Boa viagem

Mi bevo un bicchiere di Porto, da sola, in cucina….mi bevo un bicchiere di Porto…e, sì, chiudo gli occhi e sono di nuovo a Porto, ricordo il profumo del fiume Douro di fronte a me e Paolo ed io seduti su una panchina ad ammirare romanticamente l’insieme delle luci di Vila Nova de Gaia di fronte a noi ed il ponte Dom Luis Primero sopra di...
Scritto da: littlesteps
boa viagem
Partenza il: 12/08/2008
Ritorno il: 24/08/2008
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Mi bevo un bicchiere di Porto, da sola, in cucina…Mi bevo un bicchiere di Porto…E, sì, chiudo gli occhi e sono di nuovo a Porto, ricordo il profumo del fiume Douro di fronte a me e Paolo ed io seduti su una panchina ad ammirare romanticamente l’insieme delle luci di Vila Nova de Gaia di fronte a noi ed il ponte Dom Luis Primero sopra di noi..Che spettacolo, questa cittadina così piccola eppure così grande mi è rimasta nel cuore e nella testa..Tanto che davvero mi basta chiudere gli occhi per essere ancora là.

Da Porto, quindi siamo partiti, e a Porto alla fine siamo tornati, non solo perché da lì avevamo prenotato anche il volo di ritorno ma anche perché, talmente affezionati ed attaccati alla prima visita, da non voler tornare in Italia se non con quel sapore fruttato in bocca e quella vista negli occhi. Da lì con pochi km di auto siamo approdati a Vila Do Conde, lunga spiaggia sull’oceano a occidente, adatta ai più vogliosi surfisti europei e a famiglie locali i cui nostri 20 gradi ventosi risultino buon clima per un bel bagno. Raggiunta Guimaraes, ci riposiamo bevendo un po’ di birra locale nella piazzetta centrale: molto gradevole, a forma ellittica, giovane e piena di brio. Altra cittadina molto vivace, piacevole e raccolta, ricorda alcune case nordeuropee anche se più basse ed irregolari, ecco, posso dire che un po’ mi abbia ricordato alcune zone di Amsterdam. Un castello in cima al colle che guarda la cittadina in basso è il tocco medievale che merita una capatina: il tramonto da lassù è comunque speciale.

Da Guimaraes a Braga, famosa per il Moasteiro de Bom Jesus do Monte, che ad un primo acchito risulta il riflesso architettonico di un pensiero contorto, molto simbolico: la fede cattolica vista come risultato di enormi scalinate e fatiche, che arriva ad elevarsi infine sulla cima al monte, insieme ad un’esplosione di giardini curatissimi e luoghi incantati.

Dal Nord al sud del Portogallo si notano, fin dal paesaggio che si ammira dal finestrino dell’auto, diversità enormi: il nord è più selvaggio, meno curato, puramente naturalistico e affascinante; il sud, non meno bello, essendo più caldo, rimane sicuramente più abbordabile a livello turistico e quindi più adatto al divertimento, alla compagnia e alla goliardia notturna.

Andando verso sud, abbiamo scelto una pensioncina carinissima nel centro di Coimbra, che, seppur molto carina e suggestiva sulle rive del fiume, non è risultata piena di vita come descritto in diverse guide turistiche. Il vero movimento della città è dato dall’andirivieni di studenti a causa della famosa università, ma ad agosto, ahimè, ognuno è in qualche altra parte del mondo a far vacanza e si svuota. La Coimbra De Jovem è la parte più nuova, nata sulle sponde del fiume e ricca di attrazioni per famiglie e ragazzi: gommoni per fare un giro domenicale sul fiume, gelaterie, locali dal più nuovo design e pub con musica dal vivo che portano ad un ponte molto colorato e pedonale. Non può mancare una cena romantica in un ristorante locale al ritmo del famigerato FADO: tanto espressivo quanto struggente, con punte anche esilaranti, è una parte della cultura portoghese che definitivamente va vissuta e apprezzata. Il portoghese è bello, è una lingua, per chi conosce lo spagnolo, riconducibile ad un misto tra castigliano e qualche dialetto italiano con un peculiare accento mediterraneo, per cui comprensibilissimo e contagioso. Un giorno ed una notte lì ed era già ora di cambiare, di nuovo in macchina ci dirigiamo verso Batalha, Fatima e Tomar.

A Batalha sicuramente vale la pena vedere il Moasteiro de Santa Maria, per il resto non ci sarebbe molto altro, ma il monastero è colossale, il più grande del Portogallo: eretto come premio di battaglia (da cui ovviamente il nome del conglomerato di abitazioni costruitovi attorno) è ricco di dettagli del gotico manuelino, stile perseverante il tutta la nazione, ricco di vetrate nitide e colorate, molto diverse dall’oscurantismo del gotico puro e semplice, e di nicchie nascoste.

Fatima forse non ha bisogno di commenti, è una meta tra le più religiose, destinazione dei più mistici, anche, ma durante questo viaggio ho scoperto che non è solo questo: è una meta universale, per la sua storia e per la sua simbologia, è una meta universale di raccoglimento, di pensiero, di profondità: è un pegno, una fatica, un fioretto, un desiderio e un insieme di volontà. E’ toccante ed è inevitabile che lo sia, per chiunque.

Con un po’ di tristezza dopo questa pausa riflessiva e la pioggia che esternamente ben rappresentava lo stato d’animo interiore, cerchiamo di immedesimarci nell’atmosfera medievale del Convento de Cristo di Tomar, monastero-sede dei cavalieri templari a cui la cittadina deve la sua fama. Di luoghi simili non se ne trovano altrove, sembra veramente di vivere una leggenda, circondati dal bosco e in cima ad un colle. Purtroppo è tardi per visitarlo bene tutto, quel giorno del resto abbiamo voluto proprio esagerare! Quindi “puntiamo” il nostro navigatore, finalmente, verso Lisbona.

Percorrendo la strada verso Lisbona, un cartello stradale attira la mia attenzione: OBIDOS, una collega mi ha parlato di Obidos dicendomi di non perdermelo assolutamente, di andarci perché ne vale proprio la pena. Come prima cosa, inizio a telefonare ai B&B che trovo sulla guida e ne trovo uno disponibile per la notte. Parcheggiamo la macchina e cerchiamo di seguire le indicazioni che una signora locale dall’accendo strettissimo ci aveva dato per raggiungerla. Ci troviamo di fronte ad un paesello rinchiuso da mura e case portoghesi coloratissime, raggiungibile solamente a piedi o in groppa a dei muli, un saliscendi intricato di strette viuzze, ciottolati e negozietti turistici. Beh, insomma, eccoci qui a vivere un’altra piccola favola. La passeggiata sui bastioni e le mura permette di avere tutta la visuale del paese rinchiuso al loro interno ed è bellissimo anche alla luce fioca e naturale della notte. Tutt’intorno, un’enorme distesa di campi e colline, un paesaggio a diversi livelli. Accanto ai venditori di artigianato, un simpatico signore anglosassone vende minuscoli calici di terracotta ricolmi di Ginjinha a 1 euro: bene, incoraggiati dalla musica che confluisce dalle strade e che rende l’atmosfera ancora più magica, se possibile, proviamo allora questa Ginjinha! Dunque, altro non è che un liquore alla ciliegia e ci risiamo… tra Porto e Ginjinha, per chi ama i liquori e i vini corposi come noi, questo posto diventa prezioso! Quindi c’è quella al caffè, al peperoncino, al cioccolato, alla crema, solo l’imbarazzo della scelta..Ah, ma noi le proviamo tutte, non ci facciamo proprio mancare niente! E’ una bellissima serata e ringrazierò la mia collega per i suoi consigli, una volta in ufficio. Arriviamo a Lisbona nel pieno di una giornata di sole, la giornata adatta per piantare la tenda in campeggio e, posso assicurare, era veramente il miglior campeggio, del Portogallo e non solo: spazioso, pulito e immerso in una profumatissima e silenziosa pineta. Uno di quei posti dalle mille potenzialità che, se ben sfruttate, valgono più di cento settimane-natura. La posizione era strategica per la vicinanza alla città pur essendone fuori e poter godere ancora dei grandi spazi che tutto il Portogallo offre, spazi liberi e aria. Lisbona è una scoperta continua, tutti i quartieri della città sono molto diversi, stesso denominatore comune ma piccoli mondi a parte: l’Alfama, arabeggiante, antica e bellissima; dallo stesso “sapore” antico è anche il Bairro Alto. L’alfama si raggiunge salendo in viottoli ripidissimi e scalinate (non a caso si chiamano Quebracostas = spezzaschiena) dal quartiere della Baixa (Bassa, appunto), più pianeggiante e vicino al lungo fiume, oppure con il famigerato tram n. 28, il tanto decantato panorama a bordo del tram in salita non è poi così sconvolgente, lo spettacolo vero e proprio arriva camminando in cima all’Alfama e scoprendone tutti gli angoli.

Diversa è l’atmosfera del Chiado, più bohemien e sofisticato, anche perché restaurato dopo due enormi catastrofi: il terremoto del 1755 e l’ incendio scoppiato nel 1988 . Oggi ospita eleganti boutique e negozi di design, è una parte ricca di iniziative e le antiche strutture rimaste ospitano ora l’Opera e il Museo d’arte. La vista più bella di tutta la città si può ottenere salendo sull’altura del Castelo de Sao Jorge. Scendendo nuovamente verso il quartiere basso si incontra un piccolo ristorante capoverdiano a conduzione familiare, dove credo di aver passato la serata più divertente e memorabile di tutta la vacanza, per un semplice motivo: alla fine della cena non mi era mai capitato di dover litigare per pagare il conto (di ben 15 euro!!!) Passaggi obbligatori sono sicuramente: la Torre di Belem (dopo aver assaggiato il Pasteis de Nata), il Monastero dos Jeronimos e tutta la parte costruita in occasione dell’Expo nel ‘98 del parco delle Nazioni con il famoso Ponte Vasco de Gama, che unisce le sponde del fiume Tago, se non erro proprio nella parte in cui raggiunge la sua massima ampiezza.

Anche i dintorni di Lisbona sono interessanti: comprendono paesaggi inverosimilmente fiabeschi, Sintra per prima, dopodiché anche il Parque da Pena e il Castello dos Mouros. Cito, tra i luoghi che abbiamo visitato, anche il Monastero dos Capuchos (dei frati cappuccini) perché merita d’esser visto, soprattutto per la sua antichità. Vale la pena perdersi nei boschi e all’interno dei castelli colorati per credere di far parte di una fiaba per l’ennesima volta.

Questa parte del Portogallo è abbastanza ricca, benestante, luoghi come Cascais ed Estoril, sulla costa proseguendo verso sud, sono ricchi di case di villeggiatura per le famiglie altolocate e questo da quando, verso la fine dell’800, la corte reale vi si trasferì per l’estate e diede qualche “ritoccatina” qua e là. Sembra tutto un po’ artefatto, a dire il vero, nulla di paragonabile alla parte settentrionale che ci siamo lasciati alle spalle, è tutto curatissimo fin nei minimi particolari. Da qui ci dirigiamo verso l’Algarve, decidendo di passarvi gli ultimi 4 giorni di vacanza. Siamo rimasti a Lagos, dove abbiamo trovato un bel paesaggio marittimo, un’ improvvisata compagnia spagnola e molti divertimenti notturni, nonostante la quotidiana lotta con l’acqua fredda: è una disgrazia stare in spiaggia senza riuscire a fare il bagno! Siamo partiti da Porto per la nostra avventura, senza previsioni se non qualche tappa, senza prenotazioni se non l’auto a noleggio, senza aspettative se non alcune foto raccattate qua e là. E’ un viaggio strano quello in Portogallo, non per tutti oserei dire: non per chi cerca tassativamente sole, mare e abbronzatura, forse nemmeno per chi cerca l’all inclusive nei villaggi e sicuramente non per chi non vuole affaticarsi durante il viaggio. Questo non l’ho capito lì, seduta stante, ma dopo, una sera, parlando delle vacanze con un’amica hostess di volo, abituata ad ascoltare le storie di passeggeri che vanno e vengono con certe aspettative, disillusioni o piacevoli scoperte…

Insomma il Portogallo ti tempra, o meglio tempra la coppia ed il viaggio in coppia, ma tempra anche la resistenza delle compagnie e la capacità di adattamento: è toccante nella sua semplicità e negli sforzi di essere linguisticamente universale, ed è folcloristicamente simile al nostro sud più profondo pur essendo al punto più a ovest, e a nord-ovest, d’Europa. Sicuramente è stata una bella avventura, per noi andare in viaggio ha sempre significato conoscere socio-culturalmente il luogo per il quale “gironzoliamo”, in effetti adoriamo gironzolare, addentrarci nei luoghi meno turistici e conoscere gente del luogo, adoriamo perderci anche…Non sempre propriamente a casaccio, ma semplicemente cercando di seguire il vento…E in Portogallo di vento ce n’è a iosa!!!!

Nadia Passetti



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