Weekend a Biella e dintorni
Siamo partite il venerdì da Milano, io non conoscevo Biella e dintorni e mi sono fidata del consiglio della mia compagna di viaggio; ottimo consiglio, ci siamo divertite e abbiamo visitato un sacco di luoghi interessanti. E quanto fresco in montagna, alla faccia del caldo milanese!
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Appena arrivate abbiamo parcheggiato l’auto nel parcheggio sotterraneo dell’hotel Agorà. Depositati i bagagli siamo partite per la visita alla città. Biella, città famosa per le sue produzioni di tessuti di lane pregiate, nasconde un centro ricco di architetture degli anni ’30, che merita di essere scoperto. La città di Biella accoglie il visitatore con i suoi bei giardini, ricchi di alberi e fiori, ma anche con un Battistero romanico di notevole valore artistico. Quest’ultimo fu costruito anche con il recupero di materiale romano. Si tratta di un edificio a pianta polimorfa, con 4 absidiole semicircolari che si addossano ai lati di un quadrato centrale. Alla fine del ‘700 vi si inserì una cripta per ospitare le tombe dei Vescovi della città. Il bassorilievo nella lunetta della porta di ingresso risale al II sec. e rappresenta Ercole Bambino e un putto.
Appena uscite dall’albergo ci siamo trovate di fronte i giardini pubblici, che abbiamo attraversato per iniziare la visita in centro. Questi giardini furono realizzati nel 1875 e intitolati al botanico biellese Maurizio Zumaglini. Una fontana raffigura l’orso, animale simbolo della città.
Quindi ci siamo trovate di fronte al “Palazzotto Ripa e Banca” del 1935, progettato dall’arch. Nicola Mosso. Le sue forme severe sono definite da porte e finestre ben incorniciate in granito, mentre la facciata è “tessuta” con un rivestimento di grés rosso. Si tratta di un edificio molto interessante dal punto di vista architettonico, in quanto espressione di uno stile razionalista molto caratterizzato. Piazza Vittorio Veneto 14.
Imponente e interessante il “Palazzo Centro” del 1935 in via Gramsci 1, è caratterizzato da una grande curvatura che abbraccia l’incrocio di due vie centralissime. Rivestito in travertino e tessiture di klinker (mattoni), ha una caratteristica pergola angolare che raccorda le due ali del piano attico. Attraversate le vie centrali abbiamo raggiunto un punto panoramico da dove si ammira tutta la zona indistriale. Non riportato nei depliant, ma merita uno sguardo, anche l’antico ospedale con facciata definita da due imponenti colonne.
Uno stile severo, ripreso nell’architettura del nuovo Ospedale degli Infermi del 1937, via Carraccio 5. Progettato dall’ing. Giulio Marcovigi, tipicamente razionalista. Tra le tante architetture interessanti che si incontrano in città, merita attenzione il Lanificio Scuola Piacenza, del 1911, in Piazza Lamarmora 5. Di gusto eclettico, si ispira al Rinascimento toscano ed è decorato con motti in latino esortanti gli allievi al buon lavoro. Arch. Carlo Nigra. Per chi si interessa di architettura, sono da segnalare anche: Unione Industriale del arch. Nicola Mosso, 1938; Torre Littoria 1938 arch. Federico Maggia; Cinema Impero, 1936, arch. Eugenio Faludi; Bagni pubblici 1988 ecc… Piantina e info sul depliant “Identità di pietra architettura del ‘900 a Biella”.
La maggiore sorpresa che attende il visitatore a Biella è la parte alta della città, visitabile con una veloce funicolare. Qui sorge un borgo medioevale di Biella Piazzo. Fondato dal vescovo di Vercelli Uguccione nel 1160, con lo scopo di edificare una residenza in luogo sicuro. All’arrivo, sulla destra, si vede Porta della Torrazza, del 1780, costruita al posto di un’antica porta medioevale, a ricordo della visita del re Vittorio Amedeo III e della regina Maria Antonia Ferdinanda di Spagna. Non passa inosservata l’unica casa caratterizzata dalla struttura in travi in legno (a graticcio), stile molto diffuso nel medioevo, poi abbandonato anche a causa dei tetti in paglia che favorivano gli incendi. Ovunque case e portici decorati con terrecotte di bella fattura. La piazza principale accoglie il visitatore con numerosi bar-ristoranti caratteristici e qui ci siamo fermate per un breve riposo e una bibita rinfrescante.
Indirizzi di Biella centro:
- Dormito all’albergo Agorà, via Lamarmora 13/a, in centro, di fronte ai giardini pubblici, offre un comodo e grande parcheggio coperto con accesso nella via parallela (via Delleani). In stile anni ’80, offre ogni confort.
- A Biella centro: “Fragranze di pane”, il miglior pane, qui acquistiamo qualche leccornia per un rapido pranzo.
- Cenato da: La mia Crota, enoteca-ristorante, piatti tipici, ottima cucina, ambiente gradevolissimo; via Torino 36/c
- Tra i tanti outlet per l’abbigliamento e la teleria di casa abbiamo visitato il punto vendita Ermenegildo Zegna: a Trivero (nord-est) di Biella, presso il Trivero Centro Zegna (tel. 015.47 36 05).
Dintorni di Biella
Sabato mattina di buon’ora partiamo per Candelo. Ero curiosa di capire cosa diavolo fosse un Ricetto. Candelo (a sud est di Biella) e la sua storia del ricetto: un ritorno alle originarie tradizioni vinicole, un’occasione per conoscere antiche tradizioni e architetture. Un museo gratuito aperto a tutti. Il Ricetto di Candelo fu costruito nel 1200 c.a. Oggi si presenta con una forma di poligono irregolare con una torre rotonda ad ogni angolo. Il nome Recetto deriva da receptum: rifugio, ricovero.
Il Ricetto venne edificato, come fortificazione collettiva, dal popolo per volontà della comunità, distruggendo così il concetto medioevale della Rocca voluta e abitata dai soli feudatari. Il che si riallaccia alla nascita e fondazione del Comune come ente sociale organizzativo. Ovvero, al potere partecipano signori e castellani, ma anche i Magistrati del Popolo. Il materiale di costruzione del Ricetto è stato preso dal letto del vicino torrente Cervo; si tratta di pietre tondeggianti rozzamente squadrate, oltre a mattoni cotti e crudi, legno. Il risultato ha comunque una sua semplice eleganza. Le singole unità edilizie servivano essenzialmente alla conservazione dei prodotti agricoli e, solo eccezionalmente venivano usate come ricovero per abitanti e animali. Il piano terra o semi-interrato, serviva come cantina disponendo di una temperatura costante di 12-15°, ideale per la vinificazione. Il piano superiore, invece, era adibito alla conserva di cereali; essendo assai secco e ben isolato poiché non comunicava con la cantina, ma lo si raggiungeva attraverso un balcone esterno. Caratteristica dei Ricetti, sono anche le fessure che li separano; tanto strette da non permettere il passaggio umano, ma sufficienti per l’aerazione delle cantine. Il Ricetto comprende anche: strade interne lastricate con ciottoli di fiume, il torchio per le vinacce, la Casa del Principe, il fossato, la casa Comunale, le torri, la cantina-museo e le mura. Oggi è vivacizzato da botteghe di produzione artigianale bar, ristoranti. Numerosissime sono le manifestazioni organizzate. Il ricetto di Candelo si è ben conservato anche grazie al fatto di essere stato utilizzato sino a tempi recentissimi e, in parte, lo è ancora oggi.
Oasi Zegna
Lasciamo la pianura, la natura e i monti ci aspettano! Raccogliamo informazioni e piantine a Trivero e via…verso la via della Sienite, la Valle Cervo, destinazione Rosazza e poi pranzo alla locanda Bocchetta Sessera, per finire la giornata a 1600 mt allo Chalet Bielmonte, che fresco, che panorama… e ottimo cibo, anche per la colazione del mattino.
Due parole sull’Oasi Zegna, dista un centinaio di chilometri da Milano e Torino. Voluta e finanziata dall’imprenditore Ermenegildo Zegna, fondatore del famoso lanificio, offre una miriade di possibilità per vivere la natura incontaminata delle valli che la costituiscono per tutto l’arco dell’anno. Ermenegildo Zegna fu un industriale illuminato che non si occupò solo dell’azienda, ma anche dello sviluppo e del benessere degli abitanti del biellese e della natura circostante.
Su questi presupposti creò la famosa strada panoramica che porta il suo nome e la arricchì con 500.000 piante: conifere, rododendri e ortensie. L’Oasi è ad accesso libero, chiunque può godere dei panorami e delle strutture a disposizione del pubblico. Nell’Oasi sono comprese: le vallate del Cervo, dello Strona, del Mosso e la zona del Triverese, quest’ultima sede di numerose industrie di fama mondiale legate alla produzione dei derivati della lana.
Inoltre l’Alta Valsessera rappresenta una zona ampia e selvaggia di grande valore ambientale; visitabile a piedi, con gli sci o a cavallo. Al centro dell’Oasi Zegna, a 1550 mt, è situata Bielmonte, stazione turistica realizzata dalla famiglia Zegna dagli anni ’50. Qui, nel totale rispetto per l’ambiente, si sono sviluppati alberghi, ristoranti, strutture turistiche e sportive.
Il punto di partenza per la visita è Trivero (a nord-est di Biella, dove si trova il Centro Informazione Zegna che fornisce le adeguate informazioni, piantine (28 itinerari naturalistici) e dépliant sulle numerosissime iniziative. Il Centro di Trivero è aperto tutte le mattine, ma la domenica ci si deve rivolgere al Centro Informazione di Bielmonte (orari 8-17 -tel. 015 744 102). L’Oasi Zegna collabora con importanti organismi internazionali a favore dell’ambiente, quali il Wwf, Aoc, Ema, Mgf, Rfa… Fai, Museo di Storia Naturale di Milano. Il prof. Giorgio Celli, etologo, è il coordinatore scientifico dell’Oasi Zegna. Le sue parole sono emblematiche per comprendere l’utilità del progetto:
“… le zone protette come l’Oasi Zegna, non sono più da considerarsi solo come santuari della natura… ma come laboratori all’aria aperta dove si ricerca una possibile convivenza tra l’uomo e la natura e dove tutti, soprattutto i giovani, possono imparare a divertirsi”.
Il Carabus Olympiae Sella: questo insetto è il simbolo dell’Oasi Zegna. Il carabo è un coleottero il cui nome ricorda l’entomologo biellese Eugenio Sella che lo studiò per primo, dopo averlo scoperto presso il Bocchetto Sessera nel 1855. Per la sua rarità e bellezza di colori fu predato indiscriminatamente; oggi è protetto.
La via della sienite, nella Valle del Cervo, che nella parte bassa si chiama valle d’Androno, dopo la Sella del Cucco (1.251 mt., a 18 km. da Trivero), e dopo il bivio che scende a Oriomosso, la strada punta a nord e si entra nell’Alta Valle del Cervo. Qui ci si può fermare al Poggio Brunera, per ammirare uno dei tanti spettacolari belvederi della strada. Al km. 26,3 (da Triverio), la panoramica Zegna si immette sulla Provinciale Biella-Piedicavallo all’altezza della frazione Valmosca di Campiglia Cervo (vedi più sotto Rosazza). Siamo nella Valle Cervo, l’unica valle della zona con caratteristiche alpine, modellata dai ghiacciai e dal torrente dal quale prende il nome. In questa valle, 30 milioni di anni fa, si formò un caratteristico e unico tipo di roccia magmatica: la sienite, una roccia durissima e difficile da lavorare, ma i valligiani divennero abili scalpellini, tanto che vennero richiesti anche all’estero. Utilizzando la loro abilità, i valligiani, non tralasciarono di ornare anche le loro case. La base della Statua della libertà a New York è costituita da sienite. Oggi una intera famiglia cinese continua la tradizione locale della lavorazione della sienite. Questo è uno dei tanti itinerari che sono proposti nell’oasi.
Rosazza, una sorpresa
Rosazza è un piccolo centro sulla Via della Senite, nei pressi di Campiglia Cervo e merita un’attenta sosta. A partire dal 1870 il senatore-filantropo del Regno d’Italia Fedrico Rosazza Pistolet (1813-1899), membro della Giovane Italia mazziniana e Gran Maestro Venerabile della massoneria biellese, finanziò e fece costruire su progetto dell’artista Enrico Maffei: palazzi, ville, giardini, la Parrocchiale, il cimitero, strade, fontane, acquedotti e una galleria.
Prima di entrare nel paese, percorrendo il ponte che porta al cimitero, una delle tante strutture create dall’eclettico Maffei, si vede il paese posto su vari livelli e ben inquadrato dalle limpide acque del fiume Cervo che percorre la valle. Subito dopo, sulla sinistra si incontra la parrocchiale dei SS.Pietro e Giorgio eretta nel 1876 su progetto di Enrico Maffei, anche autore degli affreschi sulle volte. Meritano attenzione i numerosi pilastri, a forma di rosa, che circondano il piazzale della chiesa e una serie di segni massonici nelle pietre dell’edificio. Di fianco al piazzale della chiesa si erge il monumento dedicato a Rosazza.
La città di Rosazza, nel dettaglio è ricca di simbologie che non si incontrano facilmente: stelle a 5 punte, rose, scale, torri. Esoterismo e massoneria arricchiscono il luogo di un fascino surreale, come i suoi creatori, Federico Rosazza Pistolet e Giuseppe Maffei. Rosazza è città-“opera d’arte” per originalità e unicità. Rosazza è “arredata” da simbologie dai richiami “profondi”; chi crede in queste cose sostiene che camminare per le sue vie sia come percorrere una via iniziatico-spirituale.
Anche l’attuale palazzo comunale fu progettato dal Maffei nel 1880-81 e voluto dal Rosazza per ospitare la sede del municipio di Piedicavallo, dal quale Rosazza dipendeva amministrativamente. Sono degne di nota la torre ornata da merlature ghibelline e la bella scala di marmo bianco che conduce ai piani superiori.
Lasciando il paese non si deve ignorare il castello che fu costruito per volere di Federico Rosazza, a partire dal 1833 con l’innalzamento della torre guelfa e della palazzina sottostante. In due successive fasi, la torre fu ampliata e terminò nell’anno della morte di Federico, insieme al completamento della grande galleria che si incontra sulla strada. L’edificio fu progettato da Giuseppe Maffei avendo come tema l’estetica della rovina. False muratura sbrecciate trattate con acido nitrico per colorarle di un cupo rosso, finti colonnati ed architravi. Lo scopo era il richiamo agli antichi templi di Paestum e alla massoneria. L’arco di accesso al castello vorrebbe riprodurre il medesimo della città di Volterra. Vi campeggiano le teste di tre valligiane con una stella a cinque punte tra i capelli. Intono: false rovine di Paestum e due orsi scolpiti in pietra locale vicino al laghetto del giardino, oggi non più visibili per un piena del torrente Pragnetta.
Segnalo una ricca serie di eventi accompagna il visitatore dell’Oasi Zegna: dalla “Festa Internazionale dell’Aria” con aquiloni e …, alla notte “Conosciamo le Stelle”, a “Dall’Orto alla Tavola”… chiedere il ricco programma a prolocotrivero@tiscali.it. Inoltre: passeggiate in montagna, prodotti a chilometro zero e buona cucina locale.
Alloggi e ristoranti dell’Oasi Zegna
- Bielmonte – Chalet Bielmonte: a 1600 mt.; neve in inverno e fresco in estate. Il luogo ideale dove riposare e camminare godendo dei silenzi e dei panorami della montagna. Ottima la cucina, gradevole l’arredo. Luciana accoglie i visitatori con il suo bel sorriso e Teresa con le sue buonissime torte: € 50 mezza pensione.
- Ristoranti e alloggio – Biella: Locanda Bocchetto Sessera, strada panoramica Zegna, Tavigliano. Ristorante noto per il garbato servizio e la qualità della cucina tradizionale, prenotare; da € 40 mezza pensione. Trivero: Bucaneve, 3 stelle, a 1500 mt, vicino agli impianti sciistici, tutto il confort di un hotel. Albergo ristorante La Pineta, Ristorante Monte Marca e affitto appartamenti.
- Campeggi – Campeggio Verde alla Piana del Ponte in alta Valsessera – Area Camper nel Piazzale Due di Bielmonte. Alpe Moncerchio (a pochi minuti a piedi dallo Chalet Bielmonte): agriturismo famiglia Ferrero, gruppo EcoMseo, cucina tipica veramente genuina, vendita prodotti bio; Mocetta di Toro da Pezzata Rossa, salame di toro e capra, formaggi: tutto di loro produzione; inoltre miele di rododendro, bosco…. Giada accoglie con cortesia e competenza, Vallanzengo (Bi), raggiungibile a piedi da Bielmonte in 20 minuti o in macchina per anziani e disabili.
- Locanda Galleria Rosazza a 1500 mt. dal 1897. Isolata tra i monti subito dopo la galleria progettata dal Maffei, come questo eclettico rifugio. Ideale sosta durante il trekking o il giro in auto, ma anche soggiorno di assoluta tranquillità. Ottima cucina tradizionale. Mezza pensione da € 45 c.a. Raggiungibile dal santuario di Oropa e dalla Valle Cervo (Bi) .
Un caldo raggio di sole illumina la mia bella camera tutta rivestita di legno allo Chalet Bielmonte e così inizia la nostra ultima giornata di questo fantastico week end. È domenica e dobbiamo partire per Oropa e l’ascesa, in funivia, verso un panorama che non sarà facile dimenticare.
Santuario di Oropa
Al Santuario, solitamente, si giunge per pregare, ma non mancano le occasioni di svago come la panoramica ascesa con le funicolari e il Giardino Botanico Montano N.S. di Oropa (visite da maggio a settembre, lunedì chiuso), un ettaro di pace nella Riserva del S.Monte di Oropa. Dietro la basilica Superiore di Oropa a 1200 mt, di fianco alla partenza della funicolare. Interessante anche l’annesso GiardinGiocando per le famiglie. Con le funivie (controllare periodi di apertura) si arriva a dominare tutte le più alte vette delle Alpi circostanti. Il primo tratto porta al Lago del Mucrone, dove si incontra il rifugio Savoia. Con il secondo tratto della funivia si raggiunge la Capanna Renata (2391mt.), aperta tutto l’anno sabato e domenica, sempre durante l’estate. Da qui la vista spazia su 27 vette oltre i 4.000 mt. e un centinaio che superano i 3.000! Numerosissime le escursioni in zona. Dormire a Oropa (solo pernottamento): singola € 34, doppia € 52, superior da € 70.
Alla fine ci avviamo verso l’autostrada che ci attende con i suoi 33° e decidiamo subito che torneremo presto per altri weekend in alta quota.