Bretagna e Normandia in libertà
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20 Agosto Sabato
Bellissima giornata/sera pioggia
Beauvais- Giverny- Lassay-les-Chateaux-Fougeres (circa 350 km) (Hotel Brit Hotel Du Parc – Fougères Zone De La Pilais – Lécousse Fougeres, 35133 Tel+33223515050 Fax+33223515060 E-mail: fougeres@brithotel.fr; Euro 63)
Arriviamo all’aeroporto di Parigi-Beauvais alle 8.30 del mattino con volo Ryanair (costo 408 euro in due) da Roma e troviamo una splendida giornata di sole. Recuperati bagagli e preso possesso della macchina, una Peaugeot 107 rossa, che complessivamente ci costerà 380 euro per 16 gg di noleggio fatto con la Hertz che ha una convenzione con la Ryanair, partiamo alla volta della nostra prima tappa, Giverny, dove visiteremo il villaggio e la casa dove Monet ha vissuto e dipinto per più di 20 anni. Posto molto affollato ma comunque di gran fascino, soprattutto per tutti gli amanti dei suoi quadri. Personalmente vivo un’emozione molto forte nel giardino giapponese con il laghetto pieno delle ninfee che Monet ha dipinto in molti dei suoi splendidi quadri. Pranziamo al volo con la nostra prima baguette francese, che ci è sembrata buonissima, sarà per la fame, sarà per il contesto “pittoresco” in cui ci troviamo. Poi nel primo pomeriggio ci rimettiamo in cammino perché oggi sarà la tappa più lunga. Strada facendo ci fermiamo in un piccolo paesino, Lassay-les-Chateaux, che non era in programma ma che ci ha incuriosito per la presenza di un castello, il nostro primo castello del viaggio. Facciamo una visita guidata in francese, anche se non lo mastichiamo affatto, ma la nostra guida è talmente brava e ci ha scandito le parole così bene, che abbiamo capito quasi tutto. Il castello è carino, anche se le sale aperte sono poche, visto che parte del castello è attualmente ancora abitata dai proprietari. Il castello è adiacente ad un laghetto molto “ameno” (parola che è ricorsa moltissimo durante tutto il viaggio), e questo laghetto ce lo ricorderemo di sicuro, anche perché lì perdiamo un bel paio di occhiali. Dopo la visita ci dirigiamo verso Fougeres che è la nostra tappa finale della giornata. Vi arriviamo alle 19.30 e con un po’ di difficoltà troviamo l’albergo già prenotato. Nel frattempo il cielo si è coperto e comincia a piovigginare. Facciamo un rapido giro della città e andiamo a cena in un posto che non è un granchè. Poi stanchi della lunga giornata andiamo a dormire.
21 Agosto Domenica
Nuvoloso al mattino e bello al pomeriggio
Fougeres-Vitrè-Rennes-Josselin (150 km) (Chambre d’Hotes b&B Jean et Marie Guyot, Butte St Launent 56120 Josselin, tel 0297222209/0614447463; email: chez.guyot@wanadoo.fr Euro 55)
Ci svegliamo abbastanza presto e poichè vorremmo fare colazione in un bel bar con caffè e con i celebri croissant francesi, verso le 9.30 ci avviamo al centre ville (o centro città che dir si voglia) e… ci imbattiamo in una città fantasma. Bella e molto curata, è vero, ma senza nemmeno una persona per strada o un bar aperto. Restiamo perplessi, e lì per lì non riusciamo ad apprezzare la bellezza del posto. Poi, pian piano la cittadina si anima, e nel frattempo siamo anche riusciti a trovare una boulangerie aperta dove ci tuffiamo in croissant e baguette caldi e buonissimi, e tutto si trasforma e magicamente assume una luce nuova e positiva. Visitiamo il bel castello con audio guida in italiano (7.5 euro a persona) e poi il quartiere medievale splendidamente conservato. Non riusciamo a capacitarci del fatto che un posto così bello non venga minimamente menzionato dalla nostra guida, la Lonely. Per fortuna avevo letto i diari di altri TPC e mi era venuta la curiosità di visitare questo paese. Poi partiamo per Vitrè dove è in programma la visita al castello. Il castello è bellissimo esternamente, veramente maestoso e ben conservato, ma l’interno è piuttosto deludente, quindi non facciamo la visita delle poche sale aperte visitabili, a ci dedichiamo alla visita del centro storico ricco delle tipiche casette medievali, dette a graticcio. Mangiamo per la prima volta le gallettes (crepes di grano saraceno) riccamente farcite, accompagnate da un bicchiere di sidro, e ci sembrano molto buone. Poi si riparte, e siccome ci è di strada, anche se non programmato, ci fermiamo a Rennes per una visita veloce della città. Ci sembra abbastanza carina, con ampie piazze ben tenute e ricche di fiori, ma niente per cui “strapparsi i capelli”. Bisogna ammettere però che non abbiamo visitato molto, e come ci è capitato altre volte durante il viaggio, non sempre la prima impressione di una località si è rivelata quella giusta. Bisognerebbe sempre dedicare un po’ di tempo alla visita dei posti. Poi ci dirigiamo verso Josselin. Avevamo prenotato un B&B dall’Italia, e grazie ad “Uga” (la nostra “navigatrice” satellitare) siamo riusciti a trovare questo posto sperduto in un bosco…ma che meraviglia! I padroni di casa sono due anziani signori, i signori Guyot, di una gentilezza e di una classe incredibili, e la loro casa, una bellissima villa con giardino, e con annesso boschetto personale, ha una vista spettacolare sul paesino e soprattutto sul castello. Grazie alle indicazione del sig. Guyot abbiamo deciso di andare in paese a piedi attraversando il boschetto (cosa decisamente semplice). Visitiamo il paese (molto carino), ma castello e chiesa sono chiusi, quindi ceniamo in un ristorantino in piazza, all’aperto (la temperature è veramente mite). E anche stasera facciamo “conoscenza” con un altro piatto tipico del nord della Francia: le Moules frittes, e cioè le cozze condite nei modi più stravaganti (ad esempio con il formaggio Roquefortes, l’analogo del nostro gorgonzola stagionato) accompagnate da patatine fritte. Bisogna dire che anche se può sembrare strano associare determinati tipi di sapori, a noi sono piaciute molto.
22 Agosto Lunedì
Nuvoloso-variabile
Josselin- -Carnac-Locmariaquer –Quiberon-Carnac (150 km) (B&B non degno di menzione 46 euro)
Colazione ottima con vista spettacolare. Decidiamo di farci adottare dai signori Guyot… però il nostro viaggio è solo all’inizio, e allora, molto a malincuore, lasciamo la splendida casa e i gentilissimi padroni. Saltiamo la visita del castello perché apre troppo tardi per la nostra tabella di marcia e ci dirigiamo verso Carnac. Arrivati qui troviamo una cittadina piena di gente, e ci sembra strano… quasi ci eravamo abituati a paesi semi deserti. Ci fermiano all’ufficio turistico per farci dare una cartina del posto che ci consenta di trovare i siti più ricchi di Dolmen e Menhir, cose per cui è famosa Carnac, e ci facciamo prenotare direttamente dalla ragazza dell’ufficio turistico, un B&B (46 euro). In effetti, passare prima di tutto ad un ufficio turistico, laddove ve ne sia uno (ma in Francia ce ne sono quasi in ogni paese) per prendere cartine dettagliate e magari farsi prenotare un B&B (cosa che viene fatta talvolta gratuitamente e talvolta con un contributo minimo) è stata una cosa che abbiamo fatto più volte durante il viaggio ci ha fatto risparmiare molto tempo. Prendiamo possesso della stanza (ahimè veramente brutta) e andiamo “alla ricerca dei menhir e dolmen”. Il primo sito che visitiamo non ci fa un’impressione molto positiva. Vediamo tanti massi, nemmeno tanto grandi, tutti in fila. Comunque non ci scoraggiamo e decidiamo di continuare la visita di altri siti, facendo una bella passeggiata a piedi. I successivi siti ci fanno un effetto migliore per la presenza di menhir molto più grandi e di dolmen imponenti. La passeggiata di alcuni km ci stimola l’appetito, e decidiamo di andare a mangiare a Locmariaquer, posto noto per l’allevamento di ostriche. Le ostriche da queste parti costano abbastanza poco, e un piatto da 6 in ristorante in genere va da 8 a 11 euro a seconda del calibro delle ostriche, che va da 0 a 5. Le migliori sono le numero 0 oppure le 00. Arriviamo a Locmariaquer un po’ tardi, le 14.30 (con oggi comincia una serie di fregature a causa dell’orario di pranzo e cena, visto che da queste parti si mangia presto e dopo una certa ora, che possono essere le 14 per il pranzo o le 21.30 per la cena, non si trova più da mangiare) e con un po’ di limitazioni sulla scelta dei piatti, visto che la cucina è in chiusura ordiniamo 6 ostriche per ciascuno, la soup de poisson (zuppa di pesce, un altro must) e un altro piatto. Purtroppo la cameriera non capisce che di ostriche ne volevamo 2 piatti da 6, e quando ne arrivano solo 6 e chiediamo le altre ci dice che la cucina è chiusa e non ce ne può portare altre… ma mica ce le dovevano cucinare, ce le dovevano solo aprire… mah! Un po’ delusi ci facciamo una passeggiata sul lungomare e per la prima volta intuiamo il fenomeno della marea, con la vista di barche in secca. Ma è solo l’inizio. Poi andiamo verso Quiberon, una lunga lingua di terra (ma il fatto che sia una lingua lo si percepisce poco perché c’è bassa marea e quindi quella che doveva essere una lingua di terra si è trasformata in una immensa spiaggia). Passiamo il pomeriggio a passeggiare per la cittadina, carina e piena di turisti. Ceniamo qui a base di ostriche e quando torniamo a Carnac viene un temporale.
23 Agosto Martedì
Nuvoloso/bello
Carnac- Pont Aven-Concarneau-Quimper-Kerlouan-Guisseny (220 km) (Moulin du Couffon 29890 Kerlouan tel 02.98257843, www.moulinducouffon.com; Euro 82).
Il B&B è un po’ meglio di come ci era sembrato vedendo la nostra stanza, con una bella vista e un bel giardino. Si riparte alla volta di Pont-Aven. Il paese è bellissimo, una vera bomboniera. Questo paesino è incredibilmente ricco di artisti e di relative gallerie d’arte. E’ proprio un piacere per gli occhi. Tra l’altro il mulino con il fiume che gli scorre accanto sono stati immortalati in un bel quadro di Guaguin, Les lavandières à Pont-Aven. Assolutamente da non perdere. Siamo fortunati perché capitiamo a Pont-Aven nel giorno di mercato. E’ pieno di gente e di bancarelle che vendono tante cose strane, soprattutto da mangiare. Facciamo “conoscenza” con i famosi carciofi bretoni, enormi e bellissimi, con i cavolfiori viola o gialli, con le cipolle rosa…Difficile resistere e non acquistare tutto, però ci controlliamo e cediamo solo alla tentazione di acquistare formaggi, baguettes, e costolette di maialino arrosto, che saranno il nostro pranzo. Dopo aver consumato il nostro “lauto” pasto al sacco ci dirigiamo verso Concarneau. Prima di entrare in città visitiamo il castello di Keriolet che dista pochi km dalla città. La storia di questo atipico e sfortunato castello è molto interessante (il maniero di Keriolet risale al XV secolo). Fu fatto ristrutturare dalla sessantenne principessa Zenaida, zia dello zar Nicola II, per il suo giovane marito, il conte di Chauveau a Concarneau, un cittadino comune per il quale la principessa acquistò due titoli nobiliari. Amante della regione, nella ristrutturazione del castello la principessa utilizzò molti simboli legati alla storia e alla tradizione della Bretagna (coppie bretoni in abiti tradizionali, zampe d’ermellino, simboli del nazionalismo bretone. Nel XX secolo, il castello di Keriolet conobbe diversi proprietari, fra i quali il bisnipote della principessa, Felix Yusupov, celebre per aver partecipato all’assassinio di Rasputin). Dopo la visita guidata del castello facciamo un giro veloce nel bel centro storico molto animato, racchiuso all’interno di mura fortificate. Poi ci dirigiamo a Quimper. Qui facciamo un giro del centro storico e della cattedrale che ha la caratteristica di essere asimmetrica. Difficile spiegare cosa significhi ciò, bisogna vederla. Poi partenza per l’ultima tappa della giornata, Kerlouan. Dobbiamo cercare un posto per dormire e purtroppo di B&B non se ne vedono. In genere i cartelli che indicano la presenza delle Chambres d’hotes si trovano in posizioni ben visibili. Ma purtroppo in mezz’ora di giri non se ne vedono affatto. Quindi, dopo un po’ ci fermiamo a chiedere informazioni ad una casa dove esternamente c’era scritto “Location”, e dove noi avevamo sperato ci fosse un B&B. Invece è la casa di 2 anziani coniugi, che nonostante stiano cenando, ci hanno aiutato a trovare un posto per dormire facendo qualche telefonata (la gentilezza della gente da queste parti ci ha lasciati senza parole, durante tutto il viaggio). Quindi dietro loro consiglio raggiungiamo un B&B a Guisseny. Ciò che troviamo è uno vecchio mulino, ristrutturato in modo magnifico. Anche se la stanza che ci viene proposta costa 82 euro (ce n’erano di meno costose ma la nostra è l’ultima disponibile), appena la vediamo non possiamo fare a meno di prenderla. E’ semplicemente meravigliosa. In realtà più che una stanza è un miniappartamento, con angolo cottura e due letti matrimoniali. Per cena ci consigliano di andare in un posto sulla spiaggia di Meneham, all’auberge di Meneham che si trova in un ex-villaggio di pescatori (bello e consigliatissimo, anche per dormire www.gite-meneham.fr). La spiaggia è bellissima, con enormi massi di granito rosa, tra due dei quali è stata costruita una suggestiva casetta. Veramente un posto magico! Nel frattempo le nuvole sono completamente scomparse regalandoci uno spettacolare tramonto sul mare che ci permette di fare bellissime foto. Una fine giornata veramente inattesa e molto bella.
24 Agosto Mercoledì
Bello/variabile
Guisseny-Roscoff-Ploumanac’h-Treguier (150 km) (B&B Euro 42).
Lasciamo a malincuore il bellissimo mulino e ci dirigiamo verso Roscoff. Per arrivarci abbiamo scelto di fare un tratto di costa, invece della strada consigliata da “Uga”, che anche se ci fa allungare un po’ con i km, ci permette di vedere molto di più e cose fuori programma. Infatti ci imbattiamo in un villaggio di pescatori con un piccolo porticciolo dove è appena arrivato un peschereccio carico di pesce. Il pescatore a bordo sta pulendo delle rane pescatrici enormi dalle interiora, che getta poi in mare dove decine di gabbiani si contendono un po’ di cibo. Foto a go-go. Raggiungiamo Roscoff, che è una deliziosa cittadina sul mare, con un bel centre ville con tante case a graticcio. Visitiamo la cattedrale e facciamo un passeggiata anche al porticciolo. Per pranzo decidiamo di “farci del male” con un megapiatto di frutti di mare al ristorante Les 3 crevettes, ristorante carino che consigliamo. Poi ci mettiamo in viaggio verso la costa di granito rosa per raggiungere Ploumonac’h. Ploumanac’h è un antico villaggio di pescatori è divenuto oggi un’affollatissima meta turistica, soprattutto grazie per le sue scogliere di granito rosa, imponenti formazioni rocciose (le più grandi raggiungono un’altezza di più di venti metri) modellate dal vento e dal mare, dalle forme intriganti come il Cappello di Napoleone, la Capanna degli Innamorati, il Fungo, che offrono uno spettacolo quasi surreale. E’ un sito naturale di una bellezza straordinaria, ed è famosa anche per in suo faro di granito rosa. Facciamo una passeggiata su di un sentiero lungo la costa che ci permette di apprezzare a pieno la bellezza del posto. Dopo ci dirigiamo verso Treguier, meta finale della nostra giornata. Per strada, però, non abbiamo potuto fare a meno di fermarci ad ammirare la spiaggia di St Michel en Grevè, dove abbiamo avuto il nostro primo impatto vero con la “marea”, che quando è bassa lascia visibili delle spiagge immense. Davvero impressionante. A Treguier siamo arrivati in serata e come al solito ci siamo messi alla ricerca di un B&B. Ne abbiamo trovato uno centrale e in una casa medievale, ma purtroppo era al completo, allora la proprietaria si è messa a fare un po’ di telefonate per cercarci un posto dove dormire. E ci ha indirizzati ad un B&B un po’ fuori mano ma che era una vecchia casa tipica bretone, molto bella e grande. Giro serale della cittadina de “caractere” (è la dicitura sui cartelli stradali che indica che la città è di interesse turistico), e poi cena a base di galettes allietata da un suonatore di strumenti medievali che ha cantato canzoni folkloristiche.
25 agosto Giovedì
Variabile/bello
Treguier- Sillon de Talbert-Paimpol (40 Km) (B&B Villa des Hortensias, rue des 5 Maguisards 22500 Paimpol, tel 02-96206271 begin_of_the_skype_highlighting 02-96206271 end_of_the_skype_highlighting; email guy.batard412@orange.fr: Euro 57 )
Ricca colazione e visita più approfondita della cittadina, soprattutto della bellissima cattedrale gotica. Poi partiamo verso Sillon de Talbert. Questo è un lembo di terra che si protende per 3 km nel mare punteggiato da scogli. La stretta fascia di 35 metri, fatta di sabbia e ciottoli, è plasmata dalle correnti contrarie del Trieux e del Jaudy. E’ un posto strano, al confine di tutto. Facciamo una passeggiata sulla spiaggia, ma purtroppo non riusciamo ad apprezzare completamente la bellezza di questo posto in quanto c’è la bassa marea, che ha scoperto la gran parte dal terreno circostante e quindi a noi non sembra di essere su una stretta lingua di terra ma su un’ampia spiaggia. Quindi facciamo una passeggiata ma decidiamo di non arrivare all’estremità dell’istmo. Invece ci rimettiamo in cammino verso Paimpol (non senza fermarci prima a mangiare delle galettes in una bella creperie trovata lungo la strada). Arriviamo a Paimpol, una cittadina situata in una stretta baia sulla “cotes d’armor”, nel primo pomeriggio e ci dirigiamo subito all’ufficio del turismo per prendere cartine del posto e dintorni e per farci prenotare un B&B (al costo di 2 euro per il servizio, ma sono ben ripagati dal fatto che la signora ci consiglia e prenota un B&B veramente “caratteristico”). Dalla guida Lonely, che lo raccomanda vivamente, prendiamo spunto per fare un giro in treno a vapore, che va da Paimpol a Pontrieux costeggiando la lunghezza di Trieux. L’esperienza si rivela, oltre che decisamente dispendiosa, 22 euro a persona, anche piuttosto deludente. Il giro dura circa 3 ore ma con due pause di un’ora e mezza complessivamente, una in un boschetto per una degustazione di sidro e crepes e un’altra a Pointrieux. Dopo il deludente giro in treno andiamo a prender possesso della stanza nel B&B, dove rimarremo per due notti. Il B&B è un posto veramente particolare, con una miriade oggetti stravaganti ma di buon gusto, a metà strada tra un negozio d’arte e un rigattiere. La gentilissima padrona ci consiglia un posto dove cenare in un paesino vicino, con un suggestivo porticciolo, e si rivela un consiglio felice perché mangiamo molto bene e a prezzo più che ragionevole. E ci gustiamo ancora il fenomeno della marea, che ha lasciato a secco tutte le barche presenti nel porticciolo.
26 Agosto Venerdì
Bello/variabile/bello
Paimpol- Ile de Breaht-Paimpol (10 km)
Per fortuna la giornata è magnifica, perché per oggi abbiamo previsto una gita sull’isola di fronte Paimpol, Ile de Brehat. L’Ile de Brehat è una riserva naturale formata da due isolette collegate da un ponte. L‘isola è circondata da numerosi isolotti, tutti in granito rosa, alcuni raggiungibili anche a piedi durante la bassa marea. Nella parte nord ci sono prati di cicuta ed achillea battuti dal vento, mentre a sud la vegetazione cambia e si trovano palme, mimose ed eucalipti. Da Pointe l’Arcouest, a pochi km da Paimpol, ci si imbarca per l’isola con traghetti che partono ogni mezz’ora: la traversata dura solo 10-15 min a seconda della marea. Noi decidiamo di fare prima un tour dell’arcipelago che dura circa un’ora, con il traghetto (14 E), e poi sbarchiamo al molo più a sud del porticciolo di Port Clos, quello utilizzato quando c’è bassa marea. Da queste parti infatti le escursioni delle maree sono imponenti. L’isola è molto bella, con case bellissime, non è tanto grande (lunga in tutto 3,5 km), la si può girare tranquillamente a piedi, ma si possono anche noleggiare le bici (l’isola è un po’ un saliscendi, quindi meglio essere allenati se si noleggia la bici). L’isola è vietata alle macchine, e questo ne accresce il fascino. Dal porticciolo raggiungiamo con una bella passeggiata di un’ora circa il faro di Paon, che si trova all’estremità opposta dell’isola, da cui si gode una fantastica vista. Ci rammarichiamo di non aver comprato qualcosa da mangiare per strada, perché fare un pic-nic lì sarebbe stato bellissimo. Purtroppo, (ma dopo un po’ si rivelerà una fortuna, visto che arriverà un acquazzone improvviso), per mangiare qualcosa siamo costretti a tornare al centro abitato, vicino al porticciolo e quindi a rifarci un’altra ora di cammino. Mangiamo galettes con salsiccia bretone (buonissima) e mentre siamo a pranzo comincia a piovere. Nel primo pomeriggio dopo il breve acquazzone ci imbarchiamo sul traghetto, questa volta il punto di attracco è differente perché c’è alta mare, diretti a Paimpol. Facciamo un giro del centro storico e poi di corsa, prima che chiuda, a visitare l’abbazia di Beauport. Quest’abbazia, fondata nel XIII sec. fu un importante focolaio spirituale ed economico nella diocesi di Saint-Breiuc. Della chiesa, innalzata nel XIV sec., sono visibili la facciata, la navata a cielo aperto piena di piante di ortensie colorate, la navata laterale nord e il braccio sinistro del transetto. La lunga sala capitolare è un eccellente esempio di arte gotica anglo-normanna. Si visitano poi il chiostro e il refettorio affacciati sul mare, nonché il cortile basso, riservato ai pellegrini, la cantina sotto il refettorio, e la stanza delle elemosine dove i monaci ricevevano l’imposta sul sale e sul grano. Finita la visita siamo tornati al paesino della sera precedente per cena…e sì, il posto ci era piaciuto proprio tanto!
27 Agosto Sabato
Pioggia/Variabile/bello
Paimpol- Plouha- Baia de Saint Brieuc- Cap Frehel-Dinard (145 km) (B&B 60 euro)
Lasciamo il B&B più “stravagante” che abbiamo trovato in questo viaggio e ci dirigiamo verso Plouha dove si trovano le più alte scogliere della Bretagna. Solo grazie alla cartina e alle informazioni che ci hanno dato all’ufficio turistico riusciamo ad arrivare al Pointe de Plouha. Con un’altezza di 104 metri, la pointe de Plouha è il punto culminante della costa rocciosa lunga 14 km che ospita cale nascoste, aree di nidificazione per uccelli, un antico porto e una cappella che racchiude straordinari affreschi. Purtroppo non riusciamo ad apprezzare completamente la bellezza del posto perché piove parecchio (l’unica mattinata di tutto il viaggio in cui abbiamo dovuto cambiare programma a causa del tempo) e quindi siamo costretti a rimetterci in cammino verso la tappa successiva: cap Frehel. Come spesso è avvenuto durante il nostro viaggio, abbiamo optato per una strada costiera, anzichè la strada principale più corta, e ci siamo imbattuti nalla “impressionante” baia de Saint Brieuc, nei dintorni di Hillon. E’ un posto molto bello in una riserva naturale. La baia è la quinta al mondo per l’ampiezza delle sue maree, il mare si ritira per più di 7 km, scoprendo un lembo del litorale brulicante di vita. Noi vi arriviamo in un momento di bassa marea e notiamo che la baia è disseminata di puntini bianchi, e quando scendiamo sulla spiaggia scopriamo essere crostacei e conchiglie. In questa affascinante zona si ergono strani pali di legno che sono i bouchot con le loro gustose cozze. Tra saline, rocce, fango e sabbia, prosperano una fauna e una flora uniche. Infatti in questa Riserva naturale, la più grande della Bretagna, si possono ammirare 112 specie di uccelli. Annidata su un promontorio a Hillion, la Maison de la Baie, una costruzione ben integrata nell’ambiente, con dei punti di osservazione per gli uccelli, consente di comprendere al meglio il particolare equilibrio che esiste in questo luogo. Purtroppo oggi è chiusa, quindi dopo una passeggiata siamo ripartiti per Cap Frehel. Ancora una volta, durante il tragitto, siamo stati incuriositi da un castello, fuori programma, e decidiamo di fermarci a visitarlo. E’ il castello di Benassis, ed è possibile visitarlo solo con visita guidata. E’ un castello carino e ben conservato, sia esternamente, sia le poche sale che ci consentono di visitare. L’imponente facciata del castello di Bienassis è in arenaria rosa di Erquy. “Bien sis”, ovvero ben posizionato e ben protetto dal suo fossato; è questa l’origine del nome Bienassis. Monumento storico tutelato, risalente ai secoli XV e XVII, Bienassis rappresenta un esempio completo di residenza nobiliare. Trasformato in prigione durante la Rivoluzione, dal 1880 è proprietà della famiglia De Kerjegu, che vi abitano ancora. Esternamente c’è un bel parco con un fossato pieno di acqua e un fiumiciattolo che scorre vicino. Un posto molto “ameno”. Dopo la visita, che dura una mezz’ora, ripartiamo per la nostra meta originaria. Cap Frehel non è stato semplicissimo da trovare, ma quando vi siamo giunti siamo rimasti senza parole. E’ uno dei luoghi più suggestivi della Bretagna. A strapiombo sul mare color smeraldo, battuto da un vento impetuoso, Cap Fréhel ci ha incantati per la sua bellezza. Le sue falesie, a picco come muri, ospitano centinaia di uccelli nidificanti. E poi il maestoso faro di 103 metri, ricostruito negli anni 50, che abbiamo visitato (2 euro). Noi abbiamo fatto una passeggiata sulla scogliera , da cui è possibile raggiungere a piedi Forte la Latte, lottando contro il vento. E proprio il forte vento ci ha convinti ad andare a Fort la Latte in macchina. Questa è una fortezza costruita nel XIV secolo, rimaneggiato nel XVII e restaurato all’inizio del XX secolo, che domina maestosamente il mare in cima a una scogliera, E’ a picco sul mare ed è protetta da due crepacci superabili solo attraverso due ponti levatoi. Una posizione inespugnabile! Proprio questa splendida posizione, su un promontorio roccioso affacciato sul mare, ha fatto sì che Fort La Latte sia stato utilizzato come location in molti film. Dopo la visita alla fortezza ci dirigiamo verso Dinard, nostra meta finale. Mentre cerchiamo un B&B per la notte facciamo un giro per la cittadina, che sembra carina e con tante bellissime ville, stile belle epoque, a picco sul mare. Con un po’ di fatica e fuori mano, riusciamo a trovare una camera In realtà siamo stati “ospitati” in una casa di signori che probabilmente non hanno ancora il cominciato ufficialmente a svolgere l’attività di B&B, ma che sono di appoggio al B&B adiacente alla loro abitazione. Siccome ci hanno visto “disperati” per il fatto che questo, come tanti altri B&B prima visitati, è al completo, allora gentilmente ci offrono una camera in casa loro e noi accettiamo con gratitudine, sia perché siamo un po’ stanchi, sia perchè la casa e la camera sono molto belle. Poi un giro a Dinard per cena.
28 Agosto Domenica
Bello/variabile
Dinard-St Malo- Pointe du Grouin-Cancale-Dinan (77Km) (B&B Riverside, 10 Rue Anne Lehon Tel(0033) 296 87 92 71; 50 Euro) end_of_the_skype_highlighting
Dopo la consueta ricca colazione partiamo alla volta di St. Malo che si trova di fronte a Dinard. Saint Malo è una città costiera, fortificata con una cintura di bastioni. Il suo porto sbocca sul canale della manica e il suo litorale è tra quelli francesi il maggiormente esposto al fenomeno delle maree (l’ampiezza supera i 10 metri). E’ veramente bella, anche se è stata ricostruita quasi interamente dopo un bombardamento durante la seconda guerra mondiale. Facciamo un giro sui bastioni, sulla spiaggia e all’interno della cittadella fortificata. E’ una città molto movimentata, piena di vita. Dopo una visita, purtroppo troppo veloce per poter apprezzare completamente la bellezza di questa città, ci mettiamo in cammino verso Pointe du Grouin. Questo sperone roccioso, ultimo baluardo prima di entrare nella Baia di Mont Saint-Michel, è un magnifico osservatorio, esposto ai venti. La Pointe du Groin si stende in una cornice maestosa tra St. Malo e Cancale, da cui dista solo 7 km tramite un sentiero sulla costa. Noi, però, ci siamo andati in auto. Dalla Pointe, lo sguardo abbraccia un impressionante scenario, da Cap Frehel a Granville, passando per la baia di Mont Saint Michel. A 25 km, si distingue il Mont stesso. Dopo una passeggiata sulla Pointe siamo andati a Cancale dove ci aspettava una scorpacciata di ostriche. Cancale, infatti è da tempo rinomata per le ostriche e per i frutti di mare. E la sua carta vincente è che si possono gustare queste delizie del mare ammirando anche se un po’ da lontano, il meraviglioso Mont Saint-Michel, incastonato al centro della baia. Cancale ha un porto carino da cui è possibile apprezzare, quando c’è la bassa marea, un’impressionante distesa di vasche per la coltivazione delle ostriche. Ed è appunto nella patria delle ostriche che diamo il meglio di noi nell’apprezzare questi deliziosi frutti di mare. Cominciamo con 2 dozzine a ristorante e poi, dopo meno di un’ora ci facciamo tentare ancora da un’altra dozzina, presa nei chioschetti lungo il molo (12 ostriche taglio 0, e cioè tra le più grandi, solo 4,5 euro), cosa che ci è piaciuta molto. Dopo la scorpacciata di ostriche siamo rimasti rapiti per più di un’ora ad osservare la marea, che in questo posto sale (o scende) veramente velocemente. Nel pomeriggio ci siamo poi diretti a Dinan, una bellissima cittadina medievale. Circondata da quasi tre chilometri di bastioni, la città di Dinan e il suo castello del XIV secolo dominano maestosi la Rance. Appena arrivati ci mettiamo in cerca di un B&B e ne troviamo uno molto carino in un borgo vicino Dinan che si chiama Lehon. Il posto è decisamente “ameno”, infatti si trova sulle rive del fiume Rance, ed è l’abitazione di una simpatica signora inglese, con la quale abbiamo potuto finalmente far due chiacchiere, visto che da queste parti l’inglese lo parlano in pochi e noi il francese lo parliamo a stento. In serata facciamo un giro nella città alta che è meravigliosa, dove ci fermiamo in una bella piazzetta ad ascoltare un po’un concerto di musica Jazz. Poi a piedi, attraverso una pittoresca e ripida strada costeggiata di antiche e ben conservate case a graticcio, raggiungiamo la zona bassa di Dinan, anche questa veramente bella, dove c’è anche un porticciolo sulle riva della Rance molto suggestivo. Dinan è assoltamente da non perdere.
29 Agosto Lunedì
Bello
Dinan-Dol de Bretagne-Mont Saint Michel (60 km) (B&B Martine Fouque-20, Rue du Rivage 50170 Huisnes-sur-Mer, tel 0233489327; www.les-valtieres.fr, 46 euro).
Lasciata la casa della simpatica signora inglese scopriamo per caso quanto sia carino il borgo vecchio di Lehon, con visita all’antica abbazia. Poi torniamo a Dinan dove visitiamo la cattedrale, il castello e i giardini all’inglese. Poi, dopo aver fatto il pieno di foto e di ottime baguettes, ci dirigiamo a Dol de Bretagne. Qui visitiamo la splendida cattedrale gotica e il centro storico con bellissime case a graticcio, tutte storte ma molto pittoresche. Un panino e un gelato per pranzo e poi diretti a Mont Saint-Michel. Prima di andare a Mont-Saint Michel andiamo a prendere possesso della nostra stanza al B&B, che abbiamo prenotato in precedenza, che si trova a Huisnes sur Mer a qualche km dal Mont. Bisogna dire che data la grande affluenza di turisti ci sono molti B&B in zona, e anche a prezzi molto economici, e che forse non sarebbe stato nemmeno necessario prenotare. Comunque la nostra stanza è bella e dalla finestra si vede il monte (motivo per il quale avevamo prenotato proprio qui). Poi siamo andati al Mont. Proviamo a parcheggiare al parcheggio vicino all’ingresso dell’abbazia (che in realtà non è nemmeno tanto vicino), ma siccome la marea prevista per le 20.30 è piuttosto alta, il parcheggio verrà inondato e bisogna spostare le macchine entro le 18.30. A quel punto, torniamo indietro con la macchina (e con il senno di poi avremmo potuto lasciare la macchina sulla strada, ma non eravamo certi che non sarebbe stata inondata anche quella, e infatti non lo è stata) e parcheggiamo a circa 2 km dall’abbazia. Finalmente, dopo una passeggiata di una mezz’ora, raggiungiamo la rocca. La troppa gente presente ci fa apprezzare poco la bella struttura del borgo medievale con case in graticcio che arrivano fino all’ingresso dell’abbazia. un bella passeggiata in salita e finalmente si arriva all’ingresso del complesso dell’abbazia (ingresso 18 euro complessivamente, 6 euro a persona + 6 euro per l’audioguida per 2). La visita guidata ci prende un’ora e mezza circa. Poi torniamo all’esterno della rocca e attendiamo l’arrivo della famosa marea. L’altezza della marea oggi raggiungerà la considerevole quota di 13.75 metri, ma fino al momento del suo arrivo non riusciamo minimamente a renderci conto di ciò che voglia dire. C’è da attendere ancora un paio di ore e quindi ne approfittiamo per fare un giro sulla spiaggia che circonda il monte. In realtà l’acqua è ancora lontana kilometri e sembra impossibile che nel giro di poco riesca ad arrivare fino alla rocca, con l’andamento descritto come quello di “un cavallo al galoppo”. Siamo piuttosto delusi, e a noi la marea sembra più una lumaca che va anche piano piuttosto che un cavallo al galoppo. Pensiamo “le solite esagerazioni che si dicono per incuriosire i turisti”. E ne siamo convinti almeno fino alle 19, quando vediamo avvicinarsi due vigili del fuoco che vengono ad avvisare tutti quelli che sono in spiaggia che nel giro di 10-15 minuti arriverà la marea. Ci guardiamo intorno increduli, sembra che l’acqua sia ancora tanto lontana… però all’orizzonte si intravede uno strano movimento, e nel giro di 10 minuti si scatena “l’inferno”… l’acqua arriva irruenta da ogni parte, inesorabile, velocissima, e nel giro di 20 minuti tutto intorno è allagato. Un’emozione unica, semplicemente spettacolare. Le foto e i filmati non riusciranno mai a rendere giustizia a questo fenomeno della natura, bisogna vederlo dal vivo. Torniamo a piedi verso la macchina lasciata lontano lontano e passiamo sulla strada che costeggia quello che qualche ora prima era stato il parcheggio, che è veramente allagato completamente. Pochissime le macchine che sono ancora nel parcheggio, i cui proprietari incauti, al ritorno dalla visita al monte troveranno trasformate in barche. In serata torniamo alla rocca per cena, che non riusciremo a fare visto che siamo arrivati alle 21 ed è già tutto chiuso, e per fare ancora un giro per apprezzare Mont-Saint-Michel notturna.
30 Agosto Martedì
Bello
Mont Saint Michel- Carteret- Nez de Jobourg- St. Mère Eglise(239 km) (Ferme Manoir “La Fière” email poisson.yves2@wanadoo.fr, tel 0233413177 Euro 45).
Un saluto malinconico a MSM dalla nostra stanza e poi in partenza per Carteret. Come è nostra consuetudine evitiamo di fare strade a scorrimento veloce e cerchiamo di restare sulla costa, anche se questo vuol dire percorrere stradine in mezzo alla campagna, dove due macchine passano a fatica e dove anche la nostra “Uga” talvolta si perde. Però, siccome il programma di oggi lo permette e non abbiamo troppa fretta, allunghiamo un po’ il percorso, scoprendo posti incredibili che altrimenti ci sarebbero sfuggiti. Così come alcune enormi spiagge e punti panoramici che attraversiamo prima di arrivare a Cap de-Carteret. Qui c’è una bella vista e vale la pena fare una passeggiata per qualcuno dei tanti sentieri segnalati. Poi ci dirigiamo al porto della cittadina, dove mangiamo in un ristorante assediato da un’allegra brigata di non più giovanissimi (età media 75 anni), con i quali abbiamo socializzato nella lunga attesa per usufruire della toilette (una simpatica esperienza)… Poi ci siamo diretti verso un altro punto panoramico, Nez de Joburg. Altra passeggiata e tante foto in questo posto a picco sul mare con una splendida vista. Meta finale di questa giornata è St. Maire Eglise. Vi arriviamo nel pomeriggio e subito andiamo a dare un’occhiata alla chiesa al cui campanile è ancora appeso un paracadutista (beh, in realtà è un manichino), in ricordo di ciò che accadde qui la notte dello sbarco in Normandia. Cerchiamo un posto per dormire e come spesso è accaduto in questo viaggio siamo stati baciati dalla fortuna e siamo capitati in un antico maniero. E’ veramente molto bello e la camera è arredata con gran gusto in stile antico. Lasciati i bagagli siamo andati, prima di cena e approfittando delle lunghe giornate estive del nord Europa, a visitare la famosa Utah Beach, una delle spiagge su cui sbarcarono gli alleati il 6 giugno 1944, La spiaggia è immensa con la bassa marea, e si capisce bene il motivo tattico di questa scelta per lo sbarco. Il posto è molto emozionante, coinvolgente, anche perché ce lo siamo goduti quasi in completa solitudine. Dopo una passeggiata e tantissime foto, al tramonto con i carri armati da sfondo, siamo andati a cena. E dire che siamo a più di metà del viaggio, ma non abbiamo ancora imparato che in questa parte della Francia si cena veramente presto; e così anche stasera l’unico posto ancora aperto alle 21.30 è stata una pizzeria/paninoteca, dove però siamo stati accolti con molta simpatia dal cuoco/gestore. Quando ha scoperto che eravamo italiani ci ha tenuto a farci assaggiare il suo tiramisù. Inoltre ha voluto sapere, visto che il tiramisù è considerato il nostro dolce nazionale, se trovavamo il suo sapore simile a quello che si mangia in Italia. E a dire il vero era proprio buono.
31 Agosto Mercoledì
Bello
Colleville sur mer- Longues-sur-Mer -Arromanches les Bains –Bayeux (90 Km) (B&B troppo fuori mano).
Questa è la giornata che dedicheremo ai luoghi tristemente noti dello sbarco in Normandia. Dopo un’ottima colazione nella bella e accogliente cucina del “nostro” maniero, il proprietario, gentilissimo, ci fa la sorpresa di farci visitare il suo “museo privato” sui cimeli dello sbarco in Normandia. I suoi terreni e la casa sono stati prima sequestrati dalle truppe tedesche e dopo lo sbarco sono state utilizzati come sede di un ospedale da campo degli alleati. In queste zone è ancora molto viva la memoria storica degli eventi accaduti più di 60 anni fa e anche da parte di chi, come il nostro ospite, non ha vissuto quegli avvenimenti perché non ancora nato, è ancora molto forte la gratitudine nei confronti degli alleati che li hanno liberati dal dominio tedesco. Il proprietario del maniero ci mostra con orgoglio un paracadute ancora intatto utilizzato dai paracadutisti caduti su Saint Maire Eglise, e una gran quantità di altri cimeli trovati nei dintorni. Non poteva cominciare in modo migliore la nostra lunga giornata dedicata al D-Day. In realtà, per poter meglio comprendere ciò che avremmo visitato, qualche tempo prima di partire avevamo rivisto il film “Il giorno più lungo”. Quindi con la mente ancora ricca delle immagini del film ci siamo diretti verso la nostra prima tappa; Point du Hoc. E’ una imponente scogliera a picco sul mare, dove gli alleati hanno dovuto faticare non poco per riuscire nell’impresa dello sbarco. I segni delle cannonate sono ancora molto visibili e di grande impatto emotivo. Non pensavo che un accadimento così lontano nel tempo, studiato a scuola e messo nel dimenticatoio della memoria, potesse prendermi tanto. Dopo aver girato in lungo e largo su questa scogliera ci dirigiamo verso un’altra spiaggia “storica”: Omaha beach. Le aspettative emotive erano molte, ma siamo rimasti delusi dalla stretta lingua di sabbia che ci siamo trovati di fronte, infatti non avevamo fatto i conti con la marea, che quando siamo arrivati noi era alta e aveva completamente sommerso l’immensa e la più famosa spiaggia dello sbarco. A quel punto abbiamo lasciato Omaha beach e siamo andati a Conneville sur Mer, dove in una spettacolare posizione a picco sul mare, si trova il cimitero di guerra americano. Dopo esser stati “analizzati “meticolosamente dai metal-detector, come in aeroporto, entriamo nel famoso cimitero che è stato set naturale di numerosi film di guerra. Si rivive l’esperienza storica di quel periodo e degli avvenimenti accaduti in quei luoghi attraverso un bellissimo percorso fatto di foto, filmati, scritti e testimonianze originali, che ci fa rendere sempre più conto di quanto grandiosa sia stata operazione dello sbarco in Normandia. Poi si arriva nell’ordinatissimo cimitero con vista mare. E’ stata un’esperienza veramente toccante, grazie anche alla presenza di emozionatissimi reduci di guerra, che erano stati lì, in prima linea, durante lo sbarco… Le loro lacrime, nel ricordo di quell’avvenimento e dei numerosi amici persi in battaglia, uniti ad una fierezza derivante dalla consapevolezza dell’importanza del loro operato, sono state contagiose. Lasciato Conneville-sur Mer ci dirigiamo verso Longuer-sur-Mer, dove sono presenti ancora moltissime casematte con all’interno i cannoni intatti. Poi infine siamo andati ad Arromanches, un’immensa spiaggia dove sono presenti i resti del ponte mobile, costruito per lo sbarco a tempo di record, costituito da enormi blocchi di cemento e da una piattaforma. Lasciati i luoghi dello sbarco ci siamo diretti a Bayeux, dove, giusto in tempo perché giunti a ridosso dell’orario di chiusura , siamo riusciti a vedere il più famoso e lungo, circa 70 metri, arazzo del mondo. Anche se l’abbiamo visitato di corsa abbiamo apprezzato molto questa opera veramente impressionante e bella. Purtroppo, però, non abbiamo fatto in tempo a visitare anche il museo di arazzi e tessuti antichi annesso. Siccome non era ancora tardi siamo andati a visitare la spettacolare, soprattutto da fuori, cattedrale. Lasciamo Bayeux a ci mettiamo alla ricerca di un posto per dormire. Troviamo qualche difficoltà nell’individuare un B&B, ma alla fine troviamo, in aperta campagna un B&B tenuto da un’efficientissima e organizzatissima signora. Non ci facciamo intimorire dalla mole del sanbernardo che ci si avvicina per annusarci nel giardino e prendiamo della nostra stanza in questa bellissima villa di campagna che ci costa solo 40 euro. Cena e visita notturna di Bayeux.
1 Settembre Giovedì
Bellissimo e caldo (fin troppo)
Bayeux-Creully-Fontaine Henry-Caen- Trouville–Honfleur-Etretat (140 km) (Chambres d’hotes La Caloge » Rue Offenbach 0673780223, mjgeulin@hotmail.fr 70 Euro).
Dopo una ricca colazione e un saluto al sanbernardo ci dirigiamo verso Creully, dove ci sarebbe un bel castello da visitare. Dico sarebbe, perché dall’esterno non ci ha ispirato granché e visto che subito dopo era in programma la visita di un altro castello, quello di Fontain Henry, ci dirigiamo direttamente a quest’ultimo. Il castello, però, apre solo di pomeriggio, perché i proprietari, che ci abitano, non desiderano che la propria privacy venga turbata più di tanto. Quindi di due castelli in programma neanche uno visitato. Pazienza, non ci si può perder d’animo solo per questo. Baldanzosi ci incamminiamo verso la prossima tappa della giornata: Caen. Abbiamo qualche difficoltà ad individuare la strada, nonostante “Uga” e due cartine e, incredibile ma vero, un signore in macchina che ci aveva sorpassato, resosi conto della nostra difficoltà, si è fermato per sapere se avevamo bisogno di un aiuto. Gli abbiamo detto che non sapevamo quale strada prendere e lui ci ha indicato di seguirlo per un po’ e poi ci ha indicato la strada da seguire. Ancora una testimonianza della gentilezza di questa gente. Infine siamo arrivati a Caen. Questa è una città molto viva e piena di gente… quasi non siamo più abituati a vedere tanta gente tutta insieme. Facciamo un giro al castello, alla bella cattedrale e poi, in attesa che apra l’Abbazia degli uomini, (quella delle donne non la visiteremo) facciamo una delle esperienze sensoriali più travolgenti mai provate… ci “imbattiamo” in un fantastico maxi macarons al pistacchio, di incomparabile bontà… e pensare che quando ho visto i macarons per la prima volta non mi sembravano un granchè… quanto mi sbagliavo! Arrivano le 14, orario di apertura pomeridiano, e visitiamo l’abbazia, dove è sepolto Guglielmo il conquistatore, o comunque ciò che ne resta. Poi si riparte. La nostra prossima tappa è Trouville. E’ una cittadina sul mare che in realtà, tranne qualche bell’edificio stile belle epoque, non merita granchè, a nostro avviso. Facciamo un giro molto rapido sulla spiaggia affollata vista la bella e calda giornata, e mentre torniamo alla macchina ci imbattiamo in un bellissimo mercato del pesce, dove ci sono pesci grandissimi (i gamberi più grandi mai visti, faranno almeno 2 etti ognuno) e molto invitanti. Peccato non avere la possibilità di comprarne un po’. Poi ci rimettiamo in cammino verso Honfleur. La strada che porta ad Honfleur è bella ed è immersa nel verde. Quando mancano pochi chilometri alla cittadina, la vista si apre sul porto di La Havre che sta di fronte a Honfleur. E’ un porto immenso ed è stile porto commerciale. In una parola Orribile, tanto che ci sembra impossibile che Honfleur, con una vista simile, possa essere carina. Quasi non vorremmo fermarci dalla prima impressione che abbiamo avuto. E invece la cittadina si rivela bellissima. Anzitutto visitiamo la chiesa di Santa Caterina, veramente caratteristica perché fatta tutta di legno. Poi ci “perdiamo” nelle viuzze del centro che è tutto da scoprire. Veramente bello, e per fortuna abbiamo vinto il nostro primo istinto di tirar dritto. Un po’ a malincuore ripartiamo verso la nostra prossima tappa: Etretat, che si trova sulla cosiddetta “costa di alabastro”. Per strada attraversiamo il bellissimo e futuristico Pont de Normandie, che è da non perdere assolutamente. Un po’ prima del tramonto giungiamo alla bella cittadina di Etretat, famosa per le sue falesie, e capiamo immediatamente il motivo della fama. Le due falesie adiacenti alla spiaggia principale sono da levare il fiato. Saliamo a piedi sulla falesia di Amont in modo da poter fare belle foto al tramonto alla falesia di fronte, quella di Aval, che ha la caratteristica di sembrare un elefante che immerge la proboscide nel mare. Anche questo scorcio bellissimo è stato immortalato in un quadro di Monet. Poi di corsa a cercare una stanza, che però stasera sarà un po’ cara (70 euro), ma siamo stanchi e non possiamo rischiare di girare a lungo e perderci la possibilità di cenare. Ma, a differenza di quasi tutti gli altri posti dove siamo stati, ad Etretat si cena fino a tardi. Noi, per timore di restar senza cena ci siamo fermati al primo ristorante che abbiamo trovato sulla strada, e così facendo, però, ci siamo persi la possibilità, facendo 50 metri in più, di cenare di fronte al mare e goderci il tramonto infuocato con lo sfondo delle falesie. Del resto non sempre si riesce a fare sempre tutto al meglio. Dopo cena facciamo una puntatina al Casino che c’è sul lungomare, con perdita, scontata, di 20 euro alle slot machine.
2 Settembre Venerdì
Bello
Etretat-Fecamp- Ducrai- Rouen (77 km) (Hotel Campanile).
Lasciamo la nostra stanza, bella e arredata con gran gusto, ma che, essendo stata ricavata da una rimessa, ha un forte odore di muffa. Peccato che non ci abbiano fatto dormire in un’altra delle stanze del B&B, una veramente particolare, ricavata da una barca. Ma ormai è andata…e anche 70 euro. Prossima tappa: Fecamp. A Fecamp c’è un grande porto, e il paese in sé non ci è sembrato particolarmente degno di nota. L’unica cosa veramente bella è il panorama sulle bianche scogliere della costa, che si gode dalla chiesetta della Madonna della Salud. Un’altra cosa che ci è piaciuta, in verità, è stata la visita al Benedectine, con relativo assaggio del liquore che vi viene prodotto e che è famoso in tutto il mondo. La visita è veramente interessante e il liquore molto buono. Dopo la visita partiamo per Ducrai, dove, all’ufficio turistico ci riforniamo di cartine per fare la Route delle Abbazie. La prima che visitiamo, quella di Jumieges, è in realtà un ammasso di rovine, anche se si intuisce chiaramente la grandiosità di un tempo. Poi di corsa all’abbazia di S. Martin de Boscherville. Qui, purtroppo, nonostante noi siamo arrivati alle 18 e l’abbazia chiuda alle 18.30, non ci permettono di entrare. Quindi, delusi, ci avviamo verso Rouen. E’ una città molto grande con un porto sulla Senna notevole. A Rouen dormiremo due notti e per comodità logistica cerchiamo un posto per dormire che sia comodo anche per le escursione dei giorni seguenti. Optiamo per un hotel della catena Campanile, molto comune in Francia ed abbastanza economico, che tra l’altro per i weekend offrono stanze a prezzi scontati (50 euro a notte) che si trova nei dintorni dell’aeroporto di Boos. Poi un giro serale con cena alla cittadina. Visitiamo solo da fuori data l’ora, la cattedrale, la torre con l’orologio, piazza Jean d’Arco con a sua stravagante chiesa dall’architettura a forma di pesce. Il centro è carino e in questa piazza c’è molto movimento. Però una visita più approfondita ce la siamo programmata per il 4 settembre, giorno del rientro in patria, perché per domani abbiamo deciso di fare una “mattata” e andare a Parigi.
3 Settembre Sabato
(Bellissimo e diluvio universale)
Rouen-Parigi-Rouen (240 km).
Sulla gita a Parigi non mi dilungo, perché abbiamo visitato molto approssimativamente solo i punti turistici più famosi, con la speranza di tornarci presto per una visita più approfondita. Solo un cenno sul tempo che è stato bellissimo e caldissimo(più di 30 gradi) fino alle 18 e poi per strada ci siamo imbattuti nel diluvio universale per circa 50 km. Un inferno. Arriviamo in hotel stremati e decidiamo di cenare, decorosamente, in hotel.
4 Settembre Domenica
(Pioggia in mattinata, variabile, bello, variabile, pioggia… tutte, insomma)
Rouen- Les Andelys-Beauvais (100 km).
Stamattina ci siamo svegliati con la pioggia. L’avevamo scampata praticamente per tutta il viaggio ma oggi eccola in tutta la sua “bellezza”. Ci dedichiamo ad una visita un po’ più approfondita della cittadina di Rouen. Visitiamo la spettacolare cattedrale, forse la più bella vista durante il viaggio, il Palazzo di giustizia (purtroppo solo da fuori perché è domenica ed e chiuso), la chiesa di Santa Giovanna d’Arco e la piazza che oggi è animata da un bellissimo mercato e poi, mentre stavamo tornando sui nostri passi, quasi per caso abbiamo scoperto la parte più antica della città. Veramente bellissima con le sue caratteristiche case a graticcio. Abbiamo visitato, poiché segnalato dalla guida, il macabro cortile di quello che fu un cimitero per i lebbrosi, decorati con lugubri sculture lignee raffiguranti teschi tibie e arnesi da becchino, e che oggi invece è occupato dalla scuola di belle arti. Poi abbiamo provato a visitare l’abbazia di S Ouen, ma chiude alle 12 e non abbiamo fatto in tempo. Ci rimettiamo in viaggio verso l’ultima meta del nostro viaggio: Les Andelys. Ci fermiamo a pranzo (e mangiamo bene e a buon prezzo) in un posto un po’ strano, in quanto il ristorante è anche adibito a sala da ballo. Alle 15 si aprono le danze e un centinaio di “nonnetti” tutto pepe si scatenano in balli classici ma non solo. A malincuore lasciamo il ristorante e andiamo a visitare il castello (le rovine in realtà) di Galliard. La vista dal castello è spettacolare, e solo da quassù ci siamo veramente resi conto di quanto sia bella la posizione di Les Andelys, adagiata sulla Senna. E’ un posto da non perdere assolutamente. Purtroppo si è fatto tardi e noi dobbiamo proprio andar via diretti all’aeroporto di Beauvais. Ci fermiamo al volo e solo perché ci è di strada a vedere esternamente il castello di Girors. Poi arriviamo a Beauvais dove facciamo un giro velocissimo del centro, che però non ci sembra un granchè. Quindi andiamo in aeroporto, restituiamo alla Hertz la macchina in modo velocissimo, ci chiedono solo se ci sono danni e se c’è il pieno, ma non controllano nulla…è pur vero che hanno il numero di carta di credito.
Infine si torna a casa!
Le cose più emozionanti:
L’impatto con il fenomeno della marea, le immense spiagge, Mont-Saint-Michel, i luoghi del D-Day, le scogliere di granito rosa.