Budapest, perla del Danubio
La vista della cattedrale e del castello affacciati sul Moldava a Praga è incantevole, ti rapisce e ti tiene immobile, incantato tra le statue del ponte Carlo, ma il castello di Sissi, la cattedrale di San Mattia, il bastione dei pescatori, il Parlamento ed il Ponte delle Catene creano un’atmosfera sul Danubio che ti lascia senza fiato, alla quale non vorresti mai rinunciare, della quale hai bisogno per sapere che Budapest è ancora intorno a te, che tutto non è stato soltanto un sogno. Ovviamente queste sono state le nostre impressioni, ma ora parliamo di cose pratiche.
Volo in partenza dall’aeroporto di Napoli Capodichino, compagnia Wizzair, low cost di bandiera magyaro-polacca, o polacco-ungherese. Devo ammettere che al momento della prenotazione eravamo piuttosto scettici circa la sicurezza di questa compagnia della quale non avevamo mai sentito parlare. Abbiamo fatto qualche ricerca su internet e abbiamo capito che, mentre noi eravamo presi dai nostri dubbi, alimentati da un rapporto di amore-odio con gli aerei, seduti davanti al nostro pc, l’Europa aveva già macinato milioni di km in aria, proprio sopra le nostre teste, con questa stessa compagnia. Adesso facciamo parte di quel pezzo d’Europa, e non possiamo far altro che riconoscere la validità di questa compagnia low cost: voli rilassanti, tranquilli e comodi, hostess accoglienti e non invadenti, non parlano italiano, ma cosa importa?!, pulizia evidente, comodità dei sedili e, particolare di non poco conto, voli estremamente puntuali. Sull’aereo ho conosciuto un signore che a Budapest ha preso casa. Ci ha istruiti sui posti dove andare a mangiare, sulle cose da vedere e sulla sicurezza della città. Cosa più importante, questo simpatico signore, una volta atterrati a Budapest, ci ha offerto un passaggio fin nel centro della città con il taxi che un suo amico ungherese gli aveva chiamato, e che lo aspettava già fuori dal terminal 1 dell’aeroporto. Il costo della corsa è stato di 3600 fiorini, circa 12euro. Attenzione Tpc, diffidate dei tassisti, o pseudotali, che vi assaliranno all’uscita dell’aeroporto: i loro taxi non sono, diciamo così, legali e non sono dotati di onesto tassametro. Il sistema più utilizzato da chi arriva a Budapest con l’aereo, o chi va via da Budapest con l’aereo, sia che si tratti di terminal 1 che di terminal 2, è l’autobus 200E, che dall’aeroporto conduce fino al capolinea della metro blu, Kobanya. Il costo è di 320 fiorini per l’autobus e altri 320 per il tragitto in metropolitana, ovvero circa 2euro e pochi spiccioli.
Vale la pena, se il proprio albergo non è proprio in centro, affidarsi per i propri spostamenti alla metropolitana di Budapest. Le carrozze dei treni ricordano spesso il periodo di Lenin, ma sono di un’efficienza spaventosa: non aspetterete mai più di due minuti di giorno e 15 di notte. Importante da sapere: la metro funziona dalle 4.40 alle 23.35, orari relativi alla centralissima stazione Deak Ferenc tère. Cari Tpc non dimenticate mai di acquistare il vostro titolo di viaggio e di obliterarlo nelle apposite macchinette, e fate attenzione a non smarrirlo fino a quando la vostra stazione di destinazione non sarà alle vostre spalle: i controlli dei biglietti sono accaniti, frequenti e molto decisi. A tutte le ore del giorno, anche all’ultima corsa, i biglietti vi verranno sempre controllati all’ingresso di una qualsiasi fermata, spesso a bordo del treno, e talvolta anche all’uscita. Esistono differenti tipologie di abbonamenti che il turista può acquistare: carnet da 10 corse, abbonamento da 3 giorni e così via. Personalmente non abbiamo acquistato nessuno di questi abbonamenti poiché abbiamo spesso preferito spostarci a piedi, per assaporare al meglio la vita di questa splendida capitale, e quando l’abbiamo presa la metro, era per brevi spostamenti, per i quali era sufficiente acquistare un biglietto di viaggio breve, di massimo 3 fermate, costo 260 fiorini.
L’hotel l’abbiamo prenotato su booking. Hotel royal park boutique, quattro stelle da 50 euro a notte. Lo consiglio vivamente, per l’ottimo rapporto qualità prezzo, per la bellezza delle stanze, per la pulizia e per la posizione. A tre minuti di cammino a piedi dalla stazione della metro Keleti palyudvar, l’albergo sorge nei pressi di una delle principali stazioni ferroviarie della città, una zona sempre piena di gente, a tutte le ore del giorno. A primo impatto, appena usciti dall’albergo per la nostra prima passeggiata “budapestiana”, siamo rimasti piuttosto turbati dallo spettacolo che la zona ci stava offrendo. Spesso le facce non sembravano raccomandabili, tanti rom in giro, e clochard impegnati a chiedere l’elemosina ad ogni semaforo.
Già il giorno successivo ci siamo resi conto di esserci soffermati soltanto sulle apparenze: quelle facce erano soltanto le facce di quegli ungheresi che cominciano presto a fare lavori faticosi, per i quali i segni dell’età si mostrano in fretta e senza pietà; i rom costuitiscono quasi il 3% della popolazione ungherese e, mentre in Italia spesso li vediamo chiusi nei loro campi, lì fanno parte della vita della città, vendendo i loro prodotti della terra su bancarelle che nel tardo pomeriggio scompaiono, per ritornare puntualmente la mattina successiva. La povertà è diffusa, ecco spiegata la presenza di tanti clochard. Spesso li abbiamo visti rovistare tra i rifiuti, anche nelle traverse di vorosmarty ter, la piazza principale della città, il cuore commerciale di Pest. Svoltando sull’Andrassy, in piazza Oktagon, un gruppo di ragazzi che, evidentemente, avevano fatto della strada la propria casa, vedendomi sopraggiungere con un sacchetto di patatine, mi hanno implorato di dargliene qualcuna. Abbiamo immaginato che tutto questo fosse causato in buona parte dalla crisi economica. Non lo sappiamo, ma ciò che sappiamo con sicurezza è che nonostante tutto questo, la città è estremamente sicura: nè io nè Claudia abbiamo mai temuto per la nostra incolumità, mai! Le ragazze girano da sole per le strade di notte, i controllori della metro spesso sono donne, che da sole presidiano le obliteratrice tutta la sera. Ci siamo sentiti più tranquilli nel camminare di notte per le strade di Budapest con gli iphone in mano e i documenti e i soldi nelle tasche, piuttosto che per le strade della nostra Napoli!
Il primo giorno siamo saliti sulla collina del castello. I più temerari potranno inerpicarsi su per la strada tortuosa che si arrampica fin su al castello, tutti gli altri, tra cui noi, potranno servirsi della funicolare panoramica che, dalla piazza antistante il ponte delle catene, sale fin su alla collina. Colpo di fortuna, appena giunti su al castello, ci troviamo nel bel mezzo delle operazioni di cambio della guardia. E’ una sequenza di movimenti che ricorda molto una coreografia di danza, molto suggestiva. Dalla terrazza del castello si potranno scattare fotografie molto belle, ma in realtà quasi tutti i punti di affaccio della collina offrono magnifici spunti per belle fotografie. Dopo il castello di trasferiamo alla chiesa di San Mattia e al bastione dei pescatori. L’ingresso alla basilica è a pagamento così come parte del bastione. Il prezzo è basso, molto basso per gli studenti: 2 euro!
Nel pomeriggio facciamo la nostra prima visita ad uno dei tanti centri termali di Budapest. Mi sono informato bene prima di partire: le terme Gellert sono dotate di un’unica piscina unisex, mentre le vasche termali sono divise in quelle per gli uomini e quelle per le donne. Le terme Rudas sono aperte solo il sabato e la domenica ad un pubblico unisex. Non volendo dividerci, Claudia ed io optiamo per quelle terme aperte sempre a uomini e donne contemporaneamente. Cominciamo dalle terme Kiraly, che sappiamo essere sempre aperte a uomini e donne contemporaneamente. L’ingresso è sulla Fò utca. L’edificio appare immediatamente in tutto il suo degrado. Servirebbe una bella ritinteggiata. Al costo di 2400 fiorini a persona, 8 euro, accediamo alle vasche termali, cabina per cambiarsi inclusa. Cari Tpc, se siete amanti dell’igiene, trattenete il respiro, chiudete gli occhi e immergetevi nell acque riscaldate a 36°C della vasca centrale. L’ambiente è architettonicamente suggestivo, igienicamente raggelante, olfattivamente penetrante con quell’odore di zolfo che aggredisce le narici e la pelle. Il bagno termale effettivamente è molto rilassante, ma abbiamo dovuto rinunciare ai bagni nelle altre vasche, quelle di 40° e 26°: molto, molto piccole, sono state prese d’assalto da orde di grassoni che hanno gelato nelle nostre intenzioni. La sauna per me non è stata inaccessibile: il calore e la puzza di zolfo erano tanto forti da non consentirmi il respiro. Un’ora e mezzo di bagno è più che sufficiente per rigenerarsi! Gli spogliatoi sono dotati di asciugacapelli ma, se siete donne, o in compagnia di una donna, e avete pensato bene di bagnarvi i capelli, armatevi di santa pazienza, perchè l’aria calda esce da quei phon con la velocità di una tartaruga e con la forza di un mollusco e non pensate di essere furbi a portare il vostro phon, ahimè non ci sono prese elettriche.
Il giorno successivo, per restare sempre in tema di terme, abbiamo scelto una visita alle terme Szechenyi, ben più grandi, note e frequentate. La differenza di prezzo è davvero esigua, 4euro. Offrono, a differenza delle Kiraly, piscine all’aperto con acqua riscaldata a 36°C, vasche termali ben più grandi, una da 36°, una da 40 e l’altra da 26. L’ambiente più grande stempera la puzza di zolfo, che si avverte in misura molto minore rispetto alle terme del giorno precendente. Si può fittare il telo al costo di 600 fiorini, la cabina ha un costo aggiuntivo. Queste terme sono state davvero belle, rilassanti e rigenerative, nonostante fossero molto più frequentate delle Kiraly.
Per le nostre cene abbiamo optato la prima sera per un pub nei pressi di Vorosmarty ter, il Silenus, dove, per il costo di 6400 fiorini in tutto, abbiamo mangiato una squisita zuppa goulash, tre birre da mezzo litro, e un contorno di patate accompagnate da diverse salsine ungheresi. Fate attenzione che, qualunque cosa mangerete in Ungheria, tutto è estremamente piccante! La sera successiva abbiamo mangiato al ristorante Hilde, in via 6ottobre. Al prezzo di 6000 fiorini, 10 euro a persona, abbiamo preso il menu turistico: zuppa goulash, secondo piatto di pollo con contorno di patate, panna, insalata, paprika e qualcosa che non abbiamo capito, gnocchettes, impasti di acqua e farina e in ultimo il dessert, pan cake con marmellata. Abbiamo mangiato divinamente. Ultima sera abbiamo mangiato al chioschetto in erszebet tère: panino gigante hamburger e contorno ungherese, drink seduti comodamente ai tavolini dell’aquamum, un locale spettacolare, dove si può vivere per una sera la vera movida “budapestiana”. Di giovedi sera centinaia di giovani hanno raggiunto in bicicletta questo locale incantevole… magari ce ne fossero a Napoli.
Informazioni utili ne ho date, dei monumenti da visitare è inutile parlare, esistono numerose guide a riguardo. L’ultima cosa di cui vale la pena parlare è il giro sul Danubio. Noi abbiamo acquistato un bliglietto da 4euro a persona. E’ un ottimo sistema per godersi la città da un punto di vista insolito.
Mi auguro che presto Budapest diventi una meta gettonata tanto quanto lo è Praga, o Vienna, perchè merita davvero, davvero tanto, anche se fuori dalla massa di turisti riesce a conservare ancora la propria anima.
Budapest, ci sei rimasta nel cuore.