Blagodarja Bulgaria

Blagodaria! Si proprio cosi, grazie Bulgaria. Grazie per i tuoi boschi sconfinati, per la chioma verde che copre l'intero Paese. Per le tue acque, i fiumi, i torrenti . Grazie per le emozioni che ci hai regalato, e che ci hanno permesso di vivere una vacanza entusiasmante. 30.08.02 Sbarchiamo a Igoumenitsa, e con una tappa serrata via...
Scritto da: Anna lia Raul
blagodarja bulgaria
Partenza il: 30/08/2002
Ritorno il: 15/09/2002
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
Blagodaria! Si proprio cosi, grazie Bulgaria. Grazie per i tuoi boschi sconfinati, per la chioma verde che copre l’intero Paese. Per le tue acque, i fiumi, i torrenti . Grazie per le emozioni che ci hai regalato, e che ci hanno permesso di vivere una vacanza entusiasmante. 30.08.02 Sbarchiamo a Igoumenitsa, e con una tappa serrata via Joannina-Kozani-Salonicco, arriviamo a Kulata, frontiera Greco-Bulgara. 31.08.02 I Greci ci lasciano passare senza troppe formalità, non ricevono lo stesso tattamento le famiglie del nord est Europeo, quali Rumeni, Cechi, ecc. Non ne capisco la ragione ma il poliziotto allo sportello “Controllo passaporti” è piuttosto duro con gli extracomunitari. Alla frontiera Bulgara impieghiamo 3 ore circa per superare le formalità doganali a causa della lunga coda di TIR .I poliziotti e gli impiegati sono tutti cortesi e con il sorriso sulle labbra. Paghiamo solo 2 euro per una tassa Ecologica, e altri 2 per formalità doganali, e…Via libera per Sofia. Davanti a noi si apre un mondo nuovo, sconosciuto, dove il turista ed in particolar modo quello in Camper, è visto come un extraterrestre. Un po timorosi, ma carichi di entusiasmo, partiamo. I primi chilometri, su una strada ricostruita da una impresa Italiana con i fondi della CEE, scorrono veloci. Attraversiamo una regione con evidenti sacche di degrado e povertà, dove il mezzo di locomozione più comune è il carretto trainato da animali. Una deviazione di circa 10 Km ci conduce a Rila ed all’omonimo Monastero situato a circa 1000 mt. D’altezza, incastonato in una vallata verdissima. La bellezza delle architetture, la ricchezza delle decorazioni, e la cornice naturale ci lasciano senza parole. Restiamo affascinati da questo monumento che l’Unesco ha dichiarato patrimonio dell’umanità. Per la cronaca, ingresso gratuito e parcheggio antistante e sul retro dove si puo anche pernottare. Torniamo sulla nazionale per Sofia, non senza aver prima acquistato lungo la strada un barattolo di miele con le noci. All’altezza della città di Dopnica la paletta della Polizia Stradale ci intima l’alt. 67 Km/h, ci fanno notare sul display i gendarmi. Eccesso di velocità, e, incredula ripenso alla strada-gruviera dove al massimo andavamo a 40 km/h. Tentiamo comunque una trattativa pagando solamente 10 Leva senza “ricevuta”. Viva Maldini, viva Sacchi, urlano nel congedarci. Siamo alle porte di Sofia ma non riusciamo ad individuare il campeggio di Vrania. Un poliziotto tenta di spiegarci a gesti la strada da percorrere, ma alla fine con un cenno ci fa intendere di seguirlo. Ci lascia a due Km dal camping. Blagodarja signor Poliziotto. 01.09.02 . Il Vrania è grande ed immerso nel verde. Non c’è quasi nessuno ed i servizi lasciano un pò a desiderare. Lo stato d’abbandono è evidente ma non abbiamo scelta. Alla reception una bella signora bionda ci da delle utili indicazioni, ci dice anche che se vogliamo prendere un taxi per Sofia il costo è di 5 Leva, ma a noi turisti ne chiederanno almeno 20. Noi optiamo per il tram, che è il mezzo migliore per calarsi in una realtà quotidiana. 40 centesimi cadauno solo andata. Per raggiungere il capolinea dal campeggio un ruscello ci sbarra la strada, ed una signora nella sua lunga spiegazione inserisce una parola a noi comprensibile:acrobatica!? Semplice..Bisogna saltare. Blagodarja Signora. Con l’elettro bus che ci porta verso il centro costeggiamo lunghe file di palazzi grandi e decadenti , ereditati dalla “dominazione” Russa. Sono tristi, ma è pur sempre la periferia di una grande città! Con lo sguardo incollato sui finestrini ci ritroviamo al capolinea opposto. L’autista capisce il nostro disagio e per “mano”ci riporta in centro. E’ Domenica e la città è calma, traffico praticamente inesistente. Visitiamo la cattedrale ‘Alexander Nevski’, suggestiva ancor più perchè ci troviamo nel bel mezzo di una funzione con coro dal vivo che intona canti ‘Gregoriani’. Nella piazza antistante bancarelle dell’usato e di pizzi e merletti. Qui le signore che vendono le loro piccole opere si rivolgono a noi con fare discreto, prima tentano in un pessimo inglese e poi subito in francese, studiato a scuola prima che venisse loro imposto il russo come seconda lingua. Visitiamo anche la bellissima piccola chiesa russa. In una stradina mercatino dei libri nuovi e usati, più in là frutta e verdura. Compriamo un gustosissimo cestino di more.I ragazzi urlano di gioia:c’è un MAK Goha/\gc..(per la cronaca è un Mc Donald). Oh no..Anche qui!! Riceviamo l’impressione di una città abbastanza tranquilla. Nel pomeriggio, stanchi, torniamo al campeggio. Questa volta sul tram abbiamo un autista bionda molto carina, e Tommaso non resiste dal filmarla attraverso lo specchio retrovisore senza farsene accorgere. Al capolinea ci accoglie una mandria di mucche. Rifornimento di acqua per il camper e via alla volta di Koprivistica. Sbagliamo percorso e una giovane coppia a bordo di una mitica ‘Trabant’ ci fa strada in un dedalo buche o sarebbe meglio dire voragini. Quando ci salutiamo si scusano con noi per il pessimo stato delle loro strade. Blagodarja ragazzi. Koprivistica è un presepe:tutte casette con piccooli giardini antistanti. La farmacia, il forno, l’ufficio postale..Sembrano finti tanto sono curati. L’intero paese fa sospettare che qualcuno sia passato prima di noi per sistemare il prato che costeggia il ruscello, che le pietre siano state lucidate da poco. 02.09.03 Dormiamo nel parcheggio e il mattino dopo ci svegliamo al rumore degli zoccoli dei cavalli che trainano carretti carichi di fieno. Visitiamo due case museo, una appartenuta ad un ricco mercante ed un altra più modesta di un rivoluzionario che aveva combattuto per la liberazione della Bulgaria dal dominio Turco. Al mercato acquistiamo una bottiglia di Rakja. La Rakja è uno ‘strizzabudella’.. Esplosivo, quando è fatta in casa. Una curiosità: Un signore ci spiega che agli inizi del Novecento i Bulgari iniziarono ad adottare la parola ‘merci’ per ringraziare pochè il loro Blagodarja era troppo lungo da pronunciare. Salutiamo Koprivistica e ci dirigiamo verso EmoEtara. Questa volta la guida, la cartina stradale e la segnaletica non ci tradiscono e vi arriviamo come se ogni mattina percorressimo quella strada. EmoEtara, immersa nel verde e attraversata dall’acqua, ci offre da visitare le botteghe degli artigiani. Qui compriamo degli oggetti in legno e ‘qualche’ dolcetto. Le tentazioni sono tante. EmoEtara-Bozenci. Qualche difficoltà nell’individuare qual’è la deviazione dalla strada principale. Un piccolo aiuto da parte di due Bulgari ed un pò di fortuna ci permettono di arrivare ai limiti di un bosco nel quale è ‘sparso’il villaggio. Ceniamo in un ristorantino caratteristico dove una ragazza che parla uno stentato italiano ci prepara Bojenki Steak, formaggio di pecora al forno servito in ciotola di terracotta, insalata Bulgara, pane appena sfornato da spezzare con le mani. Gustiamo la cena al lume di candela in una atmosfera surreale ed ovattata seduti su dei tronchi, e per tetto le fronde degli alberi. Immersi nel ‘silenzio’ del bosco, avevamo la sensazione di essere spiati da gnomi e folletti. La notte la trascorriamo qui’. 03.09.02. Da Bozenci a Veliko Tarnovo.

Grande città vivace. Antica capitale del regno Bulgaro. Troviamo parcheggio nella piccola area antistante una chiesa, chiedendo al Pope il permesso di lasciare il camper per un paio d’ore. Visitiamo i resti dell’antica fortezza, e facciamo conoscenza di un artista che dipinge icone e acquerelli. Mettendo insieme parole in francese, inglese bulgaro, e italiano riusciamo a conversare per più di un’ora.Il tempo comunque sufficente per capire che loro lottano per una quotidiana sopravvivenza, nell’attesa che forse un giorno le cose cambieranno, sperando in meglio. Acquistiamo da lui una bellissima icona, non solo per la qualità dell’opera ma anche in omaggio e ricordo di un personaggio che ci ha colpiti per la sua sensibilità. Salutiamo e partiamo all volta di Madara passando per la città di Sumen. Lungo la strada grandi cattedrali nel deserto. Sono le industrie abbandonate dai Russi, ed ormai in completo stato d’abbandono. Arriviamo alle 18.00 e parcheggiamo sotto una spettacolare parete rocciosa a strapiombo. Ci inerpichiamo, seguendo un sentiero ben segnalato. Dinanzi a noi, scolpito nella roccia in dimensioni naturali, a circa 20 mt. D’altezza, la figura di un cavaliere che trafigge un leone. E’ il celebre Guerriero di Madara, simbolo della Bulgaria, e dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’Umantà. Il panorama che ci viene offerto a quell’altezza è superbo. Ci spostiamo per la notte scendendo al paese. Parcheggiamo in centro sotto i lampioni. Due signori si fermano a ‘chiaccherare’con noi. Crediamo di capire che possiamo restare senza problemi, ma non è cosi’. A mezzanotte circa una decina di ragazzi schiamazzando ci svegliano, e, subito dopo allontanandosi, ci lanciano dei sassi sotto il camper..Ragazzate Decidiamo di andarcene, imboccando l’autostrada che conduce a Varna. Percorriamo tutto d’un fiato i 90 km. Senza incrociare neanche un auto! A Varna attraversiamo il centro che è molto vivace nonostante sia ormai l’una di notte. Notiamo un palco, è appena finito un concerto. Ci dirigiamo a nord al monastero rupestre di Alazda, sostiamo davanti ad un grosso fontanile. Finalmente al letto. 04.09.02 Il mattino dopo una breve visita al sistema di nicchie e camminamenti scavati nella roccia, ed al piccolo museo che ospita belle icone ed altre opoere. Ci dissetiamo alla fonte che richiama tanta gente per la qualità diuretica della sua acqua, quindi riprendiamo il viaggio. Piove. A Varna non troviamo parcheggio. Ci dirigiamo verso sud. Sosta per il pranzo a Slancev Briag. C’è un ampio parcheggio ed un gran via vai di gente. Conosciamo Lorenzo, spagnolo di nascita, genitore italiano, madre finlandese, che ci offre il suo aiuto.Il paese è praticamente un immenso mercato..Orientale. Si vende di tutto a prezzi irrisori. Lasciamo Slancev Briag e raggiungiamo la famosa Nessebar, paese museo ricco di storia, molto bella ma non fruibile completamente poichè totalmente sommersa di bancarelle a mò di San Marino. Tanti ristorantini, forse troppi, e nel dubbio ci lasciamo convincere da un cameriere petulante. Lui decide il menù. Risultato?..Delusi. A dormire in riva al mare. 05.09.02 Il mattino dopo circum-camminiamo..L’isola. E si, perchè di un isola stiamo parlando. Il mare è bellissimo a quest’ora, ed a tratti ho l’impressione che non ci siamo spostati tanto lontani da casa! Lasciamo Nessebar alla volta di Burgas, altra bella città sulla costa del mar Nero. Qui acquistiamo delle focacce ripiene di formaggio. Una bontà! Saranno il nostro pranzo. Burgas-Sozopol. Porto di pesca, arroccato su una penisoletta, è un’altracittà museo. Sosta a pagamento. Visitiamo il centro. Bello, forse meno importante di Nessebar, ma molto più naturale. Una mostra di artisti richiama la nostra curiosità, con opere di squisita fattura. Lasciamo Sozopol perchè il mare ci chiama. Sostiamo su una lunghissima spiaggia. C’è un vento piuttosto deciso e il mare è particolarmente mosso. Riusciamo a farci il bagno senza rischiare di allontanarci, perchè le onde sono piuttosto violente. L’acqua non è..Nera!! ma decisamente dolciastra. Ho trovato su questa spiaggia alcune conchiglie colorate. Ripartiamo per Primorsko. Parcheggiamo davanti i giardini di una scuola. E’ da prendere a modello per come è curata. Non lontano troviamo un negozio che vende vini. I prezzi sono invitanti, da uno, a due Leva a bottiglia. Scegliamo alcune bottiglie a caso, ma la signora interviene e ce ne suggerisce altre. Parla in francese.Ne approfitto per chiederle alcune informazioni sul luogo, ma lei si scusa dicendo che è solo di passaggio. Il negozio non è suo ed è li per aiutare un’amica. Lei è una professoressa di Filologia Bulgara all’università di Sofia!! Appena fuori dal paese, ad un distributore ci fermiamo per fare il pieno di gasolio e di acqua visto che c’è. Al gestore lasciamo una mancia in omaggio alla sua cortesia. Dormiamo davanti alla scuola. 06.09.02 L’indomani lasciamo Primorsko. Inizia qui il tratto più bello della costa del mar Nero. A spiagge selvagge si susseguono calette e promontori. Ci dirigiamo al parco naturale del fiume Ropotamo. Con pochi Lev i barconi ci portano in un ambiente lacustre e selvaggio dove la natura fa da padrona. Sciegliamo un promontorio con giù una spiaggetta dove facciamo il bagno. La costa è formata da milioni di gusci di cozze sminuzzate. Quelle che peschiamo le restituiamo al mare poichè il loro colore e sapore ci lasciano dubbiosi. Per la notte ci dirigiamo a Tsarevo. Parcheggiamo al porto e con poche le poche Lev rimaste ceniamo in un grazioso ristorantino, mangiando veramente bene. 32 Lev in sette persone!! Il paese è grazioso. Somiglia ad un borgo Greco. Una piazza alberata dove si affaccia un palazzo importante pieno di nidi di rondine, belle strade con locande e negozietti. 07.09.02 Al mattino sveglia presto a far rifornimento d’acqua. Accanto a noi un vecchio camper con targa Bulgara. Forse è l’unico. In un attimo si forma un capannello di gente . Tutti ci fanno domande, vogliono sapere da dove veniamo, come si vive in Italia, quanto si guadagna. Ci scambiamo idee e informazioni, ed un marinaio che fa da interprete, in un italiano stentato ma comprensibile, ci dice che ha frequentato l’accademia delle belle arti dove ha imparato la nostra lingua. A pensarci bene ha proprio l’aria di un artista, ma le vicissitudini della vita lo hanno portato a fare un altro mestiere. Ci salutiamo e prima di lasciare la bella Tsarevo, direzione Turchia, compriamo il pane e del formaggio fresco ad un negozio sulla strada. La negoziante nel salutarci ci augura in francese ‘Bonne journèe’. Torneremo… Alcuni dati sulla Bulgaria. Circa 8 milioni di abitanti su una superficie metà dell’Italia. Reddito medio pro capite circa 200 Leva. Valore del Lev=50 cent.Di Euro Tasso d’inflazione al 2002=9% Autostrade km 314 (dati 1996). Costo del gasolio 56 cent.Di Euro. Segnaletica stradale solo in Cirillico. Nel nostro viaggio abbiamo percorso circa 3000 km , consumati 380 litri di gasolio , per un totale di spesa di circa 1600 Euro comprensivi di traghetti da e per l’ Italia. Due equipaggi per un totale di sette persone, con un Rimor Super Brig 728 , e un Carioca 7 di nostra proprietà. Problemi , nessuno. Anna Lia Raul e Tommaso Pompilio Città S. Angelo (Pe)



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