Budapest: città da scoprire poco alla volta
Faccio un giro di mail per trovare dei compagni di avventura: Maria, Luca, Paolo, Miriam, Damiano…Ok, trovati!! A metà del mese mettiamo a punto gli ultimi dettagli, ovvero orario dei voli e prenotazione hotel, e grazie soprattutto al prezioso aiuto di Miriam, per il 28 dicembre è tutto pronto! Premessa importante: io sono l’unica che conosce tutti i compagni di viaggio, gli altri si conosceranno…Quando? All’aeroporto? No, il 4 gennaio ci troviamo tutti insieme per le presentazioni e vari scambi di idee per il viaggio. Le premesse sembrano buone e si delineano già gli incarichi dei componenti del gruppo: chi farà da “guida”, chi terrà la cassa, chi farà da Cicerone, chi consiglierà per il menù.
Siamo tutti fiduciosi sulla buona riuscita del viaggio.
5 gennaio L’aereo parte alle 20.50, volo Alitalia in collaborazione con Malev a 296,98 €, in perfetto orario. Ci troviamo all’aeroporto della Malpensa, qualcuno si è fatto accompagnare, altri hanno lasciato l’auto in uno dei comodissimi ed economici (15€ per 3 giorni) parcheggi limitrofi all’aeroporto; per raggiungere il terminal c’è poi un fantastico servizio navetta compreso nel prezzo. Non ci avevano detto però che compreso nel prezzo c’era anche la mente un po’…Particolare dell’autista della navetta!! Inizia dicendo che al buio le luci di segnalazione fanno sembrare gli aerei degli UFO, poi s’inoltra nel discorso della famosa AREA 51 costruita dagli americani per nascondere chissà quali segreti, che secondo lui non esiste. Noi fingiamo di ascoltarlo, ma in realtà pensiamo che sia un po’ fuori di testa e cerchiamo di assecondarlo finchè possiamo.
Arriviamo a Budapest accolti dal fantastico panorama notturno della città alle 22.35. Visto che i Fiorini Ungheresi non erano così facili da trovare in Italia, decidiamo di prelevarli direttamente lì dal bancomat al nostro arrivo, per cominciare 25.000 HUF a persona (in realtà ne abbiamo spesi in totale 30.000 = circa 116,00 €).
Per raggiungere la città ci sono 3 alternative dal terminal 2B: il minibus a 2300 HUF a testa, il taxi e un bus che arriva al capolinea della metro blu. Purtroppo però arrivando di sera i tempi sono serrati perché i mezzi pubblici si fermano a mezzanotte, così optiamo per il minibus, che ci porta proprio davanti all’albergo. Anche questo autista è molto particolare, soprattutto per la guida spericolata, ma ci porta a destinazione sani e salvi, per fortuna.
Pernottiamo all’HOTEL FLANDRIA, una stella in XIII Szegedi ut, 27, una zona piuttosto tranquilla della città. Si trovano stanze da 2, 3 o 4 letti con prezzi che vanno da 24 euro per 2 persone, esclusa la colazione, a 41 euro per 4. Si tratta di un grande ostello che ospita molti giovani con camere essenziali ma ci si dorme bene! Le docce e i bagni sono nel corridoi, ma ci sono anche camere con tanto di doccia! Potete prenotare telefonando dall’Italia anche perché per e-mail la comunicazione non è molto efficace! Trovate tutto sul sito Internet dell’omonimo hotel.
Il pagamento si effettua solo in contanti ungheresi, la colazione non è la fine del mondo: manca soprattutto qualcosa di caldo quindi, come ci capiterà di fare in seguito, vi consigliamo di scegliere una bella pasticceria a Pest, decisamente più confortevole!
6 gennaio Innanzitutto buona Befana a tutte! Sveglia h. 8.00, colazione con spremuta, pane e marmellata e poi fuori alla scoperta di Pest.
Come molti sapranno Budapest, infatti, è data dall’unione di due città: Buda, di epoca medievale, e Pest, più moderna, affacciate entrambe al Danubio ma su rive opposte.
A Pest le attrazioni sono tante, noi scegliamo di andare un po’ “a braccio”, cioè seguire un itinerario a piedi e scoprire poco alla volta cosa offre la città.
Per fare questo occorre prendere i mezzi pubblici, così compriamo un comodo abbonamento da 3 giorni valevole su metro, tram e bus (2500 HUF); valida alternativa è la Budapest Card, ma costa di più perché offre degli sconti sulle entrate nei musei.
L’abbonamento si fa agli sportelli delle fermate della metropolitana, molto più difficili da trovare di quanto non si creda…Perlomeno a noi occorrono vari tentativi prima di farcela: chiediamo ad un poliziotto che ci indica il posto sbagliato, ad un’edicolante che parla solo ungherese a cui noi parliamo in inglese (della serie: “Do you speak english?” – “No!” – “Ok, we want a three days ticket…”), allo sportello della bus-station degli autobus extraurbani..Poi…Finalmente…La cassa giusta!! La nostra visita comincia dal Parlamento, dove stanno smantellando l’albero di Natale (il 6 gennaio a Budapest non è festa!), attraverso la Piazza dell’Indipendenza in cui tutto ricorda il 1956, anno in cui gli Ungheresi si sono “liberati” dal regime sovietico. Attenzione davanti al Parlamento: stare rigorosamente aldilà delle transenne, altrimenti la guardia si arrabbia…Come con noi! Da lì prendiamo il tram 2, che percorre il lungodanubio di Pest, mostrandoci tutto il fascino del fiume e della collina di Buda; alla fermata incontriamo un ragazzo che conosce l’italiano così ci facciamo dare qualche dritta. Scendiamo dal tram all’altezza del Ponte Elisabetta. Facciamo una visita al mercato coperto dove vendono salumi e verdure, poi salumi, ancora verdure, quindi verdure e salumi…No, aspetta, al piano di sopra la musica cambia, ci sono lenzuola e tendaggi. Ma ciò che ci colpisce di più è la perfetta pulizia del pavimento al piano terra, quello degli alimentari!!! e risaliamo la via principale del centro, ricca di negozi e di luci ancora natalizie, Vaci Ucta, fino al ristorante tanto caldeggiato da Fabrizio (lui c’era già stato 4 anni fa): FATAL. Ottima scelta!! Ambiente caratteristico, porzioni abbondantissime, cibo buonissimo: tutti soddisfatti!! Il pomeriggio è dedicato a gironzolare per le vie del centro di Pest, due obiettivi: la Sinagoga e l’ascensore “Pater Noster”, un ascensore fatto a rosario, sempre in movimento. Risultato: un disastro! Sinagoga chiusa ed edificio con il fantomatico ascensore demolito! Tristezza.
Per la Sinagoga abbiamo un altro tentativo domenica mattina, ma per l’ascensore…Purtroppo…Damiano si deve rassegnare. Per tirarci su facciamo tappa in una delle famose pasticcerie: Muvacs, con la carta da parati gialla e verde; torta di mele non all’altezza del giudizio riportato sulla guida, però almeno eravamo al caldo.
Passiamo le ore che ci separano dalla cena facendo un po’ di vasche sui mezzi pubblici, quale migliore modo per vedere la città che attraversarla con il tram! Con la metro raggiungiamo anche la Piazza degli Eroi e il vicino Parco Nazionale dove, in inverno, il laghetto si trasforma in una pista di pattinaggio su ghiaccio.
Questa piazza è immensa: al centro si trova una tomba a ricordo dei tanti Ungheresi che sono “gloriosamente “ caduti per la patria; intorno, a semicerchio, si dispiega un ampio colonnato che ospita le statue di generali, soldati, monarchi e Santi! Avvicinandoci, notiamo sul volto di molte statue uno sguardo fiero ed un evidente “cipiglio”! Budapest è piena di statue e a detta dei locali anche le piccole cittadine intorno a Budapest investono molto nella scultura. A Pest, nei pressi del Parlamento, trovate statue che rappresentano lavoratori con i propri attrezzi di lavoro, assorti in un momento di riposo, spalle e sguardo bassi, mani callose o gruppi di popolani, uomini e donne che circondano gli eroi della rivoluzione; a Buda, invece, potete scorgere intellettuali seduti su una panchina che rivolgono uno sguardo un po’ malinconico alla città sottostante! h.19.30 – destinazione ristorante, Fabrizio c’era stato qualche anno fa, quindi ci fidiamo. Arriviamo…Non esiste più!! Secondo tentativo: La rosa blu. Esiste ancora! Ambiente semplice e cibo discreto: stasera scegliamo tutti la zuppa! Alle 21 ci raggiungono due ragazze ungheresi, una è amica di penna di Fabrizio, Sofia, e l’altra è una sua amica, Annamaria, entrambe stanno studiando per diventare guide turistiche. Molto simpatiche! Iniziamo lo scambio culturale, in inglese, ma per essere più disinvolti non può mancare un bel bicchierino di Unicum! Usciamo in cerca di un locale…La zona giusta è il quartiere di Piazza Oktogon…Il primo locale è pieno…Il secondo è pieno…Il terzo è pieno…Il quarto…Pazientiamo 10 – 20 – 30 minuti, in fondo è venerdì sera.
UNICUM: secondo la nostra guida turistica in erba, di cui stiamo testando le capacità, Annamaria, nasce come medicinale ed è poi diventato un normale liquore digestivo. L’effetto sul nostro organismo è molto simile a quello dei medicinali, ci serviva proprio.
Serata interessante ma siamo stravolti.
Da ricordare le massime di Damiano, la migliore, dopo la parentesi in pasticceria, uscendo in strada: “fa freddo?” – dice Miriam , “Beh, è sempre meglio dentro che fuori!!” 7 gennaio Stamattina è una fatica alzarsi…Io mugugno al suono della sveglia, Maria e Luca non la sentono proprio! Il programma di oggi prevede la visita di Buda, con guida: Sofia! Dalla fermata dove si incontrano le 3 linee della metropolitana, si prende il bus 16 e si arriva direttamente alla collina del castello…Panorama spettacolare! Passeggiamo nelle vie medievali all’interno delle mura, entriamo nella chiesa di S. Mattia e saliamo sul Bastione dei Pescatori.
Pranziamo in un elegantissimo ristorante (Pest Buda)dove offrono il menù turistico: zuppa di gulasch, pollo alla paprika e strudel a 2490 HUF, come contorno abbiamo anche la musica… Dopo esserci accomodati nel centro della sala su un tavolo con tanto di tovaglia rossa, un violinista dai tratti evidentemente tzigani si cimenta in un repertorio di canzoni italiane e alle note di “VOLARE”, Miriam non resiste e incomincia a cantare! Sono molti i ristoranti a Buda che offrono “musica” a pranzo o a cena e vale davvero la pena intrufolarsi in questi posti per godere di atmosfere di altri tempi! Hanno stile questi Ungheresi, non solo per il gusto con cui arredano ristoranti e pasticcerie, ma anche per la loro gentile riservatezza che comunque concede anche sorrisi cordiali! Su internet avevo trovato un posto dove si può degustare il vino gratis di sabato…Balle!dopo vari giri a vuoto: prima andiamo all’indirizzo che c’era sul sito, ma lì vendono e basta, poi andiamo dove hanno le cantine, ma niente è gratis, anzi costa ben 4000 HUF (16 €!!) a testa! Deviamo su una nuova pasticceria e ci restiamo per ben 2 ore e mezza:ce la raccontiamo e facciamo qualche lezione di Italiano a Sofia in cambio delle sue di Ungherese. Un consiglio: la pasticceria è moderna e si trova sulla via parallela a Vaci Utca…Se al bancone c’è una tipa “corpulenta” mora e coi capelli lunghi, non entrate, perché è simpatica come il mal di denti! Passeggiatina pomeridiana sul Ponte delle Catene e poi cena.
Riusciamo ad assaggiare un vinello niente male e ci abbuffiamo come sempre. Per tornare in albergo prendiamo la metro, ma ahimè tutti ci accorgiamo troppo tardi della fermata…Tutti tranne Fabrizio , che rimane solo …Abbandonato. Rapido cambio di direzione alla fermata successiva e lo raggiungiamo, anche questa è avventura!! 8 gennaio Partenza prevista per le 17.40 dall’aeroporto, abbiamo quasi mezza giornata per andarcene ancora un po’ in giro; per fortuna in albergo ci tengono in deposito in bagagli.
Diamo appuntamento a Sofia in una pasticceria scovata sulla guida, mentre ci avviciniamo ci assale un terrore, sembra ci sia una banca…Ma invece…Eccola! È un’entrata strana, lo stesso numero civico della banca, ma, una volta dentro, sulla destra c’è una bellissima pasticceria, piena di specchi (Lukacs), sembra di entrare in una sala dello Schönbrunn di Vienna. Le torte poi sono spettacolari! Durante la colazione prendiamo accordi con un’altra amica di penna del Fabri, Silvia, e le diamo appuntamento all’uscita della Sinagoga.
L’edificio oggi è visitabile, è la Sinagoga più grande del mondo dopo quella di New York…Molto bella! Suggestivo anche il cimitero annesso e l’albero della vita fatto da innumerevoli foglie, ognuna delle quali riporta il nome di un ebreo morto durante la Seconda Guerra Mondiale nei lager…Commovente.
Ultima tappa: l’isola Margherita, il parco cittadino sull’isola in mezzo al Danubio, molto frequentato d’estate. Ci si arriva con il tram oppure con un autobus ke lo percorre nella sua lunghezza. Al suo interno si trovano resti di due chiese, le terme, un piccolo zoo con anatre, cervi e pavoni e il giardino giapponese (sicuramente più bello in primavera). Percorriamo l’isola un po’ al centro, un po’ lungo la riva poi riprendiamo il tram e torniamo verso l’albergo per riprendere i bagagli.
Silvia ci saluta affettuosamente sul tram, Sofia scende alla nostra fermata e aspetta il successivo per stare ancora un po’ con noi…Lei forse in primavera verrà in Italia! Mega-tragitto verso l’aeroporto (metro+bus) e poi check-in. Sono le 14.30, abbiamo fame e non vediamo l’ora di arrivare in aeroporto e sgranocchiare qualcosa. Peccato che si trovano sempre dei rompi… che chiedono informazioni dove non si dovrebbe e bloccano la fila.
Va beh.. Tempo per mangiare 30 minuti…Ce la possiamo fare ma c’è tanta gente sull’aereo, così anticipano l’imbarco. Aaaaahhhh! Ci stanno chiamando!! Il volo parte in perfetto orario. Mentre guardiamo fuori dal finestrino ammiriamo l’ultima volta la città illuminata e ripensiamo ai giorni appena trascorsi.