Bratislava, Vienna e Budapest low cost in 5 giorni

Spostamenti in treno e zaino in spalla, per visitare Bratislava, Vienna e Budapest in 5 giorni all'insegna del low cost.
bratislava, vienna e budapest low cost in 5 giorni
Partenza il: 11/07/2013
Ritorno il: 16/07/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: Fino a €250 €
Ascolta i podcast
 
  • Aereo Orio al Serio (BG)/Bratislava ed una notte
  • in treno a Vienna e due notti
  • in treno a Budapest e due notti
  • in treno a Bratislava e ritorno in aereo ad Orio al Serio.

Cosa fare nel 23° anniversario di matrimonio, mentre una figlia prepara un esame d’università in un’altra città e l’altro figlio, dopo essere stato bocciato, è in vacanza/studio a Dublino per due settimane invece che in un campo di lavoro forzato?

Un viaggio zaino in spalla, finalmente da soli dopo tanti anni, con un’età anagrafica vicina ai 50…ma percepita sempre 25!

Giorno 1 – Bratislava

Partenza alle ore 11.00 di giovedì 11 luglio 2013 con volo low cost Ryan Air Orio al Serio (BG)/Bratislava, prenotato solo tre settimane prima alla conveniente somma di euro 106,04 A/R in due, con arrivo alle ore 12.25; nemmeno il tempo di raggiungere la quota di volo che inizia la procedura d’atterraggio.

All’arrivo nel moderno aeroporto di Bratislava, nome di città scelto in modo più unico che raro attraverso un concorso pubblico, una gentile ragazza dell’ufficio turistico ci avvicina e ci assiste in inglese per eventuali necessità. Le nostre si limitano al ticket dell’autobus ma le diamo ugualmente un momento di gloria per la sua carineria, anche se la macchina emettitrice è plurilingue.

Ottimo, il 61, quello che va verso la città, è già lì e ci precipitiamo dentro…niente da fare, l’autista parla solo slovacco e ci fa capire che dobbiamo andare alla fermata, cinquanta metri più in là, perché lui è fermo al capolinea. Cerchiamo di chiedere come raggiungere il nostro albergo, ma lui ci informa in modo scorbutico che è in “pausa, pausa, pausa”, in chiaro italiano, e così ci rassegniamo a spostarci alla fermata, rimpiangendo di non aver dato alla ragazza di prima qualche secondo di gloria in più.

Dopo dieci minuti, da cinquanta metri indietro, arriva l’autobus 61, quel 61 e quell’autista che ha finito la pausa, sigh. Torniamo alla carica e lui, ora molto gentile e disponibile, del resto ha finito la “pausa, pausa, pausa”, ci fa capire che per raggiungere il nostro albergo dovremo cambiare con il 93 e ci dirà lui quando.

Detto fatto, cambio d’autobus e, dopo nemmeno mezzora dall’aeroporto, arriviamo alla fermata Zochova, dove a cento metri c’è il nostro albergo “Ibis Bratislava Centrum”, a ridosso della zona pedonale della città vecchia, Staré Mesto, ed all’inizio della salita al castello. Check in velocissimo, con password per il wi fi free, per un costo di euro 50,21 per una notte in una bella e pulita camera doppia con letti singoli come richiesto, si dorme meglio, in trattamento BB.

Tempo di una veloce rinfrescata e siamo subito verso la salita al castello, ma uno spuntino non è poi una cattiva idea. Optiamo per un negozietto/bar cinquanta metri più in su dell’albergo, entriamo, vediamo panini ed altri piatti ma non capiamo nulla e la ragazza parla solo slovacco. Ci viene in aiuto una simpatica signora che ha lavorato in Italia e dopo varie spiegazioni decidiamo per una bagueta ripiena, insomma un panino con tonno, prosciutto, pomodoro, insalata ed altro, tutto fresco e tagliato al momento, con una birretta ed un buon dolcetto con cioccolata e mandorle per la somma di nemmeno 10 euro in due.

Rifocillati, proseguiamo la salita che porta al Castello di Bratislava, visibile da ogni punto della città e ristrutturato dopo un incendio. Visita esterna e panorama dall’alto dove spicca il ponte nuovo Novy Most, decisamente kitsch in quanto sovrastato da una struttura visitabile a forma di disco volante, per il quale è stato raso al suolo il quartiere ebraico.

Scendiamo verso il centro e visitiamo la Cattedrale di San Martino, dedicandoci poi alla città vecchia, molto carina ed animata. Tra una tipica statua di bronzo e l’altra, spuntano da tombini e muri, giungiamo alla Chiesa Blu, interessante soprattutto per il colore delle facciate dalle quali prende il nome e per l’aspetto fiabesco in stile art nouveau poco usuale per una chiesa.

Dopo un’altra sosta bevereccia in città vecchia, anche se il clima è ottimo e ventilato, ci facciamo un giro nella piazza principale Hlavné namestie dove è in corso un gemellaggio turistico con la Francia che dà molta allegria.

Per la sera decidiamo per la birreria, a produzione propria, proprio a fianco del nostro albergo, la “Zamocky Pivovar” che fa anche da ristorante; è gestita da giovani, ma del resto anche la nostra età percepita è sempre ferma a 25 e quindi ci sediamo; ci accorgiamo che alcuni fumano e che siamo troppo vicino alla cucina da dove escono odori forti ed allora ci spostiamo in un’altra sala con veranda, molto tranquilla, dove la clientela è gentilmente pregata di non fumare, almeno, i sigari. Tutti i ragazzi parlano un fluente inglese, molto meno maccheronico del nostro. I piatti slovacchi risentono della vicinanza austro-ungarica e quindi assaggiamo del buon gulasch con gnocchi tipo canederli, la tipica cotoletta panata wiener schnitzel, patate e quattro ottime birre, sia chiare che dunkel, per circa 20 euro in due; altro giro in centro pedonale e via in busta perché all’indomani si viaggia.

Giorno 2 – Vienna

Al mattino, gran colazione internazionale a buffet, con prodotti di ottima e gustosa qualità, check-out istantaneo e passeggiatina di venti minuti fino alla stazione ferroviaria di Bratislava con foto al bel palazzo presidenziale durante il tragitto; lì acquistiamo due biglietti di sola andata per Vienna, circa un’ora di viaggio per 70 km. e 38 euro in due. Alle 11.00, con un bel treno, siamo già alla Hauptbahnhof, la nuova stazione principale, dove prendiamo informazioni sulla Vienna Card che, per tre giorni dall’ora di vidimazione, dà libero accesso a tutti i trasporti e sconti ai musei. Decidiamo di farla, 20 euro a testa, ma, con il senno di poi, visto che gli sconti non si riveleranno granché, forse bastavano i 12 euro a testa per i soli trasporti, peraltro efficientissimi.

Siccome siamo quasi intelligenti, acquistiamo già anche i biglietti di sola andata Vienna/Budapest, 76 euro in due, e c’informiamo sugli orari e sulla stazione di partenza che varia da quella di Wien Meidling Philadelphiabrucke a quella di Westbahnhof, entrambe facilmente raggiungibili con la metro.

Un breve viaggio in sotterranea e dieci minuti a piedi e siamo al nostro albergo, ma scopriremo che l’autobus 71 arriva direttamente a cinquanta metri dall’“Hotel Am Konzerthaus”, molto bello e comodo al centro, con un letto stavolta king size che ci farà ben ronfare per 142,00 euro per due notti, ma senza colazione perché costava 18 a persona.

Iniziamo subito il tour di Vienna dalla vicina Karlsplatz, dominata dalla Karlskirche, chiesa barocca con miscuglio di stili del XVIII secolo fatta costruire in onore di San Carlo Borromeo a ringraziamento per aver liberato la città dall’epidemia di peste.

Con la metro, dall’attigua stazione, ci spostiamo in Rathaus Platz per ammirare il maestoso Municipio neogotico. La grande piazza antistante è riservata agli eventi, Musicfilmfestival e mercatini vari, molto partecipati alla sera da viennesi e non, compresi una quindicina di stand gastronomici di diverse parti del mondo per i quali ci ripromettiamo una visita serale per la nostra cena.

A proposito di mangiare, attraversiamo la strada e decidiamo di pranzare con una fetta di torta in uno dei caffè più rinomati della città, il “Landtmann”, dove ci accorgiamo subito che l’Austria non ha i prezzi della Slovacchia. Anche la simpatia di questi camerieri non è delle migliori, forse si aspettavano un pranzo intero, ma con la solita mancia di circa il 10% otteniamo un sorriso finale anche da loro, visto che in ogni scontrino delle tre nazioni visitate e ben specificato che il servizio non è incluso.

Proseguiamo con la visita esterna del vicino Parlamento, imponente edificio in stile greco classico costruito per celebrare la democrazia, per poi raggiungere il quartiere dei musei inserito nelle ex scuderie imperiali.

Lì trovano infatti posto numerosi spazi espositivi e due dei più famosi musei, il MUMOK d’arte moderna ed il Leopold che raccoglie varie collezioni d’opere d’arte; ingresso a 9 euro ma noi abbiamo fatto una cernita e scelto di visitare il Belvedere che vedremo l’indomani.

Poco dietro l’edificio delle ex scuderie non manchiamo di farci due passi al quartiere Spittelberg, formato da viuzze acciottolate arricchite da ristorantini e pub.

Un giro al mercato coperto, coperto per modo di dire rispetto ad altri che abbiamo visto ma pur sempre affascinante per l’atmosfera chiassosa dei venditori, per proseguire fino alla bianca e cubica Palazzina della Secessione, costruita come manifesto dell’omonimo movimento artistico culturale fondato da Gustav Klimt alla fine dell’ottocento per alleggerire i pensieri e l’arte tradizionali di quei tempi.

Tra l’esterno di un teatro ed un altro, visto che il clima caldo ma senz’afa opprimente e con un corroborante venticello ci è sempre favorevole, sempre a piedi raggiungiamo il maestoso complesso dell’Hofburg, all’epoca residenza imperiale ed oggi palazzo presidenziale in parte visitabile, nonché centro congressi ed altro.

Dopo aver casualmente incrociato una piazzetta con altri stand, dove è stata piacevole una pausa con raclette su pane caldo accompagnato da un bicchierone di latte fresco ed aver visto da fuori l’Opera di Stato, visitiamo il Duomo di Santo Stefano, cuore della città, dai più ritenuto il più bell’edificio gotico di tutta l’Austria.

Si avvicina sera e così, dopo un giro di vetrine, ceniamo con pietanze greche allo stand in Rathaus, 25 euro in due, concludendo con un circuito sul “Ring” che dall’autobus ci fa rivivere alcune visite della giornata con in più l’effetto dell’illuminazione notturna.

Giorno 3 – Vienna

Gran dormita senza pensieri come a casa non si fa ed alle 7.30 siamo al vicino Mc Cafè per una sana colazione a 6 euro in due, checché se ne voglia a volte parlar male: un discreto cappuccio con ottimi pane, burro e marmellata consumati nei tavoli esterni a bordo strada, come Ernesto Calindri che purtroppo si ricorda più per la pubblicità del Cynar che per la sua magia d’attore!

C’incamminiamo quindi verso il Belvedere; noi abbiamo scelto di visitare il Superiore perché all’inferiore ci sono le mostre temporanee mentre a noi interessa Klimt. Arriviamo in anticipo, l’apertura è alle 10.00, quindi facciamo un giro nei giardini esterni e qualche foto al palazzo barocco. Con la Vienna Card l’ingresso ci costa 11 euro a testa invece dei 12,50. Dopo la visita alla stupenda Sala delle Cerimonie del piano terra, ci dirigiamo subito al primo piano per vedere Il Bacio di Klimt prima che l’afflusso dei visitatori diventi eccessivo; l’emozione nel vederlo è tra noi palpabile, perché una sua riproduzione su tela campeggia da sempre sopra al nostro letto, ma anche il resto della collezione suscita grande piacere. Oltre che altre bellissime tele di Klimt, vediamo interessanti opere di Kokoschka, Schiele, Gerstl e Monet senza tralasciare le particolari e simpatiche “Teste di carattere” di Messerschmidt, busti con espressioni facciali portate all’eccesso.

Dopo circa tre ore usciamo per andare con la metro allo snodo di Landstrasse, dove “pranziamo” al supermercato del centro commerciale con una banana ed un po’ d’acqua per poi incamminarci verso Hundertwasser haus, piccolo complesso di case multicolorate ex popolari nate dalla fantasia dell’omonimo ed eccentrico architetto che, in sintesi, voleva dimostrare il “povero ma bello”.

Dal quartiere prendiamo l’autobus nr.1 che al capolinea c’introduce all’interno del Prater, il parco per eccellenza dei viennesi. Passeggiamo rilassati lungo la grande area verde ad uso anche sportivo, fino ad arrivare alla zona delle giostre dove spicca un Chair’o’plane, o “calcinculo”, tra i più alti del mondo…ben 117 metri con i seggiolini che arrivano a 95! 5 euro l’ingresso, ma io no, grazie, sono un nonviolento ed avrei troppo rispetto per quelli sotto, nonostante mia moglie sia propensa a salire, forse per liberarsi di me? Vediamo anche la Riesenrad, la famosa ruota panoramica che, a 9 euro a testa, per noi non vale la pena di provare.

Abbiamo letto del caratteristico borgo di Grinzing e quindi, dal Prater, con la metro U2 e poi U4 ci rechiamo al capolinea Heiligenstadt, non senza una sosta lungo il Danubio ed una fermata a Spittelau, dove, da un altro edificio multicolorato dell’arch. Hundertwasser, si sta svolgendo un’innovativa azione di recupero che nel 2015 farà sorgere la FernWarme Wien, nuova centrale energetica ad incenerimento di rifiuti che abbinerà arte, tecnologia ed ecologia. L’impianto è visitabile su prenotazione tramite il sito.

Dal capolinea U4 prendiamo l’autobus 38 che in dieci minuti ci porta a Grinzing, sobborgo di Vienna dove sono presenti ettari di vigne e che ha conservato un aspetto di borgo antico, ora pieno di locande tipiche chiamate heurigen che significa in pratica vino novello. Dopo un giro di ricognizione nel paese, per l’ultima cena austriaca ci sediamo all’esterno della “Grinzinger Brau” ed ordiniamo un invitante piatto dopo averlo visto dal nostro vicino di tavolo; un pezzo unico di carne di costine cotte sulla griglia, accompagnato da patate e verdure che, data la porzione, è decisamente sufficiente per due. Con due buone birre e due ottimi dolci ce la caviamo con 35 euro in tutto.

Giorno 3 – Budapest

Il mattino dopo prendiamo il treno delle 8.00 e verso le 11.00 siamo già a Budapest; siccome rischiavamo di perdere la partenza del mezzo, di origine ungherese, abbiamo rinviato la colazione che ora facciamo da soli nella scalcagnata carrozza ristorante. Sogniamo di essere sull’Orient Express e ci va bene lo stesso, anche se hanno solo una brioche confezionata ed un similcappuccio.

Il biglietto da visita della stazione non è un granché, treni compresi, ed il tutto necessiterebbe di un gran lavoro di restyling per essere in linea con la moderna capitale qual è ormai Budapest. Non facciamo alcun abbonamento ai trasporti e, dopo esserci premuniti del biglietto per il ritorno a Bratislava, 35 euro in due, ci prendiamo un hamburger al volo pagando poco convenientemente in euro, recandoci poi in centro alla ricerca del nostro residence che troviamo a cinque minuti dal Duomo.

La struttura è il City Gardens Apartament, dove ci danno un bell’appartamento dotato di cucina ad induzione, mega tv e tutto il resto, per 44 euro a notte con la possibilità, inclusa nel prezzo e che sfrutteremo, di usare una moderna palestra aperta al pubblico, al piano terra dell’edificio, che apre alle 6.30 assieme a piscina, sauna, bagno turco ed idromassaggio: perfetto!

Iniziamo il nostro tour appiedato proprio dalla Basilica di Santo Stefano, situato in Pest e visibile da ogni punto della città, prelevando prima denaro in valuta da uno sportello automatico in modo da evitare incerte proposte di cambio su strada.

Il Duomo, una elegante cattedrale a croce greca, si staglia davanti alla sua bella piazza da cui si dirama il viale che conduce a piazza Roosvelt con l’attigua Accademia delle Scienze. Proseguiamo fino all’animata e carinissima piazza Vorosmarty e capiamo che, come struttura cittadina, Budapest assomiglia un po’ a Praga, raccolta e ben visitabile nel suo centro, conquistandoci ancor più di Vienna.

In piazza Vorosmarty ci lustriamo gli occhi nel caffè “Gerbeaud”, il più rinomato della città e forse di tutta l’Ungheria, sia per gli interni sia per la magnificenza dei dolci che però non assaggiamo per non dover aprire un finanziamento…non siamo spilorci, solo oculati, questo è un viaggio low cost!

La Vaci ucta, la via pedonale principale del centro piena di negozi e locali che da lì si snoda, è un brulicare di gente tra cui una decina di giovani ragazze e ragazzi Hare Krishna che cantano e ballano gioiosamente, con tanto di fisarmonica ed altri strumenti, coinvolgendo anche i passanti e proponendo il loro cd. Ci riposiamo un po’ su delle furbe sedie metalliche esterne alla chiesa parrocchiale cittadina, furbe perché girevoli e quindi orientabili in base al sole od alla veduta che si desidera avere.

Dopo essere tornati sulla Vaci Uta la percorriamo fino in fondo, fino al mercato coperto che data l’ora è però già chiuso e così ci accontentiamo di fotografare l’esterno con il suo bel tetto colorato.

Eravamo assolutamente intenzionati a non cercare pasta o pizza per questi sei giorni ma, tra il palazzo del Museo Nazionale Ungherese ed il quartiere ebraico, ci scontriamo con un punto pasta take away e non possiamo fare a meno di provarne una porzione, peraltro abbondante, a circa 2,5 euro. La consumiamo sulle panche esterne messe a disposizione dei clienti; l’approssimazione del gusto c’è ma è meglio vivere di ricordi, anche se con tutta la scarpinata che stiamo facendo un po’ di energia non ci fa certo male.

Arriviamo al quartiere ebraico, inserito tra il museo di prima ed il Teatro dell’Opera Nazionale; alcuni edifici sono proprio belli, come tutto il quartiere, ma fra tutto spicca ovviamente la Sinagoga bizantina, data come la più capiente d’Europa che può contenere circa tremila persone. L’ingresso è decisamente caro, circa 9 euro a persona, quindi fotografiamo l’esterno e, attraverso la recinzione, il Memoriale sull’Olocausto posto sul retro dell’edificio.

Nella zona trova posto anche qualche romkocsma, i cosiddetti pub in rovina, ossia degli edifici abbandonati e decadenti che, presi in gestione, diventano dei locali estrosamente arredati con mobilio e suppellettili di recupero che oltre al bere offrono anche possibilità alternative quali visione di film, concertini, esercizi con la chitarra, piccole mostre, ecc., insomma, il puro svago.

Dopo una sosta in albergo ceniamo nella nostra via, ai tavoli esterni del “M-M Pub Restaurant Cafè”, dove il significato delle due M resterà un mistero. Un gulasch, delle specie di medaglioni di vitello con prosciutto e funghi, rispettivi contorni, insalata greca, pane, due birre ed una eccezionale palacinka al cioccolato e noci per circa 25 euro in due; qualche passo per smaltire ed eccoci pronti per la nanna. Ah, già, oggi 14 luglio era anche il nostro 23° anniversario di matrimonio e non potevamo passarlo meglio!

Giorno 4 – Budapest

È giorno e stamattina è prevista la visita al Parlamento in lingua italiana, prenotata da casa sul sito al costo di circa 6 euro a persona perché cittadini U.E.. La visita è però alle 10.15 e, siccome siamo abbastanza mattinieri, alle 7 facciamo in tempo a provare un po’ la palestra ma soprattutto a goderci qualche vasca in piscina, l’idromassaggio, la sauna ed infine, perché no, anche dieci minuti di bagno turco. Il parlamento dista dieci minuti dal nostro residence e nei paraggi del luogo di ritrovo del gruppo italiano facciamo colazione in un bel barettino, arrivando anche in anticipo.

Peccato per l’esterno perché è tutto un cantiere i cui lavori dovevano finire a marzo ma, siccome tutto il mondo è paese, non si sa quando finiranno. Dopo i controlli di sicurezza, la gentile guida Livia ci accompagna per quarantacinque minuti nel sontuoso palazzo, veramente bello da vedere in tutte le sue parti visitabili e con la meravigliosa Sala della Cupola.

All’uscita, dopo essere passati per piazza della Libertà con il suo monumento sovietico, andiamo verso Buda. La nostra guida cartacea illustra la bellezza della funicolare per raggiungere la collina ma, dopo aver attraversato il Danubio sul Ponte delle Catene, ci troviamo davanti alla stazione di partenza e valutiamo che circa 4 euro a persona solo per l’andata di un paio di minuti è decisamente esagerato. Prendiamo quindi l’autobus 16 che passa lì a fianco e che, al costo di un semplice biglietto, in cinque minuti ci scarica alla Chiesa gotica di Mattia, molto bella; proseguiamo a goderci il panorama su Pest dal Bastione dei Pescatori e raggiungiamo il complesso del Castello facendo il circuito della collina, con sosta al caffè Mirò. Effettuiamo la discesa a piedi e così è passato quasi tutto il pomeriggio, tempo un’altra breve pausa di riposo.

Per l’ultima cena ungherese decidiamo di sfruttare una dritta ed andiamo al ristorante Trofea Grill in Kiraly ucta, una via che si dirama dalla Deak Ter, la piazza di interscambio di tutte le linee della metro.

Andiamo lì perché, con l’equivalente di circa 20 euro a persona, sotto i dodici anni metà prezzo ma noi li abbiamo da poco superati, è possibile mangiare e bere illimitatamente; il locale è moderno e pulito, evidentemente di alta qualità. C’è di tutto, minestre, pasta, pizza, carne e pesce di ogni tipo la cui cottura, dopo la scelta, viene fatta al momento sulla griglia, verdure, frutta, dolci, vino, birra, succhi, bibite; insomma, mangi e bevi finché ne hai la capacità.

Utilizziamo bene la cifra spesa e, andando a ritmo lento, dopo quasi tre ore usciamo soddisfatti per l’ultima passeggiata digestiva, a questo punto veramente necessaria.

Percorriamo tutta Andrassy ucta, la via delle ambasciate e del palazzo Terror Haza, triste sede delle varie polizie politiche, fino alla zona della Piazza degli Eroi che si presenta come una spianata usata anche per le parate dell’epoca comunista; l’illuminazione serale fa risaltare ancor più i due palazzi che si stagliano ai lati ed il monumento del Millennium che campeggia al centro.

Alle spalle della piazza, un’area verde con un laghetto, il Castello Vajdahunyad, il complesso termale Bagni Szechenyi e lo zoo.

Da lì, per il ritorno a dormire, utilizziamo la linea 1, la più vecchia d’Europa, rimasta molto pittoresca per le sue vecchie carrozze gialle e per le sue minuscole stazioni in legno con le piastrelle sui muri.

Giorno 5 – Bratislava

È di nuovo giorno ed il treno per Bratislava è alle 11.25; a dire il vero ce ne sarebbe uno utile anche due ore dopo ma vogliamo prendercela comoda per l’aereo delle 18.25.

Ci sta ancora una comoda seduta alla spa e, dopo la colazione alla stazione, si parte per la Slovacchia.

In orario alla stazione di Bratislava, con l’autobus X13 arriviamo in centro, a ridosso della zona pedonale ma dalla parte opposta del giorno d’arrivo. Ripercorriamo le vie del centro e, quando sono ormai le 15, mettiamo a posto lo stomaco con un pasto unico al ristorante Kelt in Michalska 2, nella zona pedonale. Le ultime due Wiener Schnitzel di maiale anziché vitello, panate però con farina mista a patate che le fanno risultare più croccanti e saporite delle altre, accompagnate da due birre e contorno per circa 25 euro in due.

Ritornare ad Orio al Serio/BG è un attimo, ovviamente stanchi ma felici e sempre con i nostri 25 anni percepiti sulle spalle!

Dove abbiamo dormito e mangiato

  • Hotel Ibis Bratislava Centrum – Zámocká 38 – Bratislava
  • Ristorante Zamocky Pivovar – 47 Zámocká – Bratislava – Aperto tutti i giorni con pausa pomeridiana
  • Kelt – Michalska 5 – Bratislava – Aperto tutti i giorni con pausa pomeridiana
  • Hotel Am Konzerthaus – MGallery Collection Am Heumarkt 35-37 – Vienna
  • Grinzinger Brau – Himmelstrasse 4 – Grinzing Vienna – Aperto tutti i giorni, tranne il martedì, dalle 11.00 alle 24.00
  • City Gardens Apartament – O ucta 44 – Budapest
  • M-M Pub Restaurant Cafè – O ucta 23 – Budapest – Aperto fino alle 24.00
  • Trofea Grill – Kiraly ucta 30-32 – Budapest – Da lunedì a venerdì 12/17 e 17.30/24 – Weekend e festivi 11.30/24 – Metà prezzo sotto i 12 anni
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