Budapest: incantevole e magica città
Il mattino successivo, dopo un’abbondante prima colazione, ci dirigiamo verso la collina di Buda: percorriamo nuovamente il lungo Danubio ed attraversiamo il Ponte delle Catene (Szechenyi Ianchid), il più antico della città, sormontato da due torri gemelle con ai piedi due enormi leoni ed arriviamo in piazza Clark Adam: da qui prendiamo la Siklò (biglietto andata/ritorno circa € 5,50 a persona), una funicolare costruita nel 1870, che si inerpica fino a Szeni Gyorgy ter. E’ possibile salire sulla collina anche a piedi oppure con gli autobus. Appena smontati dalla funicolare ci dirigiamo verso destra; oltrepassiamo il palazzo Sandor, sede degli uffici del Presidente della Repubblica e camminando lungo Uri Utca, ci troviamo davanti al palazzo che un tempo ospitava il Ministero della Difesa, un edificio bombardato durante la II guerra mondiale. Giungiamo poi in piazza Szentharomsag con al centro una statua della Santa Trinità, una “colonna della peste” eretta in segno di riconoscenza dai cittadini di Buda scampati al flagello all’inizio del XVIII secolo. Di fianco ammiriamo la Chiesa di Mattia Corvino ed il Bastione dei Pescatori, da cui è possibile scorgere uno dei panorami più suggestivi di Budapest. Si tratta di una costruzione comprendente 7 scintillanti torri bianche che rappresentano le tribù magiare che si insediarono nel bacino Carpatico verso la fine del IX secolo. Di fronte, sotto la statua equestre di Santo Stefano, un uomo vestito con abiti tipici, tiene sul braccio un’aquila ammaestrata con la quale i turisti possono farsi una foto. E’ possibile visitare gratuitamente alcune torri del Bastione poiché in una, si trova un piccolo bar; per le altre invece, è necessario pagare ma il panorama è identico a quello già visto dalle prime. Noi acquistiamo un unico biglietto (circa € 6,50 a persona) comprendente anche l’ingresso alla chiesa di Mattia Corvino (orari di apertura lun.-ven. 9/17; sab. 9/13; dom. 13/17). Tenete bene a mente gli orari di apertura di quest’ultima perché sarebbe un vero peccato non vederla (il sabato pomeriggio la chiesa rimane chiusa poiché alla sera vi si tengono concerti d’organo); il tetto è costituito da tegole colorate e pinnacoli, recentemente restaurati; l’interno è spettacolare, da togliere il respiro: un tripudio di vetrate istoriate, affreschi e decorazioni murali. A destra dell’altare alcuni gradini portano alla cripta in cui è conservata la collezione di arte ecclesiastica comprendente antichi ostensori, reliquari e calici nonché riproduzioni della corona di Santo Stefano ed altri elementi relativi all’incoronazione. All’uscita continuiamo a camminare per le strade della collina di Buda imboccando Fortuna utca, e dopo essere passati davanti all’ingresso dell’ Hilton di Budapest, il cui edificio incorpora alcune parti di una chiesa medievale dei domenicani e di un collegio gesuita di epoca barocca, arriviamo alla Porta di Vienna, l’ingresso medievale della Città Vecchia. Nello spiazzo antistante troviamo un imponente edificio con il tetto ricoperto da tegole in maiolica colorate che ospita gli Archivi Nazionali. Poco lontano è possibile ammirare la Torre di Maria Maddalena, che è la ricostruzione del campanile di una chiesa del XVIII secolo, convertita in moschea sotto il dominio turco e distrutta durante un bombardamento aereo nel 1944. Ritorniamo indietro percorrendo la stretta Tansics Mihaly utca, posta a sinistra della Porta di Vienna e parallela a Fortuna utca, piena di casette dipinte a colori vivaci e decorate con statue, fermandoci per uno spuntino veloce in un ristorantino, Tarnok Kavezo (si trova nel tratto di strada compreso tra la Chiesa di Matteo Corvino ed il Palazzo Reale), che prima ha attirato la nostra attenzione perché ha la facciata ricoperta da riquadri rossi e gialli e sui vetri il menù è scritto in varie lingue. Ordiniamo un’insalata mista composta da lattuga, pomodori, cetrioli, mais e pezzetti di prosciutto ed un antipasto di salumi e formaggi e paghiamo € 17,00 compresa una bottiglia di acqua naturale. Giunti nuovamente al Palazzo Reale, il cui vasto complesso ospita una serie di musei (Galleria Nazionale Ungherese, Museo della Storia di Budapest, Biblioteca Nazionale Szechenyi) generalmente visitati da chi è interessato alle opere d’arte ivi conservate, passiamo attraverso la Porta di Matteo Corvino per ammirare la Fontana di Mattia, che raffigura un giovane Matteo Corvino in tenuta da caccia, poi, prima di riprendere la Siklò, attraverso la Scalinata degli Asburgo, scendiamo in un cortile con bel giardino dal quale è possibile vedere il panorama della città da un’altra prospettiva: ecco infatti, la cittadella fortificata, una fortezza posta sulla sommità della Collina Gellert, con il monumento alla Libertà, rappresentata da una donna che tiene in mano una fronda di palma. Tornati in piazza Clark Adam, tra i cespugli, scorgiamo la Pietra del chilometro zero, una struttura in cemento a forma di ciambella allungata, che rappresenta il punto dal quale sono misurate le distanze di tutte le strade ungheresi dalla capitale. Attraversiamo il Ponte delle Catene e ci dirigiamo verso l’imbarcadero dei battelli che fanno le crociere sul Danubio.
Stamattina alcuni ragazzi ci hanno dato il depliant di una compagnia della quale non ricordo il nome, le cui imbarcazioni sono più piccole rispetto a quelle della più nota compagnia Legenda e la descrizione è solo in inglese ma il costo è decisamente inferiore (€ 8,00 a persona mentre con la compagnia Legenda il prezzo è di circa € 15,00 a persona). In realtà la scelta si rivelerà poco oculata: durante la navigazione non riusciamo né a sentire la descrizione proveniente dagli altoparlanti, perché gracchiano, né a tradurre alcunché. Ci limitiamo così ad ammirare il panorama ma rimaniamo delusi. Con il senno di poi conveniamo che sarebbe stato meglio prendere uno dei battelli della Legenda (sul sito legenda.hu è possibile visionare gli orari di partenza delle crociere, anche di quelle notturne, a seconda del mese; le partenze si effettuano dal lungo Danubio, Vigadò ter dock 7): avremmo avuto l’audioguida in italiano e nel prezzo era compresa anche una bibita. Sarà per la prossima volta! Siccome per cena abbiamo prenotato un ristorante un po’ lontano dal centro, finita la crociera, che in tutto dura da 40 a 60 minuti, andiamo in piazza Vorosmarty ter e da lì con la metro arriviamo fino alla stazione Opera. All’uscita facciamo appena in tempo ad ammirare dall’esterno il Teatro dell’Opera di Stato Ungherese, la cui facciata è decorata con statue raffiguranti Liszt, Mozart, Verdi e Puccini, che scoppia un diluvio. Percorriamo così Andrassy Ut, lungo viale alberato contornato da bei palazzi e sede di molti teatri, sotto l’ombrello, affrettandoci per arrivare in Izabella utca nn. 36-38, al ristorante Zeller Bistro. Le recensioni lette su Tripadvisor che classificano quest’ultimo come il migliore di tutta Budapest, ci hanno invogliato a provarlo. Abbiamo prenotato un tavolo per le 20 inviando una mail dall’Italia, in inglese, sul profilo Facebook del locale. Scendiamo qualche gradino ed entriamo in un piccolo angolo di paradiso: luci soffuse, pareti a mattoncini, pavimento in parquet, tavoli in legno apparecchiati semplicemente con una piccola candela accesa al centro, teli bianchi appesi al soffitto a formare delle vele. La cena poi, è molto gustosa: assaporiamo una zuppa di funghi con olio al tartufo, un petto di pollo alla paprika ed un brasato di manzo, entrambi accompagnati dagli gnocchetti tipici, e per finire una spettacolare fetta di torta con noci e carote. Da bere tre birre piccole della casa. Ci offrono anche uno spumantino per aperitivo e due cup cake per finire: il tutto per circa € 31,00. E’ proprio valsa la pena prendere tanta acqua per arrivare fin qui!
Per il nostro terzo giorno a Budapest ci attende la visita guidata, in italiano, al Parlamento Ungherese: l’abbiamo prenotata con largo anticipo da casa, quasi un mese prima della partenza, collegandoci sul sito internet jegymester.hu e seguendo le istruzioni in inglese (bisogna selezionare il giorno e l’ora in cui si è interessati ad effettuare la visita guidata nella lingua prescelta e poi, una volta effettuato il pagamento tramite carta di credito, stampare i biglietti da mostrare all’ingresso; il biglietto con visita guidata costa € 6,00 a persona); arriviamo un po’ in anticipo e pertanto, ci soffermiamo ad ammirare il palazzo dall’esterno. Si tratta dell’edificio più grande di tutta l’Ungheria il quale presenta una commistione di stili architettonici: neogotico, neoromanico e neobarocco. Sulla facciata occidentale ci sono figure raffiguranti i re, i principi ed altri notabili illustri della storia ungherese che rivolgono lo sguardo al fiume; il portale principale c.d. Porta del Leone, si trova dal lato opposto. A destra del portale c’è l’ingresso per i visitatori: ci mettiamo in fila e all’orario fissato, le guardie ci fanno avvicinare all’entrata dove ci aspetta un funzionario del Parlamento che farà da guida. La visita prevede solo alcune sale dell’ala nord e comprende la Scalinata principale che conduce alla Sala della Cupola, dove è esposta la Corona di Santo Stefano, l’icona più importante della nazione insieme alla spada cerimoniale, al globo ed allo scettro persiano ornato da un pomo di cristallo raffigurante un leone, una delle sale a volta in cui hanno luogo i dibattiti politici e la Sala dei Congressi dove fino al 1944 si riuniva la Camera Alta.
All’uscita dal Parlamento ci rechiamo in metro, alla Grande Sinagoga (gli orari di apertura domenica/ venerdì variano in estate ed in inverno ma in ogni caso il sabato è sempre chiusa; il biglietto di ingresso senza guida costa circa € 9,50 a persona), un edificio smerlato con la facciata di mattoni invetriati rossi e gialli e 2 enormi torri in stile moresco sormontate da cupole a cipolla. La visitiamo senza l’ausilio della guida ma non riusciamo a comprendere totalmente il significato di quello che vediamo: tutta la simbologia legata al culto ebraico ci è sconosciuta ed anche della storia degli ebrei abbiamo poche nozioni scolastiche. Sarebbe stato importante invece, ascoltare delle spiegazioni che avrebbero di certo reso più interessante e meno sterile la nostra visita. All’esterno poi, in un cortile, si trovano il Monumento alle Vittime della Shoah, un enorme albero della vita sulle cui foglie di metallo sono riportati i nomi delle centinaia di migliaia di vittime ed un piccolo cimitero dove vicino alle tombe, al posto dei fiori, sono raggruppati dei sassi. Anche di questa “usanza” non cogliamo il significato e ce ne rammarichiamo.
Successivamente prendiamo la metro in piazza Deak Ferenk Ter e scendiamo alla fermata Arany Janos utca dove, nell’omonima strada, è situato First Strudel House of Pest, il locale che abbiamo scelto per un pasto veloce prima di andare alle terme. Già dal nome si capisce che qui il piatto principale sono gli strudel, dolci e salati. Ne ordiniamo così, uno con asparagi, carote e broccoli servito con una salsina, un altro con ragù piccante in salsa di paprika e uno ripieno di ricotta e ciliegie per dolce. Il tutto accompagnato da due birre piccole alla spina. Gli strudel salati sono croccanti e saporiti e quello dolce è delizioso; in tutto paghiamo circa € 17,00.
Dopo un passaggio veloce in albergo per mettere il costume e prendere uno zaino con il cambio e gli accappatoi, siamo pronti per il nostro pomeriggio di relax alle terme. Dei 5 Bagni presenti in città abbiamo scelto quelli Szechenyi (orari di ingresso tutti i giorni 6.00/22.00) che si trovano all’interno del Parco Municipale, in un gigantesco edificio simile ad una torta nuziale. Scendiamo con la metro alla fermata Szechenyi furdo e ci troviamo proprio di fronte all’entrata. L’impatto è notevole poiché già da dietro le vetrate, è possibile vedere le 2 piscine esterne: una, olimpionica, dove non di rado i locali giocano a scacchi stando ammollo nell’acqua e l’altra, più piccola, in cui è possibile nuotare anche controcorrente. Paghiamo € 30,00 per 2 ingressi con 1 cabina (basta prenderne una e cambiarsi a turno) e ci danno dei braccialetti che fungono da chiave. Le cabine sono situate, appena dopo i tornelli, in un lungo corridoio alla fine del quale ci sono i bagni con le docce e gli asciugacapelli. Nel seminterrato si trovano invece, gli spogliatoi con gli armadietti, divisi per maschi e femmine. Visto che fuori c’è un pallido sole, prima che tramonti, ci tuffiamo nelle piscine esterne: l’acqua è calda e piacevole anche se per uscire bisogna prendere il coraggio a due mani; poi, una volta all’interno dell’edificio, è tutto un susseguirsi di piscine con l’acqua a varie temperature da fredda a caldissima (da 18° a 40°); in particolare ci colpiscono due sale monumentali, una con il soffitto a volta e l’altra con grandi colonne bordeaux: ci sembra di fare il bagno in una cattedrale! Ci sono anche le saune a differenti temperature. Come già evidenziato dalle recensioni che abbiamo letto prima di partire, lo stabilimento avrebbe bisogno di un restyling: la sensazione che si prova è quella di trovarsi in un posto…”vecchio” (qua e là sono visibili macchie di umidità e muffa, alcuni passamano sono arrugginiti, le docce e i sanitari sono datati) ma di fascino. L’acqua pare pulita anche se è possibile trovarvi qualche capello perché non è obbligatorio l’uso della cuffia nelle piscine tranne che in quella olimpionica; in compenso gli inservienti passano spesso ad asciugare i pavimenti e a pulire spogliatoi e bagni. Peraltro, prima di andare via, notiamo che alcune vasche vengono svuotate per poi essere riempite nuovamente il giorno dopo. In conclusione il nostro giudizio sulle terme è positivo: abbiamo trascorso un paio d’ore piacevoli e rilassanti sguazzando da una piscina all’altra, godendo appieno di questo ultimo pomeriggio a Budapest. Usciamo che è già l’imbrunire, attraversiamo il parco e ci dirigiamo verso la grande Piazza degli Eroi con al centro il Monumento del Millenario incorniciato da colonnati sia sulla destra sia sulla sinistra; la strada che fronteggia la piazza è la trafficata Dozsa Gyorgy ut, che percorriamo andando a sinistra, fino ad arrivare, in 10/15 minuti, al civico 72, al ristorante Paprika. Il locale si presenta come un antico casale ungherese: all’ingresso c’è un bel forno, i tavoli e le sedie sono in legno chiaro, alle pareti sono appesi antichi utensili contadini e trecce di peperoncino, poggiati sui davanzali ci sono vasi con fiori. Il soffitto è con travi a vista e canne. Ordiniamo una zuppa di gulash che ci viene servita in una pentolina d’acciaio appesa ad un gancio, una grigliata mista Transylvania e per finire un dolce di pan di spagna con cioccolato e panna. Da bere 2 birre grandi alla spina. Il gulash è squisito: la carne è tenerissima, il sughetto è denso e si avverte il sapore dolce della paprika. La grigliata invece, sembra non cotta al momento ma riscaldata ed il dolce è un po’ troppo “pasticciato” per i nostri gusti. In compenso il prezzo è onesto: in tutto paghiamo circa € 21,00. Considerato che per tornare in albergo dobbiamo prendere la metro in Piazza degli Eroi, saliamo sul primo autobus che passa, la cui fermata è situata proprio di fronte al locale. Non possiamo però, rientrare in hotel senza avere fatto un’ultima passeggiata sul lungo Danubio per godere ancora una volta della bellissima vista di Budapest by night.
E’ arrivato il giorno della partenza: dopo la colazione, saldiamo il conto in albergo comprese la navetta dall’aeroporto e le eventuali consumazioni del frigo bar, e a piedi andiamo a prendere la metro alla fermata di Vorosmarty ter (M1 linea gialla), scendiamo alla fermata di Deak Ferenc ter, prendiamo la linea blu (M3) fino a Kobanya Kispest e da li saliamo sull’autobus urbano 200 E che porta al terminal 2: tempo di percorrenza dall’hotel all’aeroporto all’incirca un’ora. Il nostro aereo è già pronto sulla pista: la vacanza è proprio finita ed è il momento di tornare a casa!
Alcune ultime note: meriterebbe di essere visitato il grande Mercato Coperto (che si trova nelle vicinanze del Ponte della Libertà, in IX Vamhaz korut 1/3) dove oltre alle bancarelle con abiti tipici, tovaglie ricamate, bambole, uova dipinte, ecc… ci sono quelle che vendono le specialità della cucina ungherese ed altre delizie, da assaporare magari facendo uno spuntino all’ora di pranzo; orari lun. 6/18, mar./ven. 6/18, sab.6/15. Noi non siamo riusciti ad inserirlo nel nostro giro per motivi di tempo.
Se si ha intenzione di spostarsi con la metro, peraltro puntualissima, conviene comprare un carnet di 10 biglietti, con i quali è possibile viaggiare anche sugli autobus, pagando circa € 10,00.
Oltre alle terme Szechenyi, in genere i turisti si recano a quelle Gellert, più piccole ma ugualmente monumentali e più centrali rispetto alle prime. Noi abbiamo scelto le Szechenyi perché volevamo vedere anche la vicina Piazza degli Eroi.
Il cambio euro/fiorini ungheresi conviene farlo in città dove si trovano numerosi cambia valuta facendo attenzione al tasso applicato e alle commissioni. Non conviene invece, farlo nelle banche. In aeroporto è consigliabile prelevare solo il necessario per il taxi o per le prime spese utilizzando il bancomat automatico posto vicino i nastri dei bagagli. I ristoranti e gli alberghi generalmente accettano la carta di credito.