Bretagna e Normandia 2
2 giorno (30 agosto): La mattina del secondo giorno, dopo un ottima colazione e dopo aver preparato la valigia, facciamo un ultimo giro turistico della città. Vediamo la cattedrale di San Pietro, la grande piazza con l’Opéra a pianta semicircolare, il Municipio che gli è di fronte e tutto il resto. Le case e alcuni scorci della cittadina sono deliziosi, forse più delle attrazioni artistiche stesse. I bar all’aperto, le piccole giostre in stile “Il favoloso mondo di Amelie” fanno il resto, conferendo a Rennes un’aria davvero unica da cittadina fuori dal tempo. Ricordo che siamo in Francia e per gli amanti del fumetto e, come si dice da queste parti, Bande Dessinee, questa è la patria. Da vero amante di quest’arte nonché da scrittore e sceneggiatore provetto, non posso esimermi dall’acquistare volumi in lingua originale di tanti dei miei personaggi preferiti. Nella tarda mattinata partenza per la seconda tappa del nostro viaggio, Quimper ma prima ci fermeremo nella foresta di Broceliande, il luogo incantato della saga di Mago Merlino. Ettari di parco che si estende fino all’orizzonte comprendendo diversi piccoli paesi tanto che, non c’è una vera linea di demarcazione … a un certo punto si entra nella leggenda e basta. Fare un piccolo pellegrinaggio sulla tomba di Mago Merlino (in realtà un albero come narra la leggenda) e esprimere un desiderio è d’obbligo, avremmo voluto fare un tuffo anche nella fontana dell’eterna giovinezza ma la foresta è talmente grande che ci siamo persi e stavolta il navigatore non c’entra nulla. Ritrovata la retta via, tanto per citare un misconosciuto poeta nostrano, si riparte in direzione di Quimper. In serata arriviamo nella capitale della Cornovaglia, rapido giro in città, cena in locale tipico (niente pizza stasera, ci mancherebbe altro!) e tutti a nanna ripensando ancora a Merlino e alla foresta di Broceliande un luogo davvero unico.
3 giorno (31 agosto): la mattina ci dedichiamo alla visita della città, Quimper è davvero carina, piccola e a misura d’uomo. Una cosa che mi ha colpito è il nome della regione in cui si trova Quimper, questo posto si chiama infatti, “Finistere”, fine della terra e non c’è nulla di più poetico e suggestivo. Visitiamo la grande basilica di Saint Courentin in stile gotico, poi ci tuffiamo dentro il mercato costituito da grandi banchi all’aperto che vendono ogni cosa. Un’attenzione particolare la meritano i negozi di musica che hanno tutti, o quasi, un piccolo banchetto con un venditore anche all’esterno. Qua si ascolta e si crea musica della Cornovaglia con tutte le sue particolari sonorità, un cd di musica tipica è d’obbligo prima di ripartire. Pur con un po’ di dispiacere ripartiamo, avremmo voluto restare un po’ di più a Quimper, ma il nostro tour ha le tappe stabilite quindi non possiamo sostare troppo, prossima tappa Roscoff. Una piccola deviazione ci permette di vedere Crozon e le sue rocce sull’oceano, una sensazione di assoluto talmente bella che è difficile da descrivere e che sarà superata, almeno personalmente, solo dalla vista dei fari a me tanto cari. Vista la penisola di Crozon, arriviamo in albero nella piccola cittadina di Roscoff in serata. Prendiamo possesso delle nostre camere e, sorpresa … la mia da proprio sul mare e sul faro che si affaccia nel piccolo golfo d’accesso. La sera facciamo un salto e ci fermiamo a mangiare in un altro paese vicino, Saint Pol de Léon, inutile dire che anche questo è davvero carino e merita una visita.
4 giorno (1 settembre): Mi sveglio la mattina e vedo ancora roteare la luce del faro e i gabbiani, qui presenti come i piccioni a Siena o a Venezia, fanno da colonna sonora. Anche oggi il tempo sembra bello, fino a questo momento tutto va per il verso giusto. Da Roscoff partiamo in direzione della costa di granito e del faro di Ploumanac’h. Quando arriviamo il panorama è da mozzare il fiato. Sarà che adoro queste sentinelle sul mare, sarà l’atmosfera, la luce, la bellezza del posto ma il tutto diventa quasi commovente e scopro che questi posti piacciono a tantissime persone. Un vero pellegrinaggio di turisti (anche troppi per poter gustare una sensazione così forte) investe la costa di granito rosa e il faro che guarda l’oceano, si ha davvero l’impressione di trovarsi al limite del mondo. Esiste anche un percorso che viene chiamato “Strada dei fari” e che percorre una parte della Bretagna toccando i luoghi più importanti dove sorgono queste sentinelle del mare, fino ad arrivare all’isola di Ouessant dove si trova il famoso faro di Le Creac’h, il limite estremo della terra in questa zona. Questa volta non ho potuto fare la strada dei fari, ma alla prossima volta che verrò da queste parti, la farò senz’altro e per questo mi permetto di consigliarla anche senza un’esperienza diretta. Lasciato Ploumenac’h e il suo magico faro, ripartiamo in direzione di Perros Guirec che visitiamo velocemente nel pomeriggio. Non abbiamo avuto molto tempo per apprezzarla ma sembra davvero una piccola città di mare molto carina, forse dall’aria un po’ più snob rispetto a quelle viste sino a questo momento, ma ugualmente carina ricca di negozi e barche. In serata arrivo a St-Brieuc dove passeremo la notte.
5 giorno (2 settembre): St-Brieuc non offre molto quindi, appena fatta colazione, partiamo per guadagnare un po’ di tempo. Il cielo oggi non sembra promettere molto bene, è un po’ fresco e coperto, ma il clima atlantico ci ha abituato alla sua mutevolezza, perciò incrociamo le dita e ci dirigiamo alla spiaggia della Sable d’or. Nel giro di pochi minuti passati lì, in compagnia di una famiglia di turisti presumibilmente tedeschi, il cielo si rasserena e esce un timido sole. Un rapido cenno d’assenso tra di noi, l’occasione è troppo ghiotta, quasi unica direi. Entriamo in auto, ci cambiamo mettendo i costumi da bagno preventivamente messi in valigia nell’ipotesi di una bagno nell’oceano e via. Un rapido tuffo, questione di minuti. All’inizio sembra tutto perfetto, mi aspettavo un’acqua decisamente più fredda poi, di colpo, inizio a sentire il freddo che dai piedi mi risale alle caviglie e poi alle gambe … è tempo di uscire. Ora ci asciughiamo in fretta e scopro che l’acqua dell’oceano, almeno in quella zona, è poco salata. Si riparte, prossima tappa Cap Frehel e il suo faro, ne vale assolutamente la pena. La giornata si è rimessa, ora il sole splende alto ed è decisamente caldo. Siamo passati dal maglione e giacchetto della mattina alla maglia a maniche corte nel giro di tre ore, stranezze del clima atlantico. Il colpo d’occhio del faro e della scogliera sulla quale si affaccia è impressionante. Non ho mai visto una cosa del genere. Chissà cosa provava il guardiano del faro quando, da solo, scrutava l’oceano. Per fare un lavoro del genere bisogna essere un po’ folli e un po’ poeti, due categorie di persone che comunque mi piacciono molto. Lasciato Cap Frehel (ma confesso che prima di perderlo di vista mi sono girato a rimirarlo tantissime volte) ci dirigiamo a St-Malo, cittadina corsara. Arriviamo all’ora di pranzo e ci buttiamo subito all’interno delle mura che avvolgono la cittadina che trasuda avventura. Abbiamo fame perciò ci dirigiamo verso un ristorante e lì facciamo la più grande mangiata di gamberi freschissimi della nostra vita. Queste zone sono famosissime per il pesce, cozze, ostriche e gamberi sono presenti in ogni mensa e costano anche relativamente poco (St-Malo però è più cara tra tutte le cittadine visitate sino a questo punto, forse perché è anche più turistica). St-Malo è stupenda, una cittadina vivissima, piena di turisti e di negozi tipici. Qui potete comprare e trovare di tutto il centro è davvero delizioso e se vi affacciate verso l’oceano vedrete il Fort National costruito su uno scoglio e che serviva come vedetta per gli attacchi dei nemici e l’ile du Grand-Bé dove si può vedere la tomba del grande scrittore Chateaubriand. Fantastica e divertente St-Malo, assolutamente raccomandata per chi passa da queste parti. Inizia a essere tardi e ripartiamo verso la nostra tappa per la notte, Mont Saint-Michel. Arriviamo tardi, il tempo di trovare l’albergo a dieci minuti da quella meraviglia e poi ci tuffiamo direttamente all’interno dell’abbazia. C’è il tempo solo per un rapido giro nella parte bassa, quella della città dove troviamo anche un ristorante dove mangiamo. Siamo stanchi e decidiamo di rimandare a domani la visita. Siamo in Normandia.
6 giorno (3 settembre): Mattina. Si parte per la visita. Quella verso l’abbazia è una salita che ha qualcosa di religioso e mistico, è una sorta di ascesa verso la conoscenza o Dio. Camminiamo e entriamo nell’abbazia dove visitiamo l’intera struttura fino a vedere la statua di San Michele. Nel frattempo arriva la marea, per oggi è prevista una marea con un indice basso, perciò non c’è problema, ma il colpo d’occhio è comunque strabiliante. So che è strano, ma non riesco a dire molto di più su Mont Saint-Michel, dovete vederlo da soli per rendervi conto. Non ci sono parole per descrivere questa meraviglia dell’occidente, non smettereste mai di fotografarla. Vi dico solo una cosa … andateci! Passiamo la giornata interamente dentro Mont Saint-Michel, entrando e uscendo dall’abbazia e infilandoci nei vicoli più stretti e, alla ricerca di ogni piccolo particolare da memorizzare e da portare a casa. Un aggettivo per questo posto: “Unico”. 7 giorno (4 settembre): Partenza dall’hotel e tanti saluti a Mont Saint-Michel che merita senza dubbio di essere patrimonio dell’Unesco. La nostra vacanza volge al termine, ma prima di tornare a Beauvais, facciamo in tempo a fare ancora due soste in quest’ultima giornata e precisamente a Caen e a Rouen. In particolare apprezziamo Rouen e la sua cattedrale, facciamo un giro nella città ma poi decidiamo di ripartire per arrivare all’albergo di Beauvais il prima possibile. Sette giorni a questo ritmo si cominciano a far sentire e abbiamo bisogno di riposare. Riconsegniamo l’auto al noleggio e con un taxi andiamo in albergo. E’ tempo di riposare, abbiamo il volo domattina presto. 8 giorno (5 settembre): Sveglia all’hotel di Parigi Beauvais e rientro in Italia. Una vacanza fantastica è finita, lasciandoci addosso delle sensazioni uniche. Il tour è stato davvero molto bello e intenso, forse, potendo scegliere, ci sarebbe voluto qualche giorno in più per gustare sino in fondo l’atmosfera magica di questi luoghi, ma sarà per la prossima volta, anche perché ho davvero intenzione di ritornarci … l’ho promesso a Mago Merlino.