Bruxelles, anima divisa in due
Paese strano il Belgio, con l’anima divisa in due, metà vallona e metà fiamminga. Questa curiosa miscela non si amalgama a Bruxelles-Brussel ma si sovrappone e convive in questa città simbolo e sede della comunità europea. Due popoli, due lingue, una latina, l’altra germanica si incontrano e si scontrano a Bru. Il risultato è curioso. Il bilinguismo regna ovunque, dai nomi delle strade agli annunci sui treni. Ho avuto l’impressione di girare in una città cosmopolita, ma dove l’identità è un fattore importante e dove la ruggine antica cerca di essere ammorbidita con una sforzo burocratico imponente.
Sono arrivata con un volo Alitalia il sabato pomeriggio, il tempo di posare il borsone e mi sono tuffata nella vita notturna di Bru. Serata fantastica, temperatura da ottobre romano, un tantino più fresco, forse. Visto che una delle cose famose a Bru è la birra sono andata al famoso Delirium caffè, dove sembra che servano più di 2000 etichette!!! Il locale mi sembra popolato da tanti turisti e da teenagers locali.
Dopo aver bevuto un’ottima trappista e una cherry beer (strana birra aromatizzata alla ciliegia, altra specialità locale) avevo fame e quindi sono partita alla ricerca di un posto, magari una brasserie di quelle fumose dove si potesse mangiare. Le vie che partono dalla bellissima Grande Place o Grot Markt pullulano di ogni genere di ristorante. La temperatura permetteva di mangiare all’aperto, cosa rara da queste parti ad ottobre, così passando su strade invase da tavoli straripanti ho visto persone che si affannavano su pile fumanti di moules et frites (le tanto famose cozze e patate fritte), grigliate di pesce e di crostacei e coloratissime Paellas. No non credo che la paella sia un piatto locale, ma tant’è …
Deciso di assaggiare la specialità locale “moules et frites” Con una porzione ci si mangia tranquillamente in due, le cozze sono cotte in guazzetto con tanta cipolla e pepe. Le patate fritte sono patate fritte, forse rispetto alle nostre più grosse e spesse. I belgi sono molto orgogliosi di queste patate. Mi chiedevo perchè allora nel mondo le patate fritte si chiamano “FRENCH FRIES” ???? Forse si tratta di un equivoco.
Comunque mi sono gustata le moules anche se poi l’indomani mattina sono stata sorpresa da spiacevoli effetti collaterali, e le farmacie aperte, un po’ come a Roma d’agosto non si trovano molto facilmente.
Nonostante l’inconveniente la domenica mattina, altra giornata splendida, ho visitato il museo del Fumetto, perchè il Belgio ha dato i natali a grossi fumettisti, uno per tutti HERGE, l’autore di Tintin, che non è francese, bensì belga. Il museo è molto carino, ospita una biblioteca, una caffetteria e un fornitissimo negozio.
Avrei speso un sacco di soldi e bevuto e mangiato waffles e cioccolata calda, ma visto le mie precarie condizioni mi sono dovuta accontentare di un te con moooolto limone.
Prima di tornare verso l’aeroporto, dove avrei ripreso il volo alle 18, mi sono concessa un ultimo giro in centro, ho dato un’altra sbirciatina alla magnifica Grande Place e mi sono rifornita in uno dei centinaia di negozi di cioccolata di qualche pralina ripiena (altra specialità belga). Finalmente ho scoperto da dove viene il cioccolato Godiva!