Bratislava in un giorno solo: ecco perché non farlo
A Praga siamo andati i primi 3 giorni, Budapest era un’idea per gli ultimi due. Poi però la stanchezza, la voglia di stare anche con gli amici a Vienna, il fatto che tutto il viaggio era un’improvvisata e che non avevamo ancora prenotato l’hotel, ci ha fatto propendere per Bratislava, a solo un’ora di auto da Vienna e che sembrava fattibile in un giorno.
Ed ecco che vi raccontiamo la nostra bellissima visita, ma vi spieghiamo anche perché non dovete considerarla solo come tappa di passaggio e dedicarle almeno 2 giorni pieni.
Partiamo con calma, 80 km son una barzelletta rispetto ai 250 per Budapest o ai 340 per Praga. La strada a scorrimento veloce è quasi sgombra e intorno a noi vediamo tanto verde e un’infinità di pale eoliche. Dobbiamo comprare la Vignette Slovacchia, obbligatoria per circolare in alcuni tratti stradali e autostradali, questa è l’unica cosa che ci preoccupa. La troveremo?
Si può fare anche online, ma il sito oggi è ko, speriamo bene… A pochi km dal confine e anche da Bratislava vediamo quella che probabilmente era la dogana situata in una struttura enorme, difficile da non notare.
Ci fermiamo qui e troviamo subito l’ufficio informazioni dove oltre al pass per 10 giorni, che ci costa 10 euro, prendiamo anche una cartina della città. Oggi si torna indietro nel tempo, quando non esistevano cellulari e si andava in giro solo con guide e mappe cartacee. Questa improvvisata sarà proprio diversa dal solito…
Non abbiamo la minima idea di cosa offra Bratislava, ma vogliamo setacciarne ogni angolo. L’unica cosa che abbiamo preventivamente controllato online è stato il parcheggio, per evitare di addentrarci in divieti nel centro storico e pagare un mutuo.
Al di là del Danubio c’è un enorme centro commerciale, l’Aupark, dove le prime 3 ore sono gratis, poi la tariffa è di 3 euro l’ora. Vada per quello…
E’ decisamente molto comodo in quanto dista pochi passi dal ponte SNP, che arriva direttamente al centro e su cui si trova la torre di avvistamento Ufo Tower, sospesa a 95 metri di altezza.
Decidiamo che è il caso di salire per un primo approccio con la città dall’alto. Qui però ci rendiamo conto di aver fatto un grande errore: 7.40 euro e un’attesa infinita, perché ci sono i lavori, l’ascensore non porta più di 8 persone alla volta e davanti a noi c’è un gruppo alquanto numeroso.
Perdiamo un’ora in fila per 10 minuti scarsi di vista sulla città, che però non ci soddisfa molto. Unica cosa divertente è che dal padiglione del ristorante al piano inferiore si può uscire all’esterno e camminare sul bordo o farsi sospendere nel vuoto legati ad una corda. Noi però ci limitiamo a guardare i coraggiosi che ci provano, con il batticuore come se fossimo al loro posto. Scendiamo un po’ sconsolati, non è iniziata come speravamo.
Attraversiamo il ponte SNP dalla passerella pedonale, quanto è bello il castello che si erge sull’altura di fronte a noi, con il Danubio che scorre sotto!
Arriviamo nella piazza all’ingresso del centro storico e già l’atmosfera migliora. Il Duomo di San Martino si staglia di fronte a noi e i vicoletti graziosi pieni di localini ci accolgono piacevolmente. Facciamo subito un salto all’interno della cattedrale, ma una funzione religiosa ci impedisce di visitarla. Dalle vetrate si riescono comunque a vedere le tre navate e l’alternarsi di stili gotico e barocco.
Ci addentriamo lungo via Panka piena di vita, passiamo davanti al Palazzo Pallfy, che si nota nel suo stile neoclassico e ben presto facciamo il primo incontro con una delle tante statue che animano la città, installate proprio per questo scopo dopo la fine dell’era comunista.
Si tratta di Cumil, detto anche il Guardone, che fa capolino dal tombino e che più volte è stato decapitato da automobilisti distratti. Inutile dirvi la fila per una foto.
Proseguiamo lungo le vie del centro piene di ristoranti che propongono piatti tipici davvero invitanti e negozi di gadget di ogni tipo.
Ben presto incontriamo la seconda statua, quella di Ignac Lamar, un personaggio realmente esistito che diventò pazzo a causa di un amore non corrisposto.
Ci dà il benvenuto nella bellissima piazza su cui si affaccia il Vecchio Municipio. Anche qui ci aspetta un’altra statua nascosta in un casottino di legno, ma quella che preferivamo, ovvero Hubert il soldato di Napoleone, che dovrebbe esser appoggiato ad una panchina, non c’è più. Si vedono solo le sue impronte sul marciapiede . Ci consoliamo rinfrescandoci un po’ sotto delle docce a vapore acqueo rigeneranti, oggi fa davvero caldo.
Entriamo nel chiostro interno del Municipio, un ambiente grazioso con una enorme scacchiera al centro e la statua di Romer Floris in un angolo nascosto. Tutto intorno i balconi fioriti ai piani superiori. Qui si potrebbe entrare e visitare il museo, ma oggi è una bella giornata e preferiamo passeggiare.
Proseguiamo verso la Chiesa Blu, è un po’ fuori dal centro ma non siamo molto lontani. Per raggiungerla finalmente incontriamo per la nostra prima volta una di quelle famose installazioni di ombrelli appesi, che qui però non sono colorati, ma è ugualmente un piacere fermarci a fotografarli.
Passiamo anche di fronte al Teatro P.O. Hviedzdoslava dove sul marciapiede sono riportati i nomi di attori slovacchi: una copia molto arretrata della Walk of Fame di Hollywood .
Da qui ci addentriamo in una parte della città un po’ più moderna e trafficata, ma niente di esagerato e i murales nei palazzi ci deliziano la passeggiata.
Arriviamo alla Chiesa Blu in poco più di 15 minuti: è davvero singolare con il suo bel colore pastello, graziosa e appariscente, ma non stona tra gli altri palazzi, anzi sembra proprio una bomboniera.
E’ costruita in stile Art Nouveau del XX secolo e dedicata alla Santa più importante della città: Santa Elisabetta. La nostra nuvolina della sfortuna fa sì però che sia chiusa in questo momento, così ci accontentiamo di qualche scatto all’esterno. Peccato, sarà per la prossima.
Ritorniamo verso il centro costeggiando il Danubio e ci troviamo nella grande piazza di fronte al Museo Nazionale Slovacco.
Lungo il fiume ci sono molte imbarcazioni ormeggiate che fungono da ristoranti, corredate anche da lettini prendisole. Probabilmente qualcuna offre il servizio di crociera sul Danubio che volevamo sperimentare anche noi partendo da Vienna e che magari la prossima volta prenoteremo.
Il parco è immenso, anche qui una moltitudine di statue dislocate nei vari angoli ci fanno compagnia e le bancarelle di souvenirs ci invitano a curiosare tra mille colori e odori dei ristoranti ai lati che a quest’ora sono nel boom della loro attività.
Arriviamo di nuovo al punto di partenza, a pochi passi dal Ponte SNP. Ripercorriamo in pochi minuti le viuzze del centro e decidiamo che è il momento di fermarci per il pranzo.
Scegliamo un locale con alcuni tavoli all’aperto, lungo la Panska, si chiama semplicemente Slovenska Restauracia. Qui assaggiamo gli Halusky, degli gnocchetti deliziosi : uno ai formaggi, l’altro speck e crauti. Anche gli gnocchi dolci ci ispirano molto ma è caldo e non vogliamo appesantirci, ci aspetta ancora una lunga camminata.
Arriviamo alla famosa porta di San Michele, l’unica porta rimasta delle fortificazioni risalenti al Quattordicesimo secolo. Quella che vediamo adesso è stata restaurata in stile barocco nella seconda meta del 1700, quando vi furono installate sulla sommità anche le statue di San Michele e del drago.
Anche qui si può entrare, visitare il museo delle armi e godere di una meravigliosa vista sulla città dai sui 51 metri di altezza. Decidiamo però di rinunciare, con nostro grande rammarico, perché nella mappa ancora son tante le attrazioni che ci mancano, ma sappiamo già che torneremo.
Sotto l’arcata si trova un grande “cerchio d’oro” conosciuto anche come “chilometro zero” che indica 29 capitali mondiali ed europee e la loro relativa distanza da Bratislava.
Si dice che qui sotto si debba passare in silenzio se non si vuole avere una grande sfortuna entro l’anno e mentre lo si fa, si deve esprimere un desiderio… Noi abbiamo fatto entrambe le cose, funzionerà?
Subito dopo un altro vicolo grazioso, tappezzato di locandine colorate in formato gigante, vetrine e qualche locale. Da qui facciamo un’altra tappa un po’ distante dal centro.
Raggiungiamo il palazzo Grassalkovichov, una residenza estiva in stile Rococo, risalente al 18 esimo secolo che ospitava numerosi eventi della società ricca di Bratislava e dove si esibì spesso anche il famoso compositore Joseph Haydn. Dal 1996 ospita il Presidente della Repubblica Slovacca, perciò dobbiamo accontentarci di osservarlo attraverso le grate della cancellata con i decori dorati.
Siamo in una grande piazza, Hodzovo Namestie, considerata il centro di Bratislava. Qui si trova una fontana chiamata “Terra, pianeta di pace”, con un globo al centro. In questa parte della città rimaniamo un po’ basiti: ancora, a fianco di palazzi colorati e rinnovati, se ne vedono alcuni completamente distrutti.
Ci piacerebbe dirigerci verso Nord, per poco meno di un km e visitare Slavin, il più grande monumento commemorativo dell’Europa Centrale, nonché cimitero in cui sono sepolti i 6845 soldati dell’Armata Rossa caduti nell’aprile del 1945, per liberare Bratislava dalle truppe della Germania nazista.
Il suo obelisco, sormontato da una statua di un soldato e alto circa 52 metri, ne è il simbolo e si fa notare anche a grande distanza. Purtroppo anche se quello che già abbiamo visitato è in un’area molto circoscritta, i chilometri fatti a piedi iniziano a farsi sentire. Per raggiungere il castello che si trova dalla parte opposta, le distanze si moltiplicherebbero, così pensiamo che forse potremmo farlo più tardi in auto.
Ci addentriamo quindi per altre viuzze, sempre e solo con la nostra fedele cartina alla mano, verso un’altra tappa importante. Passiamo per un quartiere davvero carino, ma piano piano iniziamo a salire e arriviamo a metà strada che siamo sfiniti.
Fortunatamente troviamo alcuni negozi di souvenirs dove incredibilmente le bevande costano poco più di un Euro e facciamo scorta di acqua e dello stratosferico Calippo alla fragola, che da noi non si trova. Questo ci dà la forza di proseguire.
Arrivati a destinazione, alla nostra destra vediamo il Palazzo del Parlamento, a sinistra la porta trionfale d’ingresso che si affaccia sull’immenso piazzale su cui si erge il Castello. Da qui raggiungiamo per prime le mura e la terrazza panoramica che ci offre una meravigliosa vista sulla città, sul Danubio e su Austria e Ungheria.
Ci avviciniamo al palazzo e curiosiamo nella sua corte dove un paio di artisti provano sul palco uno spettacolo. Il castello come lo vediamo oggi è frutto di un enorme restauro recente. Fu bombardato nel 1809 dalle truppe di Napoleone e rimase un rudere nel 1811, in seguito ad un incendio che colpì buona parte di Bratislava.
Anche qui, causa stanchezza che si fa sentire sempre più, decidiamo di non entrare, sarebbe bello fare il tour, visitare le stanze e salire sulla torre, ma il nostro livello di attenzione ormai è pari a zero. Proseguiamo la camminata lungo le mura negli immensi giardini.
Passiamo accanto ai resti della Basilica della Grande Moravia a tre navate risalente al IX secolo, sostituita poi due secoli dopo dalla Chiesa di San Salvatore e ci sediamo sulle scalette posteriori per goderci la bellezza dei giardini barocchi, anch’essi restaurati recentemente. Peccato solo per quei brutti tetti in costruzione di fronte a noi.
È arrivato il momento di dirigersi di nuovo verso l’auto. Scendiamo lungo la dolce collinetta che ospita il castello, tra statue molto importanti quali quella in onore di Santa Elisabetta d’Ungheria e prati verdi in cui un’infinità di ragazzi si rilassano sdraiati sulle loro poltroncine.
In circa venti minuti siamo di nuovo sul ponte, lasciando alle nostre spalle la graziosa città che ci ha ospitati per l’intera giornata. Sono ormai le 17 e decidiamo di non andare a visitare il memoriale Slavin, ma di dirigerci verso il castello di Devin che dista una decina di chilometri.
Impostiamo il navigatore fiduciosi che ci porterà in breve tempo a questa fantastica destinazione. In realtà, del castello sono rimaste solamente le rovine, ma è ancora un’attrazione affascinante in quanto si trova su una scogliera rocciosa che scende a picco nel punto in cui il Danubio e la Morava si uniscono e il panorama sembra essere mozzafiato. Non vediamo l’ora di arrivare.
Purtroppo però troviamo un paio di svincoli che proprio non ci piacciono, sbagliamo strada più volte e siamo costretti a fare un giro assurdo perdendo molto tempo. Il castello chiuderà alle 18, ma l’ultimo ingresso è programmato per le 17.30 e noi siamo troppo in ritardo. Siamo stanchi purtroppo e abbiamo da fare un’ora di viaggio per rientrare. Se all’andata ci sembrava una passeggiata adesso non più…
Cara Bratislava ci dobbiamo salutare… Ci hai sorpreso piacevolmente, ci hai fatto camminare tantissimo, ma ne è valsa decisamente la pena. Torneremo per più giorni e scopriremo le altre meraviglie che hai da offrirci…
E a voi, cari lettori, consigliamo vivamente di pianificare almeno una notte in città… Chissà quanto è carina alla sera, illuminata e riflessa sul Danubio, con i suoi graziosi vicoli e i locali animati dai suoi abitanti e dai turisti.
Un’idea generale della città ce la siamo fatta e siamo soddisfatti di tutto ciò che ci ha mostrato, ma purtroppo abbiamo saltato troppi musei e una bella crociera sul Danubio, non sarebbe affatto male… Bratislava, alla prossima…