Bretagna: 10 giorni in chambre d’hote

IL DIARIO E QUALCHE CONSIGLIO Viaggio in aereo Milano-Parigi a/r con Ryanair Km percorsi in auto: 2410 Costo della vacanza (compresi 3 giorni/4 notti a Parigi): circa 750 euro a testa. Periodo: a cavallo tra agosto e settembre (21 agosto-3 settembre, prime 4 notti a Parigi) Questo è il diario del nostro viaggio in Bretagna, 9 notti e dieci giorni...
Scritto da: Elisa 84
bretagna: 10 giorni in chambre d'hote
Partenza il: 21/09/2003
Ritorno il: 03/08/2003
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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IL DIARIO E QUALCHE CONSIGLIO Viaggio in aereo Milano-Parigi a/r con Ryanair Km percorsi in auto: 2410 Costo della vacanza (compresi 3 giorni/4 notti a Parigi): circa 750 euro a testa.

Periodo: a cavallo tra agosto e settembre (21 agosto-3 settembre, prime 4 notti a Parigi) Questo è il diario del nostro viaggio in Bretagna, 9 notti e dieci giorni con una macchina presa a noleggio a Parigi, 2400 Km per fare un giro della regione in senso antiorario. Speriamo che ci siano indicazioni utili per chi andrà dopo di noi, come noi ne abbiamo trovate nei racconti di chi già ci era stato, e comunque ci piace anche solo l’idea di scriverlo e di farvelo leggere.

Abbiamo pernottato sempre in chambres d’hotes, era la prima volta ma lo consigliamo vivamente a tutti. Prezzi modesti (una media di 37 euro per una doppia, sempre pulita e bella), colazioni gustose ed abbondanti ma soprattutto la possibilità di conoscere e apprezzare la gentilezza della gente del posto, che è anche sempre prodiga di consigli per il viaggio e per le mete da visitare.

1° giorno (25/08) – partenza da Parigi destinazione Bretagna Dopo 4 giorni a Parigi partiamo per la Bretagna, con un macchina noleggiata presso la Easy Car (la più economica di quelle che abbiamo trovato): uscire dall’assurdo traffico parigino è stato un delirio, ma ce l’abbiamo fatta Presa l’autostrada ci dirigiamo speditamente verso la Bretagna, dove con gioia scopriamo che le autostrade sono gratuite. Arriviamo a Fougeres verso le 14.30. Qui visitiamo il piccolo paesino ma soprattutto l’imperioso castello, forse il più bel maniero medievale d’Europa. All’interno è piuttosto spoglio, ma il giro sui suoi bastioni vale tranquillamente il (modesto) biglietto d’ingresso.

Da qui ci spostiamo a Dol-de-Bretagne, dove abbiamo deciso di pernottare per le prime tre notti e che abbiamo scelto per la sua posizione strategica all’ingresso della Bretagna e vicino a posti da non perdere.

Avevamo prenotato dall’Italia una chambre d’hote, che si trova a circa 1,5 km dal paese e che troviamo bellissima: in una fattoria, immersa nel verde, con una bella camera tutta in legno, confortevole e comoda.

Doccia e riposino e poi alla sera andiamo a Dol per la cena. Assaggiamo subito le famose galettes di grano saraceno, che sono in realtà buonissime e costano poco. Per una cena per due ce la si cava comodamente con 16/18 euro al massimo, uscendo assolutamente sazi.

Dopo un paio di birrette andiamo a letto felici, non prima di aver ammirato la bella cattedrale del paese.

2° giorno (26/08)– Mont St Michel Inauguriamo la giornata con una buona e abbondante colazione in compagnia degli altri ospiti della casa e poi ci rechiamo a Dol per la spesa quotidiana (baguette e camembert).

Da qui via verso Mont St Michel. Più si avvicina e più il Mont si fa grande ed imponente. Consigliamo di lasciare la macchina nel paesino appena prima per due motivi: si risparmia il parcheggio a MSM e soprattutto si fa una bella passeggiata di 10 minuti in cui ci si avvicina al Mont passando sull’argine sopra la baia (e non è raro vedersi attraversare la strada da un gregge di pecore).

La vista del monte lascia senza fiato. L’unico problema è rappresentato da una quantità di turisti spropositata e che rende il giro nel paese un po’ difficile e poco intimo, ma tant’è… Le viuzze sono comunque molto belle e val la pena lo stesso di farci una bella passeggiata.

Da non perdere per nessuna ragione al mondo la visita all’abbazia: il biglietto costa 7 euro ma non vi pentirete della spesa. D’altronde Mont St Michel è una delle meraviglie del mondo occidentale, come perderselo? Al termine della lunga visita ci fermiamo per mangiare la nostra baguette e poi ci dedichiamo ad un giretto per il paese. Dopodiché a metà pomeriggio ci concediamo una passeggiata nella baia e poi ci sediamo sui roccioni per aspettare l’alta marea.

Che in effetti arriva, ma molto lentamente e non nella maniera spettacolare che forse ingenuamente ci aspettavamo.

Torniamo in camera, doccia e riposino e poi per la cena ce ne andiamo a Combourg, piccolo borgo con un castello quasi sproporzionato rispetto alle dimensioni del paesino.

Di nuovo galettes, questa volta innaffiate con un buon sidro: è la bevanda nazionale della Bretagna, il degno comprimario delle galettes, non fatevelo assolutamente mancare. Il consiglio è però di chiederlo sempre ben freddo, perché altrimenti diventa nauseante e non lo si apprezza come si dovrebbe.

Ritorno a Dol per due birrette e poi a letto.

3° giorno (27/08) – St Malo e Dinan Colazione, spesa e via. St Malo accoglie i visitatori con la sua possente cinta di mura (anche qui abbiamo cercato il parcheggio gratuito, che abbiamo trovato facilmente e per nulla lontano dall’ingresso alla città).

Seguendo la nostra guida (la Guida Verde Michelin, molto dettagliata e precisa, che consigliamo a tutti), facciamo prima il giro sui bastioni, dai quali si gode di un meraviglioso panorama sul litorale. Dopodiché una passeggiata per il paese ci permette di apprezzarne le vie circondate da palazzi possenti ed austeri: molto meno turisti di MSM e la sensazione di sentire e cogliere di più l’atmosfera del luogo, un tempo roccaforte e rifugio di corsari.

Pranzo sulla spiaggia (c’era il sole) sotto le mura, c’è anche una piscina con acqua del mare: abbiamo provato ma siamo solo riusciti a immergere i piedi. L’acqua era troppo fredda! Dopo St Malo di nuovo in macchina direzione Dinan. L’aspetto delle sue vie e delle sue case è molto più da favola e molto meno austero. Tante case a graticcio in vero stile medievale, piccole viuzze molto belle. Il consiglio è quello di arrivare fino a rue Jerzual e di ammirarne la bellezza e l’autenticità.

Alla sera per cena ci spostiamo a Cancale, elegante porto e famosa nel mondo per le sue ostriche. Qui troviamo molta più vita rispetto alle sere precedenti, lungo il porto ci sono molti bei locali nei quali fermarsi per mangiare e c’è solo l’imbarazzo della scelta, anche se i prezzi sono un po’ più alti rispetto alle sere precedenti.

I piatti di frutti di mare, orgoglio della cucina nazionale bretone, sono immensi e bellissimi.

4° giorno (28/08) – Cote d’Emeraude, Cap Frehel, Paimpol Abbandoniamo Dol del Bretagne e iniziamo a spostarci verso occidente lungo la costa.

La strada che parte da Dinan e segue la costa in realtà non è un granchè, si passa in mezzo a troppi paesini e il viaggio è troppo lento: forse ci aspettavamo una strada molto più panoramica, ed invece solo molto più avanti c’è un percorso che costeggia la costa e da cui si godono dei bei paesaggi. Se l’avessimo saputo prima saremmo passati più all’interno sulla superstrada veloce e gratuita, e avremmo guadagnato tempo… Ci fermiamo, su suggerimento della guida, a vedere le Pierres Sonantes ma un po’ ce ne pentiamo.

Arriviamo per la prima tappa a Fort Lalatte, che merita una visita. E’ la prima vera volta che vediamo le scogliere e rimaniamo affascinati. Non visitiamo la fortezza ma facciamo un piccolo giro nei dintorni. Riprendiamo la macchina e dopo pochi km arriviamo a Cap Frehel.

E’ una delle tappe impedibili per chi passa in Bretagna, un promontorio con scogliere a picco 70 m sul mare, un faro imperioso e un paesaggio suggestivo. Il giorno che siamo andati c’era vento, le nuvole basse e gonfie e anche freddo: beh, questo tempo rendeva il posto ancor più carico di fascino ed emozionante. Siamo rimasti più di un’ora incantati dalla maestosità del posto, nonostante il forte vento e l’aria fredda. E’ da non perdere. Consigliamo di evitare il parcheggio a pagamento e di lasciare la macchina appena prima, si risparmia e si fa una bella camminata in mezzo ad una vegetazione tipica dei posti ventosi… Dopo Cap Frehel proseguiamo in direzione Paimpol, questa volta la strada lungo la costa è davvero panoramica e ci godiamo il viaggio.

Arrivati a Paimpol ci fermiamo al bel porto per una birra e poi ci dirigiamo alla nostra chambre, che è in paese. Qui riceviamo un’accoglienza calorosissima, la padrona di casa è gentile e premurosa, la camera bellissima e pulitissima, e a questo punto vi diciamo anche che loro si chiamano Auffret e vi consigliamo di passare da loro (38 euro!).

Alla sera cena al porto di Paimpol, anche qui con tanti bei locali e con prezzi accessibili anche se più alti rispetto a Dol e Combourg. Assaggiamo per la prima volta le moules frites (cozze con patatine fritte), da bere rigorosamente con la birra. Sazi, ci dirigiamo poi in un piccolo bar un po’ lontano dalla zona più turistica frequentato esclusivamente da bretoni: ci stiamo bene.

5° giorno (29/08) – Ploumanac’h, enclos paroiassiaux, Morlaix Al mattino la signora ci fa trovare una colazione strepitosa e indimenticabile, con tante cose cucinate da lei la mattina stessa. Ci congediamo e ci mettiamo in macchina, direzione Ploumanac’h. Che è un altro promontorio, ma forse ancor più spettacolare di Cap Frehel. Immense rocce di granito rosa levigate dal vento e dall’acqua, un grande faro e tanti gabbiani. Anche oggi fa freddo e anche piove, ma siamo contenti di aver visitato questo posto con questo tempo, che gli dona ancor più austerità e lo rende ancor più spettacolare. Ploumanac’h va assolutamente visto, siamo certi che rimarrà uno dei ricordi più belli delle nostre vacanze.

Da qui tagliamo verso l’interno e arriviamo nei dintorni di Morlaix, da dove inizia il nostro piccolo tour degli enclos e dei calvari.

Visitiamo La Roche Mauriche (la cui chiesa ha un pontile strepitoso), Lampaul-Guimiliau (la chiesa più bella delle 4 che visitiamo oggi, vale il viaggio), Guimiliau (l’enclos più grandioso) e St Theogonnec (la cui chiesa però ha subito un incendio alcuni anni fa e che è meglio non includere nel giro perchè non è ancora stata restaurata).

Abbiamo fatto questo tour sotto la pioggia ma non ci dispiace.

Andiamo alla chambre dove ci accoglie una signora sbrigativa e poco calorosa. Il bagno è in corridoio e la colazione del giorno dopo non sarà un granchè, e inoltre la signora ci farà capire al mattino di aver fretta e quasi ci sbatterà fuori. Insomma, per l’unica volta nella vacanza non siamo molto contenti, anche se il prezzo di 35 euro un po’ compensa il non grandissimo trattamento ricevuto.

Alla sera ci dirigiamo verso il centro di Morlaix per la cena: abbiamo voglia di carne e troviamo un posto dove la fanno alla griglia, ma con l’insana usanza di seppellirla sotto un mare di salse varie…Insomma a Morlaix non ci torneremo.

6° giorno (30/08) – Le Faou, Presqu’ile de Crozon, Pointe du Raz Finalmente rispunta il sole che non ci abbandonerà più fino alla fine delle nostre vacanze.

Ci dirigiamo di nuovo verso la costa, ancora verso ovest, verso la penisola di Crozon (tagliando fuori dal nostro itinerario tutta la zona di Brest).

Prima di addentrarci ci fermiamo nel bel paesino di Le Faou, dove facciamo spesa per il pranzo e dove in un’enoteca ci riforniamo di sidro da portare in Italia e dove pure ci fanno degustare lo chouchen (l’idormele, aperitivo alcolico a base di miele, dolcissimo e che non abbiamo amato tanto).

La presqu’ile di Crozon ha una bella strada che ci porta fino alla Pointe du Pen Hir. Che è uno spettacolo grandioso e che vale tutto il viaggio in Bretagna. Anche qui, scogliere a picco e mare a perdita d’occhio, con un panorama strepitoso. C’è il sole e ci godiamo questa meraviglia rimanendo sulle rocce a contemplare lo splendore del posto in cui siamo . La nostra guida lo segnalava con tre stellette (il massimo) e non si sbagliava: di tutti i promontori che abbiamo visitato e che visiteremo questo è quello che ci affascinerà di più.

Risaliti in macchina dopo pochi km visitiamo un’altra punta e approfittando della bella e calda giornata ci concediamo due ore sulla grande spiaggia lì sotto. Anche qui proviamo a entrare in acqua ma l’oceano è davvero freddissimo, e ci limitiamo a bagnarci fino alle caviglie. Ci fermiamo per il caffè a Camaret, un paesino con un piccolo e delizioso porto che ci dispiace non poter visitare più a lungo.

Ripartiamo nel primo pomeriggio e dopo un’oretta e anche più raggiungiamo la celeberrima Pointe du Raz: che è più celebrata delle altre ma che a noi piace meno. Forse anche perché c’è un parcheggio obbligatorio di 5 euro. In ogni caso è anche questo un posto meraviglioso e unico, ma se pensiamo a Ploumnac’h, Cap Frehel e Pointe du Pen Hir, questo è il posto che ci piace meno.

Dal parcheggio però c’è un bella passeggiata di un quarto d’ora, magari avendo avuto un più tempo (eravamo a fine giornata ed eravamo pure stanchi) avremmo apprezzato di più.

Dalla Pointe du Raz ci avviamo che è ormai pomeriggio inoltratissimo verso la nostra chambre, che è verso l’interno a non molti km da Quimper e dove arriviamo verso le 19.30. Qui riceviamo un’accoglienza meravigliosa da un simpatico signore, e la casa è la più bella di quelle che visiteremo nel nostro giro: una grande casa di campagna, con in pavimenti in cotto e i mobili bretoni di legno, con la stanza e il bagno molto spaziosi e belli.

Purtroppo abbiamo solo il tempo di un bel bagno caldo e poi ci rimettiamo subito un macchina perché abbiamo letto che in un paese lì vicino c’è una Fest-Noz.

Arriviamo a Plogonnec molto curiosi e anche un po’ timorosi: avevamo letto di queste Fest-Noz ed essendo amanti della musica e dei balli popolari eravamo anche carichi di molte aspettative. Ma quello a cui partecipiamo va ben al di là delle nostre speranze. Nella corte di una vecchia fattoria, centinaia di persone sono a far la fila per galettes e sidro in attesa che le orchestre inizino a suonare. Si mangia insieme seduti a lunghi tavoli di legno, noi siamo vicini ad una famiglia che abita proprio in quel paese e che ci invita a bere e fare festa con loro.

Quando le orchestre attaccano, la pista da ballo ricavata nel capannone lì davanti viene invasa da centinaia di persone, giovani e vecchi, che si abbandonano alle coreografiche danze tipiche del luogo. Rimaniamo a lungo, estasiati dal sidro, dalla musica e dalle belle facce che ci circondano. Balliamo anche, o meglio…Ci proviamo.

Non dimenticheremo facilmente questa serata, ne siamo sicuri… 7° giorno (31/08) – Locronan, Quimper, Concarneau, Auray Durante la colazione i padroni di casa ci tengono compagnia e ci consigliano di visitare il paese di Locronan, che non avevamo inserito nel nostro itinerario.

Il consiglio è utilissimo, Locronan si fregia del titolo di uno dei più bei paesi di Francia e non facciamo fatica a crederlo: è un piccolo borgo costruito tutto in pietra e meravigliosamente conservato. Anche qui parcheggio a pagamento ma facilmente evitabile lasciando la macchina prima della rotonda che conduce all’ingresso del paese, dove c’è un parcheggio gratuito.

Il piccolo borgo è meravigliosamente conservato, consigliamo a tutti di inserirlo nel proprio tour: tra l’altro ci perdiamo anche in un paio di deliziosi negozietti, dove facciamo scorta di biscotti e galettes per l’Italia… Da Locronan ci spostiamo a Quimper, capitale della Cornovaglia. Fatta eccezione per la breve e sfortunata puntata a Morlaix, è la prima vera cittadina che vediamo da diversi giorni. Il centro è molto bello, con tante case a graticcio dominate dalle guglie della splendida cattedrale. Da vedere.

Non manchiamo di visitare il Museo di Belle Arti dove, oltre all’esposizione permanente di pittori e tematiche bretoni, possiamo goderci la mostra su Gauguin e sulla scuola di Pont Aven.

Nel pomeriggio visitiamo Concarneau, che esternamente promette molto bene (alte e possenti mura a custodire le viuzze del paese, sul porto), ma che dentro si rivela purtroppo un immenso e molesto gonzificio, con le piccole vie piene di negozi di souvenir presi d’assalto da migliaia di turisti, cosa che rende impossibile la visita. Peccato.

Ci rimettiamo in macchina e dopo un viaggio lunghetto giungiamo nei pressi di Auray, che è già nella regione del Morbihan e sta a pochi km da Vannes, dove abbiamo prenotato la nostra chambre.

Che a dispetto del prezzo più alto che paghiamo nelle nostre vacanze (40 euro) è quella che ci piace meno, con il bagno in corridoio, e la stanza arredata con un brutto gusto moderno.

Alla sera, su consiglio della nostra ospite, ci spostiamo al vecchio porto di Auray, St Goustan, che è un posto piccolo e incantevole, con alcuni bei locali che si affacciano sulle barche attraccate.

La cena è ottima e il sidro pure, il tutto in una cornice da favola.

8° giorno (01/09) – Carnac, Presqu’ile de Quiberon, Vannes Al mattino ci spostiamo verso Locmariaquer e Carnac, due siti con importanti resti megalitici. Nel primo non entriamo, Carnac come molti altri turisti ci limitiamo a osservarlo dalla strada.

Ci aspettavamo forse qualcosa di più spettacolare e rimaniamo delusi, e forse non avevamo nemmeno tanta voglia di visitare le due località.

Per pranzo, approfittando della bella giornata e del caldo (qui nel Morbihan, che è a sud, si sta decisamente meglio e si gira ancor tranquillamente in pantaloncini e sandali), per il pranzo ci fermiamo su una spiaggia a Carnac. Anche qua proviamo a fare il bagno, ma l’acqua è ancora una volta un po’ troppo fredda…A dire il vero però qua sono in molti a tuffarsi tranquillamente, cominciamo a pensare che il problema sia il nostro… Dopo pranzo ci dirigiamo verso Vannes, dove per la prima volta da quando abbiamo lasciato Parigi troviamo del traffico! Non riusciamo a evitare i parcheggi a pagamento: tra l’altro il parchimetro consente una sosta del tempo massimo di due ore, ed è una mezza fregatura perché avevamo intenzione di fermarci di più. Vabbè! La visita inizia, su suggerimento della nostra sempre utile guida, dal perimetro lungo le mura e i grossi bastioni, ai piedi dei quali sta un bel giardino. Entrati nella città, rimaniamo ammirati dalla cura con cui sono conservate le tante case a graticcio, che fanno da degno contorno alla bella cattedrale. Passeggiamo tranquilli per le belle vie del centro, costellate di tanti bei negozi e botteghe, e ci dispiace dover lasciare la città dopo poco.

Arriviamo alla chambre d’hote sul presto (verso le 18): ma non è un male, e dopo la doccia ci dedichiamo a un riposo sul comodo letto. La chambre è all’interno di una fattoria in mezzo a campi e piccoli gruppi di mucche al pascolo. E’ meraviglioso.

Alla sera, per la cena, facciamo ritorno a Vannes per gustarci ancora un po’ il suo fascino.

9° giorno (02/09) – Broceliande, Rennes La colazione ci è servita direttamente nella cucina dei due proprietari, due simpatici ed amabili signori sulla sessantina, che ci fanno compagnia e si intrattengono con noi. Si parla della Bretagna, dell’Italia…È un piacere chiacchierare con loro, e anche queste colazioni faranno parte dei ricordi più belli della nostra vacanza.

Partiamo verso Rennes, ultima nostra tappa, e ci fermiamo a Paimpont, alla foresta di Broceliande ricca di leggende e credenze.

In realtà troviamo tutto al di sotto delle nostre aspettative, ci eravamo informati e avevamo letto alcune delle storie relative a Mago Merlino, a Viviana ed ai cavalieri: non ritroviamo per niente la suggestione ed la magia che ci aspettavamo, ma soprattutto facciamo molta fatica a trovare anche solo un paio di posti. La zona è infatti totalmente priva di indicazioni, e per riuscire a vedere la tomba di Merlino (assai deludente) giriamo in tondo per circa tre quarti d’ora.

Abbandoniamo velocemente Broceliande ed arriviamo alla chambre, a pochi km da Rennes, verso le 13.30.

Posiamo le valigie, mangiamo la nostra baguette, poi dopo la doccia ci corichiamo un po’.

Ci muoviamo per Rennes, dopo aver preparato le valigie per il viaggio di domani (il giorno del maledetto rientro in Italia), verso metà pomeriggio.

Troviamo un parcheggio gratuito a pochi minuti del centro e iniziamo il nostro giro della città, che è la capitale amministrativa della Bretagna, sede universitaria, nonché la città più grande della regione.

Il centro è bello e sono tante le chiese e i palazzi da ammirare, ma dopo 10 giorni di paesini, scogliere e campagna, ci sentiamo un po’ spaesati.

Comunque la visita è piacevole, ci sono anche tanti bei negozi e tanti bei locali: ci fermiamo ai tavolini di un paio di bistrot prima di andare a cena in una bella creperie per le nostre ultime gallettes in terra di Bretagna. E’ anche la nostra ultima bottiglia di sidro, bisogna festeggiare.

Rennes in effetti è bella, ci sono tanti giovani e tanti bei locali. Ma non è quello che ricorderemo di più della Bretagna: preferivamo i posti più selvaggi nel Finistere, le coste e la salsedine, i piccoli porti… 10° giorno (03/09) – Chartres, Parigi-Milano Sulla strada del ritorno verso Parigi ci fermiamo a Chartres (non lontana dalla capitale), piccola cittadina famosa in tutto il mondo per la sua magnifica cattedrale.

Vediamo le sue guglie da almeno 10 km di distanza, più ci avviciniamo più la cattedrale si fa imponente fino a sparire quando camminiamo per il centro di Chartres. Ci riappare all’improvviso, quando sbuchiamo da un violetto, e la visione è incredibile e maestosa.

E’ ancora più imponente di Notre Dame a Parigi, rimaniamo incantati nell’osservare la facciata, le guglie, l’abside.

All’interno è molto più buia di tutte le altre cattedrali che abbiamo visitato, con alcune vetrate magnifiche.

E’ da vedere.

Da Chartres ci rimettiamo in viaggio per Parigi, dove una volta arrivati ci attende la prova più impegnativa, ritrovare la strada per consegnare la macchina guidando nel traffico impazzito.

E’ dura, ma anche stavolta ce la facciamo senza danni apparenti.

Ci concediamo l’ultima birretta e poi tristemente carichiamo i bagagli sul bus-navetta che ci porterà all’aeroporto di Beauvais, da dove arriveremo a Milano in tarda serata.

Torniamo in Italia con la certezza di aver visitato una regione meravigliosa, e con la voglia di ritornarci presto, molto presto, per vedere tutto quello che non abbiamo fatto in tempo a visitare e per ritrovare i posti che abbiamo amato di più.

Dunque in un giro di nove notti compiuto in senso antiorario, con partenza e ritorno a Parigi, siamo riusciti a vedere: Mont Saint Michel, Saint Malo e Dinan (con puntate serali nelle cittadine vicine: Dol de Bretagne, Combourg, Cancale) – la cote d’Emeraude con Cap Frehel e Fort Lalatte e la parte più a nord-ovest con Ploumanac’h – Morlaix e alcuni calvari – nel Finistere la Presqu’ile de Crozon e la Pointe du Raz più alcune cittadine come Locronan, Quimper (con visita al museo), Concarneau – nella parte più a sud Vannes, Auray, Carnac e i dolmen, la Presqu’ile de Quiberon – infine la foresta di Broceliande e una visita a Rennes – in più sulla strada del ritorno abbiamo fatto sosta a Chartres.

Il tutto con tempi molto comodi e mai affannati, decidendo a volte sul momento dove dirigerci e fermandoci sempre dove abbiamo voluto e per il tempo che desideravamo (ad esempio ci siamo presi anche il tempo di stare in spiaggia per ben tre volte).

Con il senno di poi rinunceremmo a Rennes e a Broceliande e ridurremmo di molto la visita nel Morbihan (la parte sud): di questa zona, di quello che abbiamo visto, salviamo Auray con il suo porto e Vannes.

In compenso, sempre con il senno di poi, dedicheremmo più tempo alla zona di Ploumanac’h visitando anche Tregastel o Perros-Guirec, ma soprattutto ci fermeremmo più giorni nel Finistere, la Bretagna che abbiamo amato di più, facendo un giro anche nella zona di Brest e dedicando più tempo ai fari e alle scogliere.

Speriamo che il nostro diario non vi abbia annoiato e che soprattutto contengta qualche buon consiglio per le vostre vacanze in Bretagna.

Soprattutto, speriamo di tornarci prestissimo…



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