Bosa e il suo Territorio
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Allora, anche se in una sola settimana, poco per le mie abitudini (15 giorni sono necessari per fare palmo a palmo…), sono riuscito a poter visitare questo spicchio di territorio, poco conosciuto ai più e scarsamente visitato dal turista medio, ma uno dei più intatti e importanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Di luoghi interessanti e suggestivi c’è ne sono a iosa. Il primo fra tutti Bosa, Uno dei borghi più belli della Sardegna, se non d’Italia.
Ma andiamo con ordine. Partenza, fuori stagione, il 12 Ottobre. Biglietto nave e prenotazione Appartamento il giorno prima… mai successo in tutta la mia vita! Dovevo andare con tutta la famiglia (nonni, nipoti, ecc.) ma alla fine per varie rinunce son partito da solo, una meraviglia! In realtà era una fuga e una liberazione da tre anni di duro e faticoso lavoro. La sistemazione in Appartamento non mi è molto consona perché sono un campeggiatore. Ma per la scarsità di strutture della zona e l’incognita stagione, è stato un compromesso e una giusta scelta. La collocazione è stata nella zona marittima di Bosa.
Bosa Marina
Un aggregato, di seconde case , di origini degli anni 60-70, che fungono dignitosamente da centro di villeggiatura. Ben collocata logisticamente, a due passi dal Paese, con una sufficiente offerta di servizi (solo fino a settembre e limitata in questo periodo) di bar, market, ecc, Bosa Marina, anche se non da un’immagine moderna di se, è pulita e ordinata, soprattutto tranquilla. Ha un plus che ne fa l’attrazione principale: la Spiaggia. Un ampio arenile di sabbia fine, con un fondale degradante adatto quindi a tutta la famiglia. Sono presenti per tutta la lunghezza diverse strutture balneari, tra residence, chioschi Bar, e Ristoranti (tra cui uno con un superbo Galeone). Unica nota negativa: una caserma militare, che con tutto rispetto, sarebbe meglio non rubasse uno spazio così privilegiato! Un’altra delle caratteristiche del posto è la presenza sul margine dx della famosa Isola Rossa con la sua omonima Torre (chiusa alle visite purtroppo!). Per chi non può fare a meno della macchina, è dotata di un buon numero di parcheggi ( da metà settembre non si paga la sosta), ma ricordo che alloggiando nel borgo non serve l’auto…siate ecologici!!.
Bosa
Per raggiungere il paese non ci sono tante alternative: o a piedi, dai dieci ai 20 min. fino al centro; o in auto. C’è una corriera che transita, ma ha degli orari impossibili. Caratteristica e storia di Bosa le trovate in qualsiasi guida, ma vi posso segnalare le tre cose più importanti che colpiscono.
Primo. La sua posizione suggestiva arroccata sulla collina Serravalle, nello specifico il suo centro storico (Sa Costa): un insieme di casupole multicolore costruite nel tufo, circondate da viuzze strettissime, portici, piazzette, rampe, scalinate, da perdersi e non fermarsi mai di ammirare ( a proposito…in ogni angolo è presente un B&B).
Secondo. Sopra il Borgo antico svetta impetuoso il famoso Castello di Malaspina. Ci si può arrivare sempre in auto, o bisogna avere delle buone gambe. Non è ricco di reperti, ma la visita merita tutta per il paesaggio che domina. Ritengo che sia assolutamente d’obbligo!
Terzo. La presenza del Fiume Temo. Unico fiume, si sa, navigabile della Sardegna, aggiunge al luogo, oltre che la meta di diportisti e amanti della pesca, un che di ancora più romantico al paesino.
Dintorni
Senza spostarsi tanto da Bosa, visibile perché dall’altra sponda del fiume rispetto alla spiaggia , potete visitare la prima zona trachitica della costa.
Punta Cabu d’Astu
Si accede aggirando il porticciolo turistico da via Sas Covas. Dopo un breve tratto asfaltato inizia una mulattiera. Zona impervia e suggestiva meta di pescatori e bagnanti, nonché amanti delle immersioni, è quasi un paesaggio lunare, con queste rocce e spianate a volte lisce e a volte tortuose, con ciottoli e massi neri rotolati dai monti. Una scenografia degna da Guerre stellari. La prima insenatura che si trova, rimanendo a sx dalla stradina, è chiamata Poggiu e Columbos. Ci si può immergere cercando lo scoglio adatto, ma la trasparenza del fondo non è delle migliori (colpa del molo vicino che non permette il ricambio giusto).
Per raggiungere la seconda, invece, è consigliabile ritornare nel sentiero e dopo una breve salita, troverete l’indicazione a sx per Cane Malu, la piscina naturale molto abita dai locali. Attenzione a scendere il sentierino che vi porta in basso. Non andate in ciabatte!! Come minimo un buon paio di scarpe da trekking. L’insenatura, tra le tante, è veramente uno spettacolo! E’ racchiusa a ferro di cavallo da rocce da cui ci può tuffare. Una trasparenza mai vista. Con il cielo giusto è di un verde smeraldo. Ecco, tutto intorno verrete ammaliati da questo scenario, bianco/grigio… quasi alieno!
Cala e Moro
Terza insenatura assolutamente da non perdere, anche per la vicinanza e la facilità. Proseguite nella stradina sterrata indicata precedentemente e dopo una breve salita, sempre in costa ad ammirare il bellissimo paesaggio, troverete sulla sx l’indicazione su pietra che vi porta alla Cala. Un sentiero abbastanza semplice (le scarpe da trek mi raccomando), ma velocissimo e ben tenuto. Dopo aver oltrepassato una postazione di vedetta militare delle ultime guerre, si arriva agevolmente alla base. Troverete finalmente una caletta fatta esclusivamente di grossi sassi di roccia rossa, quindi scordatevi di potervi sdraiare. Anzi no. All’estremità c’è un piccolo spazietto di sabbia posto in un anfratto riparato da una roccia a tunnel erosa dall’acqua e altre immense che ne delimitano oltre il proseguo. Un piccolo angolo di paradiso. Ma anche se sembra non poter più avanzare, qualche precedente avventuriero, ha pensato intelligentemente di costruire una sorta di scaletta con i massi della zona. Ed ecco che, con un po di fatica, riuscire a superare la barriera e iniziare ad inerpicarmi sulle impervia conformazione rocciosa caratteristica del luogo. Qui si riduce la distesa ampia e liscia rocciosa trovata precedentemente a Cane Malu. Adesso si tratta quasi di fare Canyoning! Il perché di questa fatica?…a parte il piacere dell’avventura e della conoscenza, ho una meta. Parecchio oltre inizia un tratto costiero così caratteristico che prende il nome di Sos Pupos, “Scogliera dei Bambini”. Una conformazione di piccole rocce scure molto più compatte, arrotondate da sembrare degli ovuli, o come ne avevano interpretato i vecchi marinai, dei bambini. Son venuto a conoscenza di questa località dal Web perché nelle guide non vi è menzione (tranne su Maps), e neanche i locali conoscono bene. Ma io caparbio ho voluto raggiungerla. E’ più facile con una barca, ovviamente, ma la soddisfazione di arrivarci non ha prezzo. L’ultima parte del tragitto è un po difficile. E’ consigliabile farla in due e portarsi dietro una corda. Meglio.
Sabba Drucche
Proseguendo sempre sulla SP49 direzione nord troverete questa bellissima località composta di alcune piccole insenature immerse in una verdissima vegetazione lussureggiante. Sabbia fine, acqua cristallina. Un insieme di colori fantastici. L’accesso avviene tramite una strada sterrata nel sottobosco, di circa un km. A pagamento in alta stagione, ma merita qualunque prezzo. Per i più pigri si può arrivare in auto e parcheggiare all’ombra di strutture in frasche. Per i capeggiatori l’area è discretamente attrezzata con luce elettrica, zona Camper, Ristorante, ecc. E’ un piccolo campeggio infatti. L’unico della Zona. Per gli appassionati dei Cavalli, la struttura ha in gestione anche un Maneggio, con alloggi, raggiungibile più avanti nella provinciale. Curiosità. Il significato del nome?…vuol dire Acqua Dolce. L’acqua non so, ma il paesaggio di certo sì.
Torre Argentina
Questa località l’ho visitata con un gruppo escursionistico locale, l’Associazione Bentu Estu della prov. del Sud Sardegna, ma pratici anche del resto del territorio. Persone simpaticissime e preparate che vi consiglio di contattare (pagina Fb) se volete fare un po di trekking nell’isola. Si accede alla località dalla famosa SP49 direzione Alghero. Dopo circa 6 Km dall’imbocco della provinciale, dopo il Ponte Nuovo (si fa per dire) da Bosa, si parcheggia comodamente e si inizia la discesa. Il sentiero ben segnato ma non facilissimo, porta a diverse diramazioni. Si può fare anche in autonomia perché basta ad esempio seguire l’imponente figura, appunto Torre Argentina, una delle tante Torri di origine Aragonese nate per la difesa della costa da parte dei conquistatori dell’epoca. Durante il tragitto vi imbatterete sicuramente in diverse Tombe de Janas, luoghi sepolcrali dell’antichità, pieni di fascino e mistero. Non solo: sono presenti anche ruderi come testimonianza dell’attività mineraria della zona. Curiosità: ogni tanto troverete alcuni reperti storici che rappresentano gli antichi ominidi sardi….scherzo 😉 …in realtà qualche fantasioso turista ha usato alcune pietre locali a composizione di simpatiche figure “neolitiche”. Da qui, sia a dx che a sx avete l’imbarazzo della scelta di raggiungere alcune delle più belle calette della costa. La più famosa è Cala Compultittu. La trovate in numerose riprese aeree che ne esaltano ancor di più la bellezza. Niente da invidiare ad Haiti o alle Fiji. Sicuro!
Porto Alabe
E’ un piccolo centro balneare frazione del paese dell’entro terra Tresnuraghes. Piccolo ma sufficientemente d’impatto sulla zona, per la posizione arroccata alla costa. Si raggiunge da Bosa proseguendo sulla SP49 verso sud, a pochi chilometri. Alla spiaggia si arriva o tramite un bel percorso attraverso le villette costruite quasi a strapiombo e terminando con una scalinata in legno. Da qui la vista è eccezionale! Oppure avvicinandosi in auto attraverso una ripidissima discesa. La sabbia è medio-grossa di colore scuro. Ma l’insieme delle pareti a strapiombo, la vegetazione verde, le roccie rossastre, l’intervallare di scogli bassi, rendono l’insieme suggestivo e affascinate. Da aggiungere che il mare qui è quasi sempre mosso.
Monte Minerva
L’unica escursione nell’interno che son riuscito a fare per i tempi ristretti. Si raggiunge seguendo le indicazioni, da Bosa, per Montresta. Dopo questo piccolo borgo montano, proseguire sulla SP19 fino a quando non troverete le indicazioni e vi immetterete su una stradina che si staglia su un magnifico altopiano fino a raggiungere l’oasi Naturalistica. Questa zona è famosa, oltre per la bellezza del paesaggio (tipico selvaggio sardo), per l’osservazione nel loro ambiente naturale (diciamo meglio tentare…), di alcune tra le più caratteristiche della fauna Sarda tra i quali il più raro è il Grifone. Una specie protetta di avvoltoio reintrodotto recentemente nell’isola. Deve essere uno spettacolo, ma ahimè non son stato fortunato. L’unico animale selvatico che ho incontrato è stato un grosso cinghiale che mi ha attraversato all’ultimo momento la strada (in auto per giunta). Mi è bastata comunque la passeggiata verso la cima (su comoda strada sterrata e in parte asfaltata) che parte dal centro forestale e sale, sale, sale….. Ecco: consiglio di chiamare il comune di Villanova Monteleone quando tutti gli accessi sono liberi (se no si rischia come di fare metà percorso) e, quando è previsto, l’ora pasti nei Carnai preposti. Comunque ne è valsa la pena: paesaggio stupendo! Nota: all’inizio dei percorsi è presente anche un Hotel-Ristorante “Locanda Minerva”, aperto solo nei Weekend, luogo anche di manifestazioni ed eventi.
Le mie esplorazioni finiscono qui. Con la promessa di ritornarci per completare la visita delle altre numerose località di questo territorio chiamato Planargia.
Alcune delle Immagini più rappresentative e Il Video clip di sintesi le troverete direttamente in questo sito.
Ciao.