Budapest: la rinascita
Prima di iniziare il racconto voglio ringraziare tanti di voi che mi hanno dato informazioni davvero importanti e in modo particolare Erika, una ragazza ungherese conosciuta tramite qualcuno di voi, gentilissima e disponibilissima che ha saputo elegantemente e con molta pazienza darmi tutte le informazioni di cui si ha bisogno. Con lei è nato subito un bel rapporto epistolare. Mi dispiace che non fosse a Budapest quando noi siamo stati li ma spero che mi rifarò quando verrà dalle mie parti a giugno. Erika, ti ringrazio davvero molto! Lo farò ovviamente e dettagliatamente tramite mail. Atterriamo a Budapest in perfettissimo orario giovedì… Freddo intenso, un po’ di neve intorno. Cambiamo qualche euro all’aeroporto giusto per prendere un taxi. Allora innanzitutto non cambiate tanto all’aeroporto: il cambio è a dir poco osceno. Ad ogni buon conto sostanzialmente avete due comode (vi portano entrambi in albergo) possibilità per arrivare in centro: taxi o minibus collettivo. Se siete da soli, conviene prenotarsi il minibus collettivo che costa intorno ai 8/9 euro sola andata. Ma se siete 2 o più conviene fare così: telefonate ad una qualunque compagnia di taxi e trattate sul prezzo, oppure trattate con i taxi (mi raccomando solo i legali) che sono fuori l’aeroporto. Tra l’altro c’è un addetto all’aeroporto (lo riconoscerete) che sta all’esterno proprio per trovarvi un taxi. Comunque il prezzo a taxi è di circa 4000 HUF cioè 16 euro. (1 euro = circa 250 HUF).
Bene una volta arrivati in albergo e sbrigate tutte le formalità, e ovviamente fatta una bella doccia, decidiamo di scendere per un primo sondaggio della città. Piovigginava era buio e faceva freddo e fatto sta, forse anche perché non c’era nessuno per strada, il primo impatto con la città non era stato dei migliori. Andiamo a mangiare in un bellissimo ristorante nei pressi dell’hotel: la cucina magiara non è eccellente, ma si mangiano cose interessanti e comunque di buon sapore. All’uscita: a nanna.
VENERDI’: dopo abbondante, da classici italiani, colazione all’hotel, scendiamo. Oggi la giornata è dedicata a Pest situata sul lato dx del Danubio. Le previsioni viste il giorno prima portavano bruttissimo tempo: ed in effetti era tutto coperto. Ma non c’erano nuvoloni, tant’è vero che non ha mai piovuto! E questo era la cosa fondamentale. A piedi (siamo nei pressi di deak tèr) decidiamo di andare a visitare la basilica di S.Stefano: molto bella da fuori ma ancor + bella da dentro. Ancora a piedi ci incamminiamo lungo il Viale Andrassy: abbiamo visto il teatro dell’Opera, abbiamo rifatto colazione con dolci da Muvesz (viale andrassy n. 29), Poi siamo arrivati ancora a piedi a Piazza Oktogon (carina) dove abbiamo fatto l’abbonamento giornaliero per la metro (costo meno di 5 euro) e preso la metro Foldalatti (a Budapest ci sono soltanto tre linee) che è davvero carinissima ed originale: è la seconda metro + vecchia d’Europa; ancora in legno, davvero molto bella. Siamo scesi alla stazione di Hosok Tèr. La piazza è molto bella anche se per certi versi tende un po’ a ricordare il comunismo. Alle spalle di hosok tèr (piazza degli eroi) c’è il parco cittadino (non vi scrivo e manco mi ricordo il nome indecifrabile): molto bello e curato. Al suo interno vi è un castello bellissimo, da vedere assolutamente, che si trova sopra un laghetto (che adesso era ghiacciato). Foto di rito. Ancora le terme Szechzeny (sicuramente ho scritto male) che sono quelle cittadine: purtroppo per mancanza di tempo non abbiamo potuto provarle. Comunque i costi sono assai contenuti. Ancora c’è uno zoo che si trova proprio a fianco di queste. Camminata sfiancante per il parco che è molto grande.
Abbiamo ripreso la foldalatti, ovviamente in direzione opposta per arrivare a Vorosmarty tèr che sarebbe l’inizio a nord della via commerciale e pedonale Vaci utca. In questa piazza c’è la pasticceria Gerbaud molto bella e una delle + famose di Budapest: i maschietti golosi, già l’avevano adocchiata e pensavano come avrebbero potuto convincere le femminucce a fare un’altra colazione (la terza!!!). La risposta è arrivata come una manna dal cielo, un segnale chiaro e limpido: le donne si sono catapultate nei negozi di Vaci Utca dove hanno perso circa 2 ore (Zara, M&H, Mango) e strisciato tante ma tante volte le nostre povere ed indifese carte di credito. Per ripicca e anche per affogare nei dolci i nostri profondi dispiaceri, abbiamo deciso di lasciarle in preda a forti convulsioni acquisto-maniacali per dedicarci alla visita della pasticceria e al sollazzo ennesimo del nostro pancino. Ci siamo rincontrati poco dopo, tutti e sei sorridenti, felici degli acquisti. Dopo mangiato un panino (ancora!??!?!?!?) perché le donne avevano fame e noi non potevamo mica guardarle!, siamo andati a visitare il mercato coperto il cui nome non mi accingo a scrivere (comunque è alla fine di Vaci Utca), carino e da vedere: sotto si vendono generi alimentari e al piano superiore roba tipica ungherese. Visita velocissima al ponte Elisabetta (dedicato alla principessa Sissi). Mentre stiamo camminando ci succede una cosa per la quale rido ancora adesso che penso di scriverla… Stavamo camminando lungo una strada e c’erano delle enormi pozzanghere d’acqua per la neve che si stava sciogliendo quando all’improvviso un’auto che va a velocità folle ci passa a fianco e letteralmente copre 2/3 di noi con un’onda di fanghiglia putrida e sporca. Io me la cavo e comunque mentre sto mandando a quel paese l’autista, mi volto e vedo uno dei miei amici immobile zuppo fracido con fango in faccia e nei capelli che guarda nel vuoto e non parla, mi scoppia una risata che mi stavo davvero facendo sotto, i muscoli della pancia hanno cominciato talmente a contrarsi da diventare spasmi che mi hanno fatto male anche il giorno dopo. Davvero divertente.
Ritorniamo in albergo per le 18,30 per un riposino veloce e una doccia.
La sera abbiamo prenotato per un ristorante consigliato dalla ottima Erika che si chiama Bagolyvar che praticamente si trova nel parco cittadino al fianco dello zoo. Facciamo chiamare il taxì che per la cifra di 8 euro ci porta a tutti e sei al ristorante (era una station vagon). Comunque ci arrivate con la foldalatti senza problemi. Ottimo e non si spende tanto. L’unico problema è arrivare presto perché noi siamo avevamo la prenotazione per le 21 e siamo arrivati alle 22: eravamo sa solti e la cucina chiudeva alle 22,30. Usciti alle 23,20 abbiamo ripreso la metro (foldalatti) e siamo scesi dopo tre fermate a Piazza Oktogon alle cui spalle (150 metri) si trova Liszt Ferenc Tèr dove si trovano molti locali bellini, dove bere qualcosa e/o ballicchiare: noi abbiamo scelto il Karma, davvero bellino dove potevi anche mangiucchiare qualcosina. Ovviamente dopo la tre colazioni, il pranzo e la cena molto abbondante abbiamo deciso che potevamo limitarci ad una buona birra! Dopo tutti a nanna.
SABATO: dalle previsioni il tempo doveva essere anche peggio del venerdì. Ci svegliamo, laviamo e scendiamo a fare la solita abbondante colazione dove, proprio perché già hai pagato, cerchi di ingozzarti a più non posso, con sguardi di disapprovazione degli altri ospiti.
Usciamo e, contrariamente alle previsioni, è una bellissima giornata di sole. Oggi è la giornata dedicata a Buda, sulla riva sinistra del Danubio. Prima però raggiungiamo a piedi il Parlamento: ragazzi da fuori è di una bellezza sconvolgente, mi sembra che alle 11 c’è la visita guidata che però decidiamo di non fare. All’esterno fotografiamo la bandiera ungherese con un buco al centro a ricordo della eliminazione del comunismo. Li a fianco visitiamo anche via Falk Minska che è la via degli antiquari. Ci dirigiamo poi a piedi verso il ponte delle catene. Percorriamo il lungo Danubio e pensiamo che deve essere proprio bello la sera d’estate con i molti locali aperti. Arriviamo davanti al ponte, è davvero maestoso e molto bello, ci voltiamo e c’è un hotel (mi sembra Grisham) che poi rivedremo di sera che è un vero è proprio spettacolo. Attraversiamo a piedi il ponte e arriviamo a buda. Bisogna salire sulla collina e ci sono due modi per farlo: la funicolare Siklò e i piedi o anche Bus: sarà perché i piedi facevano male sarà per la voglia di prendere un mezzo davvero originale e antico, che abbiamo optato per la siklò. Caratteristica davvero. Arrivati su ci siamo diretti subito verso la Chiesa di San Mattia. Bello passeggiare per queste strade dove c’è un bel silenzio che ci accompagna. A fianco della chiesa c’è Il Bastione dei Pescatori, costruito per difendere Buda è davvero unico e caratteristico e dal quale si vede un panorama stupendo della città tutta. Nota negativa è stata vedere alle spalle della chiesa e quindi vicino al bastione dei pescatori, un palazzo moderno di un grande hotel. Ma su questo dirò dopo nelle conclusioni. Altro giro ovviamente a piedi per le stradine e sosta alla Pasticceria Ruzwurm che è una pasticceria antichissima ma anche famosa perché era la preferita dalla principessa Sissi.
Cammino a ritroso e visita del palazzo reale che si trova vicino la Siklò. Dopo avere tentato invano di prendere un pullman che ci portasse alla Cittadella dalla quale si gode di un bellissimo panorama di Budapest, riprendiamo la Siklò e ci buttiamo quasi a casaccio in un pullman preso a volo (il biglietto giornaliero della metro è valido anche su gli altri mezzi) con direzione centro. Ovviamente l’intuito ci fa scegliere bene e in 5 minuti scendiamo nuovamente al centro di Pest. Di nuovo in metro direzione Stazione Nyugati dove c’è un bel centro commerciale. La stazione è carina non ben tenuta ed è stata progettata da Eiffel, si si quello della torre a Parigi. Proprio al fianco c’è il West End City Center, molto grande e bello, ricco di negozi dove passare due/tre ore. Si ripete nuovamente quanto accaduto il giorno prima: le ragazze pronte a comprare facendo a gara a chi spendeva si più, e noi, poveri maschietti lasciati li a fare a gara a chi vedeva le ragazze più belle. A loro andava bene… Pazze come sono per gli acquisti, il gioco valeva la candela: tanto più che guardare non potevamo fare, se non commenti buttati li, a volte senza senso. A noi pure andava bene.
Usciti ci rechiamo nuovamente a centro in Vaci utca per altro giro nei negozi di sera, e devo dire che questa strada con le luci diventa ancora più bella. Ma è la città che illuminata diventa affascinante. Ma anche di questo dirò dopo.
Alle 18,00 ritorniamo in albergo per la doccia e un veloce riposino almeno dei piedi. Scendiamo prima perché vogliamo fare un giro a Buda di sera per vedere Pest illuminata: con un taxi passiamo sul Ponte delle Catene illuminato e vi assicuro che è di una bellezza unica: ci passiamo sotto. Piccola delusione: il Parlamento che è stupendo quando ci sono tutte le luci accese, quella sera, è semispento. Comunque è davvero bello e non ha assolutamente nulla da invidiare a ben più blasonati parlamenti in Europa.
Il taxi ci accompagna in zona Raday Utca che è una via pedonale a fianco del mercato coperto per trovare qualche localino dove mangiare la sera e/o bere qualcosina. Ce ne sono diversi bellini ma alla fine la scelta cade sul Pampa Argentino che piace molto ad una nostra amica. Effettivamente mangiamo bene. All’uscita ci rechiamo sul Danubio per ammirare il palazzo delle terme Gellert che illuminato è semplicemente STUPENDO, mamma mia che bello! Li vicino c’è un locale dove si può bere che si chiama FOR SALE, dove si possono mangiare arachidi e buttare le bucce a terra (tanto c’è la paglia) e dove ogni ospite può lasciare qualcosa appesa ai muri, principalmente bigliettini. Anche noi lo abbiamo fatto. È davvero bello, piccolino, su due piani con musica dal vivo. Usciti ci siamo diretti in hotel non prima di aver ancora riso perché siamo passati esattamente dove il mio amico aveva incontrato la pozzanghera la sera prima.
DOMENICA: Si riparte. Alle 13,00 abbiamo l’aereo e intorno alle 11,15 dovremmo stare in aeroporto. Mi sveglio presto e convinco mia moglie e un’altra coppia a farci l’ultimo giretto. Prendiamo la metro e cerchiamo la pasticceria Lucaks in Andrassy Utca al n. 70 che dicono essere molto bella ma la domenica apre alle 10,00. Decidiamo allora di andare da Musvez che apre alle 9,00. Tutto fatto e riprendiamo la foldalatti a volo ma non facciamo il biglietto singolo che avevamo fatto per l’andata, tanto, dice il mio amico, “mica ci sono i controllori la domenica mattina”. Appena scendiamo li vediamo a distanza (li riconoscerete da un tesserino in petto, da una fascia sul braccio e dal fatto che si schierano come soldati) che parlano tra loro. La tensione e gli sguardi assassini delle ragazze, avevano creato un po’ di paura, anche perché se avessero voluto fermare qualcuno, lo facevano con noi dato che eravamo gli unici nella stazione. Mentre pensavo a che cosa dire se ci avessero fermato, dato che la fuga non era possibile per le ragazze, ci siamo passati vicini con una disinvoltura di chi HA il biglietto che non ci hanno manco guardato. Fiuuuuuu. Ritornati in albergo abbiamo sceso i bagagli e fatto la nostra solita abbondante colazione. Le donne hanno la brillante idea di recarsi ancora al centro dove i negozi aprono alle 11,00 per acquistare una cosa che avevano visto prima. Facciamo due conti e se si fa in fretta si può fare: manco finito di dirlo che loro già sono nel negozio a fare gli ultimi acquisti. Rientriamo in albergo dove già da un po’ ci aspetta il taxi che ci porta in aeroporto in notevole ritardo, ma in tempo utile per prendere il volo di ritorno.
Conclusioni: Per vedere la città due giorni sono pochi: credo ce ne vogliano 4. Ad esempio non ho fatto le terme che andrebbero fatte, non ho visto i musei, non ho visitato dall’interno alcuni palazzi come andrebbe fatto, quali il teatro dell’opera, il Parlamento, il palazzo reale… Ancora meritava sicuramente fare un giro sul battello e magari andare a vedere l’isola Margherita che sorge lungo il Danubio. Effettivamente due giorni sono pochini, ma è stato un primo assaggio di questa città con la speranza di tornare un giorno, magari con mio bimbo di un anno e mezzo che causa freddo non ho potuto portare. Sarà l’opportunità di rivedere posti che mi hanno affascinato, posti che invece non ho avuto modo di vivere. Ma sarà soprattutto la possibilità di vedere se avevo ragione a dire che tra una quindicina di anni, con la politica intrapresa di recupero e di rivalutazione dell’ingente patrimonio artistico di questa città, vedremo quella che sarà la vera Budapest. Budapest è una città particolare, molto bella e io amo dire POTENZIALMENTE stupenda. Ha poco da invidiare a molte altre città d’Europa assai più blasonate. Ha una quantità di monumenti e palazzi enorme. Voglio citare la Chiesa di San Mattia, Il Palazzo Reale e la Cittadella, la Siklò, Il ponte delle Catene, lo stupendo Parlamento, il Teatro dell’Opera, Il Mercato Coperto, Piazza Oktogon, Piazza Degli Eroi, il parco civico con l’annesso Castello, Le Terme, I Musei (ce ne ha tantissimi)… Altri palazzi stupendi che se stessero in altre città, sarebbero valutati davvero tantissimo…Ecco qui sta il problema di Budapest: la città ha potenzialità enormi ma il troppo poco tempo trascorso dall’uscita del comunismo non le ha permesso di attuare una politica efficace di recupero del suo patrimonio artistico-culturale. Una politica urbanistica passata ha fatto tanti danni visibili: palazzi moderni costruiti vicino palazzi storici stupendi: l’esempio fatto prima del palazzo di un grand hotel costruito a 10 metri della Chiesa di San Mattia e solo uno degli esempio di quanto scelte scellerate possano danneggiare irreparabilmente una città. Il segno lasciato dal comunismo è ancora evidente e ci vorrà un po’ di tempo per scrollarselo di dosso. Ma il processo è cominciato: tanti sono gli sforzi che vanno in questa direzione. E non solo a livello politico ma anche e soprattutto civile: sul volto degli ungheresi, nella loro vita quotidiana traspare tutta la voglia di alzare la testa e portare la città a divenire una belle più belle d’Europa. E per me lo è già.