Bologna, Isola di Kos e ritorno
Ancora un po’ d’ansia per l’atterraggio che comunque è perfetto. In fin dei conti sono solo due ore di viaggio! Ne avevamo considerate erroneamente tre perché l’ora locale è avanti un’ora rispetto all’Italia (praticamente loro continuano ad avere l’ora solare mentre noi abbiamo quella legale).
Siamo a Rodi. In attesa delle assistenti della Teorema Tour ritiriamo i nostri bagagli (siamo fortunate perché almeno quindici persone non li trovano – nessuno li ha caricati sull’aereo, li riceveranno due giorni dopo!) Nel frattempo cerchiamo anche inutilmente di chiamare casa con una carta telefonica acquistata lì per dire che siamo arrivate e che va tutto bene. Già da questo primo tentativo fallimentare dovremo cominciare a capire come funzionano le cose in Grecia.
Attendiamo i nostri compagni di taxi (che sono di Modena e tra i 15 che hanno perso le valigie) e, quando arrivano, veniamo trasferiti nell’albergo per la prima notte in attesa di essere trasferiti la mattina dopo a Kos con l’aliscafo, “un’oretta di viaggio”. Il taxista sembra abbastanza scocciato, dopo un giro lunghetto anzichenò arriviamo all’albergo, 4 stelle, molto bello e da qui la considerazione: “Non abituiamoci troppo bene, da domani non sarà più così”.
Aneddoto: la Cristina ha il telefonino, che le è stato appena regalato per l’occasione, ed è assolutamente inutile averlo in Grecia, perché non ha attivato il servizio di chiamata internazionale e non può nemmeno ricevere! Io invece posso ricevere ed è… assolutamente inutile, perché mia madre non chiama e la devo chiamare io e nei giorni che seguiranno non riuscirò ad ascoltare la segreteria telefonica; meno male che riesco però a leggere i messaggi e quando ce n’è uno “sospetto” telefono a casa… dal telefono dell’albergo di Kos, naturalmente, perché la carta telefonica – acquistata nel frattempo all’aeroporto – non funziona in nessun telefono (riusciremo a usarla verso gli ultimi giorni della vacanza, non male eh?).
Domenica 5 agosto Colazione molto buona – con buffet molto forniti e pane caldo – ma purtroppo un po’ veloce perché il taxi ci aspetta per trasferirci al porto. Svegliamo i due modenesi – che ovviamente non sono stati svegliati da quelli dell’albergo – (chiacchierando abbiamo scoperto che c’è molta gente dell’Emilia Romagna, ma anche lombardi e veneti) ed eccoci tutti al porto in attesa del responsabile dell’agenzia per i biglietti per l’aliscafo… che non c’è. Infatti saliamo su una nave (catamarano ?) tanto è lo stesso [a parte il fatto che ci mette tre ore!]. A bordo crisi varie di vomitarella e anch’io purtroppo non mi salvo cercando di inserirmi nel bagno tra una signora e l’altra che, tutto sommato, sembra che stiano più male di me. Addio colazione quattro stelle! Quando potrò gridare “terra!”? Trovo la mia posizione all’esterno, sul ponte; con l’aria e gli spruzzi d’acqua mi riprendo e finalmente arriviamo all’isola di Kos, città di Kos, saliamo su un pullman che ci porterà all’Oscar Hotel, ormai sono le 13 e, appena entrate, cominciamo a renderci conto [e ne avremo ampia conferma dopo un giorno] che 1) l’albergo è un po’ vecchio – aleggia sempre un odore strano -(che poi scopriremo, almeno crediamo, sia il detersivo che usano per lavare; non sembra, ma la roba è pulita); 2) l’età media dei clienti è compresa tra i 17 e i 25 anni (sesso, droga e rock an’roll); in pratica non si sa perché facciano la vacanza su un’isola greca visto che questi ragazzi stanno sempre in piscina quando non sono fuori (la notte) e tornano a dormire il albergo alle 4-5 del mattino svegliando quelli che voglio dormire (noi e pochi altri).
Dopo esserci sistemate passiamo la domenica in perlustrazione, prima un bagnetto in piscina per rinfrescarci (caldo esagerato!), poi affittiamo uno scooter per poterci spostare agevolmente e cominciamo a valutare cosa fare. Peccato che ho realizzato all’ultimo momento di non aver mai detto a Cristina che non ho mai guidato uno scooter.
Giustamente lei mi risponde “e me lo dici solo adesso?”. Meno male che lo guida lei e possiamo andare insieme. Pfiu! Una cosa dobbiamo fare prima di tutto: benzina! Dopo varie indicazioni andate a vuoto e il dubbio di restare per strada con le poche gocce di benzina residue, troviamo l’unico benzinaio aperto. Siamo salve! Aneddoto: non abbiamo bisogno nemmeno di aprire bocca e subito ci parlano in italiano. Ma siamo così riconoscibili? In centro mangiamo una insalata greca da Limnos (e già cominciamo a scartare alcuni ingredienti tipo il cetriolo) ci informiamo per la Messa presso una bella chiesa e ci torniamo alle 18 beccando un suggestivo ma ahimè incomprensibile rito ortodosso (urge ricercare la chiesa cattolica). La sera iniziano i nostri giretti serali di Kos; abitare in centro è un vantaggio, cominciamo a vedere posti dove andare a mangiare, ne vediamo uno molto carino e ci ripromettiamo di andarci la sera dopo. Mangiamo in un posto diciamo “tipico”, vicino ai resti archeologici, un piatto “tipico”, il suvlaki (spiedino di carne) e consideriamo seriamente di cominciare a scartare già alcuni piatti “tipici” di cucina greca, causa cetrioli e peperoni. Lungo la stradina che costeggia le rovine (ormai è inutile tornare indietro!) veniamo “fagocitate” dalla vita notturna locale, molti bar con musica forte e martellante presi d’assalto dai giovani di cui sopra, ma proseguendo ci sono musiche di tutti i tipi fino ad arrivare al cantante inglese (o americano) un po’ patetico e al piano bar del ristorante elegante con una cantante (detto fra noi anch’essa un po’ patetica!).
Lunedì 6 agosto La ragazza della reception dell’hotel è molto carina, la nostra migliore assistente turistica direi, oltre alle proposte di Teorema che poi valuteremo. Ci indica la spiaggia di Tigaki e passiamo una piacevole giornata al mare, nonostante un po’ di alghe a riva.
Siamo anche brave, mangiamo solo frutta (c’è un omino che passa con il camioncino della frutta due volte al giorno) ma ahi ahi, primo sgarro (a cui ne seguiranno altri) anche un “donuts”, ciambellone sul tipo dei bomboloni romagnoli ripieno di crema (o, a scelta di cioccolato, di vaniglia, di crema alla banana, di marmellata ecc. Ecc.) che si può gustare anche semplice con sopra lo zucchero a velo: “una libidine”.
Seconda sera in giro per Kos, andiamo a mangiare il pesce in quel localino visto la sera prima. Buono, ma cambieremo quasi ogni sera per provare un po’ tutto. Ah, dimenticavo: a parte la passione del barista per Cristina (segue elenco dettagliato delle sue conquiste), questa mattina il responsabile dell’albergo di dà il benvenuto a colazione con un bel scorbutico “no, escluso”. Come escluso? L’accordo era pernottamento e prima colazione, la ragazza della reception si scusa moltissimo per l’accaduto, non si ripeterà più (vorrei anche vedere! La colazione non è poi gran che e non ce la volete neanche dare?).
Aneddoto: elenco potenziali uomini della Cri (se solo avesse voluto cedere!): Già il primo giorno, una cosa esagerata: – uno dei ragazzi modenesi (che le mandava tanti bacioni stile Frankestein [intendiamoci per la corporatura e il modo di stare, non per la faccia]) e poi: – uno sbarbatello di non chiara nazionalità nordica che, quando ci siamo rinfrescate in piscina, le ha fatto un occhiolino molto significativo sporgendosi dal suo materassino. Non parliamo poi del – barista occhio languido (l’altro barista passava tutto il tempo a far roteare bottiglie e bicchieri, addirittura anche la bottiglia di acqua minerale richiesta da noi il primo giorno causa la gran sete, cosa si deve fare per campare!) Seguono a ruota, nei giorni seguenti: – L’altro signore in sala colazione anziano – circa 65 anni ? – (non abbiamo ancora capito bene il suo ruolo) che ci saluta la mattina e forse è sempre lì proprio perché vuole vedere Cristina.
– Il tecnico luci degli spettacoli in piazza (circa 45 anni ?) – Michele, sudamericano – argentino – (forse l’unico accettabile) molto simpatico comunque, che ha un negozio molto carino dove Cristina ha comperato una camicia.
– Un ragazzo serbo panciuto che le fa il gancio in acqua a Cape Psallidi attaccando discorso in inglese e le dice tra l’altro “very nice!”: si riferisce al mare o alla “tetta very nice” uscita casualmente dal costume causa le onde birichine? Non lo sapremo mai.
S. E. & O.
A Cristina ovviamente non piace nessuno di questi (e vorrei anche vedere!) ma, nell’ordine: A) primo ballerino della Compagnia del secondo spettacolo in piazza (erano solo quattro ballerini, di cui due uomini, era facilmente individuabile!) B) ragazzo (che fa rima con “sanazzo”) del negozio indiano (che se non glielo facevo notare io lei… non lo aveva neanche visto!) dove ha comprato i braccialettini per le nipoti.
Martedì 7 agosto Viaggio di circa un’ora e mezzo su e giù per le “montagne” (si fa per dire) di Kos tra puzze varie (ma che carburanti usano qui?) per raggiungere Paradise beach, bella spiaggia. Sole a picco però e studi approfonditi per sfruttare le zone d’ombra.
Aneddoto: Andando a fare una passeggiata in riva al mare chi incontriamo? Tre impiegate della Banca di Cristina (la Bipop Carire di RE) e ci fermiamo a chiacchierare con loro che staranno solo una settimana, dormono a Mastichari, ci dicono che vale la pena di vederla e quindi tornando a casa ci andiamo e scattiamo alcune foto. Fra l’altro, ritornando, la sera così prendiamo un’altra strada, più veloce di quella del mattino, meno male! La sera continuiamo i nostri giretti nel centro di Kos, questa volta ci addentriamo a piedi perché scopriamo di essere in effetti molto vicine e così scopriamo tante stradine piene di negozi e tanti souvenir per turisti, dagli antichi disegni dei greci che si inc…Ettano (greek lovers) ecc. Ecc. E non solo. Scherzo, non ci sono solo quelli! Mangiamo pesce in una piazzetta carina e scopriamo qua e là tutti i resti archeologici sparsi per la cittadina.
Come a Parigi: stanno tutti fuori dai locali per convincerti a entrare a mangiare (che stress, se fai tanto di fermarti un attimo a guardare un menù, zac! Arrivano); però qui non rompono i piatti, si vede che non è tradizione delle isole greche! Mercoledì 8 agosto Dietro indicazione della ragazza dell’albergo andiamo a Capo Psallidi, (non proprio subito, perché lo passiamo senza rendercene conto, arrivando a Fokas e allora decidiamo intanto di vedere quanta strada c’è per arrivare alle terme (altro posto da visitare). È un po’ difficoltoso, la strada finisce a un certo punto, bisogna andare a piedi… quindi per ora “gliela diamo su”, come si dice e pensiamo: “forse non vale la pena faticare tanto per una pozza d’acqua a 42 gradi”. (L’ultimo giorno ci pentiremo di aver pensato questo!). (Gli altri ragazzi italiani che dormono nel nostro stesso albergo dicono invece qualche giorno dopo che è molto bello, loro sono andati in occasione della notte di S. Lorenzo a vedere le stelle cadenti).
A Capo Psallidi si sta veramente bene, si spende meno per i lettini e c’è molta ombra, è sempre ventilato: questo si che è un paradise beach! Acqua limpida, ci torneremo: la eleggiamo a nostra spiaggia preferita. Mangiamo due crepes al baracchino e torniamo per prepararci per essere in piazza almeno per le 20 e 30 per prendere i posti per lo spettacolo delle 21. Per un pelo! È quasi tutto pieno ma riusciamo a trovare dei posti abbastanza buoni e lo spettacolo poi risulta davvero carino. Per l’occasione mangiamo “take away” una pitta gyros, una specie di piadina greca con carne, cipolla e patatine fritte e poca tzazichi – salsa tipica fatta con yogurt, aglio e cetriolo – (ce ne andrebbe di più e ci andrebbero anche i pomodori, ma chi me le preparava – se pur nello sconforto – è stato molto carino a farmele leggere come le volevo io e non come andavano fatte).
Giovedì 9 agosto Gita a Nysiros, l’isola vulcanica (credo che siamo state le uniche turiste a non andare a vedere il vulcano!). Abbiamo deciso di andare per conto nostro e non con l’agenzia, soprattutto per spendere meno. È carina, ma ovviamente non c’è abbastanza tempo per vederla tutta. Il viaggio dura più di due ore e ne restano solo quattro per la visita che si riduce alla “capitale” Mandraki. È sicuramente caratteristica: vediamo il Monastero, molto bello e una delle tante piccole chiese ortodosse sparse nell’isola, anch’essa bella.
Ma dopo aver girato sotto un sole cocente le stradine tipiche, ci rinfreschiamo un attimo nel piccolo golfo e resta il tempo per mangiare qualcosa sul mare e tornare al battello. La cosa più caratteristica dell’isola, cioè il vulcano, è stata da noi omessa volutamente, chissà, avremo fatto bene? Cominciamo a valutare che, considerate le ore per gli spostamenti, forse non vale la pena fare altre gite! Aneddoto: conosciamo un signore anziano che ci blocca per strada e ci parla in italiano: ha scritto la guida (che abbiamo comperato) dell’isola e ci spiega alcune cose. Ci fa piacere, ma tornando dal nostro giro ci guardiamo bene dal reincontrarlo: già il tempo è poco e se ci ferma di nuovo che si può fare? Torniamo a Kos abbastanza presto e questa volta ci prepariamo per prendere i primi posti per lo spettacolo della sera in piazza. Bissiamo la pitta gyros (ormai i nostri amici si sono rassegnati a farcela come la chiediamo noi).
Stasera il primo gruppo di ballerini è decisamente scarso rispetto a quello della sera prima non c’è paragone, ma il secondo gruppo, di soli quattro ballerini, è notevole [ed è notevole, a detta della Cri, anche il primo ballerino di questo gruppo, stile “Banderas” alla greca]. Purtroppo questi gruppi, come anche quello della sera prima, non hanno CD delle loro musiche da vendere, con rammarico sia mio che di Cristina soprattutto, ma andremo al più presto a vedere cosa hanno nei negozi di dischi (prima di trovare il negozio “Ti amo” – già il nome è tutto un programma – che ci hanno indicato andremo su e giù per le stradine un tot di volte, ma alla fine lo troveremo!).
Venerdì 10 agosto Torniamo alla già collaudata spiaggia di Capo Psallidi e la sera cominciamo a dedicarci agli acquisti a Kos; ci concediamo anche una fetta di torta [e dico una! In due, siamo brave eh?!] tipica Ec-mec: una poesia di crema morbida e mandorle, paradisiaca. Assaggiamo anche il caffè greco, mi sembra giusto. Non male! Sabato 11 agosto Abbiamo deciso di andare a vedere la spiaggia di Kardamena (a sud dell’isola) e per strada, visto che ci passiamo, ci fermiamo al paesino di Antimakia dove si può visitare il mulino – l’unico ancora funzionante -; qua e là nell’isola in effetti si vedono infatti tante strutture cilindriche degli antichi mulini ormai distrutti.
C’è anche di fronte la ricostruzione di una casa tradizionale dove si possono vedere come venivano divisi gli ambienti, alcune suppellettili e abiti tradizionali. Combinazione: i signori della casa fanno anche parte del gruppo folk tradizionale visto mercoledì. La signora (che lavora ancora le stoffe tipiche al telaio) è la cantante del gruppo (che io avevo chiamato… “megera”, ma no! Vista così è una signora pacioccona!); e la bambina che aveva cantato era la nipotina. Quindi sono molto contenti che noi abbiamo visto lo spettacolo, ci regalano delle cartoline e io scatto loro una foto. Ci fanno vedere anche il depliant della loro partecipazione a un festival in Italia (come si dice in questi casi: se chiacchieriamo ancora un po’ scopriremo di essere anche parenti!).
La spiaggia di Kardamena è bella e visto che vogliamo restare leggere – e anche per il gran caldo – a pranzo prendiamo una insalata di frutta con il gelato e poi… vai con le crepès. Qui sì che le fanno buone! È la fine… dei buoni propositi! Alla sera, a Kos, mangiamo in centro nella piazzetta dietro la chiesa e ci accorgiamo che la gestione è sempre dei nostri amici della pitta! Gustiamo un altro piatto tipico greco: la moussaka, una specie di “lasagnona” senza pasta ma con strati di patate, ragù di carne, melanzane e besciamella (una cosa leggerina). Siamo circondate, in ogni posto in cui si mangia comunque, da gatti abbastanza famelici: un’altra caratteristica dell’isola di Kos! Domenica 12 agosto Urge prelevare soldi perché siamo ormai a secco e dobbiamo pagare per la riconferma del motorino per un’altra settimana nonché per la gita dell’isola che abbiamo deciso di fare martedì. Cominciamo subito bene. Io non riesco a prelevare con il bancomat e Cristina (forse al terzo tentativo fallito) si vede mangiare la carta di credito! Logica conseguenza per la povera Cri: una piccola crisi di ansia che provoca (in questo caso è gradita) una discreta “cagarella”… scusate il termine. Naturalmente è domenica, quindi dovremo richiedere la carta il lunedì mattina recandoci in banca appena apre. Passiamo comunque dall’agenzia a prenotare la gita e paghiamo in lire.
Questa sera dovremo andare alla ricerca di un altro bancomat (che ci ha indicato Emanuele, il responsabile di Teorema). Sono già le dieci di mattina e andiamo alla chiesa cattolica per la Messa. Errore! Alle dieci c’è il rito protestante per i tedeschi, la messa è alle 11. Intanto conosciamo il prete che celebrerà (alternando le quattro lingue principali: italiano, francese, inglese e tedesco, con alcune preghiere e canti in latino), è olandese e molto simpatico. Aspettando l’ora della Messa andiamo a vedere i resti archeologici lì intorno, poi, dopo la Messa torniamo a Capo Psallidi per rilassarci al mare.
La sera prelevo senza alcun problema le dracme anche per Cristina e ci concediamo una bella grigliata di carne, passeggiamo facciamo acquisti nell’altra zona di Kos, piena di negozi. È un’isola molto varia, sia per la tipologia, pianura e montagna, con spiagge molto diverse, quasi tutte belle, sia organizzate con i lettini e gli ombrelloni sia libere. Ci sono tantissimi locali per chi ama la vita notturna, tantissimi negozi per tutte le tasche. Comperiamo dei sandaletti in cuoio artigianali e altri ricordini.
Lunedì 13 agosto Subito in Banca! Sembra che non ci vogliano ridare la carta di credito, non si capisce bene il perché, ma poi tutto ok e Cristina riesce a prelevare. Dopo di che si va al negozio di dischi “Ti amo” e ascoltiamo un “tot” di musiche. Usciamo con n. 7 CD, ovviamente dell’unico che volevo io ce n’è solo una copia che ha acquistato Cri e quindi me lo registrerà appena avrà tempo… (chissà). Via a Capo Psallidi per una intensa giornata di mare e di abbronzatura. È il primo giorno che vediamo qualche nuvola in cielo, ma tanto qui non piove mai.
La sera torniamo nell’altra piazzetta ma cambiamo locale e mangiamo pesce (come quasi tutte le sere) ma questa volta è più buono: pesce spada alla griglia, na’ maraviglia! Martedì 14 agosto Eccoci qua, al giro dell’isola organizzato dall’agenzia.
Ci prelevano all’albergo alle 9 di mattina e il tutto si svolge nel migliore dei modi. La nostra guida è una ragazza molto in gamba (ho pensato bene di tradurre il suo nome con il nostro corrispondente di Eufemia – o Eugenia ? – secondo me, ma lei dice di no e me lo ripete in greco, molto orgogliosa e desiderosa che non venga confuso con una diversa traduzione italiana. Quindi da ora in poi mi asterrò da queste conclusioni errate!) che ci dà tantissime informazioni interessanti sia sulla storia greca antica e moderna che sulle tradizioni, sulla gente dell’isola, sul modo di vivere ecc. Ecc. Quindi tutto molto interessante oltre al fatto che siamo “scarrozzate” tutto il giorno senza fare troppa fatica e vediamo tutte le cose che ancora non avevamo visto, anche perché erano troppo distanti o scomode da raggiungere con il motorino.
Dopo aver parlato con lei decidiamo di concederci l’ultima sera di vacanza (venerdì) alle terme, che per il momento avevamo saltato. Lei ci conferma che è più bello andarci di sera, un po’ per il fatto delle temperature troppo elevate e un po’ anche per fare un’ultima cena di pesce in un bel posto. Sarà molto romantico… senza uomini un po’ meno, ma pazienza.
Ah, dimenticavo! Prima di uscire stamattina Cristina ha annusato il profumo dei fiori nella sala della colazione con il tipo dell’albergo che era scorbutico il primo giorno. Eccolo ormai aggiunto alla lunga lista degli spasimanti di Cri. Che bei momenti! Il giro dell’isola si è svolto in questo modo: partiamo dal centro di Kos, dal Platano di Ippocrate, cosiddetto. Sembra che recenti studi – al carbonio – abbiano confermato che le radici risalgono davvero al tempo di Ippocrate, anche l’attuale albero è un po’ più recente. Costeggiamo le rovine e arriviamo alla chiesa ortodossa per arrivare a Piazza della Libertà.
Andiamo a vedere l’Askleipieon, l’antico ospedale dove si praticava una medicina naturale-religiosa, idroterapia, ecc. Ecc., insomma, oggi non si è scoperto niente di nuovo, anzi, si è tornati al tempo dei greci con la nuova medicina! Andiamo a vedere velocemente il villaggio di Zia, all’interno e compero due vasetti di miele e uno sciroppo di cannella. C’è soltanto una mezz’ora, peccato! Varrebbe la pena starci di più. Ci rechiamo poi a Pily dove beviamo a una fontana. E’ tradizione. Sembra che bevendo nel modo giusto dalle 6 bocche della fontana ci si sposi entro l’anno, ovviamente ne approfittiamo e io faccio due giri sia da un lato che dall’altro. Non si sa mai! A proposito, per le coppie che desiderano figli bere da un lato verso destra significherà aspettare un bambino o dall’altro verso sinistra, una bambina. Vedremo! Giungiamo nel punto più lontano Kefalos, alla baia di Kamari dove facciamo un bagno. In effetti da questa parte le spiagge sono molto belle. Ritorniamo per la strada che porta ad Antimakia, così Cristina può filmare la casa tradizionale. I signori della casa la riconoscono e non vogliono che paghi il biglietto, che carini! Brevemente una spiegazione sull’isola: la guida ci spiega che l’isola di Kos ha la forma di un agnello, quindi immaginiamo guardando la cartina: “kefalos” è la testa e “kardamena” il cuore. Che bello! Ha una lunghezza di 45 km e una larghezza di 11 km, nel punto più stretto – solo 2 km – si può vedere a destra Kalimnos (l’isola delle spugne) e a sinistra Yalli e Nysiros (l’isola vulcanica).
Tra le tradizioni ci parla anche del matrimonio greco (a proposito, il rito ortodosso permette di sposarsi 3 volte); qualche piccolo accenno: Tre giorni prima del matrimonio – che verrà celebrato di domenica – (il giovedì) le amiche della sposa preparano il letto con le lenzuola bianche con le iniziali degli sposi e sopra vengono messi tutti i regali: fiori; per avere una vita fiorita, dolci; per una vita dolce e soldi! Più un bambino appena nato per buon augurio di avere molti figli. I due cortei dello sposo e della sposa partono dalle loro case, si incontrano e tutti si recano poi in Chiesa. Quando si leggeva il passo di S. Paolo “la moglie sia sottomessa al marito” una volta l’uomo pestava il piede della donna per far capire chi comandava. Ora, con l’emancipazione, è la donna che pesta il piede al marito! Gli invitati hanno tre corone (di fiori e con un nastro bianco, simbolo di unione) che incrociano tre volte sugli sposi; ballano con la sposa e le appuntano soldi sul vestito con degli spilli. Il numero tre è importante e simbolico. Quando si entra in chiesa si fanno tre segni di croce con le tre dita, simbolo della Trinità. Il rito del battesimo prevede tre immersioni. Ci si può sposare tre volte ecc. Ecc. Ah, attenzione: gli sposati portano l’anello nella mano destra e i fidanzati nella sinistra, occhio! Al ritorno ci rilassiamo un po’ in albergo e poi via per la serata! Cena e negozi.
Aneddoto: una piccola parentesi (una cosa che poi succede anche da noi). Quando rientriamo per dormire c’è sempre qualche “sbarbina” inglese o vagamente nordica che esce in quel momento “in tiro” per la nottata in qualcuno dei vari locali dove si bevono [e mi sa non poco!] liquori a volontà con musica assordante. Ribadisco: allora, perché venire in Grecia per fare ciò? Comunque, mi permetto di dire che la BIPOP carire (la banca di Cri) fa schifo. Per la seconda volta la sua carta di credito viene ingurgitata da un’altra banca greca Alphanet. Naturalmente domani è festa, quindi andremo a riprendercela giovedì mattina alle 8 – che stress! Così però ne approfitteremo per andare a vedere il castello e il museo. Prelevo più soldi con il mio fedele bancomat e, visto che stasera è come un sabato, perché domani è festa, decidiamo di andare a mangiare nel ristorantino della piazzetta del Platano di Ippocrate, ci peleranno ma pazienza! Niente da dire sul servizio, poi comincia il piano bar. Tutto molto elegante e… molto costoso! Ok domani digiuno! Mercoledì 15 agosto Mare! Mare! Mare! Cape Psallidi forever! Alla sera ceniamo da Hamman, [un posto molto carino che dava sulle rovine] che meraviglia! A parte che… il pesce era buono – e a parte il fatto che… abbiamo speso meno della sera prima e il posto era migliore… – ho azzardato: ho ordinato gli antipasti misti per 2 [naturalmente Cri era d’accordo]. Una meraviglia (a parte che… era un piatto enorme!) tante cose buonissime fritte e al forno, ci avranno fatto malissimo, ma vuoi mettere la soddisfazione?! Giovedì 16 agosto Eccoci di nuovo alla banca per ritirare la carta di credito e fortunatamente ce la rendono subito. Cristina preleva perciò una cifra abbastanza alta per non avere più problemi. Andiamo a visitare il castello, che effettivamente merita una visita. Nel museo invece ci sono un po’ di statue con o senza testa e un mosaico e in un quarto d’ora (a dir molto) si è visto tutto. Andiamo anche in un negozietto di CD dove Cri ne compera un altro e ci torneremo nel pomeriggio. Questa volta, un po’ per essere più vicine e un po’ per risparmiare ci fermiamo in un pezzo di spiaggia lungo la strada, torniamo abbastanza presto in albergo per prepararci. Alle 18 vogliamo essere in centro per la Folk Exibition!… che naturalmente non c’è e nessuno sa che ci debba essere! Errata informazione dell’opuscolo turistico… vatti a fidare! Amen! Tanto oggi ce la prendiamo con calma perché la Casarini non è proprio in forma. Svacco in albergo, nonostante il caldo, e lenta ripresa per uscire a cena e non fare troppo tardi. Domani è l’ultimo giorno e vogliamo arrivare in spiaggia presto. Ah! Ah! Sentiamo la musica giù che proviene dal ristorante dell’albergo, allora, prima di andare fuori a cena, decidiamo di sbirciare per vedere cosa sta succedendo. Ci sono due ballerini e andiamo a ballare con loro. A dire la verità il ristorante è quasi vuoto e loro, poveretti cercano di trasformare un po’ l’ambiente che è di una tristezza unica, con pochi stranieri a cui penso non gliene freghi niente del colore locale.
Il ballerino mi bacia la mano… fino al gomito e poi mi bacia sulla guancia, stasera ho battuto la Casarini 10 a 1! Riballiamo in cerchio con alcune nordiche decisamente negate. Il “maître” dell’albergo ci offre un bicchiere di champagne. Che successo! Cri lascia il cuore infranto del cameriere e ce ne andiamo con la scusa che ci attendono a cena, non è vero, ma altrimenti come avremmo fatto a filarcela e a non cenare lì? Andiamo nella solita piazza dai nostri “amici” a mangiare una pitta e poi si procede con gli ultimi acquisti.
Aneddoto: dimenticavo, mentre uscivamo dall’albergo ci è venuto incontro un signore anziano (diciamo vecchio!) che voleva fare due chiacchiere in italiano. Ci ha detto di essere il proprietario e allora abbiamo capito, ecco perché l’albergo è cadente: rispecchia molto il suo aspetto, soprattutto per quanto riguarda i denti.
Altro piccolo aneddoto gustoso: La Cri si lancia sempre in inglese, è un fenomeno e si inventa anche delle parole nuove! Vedi Sea bed (materassino da mare) e thirty mille (trentamila). Grande! Venerdì 17 agosto Ultimo giorno! Non siamo superstiziose e non restiamo per questo in albergo, ci mancherebbe! Ma Cristina ha scoperto la fregatura di uno dei suoi acquisti: il walkman che ha acquistato ha solo il tasto per andare avanti, quindi se vuole riascoltare un brano deve girare il nastro, comodo! E oggi anche Branduardi è un po’ lento, si vede che la cassetta si è deteriorata, l’infinitamente piccolo è anche un po’ stonato! (va beh, è pur sempre venerdì 17!).
Lasciamo (ahimé) Cape Psallidi verso le 18 per raggiungere le terme. Chissà se domattina il responsabile dell’albergo ci chiederà (come ha fatto uno dei primi giorni) “Romantic night”? Non abbiamo capito bene se pensava che fossimo andate a uomini o che fossimo due lesbiche, mah! Sarà perché siamo in Grecia e meno male che non siamo a Mykonos! Beh, torniamo a noi: parcheggiamo il motorino e scendiamo a piedi verso le terme. Man mano che andiamo avanti ci rendiamo conto della bellezza del posto. Una volta arrivate alla pozza termale – di acqua caldissima – ci immergiamo a mezza gamba. Guardiamo il mare e si alza un’unica voce: “Dovevamo venirci prima, che sceme siamo state!”, avremmo potuto fare tutti i giorni la nostra curetta termale…Gratis! (Come stanno facendo un sacco di greci in questo momento, è un’acqua che fa bene per un sacco di problemi: muscolari, della pelle, degli occhi, della respirazione ecc. Ecc.). Pazienza, godiamoci le ultime ore in questo paradiso mangiando pesce alla griglia [che finalmente viene servito come dicono le guide turistiche: ce lo fanno scegliere, lo pesano, ci dicono il prezzo e se per noi è ok lo cuociono] che meraviglia! Siamo qui sedute davanti al mare, con un bicchiere di vino e le patatine, in attesa del nostro pesce alla griglia che verrà poi arricchito da un piatto di melanzane e zucchine, sempre alla griglia… ci mancano solo due uomini, ma una cosa è certa: solo ad alto livello, altrimenti quello che abbiamo ora ci basta. Meglio sole – davanti al mare – che male accompagnate. La nostra vacanza si conclude. Domattina ripartiremo, siamo contente, abbronzate, rilassate e c’è la voglia di tornare, quindi, tutto sommato, vuol dire che è andata bene! N. B.: Con l’aliscafo ci mettiamo ben 4 ore e mezzo per tornare a Rodi, peggio dell’andata! Meno male che questa volta il mio stomaco non ha reso, anche se all’arrivo, il primo bagno è mio… la fregatura di questi viaggi-pacchetto è che l’ultimo giorno si passa tutto in viaggio, che gli orari non sono proprio precisi e alla fine non fai due settimane di mare, ma dodici giorni di mare e due giorni di viaggio, ma non lamentiamoci, gli altri nostri “amici” italiani di Verona e Bergamo staranno in viaggio molto più di noi e arriveranno a casa alle due di notte! Kalispera!