Brightona
A una mezz’ora di distanza dall’arrivo, un gruppo di una quindicina di Harley Davidson sorpassò il pullman, lui le notò subito (riconoscerebbe il rumore del motore anche a 15 km di distanza). Forse iniziò a capire e gli si illuminò il viso: di riflesso, si illuminò anche il mio. All’arrivo, trovare dove si teneva la manifestazione, non era difficile: bastava seguire le varie moto e i chopper che dominavano le strade.
Il luogo scelto era bellissimo: a pochi passi dalla spiaggia, vicino al pontile. Migliaia di Harley, chopper, trike e anche qualche moto da corsa, si susseguivano una dopo l’altra, sfilando al centro della strada, mentre la folla di curiosi, appassionati e altri Harley-owners, ammiravano, commentavano, sognavano. Lungo la strada c’erano anche molte bancarelle di abbigliamento, accessori, viaggi, tutto dedicato alle moto, ma soprattutto al mondo Harley. A prezzi poi davvero stracciati, visto che il tutto veniva fatto per beneficenza. C’erano stand di gruppi cover, che suonavano musica “on the road”, e c’era persino una dimostrazione del Death Wall. Tutto questo, tra l’altro, sotto un cielo incantevole.
Ci fermiamo giusto per pranzo al primo posto con meno gente che riusciamo a trovare, il che è stata un’impresa vista la quantità innumerevole di gente presente all’evento.
Dopo aver visto, anche più di una volta, ogni singola moto e auto presente, decidiamo che forse è il caso di dare anche un’occhiata alla città. Ce ne andiamo subito verso il mare: la spiaggia è fatta completamente di sassi e sassolini di colore scuro, ma è incredibilmente bella. Il mare era calmo e invitante, trattenersi dal fare un tuffo è stato davvero difficile. Però i sassi, che poi si sono rivelati molto meno scomodi di quel che si può pensare, non ci hanno impedito di fare un lungo pisolino in riva al mare, sotto al sole. Al risveglio torniamo verso le bancarelle, facciamo un po’ di compere e poi ci avviamo verso il pontile, che inizia ad illuminarsi. Il pontile di Brighton è il più bello che ho visto fin’ora. Ciò che più mi ha colpito è stato non tanto ciò che c’è sopra (che pure è molto bello, soprattutto la notte, quando è tutto illuminato), ma il sotto: per un lungo tratto si trova sulla spiaggia e alto sul mare, mi ricordava delle scene di qualche telefilm americano… Si, non sono stata chiara, ma spero che le foto parlino per me! Anche qui poi si è verificato lo stesso fenomeno di Southend: la sera, per la bassa marea, il mare si è ritirato e ne abbiamo approfittato per fare alcune foto con un effetto divertente: sembrava stessimo camminando sull’acqua! Poco dopo il pullman ci aspettava per riportarci a Londra, così a malincuore siamo dovuti rientrare alla base. L’unico rimpianto della giornata, che è stata comunque perfetta, è stato quello di non essere riusciti a visitare il Royal Pavillion, simbolo di Brighton. Siamo riusciti a darci giusto un’occhiata dal pullman, all’andata e al ritorno. Ma fa niente: la giornata è stata indimenticabile, e quello che non siamo riusciti a vedere, lo vedremo la prossima volta!