Breve ma intenso Rajasthan

Suggerimenti per un viaggio in solitaria in India del nord
Scritto da: ebp boves
breve ma intenso rajasthan
Partenza il: 25/02/2010
Ritorno il: 06/03/2010
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
Viaggio Rajasthan Da solo: partenza 25/02/2010 ritorno 06/03/2010. Spesa € 1300 (escluso il visto per l’India, mance e souvenir vari) Assicurazione sanitaria e bagaglio € 35

Considerazioni e informazioni:

Volo aereo con “Turkish Airlines” (ottima compagnia) prenotato su internet 2 mesi prima della partenza. ATTENZIONE: se prenotate con questa compagnia, al momento del check-in può darsi che vi sia richiesta la carta di credito con cui avete effettuato il pagamento, portatevela con voi o ricordatevi almeno i 16 numeri che la compongono, rischiate di non potervi imbarcare. Costo del volo A/R € 460. Partenza da Milano Malpensa e scalo ad Istanbul (sosta di 6 ore), arrivo a Delhi ore 04 locali. Ritorno sempre con scalo a Istanbul (sosta di 12 ore), così ho avuto il tempo per una breve visita alla città (prendendo la metropolitana dall’aeroporto) alla “Moschea Blu”, S. Sofia, il Suk, e mangiare un buon Kebab; peccato che il tempo non era dei migliori, freddo e pioggia, dopo tanto sole e caldo regalatomi dall’India. Del “Rajasthan” tutti ne hanno parlato: con impressioni positive e negative, mi associo alle prime, con la speranza che il patrimonio artistico e culturale con il tempo non vada perduto. Il mio viaggio dopo varie letture e consultazioni su “Turisti per caso”, si è svolto nel modo seguente: Delhi – Agra – Fatehpur Sikri / Amber / Jaipur (2 giorni) – Pushkar – Mandawa (2 giorni) – Delhi. Avevo contattato su internet un’agenzia locale che mi ha messo a disposizione: un ottimo autista, una macchina Tata Indigo con aria condizionata, e prenotato tutti gli alberghi seguendo il mio budget di spesa. CIBO: Ero diffidente verso la cucina indiana, ma mi sono ricreduto. Ho sempre mangiato pasti abbondanti e speso pochissimo (mediamente 2 € a pasto). Non ho mai mangiato negli alberghi, ma sempre nei chioschi / “ristoranti” non turistici che trovavo in città o lungo le strade durante i trasferimenti, a volte assieme al mio autista. Il cibo è molto speziato e piccante; per chi non ama questi sapori basta ordinare cibo no spicy e gli arriverà del cibo non piccante. Di certo non bisogna essere schizzinosi, soprattutto per la pulizia, ma grazie a buona prevenzione intestinale, prima e durante il viaggio, non ho mai avuto disturbi. Non ho fatto nessuna vaccinazione. TELEFONO: Per telefonare anche verso l’Italia ho acquistato una SIM locale (AIRTEL) ricaricabile (occorre avere una foto-tessera e il passaporto). Spendevo circa 1 € per telefonare in Italia 4/5 minuti. HOTEL DELHI: FLORENCE INN zona Karol Bagh (ottimo) AGRA: CLARK SHIRAZ (ottimo, anche se poco caratteristico in quanto molto continentale) JAIPUR: SHAHPURA HOUSE (Bellissino) PUSHKAR: JAGAT PALACE (Buono) MANDAWA: HERITAGE MANDAWA (Buono). Unica nota negativa è la doccia fredda e la sveglia verso le 4/5 del mattino del muezzin che chiama alla preghiera i suoi fedeli. FATEHPUR SIKRI: Bella la città abbandonata e la vicina moschea, ma inevitabilmente si viene assaliti da guide e venditori molto insistenti. AGRA: Bellissimo il forte. Il “Taj Mahal” ti lascia veramente senza parole, e se si riesce ad ammirarlo di buon mattino, quando non vi sono ancora le frotte di turisti è meraviglioso. ATTENZIONE perché all’ingresso i controlli sono abbastanza severi: non sono ammesse videocamere, cibo, caramelle e gomme da masticare. JAIPUR: Sono stato a Jaipur durante la festa dei colori (HOLI COLOUR) e il Festival degli elefanti. La festa dei colori è così chiamata, perché tutte le persone di religione induista festeggiano per un giorno intero colorandosi con polveri profumate la faccia, i capelli e i vestiti. Allo stadio invece ho assistito al festival degli elefanti, tutti addobbati, dipinti e pronti per la parata. PUSHKAR: Attenzione: non prendete i fiori che vi vengono offerti, non date retta a nessun santone, bramino o guida locale, sono tutti imbroglioni pronti a estorcervi del denaro. MANDAWA è un piccolo paesino che non offre un gran che. E’ famoso in quanto punto di partenza per visitare le numerose Haveli presenti nella zona, vecchie residenze che testimoniavano la ricchezza dei commercianti indiani di un tempo ormai trascorso. Personalmente le Haveli sono quasi tutte uguali e mantenute, purtroppo, in un deplorevole stato di conservazione. Riflettendo sul mio viaggio mi sarei fermato solamente un giorno a Mandawa, l’altro l’avrei riservato per Delhi o Jaipur. Le persone Indiane hanno un modo di attrarre la tua curiosità, alquanto stupefacente: senza accorgerti ti trovi coinvolto a dover dare offerte in fiori e denaro, pagare ticket ecc…. Per qualsiasi cosa. Molti ragazzi ti fermano per la strada con la scusa di fare due parole, ma dopo pochi minuti scatta inevitabilmente la vendita di qualche oggetto o la semplice richiesta di soldi senza alcun motivo. Al quarto / quinto giorno ho capito che spesso con un semplice no si riesce a mandarli via. L’India è fatta così: ti avvolge, ti coinvolge nei suoi modi di vivere, negli odori, nei colori, nella tranquilla lentezza di sbrigare le cose, ma alla fine del tuo viaggio ne rimani soddisfatto per tutto quello che ti ha offerto, e tu hai saputo condividere, sensazioni uniche che fino ad ora non avevo mai provato nei miei viaggi. Grazie India



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