Budapest: una perla sulle rive del danubio

Era da tempo che avevo in mente un viaggio nella MittelEuropa, nella terra dei magiari, un viaggio in quella città che spesso viene confusa con la scapestrata Bucarest ma che invece andrebbe equiparata alla gotica Praga o all’elegante Vienna. Si parte! Io e il mio amico Stefano ci incontriamo a Zurigo, dove la nostra cara amica Swiss ci...
Scritto da: andrea74
budapest: una perla sulle rive del danubio
Partenza il: 13/09/2006
Ritorno il: 16/09/2006
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Era da tempo che avevo in mente un viaggio nella MittelEuropa, nella terra dei magiari, un viaggio in quella città che spesso viene confusa con la scapestrata Bucarest ma che invece andrebbe equiparata alla gotica Praga o all’elegante Vienna.

Si parte! Io e il mio amico Stefano ci incontriamo a Zurigo, dove la nostra cara amica Swiss ci traghetterà verso la capitale magiara, un nuvoloso sabato di settembre.

L’emozione è tanta, l’Europa dell’Est ha sempre generato in me un fascino particolare, una magia epica…Terra di grandi imperi del passato, di architetture sofisticate ed eleganti, di dolci pianure ed aspre montagne, terra di antichi splendori e più recenti tragedie. Tradizioni antiche, sapori forti, gente dall’aspetto chiuso ma dal cuore grande.

Arrivati alle sette di sera nel piccolo aeroporto di Budapest, cerchiamo un taxi. Primi impatti: i taxi non si fermano, non si prendono al volo in ungheria, non si fa. Bisogna chiamarli…Ed ecco qui..Il primo grande shock: l’ungherese. Questa lingua astrusa ed incomprensibile ci si pianta davanti come un muro di gomma impraticabile. Lontana parente del finlandese, lingua delle steppe uraliche, lingua dalle radici antiche come il tempo, l’ungherese è sonoro come il ronzio di una mosca fastidiosa ma dolce come lo scorrere delle placide acque del fiume Danubio. A gesti convinciamo un taxista a portarci all’ostello Arborginal ( mezzo australiano..Niente di speciale) ed usciamo immediatamente per assaporare il sabato da queste parti.

Budapest ci piace subito..Grandi viali alberati, tanta gente, caffè e bar all’aperto, musica e tanti ristoranti. Camminiamo in questa città dell’est che ne ha viste di tutte i colori nella sua millenaria storia.

Gli edifici portano i segni del suo tragico passato, la storia recente dei bombardamenti nazisti, dell’invasione sovietica, degli scempi del comunismo ottuso e della disperata rivolta del 1956. E’ come una signora un po’ attempata che non riesce del tutto a cancellare i segni di una vita avventurosa, di grandi amori vissuti ma di tante e forse troppe delusioni.

Giriamo per Pest, la parte più dinamica, il cuore moderno, il centro degli affari, con sue vie eleganti e spaziose, i suoi parchi, la metropolitana, i tram gialli, gli edifici asburgici che cancellano i mostri di cemento che a gomitate cercano di farsi spazio nel centro storico.

Mangiamo in un ristorante di lusso, paghiamo poco e secondo shocK..E che shock: la cucina ungherese…Semplicemente memorabile. Assaporiamo un vino dalle mille tonalità, di un sapore da innamorarsi e ceniamo celebrando le bontà del goulash e dei dolci mitteleuropei. Fantastico. Intanto fuori è un viavai di gente, gente che si diverte, che chiacchera, tranquillità e voglia di vivere. Bello.

La mattina seguente tocca a Buda. Il cuore monumentale, elevato fisicamente e culturalmente, sede dei musei più importanti, del palazzo reale, del vecchio borgo medievale, della chiesa di Mattia Corvino e della statua più importante, una delle statue equestri più belle in assoluto: sua maestà Re Stefano I, il Re. A lui si deve la cristianizzazione di questo popolo nell’anno 1000, lui gli ha dato un identità, lui ha deciso quali sarebbero state le sorti dei figli di Attila.

Buda è spettacolare, forse neanche la decantata Praga arriva a tanto. La Collina del Castello racchiude bellezze architettoniche davvero impressionanti: dalla maestosità del Palazzo reale voluto dai re ungheresi e abbellito dai capricci di sua maestà Maria Teresa d’Austria, l’Imperatrice, l’unica mamma d’Ungheria, al Bastioni dei Pescatori, muraglia a strapiombo sulle torbide acque del Danubio, dalle cui guglie si apprezza un panorama mozzafiato su lato del Parlamento nella caotica e frenetica Pest.

In mezzo..L’anima di Budapest. Il suo cuore pulsante…Il Danubio. Tutto nasce da qui, dalle sue acque che scorrono, collegandola con le vecchie cugine, Bratislava e Vienna, prima di infrangersi contro i ponti di Belgrado.

I nove ponti che collegano Buda e Pest sono come bracci di metallo e pietra che hanno cercato, forse invano, di unire queste parti così diverse di una città speciale, divisa in due ma unica nel suo genere.

Ci innamoriamo subito… per le sue viuzze, pranzando in un cortiletto addobbato di rose rosse e di gigli, rilassandoci nelle terme del pezzo forte del Art Noveu, l’Hotel Gellèrt. Fare il bagno lì, tra i capitelli corinzi, sotto le vetrate luminose, in un’atmosfera dal sapore bizantino, ricorda a tutti che qui i turchi non sono solo passati ma sono rimasti a lungo, lasciando più di una traccia… Evviva! Ormai estasiati, percorriamo ancora il lungo fiume, soffermandoci a bocca aperta ad ammirare la cappella nella roccia, una piccola chiesetta sepolta nelle viscere di una caverna, utilizzata in passato dai turchi prima e dai dissidenti politici poi..Oggi sede del culto cattolico, originale e unico.

Le tenebre viola ricoprono Budapest e le luci ne mostrano un volto che se possibile, è ancora più bello. Tutte le due sponde del fiume si illuminano, da una parte Buda con le sue guglie e il Palazzo Reale, dall’altro i locali-barca di Pest, i suoi ristoranti, il Parlamento, le chiese gotiche…Una lotta di luci e di immagini, in mezzo come sempre, instancabile il buio…Il Danubio.

Ci rimane proprio poco tempo…Ci vorrebbero altri giorni ma il treno ci chiama, dobbiamo muoverci e metterci in cammino. Ma prima di tutto ciò decidiamo di andare a dare un’occhiata alla famosa Piazza degli Erori, la piazza dove si concretizzano sotto forma di statue le diverse anime di questa città: il condottiero Stefano I in mezzo, le allegorie della PACE, della GIUSTIZIA, della GUERRA e del LAVORO intorno. Simboli di un orgoglio giustificato e giustificabile, segno di una nazione che va verso il futuro, un futuro diverso e forse migliore. Non dimenticando cosa è stata, cosa ha passato e chi l’ha salvata.

Budapest è da vedere, assolutamente, non perdete tempo, non abbiate dubbi..Non ve ne pentirete.

Buon viaggio a tutti Andrea



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