Bolivia, Perù e un po’ di Cile… tutto fai da te
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18 settembre 2012
Il volo Iberia è stato acquistato in Internet a 750€; abbiamo fatto Venezia-Madrid e Madrid-Lima, partendo alle 18.30 italiane e arrivando alle 6.00 peruviane del giorno dopo.
19 settembre 2012
Dopo aver cambiato un po’ di soldi, prendiamo subito un taxi in aeroporto fino alla stazione degli autobus più vicina (10 km circa) per un totale di 80 Soles (che col senno di poi è un vero furto!).
Prendiamo l’autobus per Pisco e poi un taxi che ci porta fino a Paracas (25 Soles) e troviamo un hotel molto carino e pulito, con acqua calda a 120 Soles (1 Sol= 0,3 Euro) per camera da 4 con colazione inclusa (El Gamonal).
Nel pomeriggio visita alla riserva di Paracas con Riccardo, tassista/guida chiamato dall’hotel (tutti gli hotel hanno anche una pseudo agenzia che procura guide e taxi) per 15 Soles a testa.
La riserva è bellissima, dalle dune rosse alle onde immense che bagnano la spiaggia gialla, alle barchette di pescatori circondate da pellicani in cerca di avanzi… merita davvero!
Cena senza grandi pretese nel ristorantino meno turistico del minuscolo centro e brevissima passeggiata per rientrare in hotel… la visita del paese dura circa 10 minuti, ma l’atmosfera è piacevole (a parte il fatto che non c’è nemmeno un ufficio di cambio… e ci troviamo senza Soles! Per fortuna in un hotel di lusso hanno un bancomat e preleviamo un po’ di soldini, anche perché la carta di credito non funziona quasi da nessuna parte!).
20 settembre 2012
L’indomani, dopo una colazione un po’ triste rispetto ai nostri canoni (ma bisogna abituarsi perché sarà sempre così: due panini, della marmellata gelatinosa e caffè/tè), visita in barca alle isole Ballestas e al candelabro (35 Soles a testa). Anche per questa escursione non serve prenotare nulla, al mattino (e solo al mattino!) dalla spiaggia del paese partono decine di imbarcazioni turistiche.
Appena partiti dei delfini ci fanno le feste saltando intorno alla barca e un leone marino sembra darci il benvenuto da uno scoglio. Il candelabro, scavato da mani ignote nella sabbia è maestoso, mentre dalle isole, miniere di guano, arriva un odore davvero sgradevole, che però passa velocemente in secondo piano quando subentra la meraviglia per le orde di pinguini, cormorani e leoni marini che scorazzano tranquillamente.
Compriamo qualche frutto strano per il viaggio e partiamo con il bus per Ica, dove, dopo vari giri per trovare una banca che ci cambi gli euro, visitiamo l’oasi di Huacachina (a 5 km, in taxi 5 Soles). A nostro parere è un po’ troppo turistica, ma camminare sulla sabbia a piedi scalzi mentre lo sguardo si perde tra le dune è una bellissima sensazione!
La sera partiamo per Cuzco con un bus della Tepsa (125 Soles a testa, con hostess, cena, colazione e sedili reclinabili)… 17 ore inizialmente allietate da film, cielo stellato visibile dal finestrino e ottima cena… successivamente rattristate da nausea e vomito dovuti ai tornanti e alla guida un po’ “spigolosa” dell’autista.
21 settembre 2012
Arrivati a Casa de Mama 2 (120 Soles in 4) come degli stracci, l’accoglienza calorosa accompagnata da un mate de coca ci tira subito su di morale e si riparte per la visita della cittadina, carina e animata, riscaldati dal sole pomeridiano. Ceniamo in un ristorantino molto grazioso nel quartiere di San Blas (Qori Huma) per 87 Soles in 4 (abbiamo imparato che per risparmiare bisogna chiedere il menù fisso, col quale danno un primo, un secondo e magari un dolce per pochi soldi…porzioni a volte un po’ ridotte e magari il dolce consiste in un pezzo di banana con del topping, ma tutto sommato non male)…e rientriamo velocemente in hotel perché quando scende il sole, si gela!
22 settembre 2012
Il quarto giorno peruviano comincia con un’escursione a Moray e Salinas; questa escursione l’abbiamo prenotata dall’Italia assieme al treno per Aguas Calientes, in quanto, presi dal panico un mesetto prima della partenza, ci siamo resi conto che non c’erano più biglietti disponibili per il treno e per non rimanere a piedi ci siamo rivolti ad un’agenzia gestita da una ragazza italiana che ora vive a Cusco. Col senno di poi, vista la quantità di bus, taxi e pulmini che ci sono in Perù, penso che non saremmo mai rimasti a piedi! Abbiamo lasciato gli zaini a Casa de Mama e ci siamo portati un piccolo zainetto, in quanto non è consentito trasportare bagagli di dimensioni elevate sul treno.
Moray è un sito archeologico costituito da una serie di terrazzamenti circolari concentrici dove gli Inca praticavano esperimenti nella coltivazione di diverse tipologie di ortaggi a differenti quote di altitudine e condizioni di irrigazione. Davvero suggestivo, merita una visita.
A Salinas viene effettuata la raccolta del sale che si deposita in enormi vasche bianche e lì cristallizza: paesaggio spettacolare.
Nel pomeriggio veniamo trasportati ad Ollantaytambo, piccolo paese nella Valle Sacra molto caratteristico e grazioso, tra le montagne e i torrenti. Dopo una breve passeggiata e l’acquisto di qualcosa da mangiare al coloratissimo mercato, saliamo sul treno delle 16.30 per Aguas Calientes: trenino di lusso, trattamento pure… d’altra parte, con i prezzi che hanno, è il minimo! Arriviamo ad Aguas Calientes dopo un’ora e mezza di viaggio e ci dirigiamo al nostro hostal Varayoc (172 Soles per 4 con colazione, pulito ma essenziale).
Mangiamo delle scatolette che ci siamo portati dall’Italia, in quanto avevamo letto che il costo della vita ad Aguas Calientes era molto elevato: falso! E’ uguale a tutto il resto del Perù, forse poco più alto… e noi ci siam mangiati le mani perché c’erano un sacco di bei ristorantini, ma ormai avevamo cenato!
23 settembre 2012 – Quinto giorno
Sveglia alle 4, partenza alle 4.30, arrivo al cancello per cominciare la salita al Machu Picchu alle 5, salita abbastanza dura con varie soste per prendere fiato (a 4000 m la fatica si sente di più!), ruminando foglie di coca (che secondo me non servono a nulla) ma alla fine alle 6 arriviamo all’ingresso del sito… assieme alle corriere, ma volete mettere la soddisfazione?
La vista del sito senza le orde di turisti è fenomenale e ce la gustiamo per una mezzora, ma poi ci incamminiamo verso l’ingresso del Waynapicchu, per il quale abbiamo fatto il biglietto valido dalle 7 alle 8 (la salita è a numero chiuso, ma non ho notato tutte le difficoltà di cui avevo sentito parlare per accaparrarsi un posto). La salita è abbastanza faticosa a causa della mancanza di fiato, ma in circa 45 minuti si giunge alla cima del monte dal quale si gode di uno splendido panorama sul Machu Picchu, anche se a noi è piaciuta molto di più la visuale che si gode dall’ingresso al sito quando i turisti devono ancora invaderlo… e le foto vengono decisamente meglio da là, quindi non so se ne sia valsa la pena fare questa sfaticata.
Ci riempiamo gli occhi di tutto quello che questo sito magico può offrirci e torniamo a valle (costo dell’escursione a Moray e Salinas, taxi A/R Ollantaytambo-Cusco, treno A/R Ollantaytambo – Aguas Caliente, ingresso Machu Picchu e Waynapicchu: 200€).
Tornati a Cusco, facciamo una doccia a Casa de Mama (son davvero gentili…lo sarebbero anche in Italia? Gli lasciamo 20 Soles) e poi prendiamo il bus per Puno (Flores, 20 Soles/persona, servizio cama).
24 settembre 2012
Il viaggio di 8 ore è molto tranquillo e confortevole; arriviamo a Puno, sul lago Titicaca, alle 6.30 e dopo una parca e triste colazione alla stazione dei bus, prenotiamo un’escursione per le isole Urus ed Amantani. Ci sarebbe piaciuto fare un’isola peruviana e una boliviana e passare “via acqua” in Bolivia, ma non abbiamo trovato nessuno che organizzasse qualcosa del genere. Le isole Urus, le floating islands fatte in canna totora, sono molto turistiche e artificiali. Arrivati sull’isola di Amantani, veniamo affidati a papà Evaristo ed alloggeremo a casa sua per la notte. La salita con gli zaini in spalla ci stronca, mentre lui procede tranquillo tra sentieri in ciotoli e campi. La casa è accogliente, senza luce e senz’acqua, bagno esterno e catino sotto al letto per la notte. Non abbiamo ben capito la struttura della famiglia, anche perché loro parlano in Quechua e l’età non è mai così facile da stabilire a causa della pelle rovinata dal sole e dal vento, ma ipotizziamo che Narcisa fosse la nostra mamma adottiva, Norma nostra sorella ed Erika la nipotina.
Dopo uno splendido pranzo a base di zuppa di quinoa, vari tipi di patate, uno più buono dell’altro, e formaggio, ci rechiamo nel centro del paese e da lì raggiungiamo la cima dell’isola, dove sorgono le rovine del tempio del sole e della luna. Col suggestivo tramonto la temperatura cala notevolmente (siamo a 4000 metri) e torniamo di corsa a casa a riscaldarci con un piattone di zuppa, per poi prepararci per la serata danzante, in costume tipico (bellissime le camicette ricamate e le cinture colorate!) e musiche suonate da flauti e chitarre.
25 settembre 2012
La sveglia del sesto giorno arriva dagli asini che ragliano e dai maiali che grugniscono e dopo una colazione a base di pane fritto veniamo accompagnati da Evaristo a prendere la lancia locale (5 Soles a testa) che ci porterà in terraferma, per poi arrivare a Puno con un taxi e da lì a Copacabana con un bus (20 Soles, 3,5h). (costo dell’escursione: 80 Soles/persona).
Arrivo a Copacabana alle 17.30, dopo aver passato la frontiera con la Bolivia “by bus”; la nostra idea era di andare all’isola del Sol, ma purtroppo le barche partono solo al mattino, quindi ci fermiamo a dormire all’hotel Mirador (prezzo a persona con colazione: 40 BOB, anche se abbastanza sporco e spartano) (1 BOB = 0,11 Euro). Ceniamo in uno dei tanti ristorantini che offre menù turistico a 25 BPB a testa e ammazziamo il tempo con grandi tornei di scopone, che pare divertano molto gli autoctoni che ci guardano curiosi.
26 settembre 2012
Il programma prevede una biciclettata per la penisola, dopo aver scartato l’escursione all’Isla del Sol, in quanto vorremmo partire nel pomeriggio per La Paz e tutte le barche rientrano verso le 17. Il settimo giorno però si rivela nebbioso e freddo e decidiamo di partire subito per La Paz in cerca di un po’ di sole, con un bus locale (meno confortevoli di quelli peruviani, 20 BOB a testa). Prendiamo due camere in Calle Sagarnaga, il centro “turistico” della città nell’hostal Maya (consigliato, 140 BOB a stanza con colazione). Visitiamo plaza Murillo con la cattedrale di San Francesco, saliamo al punto panoramico da cui si gode di una vista eccezionale sulla città e sui vulcani innevati attorno. Compriamo i biglietti per il treno che va da Oruru a Uyuni e la fortuna è dalla nostra parte perché il treno viaggia solo 3 giorni alla settimana e casualmente il giorno prescelto è in linea col nostro programma.
27 settembre 2012
La città si visita molto velocemente; i mercati sono carini, caratteristico quello della stregoneria e dell’artigianato, mentre il mercato negro è un vero e proprio mercato non turistico dove si trova di tutto, rubinetti, lampadine, stoffe… (ma poco interessante per noi turisti).
Dopo pranzo prendiamo il bus per Oruro dove arriviamo a sera e con un po’ di pioggia. Gli hotel sono abbastanza brutti, il personale non ci colpisce di certo per la gentilezza, ma stanchi scegliamo il meno peggio (Residence Boston…non consigliato: 120 BOB a stanza senza colazione).
Dopo una passeggiata per la città, piena di macchine e di gente, ma poco caratteristica, mangiamo una pizza alla Casona (buona ma cara, rispetto al target: 170 BOB in 4) e a casa per un torneo di carte. Stanotte si tira fuori il sacco a pelo, perché l’igiene non è il massimo…
28 settembre 2012
La mattina del nono giorno visitiamo la città, il mercato, il museo delle miniere, la collina dove è stata piantata la prima bandiera boliviana, ma la città non ci piace e non vediamo l’ora di andarcene. Prendiamo il treno del pomeriggio per Uyuni (240 BOB in 4): tutto pieno: siamo stati doppiamente fortunati a trovare posto, avendo prenotato solo due giorni prima!
Bellissime le lagune che attraversiamo; ci godiamo lo spettacolo dei fenicotteri che si alzano in volo al nostro passaggio, il sole che tramonta dietro alle montagne all’orizzonte, il deserto… peccato che i sedili della nostra carrozza siano posizionati in senso opposto a quello dell’andamento del treno e presto mi ritrovo a passare il resto del viaggio in bagno.
Arriviamo a Uyuni verso le 22.30 e andiamo subito all’hostal Julia prenotato da La Paz (consigliatissimo: stanze calde, pulite e colazione abbondante per 280 Soles per una stanza da 4).
29 settembre 2012
La mattina alle 7 comincia la nostra ricerca del tour nel deserto, ma non è difficile trovare quello che cerchiamo perché praticamente tutti offrono escursioni per tutti i gusti. Contrattiamo con l’agenzia Lipez un tour di 3 giorni per 85 Euro a persona e partiamo all’avventura col nostro autista Alheandro e una coppia di norvegesi molto simpatici! Dopo la prima tappa nel cimitero dei treni di Colchani, tra vagoni arrugginiti e rotaie interrotte, entriamo nel Salar a bocca aperta, camminiamo tra le montagnole predisposte per la raccolta del sale increduli e quando arriviamo all’Isla del Pescado, oasi spinosa in mezzo a questo mare bianco siamo senza parole. Abbiamo due ore per esplorare l’isola dei cactus e passeggiare nel deserto: troppo poche, sarebbe bello rimanerci molto molto più a lungo.
Proseguiamo verso il margine di questa distesa salata, su una collinetta di terra dove sorge l’ostello per la notte, rigorosamente fatto di sale, dal pavimento ai muri al letto ai tavoli, senza elettricità dopo le 21 nè riscaldamento: che pace, che meraviglia osservare l’ora blu dalla finestra mentre l’orizzonte si colora di viola e la luna piena rischiara il cielo. L’alba è altrettanto suggestiva e soprattutto, riusciamo a vederla dalla finestra, senza nemmeno dover uscire al gelo!
Alla fine ad ogni tappa troviamo le stesse facce: gira e rigira il percorso fatto nei tour è sempre lo stesso e comincia a differenziarsi dal secondo giorno.
30 settembre 2012
L’undicesimo giorno comincia con la visita di un cimitero rinvenuto in una grotta, dove sono presenti scheletri, monili e vasellame per proseguire con l’ingresso in un antro sotto la montagna interamente rivestito di foglie fossilizzate che sembrano ragnatele bagnate dalla rugiada. Molto suggestivo!
Il bianco del sale lascia spazio a dune rosse, colate laviche e vulcani innevati e lo spettacolo diventa ancora più affascinante quando arriviamo alle lagune: si susseguono svariate lagune popolate di fenicotteri rosa che aggiungono una spennellata di colore alla già ricca tavolozza del sale bianco, dell’acqua blu, del cielo azzurro, delle montagne rosse e dei cespugli gialli. Dopo aver toccato il maestoso albero di pietra, scolpito dal vento che quasi ci spazza via, l’ultima sosta della giornata è alla laugna colorada…e qui davvero rimango senza parole!
Un lago completamente rosso per la presenza di un microrganismo che lo rende tale ma solo in certe ore del giorno, dalle cui acque spuntano bianche isole di borace che sembrano nuvole, circondato da montagne che sembrano pennellate di rosso, tanto sono armoniche le varie sfumature che le colorano. Il nostro ostello si trova in prossimità della laguna, anche questo senza luce. acqua e riscaldamento, ma dopo aver riparato i vetri col nastro adesivo e infilati nel nostro sacco a pelo col berretto di lana in testa, si dorme discretamente.
1 ottobre 2012
Sveglia all’alba, anzi, prima, per l’ultimo spettacolo boliviano: ci scaldiamo le mani col vapore dei geyser prima di prendere il coraggio per spogliarci completamente e immergerci in una vasca di acqua a 36°C mentre intorno c’è ancora un po’ di ghiaccio, il tutto a 5000 metri di altezza… e ammiriamo il sole che sorge e i giochi di luce dei raggi che si insinuano nel vapore. Che meraviglia!
Lasciamo la Bolivia per cominciare l’avventura cilena; il Cile è molto più moderno, ricco… e caro!
Con un bus arriviamo a San Pedro de Atacama, sembra di stare in un villaggio turistico, gente in infradito, negozi ovunque. Cambiamo un po’ di soldi e prendiamo un bus per Calama (4000 Pesos a persona).
La nostra intenzione era quella di noleggiare un’auto e risalire fino ad Arequipa in Perù, ma scopriamo che in Cile sono molto chiusi nei confronti degli stati confinanti tanto che, non solo non si possono varcare i confini con auto a noleggio, ma non si possono nemmeno trasportare frutti o cose simili. Anche l’idea di pendere un’auto e lasciarla al confine deve essere abbandonata in quanto il drop-off costerebbe quasi 300€. Prendiamo una stanza a Calama in un hotel nella strada principale (hotel Atenas), dopo aver scartato un po’ di posti economici. Facciamo una breve passeggiata per il paese e scopriamo che effettivamente le attrattive sono quasi inesistenti, a parte escursioni nel deserto che comunque non abbiamo intenzione di fare dato che arriviamo da quello della Bolivia. La cosa più attraente che troviamo è un bus che parte in serata per Arica e dopo aver contrattato con l’hotel per pagare metà del costo della stanza, la lasciamo senza passare la notte e partiamo per il Nord.
2 ottobre 2012
Arica è una città moderna, una grande via centrale con tanti negozi, un grande porto e poco di interessante; la nebbia che caratterizza la costa offusca il sole fino alle 12 circa, ora alla quale abbiamo finito abbondantemente di visitare la città inclusa la scelta dell’hotel (Huanta Jaya, consigliato economico e pulito, 28000 Pesos; 1 Pesos = 0,0012 Euro) e incluso l’ennesimo torneo a scopa. Trascorriamo il pomeriggio in pieno relax in spiaggia, prendendo il sole che picchia forte, ma fa troppo freddo per fare il bagno. La sera la città è più animata e c’è un’ampia scelta di locali dove cenare; noi chiaramente cerchiamo il più economico perché non abbiamo nessuna intenzione di cambiare ancora soldi qui in Cile e quindi facciamo una scorpacciata di empanadas.
3-4 ottobre 2012
Il quattordicesimo giorno comincia presto, con la solita trafila di bus e dogana, ma siamo felici perché si torna in Perù. Arriviamo nel tardo pomeriggio con il bus ad Arequipa e ci facciamo convincere dal tassista a soggiornare in un ostello di nuova gestione, nonostante avessimo già deciso in quale struttura passare la notte. L’ostello però ci piace, pulito e moderno e soprattutto economico (los mochilleros 20 Soles/persona). Visitiamo velocemente la città, molto bella e moderna e prenotiamo subito l’escursione per il Canyon del Colca, dove ci rechiamo l’indomani con uno dei tanti pulmini turistici (65 Soles/persona…contrattando). Passiamo attraverso la riserva nazionale delle vigogne, tocchiamo quote elevate dalle quali si godono paesaggi mozzafiato di vette innevate, attraversiamo pascoli con lama e alpacas e tante donne dai vestiti colorati che spiccano in mezzo al verde.
Ci fermiamo a Chivay, dove alloggeremo in uno degli ostelli più brutti di tutto il viaggio (non mi sono nemmeno segnata il nome), ma abbiamo scelto l’escursione più economica, quindi non possiamo lamentarci. Pranziamo al sacco, senza unirci alle orde di turisti ai buffet, nel centro del paese, su una panchina tra le persone del posto. Sono molte le persone che indossano abiti e cappelli particolari, magari con un lama al guinzaglio, appositamente per farsi fare delle foto dai turisti in cambio di una moneta, ma sono comunque incantevoli da vedere. Nel pomeriggio bagno nelle terme di Chivay (assolutamente niente di che in confronto al bagno a 5000 m in Bolivia) e poi a spasso tra le stradine e l‘affollato mercato dove si vendono i classici cappelli di lana, tovaglie e coperte multicolori, pane e pop corn giganti. Ceniamo al mercato tra gli autoctoni a base di patate, pollo e peperoni piccanti (10 Soles/persona).
5 ottobre 2012
Sveglia all’alba per proseguire con l’escursione nel Kanyon del Colca; dopo alcune tappe in paesini dispersi che vivono di turismo e per i turisti allestiscono danze e bancarelle ogni volta che un autobus si ferma, arriviamo al sito di avvistamento dei condor. Il paesaggio è suggestivo, tra terrazzamenti e cime innevate vediamo volare qualche condor, anche se sempre abbastanza lontani. Rientriamo ad Arequipa nel pomeriggio (alloggiamo sempre al los mochilleros dove hanno custodito i nostri bagagli) e ci dedichiamo allo shopping. La sera ceniamo in un posto tipico con un menù fisso: per pochi centesimi mangiamo la solita zuppa con la pasta scotta, patate, un pezzo di carne e thè (5 Soles/persona).
6 ottobre 2012
Visita al monastero di Santa Catilina (35 Soles/persona): bellissimo, la fusione del rosso e del blu dei vari edifici rende il posto davvero stupendo.
Pranziamo in un ristorantino vegetariano con menù fisso a 7 Soles/persona: pasto molto soddisfacente (Mandala, molto consigliato). Nel pomeriggio ci rechiamo in aeroporto con un taxi e da lì prendiamo il volo per Lima… ormai la vacanza è giunta alla fine. Nella capitale abbiamo scelto di alloggiare, su suggerimento anche di autoctoni, nel quartiere Miraflores in quanto si dice sia il più moderno e piacevole, essendo vicino al mare. L’hostal dove alloggiamo avrebbe delle potenzialità se non fosse che tutte le stanze danno sulla zona comune (bagni e cucina) e si sente un baccano continuo (circa 65 Euro).
7 ottobre 2012
Ultimo giorno. Passeggiata per Miraflores e quartieri adiacenti: desolazione totale… sarà che la mattina la costa è caratterizzata dalla nebbia, sarà che è domenica e tutto è assolutamente chiuso, sarà che eravamo abituati alle colorate cholitas per la strada e qui tutti sono vestiti come noi… ma non ci piace. A rendere ancora più triste questa giornata è il fatto che dopo aver camminato per km alla ricerca di un posto consigliato dalla lonely per mangiare, vediamo che è diventato un posto di lusso (vuoto, tra l’altro) e ci rifugiamo nell’unica alternativa che troviamo: un fast food. Partiamo alla sera per rientrare in Italy dove arriveremo l’indomani, con un bellissimo ricordo di Perù e Bolivia.