Brasile: tre settimane tra sogno e realtà

Brasile 2007/2008. Partenza Milano Malpensa-Salvador 21/07, rientro Salvador - Milano Malpensa 11/08 Finalmente, dopo una lunghissima stagione lavorativa, io e mio marito siamo in partenza per il Brasile e, per la prima volta, abbiamo deciso che quest'anno facevamo fuori anche Natale, oltre al capodanno, godendoci anche i giorni, più rilassanti,...
Scritto da: Madda63
brasile: tre settimane tra sogno e realtà
Partenza il: 21/12/2007
Ritorno il: 11/01/2008
Viaggiatori: in coppia
Brasile 2007/2008. Partenza Milano Malpensa-Salvador 21/07, rientro Salvador – Milano Malpensa 11/08 Finalmente, dopo una lunghissima stagione lavorativa, io e mio marito siamo in partenza per il Brasile e, per la prima volta, abbiamo deciso che quest’anno facevamo fuori anche Natale, oltre al capodanno, godendoci anche i giorni, più rilassanti, sino all’11 gennaio.

Il nostro itinerario prevede : arrivo a Salvador, permanenza dal 21 al 26 dicembre, partenza in aereo per Rio, dal 26 al 30 dicembre, trasferimento in aereo da Rio a Recife il 30 dicembre, auto a noleggio a Recife, viaggio “itinerante” sino a Salvador, dal 30 dicembre all’11 gennaio.

Partiamo con volo Neos, da Milano Malpensa, in orario, diretto per Salvador de Bahia.

Abbiamo deciso di affidarci ad un T.O. Per il volo A/R, per il primo giorno in hotel, per i due voli interni e per il noleggio auto (x 11gg), per evitare problemi di prenotazioni voli interni, in un periodo in cui si spostano anche i Brasiliani per le loro vacanze, e per avere la garanzia di un’assicurazione, che può sempre servire…Il costo totale è stato circa di 2.000 € a persona (buono se si considera il periodo di altissima stagione).

Arriviamo a Salvador in perfetto orario, verso le 22 ora locale. Le formalità doganali sono state veloci e semplici, bagagli consegnati perfettamente, transfer in attesa per noi : sembra già tutto perfetto…! Arriviamo al Sofitel di Bahia, buon albergo della periferia di Salvador, vicino al mare, dove scopriamo molti hanno deciso di soggiornare per l’intera vacanza…Ma questi non sono i nostri programmi. La mattina infatti, cambiati in hotel un centinaio di euro, prendiamo un taxi e andiamo alla nostra Pousada, prenotata su internet,..La Pousada Solar do Carmo, in rua direita de s.To Antonio, pieno centro storico, nel quartiere Pelourinho. Ci siamo fidati delle recensioni di altri viaggiatori e non ci siamo sbagliati. La pousada è carina, pulita e accogliente, con personale gentilissimo e, soprattutto, ci permetterà di muoverci a piedi, tutti i giorni, senza nessun problema, anche la sera tardi. Noi abbiamo fatto questa scelta sempre perché eravamo in altissima stagione, ma se ci andate in altri periodi, prenotate solo il primo giorno, poi fate una passeggiata e scegliete la Pousada migliore, ce ne sono un’infinità, e molto convenienti (dai 70 ai 200 real al giorno, cioè dai 35 agli 80 euro), soprattutto in Rua Direita s. Antonio, in centro ma non nella vie più rumorose.

A fine mattinata siamo pronti per “vivere” Salvador : e Salvador non delude!!! Già arrivare al Pelourinho, malgrado le salite e discese con acciottolati, che sfiancano chiunque, soprattutto il primo giorno, non ancora abituati al caldo, con i maestosi palazzi in stile coloniale, i colori pastello, fare la salita che porta davanti alla casa dedicata a Jorge Amado, e poi arrivare alla cattedrale e alla splendida chiesa di San Francesco, è una continua emozione.

Siamo armati di guida Lonely e itinerari stampati da internet, ma non sono necessari, tutto è piuttosto vicino e basta chiedere, tutti sono disponibili a dare informazioni.

Vicino alla chiesa di San Francesco, sulla sinistra, c’è un efficiente ufficio del turismo, dopo è possibile cambiare gli euro, anche solo con la copia del passaporto, che ci siamo preoccupati di fare, lasciando l’originale in cassaforte.

(Se volete invece prelevare con carta di credito, NON usate il Banco do Brasil, soprattutto se avete come noi carta ricaricabile. Spesso non riconosce la carta, ma vi fà fare tutta l’operazione e poi non eroga i soldi, anche se poi ci è risultato addebitato l’importo, e abbiamo dovuto fare denuncia in Italia, sperando di ottenere il rimborso. Usate il banco24ore, che riconosce perfettamente tutte le carte, e che trovate dappertutto o HSBC).

Passiamo il pomeriggio in giro a goderci il centro storico e, preso l’elevador Lacerda, ci andiamo a prendere una delle innumerevole e squisite spremute che berremo in tutta la vacanza, in un bar vicino al Mercato Modelo, godendoci lo spettacolo di capoeira, che quotidianamente viene rappresentato, in cambio di qualche spicciolo.

La sera Salvador dà il meglio di sé…Musica dappertutto, non solo nei locali, dalla bossanova alle sambe di carnevale, ma anche nelle case private, o dalle casse posizionate sul cassone dei pick-up, queste ultime a volume altissimo.

Il cibo è buonissimo dappertutto, sia la carne sia il pesce, o le salse per condire il riso…Un consiglio, prendete prima un solo piatto, perché le porzioni sono per tre, non singole, semmai poi ordinate il resto, spenderete molto meno e non lascerete tutto sul piatto.

Ci aspettano ancora 3 giorni a Salvador, e cerchiamo di ottimizzarli : la domenica 23/12 contrattiamo con un tassista un viaggio a Praia do Forte, la località sul mare dove c’è un centro per la riproduzione delle tartarughe, oltre che delle belle spiagge, a circa 50KM da Salvador, ce la caviamo con 200 real (78/80 euro), ma possiamo starci quanto ci pare. E’ possibile fare la stessa cosa in pulman, per 80real in totale, ma ci si impiega molto di più, e vogliamo goderci il nostro primo bagno in brasile.

Praia do Forte è una piccolissima “Playa del Carmen”, per chi è stato in Messico, con ristoranti, bar, negozietti e il centro per le Tartarughe…Ma se si lascia la spiaggia di fronte alla chiesetta, si possono fare chilometri in spiagge splendide, praticamente deserte, contornate da palmeti…Ci ripromettiamo di tornarci con calma, cosa che faremo per gli ultimi 3 giorni del nostro viaggio.

Lunedì 24/12 ci dedichiamo alla parte “marittima” di Salvador, prendiamo un pulman per Barra, vicino a “Praca de Se”, direzione Farol e, in 15minuti circa siamo al faro di Salvador, con le spiagge abitualmente utilizzate dai residenti. Per fortuna è lunedì, perché di domenica sono affollatissime. Come dappertutto, nelle spiagge, ci posizionano un ombrellone e due sdraio, ad un costo per noi irrisorio, cioè circa 7/8 real al giorno (circa 3 euro), con “l’obbligo” di consumare una bibita…Cosa facilissima, dato il caldo! Oltretutto, alla mia richiesta di un “suco natural”, fanno una corsa in un bar per farmi fare una spremuta! Meglio di così…! Non è certo la spiaggia caraibica, ne si avvicina alle spiagge che vedremo in seguito, ma è piacevole stare a leggere un libro, sotto l’ombrellone, davanti all’oceano.

Alla fine della spiaggia c’è un bar-ristorante piacevolissimo, dove si può fare uno spuntino più consistente, anche se non possiamo paragonarci ai brasiliani, che a pranzo mangiano, per quantità, come da noi a Natale.

Anche se è estate, verso le 17.30 imbrunisce e, dopo doccia e passeggiatina, andiamo a cena, pensando che, dato il numero incredibile di chiese a Salvador (365 almeno), essendo la vigilia di Natale, forse vedremo qualcosa di particolare…Niente di più sbagliato! Con sorpresa constatiamo che tutte le chiese sono chiuse, ma ristoranti e bar sono apertissimi, così ci consoliamo festeggiando il Natale con un’ottima caipirinha.

L’indomani, 25/12, ci dedichiamo però alla scoperta delle chiese del Pelorinho, viste sino a quel momento solo dall’esterno. Troviamo aperto il museo della chiesa di San Francesco, e la cattedrale, che visitiamo con calma. Nel primo pomeriggio rifacciamo un bel giro in pulman per la città., per farci un’idea generale, tornando a fare uno spuntino nella spiaggia del Faro, data la posizione piacevolissima.

Al rientro, verso le 18.00, ancora in pareo e pantaloncini, troviamo la piacevolissima sorpresa di trovare la chiesa di San Francesco aperta! E’ ancora più bella di come immaginavo e, finalmente, possiamo assistere alla messa, non tanto per una motivazione religiosa, ma soprattutto, per come viene vissuta dai brasiliani la religione; canti, mani al cielo, applausi, condivisione di sguardi…Candele che creano un’atmosfera irreale, decorazioni barocche che si intersecano con i colori coloniali! Spettacolare! Per fortuna, a differenza dell’Europa, siamo potuti entrare pur non essendo certo vestiti in modo adeguato.

Chiudiamo la bellissima giornata al ristorante Maria Mata Muru, consigliato anche dalla guida Lonely oltre che da amici, vicinissimo alla chiesa di San Francesco…Ottimo! Il 26/12 lasciamo a malincuore Salvador e, raggiunto l’aeroporto in taxi, per circa 60real, prendiamo l’aereo per Rio.

Parlare di Rio è quasi superfluo, già vista dall’alto, immensa, circondata da rocce granitiche bombate, di cui il pan di zucchero non è altro che la roccia più famosa, è uno spettacolo incredibile. Abbiamo avuto la grande fortuna di avere sempre, e sarà così per tutta la vacanza, un tempo spettacolare, limpido e soleggiato, per cui ci siamo potuti godere tutti i panorami possibili.

Abbiamo prenotato un Hotel a Copacabana, Hotel Oceano Copacabana, un 4 stelle (brasiliane) che però, oltre all’ottima posizione, centro spiaggia, con vista parziale (si è in seconda fila) sul mare, era pulito, fresco e con personale molto gentile.

Appena arrivati all’aeroporto, già nella sala ritiro bagagli, prenotiamo il taxi per l’albergo e, dato che facciamo la prenotazione anche per il ritorno, ci fanno 65real per tratta.

E’ meglio, se decidete per il taxi, optare per questa scelta, altrimenti si rischia di spendere molto di più. Per il rientro dovremo solo riconfermare l’ora di partenza, cosa che faremo in hotel, con autista puntualissimo come da nostra richiesta.

Già dalla prima sera ci siamo concessi lunghe passeggiate sul lungomare di Copacabana, sinceramente non percependo in nessun modo sensazioni di pericolo, né vedendo scippi o tentativi di scippi. Siamo stati sicuramente fortunati, eravamo vestiti semplicemente, pantaloncini e maglietta, ma abbiamo sempre avuto dietro la nostra digitale, e abbiamo fotografato di tutto.

Il 27/12 lo abbiamo dedicato, in mattinata, alla visita del quartiere di Santa Teresa, dove siamo arrivati prendendo la metropolitana (rispetto al lungomare, bisogna spostarsi due vie all’interno, cioè quella successiva a Avenida Atlantica e a Rua Nostra sig.Ra de Copacabana) e scendere a Carioca. Un centinaio di metri più avanti, dietro il palazzo di Petrobras, c’è la stazione del trenino (Bonde) a cremagliera che porta sino alla “vetta” del quartiere. All’ultima fermata siamo scesi e siamo tornati indietro a piedi. Si tratta di un quartiere un po’ “decadente”, forse la parte più bella è proprio la gita in sé con il trenino, con le persone che si “attaccano” per fare un pezzo di strada, senza pagare il biglietto, e i panorami. Riprendiamo la metropolitana e scendiamo alla stazione Botafogo, dove prendiamo il bus che porta a Rua Cosme Velho, dopo di fronte è possibile prendere il secondo trenino a cremagliera, che porta in cima al Corcovado. Abbiamo fatto oltre 40 minuti di fila, ma ne valeva la pena, dato che nel viaggio si attraversa una parte della foresta di Tijuca, immersi nel verde. Il costo del biglietto è di 36real, e si può pagare anche con carta di credito (circa 14 euro).

Arrivare al Corcovado e guardarsi intorno, spaziando dalla Lagoa, a destra, con davanti Ipanema, poi Copacabana, la bella spiaggia di Botafogo (non usata come spiaggia perché davanti al porto), il Pan di zucchero, sino ad arrivare al Maracanà, e alle favelas arroccate, sotto l’immensa statua del Redentore, è qualcosa di emozionante, come sempre davanti a ciò che ci lascia a bocca aperta, sia esso una vetta di una montagna, o una spiaggia immensa, o un’opera d’arte splendida. Rio è da vedere, almeno una volta nella vita, se è possibile! Ci godiamo il panorama, sorseggiando birra e la più buona spremuta di melone mai bevuta in Brasile.

Concludiamo la giornata regalandoci un’ottima cena al Marius Crostaceus, alla fine di Copacabana, a Leme, dove, malgrado il costo “italiano”(circa 80euro a persona), pasteggiamo con carpacci di pesce, aragoste, cicale, scampi e gamberi a volontà, ottimo pesce e altrettanto ottimo vino…Ma sicuramente in Italia avremmo parecchio di più, e questo ci consola! Il 28/12 ci dedichiamo al Pan di Zucchero, prendiamo un bus, unico reale rischio a Rio, e capiamo ciò che viene sempre detto, gli autisti sono completamente pazzi!, ma sul serio! Vanno come dannati, non si fermano, e se lo fanno è meglio essere seduti. Per fortuna ci sono bus ogni 5 minuti.

Il Bus (511/512) si prende nella via parallela al lungomare, direzione Urca, e si scende vicinissimi alla stazione della teleferica. C’è fila, ma scorre veloce, e se si ha sete c’è sempre qualcuno che vende bottigliette d’acqua fresca. Emozionanti i due “passaggi”, il primo al Morro di Urca, dove è possibile fermarsi e fare un giro panoramico, il secondo proprio al “Pao”; qualcuno più “avventuroso” ci arriva in scalata, ma noi, ecco, magari un’altra volta, la prossima vita!!! Forse sarebbe stato meglio vedere prima il Pan di zucchero e dopo il Corcovado perché, malgrado il panorama spettacolare, soprattutto di Copacabana, siamo ben sotto gli 800 metri del Redentore. Ma è davvero bellissimo.

Ci rilassiamo su una sdraio in legno, bevendo spremuta e birra…

Nel pomeriggio, sempre via bus, ormai sappiamo di rischiare la vita, andiamo a vedere la zona di Ipanema, sia la spiaggia, affollatissima più di Copacabana, sia la zona dei ristoranti e commerciale. Mangiamo qualcosa a “la garota di Ipanema”, mitico (ma solo per nome) ristorante-bar dove è stata scritta la famosa canzone e in una piacevole passeggiata, ci vediamo la sfilata dei negozi degli stilisti brasiliani…Prezzi anche qui italiani, ma belle cose… Per ammortizzare il costo di Marius, decidiamo di cenare in un ristorante al chilo, e ci rendiamo conto che è davvero possibile mangiare con pochissimi euro (5/6); bouffet, insalate, carne alla brace cotta sul momento, frutta…Veloce, economico, gradevole…Una buona alternativa.

Il 29/12 abbiamo già “visto” tutto ciò che è icona Rio, per cui decidiamo di andare a vedere il giardino botanico.

Prendiamo un bus direzione Gavea, sempre dalla solita strada parallela ad Avenida Atlantica e, velocissimamente come al solito, ci fermiamo, chiedendo all’autista, proprio a 100 metri dall’ingresso, in Praca Dumont.

A parte i 37 gradi del giorno e sommandoci un’umidità totale, che certo non aiuta, ci siamo goduti il fresco dei viali di palme, i laghetti orientali e le meravigliose piante…Una piacevole e fresca parentesi, per l’ultima mattinata di Rio.

Il pomeriggio lo passiamo ancora a passeggiare, e ci dedichiamo all’acquisto delle immancabili “havaianas” e alla ricerca dei nuovi modelli delle “ipanema”, buona scelta per i regali per noi e per gli amici.

La sera decidiamo di rimanere a Copacabana, e scegliamo uno degli innumerevoli ristoranti del lungomare, per tutti i gusti e per tutti i prezzi.

Il 30/12, ci svegliano presto, alle 9.00 parte l’aereo per Recife.

I voli interni non è più necessario riconfermarli, e infatti non abbiamo mai avuto problemi, per fortuna. Il volo è puntualissimo, fatto come da Salvador a Rio, con la Tam.

Arriviamo a Recife a fine mattinata (circa 2 ore e 30 di volo, con cambio orario, + 3 a Rio, + 4 Salvador, Recife) e, dopo i giorni “programmati”, per lo meno come alloggio, ritiriamo la nostra macchina e ci “avventuriamo” da soli…

Quando ci dicono, mentre controlliamo l’auto, come dobbiamo comportarci in caso di forature, sinceramente rimaniamo un po’ perplessi…Ma capiremo tutto già nel primo tratto di strada, piena di buche e ricoperta di pezzi di canna da zucchero persa dai lunghissimi camion che la trasportano…Tutta la strada è un’immensa distesa di campi di canna da zucchero, intersecate a palme…E il panorama è splendido! Abbiamo deciso che passeremo il capodanno a Porto de Galinhas, località turistica, anche per molti Brasiliani, a circa 60km da Recife. Pur avendo una mappa stradale, non ci sono molte indicazioni, per cui facciamo una strada interna, ma in meno di un’ora riusciamo ad arrivare in questo posto dove le galline la fanno da padrone, già nei cartelli stradali e nelle cabine telefoniche.

Anche quì la località è molto simile a Praia do Forte, un po’ più grande…Un piacevolissimo paesino, molto turistico, molti bar, ristoranti, negozietti…Ma non è stato facile trovare posto, perché non avevamo considerato molto bene i 3 giorni di capodanno, i più gettonati! Alla fine prenotiamo per tre giorni alla Pousada Perola do Porto, carina, pulita, ma senza veranda, per cui piuttosto umida, spendendo circa 1.200,00 real (circa 460,00 euro), un patrimonio, se si pensa che dopo il 2 gennaio, i prezzi si riducono ad un terzo…Ma abbiamo deciso di passare qualche giorno a riposarci e Porto de Galinhas ci permette anche di fare anche delle escursioni. Dal 2 gennaio sino al 5 ci sposteremo poi in un residence (Privè), Som das Ondas, a pochi metri dalla Pousada, ma con anche un soggiorno con angolo cottura e una bella veranda con amaca, a 160 real al giorno( circa 65 euro); potevamo spendere anche molto meno, ma era davvero comodissimo, piacevole e con un giardino interno dove posteggiare la macchina. Porto de Galinhas è in mezzo a due splendide e lunghissime spiagge, dove si possono fare delle lunghe passeggiate, con solo pochissima gente; tra le due spiagge c’è una zona dove di fronte ci sono le piscine naturali, cioè pozze di acqua che si formano al ritiro della marea, calde e piacevoli per immergersi, alle quali ci si può recare con le “Jangadas”, barchette a vela, per circa 10real. Di fronte c’è la parte più “abitata” della spiaggia, stile Rimini, anche se più colorata e musicale…Si possono avere ombrellone e sdraio per circa 10 real al giorno (4 euro circa), si può bere, mangiare, sia dai gestori del “bagno” che dai numerosissimi carrettini che offrono carne, pesce, frutta, gelati e il buonissimo formaggio alla griglia, insaporito con origano e, a scelta, miele. Se poi volete vi fanno anche l’aragosta alla griglia, per 90 real (35 euro circa), anche se in altre parti, meno turistiche, la troveremo a 60 real (una porzione basta ampiamente per due persone, anche se affamate…, circa 23 euro).Decidiamo di goderci la parte isolata della spiaggia per la mattinata, sin verso mezzogiorno, e di passare alla parte “godereccia” per pranzo, godendoci anche l’ombra, a quell’ora decisamente necessaria. Inoltre, già verso le 15.30 i brasiliani vanno via, e noi possiamo goderci la spiaggia sino al tramonto, che però è non oltre le 17.30, che poi è l’unica cosa che ci ricorda l’inverno! Il 31 sera, ancora legati alle “usanze” italiane, decidiamo di andare a cena tardi, convinti che saremmo stati coinvolti in qualche “reveillon”, tanto pubblicizzato a Rio. Niente di più errato, il capodanno si passa in famiglia e, verso le 23.45 ci si sposta in spiaggia, possibilmente vestiti di bianco, con frutta, dolci e botti, dove ci si gode lo spettacolo dei fuochi d’artificio, in un’atmosfera rilassata e tranquilla. Riusciamo a mala pena a mangiare qualcosa e già alle 22.00 ci salutano… Ma bene così, la spiaggia è un posto molto più piacevole.

Abbiamo anche l’incredibile sorpresa di trovare, per caso, due colleghe di lavoro che, essendo partite per il Brasile il 5 dicembre, pensavamo fossero già rientrate ma, dato che si erano trovate piuttosto bene, avevano deciso di rimanere, posticipando il loro biglietto, con soli 100 € di penale.

Passeremo con loro pochi giorni, facendo insieme qualche escursione, dato che loro si muovono in autobus, mentre noi abbiamo la macchina.

Passare la prima mattinata del nuovo anno a passeggiare su una spiaggia quasi deserta, con i piedi bagnati dalle calde onde dell’oceano, con addosso solo un pareo, è una di quelle cose che ti riconciliano con la vita, anche se sai che tra pochi giorni ricomincerà il ritmo forsennato del lavoro, degli impegni, dei problemi…Ma in quei momenti non c’è altro che sole, mare, caldo…Peccato essermi svegliata solo io, Andrea ha deciso che è meglio dormire un po’ di più…Non sa cosa si è perso! Lo convincerò a passeggiare con me solo negli ultimi giorni…Ma ormai sarà quasi finita!!! Passiamo due giorni nello stravaccamento più totale, anche perché abbiamo deciso di fare quanto prima un’ escursione ad Olinda, 6 km sopra Recife e il 2 dobbiamo trasferirci dalla Pousada al Privè. Il 3 mattina, verso le 8.30 partiamo, con anche le ragazze, per Olinda. Troviamo subito la strada costiera e, in poco più di un’ora, passando in qualche paesino, riusciamo a raggiungere Recife. Trovare le indicazioni per Olinda non è facile, ma proseguiamo per la parte nord, dato che sulla cartina Olinda è 6km “dopo” Recife. La scelta è giusta e facilmente riusciamo a raggiungere la piccola cittadina coloniale. Già dalla strada trafficatissima cercano di attirare la nostra attenzione (dobbiamo avere veramente la faccia da turisti) i ragazzi che si offrono come guide. Sinceramente non credo siano necessari. Olinda è facilmente visitabile, sia in autobus che in auto si raggiungono i punti da cui muoversi a piedi. Arriviamo in auto proprio a 100 metri dal punto più panoramico e da lì giriamo le viuzze, tra una miriade di case coloratissime, molte delle quali sede di piccole botteghe artigiane di pittori, ceramisti, designer…Ci sono, se volete, splendide cose da comprare, e i prezzi sono adeguati al valore di ciò che si compra…C’è anche una piazzetta con un mercato con molti oggetti in legno.

Molto bello il convento di San Francesco, che riusciamo a visitare, godendoci anche il fresco del giardino vista mare…Non è stato facile trovare un posto “informale” dove mangiare, ma alla fine troviamo un’ottima creperie, dove ci fanno un’insalata ottima, con ennesima spremuta.

Dato che le nostre due amiche vorrebbero trasferirsi per qualche giorno nella zona di Recife, andiamo a visitate la parte costiera. Non ci convince per nulla, la gente in giro non sembra molto amichevole, comunque l’impatto non è dei migliori. Decidiamo di tornare indietro a Porto de Galinhas e le due ragazze decideranno di rimanere lì e, dato che è uno dei posti meglio collegati con Recife, decideranno di fare le loro escursioni giornalmente, visitando sia il centro di Recife che le coste limitrofe.

Il rientro è un po’ più lento, sia perché passiamo per una strada più centrale, data la mancanza di indicazioni precise, sia per l’ora, dato che siamo già all’imbrunire. Passiamo in zone periferiche, povere e sporchissime, ma la gente è, come al solito, gentilissima e disponibile, per cui ci aiuta a trovare la strada. Arrivati quasi a Porto del Galinhas, però, troviamo la strada bloccata da un incidente. Non si passa, a meno che non si “paghi” la polizia per passare… Una famiglia di brasiliani ci risolve il problema, facendoci da apripista in una stradina sterrata, tra i campi di canna da zucchero, solitamente usata dai camion. Arriviamo senza problemi, ringraziando i fantastici brasiliani.

Il giorno dopo, 04/01, decidiamo di andare a sud, per visitare la costa di Maragogi, sapendo che è una delle mete più gettonate per le escursioni, sia per le piscine naturali, che per il colore del mare.

Le indicazioni questa volta sono più facili, e in meno di un’ora siamo al bivio del piccolo paesino.

Il paese è sicuramente meno turistico di Porto de Galinhas, ma ha un suo fascino, la spiaggia è bella e il colore del mare è verdissimo, malgrado le onde che non mancano quasi mai.

Ci facciamo posizionare un ombrellone davanti ad un piccolo ristorante e questa volta ci facciamo portare un’aragosta alla griglia, ad un prezzo decisamente inferiore a quelli di Porto de Galinhas.

Pensiamo che potrebbe essere una buona alternativa per passare lì uno o due giorni, ma poi decideremo di proseguire verso sud. Rientriamo a “casa” in serata e, per la prima volta, dato che il giorno dopo si riparte, andiamo con le nostre amiche anche a ballare. Se vi capita andate nella “discoteca La Santeria”, vicino al distributore di benzina, all’ingresso del paese; oltre che avere un bello spazio aperto al primo piano, è incredibile da vedere la serata di “Forro”, tipico ballo brasiliano, che si balla in coppia o in gruppo. Forse deriva dai balli “europei” di fine settecento, con aggiunta di passi “acrobatici”, arricchiti da passi quasi da rap, fatti solo da poche ragazze, ma che vale la pena di vedere. Divertentissimo! Salutiamo le ragazze e l’indomani mattina (5 gennaio) ci avventuriamo verso sud.

Facciamo circa 200 km, prendendo la strada interna e, ogni tanto, facendo una deviazione verso il mare. Il panorama anche all’interno è spettacolare, con le immense distese di canne da zucchero e i palmeti. Abbiamo sinora “tralasciato” ciò che era comunque sempre evidente, cioè la grandissima disparità tra i “ricchi” del Brasile e i “poveri”, anche perché fondamentalmente siamo stati in posti dove il turismo è molto tutelato, come Rio, o Salvador e, pur essendo ben visibili le realtà di chi dorme per strada, forse sono immagini che anche l’Italia ci ha “abituati” a vedere, quasi rendendole “accettabili”. Inoltre, anche le località sul mare, sono comunque coste frequentate da locali, ma con redditi decisamente alti. Passare all’interno ti fa “realmente” percepire la grande differenza! Che non è data solo dalle poverissime capanne fatte, quando và bene, di fango, quando và male di canne e nylon, ma è data soprattutto dalla percezione che non ci saranno “alternative” per molto tempo. Anche i piccoli paesini, dignitosi nella loro povertà, hanno comunque una scuola dove i bambini possono andare, ma nei raggruppamenti di “capanne”, lontani da tutto, non ci sono possibilità, quei bambini non potranno avere, forse per molte generazioni, ciò che per noi è “normale”, il loro futuro sarà probabilmente quello dei loro padri, cioè raccoglitori di canne da zucchero. E’ una realtà triste, che fa parte di questo immenso paese, ma non deve passare inosservata.

La strada che decidiamo di percorrere è la BR101, che poi seguiremo sino alla fine del Sergipe.

Stiamo infatti lasciando la regione del Pernambuco, poi passeremo l’Alagoas e il Sergipe, sino ad arrivare alla regione di Bahia.

Decidiamo di arrivare più in giù possibile e, verso le 17.00 siamo a Maceio, capitale dell’Alagoas.

Purtroppo non riusciamo a vedere le spiagge prima della città, che dicono molto belle, ma raggiungiamo subito il lungomare di Maceio, non prima di aver visto anche Praia do Frances, di cui abbiamo belle informazioni sulla guida, ma che vediamo all’imbrunire, con la spiaggia sporchissima degli avanzi dei frequentatori della giornata. L’effetto non è dei migliori, per cui il lungomare di Maceio ci sembra una buona alternativa. Forse ci stiamo avvicinando al fine settimana, forse i charter dall’Italia e dall’Europa hanno incrementato molto il turismo di questa parte del Brasile, ma di fatto non è facile trovare un hotel libero, se non qualche 5 stelle, a 250/300 euro a notte…Alla fine troviamo una buona alternativa che vi consiglio, un hotel 4 stelle, Verde mar, in av. Dr. Antonio Gouveia, a 180 real (circa 70 euro) a notte, pulito, camere spaziose, internet, proprio di fronte alla spiaggia. Decidiamo di fermarci un giorno a riposare, passando praticamente tutto il giorno in spiaggia a leggere un libro, mentre la sera troviamo facilmente da mangiare nei numerosissimi ristoranti del lungomare. Ripartiamo il 7 gennaio, alle 7.30, diretti ancora a Sud. Circa 40 km dopo Maceio passiamo a vedere quella che viene considerata una delle 10 più belle spiagge del Brasile, la spiaggia di Gunga… Una larghissima distesa di sabbia, che diventa infinita con la bassa marea…L’effetto è quello di essere in mezzo al deserto, con le dune in lontananza e poche pozze d’acqua, quasi dei miraggi… E’ decisamente bella e ci godiamo anche il panorama dalla parte più a sud, dove si trova anche un belvedere posizionato tra la spiaggia e una enorme piantagione di palme. Non possiamo fermarci in questo posto meraviglioso, dove oltretutto vediamo delle signore con buste piene di conchiglie bellissime, ma se potete fatelo, ne vale la pena! Così proseguiamo ancora e, all’ora di pranzo decidiamo di fare una sosta, ispirati da un’indicazione sulla cartina di una località sul mare, cui si arriva con l’immancabile strada sterrata, Pontal do Peba… se il nome ci aveva ispirato, ringraziamo il nostro intuito perché è davvero uno dei posti più particolari che vedremo… un piccolo paesino solo di pescatori, un “mare” di barchette in rada, pescatori che tirano a secco le imbarcazioni, altri che escono…Non ci sono strade per raggiungere un piccolo ristorante che intravediamo in spiaggia, ma capiamo che la strada è la spiaggia stessa! Si posteggia davanti, attenti alla marea che avanza e si và a mangiare. Pesce freschissimo, in umido, con patate. E, appena arrivati da San Paolo, così ci dicono, ci vengono offerti dei frutti, cotti in pentola, quasi caramellati, che ricordano i nostri marron glassè, che più ritroveremo. La pace, l’armonia, i colori di questo posto non potremo dimenticarli facilmente, ne siamo sicuri. Ripartire è difficile, ma non c’è posto per dormire, per cui dobbiamo proseguire per forza. Non rientriamo sulla ormai familiare BR101, ma proseguiamo, finalmente seguendo le indicazioni, per Penedo, piccola cittadina alla foce del fiume San Francesco (è sicuramente il santo più “nominato” in Brasile…) al confine tra Alagoas e Sergipe.

Troviamo subito alloggio all’hotel, con l’incredibile e ormai solito nome, San Francesco, da fuori piuttosto decadente, ma insospettabilmente piacevole, con camere spaziose, ben arredate e parquet, oltre che vista “fiume”, bellissima al tramonto. Anche il costo, che ci scontano subito senza neppure averlo chiesto, sarà di 140,00 real (circa 54 euro), per cui ottimo, compresa la colazione, molto buona. Passiamo il pomeriggio a visitare il paese, scenograficamente molto bello, con delle passeggiate sul lungo fiume… mentre ci fermiamo a bere qualcosa in uno dei baracchini sul lungofiume, troviamo due bambini che non ci chiedono soldi, ma da mangiare… All’inizio pensiamo che si tratti dei soliti bambini che, come altre volte, ci chiedono “qualcosa”, ma poi, mentre si alza una persona che ha appena finito di mangiare, lasciando davvero pochi avanzi, si avvicinano al piatto e “rubano” quanto rimasto… per me questa è davvero fame, vorrei offrire il pranzo, ma non sappiamo come comportarci, poi optiamo per un grosso gelato con biscotto, che viene apprezzato parecchio. Torniamo in hotel giusto per una doccia e poi usciamo per cena. Un buon ristorante sul fiume ci risolve la serata, ad un costo tra i più bassi sinora trovati. Essere fuori dai circuiti turistici ha il suo peso. Passeggiata e rientro in hotel, la mattina dell’8 gennaio si riparte per l’ultimo tratto di strada, perché abbiamo deciso che ci “facciamo il Sergipe” in un solo giorno, attraversandolo tutto all’interno, con la BR101… questo ci permetterà di arrivare in un giorno sino a Praia do Forte, dove abbiamo deciso di tornare per gli ultimi 3 gg della nostra vacanza.

Pur partendo presto, dopo aver preso il battellino obbligatorio per attraversare il fiume (non c’è un ponte), e pur avendo non più di 350km da fare, impieghiamo quasi tutto il giorno in viaggio.

Ad un certo punto, dopo Aracju, capitale del Sergipe, all’unica indicazione che troviamo, avremmo potuto girare per la “linea Verde”, strada costiera che porta direttamente a Salvador, ma decidiamo di proseguire sulla BR101. Ci fermiamo per pranzo e per chiedere indicazioni a Entre Rios, dopo Esplanada e ci indicano la strada “migliore” per raggiungere la costa : le indicazioni sono precise e dettagliate, per cui NON sbagliamo, ma sino alla fine dei 30 km fatti, pensiamo davvero di non aver capito nulla. Ci troviamo infatti in una strada “ex asfaltata”, sterrata e con buche, anche se ben percorribile, che attraversa piantagioni di canne da zucchero e piccoli villaggi, e finisce su un viadotto, da dove realmente si entra nella “linea verde”, la costiera per Salvador, cui mancano solo 80km. Raggiungiamo finalmente Praia do Forte, dove troviamo una Pousada praticamente quasi in spiaggia, La Pousada des Artistas, a 160,00 Real al giorno, circa 65 euro, con ventilatore a pale e aria condizionata, ombreggiata e con un’ottima colazione …Forse Praia do Forte è la località più cara della parte di costa sopra Salvador (siamo a circa 50km a nord), anche per la pubblicità dovuta al progetto Tamar, per la riproduzione delle tartarughe ma, come dicevo all’inizio, a parte la “zona” commerciale, è un posto bellissimo… partendo dalla chiesetta sulla spiaggia, sulla sinistra, proseguendo parallelamente al “progetto tamar”, si percorre un tratto di spiaggia stretta, molto battuta dalle onde, che arriva sino ad una bella e larga spiaggia, praticamente deserta. Mentre, proseguendo sulla destra, passato un villaggio turistico, si prosegue per una lunghissima e larga spiaggia, sino alla foce di un fiume, che può comunque essere facilmente guadato per andare oltre; ai bordi della spiaggia, al riparo delle palme, ci sono tutti i “paletti” di riconoscimento delle buche per le uova delle tartarughe e abbiamo avuto anche la fortuna di vederne una, piccolissima, che si avventurava in mare! Le mattine degli ultimi tre giorni li passiamo a passeggiare lungo la spiaggia, dalle 8.30 sino a fine mattinata, regalandoci il fresco dei ristorantini in centro, per pranzo. Al ristorante Terra do Brasil, uno dei primi vicino al sentiero per la spiaggia della chiesetta, oltre alla pulizia, fanno ottime insalate per pranzo e spettacolari “moqueche”, tipico piatto brasiliano della zona di Bahia, a base di pesce o gamberi in padella con misto di verdure e pomodoro, tirato su con latte di cocco, servito con riso e salsa di verdure (che poi è la stessa in cui viene cotto il pesce), una squisitezza!!! Alla fine della vacanza, ci facciamo tentare da un ristorante italiano, gestito da un signore romano, che faceva lo skipper, da cui il nome del ristorante, che ci prepara un’ottima pasta fresca, al pomodoro e mozzarella per me, ai frutti di mare per Andrea. Non abbiamo resistito, un piatto di pasta è sempre un piatto di pasta, anche se qualche volta, per comodità avevamo optato per una pizza, sinceramente sempre abbastanza buone.

L’ultimo giorno, cerchiamo di goderci sino all’ultimo la nostra vacanza, stando in spiaggia sino a mezzogiorno e poi un “lunghissimo” pranzo. Alle 16.00 dobbiamo essere in aeroporto a Salvador, per restituire la macchina e cercare di arrivare al check-in tra i primi, per poter avere almeno un’uscita di sicurezza, e dormire un po’ più comodi. E’ stata una vacanza, anzi un “viaggio” emozionante, coinvolgente e che ci ha regalato delle immagini che rimarranno indelebili, oltre a convincerci che, anche se il mondo è grandissimo e abbiamo ancora tanti posti da visitare, per la prima volta sentiamo la voglia di tornare, magari per vedere la parte nord, da Natal a Canoa Quebrada, un lunghissimo tragitto, che ci descrivono meraviglioso. Chissà, forse il prossimo anno, o negli anni futuri, ma comunque vada il Brasile è davvero una delle terre più belle al mondo, dopo la Sardegna, la mia meravigliosa terra!!!



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