo mezzo metro, con la trota appoggiata su un cubo di pane, il tutto circondato da una quantità incredibile di verdure tagliate a cubetti. Purtoppo non mi accontento, e ordino anche il dolce: Home Made Sweet Dumpling, che sarebbe una sfera di non so cosa, riso forse, ricoperto da una granella croccante, il tutto di circa 10 centimetri di diametro, affogato letteralmente in una salsa dolce a base di yogurt e arancia, ottimo, ma ne lascio la metà con disappunto del cameriere che mi mostra con orgoglio la sua panza! Mi portano il conto in una cassetta di legno dipinta, oggetto tipico del posto. Ora ci vuole una bella passeggiata, e visto che domani si parte acquisto qualche souvenir: oggetti di cuoio e legno, l’immancabile paprika e una maglietta con l’immagine del Parlamento. L’ultima sera a Budapest mi concedo il lusso di fare un po’ più tardi, per vederla illuminata. Nell’attesa che faccia buio visito un altro tempio della pasticceria locale, Angelika, e assaggio la famosa Palacinka (più o meno la nostra crespella), ripiena di ricotta con crema e sciroppo di ciliege. Anche questa memorabile, come memorabile il panorama di Budapest notturna, con il Parlamento e il Ponte delle Catene rischiarati a giorno riflessi nel Danubio, rimmarei ore qua a guardare il panorama! Alla fine questa città mi ha proprio conquistato! 14 Agosto: alzataccia stamattina, alle 7.00 sono già fuori dell’albergo per andare a prendere il battello che mi porterà a Vienna, sul bel Danubio blu, che non è più blu ormai da molto tempo ma che conserva il suo fascino. Il battello, una specie di aliscafo, parte puntualissimo alle 9.00, il viaggio durerà in tutto 6 ore. La navigazione procede tranquilla, per un lungo tratto si costeggia l’Ungheria a sud e la Slovacchia a nord, e si nota una dirrefernza abissale tra i bei cottage di legno sulla riva ungherese e gli enormi e orrendi casermoni, rarissimi, dall’altra parte. Su entrambe le rive però a farla da padrona e la natura, le foreste, le colline verdi. Alle 12.00 circa di fermiamo per entrare in una chiusa, ci fare salire di livello oltre la diga di sbarramento. Ci vuole quasi un’ora perchè si possa riprendere il viaggio, nel frattempo si chiacchiera e si fa conoscenza fra colleghi viaggiatori. Alle 14.00 facciamo tappa a Bratislava, nonostante sia una capitale è una città piccolissima, caratterizzata da un castello che domina il Danubio. Ci aspetta un’altra chiusa e poi finalmente a Vienna. Prendo la metro per andare in hotel e mi becca in pieno un’acquazzone. Arrivo in hotel fradicia. Però sono piacevolmente sorpresa dall’ostello, pulito, ordinato, e la mia stanza ha anche un balconcino con sedia e tavolinetto, con vista sulla città. Beh, questo hotel almeno è andato bene. Oltretutto è a 10 minuti a piedi dai maggiori musei della città. Approfitto dell’acquazzone per fare un po’ di bucato, ma appena spiove un po’ non resisto ed esco, non posso passare la mia prima serata a Vienna in albergo! Prendo uno dei tram che percorrono tutto il Ring e mi metto comoda per questo primo approccio con Vienna. La prima impressione è ottima, impressione che durante il viaggio sarà confermata. Non so perchè ma l’avevo immaginata sempre molto fredda e tetra, invece è una città fantastica, innanzi tutto pulita, con strade, palazzi, ogni tipo di edificio, storico o non, tutto tirato a lucido. Dopo aver fatto due giri del Ring faccio un salto a vedere la Kunsthaus, edificio particolarissimo con la facciata movimentata e colorata. Poi torno al Ring e mi siedo in una delle eleganti poltrone del Caffè Schwarzennberger, uno dei caffè storici di Vienna, e ordino uno strudel, altro mito della pasticceria viennese, che mi viene servito in una fiamminga ricoperto da mezzo litro di crema pasticcera. Ho sempre pensato che uno dei modi per conoscere un posto è quello di accostarsi alla cucina del luogo, mai come a Vienna questo è stato così piacevole. Ora però a nanna, la giornata è stata lunga.
15 Agosto: Ferragosto lo trascorrerò al castello di Schonnbrun. Lo raggiungo in tram, che a Vienna spaccano il secondo e ti portano praticamente ovunque, facendo prima tappa al museo e ai giardini del Belvedere. Bellissimi! Fa un po’ fresco, ma si sta proprio bene senza afa e umidità. Ho comprato qualche cartolina e altri souvenir, anche se qui è tutto più caro che a Budapest. Ho il tour alle 14.01, non un minuto prima mi sarà consentito entrare, così per pranzo raggiungo uno dei ristoranti della catena Wienervald, una specie di MacDonald che però serve quasi esclusivamente piatti viennesi. Passabile. Il tour del castello è lunghissimo, con le sale, il labirinto, i giardini, la Gloriette, dalla quale si gode uno splendido panorama di Vienna, e persino i vecchi forni, nei quali fanno dimostrazioni su come si prepara il vero strudel viennese. Ho i piedi che mi fanno un male pazzesco, ma ne è valsa la pena. La reggia è bellissima, secondo il mio modestissimo parere anche meglio di Versailles, tutto sotto il segno degli Asburgo. Alla fermata del tram conosco Katia, anche lei viaggiatrice solitaria, facciamo due chiacchiere e ci diamo appuntamento per la cena. Passo in hotel per una rinfrescata veloce e mi dirigo all’appuntamento, ma incontro Katia sulla metro, seduta nel mio stesso vagone di fronte a me! Andiamo al Griechenbeisl, un ristorante storico risalente al 1500, un posto che hanno frequentato personaggi come Beethoven, Schubert, Wagner, Strauss e tanti altri. Un ambiente caratteristico con la cucina della vecchia Vienna. Katia e io ci dividiamo una Wiener Snitzel, visto che è enorme. Dopo cena facciamo una passeggiata nel centro storico, pieno di gente nonostante l’ora tarda, e poi, dandoci appuntamento per l’indomani ce ne torniamo nei rispettivi hotel.
16 Agosto: oggi visito il centro storico di Vienna, e una delle prime tappe è il Caffè Sacher, dove, ovviamente ordino una fetta del mio dolce preferito, la torta Sacher, appunto, inventata proprio in questo caffè e divenuta famosa in tutto il mondo. Non vi dico la bontà, e la raffinatezza del posto, assolutamente da non perdere, ne una ne l’altro. Il centro storico è bello, ma ci sono forse troppe insegne pubblibitarie e troppi neon, sembra di essere a Oxford Circus! Il pomeriggio è tutto dedicato alla visita di Hofburg, la residenza imperiale degli Asburgo, con il museo dedicato alla principessa Sissi, le sale e gli appartamenti reali. Anche qua una marea di gente e tanto camminare ma certo non se ne può proprio fare a meno. Faccio tappa alla Cripta dei Cappuccini, dove sono le tombe degli Asburgo. Mi delude un po’, mi aspettavo un ambiente più goticheggiante, denso di atmosfera, invece l’interno e molto anonimo. Devo confessare che davanti alla tomba di Sissi mi sono un po’ emozionata. Ho appuntamento per la cena con Katia e siccome è ancora presto faccio un salto al Grinzing, periferia di Vienna, con il tram 38 che parte dal Ring. Un posto incantevole, le case sembrano quelle della favola di Hansel e Gretel, verde e giardini ovunque e le famose trattorie Heurigen, una ogni dieci metri e una più caratteristica dell’altra. Mi concedo solo un caffè in una delle pasticcerie, me lo serve al tavolo una signora gentilissima con abito tradizionale. Sono incantata dal tutto. Nell’attesa della telefonata di Katia vado al Muzeum Quartier, pieno di ragazzi sdraiati sulle buffe “poltrone” rosse sparse ovunque, seguo l’esempio e ne approfitto per riposare un po’. Nel frattempo Katia ha disdetto l’appuntamento, è troppo stanca per camminare, così mi dirigo al Rathaus, il municipio di Vienna, dove in questo periodo organizzano un Film Festival. Molte delle cose proposte sono dedicate a Mozart, film e concerti soprattutto, ma la cosa bella è che tutto l’enorme giardino è disseminato di chioschi, ognuno dedicato ad una nazione, con bevande e cibo tipico cucinato all’istante, così si passa dalla Hawaii al Messico, dal Brasile alla Croazia, alla Grecia, alla Cina, ecc. Sono più di venti nazioni diverse ad essere rappresentate, un po’ come una olimpiade della cucina. E ovviamente centinaia e centinaia di persone con le quali si chiacchiera e si commenta. Un’atmosfera allegra e coinvolgente. Ormai sono perdutamente innamorata di Vienna. Peccato che domani si riparte.
17 Agosto: sono le ore 12.00 e sono in treno diretto a Praga. Il treno è delle ferrovie austriache, pulitissimo, comodissimo e naturalmente puntualissimo. Nello scompartimento con me ci sono due tranquille ragazze giapponesi con le quale faccio due chiacchiere, anche loro hanno fatto lo stesso mio itinerario, ma da Praga proseguiranno per Berlino. Il viaggio è molto piacevole, il treno attraversa il territorio boemo che è bellissimo, la campagna e i boschi, ogni tanto si vedono un laghetto o un ruscello e qualche piccolo villaggio dalle tipiche abitazioni con giardino sul retro e immancabile piccola piscina. A un certo punto ho persino la fortuna di vedere un cerbiatto che saltella, troppo rapido per riuscire a fotografarlo! Alle 16.50 sono in hotel, cento metri dalla stazione, comodo, carino e ben servito dai mezzi pubblici, in 10 minuti si arriva al centro della città. Mi sistemo in camera e nonostante la stanchezza decido di fare un primo giro di osservazione, salto sul primo tram che attraversa il centro storico di Praga e già posso ammirare le bellezze di questa città. Mi fermo in un centro commerciale e compro qualcosa per cena, pane, affettati, yogurt, un bagnoschiuma, il tutto per 2 euro. In camera do un’occhiata alla tv, sulla CNN danno le notizie di tutto il mondo, mi aggiorno un po’ visto che per una settimana sono stata fuori dal mondo, niente giornali, niente televisione.
18 Agosto: oggi ho in programma la visita dei quartieri Stare Mesto e Josefov, il quartiere ebraico pieno di sinagoghe. La zona è bella, ma mi aspettavo sinceramente una città più pulita. Bei palazzi, bei giardini, un caldo asfissiante e una marea di gente per strada. Per pranzo raggiungo la via Karlova, piena di negozi di souvenir, ristoranti, birrerie (pirovar) e cristallerie, comprese le filiali della Swarovsky. Per pranzo mi fermo in una delle tante birrerie, al civico 32, un posto carino tutto rivestito in legno scuro, con alle pareti tante vecchie insegne pubblicitarie in legno, tra le tante una del percorino romano e una dell’olio di oliva Quattrocchi. Il pranzo è ottimo, per circa 7 euro mi portano una zuppa di verdure, un abbondante goulash di manzo servito con gnocchi di patate a fette (tipo canederli), una birra Pillsner Urquell e una montagna di pane fresco. Tutto ottimo e abbondante. Dopo pranzo mi dirigo alla stazione Florenc, l’intenzione è quella di prendere un autobus per andare a Terezin a visitare il campo di concentramento, ma è tardi e non troverei una coincidenza per tornare a Praga, così mi rassegno a rinunciare alla visita. Decido di fare un giro sul tram 22, che è un normale tram del servizio pubblico, ma viene raccomandato dalle guide perchè fa un percorso lunghissimo attaverso tutta la città toccando molti siti interessanti. Attraversando anche le zone che non ho ancora visitato scopro finalmente la Praga che mi aspettavo, bella, pulita, ordinata, con tanti giardini e fontane. Per cena vado di nuovo in via Karlova, stavolta, al ristorante U Zlate Studny, prendo una palacinka, ripiena di gelato, con panna e cannella, un pasto completo direi, gustato all’aperto mentre osservo la moltitudine si umanità che mi passa davanti.
19 Agosto: ultimo giorno a Praga e ultimo giorno di vacanza, oggi visito Mala Strana e Hradcany, il castello della città. Mala Strana è un quartiere delizioso, posto a ridosso della Moldava e delle pendici del castello, un’isola felice piena di palazzi barocchi con strade lastricate e qualche scorcio pittoresco. Ci si arriva attraversando il Ponte Carlo, che è una bellissima costruzione ornata di statue di santi e affollata da centinaia, o forse migliaia di persone ad ogni ora del giorno e della notte, immancabili gli artisti di strada che offrono foto e disegni di ogni angolo della città. Il Hradcany, che comprende il castello, la cattedrale e molti altri luoghi interessanti, è certamente la parte più bella della città, in più, da qui, si gode un panorama unico di tutta Praga con tutte le sue torri, i campanili, le guglie. Dopo aver visitato il famoso Vicolo d’Oro, la Cattedrale di san Vito e il Vecchio Palazzo Reale, mi concedo un po’ di riposo nei giardini reali, dove, in una zona delimitata, vivono alcuni esemplari di gufi e falconi “addomesticati” da personale dei giardini. All’ora di cena mi dirigo alla birreria U Fleku, una delle più note di Praga, sicuramente una delle più caratteristiche: si mangia cucina tipica e birra scura prodotta qui, seduti a grandi tavolate dove si sta tutti insieme, si chiacchiera e si canta accompagnati dai suonatori di trombone, violino e fisarmonica che caratterizzano il posto. Dopo la lauta cena boema faccio due passi e acquisto gli ultimi souvenir, mi soffermo ad ammirare il panorama notturno della città che lascia senza fiato e poi, a malincuore, decido di andare a nanna, domani si riparte, la giornata sarà lunga e faticosa, quindi è meglio salutare Praga e andare a riposare.
Conclusioni e consigli: sono tre bellissime città, ognuna con un suo fascino, che si possono visitare con pochi giorni organizzando bene le cose da vedere, Vienna necessiterebbe forse di un paio di giorni in più per immergersi nell’atmosfera del Grinzing e degli altri villaggi della periferia. Acquistare la Budapest Card e la Vienna Card può essere molto conveniente, anche se non si visitano tutti i posti in cui l’ingresso è scontato, comunque hanno la comodità di non dover pensare a cercare e timbrare biglietti. Già con lo sconto avuto visitando Schonnbrun e Hofburg, a Vienna, ho ripagato la spesa. A Praga ne esistono due simili, io sono incappata purtroppo in quella totalmente inutile, quella che ha anche il Passport. La consegnano con un libricino sul quale sono riportate le stesse cose che su questo fantomatico Passport, in maniera del tutto confusa, ci vuole un’ora a capire come funziona e alla fine i vantaggi sono uguali a zero, tranne forse per il fatto che nel prezzo è compresa un’assicurazione per l’intero soggiorno, che copre sia spese mediche che problemi relativi a smarrimento o furto di bagagli e documenti, per fortuna non ho dovuto verificare se la validità fosse reale. Questa carta ha un costo di 860 corone, un furto! L’altra Prague Card costa 740 ed è più o meno come quelle di Budapest e Vienna, semplici e maneggevoli, anche se non ho verificato la convenienza degli sconti proposti. Tre bellissime città dicevo, Budapest a metà tra oriente ed occidente, conserva ancora qualche brutto segno lasciato dalla storia, si apprezza col passare delle ore; Praga, gioiello di architettura, votata di più al turismo ma forse un po’ trascurata; infine Vienna, la città che più di ogni altra capitale visitata mi ha affascinato, una città perfetta, nella quale l’architettura, sia storica che moderna, sono perfettamente integrate, una città pulita e ordinata, maestosa e monumentale ma anche tanto vivibile. Per la cucina affidatevi pure a quella del luogo, purchè vi rechiate nei locali tipici che servono piatti della tradizione locale, che oltretutto sono i più economici e caratteristici, a Budapest al Fatal, in Vaci Utca, alla Pasticceria Angelika, in Batthyany Terrace e alla Gerbeaud, in Vorosmarty Terrace; a Vienna il caffè Sacher su tutti, in Philarmonikerstrasse, ma ce ne sono tanti, tutti belli, e il ristorante Greichenbeisl, in Fleishmarkt 11; a Praga il ristorante U Flexu in via Kremenkova. Per tutte le informazioni necessarie ci sono siti internet su ognuna delle città, siti sui quali è possibile prenotare hotel, acquistare in anticipo card, biglietti per i teatri, biglietti di treni e battelli. Per la lingua nessun problema, praticamente tutti parlano l’ inglese. La rete è piena di tutte le informazioni necessarie ad organizzare un viaggio, tra tutti i migliori siti sono: www.Budapestinfo.It, www.Info.Wien.At , www.Praha4u.Com.
Nota dolente: a malincuore devo dire che è stato il ritorno in Italia, all’aeroporto di Fiumicino mi ci è voluta un’ora per capire con quale autobus si arriva a Roma Termini, il biglietto della linea Cotral costa 3.60 euro (a budapest il tragitto dall’aeroporto alla più vicina fermata della metro è compreso nella Budapest Card, a Praga il bus 119 che porta dalla metro all’aeroporto, con tanto di indicazione su che terminal usare, costa 25 corone, poco meno di un euro), sempre se non si vuole utilizzare il treno FS o i bus privati che vanno dai 9 ai 10 euro. Dopo 1 ora e 40 sono a Termini incazzatissima, oltretutto devo assistere alla scenetta tra una distinta signora che chiede all’autista (in inglese) di poter pagare il biglietto e questo che la invita “cortesemente” a parlare italiano, “visto che qua siamo in Italia”, beh mi sono vergognata! E ci consideriamo un paese civile! Nonostante l’amore viscerale che ho per la mia nazione ho rimpianto davvero la cortesia, la disponibilità, l’educazione e la precisione che ho trovato fuori dei confini nazionali.