Bike tour: in bici da Trieste a Grado
Ritrovo in viale Miramare 5, dove abbiamo noleggiato le biciclette: non che non ne avessimo una… ma per bloggare by bike da Trieste fin su, sul Collio sloveno – 122 km in due giorni – ho ben pensato di scegliere un’ e-bike! Già, una bicicletta a pedalata assistita: quella che tanti snobbano, commentando (a Trieste) “perché xè da veci”. E invece è una gran trovata: permette anche a chi ha polpacci normali, di raggiungere vette insperate e viaggiare, davvero viaggiare, in bicicletta, senza dover limitare i chilometri. Quindi, e-bike sia: e se la sceglierete anche voi, mi raccomando, non dimenticate di caricare la batteria durante la vostra sosta notturna 😉
Partenza prevista alle 9, da viale Miramare appunto: ma come si fa a partire da Trieste senza nemmeno passare per Piazza Unità? Ottima scusa per “un nero”, un caffè naturalmente, triestinissimo, prima di “sconfinare” in Bisiacaria. E poi si parte, direzione Porto Vecchio: poco prima della Stazione, entriamo in bicicletta in quello che un tempo fu il vecchio porto della città e che ora cerca la sua nuova identità, divertendosi intanto a far da palcoscenico a pellicole d’atmosfera, come l’ultima di Salvatores.
Terminati i magazzini, ritorniamo su viale Miramare, sulla pista ciclabile un po’ sconnessa ma ombreggiata. Un passaggio al “barakin” di Barcola, la pineta del lungomare di Trieste dove i triestini “vanno al bagno” (leggi: vanno al mare, che qui si dice così). Un po’ di gimkana tra asciugamani e sdraio, e raggiungiamo la prima tappa: l’asburgico Miramare, “un castello di pietra bianca a picco sull’acqua che sembra ritagliato nel cartone da un bambino”
Ancora, strada Costiera: qui davvero ci vorrebbe una ciclabile! Poco prima della famosa galleria naturale, scavata nella roccia, il Belvedere: all’orizzonte, si scorge Duino, borgo di principi e pescatori, seconda tappa del nostro biketour. Dallo splendido castello, anche questo a picco sul mare, si vede la rocca stagliarsi contro il mare, con il suo fascino di rudere antico e la tenebrosa leggenda che vi aleggia: anche in questo castello, come in quello di Miramare, ombre di anime perse vagano ancora tra le rocce…
Usciamo da Trieste. Da Duino, attraversando Monfalcone, si raggiunge finalmente la ciclabile del Litorale, che porta a Marina Julia, direzione Punta Barene: dalle rocce a picco sul mare passiamo ai ciotoli di spiaggia e poi alla laguna: paesaggio inaspettatamente bello a Quarantia, dove l’acqua salata e dolce si mescolano e già inizia la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo. Prossima tappa, l’Isola della Cona: scendiamo dalle biciclette per un po’, per ammirare splendidi cavalli, uccelli da National Geographic e una piccola lontra!
Ripartiti, superiamo il ponte sull’Isonzo e giriamo verso Punta Sdobba: ora Grado è già vicina, e la laguna torna pian piano ad essere mare. L’arrivo, per la foto di rito, è sulla passeggiata che s’affaccia sulla spiaggia sabbiosa; la conclusione del biketour, all’hotel Diana, scelto non a caso, visto che anche l’alloggio delle biciclette è a 4 stelle! E per finire la giornata, una cena davvero meritata: boretto tipico gradese, alla trattoria “Al Pescatore” nella zona del canale, dove i pescherecci si stan preparando all’uscita notturna. Io ho assaggiato quello di “canoce”, che sarebbero le canocchie: da leccarsi le dita!