Budapest: istruzioni per l’uso 3
Trovato l’albergo, vista la pioggia insistente e la stanchezza del viaggio abbiamo optato per una cena veloce da purghe king e via a disfare le valigie e riposare.
Il lunedì, visto che è praticamente tutto chiuso, abbiamo preferito andare a fare una gita fuori città dirigendoci a Godollo per vedere il castello di Sissi (con il trenino della HEV, non compreso nell’abbonamento settimanale, biglietto al capolinea o a bordo senza sovrapprezzo) dopo una colazione al Lado cafè (bel locale, colazione tra i 3 e i 5 euro a seconda di cosa si prenda, continentale, francese.. + prezzo della bevanda). Il castello è carino, (appena messo a posto dopo il semestre di presidenza europeo dell’Ungheria) si gira in due-tre ore. Il parco del castello (per dare l’idea dell’estensione, direi meno della metà di quello di Racconigi) è ad ingresso libero, molto fiorito e ben curato nella prima parte, meno nella parte più lontana dal castello.
Li vicino un parchetto tranquillo dedicato a Sissi (Erzebeth) in cui abbiamo pranzato con un chiosco dei gelati davanti che ai turisti per 150 Huf (è il più economico che abbiamo visto, in centro arrivano a 300) da una pallina di gelato (buono) nel cono ed agli ungheresi due. Se si ha tempo da attendere prima di riprendere il treno è piacevole.
Tornati in città verso le cinque abbiamo fatto un giretto sul tram numero 1 preso di fianco al parlamento e visto la città da quella prospettiva (consigliato). Visitala la parrocchia del centro città (niente di che), cena al govinda in zona parlamento con menù dai 750 ai 1450 huf per una cena vegetariana in un locale interrato. A me è piaciuto molto, la mia compagna non l’ha digerito. Dopo cena giretto nei dintorni, pur essendo in centro la zona era quasi deserta (l’unica zona in cui c’è sempre gente è Vaci utca) ed alle 10:30 in albergo.
Terzo giorno in zona Buda. Raggiunta con la metro la zona bassa di Buda abbiamo girato a piedi prima di arrivare alla galleria nazionale e alla chiesa di Mathias. Se si ha tempo è un bel giro, stancante per i dislivelli ma molto carino.
La Chiesa di Mathias (biglietto d’ingresso 900 huf), in stile orientale è molto bella (sia dentro che fuori) ed è circondata dal bastione dei pescatori (non prendere il biglietto 500 huf, è diviso in due zone ed una è libera, si vedono le stesse cose senza spendere).
Alla galleria nazionale ungherese (prezzo dai 1000 per la permanente ai 4000 per tutto il pacchetto) parlano solo magiaro e i visitatori sono così rari che c’è un solo bagno. Normalmente i turisti si fermano davanti alla galleria (senza entrare) ad ammirare la fontana di Mathias ed il panorama. Con la giusta calma è consigliabile vederla anche non conoscendo gli artisti (gli ungheresi non mi sono familiari). Noi abbiamo fatto il biglietto completo con le temporanee (una molto bella, l’altra no) ma è stancantissimo con i suoi tre piani enormi per cui tornassi indietro farei la sola permanente.
Usciti ci siamo diretti al labirinto del castello (è in una parallela alla strada tra la chiesa e la galleria) che è una delle cose più belle di Budapest. Entrati ti danno un lume a gas e giri per i sotterranei con questa scoprendo statue, fontane e molto altro fino ad arrivare al panteon moderno che è una splendida idea. In questa zona direi che non c’è molto altro a meno di volerlo cercare con il lanternino (noi l’abbiamo fatto ma non ne valeva la pena). Scendendo verso la metro ci sono diversi locali dove mangiare a prezzi minori che a pest ma noi non ci siamo fermati prediligendo l’attraversamento del Danubio. Girando in zona parlamento ci siamo fermati all’ummus bar a mangiare. Gentili ad offrirci una limonata di benvenuto, meno a consigliarci male il menù con una crema gaelica non proprio esaltante. Per chiudere la serata giretto in riva al Danubio con un po’ di timore perché eravamo praticamente soli guardando l’altra riva del fiume illuminata con un panorama da favola.
Mercoledì mattina abbiamo finito il giro nella parte bassa di Buda (al di la del fiume non richiede di salire). Niente di che, l’unica cosa curiosa è la chiesa calvinista.
Attraversato il ponte abbiamo fatto un giro ai mercati generali e poi a ghellert (se ci andate in tram scendete alla fermata davanti all’hotel). Non abbiamo visto la chiesa nella grotta (non avevamo voglia di pagare il biglietto per una cosa che non ci ispirava più di tanto ma non l’hanno fatto nemmeno i giapponesi) ed abbiamo fatto la “scalata” per la costa della collina fino ai monumenti della parte alta. Molto carino (e stancante) salire e scendere in un boschetto a due passi dal centro anche se la zona non è consigliabile la sera.
Per finire la giornata di visite siamo andati al parlamento (gratis per europei, con prenotazione il mattino verso le 8:30 per la visita guidata, nel nostro caso delle 18) che è davvero bello e consigliabile anche a chi ha fretta.
Cena in via Vaci al Fatal in cui si mangia un piatto (scenografico e sostanzioso) a testa con prezzi tra i 3000 ed i 5000 Huf. Consigliabile al punto da tornarci la sera dopo (provati il gulash, la zuppa di cipolle, l’insalata e il roat beef, tutti buoni e abbondanti). Giretto a piedi in zona Vorosmary con giro nella metro 1, quella più storica che è davvero carina nei suoi ingressi (occhio al verso, occorre scendere dal lato giusto).
Il giovedì abbiamo iniziato la giornata dirigendoci a nord di Pest verso il parco di Varosliget. Il parco è molto carino ed ha diverse cose che valgono la pena di essere visitate. Noi abbiamo iniziato con un giro nel parco ed al castello di Vajdahunyad (solo da fuori) ed a seguire, dopo aver visto il monumento al millennio siamo andati al museo “fine arts”. Qui abbiamo optato per la sola esposizione permanente (la temporanea era sulle mummie) che si è rivelata carina e veloce da visitare. La parte della preistoria non ci ha entusiasmato, melto meglio rivedere El Greco, Tiziano ed i maestri più o meno noti della pittura occidentale. Usciti dal museo abbiamo ritrovato la pioggia e conseguentemente abbiamo cambiato i programmi dedicandoci ad un giro di Via Andrassy (patrimonio dell’unesco) ed ai suoi musei. Una piccola nota su via Andrassy ci vuole perchè accanto ad edifici stupendi abbiamo visto la decadenza più assoluta con palazzi d’epoca che cadevano letteralmente a pezzi. Un vero peccato. Accennavo prima ai musei della zona, quello dedicato a Kotaly è chiuso per restauro. Quello della collezione di arti orientali di Hopp è un pacco pazzesco (la collezione permanente non si può visitare e la temporanea ha due sale con si e no 50 pezzi). Listz è una casa museo parzialmente visitabile (nel resto della casa c’è una scuola di musica. Si possono vedere un pò di pianoforti, spartiti e riconoscimenti vari. Niente foto nemmeno qui se non si paga un biglietto supplettivo. Per chi decide di visitarlo è obbligatoria la foto con le scarpette d’ordinanza per non rovinare i tappeti. La casa del terrore è molto significativa con le foto delle vittime del nazismo e del comunismo, il carrarmato che ti si para davanti ed un allestimento davvero bello pur con poche cose. L’opera invece non siamo riusciti a vederla perchè le visite si fanno solo se guidati ed in ore determinate (alle 15 ed alle 16), ci ritorneremo. Finito il giro, un pò arrabbiati per l’opera, kotaly e hopp che le guide descrivevano diversamente abbiamo fatto un giro in centro prima di andare a mangiare cena, anche perchè erano le cinque e ci rodeva il fatto che fosse già tutto chiuso. Dopo cena giro in riva al danubio alla ricerca delle scarpe degli ebrei, monumento davvero bello con scarpe di ogni foggia posate sulla riva del Danubio a rappresentare i numerosi ebrei buttati nel fiume durante le persecuzioni.
Il venerdì è iniziato con la basilica di San Matteo in cui un losco figuro chiedeva 200 fiorini o 1 euro per entrare (se si passa dall’uscita non si paga). Dentro tutte le freccie indicavano la famosa reliquia sacra della mano del santo ma, dopo venti minuti di ricerca e domande a due persone con il cartellino abbiamo capito che anche questo era chiuso. Non abbiamo fatto la vista dall’alto che si paga e non ci sembrava significativa. Usciti siamo tornati a Varosliget per andare allo zoo. Posto magnifico a cui abbiamo dedicato l’intiera giornata uscendo alle 18:30 ed in cui abbiamo visto, tra mosaici ottocenteschi gli animali più impensabili trattati benissimo (ottimo cibo e molto personale che si prende cura di loro con ogni mezz’ora presentazioni di animali diversi per far conoscere questi esseri viventi così come sono). Giro alla casa della secessione (bella da fuori, l’interno è un negozio in cui si paga l’ingresso!). Usciti siamo andati parco dei divertimenti che è li accanto ma era tardi e visto che chiudeva alle 20 non siamo entrati. Ci è spiaciuto perchè la visione dall’esterno era davvero bella con i giochi in legno ed un sacco di gente festante. Dopo un’altra piccola sosta nel parco in cui abbiamo sentito anche un pezzo di un concerto ci siamo diretti verso il centro a cercare i francobolli per le cartoline (senza successo, gli uffici postali fanno orari ridotti e noi li abbiamo trovati chiusi il venerdì pomeriggio e il sabato). Vagando tra via Vaci e via Petofi Sandor abbiamo scoperto una pizzeria (Leno) che con 5,5 euro ti dava pizza (a scelta tra 15 tipi) e bibita analcolica. Un pò titubanti ma speranzosi visto che era piena ci siamo accomodati e abbiamo mangiato una pizza migliore di quella che mangiamo sotto casa. Dopo cena siamo andati a cercare la principessa vicino al fiume che aveva appassionato il principe Carlo d’Inghilterra per toglierci la curiosità di vederla da vicino. Finita la ricerca, fatte due foto, siamo tornati in albergo.
Il sabato abbiamo cercato di fare tutto ciò che non eravamo riusciti a vedere nei giorni precedenti. Al mattino siamo andati a memento park, il parco delle statue del regime comunista tolte dal centro di Budapest (in periferia ce ne sono ancora). Le statue sono poche ma sono enormi e scenografiche. Il posto arrivandoci con i mezzi pubblici (tram prima e bus poi compresi nell’abbonamento) è anonimo e non così scontato da trovare. Lo abbiamo visto solo perchè guardavandoci intorno (zero indicazioni) abbiamo visto due piedi in bonzo spuntare. Pranzo al mercato generale mangiando lagos (occhio a scegliere solo quelli con il prezzo segnato sui cartelli e non quelli esposti che costano quattro volte tanto) e gulash per poi procedere con l’acquisto di qualche souvenir e poi dritti verso la sinagoga (chiusa e senza inidicazioni di orario e chiusura). Fattoci il giro intorno abbiamo visto il memoriale di Imre Varga e poi ci siamo diretti verso l’opera. Il teatro dell’opera è davvero carino anche se come quasi tutto ciò che abbiamo visto vive di contraddizioni. Andare a vedere una rappresentazione costa dai 2 ai 70 euro circa. La visita guidata in italiano ne costa 12 per 40 minuti. Noi abbiamo preso anche un foto ticket ma sinceramente non era necessario perchè tutti fotografavano senza. Usciti siamo andati ad Obuda per vedere il museo Vasarely in cui non siamo potuti entrare (chiudevano dopo un quarto d’ora e non ci hanno consentito l’accesso) e le donne con l’ombrello di Imre Varga (carine e con foto a tema). Con una cena leggera ed il rientro in albergo ci siamo preparati per la partenza del giorno dopo in cui l’aereo era puntuale ed il tempo finalmente decente.
In un altro post parlerò dell’atmosfera e della gente incontrata, se ne avrò ancora la forza e la memoria.