Budapest, la perla del Danubio
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1° Giorno
Siamo partiti da Milano Malpensa con WizzAir, compagnia aerea low cost ungherese, con mezz’ora di ritardo e con completa disorganizzazione del personale a bordo. Arrivati a Budapest ci siamo diretti con il bus e poi la metro verso il nostro albergo, che si trovava in Dohany Utca, il Continental Zara Hotel. Non ci sentiamo di consigliarvi totalmente questo hotel, poichè al di là dell’ottima posizione e della fantastica colazione, ha parecchie cose che non vanno. La posizione, appunto, era ottima poichè di fronte avevamo Blaha Lujza Tér, con la fermata metro che ci portava in ogni luogo della città. Dopo aver posato le valigie ed esserci fatti un bel paninazzo al vicino Mc Donald’s (tra l’altro è uno dei più eleganti della catena), siamo partiti all’avanscoperta. Da Blaha Lujza Tér, abbiamo preso la metro per Kossuth Lajos Tér per avvicinarci alla zona del Parlamento. Da lì, abbiamo camminato a piedi fino a Szabadsàg Tér, la Piazza della Libertà, dove al centro sorge il monumento all’esercito sovietico, l’unica statua comunista che rimane in città. Lungo la strada che costeggia la piazza, abbiamo potuto ammirare la straordinaria ex Cassa di Risparmio Postale, che oggi fa parte della Banca Nazionale d’Ungheria.
Poi ci siamo recati in direzione della Basilica di Santo Stefano, l’edificio di culto più importante di tutta l’Ungheria. Iniziavamo ad essere sempre più meravigliati. Dopodichè ci siamo recati verso il fiume, incontrando un’altra bellissima piazza, Széchenyi Istvàn Tér, da cui si vede uno dei panorami più belli verso la Collina del Castello di Buda. Abbiamo ammirato il Ponte delle Catene, nella sua imponenza e maestosità, e in silenzio, entusiasti, abbiamo costeggiato a piedi il fiume, godendoci la brezza e i colori che il cielo stava donandoci con il vicino tramonto, quando ci siamo imbattuti in una serie di scarpe, l’una accanto all’altra, di donne, uomini, bambini, accompagnate da fiori e candele sul ciglio del fiume: ecco le Scarpe sul Danubio, monumento dedicato agli ebrei ungheresi uccisi e gettati nel fiume. Siamo rimasti molto tempo a guardare, a pensare, a riflettere, a commuoverci. Davvero straziante, colpisce nel profondo. Ripresi dalla tristezza, vediamo in lontananza uno dei simboli più belli di Budapest, il Parlamento. Che meraviglia! Purtroppo non si poteva accedere poichè era tutto chiuso intorno per lavori, forse per la costruzione della metropolitana. Che delusione! Ci siamo purtroppo accontentati di ammirarlo da lontano, così ci siamo diretti sulla via del ritorno, risollevati per lo spettacolo che ci stava offrendo il Ponte delle Catene illuminato. Stupendo! Contenti e soddisfatti, torniamo affamati verso il nostro albergo.
2° Giorno
Oggi invece ci dedichiamo alla parte di Buda con le sue colline. Scendiamo alla fermata metro di Ferenciek Tére, percorriamo un pezzo di Vaci Utca, andiamo verso il Erzsébet Hìd, ovvero il Ponte Elisabetta, bianco e moderno che offre un bellissimo panorama, e lo attraversiamo prendendo il 7 da Szabadsayto Utca. Scendiamo a Moritz Zsigmond Korter, da lì prendiamo il 27 che ci porta fino alla cima della Collina Gellért, dove c’è la Cittadella e il Monumento alla Libertà. La cittadella fu fatta costruire dagli Asburgo per difendere la città dalle insurrezioni. E’ molto bello arrivarci, in quanto dalla fermata dell’autobus, c’è un bel pezzo di strada da fare, ma è tutto circondato dal verde, da alberi, fiori, si respira calma e tranquillità. Arrivati in alto, armati come sempre di macchina foto (questa volta una macchina foto come si deve!) e treppiede, ci siamo scatenati con le fotografie, perchè il panorama è davvero suggestivo. Lasciata la Cittadella, scendiamo di nuovo con il 27, facciamo pranzo e poi prendiamo il 19 da cui scendiamo alla fermata Clark Adam Tér. Da qui prendiamo il 16 fino a Disz Ter, che si trova nel quartiere del Castello. Arrivati qui ci rechiamo verso il Palazzo Reale, esattamente verso la Scalinata degli Asburgo, dove vi è il turul, ossia una statua bronzea che rappresenta un uccello mitologico simile ad un falco. Dalla scalinata si ammira in lontananza la statua di Eugenio di Savoia, statua equestre considerata la più bella di Budapest. Attraversando il cortile e spuntando dall’altra parte del Castello, ci ritroviamo di fronte alla Fontana di Mattia Corvino, bellissima ma ahimè non in funzione.
Lasciato il Castello, ci dirigiamo a piedi verso il punto più emozionante di Budapest: la Chiesa di Mattia Corvino e il Bastione dei Pescatori. La Chiesa di Mattia Corvino è semplicemente maestosa, lo sguardo si perde sugli innumerevoli dettagli che ne fanno un diamante dalle mille sfaccettature. Ogni parete, ogni colonna, ogni singolo centimetro sembra essere illuminato di vita propria e gli occhi fanno fatica ad abituarsi ad uno spettacolo così continuo, tant’è che se entrate dentro con fuori una giornata di sole come noi farete inizialmente difficoltà ad adattare la vostra vista a tale spettacolo. Vi diciamo che già solo a vederla da fuori, notando il tetto, vi renderete conto che vale il viaggio da casa vostra fino a Budapest. Il Bastione dei Pescatori è uno dei punti più panoramici e romantici della città, con un fascino tutto suo che ti conquista. Da qui si può ammirare il Parlamento in tutto il suo splendore. Un nostro consiglio è quello di recarsi in questo punto sulle calde luci del crepuscolo, per potersi stupire di quanto sia imponente il Danubio che spacca in due la città. Dopo così tante emozioni e sorprese, riprendiamo il 16 e da Clark Adam Ter ci dirigiamo verso la Pietra del chilometro zero, il punto dal quale sono misurate le distanze di tutte le vie della città! Poi ci inoltriamo verso Erzsbet Ter, dove si trova la Statua di Sissi, molto amata dagli ungheresi.
3° giorno
Oggi abbiamo pianificato una bella gita fuori porta. Dove? A Godollo, paese che dista una 30ina di km da Budapest, famoso per il Palazzo Reale, la residenza estiva tanto amata dall’Imperatrice Sissi. Prendiamo la metro fino a Ors Vezer Tere e da lì il treno che in 45 minuti ci porta a destinazione, la fermata Szabadsag Ter. E’ molto comodo arrivare a Godollo, i treni passano ogni 20 minuti e il Castello è proprio di fronte. La visita purtroppo non è stata un granchè perchè era guidata, nessuno ci ha detto che si potevano avere gli audioguida, di conseguenza ci siamo sorbiti un’ora e passa di visita in ungherese senza capirci niente. Per fortuna in ogni stanza vi erano brevi descrizioni in inglese, almeno per capire dov’eravamo. Altra delusione: non si possono scattare fotografie, neanche pagando un supplemento. Finita la visita, acquistiamo souvenirs e poi mangiamo da Pizza Palazzo, rinomato dagli ungheresi per la sua ottima pasta, proprio di fronte alla fermata del treno. Torniamo in città, prendiamo poi la metro e scendiamo in centro, a Deak Ferenk Ter, percorriamo Deak Ferenk Utca, via, insieme a Vaci Utca, in cui ci sono numerosi locali e negozi alla moda. Compriamo souvenirs, le magliette d’obbligo all’Hard Rock Cafè e poi torniamo all’albergo.
4° giorno
Raggiungiamo il Parco Municipale prendendo la linea M1, la metropolitana più antica dell’Europa Continentale. Davvero emozionante! Sembrava di essere tornati indietro nel tempo! Scendiamo a Bajza Utca di modo che possiamo percorrere un po’ di Andrassy Utca, la via patrimonio dell’Unesco. Arriviamo in fondo rimanendo estasiati dallo spettacolo che offre Piazza degli Eroi, la piazza più grande di Budapest. Veramente impressionante dall’imponenza che mostra. Da lì svoltiamo verso sinistra, al Museo delle Belle Arti, tappa fondamentale in ogni nostro viaggio! Al piano sotterraneo abbiamo ammirato opere egizie, il piano terra invece era chiuso, con profonda delusione, ed ospita opere greche e romane. Allora siamo saliti al piano successivo e abbiamo ammirato opere di Raffaello, di El Greco, di Klimt e con nostro stupore e contentezza abbiamo trovato opere dell’artista che avevamo ammirato a Praga: Oskar Kokoshka!
Dopo aver visitato in lungo e in largo il Museo, ci siamo diretti verso il Parco, alla ricerca della Ruota del Tempo, che con i suoi 8 m di altezza e le sue 60 tonnellate è la clessidra più grande al mondo. La sabbia in realtà è costituita da granelli di vetro e scorre da un’estremità all’altra nel giro di un anno. Che monumento particolare ed entusiasmante! Poi ci siamo lanciati alla ricerca della Statua dedicata ad Anonimo, poichè tiene in mano una penna scintillante e gli scrittori (sia affermati sia aspiranti) hanno l’abitudine di toccarla per trarne ispirazione. La statua si trova di fronte al Castello di Vajdahunyad, ispirato ad una fortezza della Transilvania. E’ un luogo molto caratteristico e romantico, circondato da verde, ponticelli e laghetto. Affamati ci dirigiamo verso un ristorante con una terrazza sul lago, più o meno di fronte allo Zoo: Robinson. Cari Turisti per Caso, se vi recate a Budapest non potete non fare una sosta qui! I prezzi sono elevati, ma credeteci vale davvero la pena! Ci siamo accomodati dentro, in un ambiente molto accogliente e intimo, curato e con un servizio impeccabile. Il proprietario è stato simpatico e accomodante nonostante la ricercatezza del luogo. Abbiamo preso un antipasto di salumi e salse tipiche ungheresi: che squisitezza! Poi un piatto di ravioli neri ripieni di salmone con spinaci, mascarpone e vino bianco. Ragazzi che bontà! Deliziosi! Dopodichè una torta al cioccolato con marmellata di albicocca (simil Sacher) con sopra una spruzzata di panna montata e frutti di bosco. Mmm! A ripensarci ci viene l’acquolina in bocca! Inoltre troverete delle simpatiche paperelle che vi faranno compagnia durante il pranzo, o la cena. Belli pieni e allegri, camminiamo un po’ per il parco. La giornata ahimè è finita, e dobbiamo tornare in albergo a prendere le valigie. WizzAir ci aspetta!
Budapest… In ogni angolo della città si respira un dualismo tra la certezza del progresso e l’incertezza del passato, poichè Budapest se da una parte è ricca e splendente, dall’altra si presenta come una città decadente e trascurata. Ma non per questo riesce a perdere il suo impatto visivo ed emozionale su chi bazzica le sue vie, chi ascolta le voci costantemente sottomesse degli ungheresi, la sofferenza dei senzatetto sparsa un po’ ovunque, la severità degli sguardi, eppure tutto questo non intacca la purezza di una città che ha fatto della sua nostalgia uno dei suoi più grandi punti di forza, e della sua bellezza tutta luce ed ombre una delle realtà più affascinanti dell’Europa dell’est.