Brasile, l’infinito viaggiare
24 giugno 2014 all’ombra del glicine. Oggi a Firenze si festeggia San Giovanni. Sullo sfondo le serate animate dai mondiali brasiliani.
Qualche clic e si materializza il volo Alitalia diretto Roma-Rio de Janeiro. E’ fatta, dimenticati tutti i dubbi sul visitare il Brasile nel suo periodo invernale che per anni avevano frenato la scelta di questo viaggio, iniziamo a programmare. Guida Lonely Planet acquistata. Ed eccoci qua finalmente si esplora il Brasile: iniziamo a leggere racconti di altri viaggiatori, sfogliare guide anzi la guida poiché poi alla fine Lei, la commercialissima Lonely, vince sempre su tutte, con le dovute precauzioni. Per la prima volta rispetto a tanti altri viaggi affrontati con la stessa modalità, ovvero programmare e prenotare il minimo e lasciarsi trasportare dal ritmo del viaggio, ci rendiamo conto che il paese è veramente immenso: programmare durante il viaggio non avrebbe consentito di sfruttare il tempo al massimo.
Quindi decise le tappe in una sorta di roulette d’idee, nell’immensità geografica del paese, ci destreggiamo nel prenotare voli interni che delineano un programma che sembra, e si rivelerà per noi, perfetto. Tappe: Rio de Janeiro (4 giorni) Salvator de Bahia ( 3 giorni) Jericoacora (2 giorni) Parco nazionale Lencois (2 giorni) Amazzonia (2 giorni), oltre gli spostamenti.
Atterriamo a Rio alle prime luci dell’alba dell’8 agosto 2014, con un taxi ci addentriamo nel centro città, tutto inizia a prendere forma e le immagini della metropoli viste durante i mondiali iniziano a farsi reali, a destra attraversiamo il Sambodromo, a sinistra si intravede la baia e in alto eccolo là il Cristo Redentore: siamo a Rio! Il nostro albergo Ibis Botofogo (80 euro la doppia con l’aggiunta di 1600 reales a testa per la colazione) si rivela un’ottima scelta, pulito, nuovo, camere spaziose, personale simpatico e disponibile, vicinissimo alla metro. Ormai il sole ci lascia far intravedere che sarà una bella giornata pertanto non perdiamo tempo, prima tappa è il Cristo Redentore. E’ davvero presto, forse una delle prime corse del trenino che si arrampica ai piedi del Cristo, attraverso la foresta, sembra già colmo di turisti ma in realtà vedendo le foto di alcuni amici passati da qua, ci accorgiamo che l’afflusso è ancora minimo. La vista a trecentosessanta gradi ci permette di prendere confidenza con la città. La vista delle splendide baie di sabbia non lascia dubbi: prossima tappa Ipanema. Con un bus arriviamo sul brulicante lungomare, i brasiliani si godono la giornata di mare seduti nelle simpatiche sdraio noleggiate dai baracchini che si rincorrono sulla spiaggia. Il quartiere LeBlond è molto bello ed elegante ed offre la possibilità di qualche ora di interessanti acquisti…difficile non entrare nel negozio delle Havaianas, ancor più difficile non rientrarci ogni giorno negli altri sparsi nella città! Qualche ora sulla spiaggia ad osservare il simpatico colorato commercio proposto dai venditori che ti offrono un po’ di tutto, il primo cocco bevuto, aimè il fuso e le ore di volo si fanno sentire. Optiamo per un riposino pomeridiano che inaspettatamente si procrastinerà per l’intera sera: è pur sempre vacanza!
Secondo giorno, purtroppo oggi nuvoloso e con qualche sporadica pioggiarellina. Nessuna preoccupazione il Pan di Zucchero aspetterà, ci dirigiamo nel pittoresco quartiere Santa Teresa, la Montmatre di Rio. Purtroppo il trenino a cremagliera è interrotto; peccato la sua presenza avrebbe reso il quartiere ancora più pittoresco. Locali carini, piccoli ristoranti e caffe (carinissimo il Cafécito) e qualche interessante negozietto di artisti locali che corona l’atmosfera…il giro culminerà nella simpatica scalinata di ceramica colorata, icona di molte fotografie. Il tempo non migliora pertanto optiamo per la visita del Giardino Botanico, una simpatica passeggiata per trascorrere un’oretta e iniziare a prendere confidenza con la vegetazione della fascia tropicale sud americana (unico appunto per la scadente sezione delle orchidee, dopo aver visitato il Botanic Garden di Singapore credo che qualsiasi Orchid Garden perderà il confronto). Resto del pomeriggio dedicato a passeggiare nelle vie dello shopping di Ipanema, ci prepariamo alla serata. E’ sabato e i nostri programmi prevedono di farci trasportare dal ritmo del Samba: il Rio Scenarium ci aspetta! Questo locale pare essere uno dei più frequentati per bailar samba, animato da brasiliani, con musica live, effettivamente è garanzia di una bella serata…aggiungiamo una caipirinha e serata sia!
Terzo giorno a Rio splende di nuovo il sole: giornata ideale per salire sul Pan di Zucchero ed acchiappare con lo sguardo ogni angolo della città. Bellissimo. Emozione. Inutile aggiungere altre descrizioni. Scendiamo e con taxi sfrecciamo verso Copacabana. La famosa spiaggia di Rio appaga qualsiasi aspettativa, anche la più esigente: brulicante di vita, di brasiliani e brasiliane, con il suo lungomare dalla famosa pavimentazione decorata, acqua azzurra e sabbia chiara…il nostro pomeriggio si consumerà tra un bagno e l’altro ad osservar la vitalità marina di Copacabana. Dopo un breve stop in hotel questa sera vogliamo provare una delle famose churrasherie della città a deliziar il palato di picanha. Nonostante la scelta di una delle più storiche Churrascherie di Rio, Churrascheria Majolica, picanha e vino argentino scelto tra i migliori, questa cena comunque non convince…
Oggi 11 agosto abbiamo appuntamento alle 9.00 a Copacabana per un tour nelle favelas. Ci siamo fatti consigliare da un amico che lo scorso anno aveva utilizzato la visita organizzata da Marcello Favelas Tour (25 euro a testa, prenotazione in anticipo) per addentrarci nella complessità urbanistica e sociale delle favelas. Inutile commentare superficialmente ed addentrarsi con descrizioni che si rivelerebbero più o meno superficiali, è chiaro che, utilizzando qualsiasi modalità di visita, questa è una parte di Rio che non può non essere affrontata. Questo è il nostro ultimo pomeriggio nella meravigliosa città che ci trova ormai pienamente a nostro agio, ancora sole, ancora mare! Ipanema Beach! La sera sfruttiamo un ottimo consiglio locale e ci dirigiamo a Prado do Sol un quartiere vicino alla zona portuale dove il lunedì si anima di vita e le sue strade si riempiono di ritmo di samba…bellissima atmosfera! Un’altra piccola grande parentesi della vita quotidiana brasiliana. Ultima serata in questa città che ci ha riempito di bellissime immagini e piacevoli momenti. La annoveriamo tra la top ten dei posti più belli visti al mondo! Soddisfatti.
Inizia la roulette dei voli acquistati nelle settimane prima della partenza. 12 agosto ore 9.20 volo Rio de Janeiro-Salvator (compagnia Tap). Atterrati raggiungiamo con un taxi il Pelouriho dove abbiamo deciso di dormire e dove consigliamo vivamente a tutti di farlo, poiché è decisamente la parte più affascinante della città. L’hotel scelto si rivela una piacevole sorpresa: Hotel Cruz do Pascal in una delle piazze più carine del centro, struttura nuova con una bellissima hall e camere davvero curate. Le giornate a Salvator trascorrono veloci e accompagnate dal ritmo dei gruppi che suonano salsa e si esibiscono nella capoeira; passeggiare per il Pelouriho è una scoperta continua di chiese, vicoli, edifici da cui osservare splendidi scorci, localini in cui rilassarsi….e purtroppo anche qualche sguardo non sicuro (in questa città ci siamo sentiti più volte osservati da strani personaggi…un occhio in più qui lo consigliamo!). Spinti da un consiglio ci rechiamo anche nella bellissima spiaggia di Praia Do Forte, località distante un oretta e mezzo a nord di Salvator raggiungibile anche con mezzi pubblici, dove la bassa marea scopre una barriera corallina davvero affascinante: passeggiare nella lunga spiaggia a nord del faro ci ha regalato una bellissima giornata di mare. Interessante anche la spiaggia di Guarajuba (a pochi km da Praia do Forte) e l’immensa Praia de Flamengo, peccato che noi in quest’ultima non siamo stati fortunati con il tempo. I giorni volano via e anche Salvator ci regala bellissime immagini da portare nei ricordi migliori, qualche risata in più frutto di ottimi caipiriha ed anche…qualche paio di havaianas! Consigliamo un pranzo o una cena al ristorante Cafelier poiché oltre godere di una splendida vista sul porto avvolti da un arredamento art decò, vi terrà compagnia il sorriso della proprietaria e il suo ottimo frango! La partenza da Salvator ci regala qualche brivido poiché il nostro accompagnatore si perde nei viali della città rischiando di farci perdere il volo per Fortaleza: con un po di fortuna e qualche risata (perché in Brasile il sorriso non manca!) arriviamo in tempo…altro volo altra corsa!
Volo notturno Salvator-Recife e Recife-Fortaleza (compagnia Tap e Go). Alle ultime luci della notte atterriamo nella città del nord: Fortaleza. Abbiamo deciso di non fermarsi anche perché le recensioni e racconti di amici non invogliano a fare tappa: il nostro obiettivo è raggiungere Jericoacoara! Da qui in poi ha inizio la parte più incognita della vacanza: i nostri programmi (poco programmati) prevedono che il nostro prossimo volo partirà da Sao Luis poiché il sogno del Brasile non può non passare dallo splendido parco di dune e lagoe del Maranhao. Come arrivare da Jeri a Sao Luis in quattro giorni si prospetta un gran punto interrogativo: dagli scambi di opinioni con alcuni viaggiatori, incontrati durante il viaggio, la situazione si prospetta non semplice. Ma andiamo per gradi, il primo obiettivo è raggiungere quello che viene definito “un luogo paradisiaco fatto di dune maestose e venti ideali per kitesurf”. Dall’aeroporto di Fortaleza sembra che tutti i bus per Jeri (sebbene noi siamo atterriamo alle 5 di mattina) sono full, pertanto ci consigliano di recarci alla stazione principale di Fortaleza dove partono più compagnie….così fatto: ci mettiamo in fila e ci aggiudichiamo il primo bus per la costa (tempo del viaggio 7 ore che si riveleranno 9). Il nord del Brasile ha un’atmosfera completamente diversa dalle città brasiliane visitate: il viaggio ci regala scorci di una realtà sempre più lontana dai palazzi di Fortaleza: attraversiamo piccoli paesi animati da case basse, colorate che si affacciano sulla strada che noi attraversiamo, la terrà si fa sempre più brulla e il caldo più accesso. Arrivati a Jijoca, ultima cittadina in cui si può viaggiare con un normale bus o auto con ruote da strada, ci “caricano” in alcune jeep e via… a solcare bellissime dune. Noi siamo esaltati, scattiamo qualche foto (mossa) e senza troppe parole ci godiamo insieme ad alcune ragazze francesi l’avventura, molte risate! Un’ora, forse qualche minuto di più, in mezzo alle dune e niente più, fino a quando non avvistiamo la famosa Jeri e tutto il suo popolo di turisti e kitesurfisti. Posto davvero assurdo, con tutte le sfumature positive e negative di questa parola: in mezzo a dune di sabbia, a due passi dal mare, un insieme di piccole pousade, ristorantini e piccoli locali, strade di sabbia, nessuna macchina ma divertenti quod, pochi autentici abitanti e un popolo infinito di stranieri abbandonati ad una vita più o meno “reggae style”! Sicuramente il posto merita una tappa, anche per i poco inclini ad una vita “raggae style”, soprattutto per l’affascinante giro con il quod, quotidianità di questa realtà, da una lagoa ad un’altra a dondolarsi in amache su acqua cristallina, ad assaporare il vento volando sulla spiaggia, ad ammirare paesaggi che si rincorrono e soprattutto per godere di quella bella sensazione di essere per un giorno, anche qualche d’uno in più, padroni di quella bella e spensierata sensazione di poter immergerti nella natura lontano dai ritmi frenetici: easy living! Ed eccoci qua alla fine di questa bella giornata in quod, per colpa di un mio errore sulla prenotazione della puosada ci ritroviamo senza una stanza. Che fare visto che quasi tutte le pousade, anzi direi tutte, sono piene (purtroppo è Ferragosto anche in Brasile)? In un’agenzia locale ci propongono di partire subito (sono le 19 di sera) con una jeep e un autista per raggiungere l’indomani Atins (un paesino di pescatori alle porte del Parco Nazionale Lencois) con tappa notturna a Poulino Nieves. Molto dubbiosi ma invogliati dalle circostanze (visto che attualmente l’opzione notte è un’amaca e con un risparmio di 400 reales – contrattiamo infatti per arrivare a pagare per la trasferta 500 reales invece dei 900 per un transfer nella mattina) partiamo!
Ricordare oggi quel viaggio è davvero divertente ma sul momento, qualche fiato sospeso per le mille avventure che tralasciamo di raccontare, lo abbiamo tenuto. Immaginatevi comunque un transfer in notturna con un autista sconosciuto in Brasile… ridiamoci sù! Tuttavia all’alba della mattina del 18 agosto, dopo aver sfrecciato con la jeep sulla spiaggia quasi ad acchiappar le onde del mare (avventura fantastica), abbastanza esaltati, in forma smagliante e secondo i programmi, più o meno, arriviamo al porticciolo di Beherignas, salutiamo il nostro autista e veniamo consegnati ad un barcaiolo. Dopo una navigazione di circa un’ora insieme a due inglesi che stanno viaggiando da mesi nel sud America con i nostri bagagli sbarchiamo nella spiaggia deserta e lontano dal centro di Atins…e adesso? Magica Lonely Planet: senza disperare apriamo la guida, individuiamo una pausada e chiediamo ad alcuni ragazzi su una jeep di accompagnarci. L’avventura è stata ardua ma il paradiso è stato trovato! Atins è un piccolo paese di pescatori e qualche pousada utilizzata dai pochi viaggiatori che vi arrivano per visitare le dune del parco Lancois, anche qui dune e strade di sabbia, lontano però dal frastuono e dalla vita mondana di Jeri…ci guardiamo è pensiamo che non vogliamo più andarcene. La pousada trovata (Rancho du Buna) è un vero e proprio posto magico: i piccoli chalet si distribuiscono su un grande prato attorno ad un laghetto abitato ovunque da animali; tutto l’arredamento è fatto con il materiale del posto con la manualità del simpatico proprietario…è davvero un luogo in cui perdersi! Per noi è stata un’esperienza magica con il rammarico di aver trascorso solo due giorni… Ci organizzano il tanto atteso giro nelle dune e lagoe d’acqua del Parco Lencois: impossibile descrivere la meraviglia di questo posto, bellissimo camminare per ore sulle dune illuminate dal sole del pomeriggio in un’immensità non abitata e tuffarsi nelle limpidissime lagoe d’acqua! Consigliamo a tutti i viaggiatori di effettuare qua una tappa. Per noi sono stati posti magici che ricordiamo ancora con tanto saudade e con la felicità di essere riusciti a compiere la nostra avventura. Un piccolo appunto per i viaggiatori meno avventurosi: arrivare al Atins non è un’impresa impossibile, magari è opportuno documentarsi prima della trasferta e concordare già un transfer evitando così problemi legati al tempo e soluzioni costose: noi alla fine siamo stati fortunati ad incastrare tutto nei nostri programmi.
E così, il giorno seguente, con un taxi collettivo, come ci aveva consigliato il simpatico proprietario del Rancho du Buna, partiamo da Baherinias, dopo aver attraversato il fiume con una lancia che ci ha regalato altre immagini indelebili della flora locale, per raggiungere l’aeroporto di Sao Luis. Altro volo altra destinazione: Manaus per esplorare il polmone del mondo!
Arriviamo all’aeroporto di Manaus alle 1.20 di notte dove ci aspetta un autista di Antonio Jungle Tours, una delle tante agenzie che organizzano viaggi nel cuore dell’Amazzonia. Le settimane prima della partenza, aiutati dalla Lonely e dalle recensioni su Tripadvisor avevamo inviato varie mail alle agenzie per capire i programmi offerti, passaggio questo che consigliamo a tutti di fare poiché solo così è possibile visitare questa immensità verde. Alla fine ci siamo affidati a questa agenzia prenotando un tour della durata di due giorni, peccato non averli avuti tre!), dormendo in un delizioso, seppur spartano, chalet con balcone privato vista sul rio (costo complessivo per transfer, chalet, navigazioni e pasti 208 euro a testa). L’Amazzonia è stata per noi un altro tuffo in una realtà incantata: non dimenticheremo il fluorescente tramonto in un remoto silenzio, il tuffo nel fiume circondati dai piragna, i rumori che avvolgevano ogni navigazione, il riflesso degli alberi nell’acqua, l’alba in tutte le sue sfumature di rosa e di rossi, la passeggiata tra alberi secolari e occhi nascosti di chissà quanti animaletti e soprattutto l’assaporare quella sensazione infinita di essere per quei giorni parte di uno dei più grandi sistemi ecologici nel mondo.
Ed eccoci qua arrivati all’ultimo giorno brasiliano, ancora con il sapore della grande Amazzonia ritorniamo all’aeroporto di Manaus per imbarcarci negli ultimi voli nazionali prenotati, tappa di passaggio a San Paolo e poi di nuovo nella città da dove tutto era iniziato: Rio.
Aspettando il volo di rientro (Rio de Janeiro diretto Roma, operato da Alitalia) tra gli ultimi acquisti, che ovviamente comprendono anche l’ennesimo paio di Havaianas, cerchiamo di ripercorrere le tappe…ma il viaggio è stato troppo ricco e intenso…i mesi proveranno a metabolizzare le tante emozioni, immagini, sorrisi…oggi è febbraio e a distanza di 6 mesi alcune emozioni sono ancora fresche di immagini e ricordi! Si dice saudade…accompagnato però da un gran sorriso che il Brasile in quantità illimitata vi regalerà!
Se volete curiosare qualche scatto potete accedere ai miei album “Brasil: il viaggio di tutti i viaggi – album 1 e 2” sul mio profilo fb Serena Francini – Firenze.